Il Montecarla, storico locale notturno di Firenze, è stato chiuso. Definitivamente. Troppo spaccio di droga (e quindi poca sicurezza) dentro le sale del club in via de’ Bardi nella zona di San Niccolò: un ultimo episodio che segue una lista lunga ed è per questo che la decisione del Comune è stata quella di revocare la licenza.
La chiusura del Montecarla a Firenze: perché è stato chiuso il locale
Alla fine il Comune ha scelto di revocare la licenza. E così il Montecarla, a Firenze, resterà chiuso: questo accade dopo anni di chiusure forzate in via temporanea del locale, controlli, segnalazioni dei residenti, clienti ‘presi’ con sostanze tossiche. In ordine di tempo lo scorso 29 agosto aveva già avuto una sospensione. Poi nel luglio scorso e così se si torna indietro nel tempo. “C’è un problema di sicurezza”, è stato spiegato.
La mancata sicurezza del Montecarla deriva dal fatto che fosse considerato un luogo dove trovare droga. Un paio di mesi fa erano stati scoperti due uomini con della cocaina, erano stati trovati grammi di stupefacenti sui divani. Per tutti questi motivi la direzione attività economiche del Comune di Firenze ha deciso: il Montecarla rimarrà chiuso. E stavolta si tratta della fine definitiva. D’altronde la lista di attività illecite era lunga: nel 2018 addirittura era stata molestata in bagno una ragazza mentre festeggiava il compleanno. Anche in questo caso si era fatto il pieno di droga. Ora non accadrà più. Al Montecarla trascorse l’ultima notte anche Ashley Olsen, la statunitense che venne uccisa nel 2016 dal pierre senegalese Chelkh Diaw.
Le parole dell’assessore alla sicurezza Benedetta Albanese
L’assessore alla sicurezza Benedetta Albanese, in riferimento alla chiusura del Montecarla in città (qui la nota del Comune sulla vicenda), ha detto che si tratta di un provvedimento forte ma necessario che va nella direzione giusta, quella della legalità. Albanese ha ricordato che la polizia municipale è quotidianamente impegnata in un faticoso lavoro di presidio e di controllo del territorio, affinché possa essere garantita al meglio la sicurezza urbana dei nostri cittadini. Secondo Albanese “violazioni così gravi devono avere risposte nette e chiare”.
Con Il Respiro dei sogni, MAD Murate Art District apre le porte dell’inconscio collettivo grazie all’opera generativa e interattiva di Jacopo Baboni Schilingi. La mostra, co-curata da Valentina Gensini e Renata Summo O’Connell, inaugurerà giovedì 8 settembre al Terzo Giardino per poi spostarsi dal giorno dopo, fino al 15 ottobre, negli spazi di MAD in Piazza delle Murate, Firenze.
Mostre, MAD promuove la centralità del sogno e delle giovani generazioni di Firenze
Un progetto di lunga gestazione, quello de Il Respiro dei sogni, che ha coinvolto attivamente i luoghi, i cittadini e le cittadine del territorio all’interno di una complessa installazione audio-visiva. Secondo Jacopo Baboni Schilingi, la produzione artistica e quella onirica sono strumenti di resistenza all’analisi, al tentativo di decifrare i codici e di ostentarne la spiegazione; l’inspiegabile infatti rappresenta per l’artista una dimensione necessaria, da proteggere e tutelare poiché salva da qualsiasi tipo di giudizio. “Nel sogno non esiste il giusto o lo sbagliato, tutto è possibile e di fronte a questa condizione siamo tutti uguali. Cercavo qualcosa che potesse appartenere a ogni individuo. Ed ecco l’onirico, un’attività inconscia che non ha età”, racconta Baboni nell’introdurre il lungo lavoro realizzato per MAD.
La residenza di lungo periodo ha permesso all’artista di abitare la città e di trovare una forte intesa con le giovani generazioni. Grazie alla collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Firenze, studenti e studentesse hanno avuto la possibilità di accedere a un percorso di lezioni e masterclass, supportando l’artista nelle fasi progettuali, creative e di produzione.
Jacopo Baboni Schilingi – Courtesy dell’artista
Un’opportunità accolta e sostenuta fortemente anche dalle istituzioni. Alessia Bettini, Vice Sindaca nonché Assessora alla Cultura del Comune di Firenze, ha evidenziato la crucialità di questa operazione, ovvero “del trasferimento di un patrimonio esperienziale e di un forte legame con l’ecosistema culturale agli artisti e alle artiste del territorio”.
