mercoledì, 30 Aprile 2025
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Fase 2 e spostamenti tra Comuni: il 4 maggio si potrà uscire liberamente?

La fase 2 della “quarantena” per il coronavirus scatterà il 4 maggio 2020, lo ha confermato il premier Giuseppe Conte durante la conferenza stampa dedicata al nuovo dpcm (decreto del presidente del Consiglio): non si potrà uscire liberamente, ma saranno rimodulate le misure sugli spostamenti tra Comuni e Regioni, con un’apertura per camminate e jogging anche lontano da casa. Concesse anche le visite ai parenti, ma con regole ferree.

Le nuove misure per la fase 2 sono state definite insieme al gruppo di esperti guidato da Vittorio Colao e al comitato tecnico scientifico, per continuare a contenere i contagi da coronavirus, ma con qualche apertura in più. Qui il testo del decreto sulla fase 2 in pdf.

Spostamenti tra Comuni e tra regioni, cosa cambia dal 4 maggio per la fase 2?

In questo caso saranno diminuiti i vincoli, ma rimarranno forti limitazioni. Continueranno a essere vietati gli spostamenti tra Comuni vicini, però alla lista delle deroghe viene aggiunto un punto: si potrà viaggiare tra Comuni diversi (all’interno della stessa regione) per motivi di lavoro, di salute, di urgenza e inoltre per andare a visitare i parenti, sempre rispettando le distanze di sicurezza e con le mascherine (vedi sotto).

Restano vietati gli spostamenti interregionali, anche in questo caso è prevista qualche eccezione in più: lo si potrà fare per comprati motivi di lavoro o di salute e, dal 4 maggio, anche per rientrare presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.  Via libera quindi agli studenti fuori sede o ai lavoratori che erano rimasti bloccati con il lockdown lontano da casa, anche fuori regione. Per gli spostamenti continuerà a essere necessario il modulo di autocertificazione, che cambierà di nuovo, da compilare nel caso di controlli delle forze dell’ordine.

Nel decreto per la fase 2, non è previsto il divieto esplicito degli spostamenti verso le seconde case all’interno della propria regione: non è ancora chiaro però se dal 4 maggio si potrà andare in queste abitazioni di “villeggiatura”. Al momento fonti del governo riferiscono che l’orientamento è quello di considerare questi viaggi ingiustificati: raggiungere la seconda casa non sarebbe quindi considerato un motivo di necessità. Bisognerà quindi aspettare i chiarimenti dell’esecutivo, mentre alcune regioni come Liguria e Veneto hanno dato il via libera, al contrario della Toscana intenzionata a stoppare l’esodo verso le seconde case.

Coronavirus, la fase 2 della quarantena: sì alle visite ai parenti (congiunti)

Come detto una novità riguarda gli spostamenti tra Comuni all’interno della stessa regione: in questo caso dal 4 maggio sarà possibile fare visita ai parenti (ad esempio genitori, coniuge, figli, fratelli e sorelle e nonni), ma andranno rispettate le regole anti-contagio da coronavirus.

Quindi niente baci e abbracci, bisognerà stare a distanza (almeno di un metro) e indossare le mascherine, anche nelle case private dei familiari. Conte ha parlato in conferenza stampa di “spostamenti mirati per far visita ai congiunti”, precisando però che non saranno possibili assembramenti: vietate quindi rimpatriate dei parenti, feste private, cene e via dicendo.

Fase 2, posso fare la spesa in un supermercato fuori dal mio Comune?

Dal 4 maggio posso vedere il mio fidanzato? Chi sono i “congiunti”?

Sarà possibile andare a trovare il fidanzato o la fidanzata dopo il 4 maggio? E’ la domanda che si pongono in tanti, dopo l’annuncio del nuovo decreto sulla fase 2. Il dpcm prevede la possibilità di spostarsi tra Comuni all’interno della stessa regione per “incontrare i congiunti”: ma cosa significa? Secondo le varie fonti di diritto con congiunti si indicano i parenti più stretti, come nonni, genitori, figli, fratelli, sorelle, il coniuge o la persona con cui si è uniti civilmente. Ma in questo caso, a differenza delle notizie circolate inizialmente, si prende in considerazione una definizione più ampia.

Più esponenti del governo hanno precisato che nei congiunti rientrano “parenti e affini”, tra cui anche “conviventi, fidanzati stabili e affetti stabili”. Bisognerà comunque aspettare i chiarimenti del governo con la pubblicazione delle nuove Faq (le risposte alle domande più comuni).

Fase 2, dal 4 maggio si potrà uscire di casa?

