venerdì, 6 Giugno 2025
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Taglio Irap 2020, cosa prevede il Decreto rilancio

Un taglio della rata Irap 2020 che le imprese dovranno versare a giugno: è questa una delle misure previste nella bozza del Decreto rilancio e rivolta a tutte le aziende piccole e medie con fatturato inferiore a 250 milioni di euro. L’approvazione del testo definitivo è attesa per oggi, martedì 12 maggio.

Che cos’è l’Irap: il significato

Irap è l’acronimo di Imposta regionale sulle attività produttive: questo il significato della sigla che identifica l’imposta introdotta in Italia all’inizio del 1998 in sostituzione di altri tributi in vigore prima di allora.

È un’imposta che – semplificando – si calcola in modo proporzionale al fatturato, e quindi al valore della produzione, non agli utili. Si applica a tutti i soggetti che fanno impresa, qualsiasi sia la loro forma giuridica. La pagano le società in tutte le forme, i lavoratori autonomi (tranne quelli che rientrano nel regime dei minimi), i produttori agricoli. Pagano l’Irap anche le amministrazioni pubbliche e gli enti commerciali e non.

Il 90% del gettito Irap viene attribuito alle regioni e serve a finanziare il Fondo sanitario nazionale. L’Irap, secondo i dati 2011, finanzia il 30% della spesa sanitaria italiana.

L’Irap è una delle imposte più criticate e da almeno dieci anni si parla della sua possibile soppressione. Questo perché il fatto che venga calcolata in base al reddito comprensivo dei costi per il personale fa sì che pesi di più sulle grandi imprese, riducendone la redditività. In più, non tenendo conto dell’utile di esercizio, deve essere pagata anche dalle imprese con i conti in rosso, aggravandone la situazione.

Cosa dice il Decreto: taglio sulla rata Irap di giugno 2020

La bozza del Decreto rilancio prevede il taglio del saldo e dell’acconto Irap previsto per il 16 giugno 2020. Inizialmente era previsto che la misura riguardasse solo le imprese che avessero perso almeno un terzo del fatturato del mese di aprile 2020 rispetto allo stesso mese del 2019. Dopo le ultime discussioni il governo ha però deciso di togliere il vincolo della perdita nel volume di affari per snellire le procedure.

Il taglio dell’Irap riguarderà tutte le imprese con fatturato fino a 250 milioni di euro. La platea stimata è di 1,8 milioni di aziende. Non per tutte funzionerà però allo stesso modo. In particolare:

  • Le imprese più piccole, con ricavi fino a 5 milioni di euro, avranno il taglio totale della rata di giugno dell’Irap.
  • Quelle più grandi, con fatturato tra i 5 e i 250 milioni di euro, avranno uno sconto pari al 40% del primo acconto della rata Irap.

Le zanzare non possono trasmettere il coronavirus

Hanno iniziato a ronzare insistentemente nelle nostre case. Nelle grandi città sono iniziate a proliferare proprio perché le prime disinfestazioni sono saltate a causa dell’emergenza sanitaria del Covid-19. L’Istituto Superiore di Sanità ci fa tirare comunque un sospiro di sollievo: le punture di zanzare non possono trasmettere il coronavirus, assicurano gli esperti, bollando come bufala la notizia su un’eventuale legame di questi insetti con l’epidemia in atto.

Giorno dopo giorno, l’ISS pubblica sul suo sito le risposte ai dubbi più comuni e ha chiarito anche questo aspetto.

Come si trasmette il coronavirus

Il Covid-19, come ormai è risaputo, è un virus respiratorio e i contagi avvengono principalmente attraverso il sistema respiratorio umano: si trasmette da persona a persona grazie alle piccole goccioline (quelle che gli esperti chiamano droplet) emesse da soggetti positivi con starnuti o colpi di tosse. Un ruolo nell’infezione lo giocano anche le superfici, dove si sono depositate queste particelle invisibili a occhio nudo: toccando gli oggetti contaminati e poi portandosi  le mani alla bocca, al naso o agli occhi, c’è infatti un alto rischio di contagio.

