lunedì, 12 Maggio 2025
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Covid Toscana, 18 novembre: curva dei contagi e dati sul coronavirus

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Non si arresta la corsa del Covid in Toscana, il 18 novembre 2020: la curva dei contagi oggi è sempre in salita, con oltre 2.500 nuovi casi positivi al coronavirus registrati nelle ultime 24 ore, secondo le notizie contenute nel bollettino della Regione. Sempre alto il numero di morti, 55 i decessi comunicati oggi che si aggiungono ai 52 del precedente report; continua a preoccupare anche la situazione negli ospedali toscani con un aumento dei ricoverati, nei posti letto Covid e in terapia intensiva.

Buone notizie arrivano dal fronte dei tamponi con un record i test, oltre 22 mila in un giorno (il numero più alto dall’inizio dell’emergenza coronavirus in Toscana) e il rapporto tra positivi e tamponi che scende, timido segnale positivo sulla minor contagiosità. Grazie al balzo in avanti dei guariti, quasi 2.500 in un giorno, scende leggermente anche il numero di individui attualmente contagiati da Covid-19 in Toscana.

Ecco in sintesi i dati sui contagi di coronavirus, contenuti nel bollettino Covid diffuso oggi, 18 novembre, dalla Regione Toscana.

Coronavirus in Toscana il bollettino Covid del 18 novembre 2020

  • Nuovi contagi di Covid-19 rilevati in Toscana  durante le ultime 24 ore: 2.508  (ieri erano stati 2.361)
  • Persone attualmente affette dal coronavirus: 54.110 (-0,1%, 42 persone in meno)
  • Ricoveri totali nei posti di letto Covid: 2.087 (+18 persone rispetto a ieri)
  • di questi 282 (+5 persone) sono in terapia intensiva
  • Tamponi effettuati: 1.385.511 (+22.365 tamponi in più rispetto al precedente bollettino)
  • Rapporto positivi – tamponi: 11,2%
  • rapporto tra casi postivi e numero di tamponi (esclusi i test di controllo): 23,9% (ieri questo parametro era al 33,9%)

Contagi, Toscana sopra 86.000 casi di Covid: i dati aggiornati al 18 novembre

  • Contagi totali di coronavirus in Toscana dall’inizio della pandemia a oggi, 18 novembre 2020: 86.705
  • Morti per coronavirus in Toscana: 2.022 (+55 decessi comunicati oggi, ma alcune morti sono avvenute nelle settimane scorse, età media 83 anni)
  • Guariti totali: 30.573 (+2.495 persone dichiarate guarite nelle ultime 24 ore, +8,9%)
  • incidenza del virus Covid-19 in Toscana: 2.325 casi ogni 100.000 abitanti (settima regione in Italia)
  • tasso grezzo di mortalità per coronavirus in toscana: 77 deceduti ogni 100.000 abitanti (undicesima regione in Italia)
curva contagi covid toscana situazione
La curva dei contagi in Toscana. Fonte: Ars

Covid in Toscana: i contagi suddivisi per provincia

  • 24.509 i casi complessi di coronavirus a Firenze (671 in più rispetto al bollettino di ieri)
  • 7.620 a Prato (219 in più)
  • 7.326 a Pistoia (197 in più)
  • 8.490 a Lucca (429 in più)
  • 5.433 a Massa (213 in più)
  • 12.013 a Pisa (354 in più)
  • 6.043Livorno (169 in più)
  • 3.639 a Siena (51 in più)
  • 8.171 ad Arezzo (124 in più)
  • 2.906 a Grosseto (81 in più).
  • Restano 555 i casi positivi al Covid-19 notificati in Toscana, ma riferiti a persone residenti in altre regioni. 

Approfondimenti sul sito dell’Agenzia regionale di Sanità, aggiornati alle ore 18.00. Le notizie sui contagiati di coronavirus in Italia arriveranno nel tardo pomeriggio di oggi.

Il miglior calendario dell’avvento 2020 da comprare online: da Venchi a Dior

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Il Natale 2020 non è Natale senza calendario dell’avvento, e se il Covid ostacola lo shopping in presenza, in attesa del dpcm con le regole da seguire durante le festività, ecco una selezione dei migliori da comprare online. Ventiquattro caselle da aprire, una al giorno, fino alla vigilia: il calendario dell’avvento nasce come tradizione per i bambini ma negli ultimi anni sta diventando sempre più un vezzo per adulti, prova ne sono i tanti prodotti brandizzati che spopolano sempre più, da quello per make up e beauty fino a quello con tè e tisane.

