giovedì, 10 Luglio 2025
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Con o senza la mascherina dal 1 ottobre: dove rimane l’obbligo

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Dal 1 ottobre 2022 senza mascherina sul treno, sull’autobus e sugli altri mezzi pubblici, ma ci sono luoghi dove è stata decisa la proroga dell’obbligo per un altro mese. Dopo il 30 settembre finisce un’era di di restrizioni e regole anti-Covid, con uno nuovo stop alle limitazioni. Vediamo allora cosa cambia per le regole anti-Covid e dove rimane obbligatoria la mascherina.

Mezzi pubblici, treno e autobus: senza mascherina dal 1 ottobre 2022, decade l’obbligo

L’ultimo giorno di efficacia dell’ordinanza anti-Covid del Ministero della Salute che prevede la mascherina Ffp2 obbligatoria sui mezzi pubblici è venerdì 30 settembre 2022: il dicastero non ha deciso di prorogare queste regole. Dal 1 ottobre quindi si potrà viaggiare sul trasporto pubblico a volto scoperto, come già succedeva in aereo. Chi si sentirà più sicuro con la mascherina, come ovvio, potrà indossarla, ma sarà una scelta individuale. I dispositivi di protezione delle vie aree restano raccomandanti in situazioni di affollamento.

Dove rimane obbligatoria la mascherina dal 1 ottobre 2022: in ospedale

Se per i mezzi pubblici la decisione era scontata, in ospedale e nelle strutture sanitarie il Ministro della Salute Roberto Speranza ha deciso, con una nuova ordinanza, la proroga dal 1 al 31 ottobre 2022 dell’obbligo indossare la mascherina (è sufficiente quella chirurgica). Si tratta dei luoghi più a rischio, dove la circolazione del virus potrebbe colpire chi è più fragile ed esposto alle complicanze dell’infezione. In particolare ecco dove rimane obbligatoria la mascherina dal 1 ottobre 2022:

  • ospedali
  • strutture socio-sanitarie
  • strutture socio-assistenziali
  • strutture di ospitalità e lungodegenza
  • residenze sanitarie assistite (Rsa)
  • strutture residenziali per anziani
  • hospice
  • strutture di riabilitazione

Fino al 31 dicembre 2022 rimane in vigore l’obbligo vaccinale e il green pass per il personale sanitario, salvo modifiche da parte del nuovo governo. Ricordiamo inoltre, che secondo le regole in vigore sulla quarantena, chi ha avuto un contatto stretto con un soggetto positivo deve indossare la mascherina Ffp2 per 10 giorni.

Mascherine al lavoro: dipende dal protocollo di sicurezza anti-Covid

Dal 1 ottobre 2022 non ci saranno cambiamenti sul posto di lavoro: l’obbligo di indossare le mascherine al momento può essere previsto dai datori di lavoro in virtù dell’ultimo protocollo di sicurezza Covid stilato tra le parti sociali, la cui scadenza è fissata al 31 ottobre 2022. Le Ffp2 sono raccomandate in caso di assembramenti e se non è possibile mantenere la distanza di sicurezza, inoltre le aziende – su indicazione del medico competete – possono prevedere l’uso della mascherina per gruppi specifici di lavoratori. La decisione è stata presa durante un tavolo tecnico a inizio estate, che si è dato appuntamento prima del 31 ottobre per eventuali aggiornamenti del protocollo, nel caso di una recrudescenza del virus. Sul sito del governo si trovano le misure anti-Covid ancora in vigore.

Aumentano i casi di Covid in Toscana: +44% in una settimana

Sono in aumento i casi Covid in Toscana, negli ultimi giorni di settembre 2022. I dati arrivano dalla fondazione Gimbe che, nel suo consueto report settimanale relativo al periodo 21-27 settembre, registra una performance in peggioramento: in Toscana i casi attualmente positivi per 100mila abitanti sono 2262, con un allarmante +44,4% di nuovi positivi rispetto alla settimana precedente. Se i casi aumentano, i posti letto in area medica sono sotto la media nazionale (3,7%). Lo stesso vale per la terapia intensiva (0,7%).

Dove aumentano i casi di Covid in Toscana: i dati

La fondazione Gimbe registra due province che stanno avendo un aumento del casi Covid in Toscana se prendiamo il dato dei positivi per 100mila abitanti. Una è Prato (165 casi, +82,2% rispetto alla settimana precedente). L’altra provincia è Pistoia (237, +81,1%).

A Siena si registra un +50,7% (250 positivi per 100mila abitanti). Seguono Firenze (+45,8%, 182), Pisa (+44,6%, 229), Lucca (+44%, 222), Livorno (+42,7%, 234), Arezzo (+36,1%, 312), Massa Carrara (+34,1%, 236). Chiude Grosseto con “solo” 209 nuovi casi (+5,6%). Va detto poi che da domani non sarà più necessario portare le mascherine nei mezzi pubblici, aspetto che potrebbe ulteriormente far salire i dati.

