venerdì, 13 Giugno 2025
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Firenze-Siena, l’incubo potrebbe diventare realtà: torna l’ipotesi pedaggio

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L’incubo potrebbe diventare realtà. L’autopalio, la strada che collega Firenze con Siena e che da sempre è oggetto di polemiche infinite, potrebbe diventare a pagamento. E non è l’unica in Toscana, visto che la stessa sorte potrebbe toccare alla Bettolle-Perugia e alla Siena-Grosseto.

Nuovo emendamento in Senato

Tutto è relativo ad un emendamento al Decreto infrastrutture, approvato alla Camera e atteso ora in Senato. Anas, che gestisce la strada, potrebbe aver la possibilità di creare società nuove per gestire tratte stradali. E il riferimento potrebbe essere proprio alla Firenze-Siena. Va precisato che non c’è alcun preciso riferimento a quali strade saranno interessate, così come non si parla esplicitamente di un pedaggio ma è evidente che il rischio per gli automobilisti è proprio questo.

La politica toscana: “No al pedaggio”

Da parte della politica toscana critiche su critiche. Si chiede in particolare di chiarire i dubbi sulla norma inserita dal Governo nel decreto, proprio sul punto della possibilità di creazione di una nuova società pubblica per svolgere l’attività di gestione delle autostrade statali in regime di concessione. Ad oggi Anas gestisce 32mila chilometri di strade e autostrade: la rete comprende più di 1300 km di autostrade e raccordi autostradali non a pedaggio in gestione diretta. E in Toscana le strade interessate sono proprio la Firenze-Siena, la Bettolle-Perugia e la Siena-Grosseto. La politica sembra compatta sul “no al pedaggio”, ma gli automobilisti tremano.

Tredici, il numero fortunato nel libro di Vanessa Bambi

Si intitola “Il mio Tredici” il romanzo autobiografico di Vanessa Bambi e non ha niente a che vedere con la numerologia. Danzatrice e giornalista fiorentina, a lungo collaboratrice della nostra testata, ha appena dato alle stampe il suo primo romanzo per Porto Seguro editore.

Quel “Tredici” del titolo non è un numero qualsiasi per Vanessa. Il 13 novembre 1985 è il giorno della sua nascita, punto di partenza e approdo annuale, momento perfetto per fare bilanci e per progettare il futuro. È così che “mi sono sempre più affezionata al Tredici – spiega Vanessa Bambi nella premessa del libro – che in famiglia mi hanno sempre fatto credere essere stato il numero perfetto per me, come lo ero io per lui del resto. Così, anno dopo anno, ho sempre vissuto con trepidazione l’arrivo di quel giorno, cercando di assaporare avidamente ogni attimo di quelle mie magiche 24 ore. In fondo, non si è mai troppo grandi per soffiare ed esprimere Il desiderio per eccellenza”.

La copertina de Il mio Tredici

La vita di Vanessa Bambi tra un “Tredici” e l’altro

Tra le pagine de “Il mio Tredici” Vanessa Bambi ripercorre la sua vita: dalla prima tutina indossata da neonata, passando al Topolino stampato sulla felpa anni ‘90, fino alla tuta acetata, e al primo body da danza. La vita che balla, i compleanni che passano, i pezzi di felicità condivisa, tessere d’un mosaico rimasto lucente nella memoria, intenerito per quell’infanzia festeggiata a suon di zucchero vanigliato e ciliegine candite. Arriva l’adolescenza a prenderla alla sprovvista, a portarla allo specchio, a uscire di casa, a cercare con gli occhi blu il principe azzurro e a trovarlo.

I compleanni si susseguono veloci: da quelli festeggiati in casa mangiando pizzette col cappero, alla pizza ai carciofini ordinata ai circoli, alla pizza fritta mangiata golosamente prima di un’importante audizione. Raccontandosi sul serio, ma sempre con leggerezza: le luci di Parigi, il lungomare di Napoli, il Teatro San Carlo, la bellezza velata della danza che non la lascia, la caccia al libro giusto che le disveli una verità.

