domenica, 15 Giugno 2025
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Pasqua: controlli a tappeto e multe contro i furbetti della seconda casa

Uscire senza valido motivo a Pasqua e Pasquetta per fare una “gita” o per andare a pranzo dai parenti potrebbe costare molto caro, anche per chi usa il trucchetto della seconda casa: il Ministero dell’Interno, con una circolare a tutti i prefetti, ha chiesto di intensificare i controlli durante il weekend festivo e verificare il rispetto delle limitazioni per l’emergenza coronavirus. Pugno duro quindi e multe salate, come previste nel decreto del 25 marzo.

Polizia, carabinieri e tutte le forze dell’ordine saranno quindi impegnati durante il periodo pasquale per far rispettare le regole sugli spostamenti nel proprio comune e tra località diverse. Tra queste disposizioni c’è anche il divieto di recarsi in un’abitazione diversa da quella principale, come la seconda casa utilizzata per le vacanze. “Nell’attuale contesto emergenziale – chiarisce ancora una volta il Viminale – non sarà, infatti possibile per la popolazione effettuare i consueti trasferimenti verso località a richiamo turistico”.

Coronavirus: controlli per Pasqua, nel mirino la seconda casa

Nelle varie zone d’Italia le Prefetture hanno messo a punto dei piani di azione, con posti di blocco e verifiche a tappeto lungo le principali autostrade e le arterie di comunicazione che portano fuori dai centri urbani, come anche nelle vicinanze dei parchi. “Non vanifichiamo gli sforzi fatti fino ad ora, continuiamo con responsabilità ed unità. Restando a casa salviamo vite umane. È fondamentale il contributo di tutti”, è l’appello lanciato con un tweet dal sottosegretario all’Interno, Carlo Sibilia.

Coronavirus, il nuovo modulo di autocertificazione (pdf e word – 26 marzo)

Sul litorale romano ad esempio i sindaci hanno minacciato controlli abitazione per abitazione, in modo da smascherare chi andrà senza motivo nella seconda casa al mare. In Versilia il primo cittadino di Viareggio ha allargato la zona off-limits, dalla spiaggia alla passeggiata fino alle pinete. Nel pisano, divieto di accesso sul litorale di Calambrone, Tirrenia e Marina di Pisa.

Droni in volo a Firenze

Durante il fine settimana di Pasqua a Firenze per i controlli saranno usati anche droni normalmente impiegati per il monitoraggio della viabilità in modo da scorgere dall’alto chi non rispetta le disposizioni contro la diffusione del coronavirus. Attenzione quindi agli assembramenti di persone.

Sempre a Firenze saranno sorvegliati speciali i lungarni e le aree verdi dell’Anconella e dell’Argingrosso, mentre i controlli alle Cascine, il più grande parco cittadino – sono assicurati dal’Esercito. Nel capoluogo toscano è stato annullato lo scoppio del carro, antica tradizione pasquale, e anche la messa in Duomo sarà a porte chiuse, come del resto tutte le celebrazioni liturgiche previste nelle chiese di tutta Italia.

Coronavirus, multe salate

Per chi non rispetta le limitazioni agli spostamenti introdotte per l’emergenza coronavirus sono previste multe da 400 a 3.000 euro. Rischia fino a 5 anni di carcere chi, positivo al Covid-19, viola la quarantena ed esce di casa.

Coronavirus, la Toscana accelera sui tamponi: il bollettino del 9 aprile

Il bollettino di oggi, giovedì 9 aprile, sul contagio da coronavirus in Toscana parla di 173 nuovi casi positivi rilevati e 16 morti nelle ultime ventiquattro ore: queste le ultime notizie per quanto riguarda i dati. E nel giorno in cui si tocca un nuovo massimo di tamponi analizzati, la Regione ha fatto sapere di avere richiesto un numero doppio di reagenti per l’analisi dei test, 20 mila pezzi (al posto dei soliti 10 mila alla settimana) che verranno ritirati stasera.

Coronavirus, ultime notizie dalla Toscana (9 aprile)

Il totale dei casi di coronavirus rilevati in Toscana sale così a 6.552. I decessi superano quota 400, toccando i 408. Continuano ad aumentare i guariti: altri 11 guarigioni virali che portano il totale a 149. Non si registrano invece nuove guarigioni cliniche (senza più sintomi ma non ancora negativizzati), stabili a 292. Il totale dei pazienti considerati guariti sale così a 441.

Mascherine chirurgiche in vendita alla Coop

Sul fronte delle buone notizie anche il trend dei ricoveri ordinari, che continuano a diminuire: -28 rispetto a ieri. In calo anche le unità di terapia intensiva, -4. Ad oggi, i ricoveri sono quindi 1.038 ordinari e 256 in terapia intensiva.

Coronavirus, il bollettino del 9 aprile in Toscana

I 16 decessi riconducibili al coronavirus registrati nelle ultime 24 ore in Toscana sono così suddivisi per provincia di domicilio: 8 decessi in provincia di Firenze; 1 Prato; 1 Pistoia; 2 Pisa; 1 Lucca; 2 Massa Cararra; 1 Arezzo.