Venchi, Lindt e Ferrero, il calendario dell’avvento di cioccolato

Il calendario dell’avvento col cioccolato rimane un classico anche per il 2020, sia per grandi che per piccini. Le finestrelle della cioccolateria Venchi sono tra le più gettonate, seguite a ruota da Lindt (che realizza il calendario in diversi formati) e Ferrero, che propone sia la variante “prestige” più adatta agli adulti, sia quella Kinder, con illustrazioni e cioccolatini su misura di bambino. Gli amanti del genere possono trovare anche un’altra specialità, il calendario dell’avvento firmato Haribo, con una super selezione di caramelle gommose.

24 sfumature di make up e beauty: il calendario dell’avvento 2020 da Dior a Kiko

calendario avvento dior 2020
Il calendario dell’avvento di Dior – Photo: Pagina Facebook Dior make up

La vera rivoluzione per gli appassionati del genere è il calendario dell’avvento 2020 con i prodotti di make up, profumeria, trucchi e beauty in genere, che sta spopolando sempre più. In ognuna delle 24 caselle un campione di prodotto o, nel caso delle grandi maison, delle vere e proprie miniature. Ce n’è per tutte le tasche dai 40 ai 400 euro a seconda della casa di produzione e della tipologia di prodotto.

I più ambiti sono quello di Dior, che nel 2020 ha ingaggiato l’artista e illustratrice Safia Ouares per creare una notte di magia tra le strade di Parigi (si acquista sul sito della maison al prezzo di 350 euro). Calendario dell’avvento deluxe made in Italy per Acqua di Parma che per 400 euro offre un grande cofanetto con una ricca selezione di prodotti. Più a buon mercato (95 euro), ma già sold out, il calendario dell’avvento di Lancome. Altre alternative sono quelle proposte da l’Erbolario, a 49 euro, e quelli di Sephora (a 39 euro) e Kiko (39 euro).

Lego e Playmobil, il cofanetto 2020 online per bambini di ogni età

Calendario avvento Lego Online 2020
Il calendario dell’avvento di Lego – Photo: Lego.com

Non si mangia, non si spruzza, non si spalma ma è l’ideale per i bambini di ogni età: il calendario dell’avvento 2020 di Lego. C’è la versione Harry Potter e quella di Star Wars, il Lego City e il Lego Friens, insomma gli amanti dei mattoncini colorati avranno di che divertirsi anche nei giorni che precedono il Natale. Il prezzo va dai 19 ai 29 euro a seconda del modello. Stesso concetto anche per il mini-mondo Playmobil, che propone varie alternative (dai 17 ai 43 euro).

Nespresso e Kusmi tea il calendario dell’avvento 2020 per gli amanti di caffè e tè

Anche i palati più sofisticati troveranno nel 2020 calendari perfetti: Nespresso ad esempio offre una miscela di caffè al giorno per tutto il periodo dell’avvento per la modica, si fa per dire, cifra di 35 euro mentre Kusmi tea, per lo stesso prezzo, offre una selezione di tè biologici.

Pixum e Cheerz, l’avvento 2020 con le foto di chi si ama

C’è chi infine al calendario dell’avvento di una grande azienda preferisce per il 2020 qualcosa di più speciale, che parli di sé e delle persone che si amano. Allora l’ideale è affidarsi a chi lavora con le immagini, come Cheerz o Pixum, applicazioni che consentono di creare calendari con le proprie foto. Per un Natale indimenticabile, anche se vissuto a distanza.

Zona rossa FAQ: risposte alle domande comuni sulle regole anti-Covid

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Toscana, Valle d’Aosta, Lombardia, Piemonte, Campania, Calabria: i cittadini di queste 6 regioni (più la provincia autonoma di Bolzano) ormai ben conoscono le regole fondamentali della zona rossa, ma alcuni dubbi pratici spesso restano insoluti, ecco perché abbiamo raccolto in questo articolo le “FAQ sulla zona rossa”, le risposte alle domandi comuni riguardo alle limitazioni stabilite dal Dpcm del 3 novembre nelle zone ad alto rischio Covid.