Il Respiro dei sogni ha inoltre coinvolto la comunità fiorentina attraverso una call dello scorso maggio che ha permesso all’artista di raccogliere e archiviare i sogni delle persone aderenti all’iniziativa. Per mantenere l’anonimato, la restituzione finale di questo flusso inconscio viene interpretata dalle voci di Cristina Abati e Riccardo Rombi. Talvolta esposti freddamente, talvolta vissuti con intensità, i sussurri, le confessioni e le visioni oniriche dei cittadini e delle cittadine entrano a far parte di questo complesso corpo audio-visivo che abita i diversi spazi di MAD, e non solo.
Due spazi rigenerati di Firenze, dal Terzo Giardino al MAD
L’interazione con il Terzo Giardino costituisce un altro elemento di forte interesse del progetto e della ricerca di Jacopo Baboni Schlingi. L’area verde che si estende su Lungarno Serristori, ai piedi del fiume Arno, rappresenta per l’artista un luogo di perfetto equilibrio tra natura naturata e naturante, ovvero un ambiente dove l’intervento umano sul paesaggio è significativo ma esente da prepotenza o eccessiva ingerenza. Il Terzo Giardino e Murate Art District hanno in comune l’essere figli di progetti di rigenerazione urbana: il primo era in precedenza un vuoto urbano, incolto e abbandonato; il secondo un ex monastero adibito poi alla funzione detentiva infine sede del centro di produzione artistica contemporanea di proprietà del Comune di Firenze gestito da MUS.E. Oggi entrambi sono rinnovati in modo virtuoso, oggetto di cura quotidiana, entrambi parte di un patrimonio da tutelare, quello culturale e naturalistico.
L’ingresso della sala Anna Banti al MAD Murate Art District con l’installazione di Jacopo Baboni Schilingi
Un crescendo di intensità e interattività
Il percorso pensato da Jacopo Baboni Schilingi per Il Respiro dei sogni è di tipo progressivo. L’ingresso sotto il porticato introduce chi arriva a un ascolto attento e sensibile. Il viaggio a tappe dalla prima alla terza cella intercetta un crescendo di intensità: nell’interpretazione delle voci, prima fredde poi emotive; nel contenuto dell’archivio di visioni collettive che prima si fanno auspici, poi utopie e infine sogni remoti, quasi mostruosi; nella definizione del contenuto visivo, che vede un passaggio da low a high tech. La Sala Anna Banti chiude questo processo di stratificazione con un’installazione generativa e interattiva. Chi accede alla stanza entra in un vero e proprio mondo altro: attraverso un sensore installato al centro dello spazio è possibile plasmare la proiezione audio-video creata dall’artista secondo la sua personale raffigurazione del sogno. Ogni individuo diviene attore, presenza decisiva per la vita dell’opera stessa, direttore di una composizione che restituisce quel carattere enigmatico e inspiegabile verso cui l’artista si rivolge con devozione.
Mostre Firenze, l’artista della residenza di MAD
Jacopo Baboni Schilingi proviene dalla musica cosiddetta “colta”, che unisce la scrittura e l’interattività. La stampa internazionale lo descrive come uno dei compositori più rappresentativi della sua generazione. Le sue produzioni plastiche e musicali sono invitate ed esposte nelle nuove sale dedicate all’arte multidisciplinare che combinano immagini, video, architettura e interazione con il pubblico: Sanlitung Village a Pechino, UniCredit Pavilion a Milano, Grand Palais a Parigi, Nexus Hall a Tokyo, Streaming Museum a New York, ecc. Nel 2015 ha partecipato due volte alla Biennale di Venezia: ha creato la musica per il Padiglione della Turchia Respiro della voce e il concerto per la giornata di chiusura nella Sala delle Armi. Jacopo Baboni Schilingi ha scritto musica per grandi sponsor come Hermès e Samsung. Dal 2015 al 2018, la casa Camille Fournet – Parigi è stata mecenate di Jacopo Baboni Schilingi per la sua installazione ARGO, esposta al Grand Palais di Parigi, nell’ambito della mostra “Artists & Robots”. Dal 2018 al 2020, è stato sponsorizzato dalla casa di Chanel per una serie di residenze, un concerto monografico e una mostra monografica a Tokyo.