Tra gli interventi più attesi dai comuni cittadini anche l’allentamento della stretta per i piccoli spostamenti durante la fase 2, in particolare per fare passeggiate o una corsa: dal 4 maggio 2020 sarà possibile fare attività sportiva (jogging o simili) e attività motoria all’aperto (camminate) anche lontano da casa, purché da soli o al massimo in due. Bisognerà mantenere comunque la distanza di sicurezza dalle altre persone: almeno 2 metri per l’attività sportiva più intensa, almeno un metro per la semplice attività motoria. Restano vietate le attività ludiche. Ok alle uscite dei bambini per una passeggiata, accompagnati da un solo genitore.

Fase 2, il calendario delle riaperture

Bambini al parco, il via libera dal 4 maggio (con regole)

Dal 4 maggio è prevista la riapertura di ville e parchi per permettere anche ai bambini di tornare a prendere una boccata d’aria, ma solo nelle aree verdi dove sarà possibile contingentare gli ingressi. Anche nei giardini sarà dunque necessario mantenere la distanza di sicurezza di almeno un metro e non ci potranno essere assembramenti: no a partitelle di calcio, giochi di gruppo con gli amici. Vietati anche i picnic e non sarà consentito fermarsi a prendere il sole.

Giochi, scivoli e aree ludiche per bambini resteranno chiuse, se non sarà possibile prevedere l’ingresso contingentato e in ogni caso spetterà ai singoli sindaci chiudere i parchi o le aree verdi dove non sarà possibile garantire un ingresso scaglionato.

Con il decreto, dal 4 maggio via libera ai funerali, ma con limitazioni

Dal 4 maggio si potranno fare funerali e saranno possibili gli spostamenti per partecipare alle esequie, ma il decreto concede questa possibilità solo ai partenti più stretti, di primo e secondo grado. Durante la fase 2 le cerimonie si dovranno svolgere, quando possibile, all’aperto, tutti dovranno indossare la mascherina e rispettare la distanza di sicurezza di almeno un metro. Niente baci, bracci e strette di mano, quindi, anche le condoglianze andranno fatte a distanza.

Coronavirus, la fase 3 in Italia: quando inizia e cosa prevede

 

Ecco la nuova autocertificazione per la fase 2, ma è un fake (da ridere)

Con la fase 2 il modulo di autocertificazione per motivare gli spostamenti cambierà per l’ennesima volta, visto che dovrà contemplare anche la visita ai congiunti, e così l’ironia della rete si scatena, producendo una nuova versione del “lasciapassare” per il 4 maggio tutta da ridere.

A ispirare questo fake spassoso è stato proprio il dibattito che si è generato intorno a questa piccola parola, “congiunti”, pronunciata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante la conferenza stampa sulla fase 2 e inserita nel nuovo decreto per l’emergenza coronavirus. Nel giro di poche ore si è scatenata la discussione: cosa significa congiunti: parenti stretti? Oppure si possono andare a trovare anche i fidanzati? E ancora: questa definizione comprende i partner dello stesso sesso che non sono uniti civilmente? Un bel rompicapo burocratico.

4 maggio, la nuova autocertificazione per la fase 2… falsa

Ecco quindi sfornata la nuova autocertificazione (fake) per la fase 2:  il falso modulo, al terzo punto prevedere come motivazione per gli spostamenti la “necessità di recarsi in visita al/alla proprio/a congiunto/a” con una lunga sequenza di opzioni da barrare, una più ridicola dell’altra. Si va dai parenti agli affini fino ai “collaterali”, con le sottocategorie più cavillose che prevedo anche familiari “entro un grado maggiore al terzo ma inferiore al sesto”.

autocertificazione 4 maggio fase 2 fake fidanzato congiunti

Ma l’ironia, in questa autocertificazione fake per il 4 maggio, si scatena soprattutto con il capitolo dedicato alle visite e agli spostamenti per vedere il fidanzato: c’è la dicitura fidanzato stabile (ma bisogna specificare  se  la promessa ufficiale di matrimonio è stata pronunciata in piedi o in ginocchio oppure se sta per essere fatta) e poi quella dell’affetto stabile (con varie opzioni come “aspetto una proposta” o “ora vado a provarci”).

E il vero modulo da scaricare

Per la cronaca: il modello in vigore ad aprile e fino a al 4 maggio (salvo modifiche dell’ultimo minuto) è quello aggiornato a quasi un mese fa, qui il link per scaricare il modello in pdf e word editabile.