I dati sui vaccini anti-Covid

Se aumentano i casi Covid in Toscana, va detto che la regione si contraddistingue anche per una buona copertura vaccinale. Secondo Gimbe il tasso di copertura vaccinale con quarta dose è del 20,4% (media Italia 17%). Inoltre la percentuale di popolazione sopra i 5 anni che non ha ricevuto nessuna dose di vaccino è pari al 7,7% (media Italia 10%) a cui aggiungere la popolazione over 5 temporaneamente protetta, in quanto guarita da Covid da meno di 180 giorni, pari al 1,5%, mentre la percentuale di popolazione over 5 anni che non ha ricevuto la terza dose di vaccino è pari a 12,4% (media Italia 11,2%) a cui aggiungere la popolazione over 5 anni guarita da meno di 120 giorni, che non può ricevere la terza dose nell’immediato, pari al 4,2%.

Mostra dei fiori 2022 a Firenze: colori d’autunno al giardino dell’Orticoltura

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Se siete amanti della natura in ogni suo aspetto, dal 30 settembre al 2 ottobre 2022 fate capolino alla mostra-mercato di piante e fiori di Firenze, appuntamento d’autunno imperdibile per chi ha il pollice verde, ospitato nel giardino dell’Orticoltura (via Vittorio Emanuele II, 4 – via Bolognese, 17). Dopo il successo primaverile, l’evento a cura della Società Toscana di Orticoltura si ripete per tre giorni, nel secondo weekend autunnale, con orario continuato dalle ore 09:00 alle ore 19:00.

L’iniziativa, aperta alla cittadinanza e gratuita, ospita oltre 75 espositori e vivaisti specializzati nel settore del florovivaismo, dell’orticoltura, della frutticoltura, della conservazione di semi, dell’arredo esterno e da giardino, editoria e accessori. Si va ad esempio dalle rose alle rampicanti, dalle piante aromatiche ai semi fino alle terracotte artistiche.

Autunno 2022: mostra dei fiori a Firenze, tutti gli eventi in programma

L’inaugurazione della mostra dei fiori di questo autunno 2022 al giardino dell’Orticoltura di Firenze, sarà venerdì 30 settembre, alle ore 09:00, all’ingresso del parco in via Vittorio Emanuele II. Dalle ore 17:30 alle ore 18:30, con partenza dalla Loggetta Bondi, si terrà poi la passeggiata storica alla scoperta di questo scrigno verde con la paesaggista Elia Renzi; in alternativa, nel medesimo orario ma al Tepidarium Roster, si potrà prendere parte all’inaugurazione dell’installazione artistica “Cocoon” di Sara Del Bene Well-Being ART Work.

Si prosegue sabato 1 ottobre al Tepidarium Roster (ore 09:30-13:30) con la conferenza “Vivaismo sostenibile”, in collaborazione con Anci Toscana. Il laboratorio “Attivi&Creativi” si svolgerà invece nella medesima giornata, ma dalle ore 16:30 alle ore 18:30 al Tepidarium Roster, con Sara Del Bene per il Progetto “Innesti” – Orti del Malcantone. La mostra dei fiori propone poi domenica 2 ottobre, dalle ore 16:30 alle ore 18:00, i laboratori didattici per bambini e famiglie “Terra: fertilità per la nutrizione del pianeta”, in collaborazione con Rete della Cultura Scientifica.

E infine, in entrambe le giornate di sabato 1 e domenica 2 ottobre, alla Loggetta Bondi (ore 10:30 – 11:30 / 11:30 – 12:30) si terrà il laboratorio per bambini e famiglie “I mille colori delle piante”, in collaborazione con Amici dei Musei Fiorentini Didattica.

Mostra Fiori 2022 firenze autunno giardino orticoltura

Fiori non solo a Firenze: l’edizione autunnale di “Siena in Fiore”

Le sorprese non finiscono qui per questo autunno: sabato 15 e domenica 16 ottobre 2022, con orario continuato 9.00-19.00 si terrà infatti l’edizione autunnale di “Siena in Fiore” – mostra-mercato di piante e fiori sempre a cura della Società Toscana di Orticultura presso i giardini della Fontana di San Prospero. La manifestazione sarà a ingresso gratuito.

La mostra-mercato verrà affiancata, anche in questo caso, da un programma culturale composto da laboratori, incontri, visite guidate e conferenze, tutti eventi aperti alla cittadinanza e organizzati in collaborazione con le realtà del territorio. L’iniziativa ospiterà oltre 35 espositori e vivaisti specializzati nel settore del florovivaismo, dell’orticoltura, della frutticoltura, della conservazione di semi, dell’arredo esterno e da giardino, editoria e accessori.

Contatti utili

Tel. 055/20066237 | Cell. 334/9909642 (martedì e venerdì). Per eventuali cambi di programma o ulteriori informazioni riguardo alla mostra-mercato di fiori e piante al giardino dell’Orticoltura potete consultare anche il sito ufficiale dell’evento.

