mercoledì, 30 Aprile 2025
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Riapre la ludoteca musicale del Centro studi musica & arte

Dopo una lunga pausa durata anni, riprende l’attività della ludoteca musicale del Centro studi musica & arte. Dal mese di settembre, ogni sabato mattina, ha riaperto lo spazio dedicato ai piccoli e piccolissimi accompagnati dai loro genitori.

Imparare a suonare giocando

Il Centro studi musica & arte è un’associazione culturale senza scopo di lucro, con sede a Firenze, in via Pietrapiana 32, che si occupa di formazione musicale. Dal 2006 è agenzia formativa accreditata dalla Regione Toscana. Presso il centro si studia musica classica, musica barocca, musica moderna, musica corale e sono attivi corsi di alto perfezionamento musicale.

Le attività della ludoteca musicale erano state sospese ormai da molti anni ed è una bellissima notizia sapere che, proprio nel centro storico, le famiglie possono passare del tempo giocando, suonando e rilassandosi insieme ai propri figli in un percorso guidato da operatori e musicisti esperti nelle proposte musicali per la prima infanzia.

Firenze dei bambini: giochi, eventi, iniziative e tanti consigli su cosa fare in città per tutte le famiglie

La ludoteca musicale del Centro studi musica & arte

Le attività sono realizzate in un ambiente confortevole e allegro dove sono presenti strumenti musicali provenienti da tutto il mondo che i bambini potranno scoprire avvicinandosi ai loro suoni e sperimentandone la musicalità

La ludoteca musicale è uno spazio aperto per frequentare il quale non è richiesto l’impegno di un’iscrizione ad un corso. I genitori possono partecipare agli incontri del sabato con assoluta libertà: la partecipazione ad un incontro ha un costo di 12 euro (bambino e genitore). Per chi ha 2 o più bambini, 9 euro a incontro, per ciascun bambino. È possibile fare una tessera per partecipare a quattro incontri a 40 euro ricevendo in regalo un software educativo per bambini in 6 lingue. Chi ha più di un bambino avrà una tessera per cinque incontri.

La ludoteca è aperta il sabato mattina per le famiglie, da settembre alla fine di maggio, proponendo due fasce orarie per età diverse.

Tutto è Musica (dai 0 ai 2 anni), dalle 9.45 alle 10:50. Gioca la Musica, dai 3 ai 5 anni, dalle 11.00 alle 12.15. Per maggiori informazioni: telefono 055.3860572, cellulare 335.7294972.

In collaborazione con Firenze Formato Famiglia

Lungarno ottobre 2019/77

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Ad ottobre Lungarno assapora le suggestioni dell’autunno e si fa più profondo e mistico: storie felici di integrazione e religione, progetti verdi e in erba e, come sempre, tutto quello che c’è in giro a Firenze.

lungarno ottobre 2019In questo numero: la storia di Hamdan, imam a Sollicciano; le interviste a due rabbiniAlex Neri del Tenax, il ritorno del Jaiss, J.P.BimeniFirenze che scompareil Lavanda LabGiovanni Erbabianca e l’arte del riciclare, Di castagnetartufi, Amir Project, l’Accademia Cappiello, 50 anni di Woodstock in mostra, Accadde ad ottobre, il cinema e il teatro d’ottobre, Le erbacce, Francesca Frati, le 5 R della sostenibilità, il Fintocolto in amore e gli animali di Firenze, le letture consigliate e il Bestiario editoriale, Libri elettrici, Casa Jazz, Frastuoni, La Botanica di Leonardo, Le Favolose 2 e 1/2, le nuove aperture, i popcorn al caramello e l’oroscopo.

CORRETE A PRENDERLO! LO TROVATE QUI

Mostra dei fiori 2019 a Firenze: Orticoltura giardino d’autunno

Il giardino dell’Orticoltura di Firenze torna a colorarsi per il secondo appuntamento del 2019, quello d’autunno, con la mostra di piante e fiori organizzata dalla Società toscana di orticultura. Un weekend con oltre 70 espositori da tutta Italia per una grande mostra mercato a ingresso gratuito, una rassegna nella serra del Roster dedicata alle tante varietà di pomodori, spettacoli accompagnati da una tazza di tè, conferenze e presentazioni di libri che arricchiscono la fiera.

Date e orario della fiera dei fiori

La mostra autunnale di piante e fiori si svolge sabato 5 e domenica 6 ottobre 2019, nel parco alla prima periferia di Firenze (con ingresso da via Vittorio Emanuele II n° 4 e da via Bolognese 17). L’orario va ogni giorno dalle 9.00 alle 19.00.

Specie arboree, piante grasse o da decorazione e ancora fiori, ortaggi e varietà da frutto. Lungo i vialetti del giardino è possibile trovare tutto per il giardinaggio e per l’orto, mentre il Tepidarium di Giacomo Roster durante la due giorni della fiera dei fiori ospita incontri e iniziative.

Mostra di fiori a Firenze 2019: eventi d’autunno nella serra del giardino dell’Orticoltura

Tra i principali appuntamenti del calendario, sabato 5 ottobre, la prima edizione della mostra “Un pomodoro per ogni clima e luogo” colora con tante sfumature di rosso la serra ottocentesca grazie a collezionisti provenienti da tutto il paese, che espongono le loro creazioni.  Al mattino inoltre incontri incentrati sul tema dei cambiamenti climatici, delle coltivazioni sostenibili e resistenti anche a condizioni estreme. Nel pomeriggio invece laboratori didattici per bambini sui pomodori e l’orto sostenibile (dalle 15 alle 18).

mostra mercato autunnale piante fiori società toscana orticultura
Foto: pagina Facebook Società toscana Orticultura

Sempre sabato 5 “Un tè con Marianna”: sorseggiando una tazza di tè, nel Tepidarium è possibile assistere alle azioni teatrali della Compagnia dell’Orsa-Teatro Excelsior di Reggello e scoprire la figura di Marianna Panciatichi Ximenes d’Aragona Paulucci, marchesa di Sammezzano (ore 17.00 – 18.300, ingresso gratuito fino a esaurimento posti, prenotazioni online su eventbrite).