Per chi ancora si sta chiedendo se dal 4 maggio potrà vedere il fidanzato o la fidanzata, la risposta è sì: diversi esponenti del governo hanno spiegato che con congiunti si indicano non solo i parenti stretti, ma anche i fidanzati e le persone con cui esiste un vincolo affettivo forte. Niente baci e abbracci però, il decreto prevede l’obbligo di indossare la mascherina e rispettare la distanza di sicurezza anche durante queste visite in abitazioni private. Chi controllerà? Forse l’argomento potrebbe essere lo spunto per una nuova autocertificazione.

Toscana, si può tornare a correre lontano da casa. In arrivo l’ordinanza

Sì all’attività motoria all’aperto anche oltre la prossimità all’abitazione. Tradotto: in Toscana si può correre anche lontano da casa. Questa l’intenzione del presidente della Regione Enrico Rossi che ha annunciato di voler firmare entro le prossime ore un provvedimento che lo consenta.

Attività motoria anche lontano da casa: in Toscana si torna a correre

“Mi piacerebbe – dichiara Rossi in una nota –,  con il consenso dei sindaci, permettere da subito attività motoria all’interno del territorio comunale, a piedi o in bicicletta“. Si potrà quindi correre, passeggiare o andare in bicicletta liberamente all’interno del proprio comune, anche lontano da casa.

Fase 2, attività motoria consentita dal 4 maggio: cosa si intende

Correre sì, ma a distanza e con la mascherina

Restano le misure di sicurezza: lo si potrà fare solo mantenendo il distanziamento sociale, indossando mascherine e in modo individuale. Con le uniche eccezioni dei genitori che potranno accompagnare i figli minorenni e delle persone non completamente autosufficienti che potranno avere un accompagnatore.

Coronavirus, andare all’orto si può: ordinanza della Regione Toscana

Oltre a questo si dovranno rispettare tutte le disposizioni nazionali e quelle stabilite con le ordinanze dei sindaci. “È una misura importante che potrebbe aiutarci a preparare gradualmente una nuova normalità nel segno della responsabilità e dell’umanità, in cui poter convivere a lungo con il virus in sicurezza e con dignità”, ha detto Rossi.

No alla riapertura delle seconde casa in Toscana

Rossi ha poi tenuto a chiarire la questione delle seconde case. “Non penso affatto alla riapertura delle seconde case in Toscana. La discesa verso le seconde case dal nord all’inizio della pandemia è stata purtroppo fonte di diffusione del contagio”.

Frena il contagio in Toscana: solo 52 nuovi casi. Le notizie del 28 aprile

Sono 52 i nuovi casi di coronavirus in Toscana, e stavolta non c’entrano i pochi tamponi analizzati: il bollettino di oggi, martedì 28 aprile, riporta il numero minimo di nuove positività registrato in Toscana dal 12 marzo scorso. Le ultime notizie parlano però anche di 16 nuovi decessi.

Ieri i nuovi positivi erano stati 38, ma la stessa Regione Toscana specificava nel suo report giornaliero che il dato era in parte dovuto al fatto che uno dei laboratori di analisi dei tamponi si era fermato nella giornata di domenica. Oggi no: con 4.569 tamponi fatti da ieri e 4.174 analizzati, i 52 nuovi casi sono una buona notizia.

Nuovi casi al minimo da metà marzo

Il totale dei contagiati in Toscana dall’inizio dell’epidemia di coronavirus sale a 9.231. Sono così distribuiti sul territorio: 3.039 i casi segnalati in provincia di Firenze (28 in più rispetto a ieri), 515 a Prato (2 in più), 621 a Pistoia (3 in più), 987 a Massa Carrara (4 in più), 1.269 a Lucca (4 in più), 844 a Pisa (4 in più), 511 a Livorno (3 in più), 620 ad Arezzo (1 in più), 421 a Siena (1 in più), 404 a Grosseto (2 in più). Trentatre in più quindi i casi riscontrati oggi nell’Asl centro, 15 nella nord ovest, 4 nella sud est.

La Toscana resta al decimo posto tra le regioni italiane per numerosità di casi con circa 248 casi per 100.000 abitanti. La media nazionale, a ieri, era di circa 330 ogni 100.000. Le province con il tasso più alto sono Massa Carrara, con 506 casi, Lucca con 327, Firenze con 300, la più bassa Livorno con 153.

Le ultime notizie sul coronavirus in Toscana

Il bollettino di oggi riporta poi 16 decessi nelle ultime ventiquattro ore. Si tratta di  8 uomini e 8 donne con un’età media di 85,2 anni. Di questi, 9 sono deceduti nella provincia di Firenze, 1 a Massa, 4 a Lucca 2 ad Arezzo.