L’inaugurazione e la possibile variazione del programma
L’opening de Il Respiro dei sogni si terrà l’8 settembre alle ore 19:00 al Terzo Giardino e sarà visitabile dal giorno successivo MAD Murate Art District, in Piazza delle Murate (Firenze). In caso di maltempo, l’inaugurazione si terrà l’8 settembre al MAD alle ore 18:00 e l’evento al Terzo Giardino sarà spostato al giorno dopo.
Il progetto di Jacopo Baboni Schilingi, curato da Valentina Gensini, direttore artistico di MAD, e Renata Summo O’Connell, Presidente di Artegiro, è finanziato da ANCI, Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale, all’interno di LUMEN- Progetto RIVA, ideato e prodotto da MAD, in collaborazione con Artegiro Contemporary Art, Institut Francais, Accademia di Belle Arti di Firenze, Conservatorio Luigi Cherubini, EMI – Ensemble de Musique Interactive, con il contributo di Fondazione CR Firenze.
Dopo mesi di silenzi il presidente della Fiorentina Rocco Commisso torna a parlare. Di passato, presente e soprattutto futuro. Sul passato Commisso ha ringraziato i tifosi, “che ci sono sempre stati vicini”, affermando che ha il sogno di voler vincere lo scudetto ma che ora non “è un obiettivo concreto”. Ha affermato di non essere rimasto contento delle critiche riceveute. E sulla sua salute ha rivelato di aver passato tanti mali ma che la situazione è migliorata tanto che la partenza per l’America è stata posticipata di un mese, rispetto a quanto era stato concordato.
Il Viola Park è in ritardo. Le decisioni sul Franchi
Il centro sportivo della Fiorentinanon sarà inaugurato a dicembre e Rocco Commisso è arrabbiato. “Le cose non stanno andando bene”, commenta. Dice che la villa è completamente allagata dopo l’alluvione che c’è stato ad agosto, il piano sotterraneo era pieno di acqua. Come tempistiche per il Viola Park si va a marzo. Commisso ha parlato anche di un incontro con il sindaco Dario Nardella: “La tramvia non sarà fatta prima di due anni, i parcheggi forse saranno finiti a maggio-giugno – afferma -. I nostri uffici della Mediacom sono stati fatti in 22 mesi. Qui invece siamo in Italia, questa è la burocrazia”.
Sullo stadio Franchi il presidente della Fiorentina Rocco Commisso ha detto che vedrà Arup, vincitore del concorso internazionale per il restyling, tra una settimana, affermando però di non voler mettere un euro se non ha il controllo dell’impianto. Sul tavolo anche la decisione di giocare al Franchi o no durante i lavori.
Rocco Commisso e i soldi investiti nella Fiorentina
Su un aspetto il presidente della Fiorentina Rocco Commisso non vuole proprio sentire critiche. Ed è quello economico. “Quanti soldi ha messo Rocco qui? Esattamente 387 milioni, inclusa la fine del Viola Park – dice -. Negli ultimi mesi l’euro è andato in down. Io ho portato i soldi dall’America in dollari e li ho convertiti quando l’euro era alto. Se io dovessi vendere la Fiorentina perderei 54 milioni in questo momento, il 14%. Conoscete qualcuno che in Italia ha messo 400 milioni come me?”. E poi torna su un concetto già usato, quello delle critiche, affermando di non essere rimasto contento per le critiche, su di lui, l’allenatore Vincenzo Italiano, i giocatori. A Firenze si parla troppo e si fa poco, una delle frasi dette da Commisso.
Rocco Commisso, la squadra e i tifosi della Fiorentina
Sulla squadra Rocco Commisso ha detto di essere felice di vedere la Fiorentina in Europa. L’obiettivo è “fare meglio dell’anno passato però dobbiamo avere pazienza”. Il patron viola si è detto soddisfatto per la non partenza di Kouame: “Il mio messaggio è stato che lui non doveva andare via”, ha detto. Stesso discorso vale per Amrabat e infatti “ora tutti parlano bene di lui”. Su Torreira, andato via dalla Fiorentina alla fine della scorsa stagione tra mille polemiche, “il casino lo ha fatto il procuratore”.
Infine riguardi ai tifosi della Fiorentina il presidente Rocco Commisso è stato chiaro: da sempre contro il razzismo e si deve rispettare i tifosi viola. Il patron ha affermato che quello che ha fatto il tecnico del Napoli Luciano Spalletti “non è accettabile, i fiorentini non meritano di essere visti come razzisti”.