Domenica 6 ottobre infine la mostra autunnale di piante e fiori 2019 di Firenze propone alle ore 10.00 la visita del giardino dell’Orticoltura accompagnati da un esperto, mentre alle 11.30 la presentazione del libro “I Giardini di Firenze V –Duburbio vecchio e nuovo” con i curatori Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallai.

Dopo la mostra primaverile di piante e fiori, questo è il secondo appuntamento annuale che la Società toscana di Orticultura organizza nel giardino omonimo.

Qui invece gli altri eventi di ottobre a Firenze.

Il Reporter ottobre 2019

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Utopia o grande occasione? Il Reporter di ottobre 2019 dedica uno speciale alla proposta di candidare Firenze, in coppia con Bologna, come città ospitante delle Olimpiadi 2032. Come nasce la proposta, cosa c’è e cosa manca, quali sono le possibili avversarie, qual è il percorso che porta fino all’assegnazione. Leggi l’articolo e l’editoriale di ottobre.

C’è anche una bella storia olimpica: Niccolò Campriani, il fiorentino tre volte oro nel tiro a segno, ha iniziato ad allenare una piccola squadra di tre rifugiati con l’obiettivo di qualificarli ai Giochi di Tokyo 2020. Ci ha raccontato il suo progetto in un’intervista.

Sempre in tema di sport e futuro della città, sembra vicina una svolta per il nuovo stadio della Fiorentina. Ripercorriamo le tappe di una vicenda che va avanti da oltre dieci anni.

Parliamo poi di come cambia il lavoro fra tradizione e innovazione, con le esperienze di LofoioViadelporcellana59rosso e di tre commercianti storici di Firenze.

E ancora: la nuova scuola Dino Compagni, il Cupsolidale che taglia le liste di attesa per esami e analisi, la nuova vita della canzone fiorentina, da Narciso Parigi a Lorenzo Andreaggi. Ottobre è il mese di Halloween e anche la Toscana ha i suoi “acchiappafantasmi”: si chiamano Squadra 17 e aiutano i ragazzi a combattere le loro paure.

Riparte la stagione della cultura, con il nuovo programma del Maggio, la ricca edizione numero 40 di Musica dei Popoli e la mostra per i 150 anni del Museo di San Marco.

E poi sport, con l’intervista a Beppe Bergomi che racconta i suoi ricordi legati a Firenze, il nostro Benzivendolo che fa un primo punto sulla stagione viola e i sogni delle fiorentine del volley femminile.

Infine, da non perdere, le nostre rubriche: cibo, libri e curiosità dalla storia di Firenze.

Il Reporter ottobre 2019

SFOGLIA ORA

Capodanno a Firenze con lo spettacolo di Panariello Conti e Pieraccioni

Festeggiare l’arrivo del Capodanno 2020 con Panariello, Conti e Pieraccioni, sul palco del Mandela Forum di Firenze il 31 dicembre per uno spettacolo tutto da ridere. Mentre sono in corso le prevendite dei biglietti per le prime 3 date di dicembre, i tre amici hanno ufficializzato una quarta serata sempre in città.

Giorgio Panariello, Carlo Conti e Leonardo Pieraccioni, mattatori in tv come in teatro nell’ultimo tour in tutta Italia, portano il loro show nel più grande palazzetto dello sport fiorentino oltre che venerdì 27, sabato 28 e domenica 29 dicembre anche martedì 31 dicembre 2019.

Panariello Conti e Pieraccioni, a Firenze anche a Capodanno

L’anno scorso il trio della comicità ha brindato nella notte San Silvestro sotto i riflettori del Teatro Verdi, e ora per i festeggiamenti del Capodanno 2019 promette faville su un palcoscenico più grande, quello del Mandela Forum, dove Panariello, Conti e Pieraccioni accompagneranno la platea fino al conto alla rovescia di mezzanotte, tra sketch, battute e imitazioni. Momento clou della serata il brindisi con gli artisti sul palco per salutare l’arrivo del 2020.

Panariello Conti Pieraccioni tour Mandela Firenze

I biglietti per lo spettacolo di Panariello, Conti e Pieraccioni del 31 dicembre 2019

Le prevendite dei biglietti per lo spettacolo del 31 dicembre 2019 al Mandela Forum di Firenze sono partite a fine settembre anche online sul sito di TicketOne e nei punti box office, questo il costo: per festeggiare il Capodanno insieme a Panariello, Conti e Pieraccioni si va dai 69 euro del quinto settore per arrivare fino ai 140 del primo settore. I prezzi intermedi sono quelli del quarto settore che costa 92 euro, il terzo 110 e il secondo 120. In tutti i casi si tratta di posti numerati. Questi invece gli altri spettacoli nei teatri di Firenze il 31 dicembre.

Lo show

L’edizione 2019 dello spettacolo, prodotto da Friends&Partners, ha già in calendario tappe in tutta Italia da Milano (18 e il 19 novembre) a Napoli (30 novembre), da Roma (2 e 3 dicembre) a Torino (9 e 10 dicembre). E poi ancora Brescia (14 dicembre), Bergamo (17 e 18 dicembre), Bologna (21 e 22 dicembre).