Tra passato e futuro, quel Tredici a fare da spartiacque

Vanessa trentenne continua a credere nei suoi sogni, ed è sempre quel Tredici che ritorna a mostrarle la felicità a portata di mano, sì da potersi dire felice di sé. Felice nell’attesa materna, che si concretizza in un fagottino colorato di rosa. La vita che non si ferma, a segnare sul calendario le nascite e le morti, chi arriva e chi se ne va. Il nonno, proprio il giorno del suo Tredici, le ha lasciato in eredità l’olio nuovo dell’Impruneta insieme ai pomodori rossi maturi. Poter sedersi con lui sulla panchina a godersi la calma di quella sosta. A trentacinque anni può capitare che le spunti dalla testa un capello bianco, ma non si ferma a pensarci più di tanto. Ha altro da fare, ha ancora da danzare, da vestire la piccola del suo body bianco e delle sue calze rosa, oppure scrivere un libro che per il suo trentaseiesimo vedrà pubblicato, magari proprio il giorno del suo Tredici

Vanessa Bambi presenterà il suo libro il 26 novembre alle 17:30 al Fake Cocktail Bar Bistrot di Firenze (Ingresso con Green Pass).

 

 

I sepolcri dei Medici, tutti i segreti nel libro di Marco Ferri

Si intitola “I sepolcri dei Medici” e sarebbe riduttivo definirla una CSI in salsa medicea, forse troppo poetico associarlo ad una “Spoon river” sulle rive dell’Arno. Quello che il giornalista e storico Marco Ferri confeziona nel suo ultimo libro edito da Angelo Pontecorboli Editore è piuttosto un resoconto dettagliatissimo, frutto di un lungo e attento studio delle sepolture della famiglia granducale, conservati all’interno delle Cappelle Medicee.

“Ho fatto ordine nei cassetti della memoria”, spiega Ferri, che a questa minuziosa operazione ha dedicato quasi 18 anni di vita e di lavoro. Studioso e appassionato della dinastia fiorentina, Ferri ha voluto fare ordine in un settore particolare e spesso trascurato del mare magnum della materia medicea, quello relativo alle traslazioni, esumazioni e ricognizioni dei depositi funebri della dinastia Medici.

I sepolcri dei Medici, tutti i segreti della dinastia in un libro

I sepolcri dei Medici si articola in tre parti e si dipana attraverso 23 capitoli: i primi 16 costituiscono La Storia e vanno dalla prima traslazione di un Medici di cui si ha testimonianza scritta – quella relativa al deposito funebre di Cosimo il Vecchio pater patriae nel 1467 – fino all’operazione di Pieraccini e Genna che si aprì nel 1945 e si esaurì dopo circa un ventennio.

La copertina de I Sepolcri dei Medici

I cinque capitoli successivi rappresentano La Cronaca, scritti con un taglio più giornalistico e comprendenti sia il «Progetto Medici» (la più ambiziosa operazione di studio scientifico dei depositi funebri del ramo granducale dei Medici), sia le altre operazioni successive che giungono praticamente sino ai giorni nostri.

Vi è infine una terza parte in cui trovano spazio Due casi emblematici, cioè la ricostruzione documentaria sia della ricerca del luogo di sepoltura della granduchessa Bianca Cappello, sia dei “viaggi” post mortem che il deposito funebre di Cosimo I de’ Medici ha compiuto all’interno (e anche fuori) del complesso laurenziano di Firenze tra il 1574 e il 2004.

500 pagine sui Medici, tra storia, politica e non solo

I Sepolcri dei Medici è composto da quasi 500 pagine tra le quali si scoprono dettagli e segreti della famiglia più celebre di Firenze e oltre 200 fotografie, a cui si affiancano i saggi introduttivi del direttore dei Musei del Bargello Paola D’Agostino, dell’ex direttore del Museo delle Cappelle Medicee Monica Bietti, del priore di San Lorenzo Monsignor Marco Domenico Viola, del presidente dell’Opera mediceo laurenziana ed ex Prefetto di Firenze Paolo Padoin e la conclusione di Brendan Dooley, docente di studi rinascimentali alla Cork University.

Un volume completo, che accompagna il lettore nei meandri della storia di Firenze, una storia che si intreccia con la politica, la genealogia, l’architettura, le interazioni tra le corti italiane e europee, la medicina, la biologia, la letteratura, la tanatologia, l’arte e l’avvincente mondo delle relazioni umane.