4 province a contagio zero: la mappa del coronavirus in Toscana

Di 6.552 casi fino ad oggi risultati positivi al test, questa è la suddivisione per provincia di segnalazione, che non sempre corrisponde necessariamente a quella di residenza: 1.961 Firenze, 457 Pistoia, 355 Prato (totale Asl centro: 2.773), 979 Lucca, 790 Massa-Carrara, 606 Pisa, 353 Livorno (totale Asl nord ovest: 2.728), 292 Grosseto, 360 Siena, 399 Arezzo (totale sud est: 1.051).

Restano 16.240 le persone in isolamento domiciliare in tutta la Toscana: 7.884 nella Asl centro, 7.050 nella Asl nord ovest, 1.306 nella Asl sud est.

Sempre più tamponi in Toscana

Sul fronte dei tamponi si registra un nuovo “record” giornaliero, con 4.476 test analizzati da ieri. Il totale sale a 65.461 tamponi su 57.515 persone. E sono molti i tamponi ancora in attesa di poter essere processati, proprio per la carenza di reagenti. Così la Regione corre ai ripari.

“C’è stata un’alta richiesta di tamponi – si legge nel bollettino –, e il servizio sanitario ha cercato di assecondarla. In seguito a questo, stanno esaurendo i reagenti a disposizione, necessari per processare i test. Normalmente la consegna settimanale di reagenti è di 10.000 pezzi. Per accelerare i tempi della consegna, un mezzo di Estar andrà stasera a ritirare una quantità doppia di reagenti, 20.000 pezzi, che consentirà di riprendere regolarmente con i test”. Motivo per il quale i casi rilevati la prossima settimana potrebbero tornare ad aumentare: più si testa, più è facile trovare positivi.

Mascherine chirurgiche in vendita alla Coop

Le mascherine chirurgiche sbarcano anche sugli scaffali della Coop e il supermercato diventa un nuovo luogo dove comprare questi dispositivi di protezione ormai essenziali (e introvabili) a seguito dell’emergenza coronavirus. In Toscana Unicoop Firenze, che gestisce 104 punti vendita con l’insegna Coop.fi in 7 province, ha annunciato che metterà in vendita da venerdì 10 aprile le prime forniture di mascherine chirurgiche monouso a tre veli.

Costo e prezzi delle mascherine

Quanto costano? Il prezzo di ogni pacco contenente 16 mascherine è di 12,80 euro (quindi 80 centesimi a mascherina, una cifra accessibile), ma nelle prime settimane sarà possibile comprare solo una confezione per scontrino. Al momento la disponibilità di questi prodotti è di 220 mila pezzi. Da qui la decisione della cooperativa di consumo di limitare temporaneamente gli acquisti per permettere al maggior numero possibile di soci e clienti di poter acquistare le mascherine monouso, evitando scorte.

Mascherine chirurgiche anche al supermercato Coop

Nuove mascherine arriveranno sugli scaffali Coop la settimana dopo Pasqua, proprio nei giorni in cui entrerà in vigore l’ordinanza della Regione Toscana che rende obbligatoria la mascherina quando si frequentano spazi accessibili al pubblico dove sono presenti più  più persone, come gli stessi supermercati o i mezzi pubblici (qui nel dettaglio cosa prevede l’ordinanza regionale sull’obbligo di indossare la mascherina).

Coronavirus, come e quando usare le mascherine (senza rischio)

“La sicurezza delle persone per noi è la priorità – scrive Unicoop Firenze in una nota -durante l’emergenza coronavirus ci siamo messi a disposizione dei cittadini per continuare ad offrire un servizio essenziale come quello della spesa: lo facciamo ogni giorno con un grande senso di responsabilità e tutelando la salute di soci, clienti e dipendenti dei nostri punti vendita. La vendita delle mascherine chirurgiche a 0.80 euro al pezzo, rientra nel servizio e nella fornitura di beni di prima necessità alle migliori condizioni possibili”.

Inquinamento e coronavirus, come cambia la qualità dell’aria a Firenze

Tutti in casa, strade deserte e traffico quasi azzerato. Il lockdown per l’emergenza coronavirus ha cambiato i connotati delle città italiane, Firenze compresa: ma ha almeno contribuito a diminuire l’inquinamento? Sì, ma in modo meno marcato di quanto verrebbe da pensare senza conoscere la materia. Anche se nelle aree urbane più attraversate dal traffico il miglioramento della qualità dell’aria è già osservabile.

Lo dicono i dati di Arpat, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, che monitora quotidianamente la presenza di inquinanti nell’aria in diverse zone della regione.

Qui prendiamo in analisi i dati raccolti dalle stazioni di Firenze dal 1° febbraio al 7 aprile 2020. Per valutare com’è cambiata la qualità dell’aria, grossomodo da un mese prima a un mese dopo l’entrata in vigore delle misure restrittive, in seguito alla riduzione di quelle che Arpat definisce le “attività antropiche”.

Coronavirus: come cambiano i livelli di PM 10

L’inquinante più frequente nelle aree urbane è il particolato, ovvero l’insieme di tutte le sostanze sospese in aria sotto forma di aerosol. Semplificando, le PM 10 sono quella porzione del particolato che ha un diametro aerodinamico di 10 µm (micrometri, cioè millesimi di millimetro) o inferiore.