Solo a Firenze nelle ultime due tournée, i tre amici – ora riuniti sul palcoscenico – hanno collezionato 130mila spettatori in 36 serate, 17 nel Mandela Forum e altre 16 al Teatro Verdi.

Capodanno 2020 in piazza a Firenze tra eventi e concerti (gratis)

Fiera di Scandicci 2019, mappa e programma della festa di ottobre

Novità e conferme per la Fiera di Scandicci 2019, la grande “festa” di ottobre che alle porte di Firenze accoglie 360 espositori su 18mila metri quadrati di superficie e con un lungo programma di eventi, dai contest musicali agli incontri con i giocatori della Fiorentina (la vera new entry di questa edizione) fino agli immancabili fuochi d’artificio. Tutto a ingresso gratuito.

Scandicci Fiera si svolge nel centro della cittadina, intorno a piazza della Resistenza, da sabato 5 a domenica 13 ottobre 2019: non solo due weekend di iniziative, ma anche una settimana piena di appuntamenti, come per il classico Fierone degli ambulanti del giovedì.

Novità: arriva la Fiorentina

La novità principale, come detto, è l’arrivo della Fiorentina alla Fiera di Scandicci, con un’area tutta riservata al club: un padiglione espositivo, stand affacciati su una piazza viola e un campetto da calcio, che prendono posto alla fine di via Francoforte sull’Oder, vicino a via Luzi, proprio accanto ai binari della tramvia. In programma anche eventi e sessioni di autografi con i ragazzi della Primavera (martedì 8 ore 18.30), con i giocatori della prima squadra della Fiorentina (giovedì 10 ore 17.30 piazzale della Resistenza) e con le calciatrici della Fiorentina Women’s.

Cosa fare a Firenze: eventi del weekend (11, 12 e 13 ottobre 2019)

E poi dalla Fiera di Scandicci dirette tv della trasmissione di Rtv 38 “Salotto dello sport” (martedì, mercoledì e giovedì), uno spettacolo di sand art in piazza della Resistenza per narrare la storia della Fiorentina (mercoledì ore 20.30, piazzale della Resistenza) e laboratori per bambini (venerdì ore 17.30, padiglione viola).

Gli espositori e la mappa della Fiera di Scandicci

In piazza della Resistenza tornano protagonisti gli amici a quattro zampe nello spazio Pets, con incontri, dimostrazioni e laboratori per i più piccoli. Sempre qui il Villaggio dello sport ospita nel corso della fiera le discipline più diverse.

Confermato poi il grande padiglione della “Bottega dei sapori” con le eccellenze alimentari (via Francoforte sull’Oder, accanto alle Poste), gli spazi degli artigiani e dei commercianti di Cna, Confartigianato e Confesercenti (tra via Pascoli e via Francoforte sull’Oder), gli stand della Fiera in fiera dove trovare di tutto grazie ai numerosi espositori e i chioschi dello street food (accesso da via Pantin), l’area per i veicoli commerciali e agricoli (via Pantin davanti all’ingresso del Comune).

Al di là di via Luzi tornano i padiglioni dell’arredo casa, una vera e propria fiera del mobile per Scandicci, e quelli dedicati alla cosmesi e ai prodotti per la salute, mentre l’Expo auto della Fiera è sempre in piazza Togliatti. Il corso pedonale di via Pascoli infine è dedicato alle associazioni.

Fiera Scandicci 2019 ottobre mappa programma

Con l’edizione 2019 la Fiera di Scandicci dice addio alla plastica monouso: tutte le stoviglie e i piatti usa e getta utilizzati durante l’evento saranno biodegradabili, mentre Unicoop Firenze organizzerà iniziative “green” nel suo stand, da show cooking con prodotti bio, fino a attività sulle bioplastiche.

Altra novità riguarda gli smartphone: chi scaricherà l’app ufficiale della Fiera di Scandicci 2019 potrà partecipare a una caccia al tesoro tra gli stand, con tanti premi.

Fiera di Scandicci 2019, il programma in pillole

Sabato 5 ottobre: l’inaugurazione

L’inaugurazione è fissata nella mattinata di sabato 5 ottobre: il corteo parte alle ore 10.30 da piazza Togliatti, mentre mezz’ora dopo è prevista in piazza della Resistenza l’esibizione della banda e dei cori.

Domenica 6 ottobre

Il programma di Scandicci Fiera continua poi con centinaia di venti, abbiamo selezionato i principali. Domenica 6 ottobre per gli amanti dello shopping oltre agli stand ci sarà anche il mercato straordinario degli ambulanti nell’area di piazza Togliatti, da mattina a sera, sempre lo stesso giorno il raduno di moto e vetture storiche in piazza Matteotti (dalle 9.00 alle 11.00).

lunedì 7 e martedì 8 ottobre

Per la musica, lunedì 7 (dalle 17 alle 22) e martedì 8 ottobre (17 alle 19.30) sul palco di piazza della Resistenza si sfideranno i partecipanti al secondo contest musicale per band emergenti Young Rock Scandicci, con la finalissima alle ore 21.00 di martedì.

Venerdì 11 ottobre

Venerdì 11 ottobre l’evento per i tifosi viola: in piazza della Resistenza, allo spazio istituzionale, arrivano giocatori della Fiorentina per una sessione di autografi (ore 17.00 – 20.00).

