venerdì, 22 Agosto 2025
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Vaccino Covid in Toscana: adesione, report e dati della Regione

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La lotta al Covid in Toscana passa dal vaccino, la campagna vaccinale prosegue a passi spediti grazie a una buona adesione e ad oggi sono positivi i dati sulle prenotazioni e quelli del report della Regione sulle somministrazioni. Al vaccino anti-Covid di Pfizer-Biontech, in Toscana si sono aggiunte 5.300 dosi del siero messo a punto dall’azienda farmaceutica USA Moderna, il secondo ad essere autorizzato in Europa e in Italia. Altre ne arriveranno nelle prossime settimane.

I dati sul vaccino Covid in Toscana: il report a oggi (14 gennaio)

Il report sull’adesione alla campagna di vaccinazione contro il Covid-19 viene aggiornata in base ai dati della Regione Toscana: al 14 gennaio sono quasi 60.000 i vaccini somministrati e più dell’80% è andato a operatori sanitari e socio-sanitari. Nella corsa al vaccino per il Covid, la Toscana è la quarta regione in Italia se si guardano i dati sulla percentuale di somministrazioni. Ecco in sintesi i numeri sull’adesione alla campagna vaccinale in Toscana:

  • 59.303 dosi di vaccino anti-Covid somministrate in Toscana al 14 gennaio
  • Di cui 9.905 agli ospiti delle RSA
  • Il 73% delle dosi a disposizione della Regione Toscana è stato somministrato
  • L’82,5% dei vaccini è stato inoculato agli operatori sanitari e socio-sanitari
  • Il 17,5% delle dosi è stato somministrato agli ospiti delle Rsa
  • La classe di età più vaccinata è quella tra i 45 e i 64 anni, segue la fascia tra i 25 e i 44 anni

Come aderire alla campagna vaccinale

In questa prima fase, secondo il calendario nazionale, vengono sottoposte al vaccino le persone che lavorano nella sanità pubblica e privata e nelle Rsa, oltre agli ospiti di queste strutture per anziani. Gli operatori socio sanitari che hanno deciso di aderire entro il 18 dicembre scorso, possono prenotare la somministrazione del vaccino anti-Covid scegliendo dove e quando, collegandosi al portale messo a disposizione dalla Regione all’indirizzo prenotavaccino.sanita.toscana.it.

Consegna cibo a domicilio, non cambiano le regole: fino a che ora è possibile

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Nuovi limiti all’asporto, e di riaprire per cena, visto l’andamento del contagio, al momento non se ne parla nemmeno. Così uno dei pochi modi per gustare una cena preparata da uno chef (ma anche una semplice pizza) rimane la consegna a domicilio del cibo: il nuovo Dpcm 16 gennaio non cambia le regole su quando è permessa e fino a che ora.

Il divieto di vendere cibo o bevande da asporto dopo le ore 18 varrà solo per i bar e non per i ristoranti. Restano però da decidere i codici Ateco delle attività che potranno offrire il servizio anche di sera, un dettaglio che è in corso di definizione. Il servizio di asporto dovrà in ogni caso terminare entro le 22. Nel nuovo Dpcm 16 gennaio non ci saranno invece nuove regole riguardo alla consegna a domicilio di cibo da parte dei ristoranti.

Viste le contingenze, la maggior parte dei ristoranti si è da tempo adeguata ed è quindi piuttosto semplice ottenere la consegna a domicilio per qualsiasi tipo di cibo, dalla pizza al sushi.

Come trovare quale pizzeria consegna a domicilio

Facile è anche scoprire quale ristorante, tra quelli vicini, o quale pizzeria effettua la consegna a domicilio. Si possono consultare i siti web o le pagine social del singolo ristorante oppure basta aprire uno dei motori di ricerca più utilizzati, un servizio online di mappe o un sito di recensioni e cercare ristoranti che offrono la consegna a domicilio attraverso la funzione “vicino a me” (o diciture simili). Le informazioni sono in gran parte aggiornate, sia nelle città che nei centri minori.

Ristoranti e consegna a domicilio: fino a che ora?

Funziona come per l’asporto? C’è un orario limite dopo il quale i pasti non possono più essere portati a casa? Fino a che ora è possibile la consegna a domicilio da parte dei ristoranti? Non c’è nessun limite, la consegna è possibile 24 ore al giorno. L’unico vincolo rimane quello dell’orario di apertura che ciascun ristorante deciderà autonomamente di osservare. È facile immaginare che la maggior parte delle cucine resteranno aperte fino a tarda serata, ma non per tutta la notte.