Polveri e fumo in parte prodotti dall’attività umana. Dai processi di combustione dei motori, delle stufe, delle industrie, degli impianti di riscaldamento, delle pastiglie dei freni e dei pneumatici.

Dall’inizio di febbraio, quindi in regime di “normalità”, al 6 di aprile, il livello di PM 10 a Firenze non è diminuito in modo significativo. Un dato che sorprende fino a un certo punto.

Come precisa l’Arpat, in questo periodo è normalmente in atto il cambiamento della circolazione atmosferica da quella invernale a quella primaverile. Un fenomeno che ha un’influenza fondamentale sulle concentrazioni degli inquinanti.

In più, il particolato è formato da componenti primarie (cioè che provocano un’emissione diretta di materiale) e secondarie (risultato di processi chimici tra molecole già presenti in atmosfera), sia di origine antropica che naturale. Valutare gli effetti di un’azione come quella del lockdown è quindi molto complesso.

Coronavirus, il lockdown riduce l’inquinamento a Firenze?

Il dato senz’altro positivo è che dal 9 febbraio non si sono registrati sforamenti della media giornaliera di 50 µg/m3, considerata la soglia di sicurezza. Ad eccezione del 28 marzo, quando si sono registrati valori anomali con picchi fino ai 136 µg/m3. È l’effetto di un fenomeno del tutto eccezionale, mai avvenuto negli ultimi due decenni. Una “bomba” di sabbia che si è alzata dall’area del Mar Caspio e ha investito parte dell’Europa occidentale, compresa l’Italia centro-settentrionale, facendo impennare le centraline.

Le polveri sottili PM 2.5

Discorso analogo per quanto riguarda le PM 2.5, le polveri sottili al di sotto dei 2,5 µm di diametro aerodinamico. Le più pericolose per la salute, perché se le PM 10 raggiungono i bronchi, la trachea e vie respiratorie superiori, le PM 2.5 possono penetrare fino agli alveoli polmonari e da lì diffondersi nel sangue.

Arpat ne misura la presenza nelle stazioni di Fi-Bassi e Fi-Gramsci. L’andamento è coerente nelle due stazioni e di fatto non si notano significative variazioni tra prima e dopo il lockdown.

Firenze, qualità dell’aria: scende il NO2

Dove invece sono già evidenti gli effetti del lockdown è nel grafico sulla presenza di NO2, il biossido di azoto. Facile capire perché: questo gas, un irritante per l’apparato respiratorio, si forma in buona parte con i processi di combustione, ed è dunque un effetto del traffico.

Osservando il grafico si vede che dal 9 marzo, giorno dell’entrata in vigore delle misure restrittive contro il coronavirus, la presenza di NO2 nell’aria si è abbassata considerevolmente.

Inquinamento e coronavirus, come cambia la qualità dell’aria a Firenze

Arpat ha elaborato un diagramma boxplot per confrontare i livelli di NO2 nell’aria dei primi tre mesi del 2020 con quelli dello stesso periodo nel triennio precedente. I dati sono aggiornati al 22 marzo e si riferiscono alle stazioni Gramsci, presa come postazione “di traffico”, e Bassi, come postazione “di fondo”. Se a gennaio e a febbraio i valori erano in linea con quelli mediani del triennio precedente, si nota come a marzo siano diminuiti, soprattutto nella stazione di traffico.

I tre grafici che seguono rappresentano il “giorno tipo” nei primi tre mesi dell’anno. Se gli andamenti di gennaio e febbraio 2020 (tratteggiati dai punti in viola) non si discostano dalla mediana del triennio precedente, quelli di marzo sono

Benzene e monossido di carbonio

Altri due indicatori di come è cambiata la qualità dell’aria dall’entrata in vigore del lockdown sono quelli dei livelli di benzene e di monossido di carbonio presenti in atmosfera.

Il benzene è l’inquinante più direttamente legato al traffico. È un liquido volatile incolore che viene usato come antidetonante nelle benzine, tossico e cancerogeno. Dal 9 marzo in poi i livelli medi si sono fortemente ridotti. Specialmente quelli rilevati dalla stazione Gramsci, quella di traffico.

Tendenza simile per il monossido di carbonio, un altro dei gas emessi dai processi di combustione delle automobili utile a indicare la qualità dell’aria e il tasso di inquinamento a Firenze nei giorni dell’emergenza coronavirus. Anche in questo caso la stazione Gramsci ha registrato una tendenza in diminuzione a partire proprio dall’entrata in vigore delle misure restrittive.

Come fare la pastiera napoletana a casa, la ricetta di uno chef partenopeo

La tradizione napoletana vuole che il giovedì santo si dia il via alla preparazione della Pastiera, pertanto abbiamo chiesto a un partenopeo doc, come Michele Leo del ristorante Duje di Firenze di raccontarci i segreti della ricetta di questo dolce che racchiude all’interno i profumi di primavera.

“Ci tengo a sottolineare che ogni napoletano ha la sua versione che viene tramandata di generazione in generazione – avverte -. Io vi racconto quella che da sempre caratterizza i pranzi pasquali della mia famiglia e che prevede una pastiera alta circa 5 cm.