Differenza tra zona arancione e zona rossa

Come detto Valle d’Aosta, Lombardia, Piemonte, provincia autonoma di Bolzano, Toscana, Campania e Calabria sono al momento regioni in zona rossa: a differenza della fascia arancione, qui sono vietati gli spostamenti senza valide motivazioni (lavoro, salute, scuola, necessità) anche all’interno del proprio comune (e non solo fuori dal territorio comunale), per questo se si esce di casa bisogna portare con sé l’autocertificazione o compilarla davanti alle forze dell’ordine in caso di controlli.

L’altra differenza tra zona arancione e zona rossa è che nella seconda situazione sono chiuse anche le scuole medie, a eccezione delle prime classi. In zona rossa possono poi restare aperti solo i negozi di beni essenziali e ci sono limitazioni anche per lo sport con la chiusura dei centri sportivi e restrizioni per l’attività all’aperto.

Ma posso fare sport vicino casa o andare a fare la spesa anche fuori comune? E ancora si può fare visita ai congiunti? E affidare i bambini ai nonni? Ecco le FAQ della zona rossa, le risposte alle domande più comuni, con i link ai nostri articoli di approfondimento sulla regione Toscana, ma valide anche nelle altre zone ad alto rischio Covid.

Spesa fuori comune, shopping e negozi in zona rossa: le domande comuni

In zona rossa possono restare aperti solo i negozi di beni di prima necessità, individuati negli allegati 23 e 24 al Dpcm del 3 novembre, tra questi supermercati, alimentari, store di elettronica, tabaccai, edicole, ferramenta, farmacie, cartolerie, profumerie, lavanderie e negozi di sport. Ecco le domande più comuni in fatto di shopping e spesa nelle zone rosse.

Spostamenti in auto, attività motoria, sport: le FAQ per la zona rossa

Come detto si può uscire di casa solo per motivi di lavoro, salute, necessità e per andare a scuola alle lezioni in presenza, ma anche per fare una passeggiata e per fare attività sportiva (con molte limitazioni): ecco le FAQ agli spostamenti in zona rossa.

Visita ai congiunti e parenti in zona rossa, cimitero, messa e funerali: le regole del Dpcm

Le domande più comuni sulle regole del Dpcm, in una regione rossa come la Toscana, riguardano soprattutto due aspetti: le visite ai parenti e agli amici, oltre agli spostamenti verso i luoghi di culto, dalle chiese ai cimiteri. Ecco i link ai nostri articoli di approfondimento:

E le FAQ del governo sul coronavirus

Se non avete trovato chiarimenti sul vostro dubbio, è possibile consultare la pagina delle FAQ del governo, sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dove sono riportate le risposte ai quesiti più comuni per la zona rossa, arancione e gialla: basta cliccare sulla regione di interesse. Ricordiamo che in Abruzzo, a differenza della Toscana e delle altre regioni in zona rossa, le restrizioni legate al grado massimo di rischio per il Covid dipendono da un’ordinanza della Regione e non dalle regole nazionali.

Prim.Olio, la fiera dell’olio di Bagno a Ripoli si sposta online

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Bagno a Ripoli non molla Prim.Olio e sposta online la fiera dell’olio d’eccellenza. Il comune alle porte di Firenze, dove si contano alcune delle migliori aziende produttrici di olio extra vergine di oliva non intende rinunciare a Prim.Olio, la manifestazione che celebra il nettare d’oro all’indomani della spremitura autunnale. E così, nonostante lo spostamento della Toscana in zona rossa e l’annullamento delle manifestazioni in presenza, ha pensato bene di organizzare la kermesse sulla rete, con tante iniziative a cui poter partecipare dal 20 novembre al 20 dicembre.

Prim.Olio, il programma della rassegna online

La ventunesima edizione di Prim.Olio non sarà dunque ai giardini Campeggi, come consuetudine, ma nel grande spazio virtuale del web dove non sarà possibile assaggiare e annusare l’olio ottenuto dalle olive appena frante ma si potrà conoscere le aziende agricole del territorio e i frutti del loro lavoro, tante ricette a Km zero che hanno l’olio “novo” come protagonista, dirette video con esperti e professionisti della degustazione e l’immancabile concorso “Gocciola d’oro”, che premia i tre oli ripolesi ritenuti migliori.