Covid in Toscana: 424 nuovi casi: i dati dal bollettino del 14 gennaio

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Sono 424 i nuovi casi di Covid in Toscana, secondo le prime anticipazioni dal bollettino regionale di oggi, giovedì 14 gennaio: dati in linea con quelli dei primi giorni del 2021 così come quello dei tamponi analizzati. Sono 14 i nuovi decessi.

Nei laboratori della Toscana sono stati processati 9.247 tamponi nelle ultime 24 ore, ai quali si aggiungono 3.772 test rapidi. Il totale dei tamponi fatti in Toscana dall’inizio dell’epidemia si avvia verso quota 2 milioni. Ad oggi sono infatti 1.998.217. Ecco gli altri dati sull’avanzamento del contagio da Covid in Toscana oggi, giovedì 14 gennaio.

Covid in Toscana 14 gennaio, i dati di oggi sui contagi

  • Nuovi contagi di Covid-19 in Toscana (14 gennaio 2021): 424 (ieri erano 507)
  • Tamponi molecolari effettuati in 24 ore: 9.247 (il giorno precedente 10.258)
  • Test antigenici: 3.772 (ieri 4.792)
  • Rapporto positivi/tamponi in Toscana: 4,58%

Il totale dei casi rilevati dall’inizio dell’epidemia è così ripartito per provincia:

  • 35.240 a Firenze (137 in più rispetto a ieri)
  • 10.843 a Prato (25 in più)
  • 10.773 a Pistoia (44 in più)
  • 7.938 a Massa (16 in più)
  • 13.170 a Lucca (26 in più)
  • 17.389 a Pisa (28 in più)
  • 9.434 a Livorno (55 in più)
  • 11.354 ad Arezzo (35 in più)
  • 5.551 a Siena (51 in più)
  • 4.317 a Grosseto (7 in più)

Altri 555 casi sono stati notificati in Toscana ma riguardano residenti in altre regioni.

Le persone ad oggi positive al coronavirus in Toscana sono 8.685. Di queste, 855 sono ricoverate in ospedale (23 in meno rispetto a ieri), compresi 132 pazienti in terapia intensiva (8 in meno rispetto a ieri). Sono 7.830 le persone in isolamento a casa.

Nelle ultime 24 ore sono state certificate 551 nuove guarigioni, per un totale di 113.949 guariti da inizio epidemia. I deceduti raggiungono quota 3.930 dall’inizio dell’epidemia, divisi così per provincia: 1.324 a Firenze, 265 a Prato, 291 a Pistoia, 406 a Massa Carrara, 370 a Lucca, 463 a Pisa, 281 a Livorno, 230 ad Arezzo, 143 a Siena, 101 a Grosseto. Altre 56 persone sono decedute sul suolo toscano ma erano residenti fuori regione.

Coronavirus in Toscana, l’andamento e il punto della situazione

  • Contagiati dall’inizio dell’emergenza: 126.564
  • Tamponi totali dall’inizio dell’emergenza: 1.998.217

Intanto sul sito dell’Agenzia regionale di Sanità sono pubblicati i grafici sull’andamento del Covid-19 in Toscana, che verranno aggiornati alle ore 18.00  con i dati del bollettino di oggi, 14 gennaio. Nel tardo pomeriggio si conosceranno anche quanti contagiati ci sono in Italia oggi.

Weekend in zona arancione: le regioni a rischio

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Le ultime ore, poi ci sarà la decisione sul weekend in arancione per buona parte d’Italia, con il declassamento di zona che interesserà molte regioni. Mentre l’esecutivo sta mettendo a punto gli ultimi dettagli del nuovo Dpcm del 16 gennaio e i nuovi parametri dei “colori Covid”, si attende l’aggiornamento del monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità sulla base del quale sarà deciso chi andrà in zona arancione e rossa dal weekend.

Sullo sfondo resta anche la crisi di governo, che però – assicurano alcuni ministri – non influirà sulla rapidità delle decisioni in merito alle misure anti-Covid.