Rimarrà esposta fino al 31 ottobre Mr Arbitrium, la scultura di Emanuele Giannelli raffigurante un uomo alto 5,20 metri appoggiato alla Basilica di San Lorenzo di Firenze: se stia tentando di sorreggerla o di spingerla via lo decideranno i cittadini e i turisti che ne incontrano le fattezze monumentali. Per l’artista infatti, il soggetto protagonista non è l’opera ma l’umanità tutta, invitata ad approcciarsi alla statua come dispositivo di riflessione.
Il progetto e le riflessioni entusiaste dei passanti
Dal Palazzo Mediceo di Seravezza al Duomo di Pietrasanta e Carrara, dalla Basilica di San Michele a Lucca all’Arco della Pace a Milano, fino al Fortino del Forte dei Marmi, la domanda è sempre la stessa: spingere o sostenere? Secondo Emanuele Giannelli, “nel dubbio su quale direzione, filosofica e culturale, prendere, ognuno di noi metterà in campo il proprio “io”, agendo secondo le proprie capacità e la propria coscienza”. Questo margine di interpretazione è stato molto apprezzato dai passanti, curiosi di risolvere l’enigma del gigante; alcuni hanno condiviso considerazioni personali, commenti entusiasti e critiche.
“Mi piace che non si capisca se stia spingendo o sorreggendo la Basilica, mi piace il gioco che crea la sua posizione perché lascia spazio all’immaginazione. L’arte deve fare questo, lasciar pensare chi guarda. Chapeau!” racconta Cinzia, fiorentina appassionata di arte contemporanea, che suggerisce inoltre la somiglianza tra Mr Arbitrium e alcune opere scultoree del tardo futurismo spagnolo.
L’inclinazione della testa rappresenta uno dei dettagli più decisivi per lo studio di questo corpo in tensione: per qualcuno lo sguardo rivolto verso il basso è un riferimento allo sforzo fisico del gigante nel tentativo di raccogliere la forza necessaria per spingere via la Basilica; per altri invece, il capo reclino suggerisce un atteggiamento di affaticamento, di protezione, di sostegno dell’edificio. Per Chiara – studentessa romana fuori sede -, l’azione di sorreggere un’opera architettonica così storica e significativa richiama l’esigenza di prendersi cura dei beni culturali, dell’arte e delle sue manifestazioni.
San Lorenzo e Mr Arbitrium: le critiche costruttive e irriverenti alla scultura gigante
Tra le poche critiche che abbiamo raccolto, Amanda ci chiede di far presente l’assenza di un pannello esplicativo: “Sulla scultura non c’è nessuna didascalia, solo un QR code che purtroppo non è fruibile da tutti. I miei genitori ad esempio hanno una certa età, sono persone curiose che vorrebbero capire qualcosa di più ma non possono perché non hanno i mezzi per farlo. Dal punto di vista museologico, l’opera non è così accessibile purtroppo”. Molti turisti si soffermano anche sul ironico commento lasciato dagli abitanti del rione San Lorenzo, apprezzandone l’irriverenza tutta toscana.
Il foglio, attaccato nei primissimi giorni di settembre adiacente alla statua, riporta una filastrocca canzonatoria che recita: “O Giannelli speriamo un cureggi sennò ci ritrovano a Careggi… ma un era meglio che invece di San Lorenzo a reggé la porta, tu la portavi a Pisa a raddrizzà la torre torta…”. E, in qualche modo, c’è un minimo comune denominatore che unisce questo atto di affissione e il lavoro dell’artista: la provocazione. Con il suo lavoro, Emanuele Giannelli vuole fotografare “un’umanità dubbiosa e caotica”, interrogandosi sulle modalità che ognuno adottare per affrontare le proprie sfide e prendere scelte decisive. Mr Arbitrium non prende posizione, si limita a offrire un interrogativo autentico che le città ospitanti accoglieranno in modo inatteso.