Allerta meteo arancione della Regione Toscana (anche a Firenze)

Grandine, temporali e tempeste di vento: peggiorano le previsioni meteo e scatta l’allerta meteo arancione, diramata dalla protezione civile della Regione Toscana, a causa di temporali forti previsti su gran parte del territorio, anche a Firenze, dalle ore 18 di oggi, giovedì 29 settembre 2022, fino alle ore 7 domani mattina, 30 settembre, quando l’allerta resterà ma sarà “declassata” a codice giallo, fino alla nottata di venerdì.

L’allerta meteo arancione della Regione Toscana e le previsioni meteo per il 29-30 settembre 2022

Per la serata del 29 settembre è previsto un peggioramento delle condizioni meteo, con piogge sparse, che localmente potranno dare luogo a temporali forti, anche durante la nottata. Inoltre si segnala la possibilità di grandinate, forti colpi di vento e nubifragi. Incerta la situazione di venerdì mattina, quando gli esperti prevedono la possibilità di una breve pausa: la perturbazione però tornerà a interessare la Toscana dal pomeriggio del 30 settembre con precipitazioni, che in alcune zone potrebbero essere temporalesche. Continua quindi il maltempo dei giorni scorsi. Per il weekend il Lamma, al momento, prevede un miglioramento nelle giornate di sabato e domenica.

L’allerta meteo a Firenze tra il 29 e il 30 settembre

L’allerta meteo di codice arancione diramata dalla sala operativa della protezione civile regionale toscana interessa anche Firenze, dalle ore 18 del 29 settembre alle 7 del 30 settembre (successivamente l’allerta sarà gialla): per le zone della Val di Sieve, Val d’Elsa, Valdarno superiore e per l’area di Firenze viene segnalato il rischio idrogeologico nel reticolo minore (torrenti e fiumi minori) a causa della possibilità di forti temporali.

La Protezione civile della Città Metropolitana di Firenze consiglia di prestare la massima attenzione quando si attraversano ponti sui corsi d’acqua e quando si transita in aree più basse rispetto al livello dei fiumi, in sottopassi e zone di bonifica. Bisogna evitare inoltre di attraversare le aree allagate anche se apparentemente con poca acqua. Le norme di comportamento in caso di temporali e di allerta meteo si possono consultare sul sito della Regione Toscana.

Lavori allo stadio, la Fiorentina può trasferirsi a Castello

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Per la Fiorentina l‘ipotesi di trasferirsi a Castello durante i lavori allo stadio è una opzione. L’area è a servizio della Scuola Marescialli e Brigadieri dell’Arma dei Carabinieri, ha al momento una capienza ridotta (e quindi dovrebbero essere fatti diversi cambiamenti) ma consentirebbe alla società di non traslocare in altre città (si era parlato ad esempio di Empoli). Anche il sindaco di Firenze Dario Nardella, intervistato a margine di un evento a Palazzo Vecchio, ha parlato di Castello come una opzione in attesa del nuovo stadio Franchi.

L’opzione stadio a Castello per la Fiorentina: le modifiche

Considerato che l’impianto ha una capienza di 5mila posti, la Fiorentina per far sì che lo stadio a Castello diventi la casa temporanea deve fare alcune modifiche. Intanto sugli spettatori totali, alzando la capienza e sperando in una deroga da parte della Lega (come avviene, per esempio, per lo Spezia). Ci sono poi aspetti logistici, di sicurezza, la tribuna stampa e altre caratteristiche da tenere in considerazione. È ovvio che non sarebbe una ipotesi a costo zero ma molto più comoda per i tifosi. L’ipotesi Castello, ha detto Nardella, “non è impossibile ma comporterebbe una serie di interventi e adeguamenti. Abbiamo tempo sufficiente per valutare con la Fiorentina tutte le possibili opzioni”.

Gli sviluppi sullo stadio Franchi

Nel frattempo sullo stadio Artemio Franchi proseguono le interlocuzioni. L’incontro tra lo studio Arup, che ha vinto il concorso internazionale per la riqualificazione del Franchi, c’è stato ed ha soddisfatto dal punto di vista tecnico il presidente Rocco Commisso. Che però vuole maggiori certezze sui tempi (e su quello la partita riguarda anche il Comune). E chiede il controllo totale, richiesta che ha fatto fin dal primo giorno. Sui tempi il Pnrr parla chiaro: i lavori devono essere ultimati entro il 2026. Sulla gestione sono attese nuove riunioni con la Fiorentina.

Officina Bardini, Firenze scopre i segreti del principe degli antiquari

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Il Museo Stefano Bardini inaugura la mostra Officina Bardini, in programma dal 30 settembre al 20 novembre 2022, che celebra il ruolo cruciale del “principe degli antiquari” per la città di Firenze in occasione del centenario dalla sua morte. Un’opportunità non soltanto per ricordare questo celebre personaggio, ma anche per riattualizzare il materiale proveniente dalle Raccolte Bardini in modo da mostrare ciò che solitamente viene celato al grande pubblico. Documenti, fotografie, manufatti e strumenti di lavoro raccolti nel vicino Palazzo Mozzi Bardini vengono posti in dialogo con le opere già presenti all’interno del museo civico, illustrando il “dietro le quinte” dei saperi e delle pratiche artigiane.