Un weekend in arancione (a metà)

Gran parte d’Italia passerà in zona arancione durante il weekend, probabilmente da domenica 17 gennaio e non da sabato 16 come ipotizzato in un primo momento. Sono queste le indiscrezioni che arrivano dal confronto tra governo e Regioni sulle misure anti-contagio. A stabilire le regioni in zona gialla, arancione e rossa non sarà il nuovo Dpcm, che deve entrare in vigore sabato 16 gennaio, ma come consueto sarà un’ordinanza del Ministro della Salute Roberto Speranza attesa per domani (15 gennaio). Tra gli scenari una possibile proroga dell’attuale colore delle regioni fino al 16 gennaio e poi dal giorno dopo l’entrata in vigore delle nuove classificazioni.

Chi è a rischio retrocessione

Come già annunciato cambiano i parametri per la retrocessione. Con l’indice Rt sopra 1 si andrà in automatico in arancio, se superiore a 1,25 in rossa. 3 regioni temono il passaggio in zona rossa (Lombardia, Sicilia ed Emilia Romagna), 9 tra regioni e province autonome sono a rischio zona arancione in questo weekend (Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Umbria, Lazio, Marche, Puglia, oltre alle province autonome di Trento e Bolzano), mentre Veneto e Calabria potrebbero rimanere arancioni. Sembrerebbero “salve” in zona gialla Toscana, Valle d’Aosta, Molise, Abruzzo, Sardegna e forse anche la Campania, ma per una conferma bisognerà aspettare i dati sui contagi, che saranno pubblicati sul sito del Ministero della Salute venerdì.

Zona arancione, le regole per il weekend

Nelle regioni interessate questo weekend dal passaggio in arancione, cambieranno le regole. In particolare ecco cosa si può fare e cosa no in zona arancione:

  • Non si può uscire dal comune, neppure per far visita a parenti e amici.
  • Si può uscire dal comune e dalla regione solo per motivi di salute, lavoro, necessità e per fare rientro nella propria abitazione abituale
  • Non si possono raggiungere le seconde case fuori regione
  • I ristoranti e i bar in zona arancione sono chiusi, possono restare aperti solo per l’asporto fino alle 22 e per le consegne a domicilio. Allo studio nel nuovo Dpcm il divieto di asporto per i bar dopo le 18 in tutta Italia
  • I negozi sono aperti
  • I centri commerciali (non solo in zona arancione, ma in tutta Italia), sono chiusi nel weekend

Fiorentina fuori dalla Coppa Italia

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La Fiorentina ha lottato per due ore ma non è riuscita a battere l’Iter negli ottavi di Coppa Italia. Al Franchi finisce 2-1 per i nerazzurri e la vittoria arriva grazie ad un gol di Romelu Lukaku allo scadere del secondo tempo, dopo che i tempi regolamentari si erano conclusi sull’1-1 (botta e risposta tra Vidal su rigore e Kouame). In tribuna il ritorno del presidente Rocco Commisso, appena arrivato dagli Stati Uniti. Cesare Prandelli sceglie Kouame come unica punta sostenuto da Bonaventura ed Eysseric. Biraghi e Caceres schierati da esterni, Castrovilli e Amrabat a centrocampo. Igor, Martinez Quarta e Milenkovic davanti all’estremo difensore Terracciano. Antonio Conte si affida a Sanchez e Martinez in attacco, Eriksen. Vidal, Young, Gagliardini e Perisic a centrocampo e, davanti ad Handanovic, i difensori Skriniar, Ranocchia e Kolarov.

Cronaca

L’Inter parte bene ed al 12’ Skriniar sbaglia di testa la prima opportunità per andare a rete. I nerazzurri al 38’ ottengono un calcio di rigore. Terracciano atterra Alexis Sanchez, Vidal si presenta sul dischetto e porta in vantaggio l’Inter. Passa un minuto e l’arbitro Massa assegna un penalty ai viola per fallo di Skriniar su Kouame. Chiamato al Var, torna sulle sue decisioni e non concede la massima punizione. Si va al riposo con l’Inter in vantaggio per 1-0.