Bagno a Ripoli, Prim.Olio va sul web: ecco il programma

Venerdì 20 novembre alle 17.30 ci sarà il taglio del nastro virtuale in diretta streaming. Sarà l’occasione per fare il punto sulle prospettive della filiera agricola e agroalimentare nel territorio ripolese, fiorentino e toscano, con particolare attenzione all’olivicoltura. Ad inaugurare la rassegna ci sarà la vicepresidente della Regione Toscana e assessore all’Agricoltura Stefania Saccardi, il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini e l’assessore Francesca Cellini, oltre a Filippo Legnaioli, vicepresidente CIA Toscana Centro, Simon Querci, responsabile di zona Firenze e Prato di Coldiretti, Sergio Berziga, direttore dell’Unione Agricoltori di Firenze e infine il presidente della Commissione speciale Agricoltura del Comune Riccardo Forconi.

La prima settimana di dicembre appuntamento con il concorso Gocciola d’Oro: gli esperti di olio extra vergine dell’Anapoo annunceranno in video-diretta la classifica degli oli giudicati più buoni, precedentemente analizzati e degustati. Gran finale  il 20 dicembre, con un’iniziativa per annunciare l’adesione ufficiale da parte del Comune di Bagno a Ripoli ad uno dei principali network dedicati all’olio extra-vergine d’oliva.

“Non potremo ritrovarci al tradizionale quartier generale ai Ponti, tutti insieme come eravamo abituati – dice il sindaco Francesco Casini -. Ma nonostante il periodo complesso, Prim.Olio non si ferma e prosegue con la XXII edizione. Un segnale alle tante realtà del territorio, vere e proprie eccellenze riconosciute in tutto il mondo con il loro olio di qualità, che in questi mesi come tanti altri settori avvertono le ripercussioni della pandemia. Con l’impegno e la speranza di poterci ritrovare nel 2021 di nuovo tutti insieme, con una nuova edizione di Prim.Olio ancora più bella e rinnovata”.

 

 

Posso andare nella seconda casa in zona arancione e rossa? Le regole

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Al mare, in campagna, in montagna. In molti se lo saranno domandato: posso andare nella seconda casa, magari nella stessa regione o nello stesso comune, se si vive in zona arancione o in una regione dichiarata zona rossa? La risposta breve è: non sempre si può andare alla seconda casa in zona arancione e pure in quella rossa, anzi quasi mai. Vediamo perché.

Zona arancione e zona rossa, si può andare nella seconda casa?

Vivere in una regione classificata come zona arancione comporta dei severi limiti agli spostamenti. C’è il divieto di uscire dalla regione stessa, ma è vietato anche uscire dal proprio comune di residenza. L’unica circolazione sempre ammessa è quella all’interno del proprio comune dalle ore 5 alle 22, nel rispetto del coprifuoco nazionale. Nella zona rossa invece il blocco degli spostamenti riguarda anche quelli compiuti all’interno del proprio comune.

Divieto di uscire: le eccezioni

Divieti che ammettono però delle eccezioni. Gli spostamenti in zona arancione e rossa sono consentiti per motivi di lavoro, di studio, di salute o di assoluta urgenza. Si può anche uscire dal comune di residenza per svolgere attività o usufruire di servizi non disponibili nel proprio comune. Le Faq del governo hanno fatto un po’ di chiarezza su quali siano le situazioni di urgenza e necessità.

E dunque, posso andare nella seconda casa in zona arancione? C’è un solo caso sempre ammesso, nel rispetto dell’orario tra le ore 5 e le 22: si può andare nella seconda casa se questa si trova nello stesso comune di residenza in zona arancione. Uno spostamento, questo, che viene equiparato a tutti gli altri spostamenti permessi all’interno del proprio comune.

Seconda casa in zona rossa o arancione: posso andare?