 

Firenze FilmCorti 2021, tutti i film premiati

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Cala il sipario sull’ottava edizione del FFF Firenze FilmCorti Festival che ha visto la finale svolgersi alla Limonaia di Villa Strozzi.
Seguita da un pubblico numeroso e partecipe, la finale è iniziata con la presentazione da parte degli autori delle sceneggiature finaliste, selezionate da una giuria nazionale e una internazionale coordinata da Maria Rosaria Perilli e Marino Demata.

Nel pomeriggio è seguita la proiezione dei 15 corti finalisti del Firenze FilmCorti Festival 2021, selezionati dalla giuria di qualità presieduta dalla regista e scrittrice Emanuela Mascherini e composta dal produttore Gianluca Arcopinto, l’attrice Roberta Caronia, il regista Vito Palmieri, la regista e autrice Elisabetta Pandimiglio, il montatore storico di Paolo Sorrentino, Cristiano Travaglioli.

Infine il momento tanto atteso delle premiazioni. Il Presidente Associazione Rive Gauche Marino Demata, la Presidente di Giuria Emanuela Mascherini, la Vice Presidente FFF Maria Rosaria Perilli,, la direttrice artistica del Festival Teresa Paoli, e il Presidente del FFF Francesco Grifoni, hanno svelato i vincitori e letto le motivazioni.

Ecco i principali vincitori del Firenze FilmCorti Festival 2021:

  • Premio del Pubblico Rangers heroes di Silene Brandi (Italia)
  • Miglior documentario Taxiderman di Rossella Laeng (Italia)
  • Miglior opera in assoluto Echo di Aitor De Miguel (Spagna)
  • Miglior film sperimentale ex aequo Wall Piano di Asma Ghanem & Co. (Palestina) e Let yourself rest di Kourtney Dixon (USA)
  • Miglior film di animazione Solitaire di Edoardo Natoli (Italia)
  • Miglior film di finzione Inverno di Giulio Mastromauro (Italia)
  • Premio speciale Rive Gauche See me: a global concert di Bernardette Wegestein & Co.

Che programmi utilizzano gli italiani sullo smartphone

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Una delle domande che spesso ci si pone consiste nel sapere quali sono i diversi programmi maggiormente usati da parte delle persone.

Scopriamoli assieme affinché sia possibile come il telefono viene usato nella maggior parte dei casi.

I programmi per mandare messaggi

Ovviamente la prima categoria rappresentata è quella dei programmi per mandare e ricevere i messaggi sul proprio dispositivo mobile.

Occorre prendere in considerazione come i suddetti non possono assolutamente mancare e anzi, questi rappresentano nella maggior parte dei casi i programmi che vengono utilizzati con maggior frequenza.

Che siano noti o meno, occorre considerare come questi tendono a essere sempre attivi e quindi rendono facilmente reperibile una persona in ogni momento della giornata.

I programmi per il lavoro

Il secondo tipo di programma che viene installato con maggior frequenza è quello per tenere sotto controllo il proprio lavoro, quindi un archivio in cloud e altri strumenti simili tendono a essere ben presenti in quanto questi permettono effettivamente di essere sempre e costantemente operativi.

Inoltre i programmi che permettono di mantenere sotto controllo gli appuntamenti, quindi una sorta di agenda virtuale sempre presente e funzionante, viene utilizzata in maniera costante e quindi fa in modo che il risultato finale possa essere definito come piacevole sotto ogni punto di vista.

Di conseguenza anche in questo caso si parla di programmi che permettono di avere sotto controllo la situazione in diverse circostanze ed essere operativi anche se in diverse situazioni si predilige un altro strumento esterno al telefono per tenere sotto controllo il proprio lavoro.

Le app e i giochi

Infine occorre parlare dei giochi mobile, ovvero i giochi per smartphone, i quali permettono a tutti gli effetti di ottenere un buon risultato, ovvero avere uno strumento di svago che non deve essere assolutamente ignorato.

Grazie a questo insieme di aspetti è quindi possibile come il telefono di una persona mischi diversi aspetti e sotto un certo punto di vista possa essere considerato come una sorta di base operativa che consente di mantenere sotto controllo una serie di aspetti della propria vita.

Ecco quindi che questi sono i programmi e le applicazioni che, in molte circostanze, devono essere presi in considerazione e allo stesso tempo si ha l’occasione di ottenere il migliore dei risultati possibili vista la tecnologia che contraddistingue questo tipo di app.

