mercoledì, 28 Maggio 2025
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Carta Docente 2024/25: non è per i precari, ma si può fare ricorso

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Niente sorprese, almeno per ora. La Carta del Docente, anche per l’anno scolastico 2024/25, non sarà riconosciuta ai precari (neppure a quelli in servizio fino al 30 giugno e ai supplenti fino al 31 agosto): al momento, il bonus da 500 euro è previsto solo per i docenti di ruolo. Una piccola speranza sembra esserci, se arriveranno fondi dalla prossima manovra finanziaria. Non si placano però le polemiche dei sindacati degli insegnanti che in questi mesi hanno promosso azioni legali per vedere il riconoscimento del sostegno economico pure per chi ha un contratto a termine. Alcuni infatti hanno scelto la via delle carte bollate, sostenuti dalle varie sigle: dalla FLC CGIL alla UIL scuola, fino all’ANIEF in molti casi i precari hanno vinto il ricorso vedendosi riconosciuti i soldi arretrati del bonus della Carta del Docente.

Come funziona il bonus docenti nell’anno scolastico 2024/25

Quest’anno la piattaforma ufficiale tornerà accessibile con un mese di ritardo. È stato lo stesso ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ad annunciare che la procedura per emettere nuovi voucher della Carta del Docente sarà attivata a partire dalle ore 14.00 di lunedì 14 ottobre 2024 senza entrare nel merito della questione precari. Sul sito www.cartadeldocente.istruzione.it, in attesa che il portale sia reso di nuovo operativo, campeggia però una scritta che non lascia adito dubbi: “L’iniziativa è riservata ai soli docenti di ruolo” è il messaggio laconico riportato in homepage.

Dunque anche per l’anno scolastico 2024/25 la Carta del Docente, che prevede 500 euro di bonus da spendere tra le altre cose in libri, riviste e biglietti per musei o per partecipare eventi formativi, non andrà ai docenti precari. C’è comunque uno spiraglio di luce. Il ministro Valditara, durante il confronto con i sindacati proprio sul tema del precariato, ha annunciato la possibilità di un finanziamento extra nella prossima legge di bilancio. Insomma, se saranno trovati i fondi, la Carta del Docente sarà riconosciuta anche ai precari durante il 2025.

Il ricorso per la Carta Docente ai precari

I sindacati però sono già sul piede di guerra: promettono una battaglia ricorso dopo ricorso, se queste risorse per estendere il bonus di 500 euro anche ai docenti precari non arriveranno. “Se ciò non avverrà, gli insegnanti precari si vedranno costretti a ricorrere alla via legale come già avvenuto in passato – spiega la FLC CGIL in una nota – Ricordiamo infatti che la Cassazione (con sentenza 30 ottobre 2023, n. 29961) ha affermato che la ‘carta’ spetta anche al personale docente con contratto a tempo determinato annuale o fino al 30 giugno“.

La lista dei docenti precari che hanno presentato ricorso contro la mancata assegnazione della Carta Docente e hanno vinto l’azione legale è sempre più nutrita. Spesso il giudice del lavoro riconosce il bonus anche per i vari anni di precariato, con cifre a tre zeri. Queste azioni legali sono sostenute dagli stessi sindacati: la FLC CGIL invita a rivolgersi alle sedi territoriali per attivare la vertenza, come anche la CSIL Scuola e al UIL, mentre l’Anief ha rilanciato la sua campagna che permette l’adesione gratuita degli iscritti ai ricorsi. La procedura prevede prima l’invio di una diffida via raccomandata A/R al Ministero dell’Istruzione, conservando una copia e la ricevuta di ritorno. A quel punto sarà possibile rivolgersi a un avvocato per avviare l’azione legale.

Come proteggersi dalla zanzara della Dengue e i sintomi del virus

Dopo i 3 casi registrati nella Città metropolitana di Firenze, si alza l’attenzione anche in Toscana sulla febbre Dengue, un virus che si trasmette tramite la puntura di particolari tipi di zanzara (Aedes aegypti e Aedes albopictus) con sintomi della malattia simili all’influenza. Si tratta di un virus di “importazione”, tipico dei Paesi tropicali e subtropicali, sbarcato in Italia a seguito di viaggi e soggiorni all’estero di cittadini che poi l’hanno fatto arrivare fino in patria. Ma come proteggersi dalla zanzara portatrice della Dengue?