Le punture di zanzare non trasmettono il coronavirus

Ad oggi non esiste alcuna prova scientifica che le zanzare, quelle comuni o la zanzara tigre, possano trasmettere il coronavirus dopo aver punto un soggetto positivo, dice l’Istituto Superiore di Sanità, e questo discorso vale anche per insetti simili che succhiano il sangue, come le zecche. C’è un’altra famiglia di patogeni, gli arbovirus, completamente diversi dal Covid-19, che possono invece usare questi veicoli per infettare altre persone, provocando ad esempio la febbre gialla o la dengue.

E le mosche? La risposta degli esperti dell’ISS è la stessa: non ci sono evidenze scientifiche che questi insetti siano portatori del virus volando da individuo a individuo. Zampironi e dispositivi anti-zanzare, sono utili ad allonatare questi sgraditi ospiti, fastidiosi ma non pericolosi per il coronavirus. Sul sito del Ministero della Salute sono elencate altre bufale sul Covid-19.

Taglio bollette, come funziona il bonus per le imprese previsto dal Decreto rilancio

Un taglio alle bollette della luce, un bonus per aiutare le piccole e medie imprese a far fronte alla crisi causata dal coronavirus: è una delle proposte inserite nella bozza del Decreto rilancio, già noto come decreto maggio, che il governo approverà al più tardi domani.

Una misura che, come riporta il testo della bozza, ha lo scopo di alleviare il peso delle bollette elettriche alle piccole attività produttive e commerciali danneggiate dall’emergenza coronavirus.

Bonus bollette: come funziona

Il taglio riguarderà la quota fissa delle bollette: si definisce così l’insieme degli oneri di sistema, della spesa per il trasporto dell’energia e della gestione del contatore. Si tratta di voci che vengono stabilite annualmente dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) e che per questo sono uguali per tutti i fornitori.

A gestire il bonus delle bollette delle imprese per coronavirus sarà la stessa Arera. L’Agenzia si occuperà di rideterminare le tariffe di distribuzione e misura dell’energia elettrica in questo modo:

  • Per i clienti non domestici alimentati in bassa tensione, saranno azzerate le attuali quote fisse indipendenti dalla potenza e gli oneri generali.
  • Per i clienti non domestici alimentati in bassa tensione e con potenza disponibile superiore a 3,3 kW le tariffe di rete e gli oneri saranno ricalcolati come se la loro potenza fosse pari a 3 kW. Senza che questo comporti, naturalmente, nessuna effettivamente limitazione di potenza.

Taglio delle bollette per le imprese, cosa prevede il Decreto rilancio

La misura riguarda un periodo di tre mesi: quelli di aprile, maggio e giugno 2020. Avrà un iter semplificato sia nelle procedure che nell’applicazione e le risorse saranno coperte direttamente dai fondi dell’Erario. Il costo dell’operazione stimato è di 600 milioni di euro.

Coronavirus in Toscana, nuovi casi al minimo: sono solo 13

Soltanto 13 nuovi casi in Toscana: un dato probabilmente condizionato dal minor numero di tamponi analizzati ieri (1.684) rispetto ai giorni feriali delle ultime settimane, ma resta il fatto che è l’aumento più contenuto addirittura dal 3 marzo scorso. Si registrano poi 79 nuovi guariti e 8 decessi: queste le ultime notizie sul contagio da coronavirus in Toscana secondo il bollettino di oggi, lunedì 11 maggio.

Il totale dei casi dall’inizio dell’epidemia sale a 9.787, con un aumento dello 0,1% rispetto a ieri. Migliora anche R0, l’indice di contagiosità, stabilmente sotto lo 0,6.

Ultime notizie sul coronavirus in Toscana: i dati del 11 maggio

Nella mappa del contagio in Toscana, Firenze è la provincia più colpita con 3.322 casi (6 in più rispetto a ieri). Nelle altre province si contano 539 casi a Prato (1 in più), 652 a Pistoia, 1.029 a Massa Carrara (1 in più), 1.329 a Lucca (1 in più), 868 a Pisa (1 in più), 535 a Livorno, 665 ad Arezzo (3 in più), 427 a Siena, 421 a Grosseto.