Se invece la seconda casa si trova in un altro comune in zona arancione o in un’altra regione, si può andare solo per “porre rimedio a situazioni sopravvenute e imprevedibili”. Ad esempio, un guasto, un crollo, la rottura degli impianti idraulici o del gas, effrazioni di ladri. E, anche in questo caso, il tempo dello spostamento deve essere “strettamente funzionale a sopperire tali situazioni”. Il tempo di arrivare, rimediare all’urgenza e poi si deve tornare nel proprio comune. Le stesse emergenze valgono in orario di coprifuoco (dalle 5 alle 22) per la seconda casa che si trova nello stesso comune. Se c’è una simile urgenza si può quindi uscire anche di notte.

Regole simili valgono per gli spostamenti verso la seconda casa in zona rossa: anche in questo caso si può andare nell’abitazione di proprietà, diversa da quella principale, solo in caso di emergenze improvvise, che mettono a rischio l’edificio, come rotture di tubi, crolli, effrazioni e via dicendo. Pure in zona rossa lo spostamento è permesso solo per il tempo necessario per risolvere la problematica: al termine bisogna lasciare la seconda casa e fare rientro nell’abitazione principale.

Zone rosse e arancioni anche nelle province: tornano gli spostamenti liberi?

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Zone rosse e zone arancioni tracciate non più soltanto sulla base dei confini delle regioni, ma anche su quelli delle province, con il conseguente allentamento delle misure restrittive e la ripresa degli spostamenti tra province diverse. È la possibilità al vaglio del governo e sostenuta da alcuni presidenti di regione.

Zone rosse e arancioni anche nelle province

D’altra parte il contagio non ha un andamento uniforme su tutto il territorio regionale. Ci sono differenze anche significative, soprattutto tra gli agglomerati metropolitani e i territori rurali o meno densamente abitati. In Toscana, ad esempio, il presidente della Regione Eugenio Giani ha detto che chiederà al ministro Speranza di riportare in zona arancione le province di Siena e Grosseto, non a caso di gran lunga le meno densamente abitate tra le 10 province toscane. Lì, gli indici del contagio sono meno allarmanti che nel resto della regione.

È lo stesso Dpcm 3 novembre, quello che aveva istituito la zona rossa e la zona arancione, a prevedere che nelle regioni in fascia di rischio alta possano esserci eccezioni per le province in cui il contagio da Covid corre più piano.

L’articolo 2 del Dpcm stabilisce che un’ordinanza del Ministro della salute adottata d’intesa con il presidente della Regione possa prevedere “in relazione a specifiche parti del territorio regionale, in ragione dell’andamento del rischio epidemiologico, l’esenzione dell’applicazione delle misure di cui al comma 4″. Le misure restrittive per le zone rosse e arancioni, appunto.

Spostamenti tra province: quando si può

Ciò significa che in certi casi potrebbero riprendere gli spostamenti tra province: solo a patto, però, che nelle regioni in zona rossa o arancione alcune province vengano “promosse” alla zona gialla. È appunto la zona gialla l’unica in cui sono consentiti gli spostamenti liberi, anche al di là dei confini dei comuni, delle province e persino delle regioni, purché si resti sempre in altre zone gialle. Resta in vigore però il coprifuoco dalle ore 22 alle 5.

Mercatini di Natale a Firenze e in Toscana 2020: bancarelle a rischio

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Le tipiche casette tedesche in piazza Santa Croce, il Christmas bazar americano, le bancarelle ad Arezzo e nel cuore di Montepulciano potrebbero restare un lontano ricordo: i mercatini di Natale, a Firenze come in Toscana, sono a rischio in questo 2020 funestato dall’emergenza Covid.

Tradizionalmente i primi banchi imbanditi con decorazioni e idee regalo spuntavano proprio in queste settimane, ma – almeno per il momento – ne dovremmo fare a meno. Insomma quello che si preannuncia è un Natale sottotono, anche per lo shopping delle feste: mentre le aperture dei negozi convenzionali sono a rischio nel caso la Toscana restasse in zona rossa ancora a lungo, i mercatini sono stati messi già “fuori legge”, almeno fino ai primi giorni di dicembre. Sempre che non arrivi una sorpresa sotto l’albero.