Sabato 12 e domenica 13 ottobre

Numerosi gli appuntamenti nello spazio Pets, segnaliamo ad esempio la sfilata a quattro zampe “Doggy fashion” (sabato 12 ore 17.00), durante cui cani in cerca di adozione indossano la collezione di cappottini autunno/inverno 2019, e la gara di bellezza (e simpatia) “Fiera Expo dog” dove tutti possono competere insieme a fido (domenica 13 ore 17.00).

Nell’ultimo weekend di fiera sono previste poi la tradizionale rassegna di internazionale di minerali e fossili (Auditorium del centro Rogers sabato 12 e domenica 13), la 24 ore di calcetto con 300 giocatori (dalle 16.00 di sabato 12 alle 16.00 di domenica 13 nel palazzetto dello sport) e il raduno di auto e moto d’epoca (piazza Togliatti, dalle 9.00 alle 17.00).

Il Fierone 2019 di Scandicci, giovedì 10 ottobre

A Scandicci la giornata più attesa è però giovedì 10 ottobre 2019 per il grande Fierone: da mattina a sera 230 banchi degli ambulanti invadono il centro della città, per una lunga passeggiata pedonale all’insegna dello shopping. E poi stand aperti da mattina a mezzanotte, eventi  e il concerto serale in piazza della Resistenza della Vasco Anthology Tribute Band.

Fierone di Scandicci 2019: la fiera si fa grande, gli orari

I fuochi d’artificio chiudono la Fiera di Scandicci

Altra conferma nel programma della Fiera di Scandicci 2019 i fuochi d’artificio, con uno spettacolo pirotecnico che illuminerà il cielo sopra gli stand nell’ultimo giorno della kermesse, domenica 13 ottobre. I fuochi verranno sparati dall’ex area CNR dalle ore 22.00 e saranno visibili dall’area intorno a piazza della Resistenza e dal centro città. Il programma completo sul sito di Scandicci Fiera.

Gli orari di apertura degli stand

Gli stand sono aperti tutti i giorni da sabato 5 ottobre a domenica 13 ottobre, a ingresso gratuito. Sabato e domenica sono accessibili dalle 9.30 a mezzanotte (le 22.00 l’ultimo giorno), stessi orari per la Fiera di Scandicci anche giovedì 10 ottobre 2019 in occasione del Fierone. Negli altri giorni infrasettimanali i padiglioni aprono alle 16.30 e chiudono a mezzanotte.

Come arrivare e dove parcheggiare

Per l’alto afflusso di persone e in seguito ai cambiamenti della viabilità, il Comune di Scandicci consiglia di usare i mezzi pubblici per arrivare alla Fiera, in particolare la linea uno della tramvia (fermata Resistenza). Per chi non può fare a meno dell’auto il suggerimento è quello di utilizzare il parcheggio scambiatore di viale Nenni, davanti al centro commerciale Coop.fi di Ponte a Greve, per poi proseguire il viaggio a bordo della tramvia, oppure al posteggio di Villa Costanza.

Un colpo alla paura: Niccolò Campriani allena i rifugiati per portarli a Tokyo

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Lasciò con un colpo modesto per uno come lui. Un tiro da 9.2 di punteggio con 6 decimi da rimontare su Sergey Kamenskiy che a quel punto aveva già l’oro appeso al collo. Come però a volte succede nello sport si sentiva, al di là dell’evidenza, che quella medaglia doveva andare a lui. Il russo sbagliò completamente il tiro e Niccolò Campriani vinse la sua terza medaglia d’oro olimpica diventando il più grande tiratore di sempre nel tiro di carabina. Sul tetto del mondo, non ancora 29enne, decise che si sarebbe dedicato ad altro. Oggi vive e lavora a Losanna, in Svizzera, al Comitato Olimpico Internazionale. Senza venir meno alla sua decisione, nella scorsa primavera è tornato su un campo di tiro puntando dritto ai Giochi di Tokyo 2020. Non per sé, ma per i tre giovani che ha deciso di allenare con la speranza di vederli entrare nella squadra olimpica dei rifugiati.

“È solo la tappa successiva del percorso naturale che ho fatto”, racconta. “Per quanto mi riguarda credo che la responsabilità dell’atleta di alto livello non finisca con l’ultimo colpo di un’Olimpiade o l’ultimo metro di una corsa. C’è qualcosa che va oltre”.

Olimpiadi 2032 a Firenze e Bologna, l’ipotesi della candidatura

Da sempre vicino alle iniziative dell’UNHCR, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha incontrato l’ufficio locale spiegando quello che aveva in mente. “L’idea era trovare un modo per sfruttare l’etichetta di campione olimpico a vantaggio di questo progetto. Che, è bene precisarlo, è un’iniziativa personale completamente volontaria, a budget zero, di cui mi occupo nel tempo libero”.

Dovevano essere due, un maschio e una femmina, perché l’equipaggiamento a disposizione è poco, l’allenatore uno solo e per farcela si deve tenere alta la qualità dell’allenamento. “Abbiamo fatto un giorno di selezione secca tra 12 persone scelte tra la comunità locale dei rifugiati a Losanna. Alla fine però ne ho scelti tre, un ragazzo e due ragazze”.

Chi sono?

Mahdi è un giovane afghano, e in caso di qualificazione rappresenterà il suo paese d’origine. Khaoula e Luna sono due ragazze inserite a tutti gli effetti nel programma di protezione per rifugiati, vengono una dal Medio Oriente e l’altra da un paese africano. Se riusciranno ad andare a Tokyo faranno parte della rappresentativa dei rifugiati. Nessuno di loro aveva esperienza di questo sport, quello del marzo scorso è stato il loro primo allenamento di sempre.