Chi è l’artista di Mr Arbitrium, la scultura appoggiata alla Basilica di San Lorenzo
Romano di origine, trapiantato a Pietrasanta, terra di eccelsi scultori, Giannelli racchiude dentro di sé la classicità della capitale e la geniale provocazione toscana, intesa da lui come una caratteristica positiva, in quanto capace di “provocare emozioni”. Nato a Roma nel 1962, poco prima dei vent’anni si trasferisce a Carrara, capitale del marmo, e nel 1984 si diploma in Scultura all’Accademia di Belle Arti con il massimo dei voti. È in quegli anni che si avvia il progressivo distacco dalle correnti classiche, parallelamente a un sempre più stimolante avvicinamento alla scultura contemporanea.
I complici? La cultura industriale da cui viene sempre più assorbito – la musica industriale ed elettronica, i libri, gli amici, i dischi, i fumetti – il punk come movimento giovanile di protesta, il movimento studentesco e gli scontri politici di fine anni ’70, che vede e vive da vicino, i tanti viaggi d’ispirazione tra Berlino e New York e il periodo vissuto a Londra nell’85. L’artista Giannelli cresce così, sperimentando nuovi materiali e nuove tecniche con impetuosa curiosità e coscienza, ma anche sperimentando il mondo, fino a trovare una sua narrazione, che quasi come un’ossessione ritorna in tutte le sue opere e che vediamo ancora oggi: la figura umana in preda al caos della contemporaneità e alla trasformazione.
Promuovere i servizi educativi per la fascia d’età 0-6 anni anche grazie a politiche di sviluppo congiunto, formare e aggiornare il personale educativo, realizzare proposte educative culturali per avvicinare le giovani generazioni al patrimonio artistico del territorio. Sono questi alcuni degli obiettivi del protocollo di intesa triennale siglato tra Istituto degli Innocenti e Comune di Firenze.
Posti negli asili nido dell’Istituto degli Innocenti per ridurre le liste di attesa
Tra le finalità dell’intesa portare avanti progetti di documentazione e analisi, definire gli aspetti psico-pedagogici dei servizi educativi territoriali, ottimizzare il rapporto fra qualità pedagogica e l’utilizzo sostenibile delle risorse e la loro sperimentazione all’interno dei servizi per la prima infanzia dell’Istituto, sviluppare relazioni e scambi nazionali e internazionali. L’accordo prevede anche l’utilizzo da parte del Comune di Firenze del potenziale di ricettività dei servizi educativi per l’infanzia dell’Istituto degli Innocenti per ridurre le liste di attesa: gli asili nido Trottola, Biglia e Birillo, e il centro educativo integrato 0-6“Girandola” metteranno a disposizione posti per i bambini che fanno parte delle graduatorie comunali.
L’Istituto degli Innocenti – si spiega in una nota – rappresenta il contesto ideale per promuovere le attività di sperimentazione, monitoraggio e ricerca. Al suo interno accoglie in maniera integrata diverse funzioni e servizi rivolti all’infanzia, fra i quali i Centri di Documentazione nazionale e regionale, un’agenzia formativa, il Museo degli Innocenti con la Bottega dei Ragazzi che offre laboratori tematici rivolti a bambini e famiglie, oltre a una rete articolata di servizi educativi composta da tre nidi d’infanzia, un Centro Educativo Integrato 0-6, il nuovo servizio Crescere insieme.
“Un punto di riferimento”
“L’Istituto degli Innocenti è un punto di riferimento storico nella città in tema di tutela e di sviluppo delle potenzialità dell’infanzia – dice Maria Grazia Giuffrida, presidente dell’ente -. Le nostre competenze sono al servizio dei più piccoli e potenziano il sistema di servizi alla prima infanzia. Insieme al Comune condividiamo la stessa attenzione all’educazione, alla cura e alla crescita dei bambini”. La collaborazione tra l’Istituto e l’amministrazione comunale è iniziata dalla metà degli anni ’70, da quando le due realtà operano in continuità allo sviluppo e alla qualificazione del sistema cittadino dei servizi educativi per l’infanzia.
Chi può fare il presidente di seggio elettorale, che compenso è previsto per le elezioni politiche del 25 settembre 2022 e che cosa deve fare questa figura essenziale nella gestione del voto? Si avvicina l’apertura delle urne e sono in corso da parte dei Comuni le operazioni di nomina del personale che si occuperà delle sezioni. Vediamo allora di fare chiarezza.