L’esposizione – curata da Giulia Coco e Marco Mozzo, con il coordinamento scientifico di Carlo Francini e Valentina Zucchi – intercetta numerosi attori del territorio che hanno contribuito alla realizzazione di questa grande restituzione del patrimonio culturale fiorentino alla cittadinanza. 

Officina Bardini: il “dietro le quinte” della grande collezione del Museo Stefano Bardini di Firenze

Un progetto complesso poiché complesso era il sistema artigianale dell’Officina Bardini che, oltre alla ricca collezione di opere e manufatti, ha lasciato in eredità un’arte del “saper fare”. La mostra intende infatti valorizzare i processi di lavorazione e produzione, la metodologia del lavoro, le tecniche e gli strumenti che hanno reso possibile la realizzazione dell’ampio repertorio di manufatti ospitato all’interno del Museo Bardini e dei suoi archivi.

Un’operazione molto rilevante anche dal punto di vista della didattica che la Vicesindaca Alessia Bettini sottolinea nel complimentarsi per le “attività dedicate ai più piccoli, importanti per trasferire la cultura dell’artigianato locale e per valorizzare la significativa eredità dell’officina Bardini”. 

mostra museo Bardini
Mostra Officina Bardini, Museo Stefano Bardini di Firenze

L’ampia rete di collaborazione con gli enti del territorio e con gli studenti di Architettura

Sul piano della didattica, si dimostra di grande rilievo la collaborazione con il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze e con il Laboratorio di Architettura e di Autocostruzione che ha affidato a un gruppo di giovani architetti la progettazione dell’allestimento sotto la guida del professore Leonardo Zaffi. Il banco di lavoro utilizzato dagli artigiani del tempo è stato quindi riletto in chiave contemporanea.

I tirocinanti del laboratorio hanno pensato e costruito delle teche poste su tavoli in legno “come quelli di una volta” che fossero coerenti e funzionali al progetto espositivo ma anche evocativi sul piano dialogo con il passato dell’officina del “principe degli antiquari”.
La mostra Officina Bardini ha visto la partecipazione di una vera e propria squadra: oltre alla già citata Università degli Studi di Firenze, l’ampia rete di collaborazioni coinvolge l’Ufficio Patrimonio Mondiale del Comune di Firenze, MUS.E, la Direzione Regionale Musei della Toscana – Museo e Galleria Mozzi Bardini, la Biennale Internazionale dell’Antiquariato e il sostegno di Aquila Energia. 

presentazione mostra Officina Bardini
Da sinistra Valentina Zucchi, Carlo Francini, Alessia Bettini, Giulia Coco, Marco Mozzo, Leonardo Zaffi

Officina Bardini a Firenze: orari e informazioni utili

Officina Bardini è ospitata all’interno del Museo Stefano Bardini in via dei Renai 37, nel centro di Firenze. Gli orari di apertura sono dal venerdì al lunedì dalle 11 alle 17, con chiusura nei giorni di martedì, mercoledì e giovedì. La mostra è accompagnata da un programma di iniziative culturali per approfondire questa grande eredità artigiana. “L’arte del saper fare: conversazioni intorno all’Officina Bardini” è il titolo scelto per il ciclo di incontri tematici con esperti e giovani studiosi che si svilupperà nelle date del 21 e 28 ottobre, 4, 11 e 18 novembre – sempre alle ore 17:00 – con prenotazione obbligatoria all’indirizzo mail [email protected]. Domenica 2 ottobre e 6 novembre sono inoltre previsti due laboratori artistici dedicati ai bambini e alle famiglie. 

La nuova mostra di Palazzo Medici Riccardi, un viaggio nel Novecento

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Palazzo Medici Riccardi, gioiello fiorentino e luogo in cui è nato il collezionismo moderno all’epoca di Cosimo il Vecchio e Lorenzo Il Magnifico, si apre ancora una volta al contemporaneo ospitando una nuova mostra di opere del Novecento provenienti da collezioni private fiorentine e toscane. Passione Novecento da Paul Klee a Damien Hirst è infatti la nuova esposizione visitabile, fino all’8 gennaio 2023, all’interno di questo palazzo storico a Firenze.

Un progetto del Museo Novecento, a cura di Sergio Risaliti, promosso dalla Città Metropolitana di Firenze e organizzato da MUS.E. L’esposizione è aperta tutti i giorni, eccetto il mercoledì, dalle ore 09:00 alle ore 19:00. Interessante è anche il fatto che questa mostra apra in occasione della Florence Art Week e nella settimana della 32a Biennale Internazionale dell’Antiquariato, BIAF in sigla: la più antica mostra mercato al mondo, punto di riferimento fondamentale per la grande arte italiana. Nella città di Firenze sono ospiti infatti i protagonisti del mercato antiquariato, assieme a collezionisti provenienti da tutto il mondo e figure rappresentative del sistema dell’arte e dei musei.