La Toscana si conferma al 10° posto in Italia come numerosità di casi, con circa 262 casi per 100.000 abitanti. La media italiana, a ieri, era di circa 363. Resta Massa Carrara la provincia più colpita con 528 casi ogni 100.000 abitanti, seguono Lucca con 343, Firenze con 328. Le più basse Siena e Livorno con 160.

Coronavirus in Toscana, le ultime notizie: il punto su guariti e ricoverati

Le persone in isolamento a casa sono 3.649, 70 in meno rispetto a ieri. Si tratta di persone rilevate positive al virus ma che hanno sintomi lievi o sono asintomatiche. Sono poi 9.803 (meno 134 rispetto a ieri) le persone isolate per aver avuto contatti con persone contagiate.

Scendono, anche se di poco, i ricoverati nei posti letto dedicati ai pazienti Covid. Sono 424 (4 in meno di ieri), di cui 77 in terapia intensiva (meno 1 rispetto a ieri).

Con i 79 guariti certificati da ieri il totale sale a 4.764. Si tratta di 1.216 persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e 3.548 (+79 persone, tutti i nuovi guariti da ieri) dichiarate guarite a tutti gli effetti, con doppio tampone negativo.

Otto nuovi decessi, 950 morti da inizio epidemia

I decessi sono 8, tre uomini e cinque donne con un’età media di 82 anni. Sei di questi in provincia di Firenze, uno a Massa Carrara, uno a Livorno. Il totale dei morti dall’inizio dell’epidemia tocca i 950. Sono 342 a Firenze 44 a Prato, 76 a Pistoia, 135 a Massa Carrara, 128 a Lucca, 78 a Pisa, 51 a Livorno, 44 ad Arezzo, 28 a Siena, 16 a Grosseto. Altre 8 persone sono decedute sul suolo toscano ma erano residenti fuori regione.

Il tasso grezzo di mortalità toscano (rapporto tra numero di deceduti e popolazione residente) è di 25,5 x 100.000 residenti contro il 50,6 della media italiana. La Toscana è la 12esima regione in Italia. Il tasso di mortalità più alto si riscontra a Massa Carrara (69,3 ogni 100.000), Lucca (33) e Firenze (33,8). Il più basso a Grosseto (7,2).

Per quanto riguarda i tamponi, i test eseguiti hanno raggiunto quota 179.469. Rispetto a ieri ci sono 1.261 test eseguiti in più e 1.684 test analizzati. Su questi numeri, circa la metà di quelli che si registrano abitualmente, pesa l’operatività limitata dei laboratori di analisi di domenica.

Quando esce il decreto maggio

È il provvedimento più atteso dell’anno, un pacchetto di misure straordinarie da 55 miliardi di euro, l’equivalente di quasi due finanziarie, per tentare di tenere in piedi tutto il sistema economico e produttivo del paese. Quando esce il decreto maggio? È ormai questione di pochi giorni per l’approvazione e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

Misure ancora più attese nel giorno in cui l’Unione Europea ha diffuso le sue stime sul calo del Pil della zona euro che prevedono per l’Italia un calo del 9,5% nel 2020, peggior dato dopo quello della Grecia.

Decreto maggio, attesa per la pubblicazione in Gazzetta ufficiale

Il decreto maggio servirà a tamponare le emergenze e a impostare alcuni strumenti utili alla ripartenza. In questi giorni i membri del governo si stanno confrontando con le parti sociali per mettere a punto le misure. Per oggi, ad esempio, è fissata la videoconferenza tra il ministro dell’economia Roberto Gualtieri e i rappresentanti di Confindustria, Ance, Confapi e Confprofessioni.