Niccolò Campriani (al centro in piedi) e i partecipanti alla giornata di selezione per entrare nella squadra di tiro a segno (foto Coni)

Eppure il tiro a segno è forse lo sport più stressante per la mente. Come hanno fatto, con il vissuto che hanno, ad abbracciare questa disciplina?

Dico sempre che se la meditazione fosse uno sport, sarebbe il tiro a segno. Per arrivare al risultato bisogna dimenticare il passato e il futuro, accettare l’emotività, imparare a gestirla. È un duro lavoro. Loro hanno un passato sicuramente faticoso alle spalle e quindi una tendenza quasi ossessiva a tirare fuori le emozioni negative. Stanno imparando a controllare questo interruttore: concentrarsi sull’attimo presente, sulla respirazione. Mettere da parte problemi, paure, dubbi e ricordi. Pensare solo al gesto. È uno skillset che credo sarà utile a questi ragazzi al di là dello sport. Sono loro i primi a dirlo, le tre ore dell’allenamento sono momenti di pace.

Se la meditazione fosse uno sport, sarebbe il tiro a segno.

Con lo sport hanno un’occasione per ritrovare il loro posto nel mondo, la loro identità. E forse, ora che si è ritirato dalle gare, è così anche per lei?

Con le debite proporzioni, il nostro è un percorso simile. Come un rifugiato si trova a dover fare i conti con una profonda ridefinizione di sé, così un ex atleta di alto livello, dopo che ha chiuso la sua carriera, deve ricostruire il suo mondo, la visione che gli altri hanno di lui. Per me è anche un modo per dare un senso ai sedici anni passati a mirare un bersaglio. Già prima di partire per Rio avevo deciso in modo molto chiaro che la mia carriera sarebbe finita lì, con quella Olimpiade. Oggi ho trovato un modo per far pace col mio sport. Sono tornato a tirare: devo farlo per essere un buon tecnico, devo richiamare certe sensazioni. Mi alleno insieme al gruppo una volta a settimana ed è solo grazie a questo progetto.

La nuova sfida di Niccolò Campriani: portare una squadra di rifugiati alle Olimpiadi di Tokyo

Come vi allenate?

Ho attivato il mio network, che poi è lo stesso di tutti i campioni olimpici: conoscenze, tiratori, tecnici, federazioni. Trattandosi, ripeto, di un’iniziativa completamente volontaria e senza budget, avevamo bisogno di contributi, donazioni ed equipaggiamento. Oggi ci alleniamo in un centro per il tiro con l’arco gestito da un’ex campione di Barcellona 1992, e ci aiuta la fondazione di Abhinav Bindra, primo oro olimpico indiano di sempre e mio ex avversario. Tre ragazzi di paesi diversi, nella struttura di uno spagnolo, sostenuti da un indiano e allenati da un italiano. Questa è la forza della comunità olimpica.

Il successo di questo progetto si misurerà nell’eredità che lascia.
Mi auguro che ci permetta di ispirare il prossimo campione olimpico a fare la stessa cosa

Con quali obiettivi?

Stando alla definizione precisa, i Giochi olimpici sono i 17 giorni in cui i riflettori si accendono, mentre l’Olimpiade è il quadriennio che precede l’evento. La parte più bella. Siamo concentrati su questa. Intanto vogliamo centrare il risultato minimo per la qualificazione olimpica, che non implica automaticamente la partecipazione ma almeno apre la possibilità. Ci alleniamo in maniera estremamente seria perché a Tokyo vogliamo esserci. Consapevoli però di quanto sarà difficile. Su questo sono molto chiaro con i ragazzi: voglio che sappiano che non devono mettere in standby la propria vita fuori dal campo di allenamento.

Tre ragazzi di paesi diversi, nella struttura di uno spagnolo, sostenuti da un indiano e allenati da un italiano. Questa è la forza della comunità olimpica.

Il successo di questo progetto, comunque, si misurerà nell’eredità che lascia. È più un mezzo per un fine, mi auguro che ci permetta di ispirare il prossimo campione olimpico, non per forza del mio sport, a fare la stessa cosa.

La corsa ai Giochi di Firenze

Tokyo sarà la seconda edizione dei Giochi con una squadra olimpica di rifugiati a rappresentare i 70,8 milioni di persone fuggite dal proprio paese a causa di persecuzioni, conflitti, violenze, violazioni dei diritti umani. Quale futuro si augura per Team Refugees?

Io ho sempre rappresentato orgogliosamente l’Italia. Ma ho sempre vissuto in due famiglie: quella della delegazione azzurra e quella della mia disciplina, con atleti di tutto il mondo. Ho molte più cose in comune con il tiratore russo di turno che con una persona all’apparenza a me più vicina. Ero bravo a tirare in piedi, ma ho imparato dagli americani a farlo nella posizione a terra e dai giapponesi in ginocchio. Queste comunità sono la forza dello sport. Mi auguro che ci siano sempre più occasioni di incontro e che la delegazione dei rifugiati arrivi alla piena integrazione, potendo partecipare anche ai training camp internazionali.

La corsa ai Giochi di Firenze

La prossima estate a Tokyo le gare dell’arrampicata sportiva, disciplina al suo debutto
olimpico ma certo poco avvezza a richiamare le folle, si disputeranno in una struttura
temporanea con spalti per 8.400 persone. Più del Mandela Forum. A Los Angeles, per i Giochi del 2028, già oggi sono a disposizione nove impianti sopra ai 20 mila posti e si sta costruendo un nuovo stadio olimpico da oltre centomila. Se Firenze, insieme a Bologna, vuol provare ad aggiudicarsi l’edizione successiva di Olimpiadi e Paralimpiadi, quelle del 2032, con qualche speranza di successo – e se, prima ancora, vuole dar senso a tutta l’operazione in una città che di uno stadio olimpico non saprebbe che farsene – dovrà indicare un’altra strada.