Passione Novecento da Paul Klee a Damien Hirst. Opere da collezioni private, collega quindi la grande tradizione rinascimentale del collezionismo e mecenatismo alla passione per l’arte del XX secolo, ancora coinvolgente nella nostra epoca. Pulsioni, sentimenti, desideri e ambizioni sono sensazioni senza tempo, che pervadono l’animo del vero collezionista: colui che, secondo il filosofo tedesco Walter Benjamin, si assume il compito di trasfigurare le cose, il vero inquilino dell’interieur, dove trova asilo l’arte.

Passione Novecento: il percorso della nuova mostra di Palazzo Medici Riccardi

Oggi, come ieri, il cuore del collezionista batte per i grandi innovatori: artisti che hanno dato vita a nuovi linguaggi e a nuove pratiche, a ricordare come tanto l’arte quanto il collezionismo siano sempre contemporanei. Nella mostra di Palazzo Medici Riccardi si possono ammirare infatti rari capolavori di Paul Klee e de Chirico, di Morandi e Savinio, accanto a quelli di Martini e Melotti, Fontana e Burri, per spaziare nei nomi più celebri della Pop art come quelli di Warhol e Lichtenstein, di Alighiero Boetti e Daniel Buren, fino agli artisti più celebri dello scenario contemporaneo, come Damien Hirst e Cecily Brown, Ai Weiwei e Tracey Emin.

La selezione di quadri, dipinti, e non solo, è strettamente legata al concetto di autonomia dell’opera d’arte, apprezzata per se stessa, curata, contemplata, e quindi collezionata. Un concetto, quest’ultimo, che affonda le sue radici nel collezionismo e nel mecenatismo, nato in particolare nelle “camere” e negli studioli di Palazzo Medici. Non dimentichiamoci che il vero collezionista è colui che ama talmente tanto quello che colleziona, che lo vuole salvare. I capolavori di Passione Novecento a Firenze ci raccontano storie bellissime, di grandi appassionati d’arte, persino identitarie, al punto di specchiare il collezionista, la sua vita, il suo gusto, i suoi ideali, in un gioco di suggestioni e di significati riposti.

Mostra Passione Novecento Firenze Palazzo Medici Riccardi Firenze

L’Ofelia di Arturo Martini in mostra a Palazzo Medici Riccardi

Tra le tante opere esposte nella nuova mostra di Palazzo Medici Riccardi c’è anche la celebre Ofelia (1922) di Arturo Martini. Il collezionista e celebre compositore fiorentino di origine ebraica Castelnuovo Tedesco, negli anni Venti, aveva scritto le Shakespeare songs: l’Ofelia di Shakespeare improvvisamente cantava. Da qui, il desiderio dell’artista di acquistare l’emblematica scultura: una terracotta elegante, dolce, sensuale e tragica. La fanciulla è sospesa tra “la mente e la follia”. Una spallina del suo abito cade e scopre il suo seno, il volto sembra rivolgersi verso l’alto, le braccia aperte e la bocca quasi socchiusa, come se da un momento all’altro dovesse iniziare a cantare. L’opera è a noi nota grazie a una fotografia in bianco e nero del ’49.

Castelnuovo Tedesco, costretto a lasciare l’Italia in seguito alle leggi razziali, aveva precedentemente messo in salvo tutti i suoi beni, tra cui anche questa terracotta. Il noto compositore, tornato a Firenze nel 1961, acquista una casa assieme a sua moglie e rimette in luce le opere che i due avevano salvato. Ofelia lascia poi l’Italia e, a lungo conservata negli Stati Uniti, rientra per l’occasione a Firenze, tornando visibile dopo molto tempo, prima al Museo Novecento in occasione della mostra monografica SOLO. Arturo Martini e Firenze e oggi a Palazzo Medici Riccardi.

Il collezionismo fiorentino ieri e oggi

La città di Firenze, culla del Rinascimento, ha visto dai tempi dei tempi intrecciare le sue vicende artistiche con quelle del collezionismo privato. Basti pensare alle antiche famiglie dei Sassetti e dei Tornabuoni, dei Medici e dei Doni, dei Gondi e dei Rucellai, fino ad arrivare alla storia più recente.

Dalle raccolte private, dagli studioli e dai salotti dei gran signori, sono poi nati i primi musei moderni. Dall’amore per l’arte, dal culto degli antichi, dal desiderio di emulazione è anche nata una delle prime accademie d’arte, quel giardino di San Marco patrocinato da Lorenzo il Magnifico e noto a tutti, palestra artistica per altro anche del giovane Michelangelo Buonarroti. Da quell’epoca, Firenze è stata luogo del fare arte, della critica d’arte e dell’investimento nell’arte: una vocazione, quest’ultima, ininterrotta anche nell’Ottocento e nel Novecento, quando le grandi famiglie borghesi e industriali hanno perseverato in questa logica collezionando e investendo in bellezza e cultura.