Cosa prevede il decreto maggio

I contenuti definitivi del decreto maggio si conosceranno solo quando esce, ma in linea di massima il provvedimento prevede queste misure:

  • Il rinnovo degli ammortizzatori sociali. Dal reddito di emergenza ai congedi parentali e i bonus baby sitter.
  • Nuovi contributi alle imprese, compresi incentivi a fondo perduto per quelle fino ai 5 milioni di fatturato. Oltre a strumenti per facilitare l’accesso al credito.
  • Il possibile prolungamento della sospensione dei pagamenti fiscali per le imprese, che chiedono anche l’allungamento dei termini per la restituzione dei prestiti garantiti introdotti dal decreto Cura Italia.
  • I bonus per gli autonomi e le partite Iva. Per il mese di marzo la sola Inps ha erogato 3,4 milioni di euro, ai quali si aggiungono i bonus delle casse private. L’importo dovrebbe essere confermato anche per il mese di aprile, e da maggio potrebbe salire a 1000 euro.
  • Un super ecobonus con detrazioni fino al 110 per cento per lavori di ristrutturazione e messa a norma.
  • Un pacchetto di provvedimenti a sostegno del turismo, uno dei settori più colpiti. Dal ristoro degli affitti a varie forme di credito d’imposta. Fino a un possibile bonus vacanze per chi sceglierà di trascorrere l’estate 2020 in Italia.
  • La regolarizzazione dei braccianti e dei lavoratori domestici immigrati irregolari proposta dalla ministra dell’agricoltura Teresa Bellanova, sulla quale il governo non ha ancora trovato l’accordo.
  • L’ipotesi di riduzione dell’orario di lavoro a parità di stipendio prospettata dalla ministra del lavoro Nunzia Catalfo. Proposta che avrebbe però già subito un ridimensionamento.
  • Misure accessorie come il bonus bici.

Maggiori dettagli su cosa prevede la bozza del Decreto maggio, ribattezzato Decreto rilancio.

Decreto maggio, quando esce?

C’è ancora molta incertezza sui tempi del decreto maggio: al momento è impossibile sapere con certezza quando esce, ma non mancano le ipotesi. Si era fatta strada l’idea di uno “spacchettamento” del decreto. Il primo pacchetto avrebbe dovuto contenere il rinnovo degli ammortizzatori sociali e dei bonus ai lavoratori, dato che si avvicina la scadenza del periodo coperto dal precedente decreto.

Ma, col passare dei giorni, si è tornati alla scelta di un decreto unico che comprenderà tutte le misure.

Il prossimo consiglio dei ministri si riunirà – in ritardo di almeno una settimana rispetto a quanto inizialmente previsto – nella serata di lunedì 11 maggio.

E non è detto che non ci sia un ulteriore slittamento. La riunione preparatoria del Consiglio dei ministri era prevista infatti nel primo pomeriggio dell’11 maggio, ma è stata poi rinviata alle ore 18. In quella sede tutte le proposte ancora sul tavolo prenderanno una forma definitiva.

Decreto rilancio, approvazione prevista tra 11 e 12 maggio

Il consiglio dei ministri dedicato al decreto maggio, ora noto come Decreto rilancio, si svolgerà a seguire, in serata. Tutto dipende però dalla durata della riunione pre-consiglio. Se si dovesse andare per le lunghe è possibile anche che tutto venga rimandato a domani, martedì 12 maggio.

Proprio martedì 12 maggio è previsto che inizi il voto in aula (a cominciare dalla Camera dei deputati) sugli emendamenti.

Il termine ultimo per l’approvazione del Decreto rilancio era fissato per lunedì 11 maggio, ma a questo punto non è da escludere che possa esserci un ultimo rinvio e dunque che il decreto maggio esca martedì 12 maggio.

Prima di illustrare i contenuti del decreto, il premier Giuseppe Conte e i ministri dovranno riferire in parlamento. È quanto prevede un emendamento votato alla Camera che introduce l’ascolto preventivo da parte del Parlamento.

Sanificazione ambienti e Covid: cosa si intende e come si fa in un negozio?

Scattano riaperture dei negozi a patto però del rispetto delle regole anti-coronavirus, tra queste l’uso delle mascherine, l’accesso contingentato delle persone, dispenser di gel igienizzanti mani, oltre all’obbligo della sanificazione degli ambienti prima di ritirare su il bandone come succede ad esempio in Toscana: ma cosa si intende e come si fa la sanificazione di un negozio? Esistono ditte specializzate che sanificano i luoghi ad esempio con l’ozono per un costo medio di circa 60 euro per 50 metri quadrati, ma ci sono anche le indicazioni del Ministero della Salute, contenute in una circolare dello scorso 22 febbraio riguardo alla prevenzione della diffusione del coronavirus Covid-19.