Il totale dei morti con coronavirus in Toscana sale a 811: 267 a Firenze 40 a Prato, 73 a Pistoia, 115 a Massa, 116 a Lucca, 71 a Pisa, 44 a Livorno, 36 ad Arezzo, 26 a Siena, 16 a Grosseto, 7 persone sono decedute sul suolo toscano ma erano residenti fuori regione.
Il tasso grezzo di mortalità toscano (numero di deceduti/popolazione residente) per Covid-19 è di 21,7 x 100.000 residenti contro il 44,7 x 100.000 della media italiana (12esima regione).

Aumentano ancora i guariti, 123 in più da ieri. Il totale è oggi di 2.524: si tratta di 1.165  “clinicamente guariti” (+32 persone) e 1.359 guarigioni virali (+91 persone). Si riducono ancora i ricoverati nei posti letto dedicati ai pazienti Covid, che oggi sono complessivamente 763, 62 in meno di ieri. Una diminuzione pari al 7,5%, di cui 144 in terapia intensiva (meno 10 rispetto a ieri).

È il punto più basso raggiunto dal 19 di marzo 2020 per i ricoveri totali. I ricoverati per Covid-9 sono il 12,9% degli attualmente positivi (i casi totali da cui sono stati sottratti i casi deceduti e i guariti), dato inferiore alla media italiana, che pone la Toscana al quart’ultimo posto.

Coronavirus, ultime notizie dalla Toscana (28 aprile)

Ci sono poi 5.133 persone in isolamento a casa con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, oppure prive di sintomi (25 in meno rispetto a ieri). Sono 15.392 (meno 4 rispetto a ieri) le persone, anch’esse isolate, in sorveglianza attiva perché hanno avuto contatti con persone contagiate (Asl centro 8.577, nord ovest 5.937, sud est 878).

I tamponi eseguiti toccano quota 133.617. Questi i dati aggiornati alle ore 12 di oggi trasmessi dalla Regione alla Protezione Civile Nazionale.

 

Orti sociali, si studia la riapertura dal 4 maggio

Sono rimasti chiusi per l’emergenza coronavirus, nonostante il via libera della Regione Toscana agli “agricoltori fai da te” , ma il 4 maggio potrebbe sancire la riapertura degli orti sociali di Firenze. Il Comune sta studiando come far tornare, in tutta sicurezza, anziani e famiglie a prendersi cura di questi fazzoletti di verde, affidati ogni anno ai cittadini dai diversi Quartieri.

Orti sociali di Firenze, le misure per la riapertura dal 4 maggio

Palazzo Vecchio sta definendo infatti un piano per la riapertura progressiva degli orti urbani, che potrebbe partire proprio con la fase 2 il prossimo 4 maggio. Dovranno però essere definite delle regole per il contingentamento degli ingressi, per assicurare così la distanza di sicurezza tra i fruitori del servizio, anche negli spazi comuni. L’amministrazione si sta muovendo in questa direzione: lo ha annunciato l’assessore al welfare Andrea Vannucci, rispondendo a una domanda di attualità in Consiglio Comunale.

La chiusura dei cancelli degli orti sociali era stata decisa lo scorso 18 marzo dal sindaco di Firenze Dario Nardella per evitare assembramenti di persone e per limitare la diffusione del contagio proprio tra i soggetti più esposti ai rischi del Covid-19. Per questo motivo la serrata è continuata anche dopo l’ordinanza della Regione Toscana che ha consentito gli spostamenti delle persone verso gli orti, per prendersi cura delle coltivazioni.

Le regole sugli orti (privati)

In Toscana chi possiede un piccolo appezzamento di terreno o un piccolo allevamento di animali può andare a prendersi cura dell’orto, anche uscendo dal proprio Comune, ma non più di una volta al giorno e accompagnato al massimo da un altro componente del nucleo familiare.

Coronavirus: bollo auto, revisione, assicurazione e cambio gomme

Si può uscire per andare a fare il cambio delle gomme invernali e mettere quelle estive o bisogna aspettare il 4 maggio? E con l’emergenza coronavirus cosa cambia per il pagamento del bollo auto, dell’assicurazione e per la scadenza della revisione? Dopo più di un mese e mezzo di pit stop forzato, anche le macchine scaldano i motori in vista della fase 2, ma gli automobilisti si trovano alle prese con molti dubbi riguardo alle scadenze, cerchiamo di fare chiarezza.

Il pagamento del bollo auto 2020: proroga o esenzione?