© Tiziano Pucci – Agenzia Fotografica Italiana

Nel secondo tempo è sempre l’Inter ad essere più pericolosa. Al 47’ Lautaro è impreciso su assist di Perisic. La Fiorentina non sciupa l’occasione e al 57’ pareggia con un missile da fuori area di destro di Kouame dopo un batti e ribatti in area. È l’1-1. Hakimi sfiora il palo al 74’ mentre al 77’ si vede la Fiorentina con Venuti che impegna severamente Handanovic. Nei supplementari l’epilogo arriva al 119’ con Romelu Lukaku che trova il colpo di testa vincente nel cuore dell’area di rigore su cross di Barella dalla destra. Inter ai quarti di finale contro il Milan, la Fiorentina è fuori.

L’allenatore

Deluso Cesare Prandelli. “C’è amarezza perché a un minuto dalla fine del secondo tempo supplementare abbiamo lasciato solo un attaccante in area di rigore. Ma il risultato va accettato, e c’è anche orgoglio per la prestazione. Io non voglio far polemiche – aggiunge Prandelli – e ho rispetto per gli arbitri, ma a trenta secondi dalla fine ci vorrebbe un po’ di tatto. Nelle ultime partite le prestazioni sono sempre state buone, magari i risultati arrivano solo in parte ma la consapevolezza è che dobbiamo continuare così, con i giocatori in condizione giusta”.

Stato di emergenza Covid, proroga fino a quando: aprile o luglio

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Il governo Conte varerà un decreto legge che prevede la proroga dello stato di emergenza per il Covid fino al 30 aprile 2021, anche se gli esperti del Cts hanno consigliato di allungarlo fino a quando la situazione non sarà sotto controllo grazie ai vaccini, fino al 31 luglio. Ma cosa comporta la proroga dello stato di emergenza, cosa significa e quando finisce?

Con questa mossa il governo potrà continuare a decidere misure e restrizioni tramite i Dpcm (decreti del presidente del Consiglio, che sono una cosa diversa dal decreto legge), ma lo stato di emergenza influirà anche sulla proroga dello smart working semplificato.

Perché la proroga

Il premier Giuseppe Conte, durante la conferenza di fine anno, aveva già annunciato la volontà di prorogare lo stato di emergenza per il Covid-19 fino a quando “sarà necessario mantenere le misure anti-contagio” per dare una risposta celere all’evoluzione della pandemia, ma senza andare contro il dettato della Costituzione italiana.

L’inizio dello stato di emergenza Covid risale a un anno fa: è stata la Delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020 ad aprire ufficialmente questo periodo “speciale”. A differenza di quanto si crede, lo stato di emergenza non è previsto dalla Costituzione italiana, ma è la legge n. 225 del 24 febbraio 1992, modificata nel 2018, a stabilire le regole. Il Consiglio dei ministri può infatti dichiarare lo stato di emergenza in caso di “calamità naturali o connesse con l’attività dell’uomo che in ragione della loro intensità ed estensione debbono, con immediatezza d’intervento, essere fronteggiate con mezzi e poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti periodi di tempo”.

Cosa comporta lo stato di emergenza per il Covid

Una volta dichiarato, lo stato di emergenza comporta alcuni poteri straordinari. Su tutti, il potere di ordinanza. Grazie a questo, il Capo del dipartimento della Protezione civile può emanare ordinanze in deroga a ogni disposizione vigente, comunque restando nei limiti e nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico. La copertura delle ordinanze è garantita nell’ambito del Fondo per le emergenze nazionali.

Cosa comporta dunque lo stato di emergenza? Possono essere emesse ordinanze per intervenire in modo immediato in merito a:

  • servizi di soccorso e assistenza
  • riorganizzazione dei servizi pubblici e delle infrastrutture
  • interventi per la riduzione del rischio
  • ripristino delle strutture, infrastrutture e dei danni subiti dalle attività economiche e produttive
  • attuazione delle misure per far fronte alle esigenze urgenti

In sostanza lo stato di emergenza per il Covid consente di governare come si è fatto negli ultimi mesi. Adottare misure di prevenzione, acquistare tutto quel che serve per far fronte all’emergenza e ottenere i materiali in via diretta, senza dover passare per gare d’appalto e gli altri passaggi previsti dalla legge.

Una volta dichiarato lo stato di emergenza, il governo stabilisce anche quali siano gli strumenti giuridici che utilizzerà per adottare i provvedimenti necessari nel periodo straordinario. Il Decreto legge del 23 febbraio 2020 stabilì che le misure necessarie sarebbero state “adottate, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri“. I Dpcm che di lì a poco sarebbero diventati ben noti per tutti gli italiani (il prossimo entra in vigore il 16 gennaio). La proroga dello stato di emergenza suggerisce che altri Dpcm seguiranno n ei primi 4 mesi del 2021.