Il decreto cura Italia e il successivo decreto rilancio hanno inoltre previsto un bonus sanificazione, riconoscendo un credito di imposta alle aziende che predispongono operazioni per rendere sicuri ambienti e strumenti di lavoro.

Cosa si intende per sanificazione degli ambienti? Cosa significa?

Iniziamo dai tre gradini previsti dalla “scala” per rendere sicuri gli ambienti dal punto di vista igienico e sanitario: sul più basso c’è la comune pulizia, seguita dalla sanificazione, per arrivare infine alla disinfezione. Prima di sanificare un ambiente si parte dalla normale pulizia con acqua e sapone. Passare un comune detergente permette di rimuovere lo sporco visibile, come polvere, grasso e materiale organico.

Il secondo step è appunto la sanificazione, con questo termine si intende un intervento che elimina batteri e agenti contaminanti, abbassando drasticamente la carica batterica presente negli ambienti come quelli di un negozio o di una fabbrica, grazie a prodotti chimici specifici. Interessa sia i pavimenti, sia le varie superfici come tavoli, banconi e gli strumenti di lavoro.

Come si fa la sanificazione degli ambienti e di un negozio. I prodotti

Una definizione di sanificazione si trova nella circolare del 22 febbraio 2020 diffusa dal Ministero della Salute che indica le misure di igiene da prendere nei locali dove siano state presenti persone contagiate da coronavirus. La fase preventiva è quella di lavare i locali con acqua e con i comuni saponi.

Per la decontaminazione il Ministero della Salute raccomanda l’uso di ipoclorito di sodio diluito allo 0,1% (il che significa semplicemente candeggina). Per le superfici che possono essere danneggiate dall’ipoclorito di sodio, per la sanificazione viene suggerito l’utilizzo di prodotti a base di etanolo (alcool etilico) al 70% dopo la pulizia con un detergente neutro: queste sostanze eliminano i patogeni, inclusi quelli legati al virus Covid-19.

Vanno sanificate con particolare attenzione tutte le superfici toccate di frequente, come muri, porte, maniglie, finestre. La biancheria, come  le tende e altri materiali di tessuto, deve essere sottoposta a un lavaggio con sapone e acqua calda a 90 gradi. Se non è possibile a causa delle caratteristiche del tessuto, va aggiunto al ciclo di lavaggio candeggina o prodotti a base di ipoclorito di sodio. Qui in dettaglio i prodotti per la disinfettare le superfici e la procedura per sanificare i vestiti nei negozi di abbigliamento.

Cosa dice la circolare del 22 febbraio del Ministero della Salute

Queste indicazioni, come detto, sono riportate nero su bianco nella circolare numero 5443 del 22 febbraio 2020 sul Covid-19, redatta dal Ministero della Salute: ecco quindi in sintesi cosa prevede per la sanificazione degli ambienti non sanitari (stanze, uffici, mezzi di trasporto, negozi).

  1. Procedere prima di tutto alla normale pulizia con acqua e sapone;
  2. Per la sanificazione degli ambienti vengono raccomandati questi prodotti: ipoclorito di sodio 0,1% (candeggina) o dove non è possibile usarlo etanolo al 70% (alcol etilico);
  3. Questa pulizia approfondita deve riguardare in particolare le superfici toccate di frequente come porte, maniglie, finestre, banconi, bagni;
  4. Durante la sanificazione con prodotti chimici è meglio assicurare la ventilazione degli ambienti ed è consigliato indossare la mascherina

Qui il testo in pdf della circolare del Ministero della Salute.

Il bonus sanificazione Covid-19, come funziona il credito d’imposta

Il decreto rilancio ha rinnovato le misure in favore delle aziende che igienizzano gli ambienti di lavoro, grazie a un bonus sanificazione che prevede un meccanismo di credito d’imposta, pari al 60% delle spese sostenute nel 2020 per un massimo di 60 mila euro per ciascun beneficiario. Ne possono usufruire soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione; associazioni; fondazioni e gli altri enti privati, compresi quelli del terzo del settore.