Le regole sul pagamento del bollo auto cambiano da regione a regione, visto che si tratta di una tassa locale:  alcune ne hanno prorogato la scadenza, altre stanno pensando addirittura all’esenzione per l’intero 2020, a causa dell’emergenza coronavirus. Nel dettaglio:

  • In Toscana chi avrebbe dovuto pagare il bollo auto entro il 31 marzo, il 30 aprile o il 30 maggio, potrà farlo entro il 30 giugno senza sanzioni e interessi;
  • In Valle d’Aosta, Marche e Abruzzo la proroga del pagamento, senza costi aggiuntivi, è fino al 31 luglio;
  • La possibilità di rimandare il pagamento entro il 30 giugno, senza versare un euro in più, è prevista anche in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lazio, Umbria, Campania e Calabria;

Trentino, Molise, Puglia, Basilicata e Sardegna non hanno ancora deciso la sospensione temporanea del pagamento del bollo auto 2020. La Sicilia invece sta lavorando per introdurre l’esenzione dal pagamento del bollo auto 2020 per le vetture con una cilindrata inferiore ai 1400 a seguito dell’emergenza coronavirus. La misura è inserita all’interno della finanziaria siciliana che dovrà ricevere l’ok dell’assemblea regionale.

Coronavirus, la scadenza della revisione auto. E della patente

L’emergenza Covid-19 ha provocato anche una proroga della scadenza per le procedure di revisione auto: per i veicoli con la revisione che scade da qui al 31 luglio è consentito circolare fino al 31 ottobre 2020. Discorso analogo per chi ha la patente scaduta in questi primi mesi del 2020: c’è tempo fino il 31 agosto per rinnovarla card. Più dettagli sul sito della Polizia di Stato.

Assicurazione auto, proroga della validità per l’emergenza Covid-19

Sono due le misure che riguardano il mondo della Rca auto: un emendamento al Decreto Cura Italia dà la possibilità della sospensione dell’assicurazione fino al 31 luglio senza penali (ma il veicolo deve restare fermo e in un’area privata); sempre fino al 31 luglio c’è più tempo per rinnovare il contratto, entro i 30 giorni dalla data di scadenza (e non 15 giorni come succedeva finora). Intanto ci sono delle compagnie di assicurazione, come ad esempio UnipolSai con l’iniziativa “Un mese per te”, che hanno previsto sconti per le Rca auto dei clienti.

Coronavirus, cambio delle gomme invernali ed estive

Un’ultima questione riguarda il viaggio verso il gommista per fare il cambio degli pneumatici per mettere le gomme  estive: dopo il 15 aprile è finito infatti l’obbligo delle dotazioni invernali. La sostituzione è obbligatoria entro il 15 maggio solo per i veicoli con gomme invernali con codice di velocità più basso rispetto a quello indicato sulla carta di circolazione.

E gli altri possono andare dal gommista? No, il cambio delle gomme non è un motivo di necessità valido per compiere spostamenti, ad eccezione di chi usa la macchina anche in questi giorni di lockdown per andare al lavoro o per improrogabili motivi di salute. Altrimenti bisognerà aspettare il 4 maggio per una prima parziale riapertura. Nell’attesa è consigliabile contattare l’officina di fiducia per fissare un appuntamento.

Fase 2, attività motoria consentita dal 4 maggio: cosa si intende

Tra le cose che si potrà tornare a fare nella fase 2, dal 4 maggio, ci sono anche l’attività motoria e l’attività sportiva. A stabilirlo è il più recente Decreto del presidente del consiglio, il Dpcm 26 aprile. Ma cosa significa e quali sono le differenze?

L’articolo 1, lettera f, del decreto stabilisce che dal 4 maggio “è consentito svolgere individualmente, ovvero con accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti, attività sportiva o attività motoria, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività”.

Fase 2, consentita l’attività motoria all’aperto

Si parla, per il momento, di attività all’aperto. Palestre e centri sportivi resteranno chiusi anche dopo il 4 maggio e in casa propria si è liberi di allenarsi come si vuole, nei limiti dello spazio.

I “paletti” restano dunque due:

  • L’attività deve essere individuale, salvo nei casi espressamente specificati (bambini e persone non autosufficienti).
  • Si deve mantenere la distanza di un metro nel caso di attività motroria, di due metri nel caso di attività sportiva.

I codici Ateco che possono lavorare nella fase 2: l’elenco in pdf della riapertura dal 4 maggio

Cosa si intende per attività motoria: la definizione del Ministero

Ma quali sono le differenze tra attività motoria e attività sportiva? Il punto non è del tutto chiaro. Il Ministero della salute, riprendendo l’Organizzazione mondiale della sanità, dà questa definizione di attività motoria: “L’espressione “attività motoria” è sostanzialmente sinonimo di attività fisica”. E per attività fisica si intende “qualunque movimento determinato dal sistema muscolo-scheletrico che si traduce in un dispendio energetico superiore a quello delle condizioni di riposo”.