Nel 2020 a rischio i mercatini di Natale a Firenze e in Toscana

L’ultimo Dpcm ha infatti confermato in tutta Italia il divieto di organizzate fiere. In questa definizione rientrano pure i mercatini di Natale – ha chiarito il governo – e questo stop vale anche a Firenze e in Toscana, perché riguarda sia le regioni considerate zona gialla, sia quelle che ricadono nella fascia arancione o rossa.

Sul sito del governo, nelle FAQ al decreto della Presidenza del Consiglio, viene specificato che il divieto riguarda “le manifestazioni, anche a carattere commerciale di natura fieristica, realizzate fuori dell’ordinaria attività commerciale in spazi dedicati ad attività stabile o periodica di mercato”. E vengono citati proprio i mercatini di Natale: la Regione Toscana non ha la possibilità di decidere in autonomia l’apertura di questo tipo di eventi, come successo nei mesi scorsi, ma può solo disporre con ordinanze locali misure più restrittive.

A Firenze il Comune, in vista del Natale 2020, aveva lanciato nelle settimane scorse un bando per installare una ruota panoramica al piazzale Michelangelo, con tanto di mercatino di street food, poi l’idea è tramontata per l’aggravarsi dell’emergenza sanitaria. In centro sono già comparse le prime luminarie, ma sarà impossibile vedere quest’anno le strade dello shopping gremite di persone.

Luminarie Natale Firenze 2020
L’installazione 2020 delle luminarie di natale in via Tornabuoni a Firenze. Foto: Paola Bolletti

Fino a quando il divieto per i Christmas market?

Al momento lo stop ai mercatini (compresi quelli di Natale) è in vigore anche in Toscana fino al 3 dicembre 2020, l’ultimo giorno in cui saranno valide le restrizioni imposte dall’attuale Dpcm: sembra però probabile una proroga delle misure e del blocco delle fiere a oltranza. In ogni caso non potremo vivere i mercatini di Natale come l’anno scorso, perché lo shopping è già contingentato e limitato dalle norme anti-contagio.

Intanto per il prossimo decreto, soprannominato Dpcm di Natale, circolano già le prime ipotesi, tra le quali un coprifuoco “ritardato” per la vigilia di Natale e Capodanno, e la forte raccomandazione a tutti i cittadini perché organizzino cenoni solo tra pochi intimi nelle abitazioni private. Ma è ancora tutto da decidere.

Coronavirus in Toscana: 17 novembre, i dati di oggi sui contagi di Covid

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Luci e ombre dai dati del bollettino della Regione che fotografa la situazione del coronavirus in Toscana a oggi, 17 novembre 2020: i nuovi contagi di Covid diminuiscono leggermente, ma ci sono ancora segnali preoccupanti sul fronte del numero dei morti.

Le buone notizie: c’è un balzo dei guariti, più di 2.000 in un giorno, mentre diminuiscono le persone in terapia intensiva (7 in meno) e si abbassa il tasso dei ricoveri. Le cattive: oggi si contano purtroppo 52 morti, il virus continua a diffondersi al ritmo di oltre 2.000 nuovi casi ogni 24 ore (anche se la curva sembra stabilizzarsi), la percentuale di positivi rispetto al numero dei tamponi resta ancora a livelli di rischio. Secondo i dati del 17 novembre, in Toscana un terzo delle persone sottoposte per la prima volta al tampone risulta positivo al coronavirus.

Contagi in Toscana: il bollettino Covid del 17 novembre 2020

Ecco in sintesi i dati che la Regione Toscana ha trasmesso alla Protezione civile nazionale:

  • Nuovi contagi di Covid-19 rilevati in Toscana  durante le ultime 24 ore: 2.361 (ieri erano stati 2.433)
  • Persone attualmente affette dal coronavirus: 54.152 (+0,6%)
  • Ricoveri totali nei posti di letto Covid: 2.069 (+8 persone rispetto a ieri)
  • di questi 277 (-7 persone) sono in terapia intensiva
  • Tamponi effettuati: 1.363.146 (+15.695 tamponi in più rispetto al precedente bollettino)
  • rapporto tra casi postivi e numero di tamponi (esclusi i test di controllo): 33,9% (ieri questo parametro era al 37,4%)