Bonus affitto, credito d’imposta per imprese danneggiate dal coronavirus

Un bonus per le imprese piccole e medie in difficoltà a causa dell’emergenza coronavirus, un credito d’imposta per coprire fino al 60% dei costi di affitto dedicato a imprese e negozi: è la misura prevista nella bozza del Decreto rilancio. Il testo definitivo è atteso per i prossimi giorni.

Come funziona il bonus affitto

Il bonus affitto previsto dal Decreto Rilancio, il più ampio pacchetto di misure straordinarie di sostegno all’economia per le conseguenze del coronavirus, è a tutti gli effetti un credito di imposta. Ciò significa una detrazione – uno sconto – sulle tasse dovute da chi lo riceve, in questo caso le imprese che ne faranno richiesta.

Dall’industria al commerciale

Servirà a coprire parte dei costi dell’affitto di uffici, negozi e locali delle imprese di tutti i tipi che vorranno richiedere il bonus affitto: industriali, commerciali, artigianali, agricole e ogni azienda di servizi e di attività professionali.

Il bonus affitto sarà concesso anche agli enti non commerciali, ai soggetti del Terzo settore e a quelli religiosi.

Credito di imposta al 60%: i requisiti del bonus affitto

Il credito di imposta verrà riconosciuto fino al 60% del valore dell’affitto. Ma non sarà per tutti. Chi può richiedere il bonus affitto? Le imprese che soddisfino questi due requisiti:

  • ricavi non superiori ai 5 milioni di euro nel 2019.
  • una diminuzione del fatturato di almeno il 50% nel mese di aprile 2020 rispetto al periodo d’imposta precedente.

Unica eccezione le strutture alberghiere e ricettive, per le quali il credito non avrà requisiti legati al fatturato.

Il bonus affitto, così come previsto nella bozza del Decreto rilancio all’esame del governo, avrà durata di tre mesi. Il credito di imposta sarà cioè riconosciuto alle imprese che ne avranno diritto sugli affitti dei mesi di aprile, maggio e giugno.

Pacchetto scuola 2020/2021 a Firenze: come fare domanda

Dai libri scolastici al materiale didattico, fino al pagamento dei servizi. È aperto il bando del Comune di Firenze per fare domanda dei contributi previsti dal “Pacchetto scuola 2020/2021” per i bambini e i ragazzi iscritti alle scuole medie e superiori, provenienti da famiglie con basso reddito.

Per un mese e mezzo sarà possibile presentare richiesta online e poi sarà stilata una graduatoria per assegnate i fondi stanziati dalla Regione Toscana per il sostegno allo studio.

Pacchetto scuola 2020/2021, a chi spetta e come fare domanda

Possono fare domanda le famiglie con un Isee fino a 15.748,78, dall’11 maggio fino alle ore 20.00 del 30 giugno 2020, collegandosi alla rete civica con le credenziali per i servizi online. L’ordine di arrivo delle richieste non incide sulla graduatoria finale.

Ecco gli altri requisiti. Gli studenti o le studentesse devono essere residenti nel Comune di Firenze e iscritti a una scuola secondaria di primo o secondo grado (medio o superiori) oppure a un percorso di istruzione e formazione professionale  attivato in una scuola secondaria di secondo grado o promosso da un’agenzia formativa accreditata.

L’importo dei contributi

Alle famiglie che rientreranno nella graduatoria il pacchetto scuola 2020/2021 del Comune di Firenze prevede due tipi di contributi: quello standard da 300 euro e l’importo ridotto da 180 euro. I fondi saranno versati sul conto corrente indicato dal nucleo familiare.

“Sono fondi molto utili per garantire il diritto allo studio – ha detto l’assessore all’educazione del Comune di Firenze Sara Funaro – si finanziano benefici economici a favore degli studenti a basso reddito. Un aiuto importante che lo scorso anno ha visto l’erogazione del contributo a circa 2500 studenti fiorentini”. Tutte le informazioni sul sito del Comune di Firenze (questo il link).