Dalla passeggiata alla bicicletta: esempi di attività motoria

Il concetto di attività fisica – precisa il ministero – è molto ampio. La definizione di attività motoria si adatta quindi tanto alla camminata quanto a un giro in bicicletta e la corsa. Tutto quello che si fa in solitaria per tenersi in forma.

Quali sono le differenze con l’attività sportiva? Che come tale si intende, precisa il Ministero, “l’attività fisica in forma strutturata, pianificata ed eseguita regolarmente”. Lo sport, con le sue situazioni competitive, le sue strutture e le sue regole.

Fase 2 e spostamenti tra Comuni: il 4 maggio si potrà uscire liberamente?

Solo che le strutture per lo sport sono chiuse e gli allenamenti in forma collettiva restano vietati fino al 18 maggio, quando potranno riprendere ad allenarsi (anche in gruppo) soltanto gli atleti professionisti e quelli di riconosciuto interesse nazionale.

Dal 4 maggio si può andare a correre (anche lontano da casa)

Quel che si domandano gli sportivi senza velleità agonistiche è: posso tornare a correre dal 4 maggio? La risposta è sì, nella fase 2 si può di nuovo andare a correre all’aperto, trattandosi di attività motoria. Sempre con l’accortezza della distanza interpersonale da mantenere.

Cade anche il divieto di potersi allontanare dalla propria abitazione e dunque si potrà andare a correre anche lontano da casa. Il decreto non specifica un raggio massimo entro il quale ci si può spostare e dunque l’unico divieto teorico resta quello di uscire dalla propria regione di residenza. Si potrà insomma correre o andare in bici ovunque all’interno della regione. Molto sta al buon senso dei runner che, anche per un migliore allenamento, dovranno evitare i posti più affollati delle città e allo stesso tempo gli spostamenti eccessivi.

Gli spostamenti nella fase 2: il piano di Firenze per bus, tramvia e ztl

Più piste ciclabili anche temporanee, arrivano i monopattini elettrici e il bike sharing a pedalata assistita, la ztl resta attiva ma debutta un mini-abbonamento per il parcheggio nelle strisce blu, bus e tramvia saranno a numero chiuso: Firenze studia il suo piano della mobilità, per gli spostamenti durante la fase 2 dell’emergenza coronavirus. I mezzi pubblici non potranno essere più stipati di persone e quindi si pensano soluzioni alternative per evitare un boom del traffico.

La linea di Palazzo Vecchio è quella di incentivare mezzi di spostamento alternativi  all’auto privata, come le biciclette o il car sharing. “Nessun appello all’uso di mezzi privati, auto in primis – ha chiarito il sindaco Dario Nardella – rischiamo ingorghi in tutta l’area metropolitana oltre a un forte aumento dell’inquinamento assolutamente da evitare”. Molti studi in corso, dice il primo cittadino, confermano che l’epidemia è più forte dove c’è  smog e un alto livello di polveri sottili. Ecco quindi le proposte.

Lavoro, orari di ingresso a turno

Spalmare l’ora di punta su più tempo, per evitare di congestionare il traffico. Palazzo Vecchio ipotizza un ingresso al lavoro secondo 3 turni, tra le ore 7.00 e le 10.00,  ognuno con una finestra temporale di 60 minuti. Si potrà prevedere turni per i singoli lavoratori, un orario di inizio lavoro che cambia ogni giorno per i dipendenti di una stessa azienda o un orario fisso di ingresso per l’intera impresa.

La sperimentazione di questa entrata scaglionata potrebbe partire proprio dagli uffici del Comune e della Città metropolitana. In corso poi il confronto con i sindacati e le categorie economiche.

Spostamenti in bus e tramvia a Firenze: cosa cambierà nella fase 2

Durante la fase 2 anche gli spostamenti sui mezzi pubblici di Firenze saranno rivoluzionati, secondo delle linee guida che sono state già definite: mascherine obbligatorie a bordo di bus e tramvia, guanti consigliati per i passeggeri, termoscanner per la misurazione delle temperatura corporea prima della salita. E poi ancora un numero limitato di posti ben segnalati e distanziati tra loro sia in piedi che a sedere, salita e discesa da porte diverse per non far incontrare i flussi di viaggiatori e anche “buttafuori” per contingentare gli ingressi e controllare il rispetto delle regole e della distanza tra persone. Il biglietto poi andrà comprato principalmente online.