Cos’è la Dengue e quale zanzara è responsabile della trasmissione del virus

Va subito chiarito che per la febbre Dengue, provocata da 4 virus simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4), non è possibile la trasmissione da uomo a uomo: non è contagiosa a seguito di un contatto diretto con il malato che mostra sintomi, ma si trasmette tramite la puntura di una zanzara femmina che ha “morso” un soggetto infetto. Questi piccoli insetti sono infatti i vettori della malattia, che è piuttosto diffusa nelle zone tropicali e subtropicali, soprattutto durante e dopo la stagione delle piogge: i Paesi più a rischio si trovano tra Africa, Sudest asiatico, Cina, India, Medioriente, America latina e centrale, Australia e diverse zone del Pacifico.

Un focolaio di Dengue è causato appunto dalla puntura di particolari zanzare: Aedes aegypti (detta  “zanzara della febbre gialla”), vettore anche del virus chikungunya ma che da noi non è diffusa, e la Aedes albopictus ossia le zanzare tigre che ormai proliferano alle nostre latitudini. Ecco come riconoscerla: la zanzara tigre ha un corpo nero con striature bianche su capo, torace, addome e zampe. Le dimensioni sono simili a quelle di una zanzara comune, da 41 millimetri a 1 centimetro circa.

La puntura della zanzara, i sintomi della Dengue e il vaccino

Non è possibile quindi riconoscere la puntura di una zanzara che trasmette la Dengue, ma la malattia viene diagnostica osservando i sintomi causati dal virus che si sviluppano in genere nel 20% dei casi: febbre anche alta, mal di testa acuti, dolori al volto attorno e dietro agli occhi, forti dolori ai muscoli e alle articolazioni (per questo è stata soprannominata “febbre spaccaossa”), ma anche nausea e vomito, oltre a irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dalla comparsa della febbre. Spesso questa sintomatologia sono assenti nei bambini.

In genere il periodo di incubazione delle Dengue, prima di sviluppare i sintomi a seguito della puntura di una zanzara infetta, va dai 3 ai 14 giorni e in media i soggetti sani guariscono completamente nel giro di due settimane di completo riposo. Solo in rari casi, spiega l’Istituto Superiore di Sanità, è fatale a seguito di febbre con emorragie gravi da diverse parti del corpo. Non esiste una cura specifica ma possono essere utili farmaci per abbassare la febbre. In commercio si trova un vaccino vivo attenuato contro la Dengue, che viene somministrato a chi ha dai 4 anni in su con 2 dosi a distanza di 3 mesi. In Toscana è previsto (a pagamento) nei centri di medicina dei viaggi per chi si sposta verso Paesi a rischio.

Come proteggersi dal virus

Per proteggersi è importante, come detto, concentrarsi sul vettore, la zanzara che potrebbe – dopo la puntura di una persona infetta – trasmettere la Dengue e far sviluppare i sintomi. Per questo, a seguito di casi come quelli registrati in Toscana, l’Asl dispone disinfestazioni a tappeto nelle zone frequentate dai soggetti che hanno sviluppato la malattia. Il singolo, spiega ancora l’ISS, può difendersi usando repellenti, zanzariere e vestiti adeguati e protettivi tramite cui le zanzare tigre non possono pungere. Inoltre i consigli per la vita domestica sono i consueti: eliminare i ristagni d’acqua (ad esempio nei sottovasi); usare prodotti antilarvali in caditoie e pezzetti dei cortili e dei garage; pulire bene i vasi prima di portarli in casa per evitare la schiusa delle uova invernali.

Dengue in Toscana: disinfestazione a Firenze e Sesto Fiorentino

Prima infezione autoctona di febbre Dengue in Toscana e tra Firenze e Sesto Fiorentino scatterà la disinfestazione per eliminare eventuali zanzare che sono il potenziale veicolo di questa malattia. L’Asl Toscana Centro ha comunicato che sono stati segnalati tre casi all’interno dello stesso nucleo familiare: due persone hanno sviluppato la febbre Dengue di ritorno da un soggiorno a Fano (dove è stato localizzato un focolaio del virus), mentre la terza ha contratto l’infezione a Sesto Fiorentino.

Il caso autoctono di Dengue in Toscana, attenzione alta tra Firenze e Sesto

Secondo quanto spiegato dall’Azienda sanitaria i primi due soggetti si sono recati a Fano durante l’ultima settimana di agosto e, dopo una settimana dal loro rientro in Toscana (con spostamenti lavorativi anche a Firenze), presentavano sintomi simil-influenzali, poi è stata diagnosticata la Dengue. Il terzo caso ha soggiornato a Fano solo a fine agosto, ma ha sviluppato i sintomi dopo 20 giorni. “Il periodo di incubazione è di circa dieci giorni, perciò l’insorgenza dei sintomi non è compatibile con la possibile esposizione nel periodo di soggiorno a Fano, bensì a puntura avvenuta al domicilio, pertanto l’Igiene Pubblica ritiene che il caso in questione sia autoctono”, spiega l’Asl Toscana Centro.