Casalinghitudine: resto a casa e impasto

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“Spazi privati, modernità a ritmo lento e tanti, tanti carboidrati”. Casalinghitudine di Simona Santelli è un progetto nato col lockdown, durante l’emergenza Covid-19. Ideato da una professionista della comunicazione amante di lievitati e affini, come spesso accade alle idee vincenti nasce da un bisogno. Fin dall’inizio della quarantena infatti Simona riceve decine di richieste al giorno a tema lievitati. Per aiutare concretamente i neofiti panificatori casalinghi decide di unire il suo lavoro alla sua passione, che è cucinare. Nasce così Casalinghitudine, un contenitore interattivo aperto a chiunque sia curioso di imparare e condividere saperi ed esperienze. Ogni settimana una newsletter che contiene un breve racconto, consigli di lettura, suggerimenti su film, video, podcast e l’invito per il workshop online del sabato, ogni sabato l’incontro tramite piattaforma virtuale e la lezione di panificazione collettiva.

Lievito e web: il progetto Casalinghitudine

Gli ingredienti alla base del successo di Casalinghitudine, diventato un appuntamento fisso per decine di persone dall’inizio della quarantena ad oggi, sono semplici come il pane: socialità, condivisione e voglia di impastare.

“Abbiamo iniziato tra amici e in poco tempo siamo diventati molti di più”, racconta Simona Santelli. “In tantissimi mi scrivono per ringraziarmi di averli avvicinati alla panificazione, da sempre vista come una montagna invalicabile”. “Il lavoro che faccio – prosegue – è adattare ricette che sono ormai entrate nel mio quotidiano per un pubblico neofita, cercando di eliminare passaggi complessi e spiegando in maniera chiara le difficoltà. Quando, finita la diretta, i partecipanti postano sui social le loro opere percepire la loro soddisfazione è molto gratificante”.

Impastare è condividere

L’idea alla base del progetto di Simona è quello che rende l’esperienza qualcosa di più di una semplice lezione di cucina ed è la ricerca di rinnovate forme di socialità e condivisione. Casalinghitudine è l’esempio di come incontri digitali possano trasformarsi in vere occasioni di scambio e confronto avvicinando anche i meno avvezzi al web all’esperienza, con tanto di brindisi collettivo a fine lezione.

Una delle lezioni online di Casalinghitudine

“Siamo solo all’inizio di questo progetto. Il sito è in costruzione, a breve vorrei caricare i contenuti delle lezioni e avere una piattaforma che unisca le mie passioni: scrittura, cucina e fotografia. Non sono e non voglio essere una food blogger. Quello che mi piacerebbe fare è creare sinergia tra le persone, che oggi vedo animate da una consapevolezza nuova diventata estremamente forte durante il lockdown: il piacere di essere “casalinghi” in un’accezione moderna, intesa come tempo speso bene, per sé stessi e insieme agli altri, con la spina della routine staccata e la mente accesa, lucida, pensante”.

Il giro del mondo dei panificatori

Con i workshop online di Casalinghitudine, che sono gratuiti e aperti a tutti, fino ad oggi si è potuto imparare e impastare le seguenti ricette: schiacchiata toscana, buns (panini per hamburger), challa (pane tradizionale ebraico), taralli, bao (panini cinesi al vapore), schiacciata di Recco, pane arabo, rugbrød (pane di segale danese).

Per info e iscrizioni alla newsletter visitare il sito simonasantelli.it e seguire @simonasantelli su Instagram

Simona Santelli si racconta: “Mi pensato di prendermi un ufficio”

“Mi occupo di comunicazione e strategie digitali per le aziende da 12 anni. Sono free-lance da 3 anni e da 3 anni lavoro da casa. Non ho mai pensato di prendermi un ufficio: nel mio appartamento ci sto bene, ma proprio tanto. Non ho (quasi) mai avuto paura di abbrutirmi, ho sempre visto questa situazione come altamente privilegiata: tempo per alzarmi con calma, senza dover forzatamente parlare con colleghi di prima mattina, tempo per mangiare bene, tempo per farsi la dormitina post pranzo (sì, la faccio spesso). Il contrappasso: instabilità, emotività, continua lotta con se stessi.