La concorrenza è fortissima e dispone di soldi e forze umane sconfinate. Sul piano muscolare la partita non comincia nemmeno. Per fortuna la si può giocare su un altro terreno.

Olimpiadi 2032 a Firenze e Bologna, l’ipotesi della candidatura

A luglio il Comitato Olimpico Internazionale ha modificato le linee guida per l’assegnazione dei Giochi, stabilendo che proprio dall’edizione 2032 non sarà più necessariamente al centro l’idea della città ospitante, aprendo alle proposte di collaborazione fra le città, le regioni, persino i paesi interi. E alla costruzione di nuovi impianti verrà preferito l’uso di quello che c’è già, sempre previa presentazione di un piano per la sostenibilità futura. Così si prova a lavare l’onta del consumo di suolo e dell’indebitamento che da anni accompagna chi organizza le Olimpiadi.

Olimpiadi 2032, l’alternativa di Firenze

Firenze ha la grande occasione di indicare al Cio la strada che da anni il Cio dice di voler prendere, mettendo sul tavolo un progetto radicale – la mezza misura non farebbe che favorire i piani faraonici di qualche economia più intraprendente della nostra – per un grande evento nel pieno rispetto dei territori, del paesaggio e delle comunità. Che incoraggi lo sviluppo, crei lavoro e azzeri l’impatto ambientale.

Con strutture snelle e sostenibili, rigenerazioni urbane fuori e dentro le arene, mobilità verde e un piano dettagliato di riconversione per quando la fiamma olimpica lascerà la città. Idee concrete, per una volta preoccupandosi di promuovere il futuro più che di magnificare il passato. Mostrando al mondo che è possibile farlo anche senza tirar su monumenti che altrove hanno finito per celebrare il trionfo degli sprechi.

Le Olimpiadi resterebbero quello strumento geopolitico potentissimo che darebbe a Firenze, Bologna e a tutta l’Italia centrale la proiezione internazionale giustamente ambita dal sindaco Nardella. Il nostro è un paese di candidature olimpiche, con qualche storia di successo (Milano-Cortina 2026 l’ultima) e molte avventure sconclusionate.

Per non aggiungersi alla lista è bene lavorarci da subito, magari creando commissioni dedicate di esperti cui vengano riconosciuti responsabilità, legittimità e strumenti istituzionali. Sarà comunque durissima, ma solo così può funzionare.

Olimpiadi 2032 a Firenze e Bologna, l’ipotesi della candidatura

Un asse tra Firenze e Bologna per ospitare le Olimpiadi (e le Paralimpiadi) del 2032. Ha colto tutti di sorpresa l’idea lanciata il 9 settembre scorso il sindaco di Firenze Dario Nardella. Si è parlato di sogno, di suggestione, di opportunità. Mai di boutade.

“Si può fare”, hanno detto in tanti, dalla politica alle categorie economiche. Si può ragionare su una proposta che abbia al centro una rete di territori, di competenze, di paesaggi, che indichi una nuova strada per i grandi eventi, sportivi e non, nel nome della sostenibilità.

Un’occasione per dare slancio internazionale alle due città e a tutta l’Italia centrale. E allora da dove si comincia?

Cosa manca

Per farla breve, tutto. A partire dall’icona massima di ogni edizione dei Giochi, lo Stadio olimpico. Da quello di Roma all’Olympiastadion di Berlino, dal “Nido d’uccello” di Pechino al Nuovo stadio nazionale che vedremo a Tokyo: impensabile costruire un mastodonte del genere.

Allora che fare? L’ispirazione potrebbe venire dal London Stadium del 2012, una struttura leggera a strati, smontabile, che finiti i Giochi è stata ridotta a una dimensione pur grande ma non più gigantesca. Difficile intrecciarne il destino a quello del nuovo stadio della Fiorentina: il club viola ne ha bisogno in fretta e uno stadio olimpico alla Mercafir non c’entra. Andrebbe peraltro deciso se farlo a Firenze o a Bologna, aprendo tutta un’altra, delicatissima, partita.

Olimpiadi Firenze – Bologna 2032, la questione degli impianti

I nuovi stadi di Fiorentina e Bologna (il Dall’Ara verrà profondamente restaurato nei prossimi anni) andrebbero bene, invece, per i tornei di calcio e rugby olimpico. Sarebbe poi naturale, per tradizione cittadina, che il basket andasse a Bologna, e d’altra parte l’arena di Casalecchio è l’unico impianto che si avvicina per capienza (11 mila posti) al necessario per uno degli eventi più attesi.

Idem il baseball. La Fortitudo è uno dei club più titolati d’Europa. Anche Grosseto ha un ottimo impianto, più facile però che la costa tirrenica entri in gioco per gli sport nautici, vela, surf e maratona di nuoto.

Olimpiadi a Firenze nel 2032? Asse con Bologna

Le Olimpiadi in provincia: Toscana ed Emilia Romagna

Di certo i capoluoghi da soli non bastano, andrebbero coinvolti anche i territori: Prato si candida a sede di hockey e pallamano, senza dimenticare che ha già ospitato gli europei di pallanuoto nel ’99. Alla corsa si aggiungerebbero le città toscane con i maggiori impianti sportivi, Livorno, Siena, Montecatini al pari di Ravenna, Ferrara, Modena e Forlì. La fila dei sindaci che si son detti pronti è già lunga.