Gli ingredienti per la pastiera: dalla frolla al ripieno

Per la ricetta della pastiera napoletana partiamo quindi dagli ingredienti per un recipiente di 22 cm di diametro.

  • Per la frolla: 500 g di farina, 200 g di zucchero, 250 di burro o strutto, 1 buccia di limone, 2 uova intere.
  • Mentre per il ripieno, la lista è più lunga: 500 g di ricotta, 350 g zucchero, 500 g vasetto grano cotto, 1 bicchiere di latte, 1 noce di burro, 3 uova, 2 tuorli, 1 bacca di vaniglia, 100 g di arancia candita, 100 g di centro candito, 1 fialetta di fiori di arancio, 1 buccia di arancia, 1 buccia di limone, 1 buccia di mandarino, 1 pizzico di cannella.

Quando si prepara

La prima cosa da tenere in conto è che la preparazione della pastiera napoletana avviene in due giorni: il primo è dedicato all’esecuzione della pasta frolla e di parte del ripieno.

Come si fa la pasta frolla

Nello specifico, per la pasta frolla sarà necessario lavorare in un recipiente tutti gli ingredienti, tranne le uova che dovranno essere aggiunte sul finale della lavorazione per rendere l’impasto maggiormente friabile. Una volta ottenuto un impasto omogeneo, si lascia in frigo fino al giorno successivo.

La ricetta del ripieno della pastiera napoletana

Parallelamente, in un altro recipiente è necessario setacciare la ricotta che dovrà essere poi amalgamata allo zucchero, creando così una crema che dovrà essere lasciata anch’essa fino al giorno successivo in frigorifero.

Infine, sarà necessario cuocere il grano cotto insieme al latte e al burro per circa 45-60 minuti fino a che non si sarà composta una crema morbida e ben amalgamata. Non appena sarà pronto, andrà inserita la bacca di vaniglia aperta a metà, in modo che il calore ne diffonda il profumo. Una volta raffreddato a temperatura ambiente, si potrà inserire anche questo composto nel frigo in modo che possa riposare fino al giorno successivo.

Il secondo giorno della ricetta della pastiera napoletana

Il giorno dopo inizia la seconda fase che prevede la composizione degli ingredienti preparati in precedenza e la cottura della pastiera, quindi attenti ai tempi. Una volta tolta la bacca di vaniglia dal grano, questo dovrà essere unito e amalgamato alla ricotta, insieme anche alle 3 uova, i 2 tuorli, l’arancia ed il cedro canditi (in altri tempi aggiungevo anche la “cucuzzata” ovvero la zucca candita, ma adesso è molto difficile da trovare purtroppo), i fiori d’arancio e le bucce di arancio, limone e mandarino non trattati ed infine un pizzico di cannella.

Parallelamente si stende la pasta frolla per adagiarla e sulla teglia infarinata. Non appena sistemata, la pasta andrà bucherellata con una forchetta, pronta per accogliere il composto cremoso. La parte restante della pasta servirà per la decorazione “a grata”: si andranno quindi a creare 7 striscioline (4 sotto + 3 sopra) che andranno a ricoprire la pastiera creando dei rombi.

Il pranzo di Pasqua è a domicilio: il menu dei ristoranti di Firenze

Quanto deve cuocere in forno: i tempi di cottura della pastiera napoletana

Una volta finita la preparazione, si inserisce la teglia in un forno statico preriscaldato a 170° per 1 ora e 10 minuti che permetta al composto di rimanere cremoso e non troppo cotto. Una volta cotta, la pastiera napoletana dovrà rimanere a riposo qualche giorno per permettere agli ingredienti di espandere al meglio i propri profumi. Per questo la tradizione vuole che venga preparata il giovedì. In questo modo, la domenica di Pasqua la tavola sarà avvolta ed inebriata da tutti i profumi che la compongono.

Michele Leo Duje ricette
Michele Leo nella pizzeria-ristorante “Duje” di Firenze

2 curiosità sulla ricetta

La scelta di preparare sette strisce non è casuale. La tradizione narra infatti che sette fanciulle portarono in dono degli ingredienti quali farina, zucchero, ricotta, fiori d’arancio, grano, uova e spezie alla sirena Partenope, che deliziava con il suo canto gli abitanti del golfo di Napoli durante il periodo primaverile. La sirena, al suo ritorno negli abissi lasciò i vari ingredienti agli dei che poi li mescolarono creando appunto la pastiera.

Inoltre sette erano anche le vie del centro dell’antica Neapolis che intersecandosi, creavano delle zone romboidali: da lì proviene quindi la decorazione di questo dolce.

Coronavirus, la Toscana studia la fase 2 per la riapertura graduale

Sarà il governo a dover decidere come proseguirà la “quarantena” dopo il 13 aprile e quando scatterà la prima riapertura delle attività produttive e commerciali, ma intanto la Toscana si prepara alla cosiddetta “fase 2” e promuove un tavolo con aziende e sindacati per decidere i vari step, continuando ad arginare la diffusione del coronavirus anche con un allentamento della stretta. Un primo passo per il lungo ritorno alla normalità: la Regione ha incontrato le parti sociali e le associazioni di categoria per definire come si rientrerà nelle fabbriche e nei negozi e soprattutto quali saranno le norme di sicurezza sul lavoro da prendere per prevenire i contagi.