Stato di emergenza Covid, fino a quando: 30 aprile o 31 luglio?

Come detto dal ministro della Salute Roberto Speranza in Parlamento, il governo stabilirà la proroga dello stato di emergenza fino al 30 aprile con un decreto legge. Successivamente l’esecutivo potrà decidere di allungare ancora questo periodo. Nei giorni scorsi, gli esperti del Cts, il Comitato tecnico scientifico sul coronavirus, hanno affermato che è necessaria la proroga dello stato di emergenza fino al 31 luglio 2021, fino a quando la vaccinazione anti-Covid avrà coperto buona parte della popolazione a rischio.

Ma fino a quando può durare lo stato di emergenza secondo la legge? Stando al decreto legislativo 1 del 2018, lo stato di emergenza può durare 12 mesi ed essere prorogato per altri 12, per un totale di 2 anni.

Lo stato di emergenza e la proroga dello smart working

A portare alla ribalta la questione dello stato di emergenza è stata anche un’altra (attesa) proroga, quella dello smart working: il prolungamento della procedura semplificata per il lavoro agile dei dipendenti privati è legato allo stato di emergenza per il Covid-19, che scade il 31 gennaio.

In soldoni quando finisce lo stato di emergenza, finiscono anche le regole semplificate per richiedere lo smart working per i dipendenti privati, con tutto ciò che questo comporta: il lavoro agile, senza proroga, tornerà a essere stabilito con accordi individuali tra l’azienda e il dipendente.

Saldi: dai negozi tradizionali al web tra codici sconto e cashback

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La stagione dei saldi è ufficialmente iniziata ma, con il Paese in parziale o totale lockdown, approfittare delle offerte dei negozi e centri commerciali è diventato un bel problema. Sono gli e-commerce a offrire la soluzione, con i grandi brand che stanno registrando un forte incremento di vendite online.

Dalla moda allo sport, dall’elettronica di consumo ai casalinghi, sul web ogni categoria presenta interessanti sconti, a volte anche superiori al 70%, di cui approfittare a seconda delle proprie necessità. Con in più la possibilità di risparmiare ulteriormente grazie ai numerosi siti di codici sconto e cashback disponibili sul web, giusto per citarne uno, Topnegozi che presenta un’interessante area saldi con oltre 1.000 negozi online.

Gli e-commerce si rivelano un punto di riferimento per le persone a caccia d’affari che non vogliono rinunciare alla possibilità di poter risparmiare. Da un’analisi di Confcommercio emerge con forza la crescente importanza riconosciuta ai canali digitali, nei confronti dei quali gli italiani si mostrano sempre più fiduciosi.

Saldi: dai negozi tradizionali al web

Quest’anno, per effetto della situazione di emergenza provocata dalla pandemia e dalle conseguenti restrizioni del Governo, i saldi invernali si sono inevitabilmente spostati dai negozi fisici al web. A confermarlo è la tradizionale analisi realizzata da Confcommercio, che registra un forte aumento dei saldi in internet (+37% rispetto all’anno precedente) a discapito dei negozi tradizionali (-28,1%). I prodotti più acquistati saranno i capi d’abbigliamento (34,6%), seguiti da calzature (17,3%), accessori (9,2%) e biancheria intima (7,5%).

Dall’indagine emerge anche un aumento del numero di acquirenti che giudicano positivamente la qualità e la varietà dei prodotti online e si sentono tutelati quando effettuano i loro acquisti. Sempre dati alla mano, chi approfitterà di più dei saldi in rete saranno le donne tra i 35 e i 44 anni residenti in tutta Italia e che, oltre alla moda (sempre al primo posto), acquisteranno prodotti di bellezza, articoli sportivi, casalinghi e hi-tech.

Perché conviene acquistare online?

L’e-commerce, dopo essere stato per molto tempo un canale secondario, nel corso degli ultimi anni ha assunto un ruolo sempre più importante nelle abitudini di acquisto degli italiani. I vantaggi degli acquisti virtuali sono tanti, primo fra tutti la comodità di fare shopping da casa, in qualunque momento della giornata, risparmiando ore di pellegrinaggio, assembramenti e vedendosi recapitare tutto al proprio domicilio. Basta un clic e, incentivati da sconti del 30%, 50% e 70%, ci si può dedicare agli acquisti telematici dal proprio smartphone (il 62% delle persone lo preferiscono per acquistare) o da PC e Tablet (38%).