Il Lago di Bilancino, opportunamente adeguato, porterebbe i cerchi olimpici in Mugello con le gare di canottaggio e canoa. Sulle corse outdoor in genere la candidatura ha ottime carte da giocare: le gare di ciclismo su strada sulle colline toscane (simile a quanto visto con il Mondiale del 2013) o una maratona sotto al Duomo entrerebbero di prepotenza tra le memorie olimpiche più suggestive. E magari la mountain bike sull’Appennino, gara simbolo da disputarsi a metà strada.

Olimpiadi, gli impianti a Firenze e Bologna

Tornando agli impianti, il Mandela Forum è troppo piccolo per farne la principale arena indoor della manifestazione. Sarebbe comunque adatto, ad esempio, per la ginnastica o gli sport da combattimento.

Un altro grosso punto interrogativo pesa sugli sport acquatici. La Costoli avrebbe bisogno di un robusto potenziamento per poter accogliere il nuoto e i tuffi. E il Villaggio olimpico? Non ci sarebbe da sorprendersi se entrasse in gioco l’immensa area di Bologna Fiere. Il lavoro da fare, prima di tutto di progettazione, resta enorme. Una cosa almeno non manca: il tempo.

Olimpiadi, candidatura di Firenze e Bologna per il 2032

Le altre candidature per le Olimpiadi 2032

Ovviamente di ufficiale non c’è ancora (quasi) nulla, ma i sindaci di Firenze e Bologna non sono gli unici ad essersi esposti. Una cosa deve esser chiara: la candidatura italiana andrebbe a sfidare degli autentici titani, un peso piuma nello stesso campionato dei pesi massimi. E si dovrebbe allora giocare di strategia perché sul piano della forza un solo Davide non ha speranza contro tanti Golia.

Per approfondire: La corsa ai Giochi di Firenze e Bologna

I Giochi dei giganti

Uno per tutti: Mumbai. Nel 2032 sarà la quarta città del pianeta con 28 milioni di abitanti, città simbolo di un paese che per allora avrà superato la Cina come il più popoloso. L’India vuole mostrare i muscoli al mondo. Manca tutto, a partire da una solida tradizione olimpica. Ma basta la sola forza dei numeri a farne una delle favorite. Il Comitato olimpico indiano si è intanto portato avanti sul piano politico, ottenendo di organizzare proprio a Mumbai la sessione 2023 del Consiglio del Cio, quella che assegnerà i Giochi invernali del 2030.

Oppure potrebbe essere la volta buona per le prime Olimpiadi nel sud-est asiatico. Giacarta ha già formulato la sua candidatura, Kuala Lumpur e Singapore stanno ragionando su una proposta congiunta. Lo stesso le due Coree con Seoul e Pyongyang: un’Olimpiade della pacificazione su cui pesa però il delicato contesto diplomatico.

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L’Australia ci riprova

Brisbane tenta di riportare i cinque cerchi in Australia: la commissione che sta studiando la fattibilità del progetto ha rilevato che il 60% degli impianti necessari esiste già. Il governo ha garantito l’appoggio e stanziato i fondi per mettere a punto la candidatura.

Sui paesi del Golfo, oggi centrali nella geografia dei grandi eventi sportivi, pesano le condizioni ambientali: dopotutto si chiamano Giochi olimpici estivi e lì è impensabile gareggiare ad agosto né sarebbe possibile spostare tutto a dicembre come si è fatto per il mondiale di calcio 2022 in Qatar.

I tempi potrebbero essere maturi invece per la prima olimpiade africana. Il Sudafrica ci proverà con Johannesburg, l’Egitto insegue i Giochi 2032 o il Mondiale di calcio 2030 ma per adesso niente di ufficiale. Un certo interesse c’è anche da parte delle vibranti economie dell’Africa occidentale: Accra, capitale del Ghana, non nasconde di voler essere della corsa.

Olimpiadi a Firenze e Bologna, l’avversaria sarà la Germania

E il Vecchio continente? A parte le tiepide intenzioni del tandem Madrid-Valencia, di Londra, San Pietroburgo e Budapest, è la Germania che prova a prendersi i Giochi 60 anni dopo Monaco 1972 con la proposta più innovativa tra quelle in campo. La candidatura del Nordreno-Vestfalia per un’Olimpiade a basso impatto, diffusa su 13 città e con l’80% degli impianti già disponibile – compresi 16 stadi da oltre 30 mila posti e 24 grandi arene sportive al chiuso –, quattro aeroporti internazionali, collegamenti e infrastrutture di primo livello. Se il Cio si convincerà che è venuto il tempo della svolta – invocata da anni – verso un grande evento sostenibile e rispettoso dei territori, potrebbe essere proprio quella tedesca l’avversaria da battere per Firenze e Bologna.

Come si assegnano le Olimpiadi?

La lunga strada che porta una città a fregiarsi dei cinque cerchi ha il suo testo sacro nella Carta Olimpica, il documento del Comitato olimpico internazionale che contiene le regole, i princìpi e le linee guida per l’organizzazione dei Giochi. Si comincia da casa propria. Il progetto deve prima di tutto ottenere l’appoggio del comitato olimpico nazionale che diventa supervisore e responsabile della candidatura.

Serve poi la “benedizione” del governo locale, certificata da un documento legalmente vincolante di adesione alla Carta Olimpica. La palla passa così al Comitato Olimpico Internazionale. Sta al suo board esecutivo fissare un quadro di regole e requisiti. Ottenute le risposte dalle città interessate, il Cio comunica la lista di quelle ammesse alla selezione finale, che diventano ufficialmente le “città candidate”.