Agli Uffizi il busto del Bernini per dire no alla violenza sulle donne

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Il dolore e la solitudine delle donne vittime di violenza, dal Seicento del Bernini ai giorni nostri, vengono raccontate agli Uffizi nella mostra Lo Sfregio. È il busto di Costanza Bonarelli, in prestito dal Museo del Bargello, amante e vittima di Gian Lorenzo Bernini che la fece sfregiare dopo averla ritratta, a tessere il filo rosso che lo lega alle fotografie contemporanee di Ilaria Sagaria, che raccontano con grazia la drammatica realtà delle donne sfregiate con l’acido. Nel mese in cui ricorre la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), gli Uffizi lanciano un messaggio importante proponendo la mostra Lo sfregio (fino al 19 dicembre), curata da Chiara Toti.

Da un lato il capolavoro di Bernini, in prestito dal Museo Nazionale del Bargello: si tratta del busto dell’amata Costanza Piccolomini Bonarelli, scolpito nel marmo e poi deturpata al volto per gelosia, una volta scoperto che la donna aveva una relazione col fratello dell’artista. Dall’altro gli scatti di Sagaria dedicati alle donne sfigurate con l’acido.

Ilaria Sagaria

La violenza, filo rosso da Costanza Bonarelli a Ilaria Sagaria

Il filo sottile che unisce la vicenda che si cela dietro il busto di Costanza Bonarelli, databile al 1637-1638, e le foto di Ilaria Sagaria è il tema, sempre dolorosamente attuale, della violenza sulle donne. Lo scultore ritrae la donna con naturalezza e intimità: la camicia aperta, la pettinatura mossa, lo scatto del collo, la bocca socchiusa quasi a suggerire un dialogo. Nella tarda estate del 1638 Bernini, scoperto il legame di Costanza con il fratello Luigi, pazzo di gelosia, fa sfregiare il volto della donna.
Bernini fu graziato e proseguì la sua brillante carriera senza conseguenze, mentre Costanza venne reclusa in un monastero per quattro mesi. Fece poi ritorno dal marito, Matteo Bonarelli, con il quale dette vita a un fiorente commercio di sculture: in lei oggi è riconosciuto un emblema della capacità di riscatto che si ritrova oggi in tante vittime di violenza, alle quali le fotografie di Ilaria Sagaria, dedicate alle donne che hanno subito attacchi con acido, danno liricamente voce. Il ciclo di scatti Il dolore non è un privilegio ricorda infatti come il crimine subito da Costanza si riattualizzi oggi nei casi ancora più efferati degli attacchi con l’acido. Ad essere preso di mira, esattamente come allora, è il volto delle vittime, investito da sostanze corrosive che bruciano la pelle ed erodono ossa e cartilagini, condannando ad un calvario fisico e psicologico.

LO SFREGIO – ILARIA SAGARIA / GIAN LORENZO BERNINI
2 novembre – 19 dicembre 2021
Gallerie degli Uffizi, Galleria delle Statue e delle Pitture, sale A36-A37
Curatela della mostra: Chiara Toti
Progetto dell’allestimento: Antonio Godoli

 

Come adottare un’oliveta: arriva l’olio di Firenze

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Arriva l’olio di Firenze e parte il progetto “Adotta un’Oliveta“, con oltre mille piante in 20 aree di proprietà del Comune. È attiva da oggi la pagina online della direzione Ambiente di Palazzo Vecchio, dove farsi avanti per prendersi cura degli ulivi.

Come funziona il progetto “Adotta un’oliveta” a Firenze

Tutti i soggetti, singoli cittadini e associazioni, possono candidarsi per l’adozione di un’oliveta tra quelle disponibili sulla mappa online e sottoscrivere poi un patto di collaborazione. Prima bisogna prenotare l’area di interesse, compilando il form web oppure il modulo cartaceo direttamente all’ufficio sostenibilità del Comune.

La “prenotazione” dell’oliveta da adottare sarà attiva per 30 giorni, prorogabili una sola volta per altri 30 giorni, entro i quali dovrà essere sottoscritto il patto di collaborazione con il Comune, che avrà una durata di tre anni, rinnovabili per altri tre. I cittadini e le associazioni potranno così prendersi cura delle piante e produrre il proprio olio, da usare per il loro fabbisogno oppure da mettere in vendita, ma solo per sostenere e realizzare gli scopi della propria attività. L’olio di Firenze sarà contrassegnato da un’apposita targhetta.