Sono soprattutto i prezzi online (più convenienti rispetto a quelli in negozio) ad invogliare i consumatori. È dimostrato che comprare prodotti e servizi su internet è più economico, specie se si vuole ottimizzare la spesa acquistando un quantitativo elevato di articoli, in modo da ammortizzare le spese di spedizione.

Altri aspetti positivi sono la semplicità delle procedure di shopping in rete, la possibilità di reperire una vasta quantità di prodotti e di effettuare maggiori raffronti tra modelli diversi. Inoltre la certezza che i prodotti non siano stati aperti, provati o manomessi come, invece, succede in negozio, rendendo antigienico l’acquisto.

Risparmiare con i codici sconto extra saldi

I saldi sono per la maggior parte delle persone un’occasione da sfruttare per poter rinnovare il guardaroba. Infatti, tra i prodotti più richiesti online in questo periodo dell’anno, spiccano sicuramente i capi d’abbigliamento.

Oltre a beneficiare degli sconti per i saldi, non dimentichiamo però la possibilità di risparmiare ulteriormente grazie ai codici sconto e al cashback che rendono i prezzi ancora più competitivi. I primi sono buoni digitali composti da numeri e lettere da incollare nel carrello prima di confermare l’ordine, il secondo è un rimborso parziale della spesa sostenuta acquistando sugli e-store convenzionati.

In collaborazione con: www.topnegozi.it

I dati, Covid in Toscana: oggi balzo dei contagi. Il bollettino del 13 gennaio

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Continua l’oscillazione della curva epidemica. Secondo i dati del bollettino Covid della Regione Toscana, oggi (13 gennaio) i nuovi contagi sono in aumento: 507 casi in più positivi al coronavirus nelle ultime 24 ore contro i 303 comunicati ieri. Crescono però anche i tamponi molecolari, che superano quota 10.000 in un giorno, e il tasso di positività. 4.792 i test rapidi effettuati.

La campagna vaccinale anti-Covid intanto va avanti: in Toscana ad oggi 53.027 persone sono state sottoposte al vaccino di Pfizer-Biontech, l’83% sono operatori sanitari e socio-sanitari, il 17% ospiti delle Rsa. La Toscana resta tra le regioni più virtuose per percentuale di vaccinazioni sul numero di dosi consegnate: è quarta a livello nazionale con il 66,3%.

I dati sul Covid in Toscana: quanti contagi il 13 gennaio 2021

  • Nuovi contagi di Covid-19 in Toscana, 13 gennaio: 507 (ieri erano stati 303)
  • Età media dei 507 casi odierni: 52 anni circa
  • Nuovi decessi: 11 (6 uomini e 5 donne con un’età media di 80,8 anni)
  • Totale attualmente positivi: 8.826 (+1,2% rispetto a ieri)
  • Tamponi molecolari effettuarti in un giorno: 10.258 (7.569 nel bollettino precedente)
  • Test rapidi in 24 ore: 4.792 (contro i 5.232 di ieri)
  • Tasso di positività: il 4,9% dei casi sottoposto a tampone è risultato positivo (dato di ieri 4%)
  • Numero ricoverati: 878 (32 in meno rispetto a ieri)
  • di cui in terapia intensiva: 140

L’andamento dell’epidemia di coronavirus in Toscana: i contagiati totali

  • Totale contagi da febbraio a oggi: 126.140
  • Totale guariti dall’inizio della pandemia: 113.398 (393 in più rispetto a ieri)
  • Totale deceduti in Toscana dall’inizio dell’epidemia: 3.916
  • Totale dei tamponi effettuati finora: 1.988.970

Sul sito dell’Agenzia regione di Sanità toscana (Ars) tutti gli approfondimenti e i dati sull’epidemia di Covid.

Casinò e cinema: una liaison vincente

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Uno dei temi più fortunati trattati nella storia della cinematografia internazionale è senz’altro quello dei casinò. Hollywood in particolare ha infatti sempre avuto un debole per questo genere di tematiche e sono tanti i capolavori del grande schermo ad aver ripreso da diverse angolature questo argomento, spinti anche dai notevoli incassi al botteghino e dal grande seguito di pubblico che spesso accoglie favorevolmente questo genere di produzioni.