La nomina: chi può fare il presidente di seggio, i requisiti, il limite di età, incompatibilità e la domanda
Secondo la legge, chi è maggiorenne e ha un’età non superiore a 70 anni, è iscritto nelle liste elettorali e ha almeno il diploma di scuola superiore, può fare il presidente di seggio elettorale, dopo aver fatto domanda di iscrizione nell’apposito elenco (l’albo dei presidenti di seggio) al proprio Comune di residenza. Per questo ruolo sono previste varie incompatibilità, nel dettaglio non possono essere presidenti di seggio:
i dipendenti del Ministero dell’Interno e del Ministero dei Trasporti;
chi fa parte delle forze dell’ordine;
i medici delle Usl incaricati delle funzioni già di competenza dei medici provinciali, degli ufficiali sanitari e dei medici condotti;
i segretari comunali e i dipendenti comunali che prestano servizio negli uffici elettorali comunali;
i candidati alle elezioni.
La richiesta, in genere, deve essere presentata entro fine ottobre o entro il mese di novembre. In occasione delle elezioni politiche del 25 settembre 2022, molti Comuni stanno però riaprendo l’elenco, vista la mancanza di personale, e sono in corso ricerche straordinarie per lo spoglio del voto per corrispondenza della circoscrizione estero (a Milano, Bologna, Firenze, Roma e Napoli).
Cosa deve fare il presidente di seggio elettorale per ricevere il compenso: i compiti
Il compenso è corrisposto al presidente di seggio elettorale per controllare il regolare svolgimento dello operazioni di voto e dello scrutinio della sezione che presiede durante tutta la durata delle elezioni politiche 2022. Si tratta quindi di un compito di responsabilità, perché a tutti gli effetti è un pubblico ufficiale. Innanzitutto, sabato 24 settembre, riceve il materiale elettorale per allestire il seggio, supervisionando la conta e la firma delle schede elettorali per Camera e Senato da parte degli scrutatori, sigilla le urne e verifica che tutto sia pronto per la giornata successiva. Inoltre sceglie e nomina un segretario, tra i 4 scrutatori assegnati alla sia sezione, e accredita i rappresentati di lista dei diversi partiti.
Durante il giorno delle votazioni delle politiche, e quindi domenica 25 settembre 2022 dalle 7 alle 23, il presidente di seggio garantisce il regolare svolgimento del voto. Successivamente controlla che lo spoglio delle schede avvenga secondo le regole. Tuto deve essere documentato sul appositi registri e nel verbale di sezione. In caso di gravi inadempimenti rischia un’azione penale.
Elezioni politiche 25 settembre 2022: compenso per il presidente di seggio elettorale, quanto guadagna
Il compenso per il presidente di seggio elettorale è stabilito dalla legge, in particolare la legge n°70 del 1980 che è stata modificata nella parte relativa all’onorario dalla 62/2022, e cambia a seconda del numero di consultazioni: le politiche del 25 settembre 2022 valgono come una doppia votazione, una per la Camera dei Deputati, l’altra per il Senato della Repubblica.
Dunque alla paga base per una sola votazione, ossia 150 euro, viene aggiunta una maggiorazione di 37 euro per l’elezione concomitante. Quindi in occasione delle elezioni politiche del 25 settembre 2022 un presidente di seggio elettorale guadagna un compenso di 187 euro (224 euro in Sicilia, dove si svolgono anche le regionali). La cifra però scende a 90 euro nel caso di seggi speciali in ospedali, case di cura e carceri. Per riassumere:
187 euro – compenso per i presidenti di seggio in occasione delle elezioni politiche 2022;
224 euro – onorario per il presidente di seggio se si svolgono contemporaneamente elezioni politiche e regionali;
90 euro – cifra guadagnata dai presidenti per un seggio speciale, indipendentemente dal numero di consultazioni.
Indennità, permessi elettorali e rimborsi per i presidenti di seggio
Come succede per gli scrutatori, anche il compenso pagato al presidente di seggio è esentasse, e si ha diritto all’assenza giustificata e retribuita dal posto di lavoro. Inoltre i giorni festivi e non lavorativi (come la domenica e, in caso di settimana corta, il sabato) devono essere recuperati con una giornata compensativa di riposo o con un compenso aggiuntivo.
In casi particolari inoltre vengono previsti dei rimborsi, ecco quali:
Trattamento di missione se il presidente di seggio si reca fuori dal comune di residenza;
Rimborsi per il pernottamento in albergo e per il vitto (massimo 6,10 euro per due pasti giornalieri, più camera singola in alberghi a 4 stelle di prima categoria);
Biglietti del treno o di altri mezzi di linea per raggiungere il seggio;
Indennità chilometrica per i percorsi effettuati con mezzi propria (un quinto del prezzo della benzina e rimborso dell’eventuale pedaggio dell’autostrada).