L’indagine dell’Asl ha consentito di circoscrivere l’area in cui eseguire la disinfestazione delle zanzare, tra i Comuni di Sesto Fiorentino e Firenze dopo l’ordinanza dei sindaci, mentre sono in corso i sopralluoghi per delimitare meglio le zone da trattare per debellare questo vettore della Dengue. La popolazione sarà avvisata con cartelli affissi nelle zone interessate e con informazioni porta a porta. L’obiettivo è quello di abbattere la densità delle zanzare nei luoghi frequentati dai casi, l’intervento è in programma per il 9 ottobre, in assenza di pioggia.

Dengue: quali sono i sintomi e quali le cure della febbre “spaccaossa”

La Dengue, malattia alla base di questi 3 casi in provincia di Firenze, è causata da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) presenti principalmente in Paesi tropicali e subtropicali e provoca sintomi simili a quelli dell’influenza. Non viene trasmessa direttamente da persona a persona, ma tramite la puntura di alcuni tipi di zanzare tra cui anche quelle tigre (Aedes albopictus). Il virus, si spiega sul portale epidemiologico dell’Istituto Superiore di Sanità, circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri.

È anche detta “febbre spaccaossa”, perché la Dengue può provocare, dopo 5-6 giorni dalla puntura di zanzara infetta, febbre anche molto elevata, accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. I sintomi sono spesso assenti nei bambini.

Non esiste un trattamento specifico per la Dengue. Nella maggior parte dei casi, spiega l’ISS, le persone guariscono completamente nel giro di due settimane. Per favorire la guarigione è raccomandato il riposo assoluto, l’uso di farmaci per abbassare la febbre e la somministrazione di liquidi per combattere la disidratazione. Al momento in Toscana la Regione mette a disposizione un vaccino anti-Dengue (a pagamento) solo per i cittadini che accedono ai centri di medicina dei viaggi. Si tratta di un vaccino vivo attenuato che prevede due dosi a distanza di 3 mesi, per soggetti dai 4 anni in su.

Ztl, Firenze pensa a nuovi orari e regole (con controlli in uscita)

Una revisione della ztl di Firenze, per rafforzare la zona a traffico limitato, allungare gli orari dei divieti e rivedere le regole per l’accesso al centro storico, anche per lo scarico e il carico merci e con possibili controlli in uscita. Parte da questi punti il percorso che nei prossimi mesi impegnerà la giunta a riformare la disciplina delle porte telematiche, anche tenendo conto delle richieste dei residenti, delle associazioni di categoria, dei commercianti e del Quartiere 1. Il Consiglio Comunale nella seduta di ieri (7 ottobre) ha dato il via libera alla mozione presentata da Dmitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune), che in Commissione Ambiente aveva trovato d’accordo – sebbene con posizioni diverse – Pd, Alleanza Verdi Sinistra, Firenze Democratica, Italia Viva e Movimento 5 Stelle. Contrario invece il centrodestra.

I problemi della zona a traffico limitato

Tutto parte da una constatazione. Il sistema non funziona come dovrebbe, visto che in alcuni momenti della giornata anche le strette strade del centro sono ingolfate di veicoli e c’è anche chi entra nell’area “off limits” prima dell’accensione delle porte telematiche per poi lasciare parcheggiato il veicolo a lungo oppure non rispettando le tempistiche dello scarico merci.

Sul piatto al momento ci sono solo ipotesi. La mozione infatti è solo un primo passo verso una modifica delle regole e degli orari, dopo il confronto con cittadini, negozianti e Consiglio di Quartiere 1: Palagi ha rilanciato la proposta di una ztl 24 su 24, 7 giorni su 7, idea che però non trova una sponda nella maggioranza e che è stata stralciata dal testo originario proprio per far convergere i voti di forze politiche diverse. Altri fronti sono quelli della stretta sui permessi, in particolare sui caddy turistici, e l’estensione della ztl notturna estiva, che alcuni vorrebbero tutto l’anno affiancata da offerte serali nelle strutture di Firenze Parcheggi.