Da una parte serve ripartire, per “evitare danni irreparabili dovuti alla prolungata anemia economica”, spiega il presidente della Regione Enrico Rossi, dall’altra prima di riaprire “vanno definite linee guide chiare: per evitare che i risultati sulla riduzione dei contagi conseguiti con le misure restrittive adottate in queste settimane siano vanificati”.

La fase 2 in Toscana: riapertura con mascherine e la distanza sociale si allunga

La parola d’ordine è gradualità, ossia riaccendere il motore produttivo toscano progressivamente, con piccoli passi che potranno essere anche dei test per controllare la tenuta del sistema, se si riuscirà ad arginare il numero di casi positivi al Covid-19. L’ipotesi è far riaprire per prime le aziende più legate all’export, perché esposte in modo maggiore alla concorrenza internazionale.

Torneremo al lavoro, ma non a circolare liberamente come prima e anche nelle aziende bisognerà rispettare le regole anti-contagio. E quindi: mascherine da indossare sempre in fabbrica, nei laboratori artigianali, nei negozi e in tutti i luoghi (come quelli all’aperto) dove sono presenti più persone; una distanza sociale “potenziata”, non più un metro come ora, ma almeno un metro e ottanta centimetri come dicono gli ultimi suggerimenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità; test sierologici per chi rientra al lavoro. In sintesi sono queste le principali proposte emerse in Toscana per la fase 2, in attesa delle decisioni del governo su cosa succederà dopo il 13 aprile.

Io penso che per ripartire ci vorrà molta cautela e prudenza e gradualità e quindi tempo.Se non vogliamo che i tanti…

Gepostet von Enrico Rossi am Dienstag, 7. April 2020

Coronavirus, la patente di immunità

La Regione in particolare spinge sul terzo punto, quello dei test sierologici che tramite una semplice analisi del sangue o di poche gocce di liquido ematico indicano chi è stato già affetto dal coronavirus, anche in modo asintomatico, e quindi ha sviluppato gli anticorpi, e chi invece è in situazioni dubbie, da approfondire con il tampone. In pratica si andrebbe verso la cosiddetta “patente di immunità”, una sorta di certificazione per chi non è portatore di contagio da coronavirus.

Tra le altre misure proposte per la riapertura delle attività produttive e commerciali in Toscana, durante la fase 2, anche la misurazione della temperatura corporea a tutti gli addetti prima dell’ingresso nelle fabbriche, grazie a scan come quelli giù usati negli aeroporti all’inizio dell’emergenza coronavirus. Difficile però poter riaprire in sicurezza le mense aziendali, mentre i bagni comuni andranno igienizzati e sanificati dopo ogni uso.

Bus, tramvia e treni: il trasporto pubblico nella fase 2

Un’altra questione aperta riguarda i trasporti pubblici. Secondo quanto venuto fuori dal tavolo promosso dalla Regione Toscana, per la fase 2 della “quarantena” andrà studiato anche un piano per gli spostamenti da casa ai posti di lavoro, visto che bus, tram e treni rischiano di diventare dei luoghi in cui è favorito il contagio da coronavirus. E qui c’è un dietrofront rispetto alle politiche del passato. “L’uso dei mezzi pubblici andrà disciplinato per renderlo sicuro ed evitare un’eccessiva concentrazione di persone – scrive la Regione in una nota – meglio sarebbe utilizzare il mezzo individuale”.

Decreto liquidità salva imprese, 400 miliardi di aiuti: il testo in pdf

In molti l’hanno definito un “bazooka” da 400 miliardi di euro: il testo del nuovo decreto liquidità del governo, varato il 6 aprile dal Consiglio dei Ministri e pubblicato in Gazzetta ufficiale il 9 aprile, mette in campo una serie di misure salva-imprese in favore di grandi, medie e piccole aziende, come anche delle partite Iva e dei lavoratori autonomi, a seguito della crisi economica innescata dal coronavirus. Si va dai prestiti per le imprese garantiti dallo Stato al rinvio del pagamento delle tasse e dei contributi.

Vediamo allora nel dettaglio i punti principali dell’ultimo decreto, che anticipa il nuovo provvedimento previsto ad aprile per rinnovare e ampliare le misure del “Cura Italia”.

Prestiti alle grandi imprese, cosa prevede il testo del decreto liquidità

La metà dei 400 miliardi di euro stanziati dal governo con questo ultimo decreto serve a fornire fino al 31 dicembre 2020 garanzie sui prestiti di durata massima di 6 mesi e a fornire liquidità alle imprese. Per quelle più grandi le garanzie vengono offerte dalla Sace Simest, società del gruppo Cassa depositi e prestiti. Di fatto lo Stato è garante di fronte agli istituti finanziari per i prestiti erogati. La garanzia coprirà tra il 70 e il 90% dell’importo che le banche presteranno alle aziende e andrà a scalare in base alla dimensione della società:

  • 90% per le imprese con meno di 5 mila dipendenti e un fatturato inferiore al miliardo e mezzo
  • 80% per le imprese con oltre 5 mila dipendenti e un fatturato fra 1,5 e 5 miliardi di euro
  • 70% per le imprese con con oltre 5 mila dipendenti e un fatturato sopra i 5 miliardi

Prestiti alle piccole e medi imprese, senza garanzie

Per le piccole e medie imprese con meno di 500 dipendenti e con fatturato sotto il miliardo e mezzo, comprese quelle “micro” individuali o partite Iva come artigiani, autonomi e professionisti, il testo del decreto liquidità pubblicato in Gazzetta Ufficiale riserva 30 miliardi di euro per i prestiti garantiti grazie al Fondo di Garanzia per le pmi. I dettagli:

  • Per i prestiti di somme più piccole, fino a 25 mila euro, il decreto prevedere una procedura agevolata, con pochi passaggi burocratici, e garanzia pubblica al 100%
  • Per cifre fino a 800 mila euro e aziende che fatturano meno di 3,2 milioni di euro la garanzia sarà ancora al 100%, previa valutazione dell’attività dell’impresa negli ultimi due anni
  • Oltre gli 800 mila euro e fino ai 5 milioni di euro la garanzia scende al 90%.

Coronavirus, sospesi i pagamenti delle tasse: Iva, ritenute e contributi

Sul fronte del fisco il decreto liquidità del governo Conte blocca i versamenti di Iva, delle ritenute fiscali e contributive sui dipendenti per 2 mesi, aprile e maggio 2020. Lo stop riguarda imprese, professionisti e lavoratori autonomi che abbiano registrato un calo del fatturato a seguito dell’emergenza coronavirus, e si aggiunge alle misure del Cura Italia. Il versamento riprenderà nel mese di giugno, con la possibilità di pagamento in 5 rate. In particolare viene:

  • Sospeso il pagamento di Iva, ritenute e contributi per chi abbia registrato nei mesi di marzo e aprile 2020 un calo di fatturato di almeno il 33% (se i ricavi sono sotto i 50 milioni di euro) o di almeno la metà (se i ricavi sono sopra i 50 milioni di euro).
  • Sospeso il pagamento di Iva, ritenute e contributi per le imprese che hanno iniziato ad operare dal primo aprile dell’anno scorso
  • Sospese le ritenute d’acconto sui redditi da lavoro autonomo anche per le scadenze di aprile e maggio
  • Sospesa l’Iva per i residenti nelle 5 province più colpite (Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Piacenza), con un  calo del fatturato di almeno il 33% a prescindere dalla soglia di fatturato dei 50 milioni

Il decreto liquidità e salva imprese: il testo integrale (pdf)

Prestiti garanti, stop alle tasse, ma anche golden power rafforzato e una serie di piccoli interventi “salva imprese” a seguito della crisi innescata dal coronavirus: il testo integrale del decreto liquidità che stanzia 400 miliardi di euro è stato pubblicato il 9 aprile sulla Gazzetta Ufficiale, qui il link per scaricarlo in pdf.

Decreto scuola 8 aprile 2020: il testo definitivo (Pdf e Word)

Esame di maturità a prova unica, niente esami di terza media, studenti delle altre classi tutti promossi: queste, in estrema sintesi, le misure previste nel testo del decreto scuola 8 aprile 2020, qui disponibile in formato pdf e Word.

I contenuti del decreto scuola sono stati anticipati dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina durante la conferenza stampa della sera di lunedì 6 aprile 2020, al termine del Consiglio dei ministri che l’ha approvato. Oltre al decreto scuola, sono stati anticipati i contenuti del cosiddetto “decreto liquidità“, rivolto alle aziende.

Esame Maturità 2020: la novità della prova orale unica

È forse la novità più grande contenuta nel nuovo decreto scuola: l’esame di maturità 2020 sarà costituito da una sola prova orale, da poter sostenere anche a casa. Una misura eccezionale da adottare nel caso – quasi sicuro – che gli studenti non possano tornare a scuola prima del 18 maggio. Il colloquio orale sostituirà tutte le prove di esame. Niente tema di italiano, niente seconda prova di matematica, greco, lingue o qualsiasi altra materia d’indirizzo, niente “quizzone” della terza prova scritta.

La prova orale unica avrà in questo caso un valore diverso. Potrebbe attribuire fino a 60 punti, sarà un’ordinanza successiva a stabilirlo.

E se invece si facesse in tempo a tornare a scuola entro il 18 maggio? In questo caso – che ad oggi appare improbabile – si potrebbe procedere con la classica prima prova di italiano uguale per tutti, redatta dal Ministero. E con una seconda prova su una materia di indirizzo preparata dalla commissione interna. Poi niente terza prova, si andrebbe direttamente al colloquio orale.

Le commissioni d’esame per la maturità 2020 saranno tutte interne, costituite dai docenti dell’istituto. Sarebbe imprudente mettere in moto commissari esterni in arrivo da altre scuole. L’unica figura esterna sarà il presidente di commissione. Questo avverrà in ogni caso, sia che si riesca a svolgere l’esame di stato nelle scuole, sia che lo si debba fare a distanza, online.