Le multe dei velocara Firenze sono sempre più oggetto di dibattito. Anche politico. Da una parte Forza Italia ha fatto uscire il presunto numero di sanzioni ogni anno dei nuovi apparecchi posizionati in viale XI Agosto, viale Etruria e due sul viadotto del Varlungo: “Stanno facendo una media di mille multe al giorno. Ne consegue che i velocar a Firenze sono a quota 146 milioni di sanzioni ogni anno”. Dall’altra l’assessore alla mobilità Stefano Giorgetti non ci sta e parla di dati “non credibili”.
Velocar, come funziona
Probabilmente le multe dei velocar a Firenze sono cresciute, ma anche perché gli automobilisti non rispettano le regole. Il segnale di avviso prima delle macchinette resta, è il metodo che cambia. Non ci sono più i box grigi ma adesso la camera è collocata in alto su un palo. Con due grandi differenze. È più difficile rovinarla e il raggio di azione è più ampio (e su più corsie): un totale di 30 metri di distanza e 3 corsie contemporaneamente. I vecchi autovelox avevano poi problematiche in caso di maltempo, i velocar no.
Dove fare attenzione per le multe per i velocar a Firenze
Ci sono alcuni velocar su cui bisogna fare particolarmente attenzione per le multe: si tratta di quelli di viale Marco Polo, viale XI agosto, viale Etruria, quelli sul Varlungo. Come più volte spiegato da Palazzo Vecchio i velocar non servono solo per elevare nuove multe a Firenze ma anche per ridurre la velocità media e ridurre così il rischio di incidenti. Sono attivi 24 ore su 24 e in pratica costringono (ma dovrebbe essere la normalità) gli automobilisti ad andare ad una velocità non elevata.
Il sindaco Dario Nardella, insieme a Giorgetti, sono sempre dell’idea che si deve fare qualsiasi cosa per evitare incidenti o che le strade cittadine vengano trasformate in un circuito di Formula 1. Da qui l’esigenze di mettere velocar a Firenze: magari le multe aumentano, ma si vedrà se i dati complessivi sugli incidenti rilevati dalla Polizia municipale nel 2022 saranno in calo rispetto all’anno precedente. Intanto entro fine 2022 arriveranno nuovi autovelox a Firenze, in viale Nenni, viale Redi e viale Michelangelo, sempre nell’ottica di una maggiore sicurezza.
Dopo la parentesi negativa contro l’Udinese si rivede a vera Fiorentina contro la Juventus. Gara di cuore e di carattere che poteva essere vinta. Continuano però i problemi ad andare a rete. Al secondo centro stagionale di Milik risponde Kouame che firma l’1-1. Nel primo tempo Perin para un calcio di rigore a Jovic.
La partita
La Juventus parte forte e dopo 9 minuti la sblocca Milik su sggerimento di Kostic. Il bomber polacco si fa trovare al posto giusto nell’area piccola e con la pancia infila Terracciano. La Juve tra i remi in barca ed al 29’ arriva il pareggio viola. Palla in verticale di Sottil per Kouame che sorprende Perin sul primo palo e riporta in equilibrio la partita. La Fiorentina poi ci crede di più ed ha l’occasione per passare in vantaggio. Paredes, al debutto, tocca con la mano la sfera su cross di Sottil. Il Var conferma la massima punizione. Va sul dischetto Jovic che colpisce il palo interno e favorisce l’intervento di Perin. Si va al riposo in parità e poco cambia nella ripresa anche se Dodò si dimostra un buon giocatore ed Amrabat che fallisce l’occasione per far vincere la Fiorentina grazie anche a Perin.