Questa quarantena ci forza tutti in casa e molti fra i miei amici, mossi da istinto di sopravvivenza, stanno sperimentando un insolito ottimismo nonostante la situazione drammatica.

Uno dei miei motti preferiti è da sempre “let’s stay home”. Adesso ho voglia di provare a raccontarlo”.

Coronavirus in Toscana: 29 casi, 325 nuovi guariti

Ottavo giorno consecutivo sotto ai quaranta nuovi casi di coronavirus in Toscana: sono infatti 29 quelli riportati dal bollettino di oggi, 5 i decessi: queste le ultime notizie sul contagio di domenica 10 maggio.

L’indice di contagiosità, come informa il bollettino della Regione, si assesta stabilmente sotto 0,6. Il totale dei casi dall’inizio dell’epidemia raggiunge 9.774, di cui 4.147 oggi attualmente attivi.

Ultime notizie sul coronavirus in Toscana: i dati del 10 maggio

La mappa del contagio in Toscana vede Firenze come provincia più colpita in termini assoluti, con 3.316 casi complessivi (11 in più rispetto a ieri). Per quanto riguarda le altre province, sono 538 i casi a Prato (2 in più), 652 a Pistoia, 1.028 a Massa Carrara (6 in più), 1.328 a Lucca (4 in più), 867 a Pisa, 535 a Livorno, 662 ad b (2 in più), 427 a Siena, 421 a Grosseto (4 in più).

La Toscana si conferma al 10° posto in Italia per numerosità di casi, con circa 262 casi per 100.000 abitanti. La media italiana è di circa 362 ogni 100.000. Le province di notifica con il tasso più alto sono Massa Carrara con 528 casi ogni 100.000 abitanti, Lucca con 342, Firenze con 328, le più basse Arezzo e Livorno con 160.

Complessivamente, 3.719 persone sono in isolamento a casa con sintomi lievi o asintomatiche ma risultate positive (meno 286 rispetto a ieri, meno 7,1%). Altre 9.937 persone, anch’esse isolate, sono in sorveglianza attiva perché hanno avuto contatti con persone contagiate.

Scende, sebbene oggi lievemente, il numero dei pazienti ricoverati nei posti letto dedicati al Covid. Sono 428, 15 in meno di ieri. Di questi, 78 in terapia intensiva (meno 1 rispetto a ieri). È il punto più basso raggiunto dal 16 di marzo 2020 per i ricoveri totali dal 13 marzo per le terapie intensive.

Coronavirus in Toscana, le ultime notizie: 325 nuovi guariti

I guariti salgono a 4.685 con un balzo in avanti di ben 325 rispetto a ieri, il 7,5% in più. Si dividono tra 1.216 persone “clinicamente guarite” (meno 18 persone), divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e 3.469 (+343 persone, più 11,0%) guarite a tutti gli effetti, con doppio tampone negativo.

Si registrano poi 5 nuovi decessi: 2 uomini e 3 donne con un’età media di 83,4 anni.
Relativamente alla provincia di notifica del decesso, sono 2 le persone decedute nella provincia di Firenze, 1 a Prato, 1 a Lucca, 1 a Pisa. Sono 942 i deceduti dall’inizio dell’epidemia così ripartiti: 336 a Firenze 44 a Prato, 76 a Pistoia, 134 a Massa Carrara, 128 a Lucca, 78 a Pisa, 50 a Livorno, 44 ad Arezzo, 28 a Siena, 16 a Grosseto, 8 persone sono decedute sul suolo toscano ma erano residenti fuori regione.

Il tasso grezzo di mortalità toscano, cioè il numero di deceduti sulla popolazione residente, è di 25,3 ogni 100.000 residenti, contro il 50,6 x 100.000 della media italiana. La Toscana è la 12esima regione italiana per tasso di mortalità. Per quanto riguarda le province, il tasso di mortalità più alto si riscontra a Massa Carrara (68,8 x 100.000), e Firenze (33,2 x 100.000) e Lucca (33,0 x 100.000), il più basso a Grosseto (7,2 x 100.000).