Olio di Firenze: dove si trovano gli ulivi da adottare

Le 20 olivete di proprietà comunale sono distribuite in buona parte dei quartieri periferici di Firenze, come nell’area Pettini delle Cure, a Villa Strozzi e a Mantigano nel Quartiere 4, al giardino Vegni in Oltrarno, nel parco Don Forconi (Quartiere 5) e ancora a Rusciano, Montughi, Settignano, Castello, in via Trento. Qui la mappa online del Comune.

Come sottolineato dall’assessore all’ambiente e agricoltura urbana Cecilia Del Re si tratta di un modo per prendersi cura del territorio agricolo urbano. Il vicesindaco Alessia Bettini ha aggiunto che si tratta di un progetto innovativo che promuove un modello di gestione condivisa della cosa pubblica su cui il Comune punta molto.

Dagli alberi ai frutteti, gli altri progetti

“Adotta un oliveta” si aggiunge alle altre iniziative lanciate nei mesi scorsi dalla direzione Ambiente del Comune di Firenze, come il progetto “Dona un frutteto” o quello che dà la possibilità di regalare alla città una albero intitolandolo ai propri cari.

Proroga stato emergenza 2022: cosa comporta per smart working e green pass

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Il governo pensa a un’ulteriore proroga dello stato di emergenza per il Covid-19 nel 2022, ben oltre la fine fissata al 31 dicembre 2021: ma cosa comporta questo prolungamento per lo smart working, il green pass e le regole anti-contagio?

Proroga dello stato di emergenza fino a marzo 2022

L’ipotesi su cui si sta discutendo in questi giorni è la proroga dello stato di emergenza dall’attuale scadenza del 31 dicembre 2021 al 31 marzo 2022, grazie a una legge da far approvare al parlamento o attraverso un emendamento a un altro provvedimento. Il ministro della Salute Roberto Speranza, interpellato sul tema, ha detto che al momento non c’è stata alcuna decisione ed entro la fine dell’anno l’esecutivo valuterà il da farsi.

Secondo la legge lo stato di emergenza può durare al massimo 24 mesi (i primi 12 mesi più una proroga di altri 12) e quindi la data limite è quella del 31 gennaio 2022. Per andare oltre sarà necessario un passaggio parlamentare.

Cosa comporta per lo smart working la proroga dello stato di emergenza al 2022

Il termine dello stato di emergenza comporta anche la fine dell’uso “semplificato” dello smart working per i privati, senza bisogno dell’accordo tra azienda e il singolo lavoratore, mentre per la pubblica amministrazione sono state già emesse le linee guida per il ritorno in ufficio dell’85% dei dipendenti pubblici.

Per quanto riguarda il settore privato fino al 31 dicembre 2021 le imprese possono usufruire della procedura semplificata di richiesta dello smart working. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando mira adesso a separare la questione del lavoro agile dalla proroga dello stato di emergenza. L’obiettivo è definire entro fine anno, insieme a sindacati e ai rappresentanti delle imprese, regole condivise per l’impiego dello smart working per i privati da ora in avanti, fissando anche dei paletti sull’orario di impiego, l’alternanza casa-ufficio, i tempi della disconnessione.

Cosa succede al green pass con e senza proroga dello stato di emergenza al 2022

Non solo misure anti-contagio, mascherine e smart working: allo stato di emergenza è al momento legato anche l’obbligo di green pass, la cui fine è prevista il 31 dicembre 2021, sebbene il governo stia pensando a una proroga anche in questo caso. L’ipotesi è svincolare la durata della certificazione verde dallo stato di emergenza, fissando una validità diversa per le due misure.

Nelle ultime ore l’idea circolata sui giornali, avanzata da alcuni esponenti del governo, è di valutare una proroga del green pass obbligatorio (al lavoro, come negli altri luoghi pubblici) fino a giugno 2022, per aumentare la copertura vaccinale e spingere sulla terza dose.

Cosa significa

La proroga dello stato di emergenza per il Covid comporta anche il prolungamento delle norme che snelliscono alcune procedure. La Protezione civile ha poteri straordinari per attuare in tempi brevi gli interventi d’urgenza, il governo può ricorrere ai Dpcm (decreti del presidente del Consiglio) per introdurre norme anti-contagio e sono istituiti organismi ad hoc, come il Cts (Comitato tecnico scientifico) e la struttura del commissario all’emergenza Francesco Figliuolo.