Soddisfatto, a fine gara, Vincenzo Italiano. “Abbiamo reagito alla brutta gara di Udine, sfoderando una grande prestazione, una delle più belle da quando sono qui. Adesso dobbiamo migliorare e far vedere la nostra personalità anche lontano dal Franchi. Ma non so se essere più contento per la prestazione o più amareggiato per non aver ottenuto la vittoria. Abbiamo giocato ad una porta, ma dobbiamo crescere e migliorare in fase di conclusione, il salto mentale da fare è questo. È un peccato non aver vinto questa gara ed aver lasciato due punti per strada, non dobbiamo guardare la classifica ma sono rammaricato. Se Zurkowski invece di sparare in curva alla fine la mette in mezzo forte o se Jovic segna su rigore parliamo di altro. Mi dispiace per il penalty fallito da Jovic, so quanto ci tiene ma non si deve abbattere. Un giocatore del suo calibro – conclude l’allenatore viola – non deve andare in down per queste cose, sta lavorando, migliorando l’intesa con i compagni e capendo il calcio italiano, cosa non facile. Quel rigore per lui sarebbe stato di grande aiuto”.
Arriva presto la sfida più sentita della stagione per i tifosi della Fiorentina che sabato alle 15 saranno allo stadio Artemio Franchi per la sfida contro la Juventus. Gara, come sempre, dai mille risvolti ed aperta a qualsiasi risultato. I viola sono reduci dalla sconfitta contro l’Udinese e col problema del gol. Ormai assente tra i viola da troppe gare. Con la Juve l’occasione del riscatto.
Le probabili formazioni
In casa Fiorentina sono ancora da monitorare le condizioni di Bonaventura e Nico Gonzalez. Entrambi sono stati esclusi contro l’Udinese a causa di problemi fisici. Vincenzo Italiano continua a cambiare ogni volta i giocatori. Possibile, in porta, l’avvicendamento tra Gollini e Terracciano e, al centro dell’attacco, con Jovic che potrebbe prendere il posto di Cabral. Dovrebbero tornare titolari Biraghi e Sottil.
Massimiliano Allegri non potrà schierare Szczesny, uscito per infortunio durante il primo tempo della sfida vinta contro lo Spezia. Al suo posto è pronto Perin. Possibili alcuni cambi e l’innesto di Di Maria e Kostic.
Sono passati due anni e mezzo. E’ però arrivato il momento dell’inaugurazione del Meyer Health Campus, che si trova a Firenze: si tratta di una struttura di 5mila metri quadri, immersa in un parco di quasi tre ettari. Ospiterà un centro per la formazione in ambito pediatrico, l’aggiornamento continuo del personale, la simulazione in pediatria e le attività didattiche delle Scuole di Specializzazione di area medica dell’Ateneo fiorentino che hanno sede presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer. La struttura si trova vicinissima al Meyer.
Le istituzioni all’inaugurazione del Meyer Health Campus
Tante le istituzioni presenti all’inaugurazione del Meyer Health Campus. Su tutti il ministro della Salute Roberto Speranza. Erano presenti anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, l’assessore all’educazione e welfare del Comune di Firenze Sara Funaro. E ancora il cardinale, arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, il rettore dell’Università di Firenze Alessandra Petrucci e, naturalmente, il direttore generale del Meyer Alberto Zanobini. La nuova struttura è composta da due grandi auditorium (per un totale di 273 posti) e sette aule (da 228 posti). A disposizione degli utenti, anche una sala lettura/biblioteca da 24 posti.
Tra le caratteristiche del Meyer Health Campus la didattica universitaria
Uno dei punti di forza del Meyer Health Campus la didattica universitaria. Sui banchi troveranno spazio gli studenti dei corsi di laurea triennale, magistrale, a ciclo unico e dei master e dei corsi di perfezionamento delle professioni mediche e sanitarie. Momenti di ricerca e studio ma anche di aggregazione, ecco l’obiettivo del campus. Oltre agli studenti il Meyer Health Campus darà la possibilità di corsi di formazione Ecm per i professionisti dell’ospedale, in modo da assolvere l’obbligo formativo previsto per i sanitari.
La ciliegina sulla torta: il Centro di simulazione pediatrica Meyer
Uno degli aspetti più innovativi è il Centro di simulazione Meyer: si tratta di un centro all’avanguardia dedicato all’innovazione nell’ambito dell’assistenza sanitaria che unisce formazione (qui il link), crescita professionale, attenzione al fattore umano, ricerca, tecnologia al servizio di un nuovo modello di cure pediatriche. All’interno del Meyer Health Campus è presente uno spazio che riproduce una cameretta per bambini, dedicato alla formazione di genitori e caregiver, che in un ambiente familiare imparano ad assistere i loro bambini fragili con patologie complesse. Il campus è ben collegato dalla tramvia, con la linea verso Careggi (e circa 10 minuti a piedi): qui il dettaglio della linea.