Tra i più celebri collezionisti del passato ricordiamo Stefano Bardini, di cui quest’anno si celebra il centenario della nascita, antiquario e mercante tra i più eclettici e raffinati del suo tempo, dal cui gusto e capacità imprenditoriale è scaturito quel gioiello di museo “in blu” che ancora oggi porta il nome del grande mercante fiorentino. E ancora, l’eclettico Frederick Stibbert e lo storico dell’arte Herbert Percy-Horne, le cui collezioni sono un pezzo importantissimo della storia fiorentina.

Pallium Day: assistenza domiciliare e accessibilità

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Grande successo per la prima edizione del Pallium Day, il convegno dedicato alla presentazione dei progetti dell’associazione Pallium che si è svolto lunedì 26 settembre presso il Tiepidarium del Roster.

Un pomeriggio di incontro e festa con tavole rotonde sui temi dell’accessibilità e assistenza domiciliare, musica, premiazioni e un aperitivo per festeggiare insieme gli oltre 20 anni di attività della onlus che dal 2001 fornisce assistenza a persone gravemente ammalate, disabili e anziani e che da sempre si batte per un miglioramento delle condizioni di vita delle persone più fragili, non solo fra le mura domestiche ma anche nel contesto urbano.

Tra gli ospiti dell’evento anche Sara Funaro, assessore all’educazione e welfare e Cecilia Del Re, l’assessore all’urbanistica e ambiente.

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Firenze per tutti

Tra i progetti presentati spicca “Firenze per tutti”, partito ad aprile con una campagna di crowdfunding grazie alla quale sono stati raccolti 7000€, raddoppiati dalla Fondazione CR Firenze, che andranno a finanziare la realizzazione di installazioni temporanee in luoghi simbolo della città di Firenze per renderla una città accessibile a tutti. Il progetto – realizzato in collaborazione con tre giovani under 35: Eletta Naldi, Federica Avagnano e Sara Degl’Innocenti e con la partecipazione attiva di studenti del dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze – proporrà soluzioni nuove e creative per facilitare la fruibilità degli spazi pubblici.

L’accessibilità è un tema caro all’associazione, come spiega Valeria Cavallini, Dott.ssa oncologa e medico responsabile dell’Associazione Pallium. “Tutte le attività di Pallium, escluse quelle sanitarie di medici, infermieri e fisioterapista, sono condotte da volontari. L’iniziativa darà rilievo alla loro presenza essenziale, fatta di impegno e passione e vorrà condividere un momento piacevole insieme” dichiara la dottoressa.

“Tony Cragg.Transfer”, la mostra al Museo Novecento di Firenze

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TONY CRAGG | Transfer: questo il titolo della nuova mostra monografica dedicata a uno dei maggiori esponenti della scultura internazionale ospitata al Museo Novecento e all’Istituto degli Innocenti di Firenze. In città arrivano così oltre cento lavori dell’artista, tra sculture monumentali e un’accurata selezione disegni e acquerelli su carta. L’esposizione, visitabile fino al 15 gennaio 2023 e curata da Sergio Risaliti e Stefania Rispoli, è aperta tutti i giornieccetto il giovedìdalle ore 11:00 alle ore 20:00. L’ultimo ingresso è un’ora prima della chiusura.

“La natura ha prodotto forme e strutture meravigliosamente intricate per milioni di anni… è una diversità che mi affascina – dice Tony Cragg -. Noi, invece, produciamo forme piuttosto semplici, ripetitive, facilmente riproducibili basate su geometrie semplici”.

L’arte di Tony Cragg, acuto osservatore del mondo circostante e amante della ‘forma’

Tony Cragg è un acuto osservatore di tutto ciò che ci circonda e noto ai più per aver introdotto nella pratica artistica materiali e tecniche tra le più sperimentali e innovative del tempo. L’inedito progetto, parte della Florence Art Week, si pone come obiettivo quello di far scoprire da vicino le opere dell’artista andando a ricostruire il suo processo creativo. Il visitatore avrà la possibilità di leggere e contemplare forme originali”, che amplificano percezioni e immaginazioni tra mondo naturale e invenzione artificiale, tra organico e tecnologico. In altre parole Cragg è colui che, aprendo nuove e inedite possibilità di espressione all’arte, ha influenzato generazioni di artisti dagli anni Settanta a oggi.

I suoi primi lavori, infatti, nascono dall’assemblaggio di oggetti comuni, come utensili, mobili, piccoli manufatti e materiali di scarto, e risentono della tradizione del ready made duchampiano e dell’object trouvè surrealista. Successivamente, iniziano ad influenzare la sua pratica anche studi filosofici e ricerche scientifiche ed è proprio in questo momento che Cragg “gioca” con i materiali (bronzo, resine, acciaio, legno, e così via) dando vita a sculture che combinano maestria artigianale e tecnologia, avvalendosi spesso della robotica.