Coronavirus in Toscana, i dati dall’inizio dell’epidemia a oggi 17 novembre

  • Contagi totali di coronavirus in Toscana dall’inizio della pandemia a oggi, 17 novembre 2020: 84.197
  • Morti per coronavirus in Toscana: 1.967 (+52 decessi solo oggi, età media 83 anni)
  • Guariti totali: 28.078 (+2.008 persone dichiarate guarite nelle ultime 24 ore)
  • incidenza del virus Covid-19 in Toscana: 2.258 casi ogni 100.000 abitanti (ottava regione in Italia)
  • tasso grezzo di mortalità per coronavirus in toscana: 52,7 deceduti ogni 100.000 abitanti (undicesima regione in Italia)

I contagi suddivisi per provincia

Ecco dati dei contagi in Toscana divisi per provincia (in base alla residenza dei pazienti) con il relativo incremento di positivi registrato oggi (17 novembre).

  • 23.838 i casi positivi in totale a Firenze (667 in più rispetto a ieri)
  • 7.401 a Prato (204 in più)
  • 7.129 a Pistoia (209 in più)
  • 5.220 a Massa (257 in più)
  • 8.061 a Lucca (354 in più)
  • 11.659 a Pisa (290 in più)
  • 5.874 a Livorno (155 in più)
  • 8.047 ad Arezzo (92 in più)
  • 3.588 a Siena (94 in più)
  • 2.825 a Grosseto (39 in più). Sono 555 i casi positivi notificati in Toscana, ma residenti in altre regioni.

555 i casi positivi notificati in Toscana, sono riferiti a persone residenti in altre regioni. Approfondimenti sul sito dell’Agenzia regionale di Sanità, aggiornati alle ore 18.00. Le notizie sui contagiati di coronavirus in Italia arriveranno nel tardo pomeriggio di oggi.

Sport, bici, pesca e passeggiate in zona rossa: cosa si può fare in Toscana

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Con l’entrata in vigore della zona rossa, in Toscana cambiano anche le regole per l’attività sportiva e quella motoria: dalle passeggiate alle uscite in bici, dalla corsa allo sport individuale fino alla pesca, ecco cosa si può fare e cosa no.

Sport individuale e attività motoria in zona rossa: corsa e passeggiate in Toscana

In zona rossa è consentito solo fare sport da soli e soltanto all’aperto: in Toscana quindi si può andare a correre o a fare jogging, ma mantenendo sempre la distanza di almeno 2 metri dalle altre persone. Non è consentito fare corse di gruppo. Chiusi i centri sportivi (che in zona arancione invece possono restare aperti), rimangono chiuse le palestre e sono sospese tutte le competizioni che non siano ritenute di interesse nazionale.

Per quanto riguarda l’attività motoria, ossia la classica camminata, da quando la Toscana è finita in zona rossa si può passeggiare soltanto in prossimità della propria abitazione, cosa significa?  Nel Dpcm non viene specificato con esattezza quanti metri ci si possa allontanare da casa, in alcune zone d’Italia – come al Nord – l’interpretazione delle norme ha fissato la distanza massima in 500 metri.

A piedi sono inoltre permessi gli spostamenti per gli altri motivi previsti dal decreto: per andare al lavoro, per accompagnare i figli a scuola, per recarsi in farmacia, in edicola o a fare la spesa al supermercato.

Si può andare in bici in zona rossa?

La risposta è sì: in Toscana, come nelle altre zone rosse, si può andare in bici anche lontano dalla propria abitazione, dentro e fuori dal comune per compiere gli spostamenti consentiti dal Dpcm, come ad esempio per arrivare sul posto di lavoro, per andare al supermercato o raggiungere l’ospedale o lo studio del proprio medico. Serve però l’autocertificazione.

In zona rossa è consentito anche salire in sella alla bicicletta per fare sport, ma in questo caso non si può andare fuori dal comune e non si può farlo in gruppo, ad esempio con altri ciclisti: il Dpcm vieta infatti gli assembramenti e impone i due metri di distanza quando si compie attività sportiva. Lo dicono anche i chiarimenti della Fiab, la Federazione italiana ambiente e bicicletta.

La pesca in zona rossa: no a quella sportiva e a quella amatoriale

Non si può pescare in zona rossa come invece avveniva durante la fase 2. Niente da fare per gli appassionati di ami e retini: fin quando la Toscana era in zona arancione, questa attività era permessa all’interno del proprio comune, in zona rossa invece la pesca sportiva dilettantistica o amatoriale non è permessa neppure nel fiume vicino casa. Lo chiarisco anche le FAQ del governo. Stessa sorte per la caccia in Toscana, vietata da quando è entrata in vigore la zona rossa.