Tutto iniziò con A cure for Pokeritis, cortometraggio del 2012 diretto da Laurence Trimble con John Bunny e Flora Finch, considerato il capostipite di questo filone cinematografico. La trama del film vede una signora Mary Brown (Flora Finch) preoccupata dalla tendenza al gioco del marito George (John Bunny) che rincasa regolarmente a tarda notte perché impegnato ad intrattenersi in una sala da poker con gli amici. Per evitare che il marito passi troppo tempo lontano da casa la signora Brown escogita uno stratagemma ingaggiando un finto gruppo di poliziotti per fare irruzione nella sala da gioco, frequentata da George e spaventare i presenti riportando a casa il marito e gli altri compagni di gioco.

Un film comico che nonostante la patina del tempo resta una pietra miliare del genere. Qualche anno dopo, nel 1922, fu Fritz Lang a rispolverare il tema del poker ne Il Dottor Mabuse dove il malvagio protagonista, interpretato da Rudolf Klein-Rogge, veste i panni di uno psicanalista manipolatore esperto di giochi di carte. Fu in questo film che per la prima volta venne dettagliatamente trasposta sul grande schermo una partita a carte dove il Mabuse, grazie alla sua astuzia, riesce a vincere un’ingente somma di denaro ai danni di un incauto giocatore.

Il primo film sul gioco con sonoro è datato invece 1931. La pellicola in questione è Smart Money di Alfred E. Green con Edward G. Robinson, James Cagney e Evalyn Knapp. In questo film Nick Venizelos (Robinson) è un barbiere che intrattiene i suoi clienti con una sala da gioco nel retro della bottega. Nick è un abile giocatore e la maestria nel poker riesce a fruttargli ingenti somme di denaro sebbene la sua passione per le donne lo porterà progressivamente verso il declino. Il film fornisce uno spaccato interessante sull’epoca del proibizionismo negli USA quando il gioco era considerato ancora illegale.

Gioco e cinema hanno dunque trovato sin dalle origini di questo nuovo mezzo di comunicazione forti motivi d’incontro. Testimonianza diretta e contemporanea di questa accoppiata vincente sono anche i casinò online che annoverano, tra alcuni dei loro titoli, proposte che fanno l’occhiolino al cinema. Sono infatti tante le piattaforme online che dedicano spazio a giochi ispirati al mondo nel cinema. Ne è un esempio 888 casino online dove troviamo anche una slot a tema ispirata a Indiana Jones come è il caso di Book of RA, dove la grafica e l’estetica ricordano molto i film interpretati da Harrison Ford.

Insieme alla saga dell’intrepido archeologo ideato da Steven Spielberg vale la pena menzionare in questa sede altri capolavori dedicati al mondo del gioco come Casinò di Martin Scorsese del 1995. Un cast eccezionale composto tra gli altri da Robert De Niro, Joe Pesci e Sharon Stone ricostruisce l’epopea di Frank “Lefty” Rosenthal e Anthony “The Ant” Spilotro, due mafiosi statunitensi che avvelenarono il favoloso mondo di Las Vegas con le loro trame criminose.

Qualche anno dopo John Dahl scrisse una pagina memorabile del cinema di genere dirigendo in Il giocatore – Rounders, un’eccezionale squadra di star composta tra gli altri da Matt Damon, Edward Norton, John Turturro e John Malkovich. Questo film ha il merito di aver ricostruito dettagliatamente il mondo dell’Hold’em e degli appassionati di questa disciplina sportiva che sognano un giorno di poter competere ai WSOP (le World Series of Poker) di Las Vegas. Il film 21 di Robert Luketic, del 2008 con Kevin Spacey, Jim Sturgess, e Kate Bosworth, fornisce invece un interessante spaccato sul mondo del blackjack focalizzando la sua attenzione sulle vicende del MIT Blackjack Team, la squadra di studenti ed appassionati di calcolo dell’Università di tecnologia del Massachusetts che tra i primi anni ’80 e l’inizio del 2000 utilizzò raffinate tecniche matematiche per battere il banco nei maggiori casinò del mondo. Una vicenda estremamente interessante ripresa in maniera romanzata anche nel film Runner, Runner di Brad Furman del 2013 con Justin Timberlake, Ben Affleck e Gemma Arterton.