Transfer: l’omaggio di Firenze alla scultura di Tony Cragg

La mostra Tony Cragg | Transfer a Firenze è un omaggio alla scultura, quella magnifica ossessione che accompagna l’artista fin dagli esordi. Quest’ultima, infatti, “fiorisce” da una radice, una struttura centrale che la sostiene, da cui si dipana per generare tante diverse ramificazioni, imitando quello che la natura fa con le sue forme: Voglio fare un lavoro che abbia lo stesso intenso effetto che ha su di me guardare la Natura. In questo senso, sono rimasto affascinato dal modo in cui le costruzioni razionali sottostanti alle forme si traducono in qualità emotive, afferma lo stesso artista.

Nel processo artistico, Cragg quindi preleva, crea, manipola e distorce continuamente la forma, per dar vita a sculture semanticamente ambigue che, muovendosi tra astrazione e figurazione, possono tanto evocare paesaggi naturali articolati, come le insenature dei fiordi, quanto darci l’illusione di rappresentare una figura umana o un oggetto familiare.

Le sale espositive al Museo Novecento di Firenze

Le sale espositive al Museo Novecento di Firenze ospitano una selezione di opere di piccole e medie dimensioni insieme a disegni e acquerelli, che vogliono restituire un’idea della prolifica e poliedrica attività di Tony Cragg. Ai lavori dislocati tra il piano terra e il primo piano  si affiancano tre sculture monumentali esposte nel chiostro del museo (Versus, Masks, Spring) e una nel Cortile degli Uomini dell’Istituto degli Innocenti (Stack), che dialogano con l’architettura dei luoghi concepiti nel Rinascimento come ambienti dedicati al ritiro e alla meditazione. Proseguendo, le sale al secondo piano presentano numerosi disegni concepiti come strumenti essenziali e propedeutici all’elaborazione plastica, mentre quelle al piano terra ricreano, attraverso l’allestimento, lo studio dell’artista, luogo di creazione ma anche di vita centrale nel suo lavoro.  

Gli oltre cento lavori di Tony Cragg nella città di Firenze alla mostra Transfer rivelano quindi una coerenza e un’organicità comune a tutta la sua opera, mostrando un linguaggio espressivo costruito meticolosamente negli anni e basato sull’idea che il processo creativo sia anche un percorso di scoperta. Nella creazione delle sue opere infatti, l’artista procede sempre allo stesso modo: dal disegno alla scelta dei materiali, alla sperimentazione della tecnica, alla selezione del colore, lavorando la materia e imparando da essa e dalle sue reazioni. In questo modo l’opera si dispiega, passo dopo passo, solo nel suo farsi, rivelando le infinite possibilità della forma.  

Tony Cragg. Transfer: attività e visite guidate alla mostra

In occasione della mostra TONY CRAGG | Transfer presso il Museo Novecento di Firenze, viene presentato un ricco programma di iniziative rivolte ai visitatori. Le proposte, a cura di Museo Novecento e MUS.E, si rivolgono ai bambini e alle loro famiglie, alle scuole, ai giovani e agli adulti e offrono una pluralità di occasioni per approfondire in chiave personale la conoscenza dell’opera di questo grande artista inglese. Si consiglia la prenotazione. Per informazioni: 055-2768224 | mail:[email protected]

  • Visite alla mostra per giovani e adulti: tutti i sabati, alle ore 15:00;
  • Forme infinite, infinite metamorfosi per famiglie con bambini dai 6 ai 12 anni: tutti i sabati, alle ore 16.30.

“Andature II” in mostra al Museo Marino Marini

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Il tempo e il suo indelebile flusso, tra confronti e similitudini: questo, in sintesi, il filo conduttore dell’edizione 2022 della mostra Andature II, con opere di Elisabetta di Maggio e Sophie Ko, visitabile al Museo Marino Marini fino al 24 ottobre 2022. Il progetto, inserito nel cartellone della Florence Art Week, è a cura di Marcella Cangioli e Antonella Nicola, in collaborazione con l’Associazione Culturale Città Nascosta e il Museo Marino Marini ed è realizzato grazie al contributo di Fondazione CR Firenze.

“In continuità con l’edizione precedente – dichiarano le curatrici Marcella Cangioli e Antonella Nicola – Andature prosegue la riflessione sul nostro essere e stare nel mondo, esseri complessi in continua trasformazione, in una realtà multidimensionale che non può non tenere conto del legame inscindibile che unisce l’Uomo alla Natura, ma anche alle leggi e ai processi evolutivi dell’Universo. Scienza, cosmologia, macro e microcosmo, ecologia, natura e ritmi biologici, dinamiche di confronto e di relazione, sono questi i temi che scandiscono il cammino dell’uomo lungo la strada della sua evoluzione e che caratterizzano questo progetto definito proprio dal passo, dall’ANDATURA dell’artista, singolarmente o congiuntamente”.