Il piano prevede inoltre l’aumento della frequenza della tramvia (una corsa ogni 4,2 minuti per una fascia oraria molto estesa) e dei bus anche con due vetture una dietro all’altra per una stessa corsa oraria grazie al potenziamento del parco mezzi usando quelli normalmente impiegati per le linee scolastiche e i pullman turistici. Allo studio un bollino verde da mettere su tutti i mezzi di trasporto per indicare se è stata fatta la sanificazione.

Intanto  Francesco Casini, sindaco di Bagno a Ripoli e consigliere metropolitano delegato al trasporto pubblico locale, annuncia un grande piano di riorganizzazione anche delle linee extraurbane in accordo con i primi cittadini, con il potenziamento delle corse nelle ore di punta grazie alle linee normalmente dedicate al servizio scolastico. In via di realizzazione anche una app per prenotare il proprio posto a bordo, a cui si aggiungerà un servizio di aggiornamenti tramite Whatsapp e Telegram.

Bici: più piste ciclabili anche temporanee contro il traffico da coronavirus

Palazzo Vecchio preme sull’acceleratore per la mobilità ciclabile con cantieri per completare in breve tempo 12 chilometri di nuove piste a cui si aggiungeranno 10 chilometri da realizzare velocemente e in modo temporaneo su strade e viali finora regno esclusivo delle auto. Tra le proposte anche incentivi per chi usa le due ruote ecologiche a Firenze, con la remunerazione del tempo degli spostamenti in bici verso il posto di lavoro, kit antifurtunio per i ciclisti, aiuti economici, sconti nei negozi e il contributo di rottamazione per sostituire la vecchia bicicletta con quelle a pedalata assistita.

Car e bike sharing a Firenze, monopattini e scooter condivisi per gli spostamenti durante la fase 2

L’altro fronte per la fase 2 degli spostamenti è rappresentato dai mezzi”condivisi”, con la previsione di portare a Firenze 800 biciclette a pedalata assistita, 600 monopattini elettrici e 250 scooter, che si aggiungeranno all’attuale flotta del bike sharing che conta 4mila mezzi. Si pensa inoltre a facilitazioni economiche per i gestori dei servizi di car sharing, che spenderanno di più per la sanificazione dei mezzi, come l’azzeramento del canone da versare al Comune per i mezzi non elettrici.

Ztl chiusa, mini-abbonamento per parcheggiare nelle strisce blu di tutta Firenze

La ztl a guardia del centro storico di Firenze resterà attiva anche nella fase 2, ha confermato il sindaco Dario Nardella, ma per chi userà l’auto privata per fare spostamenti in città ci sarà un mini-abbonamento da 20 euro al mese che consentirà di parcheggiare in tutte le strisce blu della città. Questo ticket per la sosta potrà essere acquistato sia dai residenti sia dai pendolari che arrivano da fuori. Rinviata invece alla fase 3 l’attivazione della sosta gratuita per i residenti anche fuori dal proprio quartiere, che doveva entrare in vigore il 30 marzo. In corso infine la verifica per prevedere tariffe agevolate nelle strutture di Firenze Parcheggi che si trovano intorno alla ztl.

Qui il pdf riassuntivo sul piano degli spostamenti a Firenze durante la fase 2.

Fotografi per Firenze: un crowdfunding per le famiglie in difficoltà

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#FotografiperFirenze è il nuovo progetto di crowdfunding organizzato dall’Associazione Firenze Dona insieme a 33 fotografi fiorentini, per aiutare le persone più colpite a Firenze dall’emegenza Covid-19. La raccolta fondi online è stata realizzata grazie al contributo dei fotografi che aderendo alla campagna hanno messo a disposizione gratuitamente alcuni dei loro scatti.

“Si tratta di un gruppo di persone che si sono unite per supportare il territorio donando una loro opera – racconta Marco Locci, presidente dell’Associazione Firenze Dona – questa campagna restituisce qualcosa di simbolico alle persone per non dimenticare questo periodo”.

Per ogni donazione effettuata sulla piattaforma sarà infatti possibile ricevere la stampa di una di queste immagini. Il progetto è stato pensato per dare un sostegno concreto ai cittadini con maggiore fragilità economica e su questo aspetto è in corso un dialogo con Caritas, Banco Alimentare e la Comunità di Sant’Egidio

Fotografi per Firenze: il progetto

“Firenze c’è, noi ci siamo, Firenze Dona”. Sono le parole del fotografo Carlo Bressan nel video di apertura sul sito Fotografi per Firenze, appositamente creato per il crowdfunding. La raccolta fondi prende spunto da iniziative analoghe organizzate in altre città come Milano, Bergamo e Brescia, che tramite lo stesso percorso hanno aiutato persone del territorio.