Il Cio dà allora vita a una commissione esaminatrice che prima sottopone un secondo questionario, più particolareggiato, e poi passa alle ispezioni sul campo. A quel punto si può scegliere. L’investitura avviene durante la sessione annuale del Cio (da tenersi in un paese che non ha candidature), quando i membri del Comitato esprimono la propria preferenza. Il Congresso del Cio che assegna le Olimpiadi estive è solitamente quello che si tiene nel settimo anno precedente ai Giochi. L’edizione del 2032 sarà quindi assegnata durante il congresso numero 143 del Cio, nel settembre 2025. Ma la candidatura dev’essere pronta per il 2023.

La Democrazia del corpo 2019, da Virgilio Sieni a Nada

Tre mesi di performance, pratiche, residenze, coproduzioni e creazioni site specific per creare un ponte tra i linguaggi del corpo, la danza e le altre arti. A Firenze si apre la seconda parte del festival “La Democrazia del Corpo 2019” del Centro nazionale di produzione Virgilio Sieni che porta a Cango – Cantieri Goldonetta un lungo programma di eventi, dal 5 ottobre al 29 dicembre 2019.

Dopo la prima sezione della rassegna, tra marzo e aprile, questo secondo capitolo raccoglie 20 titoli, 32 rappresentazioni, 8 coproduzioni, 6 residenze e 6 laboratori, mettendo in relazione ospiti internazionali e giovani talenti: ai lavori proposti sul palco, si affiancano workshop tenuti dagli stessi artisti e destinati a danzatori professionisti, oltre a creazioni site specific.

“La democrazia del corpo – spiega Virgilio Sieni – rappresenta un contesto di esperienze nell’ambito dei linguaggi del corpo e della danza, posti in risonanza con le altre arti allo scopo di tracciare un laboratorio continuo di ricerca che indaghi la postura dell’uomo nell’abitare il mondo. Ogni residenza  – aggiunge – è pensata come una sosta articolata in percorsi di trasmissione, rivolti a danzatori e cittadini, con esito una performance site specific, e la presentazione al pubblico di uno spettacolo dell’artista con la sua Compagnia”.

La Democrazia del Corpo, il programma 2019

Tra i nomi che arrivano ai Cantieri Goldonetta la coreografa belga Lisbeth Gruwez, che ha lavorato per anni insieme a Jan Fabre, a lei è affidata l’apertura del festival il 5 e 6 ottobre con a It’s going to get worse and worse and worse, my friend. E poi la performer Isabelle Schad protagonista di Turning Solo e curatrice della creazione site specific Pieces and Elements / Nudity and Landscape, nata da un workshop condotto dall’artista con un gruppo di danzatori in residenza a Cango (12 e 13 ottobre).

Georgia Vardarou, greca ma attiva in Belgio, presenta in prima nazionale Why should it be more desirable for green fire balls to exist than not? (2 novembre) e conduce anche un laboratorio per danzatori professionisti che ha come conclusione la performance site specific Phenomena in Florence (3 novembre).

Cango, gli ospiti italiani

Nel weekend del 18 e 19 ottobre vanno in scena Claudia Castellucci e Chiara Guidi, co-fondatrici della Societas Raffaello Sanzio (oggi Societas), protagoniste della lettura drammatica Il regno profondo. Perché sei qui?. All’interno del festival anche il concerto di Nada Parole che si cantano anche (20 ottobre), per un viaggio tra i successi delle cantante livornese e brani della tradizione popolare, insieme alla chitarra di Andrea Mucciarelli.

Nada cantieri goldonetta Firenze

Molti i protagonisti della scena coreografica nazionale: mk presenta Giuda (25 e 26 ottobre), coreografia di Michele Di Stefano e interpretazione di Biagio Caravano; Elena Sgarbossa,  vincitrice di DNAppunti coreografici 2018, è protagonista della performance Keo (31 ottobre); Raffaella Giordano porta sul palco Celeste – appunti per natura (8 novembre); Company Blu propone W-RAP (10 novembre); Silvia Rampelli è a Cango con Euforia, Premio UBU come miglior spettacolo di danza nel 2018 (23 novembre). E poi ancora First love di Marco D’Agostin  (30 novembre); Animale di Francesca Foscarini e Cosimo Lopalco (6 dicembre); Dreamparade  di Marina Giovannini con la Compagnia Opus Ballet (11-14 dicembre).

A chiudere La Democrazia del corpo 2019 due lavori della Compagnia Virgilio Sieni, Danze contro il malocchio (dal 19 al 22 dicembre) e la performance Danza Cieca di e con Virgilio Sieni e Giuseppe Comuniello, danzatore non vedente, protagonisti di un duetto sulla tattilità (dal 27 al 29 dicembre). Informazioni sui biglietti e programma completo del festival La democrazia del corpo 2019 sul sito del Centro nazionale di produzione Virgilio Sieni.

Le perfomance site specific

Parallelamente agli spettacoli anche performance site specific, frutto di laboratori con danzatori e  cittadini in residenza a Cango: il 24 novembre Child Portraits_Incontri sul movimento, l’azione, la danza mostra i risultati di un percorso di trasmissione condotto da
Silvia Rampelli con un gruppo di cittadini over 60, Abecedario (28 novembre) è invece frutto del laboratorio condotto da Marco D’Agostin con un gruppo di danzatori e performer in residenza a Cango.

In collaborazione con Centro nazionale di produzione Virgilio Sieni