La mostra è visitabile dal sabato al lunedì dalle ore 10:00 alle 19:00, con l’ultimo ingresso alle ore 18:30. Per l’occasione, alcune opere delle due artiste saranno esposte anche al piano terra dell’Hotel Savoy, a Firenze, in piazza della Repubblica. L’esposizione è corredata da un catalogo con un saggio critico di Francesco Guzzetti e con le fotografie di Serge Domingie. Andature II è realizzata con il sostegno e la collaborazione delle gallerie di riferimento delle artiste: Building Milano, Galleria De Foscherari, Bologna, Renata Fabbri Arte Contemporanea Milano, Christian Stein, Milano.

Il processo creativo e le opere di Elisabetta di Maggio in mostra

Elisabetta di Maggio, milanese classe 1964, vive e lavora a Venezia. Il suo lavoro pone al centro la tematica del tempo inteso come “tempo della vita” e “tempo del fare“, che spesso coincidono perché parte di un medesimo progetto esistenziale. Nelle sue opere cerca di mettere in luce quelli che per lei sono i due elementi salienti della vita: le reti di comunicazioni necessarie a trasmettere informazioni e il tempo necessario affinché questo passaggio abbia luogo.

Trame, circuiti, griglie, strutture e reticoli diventano quindi parte attiva dei suoi capolavori: nonostante appartengano a differenti mondi, fanno parte della nostra quotidianità, in cui investiamo del tempo. L’artista “prende in prestito” i suoi soggetti dal mondo reale, partendo da illustrazioni antropologiche, botaniche, urbanistiche; ma anche da ricami e disegni di tappezzerie e arazzi. In questo processo creativo gioca un ruolo fondamentale il gesto manuale, capace di coniugare insieme la tradizione artigiana, che ha contribuito a rendere unici molti luoghi, con il tempo lungo di realizzazione, che per lei diventa una condizione imprescindibile e concettuale.

Il metodo di lavoro consiste nel tagliare differenti materiali usando affilati bisturi da chirurgo: da grandi fogli di carta velina, passa a foglie di vegetali piccoli o enormi, saponi, porcellana e altre superfici, incluso l’intonaco dei muri. Trascorre ore a sezionare questi materiali e il risultato sono opere che ci restituiscono non solo il senso del tempo, ma che possono essere anche accomunati da un tema unitario: quali forme assume la natura nel suo dilatarsi e organizzarsi.

Ecco che nelle opere in mostra al Museo Marino Marini, Elisabetta di Maggio attraversa, mediante linee rette e curve, una cartografia errante tra materiali diversi: dal sapone inciso, come in Fez 2013, fino a elementi vegetali, foglie, rami e fiori “ricamati”, come nei Vuoto d’aria # 1, #2 #3 (2021), dove l’artista immagina nuovi paesaggi dal fragile equilibrio ma dalla forte tensione interna. Da non perdere è anche Traiettoria di Volo di Farfalla #08, 2017, opera in cui gli spilli disegnano il volo incerto e quasi mai rettilineo delle farfalle, dovuto agli spostamenti d’ariaE ancora i francobolli, le metafore di storie vissute e attese, che compongono, in una complessa e articolata ricostruzione, Senza Titolo 2019, un meraviglioso e prezioso mosaico.

L’arte di Sophie Ko al Museo Marino Marini

Sophie Ko, georgiana classe 1981, vive e lavora a Milano. L’artista pone al centro dei suoi lavori la questione del tempo istituendo una forte relazione simbolica tra i materiali utilizzati, per lo più ceneri di immagini bruciate e pigmenti puri, e le immagini create. Il mutamento e l’instabilità dei materiali in relazione allo scorrere del tempo sono alcune delle costanti della sua ricerca artistica. Un’altra componente essenziale delle sue “geografie temporali” è la forza di gravità che opera sulla e con la materia del quadro, la cenere. Con il passare del tempo infatti, la composizione del quadro cambia: la cenere cade e il tempo, grazie alla forza di gravità, segna il suo passaggio. Le “geografie temporali” possono così essere concepite come disegni del tempo che si insediano in un luogo, immagini spaziali.

Sophie Ko Museo Marino Marini
Sophie Ko, Atlanti, 2020 Museo Marino Marini. Foto Serge Dominge

Nelle opere in mostra al Museo Marino Marini, Sophie Ko costruisce quindi mappe cromatiche informi usando pigmenti puri, ceneri ottenute bruciando immagini di opere d’arte che, raccolte in teche di vetro e poste verticalmente, si modificano con lo scorrere del tempo come si vede in Geografie Temporali. Atti di Resistenza o Geografie temporaliLe Ceneri della Storia 2020. La posizione verticale dell’opera fa sì che la gravità spinga la materia verso terra. Ecco che, in questo senso, ogni Geografia temporale è un segnatempo, un orologio a polvere. La cornice delimita lo spazio dell’immagine di cenere, come le ampolle della clessidra definiscono lo spazio del tempo misurabile. Il disegno nel quadro cambia, le immagini vivono nel tempo, ne sono testimoni, scompaiono e ritornano. Talvolta l’artista inserisce elementi come fiori o farfalle, come si vede in Geografie TemporaliVanitas della Terra, 2020, richiamando l’aspirazione metafisica, attraverso cangiantismi e sfavillii dorati degli antichi maestri.