Una volta entrati sulla piattaforma di Eppela si accedere alle immagini donate dai fotografi: scatti che raffigurano la città, la Toscana o varie parti del mondo, di cui si potrà ricevere gratuitamente la stampa, una volta versato il proprio contributo. Grazie al sostegno dell’Associazione Firenze Dona, che si occupa di supportare realtà non-profit attraverso la promozione della solidarietà, ogni donazione sarà fatta in totale trasparenza.

I fotografi della raccolta fondi

I fotografi professionisti che hanno partecipato sono: Fabrizio Giovannozzi, Emily Bizzo, Tiziano Pucci, Baris Seckin, Andrea Virgili, Cristian Villacres, Marco Moscardi, Carlo Valentini, Leonardo Baldini, Silvano Galassi, Germogli Riccardo, Gianni Livi, Andi Shtylla, Francesco Lastrucci, Tommaso Cauchi , Tommaso Gasperini, Agnese Mosi, Carlo Bressan, Marco Pasquini , Giuseppe Cabras, Simone Olivari, Lorenzo Berti David Glauso, Marina Barbati, Bernardo Baluganti, Elisa Virgili, Dovile Bružaitė, Maurizio Anatrini, Claudio Giovannini, Matteo Baldini, Filippo Gabutti, Nicola Santini, Elena Forest, Laura Barbera.

Centri estivi 2020: sì alla riapertura, un tavolo per le regole anti coronavirus

“I centri estivi apriranno”: è la promessa della ministra per la famiglia Elena Bonetti che ha annunciato la composizione di un tavolo con i sindaci per individuare le linee guida utili alla riapertura dei centri estivi nell’estate 2020, così da poter attivare le attività educative e ludiche per bambini anche nella fase 2 dell’emergenza coronavirus.

Ministra Bonetti: “Sì alla riapertura dei centri estivi 2020”

Sulla riapertura, la ministra non mostra dubbi. In un’intervista rilasciata a RaiNews24, Bonetti ha detto: “I centri estivi riapriranno. Questa è la responsabilità della politica. Nel modo più sicuro possibile per tutelare la salute di tutti”.

Centri estivi aperti, dunque, nell’estate 2020 nonostante l’emergenza coronavirus? L’intenzione è quella di farlo, con tutte le necessarie misure di sicurezza. “È quello che intendo fare già da oggi – aveva dichiarato stamani Bonetti a Radio Inblu – aprendo un tavolo con i sindaci che sono molto attenti a questo tema perché conoscono la vita delle famiglie che hanno bisogno di questa rete che le sostenga. Un tavolo per individuare delle linee guida”.

Coronavirus, regole per la riapertura dei centri estivi anche nel 2020

Il tavolo sui centri estivi sarà aperto da domani mattina. Ne faranno parte i rappresentanti di Comuni, Regioni, Province, il ministero dell’Istruzione e dello Sport. Lavorerà, ha spiegato Bonetti, “per dare delle linee guida e dei protocolli che permettano alla rete educativa di mettere in campo delle proposte a tutela della salute di tutti ma che sostengano le famiglie e permettano ai bambini e ai giovani del nostro paese di ricominciare ad avere dei percorsi educativi di relazione”.

Bonetti: “Gli esperti diano regole, la scelta poi spetta alla politica”

Non si può dire a priori no ai centri estivi“, aveva dichiarato stamani la ministra a Radio Inblu. “Da ministra della famiglia ripeto che è necessario, importantissimo, che il comitato tecnico scientifico dia indicazioni con le regole che vanno mantenute. Ma una volta date le regole, l’organizzazione compete alla politica“.

Con l’avvio della fase 2, dal 4 maggio in poi, la maggior parte dei lavoratori riprenderà le proprie attività. Con un problema gigantesco che si apre sulle sorti dei figli, già privati della scuola e a forte rischio anche per le attività estive. Gli obiettivi, ha aggiunto la ministra Bonetti, “sono due: costruire una rete intorno alle famiglie“, sul piano educativo e di gioco e “permettere ai genitori di avere un luogo e una comunità che custodisca i figli mentre loro tornano a lavorare”.

“Il comitato tecnico scientifico sta valutando questa nostra proposta, e anche un’altra: la riapertura da giugno delle attività di sostegno alle famiglie, come i centri estivi e i centri della cura dei bambini da 0 a 6 anni in accordo con i comuni”.