Anche la cinematografia italiana ha dato ampio spazio a questo genere di tematiche a partire da Montecarlo Gran Casinò dei fratelli Vanzina del 1987, un “cinepanettone” a tema gioco girato interamente nel Principato con Christian De Sica, Massimo Boldi, Ezio Greggio, Guido Nicheli e Mario Brega. Questo film ha gettato un simpatico sguardo sui vizi e le virtù degli italiani con la passione per il tavolo verde e si ispira senza mezzi termini a Crimen, un’altra pellicola comica del 1960 di Mario Camerini. In questo film comico dal retrogusto noir recitano mostri sacri del cinema italiano quali Alberto Sordi, Vittorio Gassmann, Nino Manfredi e Franca Valeri.

Il tema del poker visto in chiave drammatica è trattato in Regalo di Natale e La rivincita di Natale di Pupi Avati, serie di film usciti rispettivamente nel 1986 e nel 2004 con Diego Abatantuono, Gianni Cavina, Alessandro Haber, Carlo Delle Piane e George Eastman. Prendendo spunto dal celebre gioco di carte nel corso dei film vengono tracciati i profilo psicologici dei protagonisti in una storia di tradimenti, sconfitte e riscatto da vedere tutta d’un fiato. Anche Adriano Celentano è stato protagonista di un altro film sul gioco del poker, quell’Asso di Castellano e Pipolo del 1981 nel quale il molleggiato veste i panni di un fenomeno del tavolo verde che si ritrova invischiato nella “partita del secolo” contro un temibile gangster, il Marsigliese (interpretato da Francisco Copello).

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Nuovo Dpcm, musei verso la riapertura a gennaio

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Mancano pochi giorni alla presentazione del nuovo dpcm di gennaio, che dovrebbe dare indicazioni sulla riapertura (o meno) dei musei italiani. Da sabato 16 gennaio deve entrare infatti in vigore il nuovo decreto del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte con le misure per far fronte all’emergenza Covid. Rimarrà quasi certamente la suddivisione delle Regione in colori (giallo, arancione e rosso) e, oltre alle varie misure restrittive previste, c’è la possibilità che si inizi a pensare ad una cauta riapertura dei musei.

Si ricorda che gli spazi museali sono chiusi al pubblico dallo scorso 5 novembre 2020, completamente interdetti al pubblico se non nella forma di visite ed eventi virtuali. Per restituire un po’ di ossigeno al settore e ai cittadini vogliosi di tornare nei luoghi della cultura, il ministro per i Beni e le attività culturali Dario Franceschini ha chiesto al premier di inserire nel nuovo Dpcm di gennaio, a distanza di oltre due mesi dalla chiusura, la riapertura dei musei. Se succedesse, gli spazi museali verrebbero riaperti al pubblico con ingressi contingentati e misure di sicurezza tali da assicurare il distanziamento tra i visitatori.

Riapertura musei a gennaio: sì se il nuovo Dpcm lo prevede, ma solo in zona gialla

Attenzione però, qualora la proposta entrasse nel dpcm di gennaio che verrà annunciato nei  prossimi giorni (anche sul sito del Governo), varrebbe solo per le Regioni in zona gialla (in zona arancione e rossa i luoghi della cultura resterebbero comunque chiusi) e solo per le collezioni permanenti.  Nessun via libera – per il momento – all’apertura di nuove mostre temporanee o alla ripartenza di quelle già in corso prima della chiusura del 5 novembre. Siamo ancora dunque lontani dalla riapertura di tutti i musei sul territorio nazionale, ma il dpcm di gennaio potrebbe dare qualche primo segnale di ottimismo.

Un discorso diverso lo meritano le Regioni che potrebbero rientrare nella cosiddetta zona bianca di cui tanto si parla negli ultimi giorni. La zona bianca – che attualmente non esiste – dovrebbe essere una zona a rischio contagio molto basso: per intendersi, l’indice Rt dovrebbe stare al di sotto dello 0,5. Nella zona bianca dovrebbero poter riaprire non solo i musei, ma anche i teatri, i cinema, le palestre. Ma ahinoi allo stato attuale delle cose nessuna regione italiana si trova in questa in questa rosea situazione.