Gli esami di terza media: solo una tesina

Gli esami di terza media non si faranno: il nuovo decreto scuola stabilisce infatti di poterlo sostituire con una tesina. Nello specifico, un “elaborato redatto dallo studente candidato all’esame” che verrà valutato internamente dal consiglio di classe insieme al rendimento complessivo dello studente.

Questo a meno che non si rientri a scuola prima del 18 maggio 2020. Un’ipotesi, però, che appare assai improbabile. E se anche si riuscisse far tornare gli studenti sui banchi prima di quella data, il decreto prevede la possibilità di “adattare i requisiti di ammissione alla classe successiva”, magari riducendo il numero delle prove.

La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina durante la conferenza stampa di lunedì 6 aprile 2020 – foto: governo.it

Tutti promossi per legge: cosa dice il testo del decreto scuola su debiti e ammissioni

Stop al sistema dei debiti: gli studenti saranno tutti promossi per decreto, ad eccezione di quelli che dovranno affrontare l’esame di maturità. È questo lo scenario che si profila nel caso – di nuovo – che non si possa tornare a scuola prima del 18 maggio.

Il decreto prevede infatti la possibilità di “adeguare la valutazione degli alunni e gli  alla situazione emergenziale”. Tradotto: quest’anno saltano i requisiti per l’ammissione alla classe successiva, ovvero la sufficienza in tutte le materie e la soglia minima di frequenza alle lezioni.

Gli alunni saranno ammessi all’anno successivo anche in presenza di insufficienze. Ma non ci sarà nessun “6 politico”, come ha ribadito in conferenza stampa la ministra della Scuola Lucia Azzolina.

Nelle prossime settimane, a seconda dell’andamento del contagio, le ordinanze ministeriali chiariranno le precise modalità di ammissione alla classe successiva. Resta la possibilità di organizzare le attività di recupero delle materie insufficienti nel prossimo anno scolastico, a partire dal 1° settembre 2020.

Inizio nuovo anno scolastico 2020 – 2021: sui banchi il 1 settembre?

Oltre alle misure per la chiusura dell’anno scolastico in corso, il decreto disciplina anche l’inizio dell’anno scolastico 2020 – 2021.

L’anno scolastico 2020 – 2021 potrà partire già dal 1 settembre 2020. Le prime settimane saranno dedicate al recupero degli apprendimenti dell’anno scolastico 2019/2020, per cercare di rimediare alle settimane perse con l’emergenza coronavirus.

Ma il prossimo anno scolastico inizierà regolarmente a scuola, tra i banchi? Troppo presto per dirlo e per escludere la possibilità che a settembre si dovrà ancora andare avanti con le lezioni online. Anche per questo nel decreto si precisa che i docenti dovranno assicurare in ogni caso la didattica a distanza, diventata ormai obbligatoria.

Decreto scuola, il testo ufficiale (formato pdf e Word)

Il decreto scuola 8 aprile 2020 è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale nel suo testo definitivo: eccolo disponibile in formato pdf e Word.

Coronavirus, come e quando usare le mascherine (senza rischio)

Semplici regole per sentirsi più sicuri e proteggere anche gli altri. La Regione Toscana ha stilato un vademecum su come usare le mascherine e quando indossarle. Se impiegati in modo scorretto infatti questi dispositivi di protezione dal coronavirus possono sortire l’effetto contrario, con rischi di contagio e infezioni. Non basta infatti mettere la mascherina, ma è bene sapere come usarla in modo appropriato.

Le regole sono contenute in un volantino che la Regione fornirà a tutti i Comuni toscani. I cittadini vedranno arrivare direttamente a domicilio il depliant insieme alle mascherine gratuite in via di distribuzione. Finita la consegna scatterà l’obbligo di indossare la mascherina quando si uscirà di casa e si sarà in presenza di altre persone. La guida al corretto uso delle mascherine è stato curato dal Servizio sanitario toscano, in collaborazione con il Centro regionale gestione rischio clinico e con l’Ars – Agenzia regionale di sanità. Ecco i consigli utili.

Come usare e indossare le mascherine: cosa fare e cosa no

Prima di mettersi le mascherine, chirurgiche o di altro tipo, è necessario lavarsi bene le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi o, se non è possibile farlo, con un gel alcolico igienizzante, mentre per usarle vanno indossate prendendo le estremità laterali. Bisogna poi coprire naso e bocca distendendole bene, le mascherine chirurgiche sono infatti “piegate” e vanno tirate per farle aderire al volto, da sopra il naso fino sotto al mento.

Le parti anteriori e posteriori della mascherina non devono essere toccate e se questo succede è necessario lavarsi bene le mani.

Perché non disinfettare e sanificare le mascherine chirurgiche (per ora)

Dopo l’uso, come togliere la mascherina (senza rischi)

Analoghe accortezze devono essere seguite una volta utilizzata la mascherina: senza toccare la parte anteriore, va tolta dalle estremità laterali e portata in avanti, quelle chirurgiche vanno piegate su se stesse per “chiudere” la porzione esterna. Subito dopo bisogna di nuovo procedere a un lavaggio accurato delle mani con acqua e sapone o con gel disinfettante.