Criptovalute e investimenti: da Bitcoin a Ethereum, tutte le monete virtuali da monitorare

Il Bitcoin continua la marcia inesorabile verso i massimi assoluti di prezzo fatti registrare nel primo semestre dell’anno e trascina con sé l’intero settore delle criptovalute.

Ormai manca davvero poco ad un’eventuale rottura dell’importante soglia psicologica creatasi nel corso dei mesi, tuttavia l’hype degli investitori -soprattutto istituzionali- è catalizzato al momento da un altro evento non meno rilevante: si tratta dell’esordio dell’ ETF su Bitcoin, approvato dalla Secuirities and Exchange Commission statunitense, che investirà in cartolarizzazioni del future sul BTC quotato al CME; un’investitura in piena regola da parte dell’Autorità di Vigilanza come primo strumento finanziario interamente regolamentato in campo crypto -molti analisti addirittura ritengono che il recente rally sia interamente imputabile a quanto riferito-.

Le monete virtuali con cui operare attualmente son numerose. Per capire su quali criptovalute investire oggi può essere utile leggere la guida messa a disposizione da Criptovaluta.it, portale di riferimento che offre approfondimenti e contenuti relativi al mondo dei crypto token.

Etf Bitcoin: prospettive sul futuro del token

La quotazione di ProShares Bitcoin Strategy, questo il nome del fresco esordiente, avrà naturalmente implicazioni di estrema importanza per il futuro del token e, di conseguenza, per il futuro di tutto il movimento.

Difatti la finanza tradizionale, mai troppo accomodante nei confronti di questo ecosistema nato e accresciutosi sui circuiti over the counter, da questo momento in avanti non potrà più ignorare l’affezione degli investitori retail per tali specifici sottostanti, né la rilevanza che possono ricoprire all’interno di una diversificazione di portafoglio, a maggior ragione in un contesto, come quello attuale, caratterizzato da mille incognite e rendimenti fissi prossimi allo zero.

Novità sulla piattaforma Ethereum di ultima generazione

Ethereum -fra i Big Cap- da quando questa nicchia tecnologica ha iniziato ad attirare l’interesse non solo di investitori specializzati, può essere considerato, senza timore di essere smentiti, il diretto rivale di Bitcoin. Nell’ultimo periodo l’asset digitale non solo ha ben figurato sul mercato di riferimento ma addirittura, in alcuni frangenti, è stato superiore per quanto concerne volumi scambiati e incremento della propria dominance nello stesso lasso di tempo.

Inoltre sul futuro del token vi sono buone aspettative, soprattutto in riferimento alla fusione dell’attuale piattaforma Ethereum e Beacon Chain: una sinergia che porterà al progetto non pochi benefici sia in termini di efficienza- velocità di esecuzione delle transazioni– sia in termini di sicurezza –stabilità dei processi nonostante il dichiarato obiettivo di scalare il più possibile la tecnologia-.

Cardano e Chainlink: crypto emergenti del momento

Anche tra i nomi meno noti è possibile trovare comunque spunti di sicuro interesse: è il caso ad esempio di Cardano, la criptovaluta di nuova generazione fra i primi ad utilizzare la modalità di validazione dei protocolli proof of stake. E, a ragion veduta, è definita la valuta virtuale eco sostenibile, in quanto per il suo utilizzo non richiede approvvigionamento di corrente elettrica; di conseguenza anche l’impatto ambientale -rilascio di anidride carbonica- è decisamente contenuto.

Un altro progetto degno di nota è rappresentato dalla tecnologia di Chainlink, che si pone l’obiettivo, molto concreto in prospettiva futura, di connettere il mondo della blockchain con quello reale, per rendere intercomunicanti le due entità in fase di formalizzazione di alcuni processi -ad esempio l’esecuzione di smart contract-.

Per poter sfruttare le opportunità fornite da tali crypto, in attesa di nuovi strumenti, gli investitori hanno a disposizione diversi canali operativi. In particolare, per beneficiare delle oscillazioni dei prezzi dei token nel breve termine, si possono negoziare i Contratti per Differenza su criptovaluta: particolari derivati che replicano il prezzo di un sottostante;  inoltre si può acquistare direttamente l’asset digitale su exchange e stoccarlo in un e-wallet.