Dov’è il Canto dei Bischeri e perché a Firenze si dice “bischero”

All’angolo di piazza del Duomo con via dell’Oriuolo si nota il Palazzo Guadagni, sorto alla metà del XVII secolo su disegno dell’architetto Gherardo Silvani, che scolpì anche lo stemma che adorna la facciata. La cantonata è denominata il Canto dei Bischeri dal nome della famiglia Bischeri – in Firenze fin dalla metà del XIII secolo – che diede alla Repubblica Fiorentina quattro gonfalonieri e quindici priori. Ma perché a Firenze si dice bischero?

L’origine del Canto dei Bischeri, nel centro di Firenze

Il suo stemma era d’oro, a tre gemelle in banda di nero. I Bischeri avevano palazzo, case e botteghe appunto sul suddetto angolo e su quello di fronte di via del Proconsolo con via dell’Oriuolo (già via degli Albertinelli e, dal Novecento, via Buia), dietro l’abside dell’antica cattedrale dedicata a Santa Reparata, la quale, divenuta troppo “piccola a comparizione di siffatta cittade” doveva essere sostituita. Al tempo della costruzione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, la comunità offrì un “equo indennizzo” a tutte quelle famiglie che venivano interessate dallo sfratto, per consentire lo sbancamento e i fondamenti della nuova costruzione.

Tutti accettarono, tranne la facoltosa famiglia dei Bischeri, che vanificò ogni tentativo di mediazione. Infatti, intuendo che le loro proprietà erano divenute indispensabili per tale imminente costruzione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, allo scopo speculativo di ottenere un più grande utile dalla vendita, temporeggiarono alle reiterate offerte di acquisto avanzate da parte del governo della Repubblica.

L’incendio

Dopo mesi di infruttuose trattative, una notte, improvvisamente, Firenze fu svegliata da sinistri bagliori, lunghe lingue di fuoco e nuvole di fumo acre si levarono dalla zona dove fervevano i lavori dell’Opera del Duomo. Le campane suonarono a distesa, i lumi vennero apposti alle finestre delle case adiacenti al luogo dell’incendio per rischiarare la strada all’accorrere dei soccorsi. Fiamme altissime alimentate anche dal vento proruppero il gigantesco incendio che distruggeva tutte le proprietà del Canto dei Bischeri, mandando in fumo anche l’ultima vantaggiosa offerta di acquisto. Fu il tracollo economico e morale della famiglia.

canto dei bischeri dove è a Firenze
Foto: M. Sani

Ecco perché in fiorentino si dice “bischero”

Da quel momento il loro nome fu usato in senso dispregiativo e beffardo per indicare persone che, ritenendosi troppo furbe, in realtà avevano poco senno. Quindi a Firenze “bischero” divenne lo spietato, facile bersaglio d’ironia, a tal punto da generare anche il noto proverbio “pe’ bischeri non c’è Paradiso”, in quanto la “categoria” degli sprovveduti che non sanno usufruire delle circostanze favorevoli, avrebbe trovato il modo di star male anche in quello splendido luogo dove non si può che stare bene. Ma di senno la famiglia Bischeri dimostrò di averne. Infatti, per liberarsi della poco dignitosa fama di sciocchi per non aver saputo curare i propri interessi, lasciarono la città ed emigrarono in Romagna e poi in Francia, dove fecero fortuna.

Il significato di “bischero” e il proverbio

Quando due secoli dopo decisero di ritornare a Firenze, mutato il nome in quello significativo di Guadagni, vollero prendere dimora proprio nella stessa zona dove sorgevano gli antichi fabbricati dei loro antenati, nel bel palazzo tuttora esistente all’angolo di piazza del Duomo e via dell’Oriuolo. Nonostante ciò, a Firenze, l’appellativo “bischero” è rimasto a significare, se pur non del tutto offensivo, un epiteto almeno di uno un po’ scemarello per bonarietà, tanto da generare anche il proverbio “Tre volte buono vuol dir bischero!”.

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