Coronavirus, mascherine: quando usarle

La mascherina, spiega il vademecum della Regione Toscana, è da usare in spazi aperti o chiusi quando sono presenti più persone, ma anche sui mezzi del trasporto pubblico, come autobus e tram, oltre che sui taxi e sui veicoli a noleggio con conducente.

Guida vademecum Toscana mascherine come usarle
Una parte del volantino curato dalla Regione Toscana sul corretto uso delle mascherine durante l’emergenza coronavirus

Usare le mascherine aiuta a limitare la diffusione del coronavirus Covid-19, ma è importante seguire anche le altre regole: mantenere sempre la distanza sociale di sicurezza e lavarsi frequentemente la mani in modo accurato (qui i consigli della Regione, pdf).

Il pranzo di Pasqua è a domicilio: il menu dei ristoranti di Firenze

“Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”, si diceva. Ma visti i tempi di quarantena, per quest’anno al di là della compagnia forzata, il vero punto sta nelle ricette e nei piatti succulenti che si potrebbero cucinare o perché no, ordinare per gustare senza uscire di casa. Per il 2020 sono molti i ristoranti di Firenze che hanno stilato un menu per il pranzo di Pasqua, organizzando un servizio  di consegna gratuita a domicilio.

Ne abbiamo quindi selezionati alcuni danno la possibilità di godersi un buon pranzo pasquale e di qualità, aiutando la filiera della ristorazione.

Pranzo di Pasqua a domicilio, menu di pesce e consegna a Firenze

Per gli amanti del pesce, il ristorante Calino di piazza delle Cure propone insalata di gamberi e totani, rucola e pomodorini; lasagnetta di mare, scorfano, zucchine e basilico; filetto di orata all’isolana e torta di mele da richiedere entro giovedì alle 12:30 contattando questo numero 347 9046788.

Le ricette della tradizione: lasagne e agnello

Se Pasqua è sinonimo di tradizione e di cucina casalinga, si può andare sul sicuro con il menu a domicilio proposto dal ristorante Cafaggi di via Guelfa. La storica famiglia preparerà lasagne al forno, coscio di agnello arrosto con piselli sgranati, ordinabili entro venerdì al numero 360 480651.

Non solo ristoranti: il menu di Pasqua in gastronomia

Sfiziose anche le variegate proposte della gastronomia Galanti di piazza della Libertà che includono torte pasqualine, ravioli ricotta e spinaci di loro produzione, gnocchi al semolino, ma ancheconiglio arrotolato, galantina di pollo, e filetti di baccalà ai porri, accompagnati agli innumerevoli contorni ordinabili allo 055 490359.

Da Burde anche del buon vino

Paolo Gori di Burde, la trattoria di via Pistoiese (055-317206), presenta un menu per il pranzo di Pasqua che dovrà essere prenotato entro giovedì e che sarà consegnato a domicilio sabato, pronto per essere portato in tavola la domenica di Pasqua seguendo le sue istruzioni. I piatti previsti sono: torta di Pasqua con capocollo Renieri, crespelle alla fiorentina, agnello in crosta d’erbe con piselli, zuppa inglese.

Ma da Burde non si parla solo di cibo, perché per ogni due menu ordinati sarà inclusa in omaggio anche una bottiglia di “Badia a Corte” Chianti Riserva Torre a Cona 2015, un sangiovese di rara classe ed eleganza perfetto in abbinamento a tutto il pasto ma che trova la sua esaltazione soprattutto con l’agnello.

4 portate per un pranzo pasquale deluxe e senza glutine

Più elaborato il menù a quattro portate – gluten free – di Elisa Masoni de La Quercia di Castelletti a Signa (055 0763602). La chef non si è fermata alla preparazione dei piatti, ma ha anche preparato una sorta di foglio illustrativo con tutte le indicazioni per la cottura dei piatti e delle ricette in casa, permettendo così al cliente di partecipare alla realizzazione di un perfetto piatto pasquale a base di cubo di pappa al pomodoro e mousse di ricotta, ravioli artigianali di pecorino e pere con zucchine e prosciutto, gran grigliata e zuccotto alla fiorentina in chiusura.

Menu pasqua 2020 ricette consegna a domicilio
Elisa Masoni de La Quercia di Castelletti

La spesa gourmet per il pranzo di Pasqua (con consegna a domicilio in tutta Firenze)

Nel caso in cui ci si voglia coccolare sul finale con prelibatezze particolari, il Dolce Emporio (338 2596812) dell’Oltrarno consegna direttamente a domicilio la colomba di Atelier Reale, laboratorio del pluristellato ristorante Antica Corona Reale di Cervere, il foie gras Fiori di Spezie, particolari confetture (come la composta di mele e zenzero o quella di pesche e curcuma), pregiate varietà di cioccolato, birre artigianali italiane, champagne e vini d’Oltralpe, ma anche una vasta selezione di etichette italiane con una particolare predilezione per il Nord Italia (dalla Ribolla Gialla del Collio a Nebbiolo delle Langhe, Barolo e Barbaresco).

E per i dolci?

Per il dessert, niente paura: oltre ai ristoranti molte pasticcerie e gelatiere di Firenze hanno attivato il servizio di consegna a domicilio, in questo articolo le principali proposte per vedersi arrivare a casa colomba, uova di Pasqua e gelato.