Al momento questa modalità di accesso al mercato è molto apprezzata dai crypto holders in quanto si accompagna spesso allo staking: un meccanismo che premia la detenzione di valuta virtuale per orizzonti temporali abbastanza lunghi.

Bonus terme 2021: elenco delle strutture convenzionate e degli enti accreditati

Il bonus terme 2021-2022 è ai blocchi di partenza con la pubblicazione sul portale di Invitalia dell’elenco di tutte le strutture convenzionate e degli enti accreditati dove poter richiedere lo sconto di 200 euro. L’agevolazione, senza un tetto Isee e limiti di reddito, è stata pensata per rilanciare il settore dopo le chiusure causate dell’emergenza Covid. La lista delle terme convenzionate che accettano il bonus è stata pubblicata oggi dall’Agenzia del Mise, il ministero dello Sviluppo economico, ma verrà aggiornata nei prossimi giorni, via via che si saranno accreditate nuove strutture e nuovi stabilimenti.

Bonus terme: come funziona, come richiederlo nelle strutture accreditate (senza Isee) e cosa copre

Il bonus terme funziona con uno sconto immediato, sui servizi offerti dal singolo centro termale che fa parte dell’elenco delle strutture accreditate: non sono previsti limiti di reddito o di Isee. L’agevolazione va chiesta direttamente agli stabilimenti aderenti e viene riconosciuta in fattura, anche per coprire il 100% dei costi dei servizi termali, fino a un tetto massimo di 200 euro.

Ecco a chi spetta e per quali servizi: ogni cittadino maggiorenne residente in Italia può ottenere il bonus terme, che copre tutti i servizi termali inclusi i trattamenti estetici, di benessere, i massaggi e gli ingressi nelle piscine (ma non comprende le spese per la ristorazione, per l’ospitalità e le camere). Inoltre non può essere usato per quelle prestazioni che risultano già a carico del Servizio sanitario nazionale. Il “voucher” è personale, non si può cedere ad altri e non è frazionabile: è possibile richiederlo una sola volta e usarlo solo in uno degli enti convenzionati.

Come prenotare il bonus terme 2021-2022 e quali sono le strutture convenzionate: elenco degli enti accreditati

Dal 2 novembre 2021 Invitalia ha pubblicato la prima lista degli enti accreditati per il bonus terme, ma l’elenco delle strutture convenzionate sarà aggiornato progressivamente in base alle nuove adesioni degli stabilimenti. Per richiederlo infatti i cittadini devono rivolgersi direttamente ai centri termali, contattandoli preferibilmente via mail o internet: soltanto le strutture accreditate possono accedere alla piattaforma per la prenotazione del bonus terme e poi inviare all’utente la conferma.

Nell’elenco degli enti che si sono già accreditati per il bonus terme 2021 figurano ad esempio in Toscana le terme di Saturnia, di Montepulciano, di Rapolano (Antica Querciolaia) e di Chianciano, nel Lazio le Acque Albule di Tivoli, in Campania le Stufe di Nerone (Napoli) e le terme di Forlenza nel salernitano, in Lombardia le terme di Boario e di Bormio, in Veneto molte strutture di Abano Terme e di Montegrotto Terme.

Questo il link diretto al database di Invitalia con tutti gli stabilimenti aderenti: è possibile cercare le singole terme o filtrare la ricerca in base alla regione o alla provincia di interesse.

Quando scade il bonus termale

Ma qual è la scadenza del bonus terme 2021-2022 e fino a quando richiederlo? Ci sono 60 giorni di tempo dall’emissione del voucher per iniziare a usarlo, mentre per finire di spenderlo per i servizi termali presso la stessa struttura della prenotazione ci sono 45 giorni dall’inizio delle prestazioni.

È possibile richiedere il bonus terme fino a esaurimento dei fondi, in tutto 53 milioni di euro. Fatti due conti se tutti gli utenti utilizzassero il bonus pieno, da 200 euro, potrebbero richiedere l’agevolazione 265.000 persone. Sempre che non sia previsto un rifinanziamento. Sul portale predisposto da Invitalia sono pubblicate tutte le informazioni sulla misura, comprese le FAQ su come ottenere il bonus terme.