Il confronto sui nuovi orari e le nuove regole della ztl di Firenze

Le nuove norme sono quindi tutte la scrivere. I paletti sono stati fissati dal Consiglio comunale con l’approvazione della mozione. Gli obiettivi del rafforzamento della ztl, si legge nell’atto, sono “ridurre il traffico veicolare ed eliminare il fenomeno del parcheggio non consentito e tutelare il diritto alla sosta per le persone residenti in Ztl”. E poi una maggiore fruibilità del centro storico per chi vie la città e una migliore gestione dello scarico e carico merci  anche “in un’ottica di sostenibilità e riducendo l’impatto per la cittadinanza”. Al momento non si parla della mappa della ztl di Firenze, ma anche questo sarà un terreno di confronto.

Intanto l’assessore allo sviluppo economico Jacopo Vicini, in Consiglio Comunale, ha detto che “è intenzione dell’amministrazione procedere con una riorganizzazione della disciplina di carico e scarico merci all’interno della Ztl ‘centro storico’, oltre a procedere con controlli sempre maggiori”. In particolare, il Comune vuole ridefinire il sistema delle piazzole dedicate al carico/scarico con numero adeguato e l’impiego di strumenti tecnologici, ma anche verificherà la fattibilità di un sistema di controllo tramite porte telematiche anche in uscita dalla ztl del centro storico di Firenze, per garantire il rispetto degli orari di accesso fissati nei disciplinari anche per la consegna delle merci (fino alle ore 9).

Carta Docente 2024/2025: quando sarà attiva? Taglio per il bonus?

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Dopo un’attesa più lunga del previsto, il Ministero dell’Istruzione e del merito ha annunciato quando sarà attiva la Carta del Docente 2024/2025 e sarà così possibile generare nuovi buoni acquisto. Con questo “bonus docenti” fino all’agosto 2025 si potranno comprare, nei negozi e sui siti convenzionati,  anche libri, riviste, ingressi nei musei, biglietti per eventi culturali, teatro e cinema.

Da quando sarà attiva la Carta del Docente 2024/2025

Con una nota dell’8 ottobre 2024, il Ministero dell’Istruzione e del merito ha comunicato che la piattaforma web della Carta del Docente sarà attiva dalle ore 14 di lunedì 14 ottobre, quando sarà possibile accedere nuovamente ai borsellini elettronici e alla generazione dei voucher per l’anno scolastico 2024/2025. L’accesso al sito www.cartadeldocente.istruzione.it avviene con le credenziali SPI o CIE.

Come in passato, ci sarà tempo fino al 31 agosto 2025 del prossimo anno per spendere il bonus docenti per l’aggiornamento professionale nelle attività convenzionate. Ad esempio per acquistare libri, riviste, ingressi nei musei, biglietti per eventi culturali, teatro e cinema o per iscriversi a corsi di laurea e master universitari, a corsi per attività di aggiornamento, svolti da enti qualificati o accreditati presso il Ministero dell’Istruzione.

In vista tagli: addio al bonus docenti da 500 euro?

La nota non specificava però la cifra della Carta del Docente per l’anno scolastico 2024/2025: nelle settimane scorse il sindacato FLC CGIL ha denunciato il rischio di un taglio del bonus da 500 a 425 euro. Dopo l’incontro con i sindacati sul tema del precariato, sempre l’8 ottobre, il ministro Giuseppe Valditara ha confermato che per quest’anno la cifra sarà sempre ferma a 500 euro.

Intanto la FLC CGIL e le altre sigle hanno avanzato la richiesta al Ministero di riconoscere durante l’anno scolastico 2024/2025 i benefici della Carta anche ai docenti precari, in base a quanto sancito da varie sentenze dei tribunali a seguito di diversi ricorsi. Una possibilità che però non è al momento prevista: “L’iniziativa è riservata ai soli docenti di ruolo” si legge sul sito ufficiale del progetto.

Carta Dedicata a Te smarrita: cosa fare e come recuperare il PIN

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Al via il “bonus spesa” per le famiglie in difficoltà economica con il ritorno della card prepagata che permette di comprare beni di prima necessità. In più quest’anno è possibile utilizzarla anche per fare rifornimento o per acquistare abbonamenti ai trasporti pubblici. Ma cosa fare se si è smarrita la Carta Dedicata a Te e come recuperare il PIN se si è dimenticato?

Come fare se si è smarrita la Carta Dedicata a Te?

A chi ha già goduto in passato di questo sostegno economico, i 500 euro di bonus spesa vengono accreditati sulla vecchia card. E allora come fare se si è smarrita la Carta Dedicata a Te? In questa situazione, come anche in caso di furto, prima di tutto va bloccata chiamando il numero verde 800.210.170 (+39.06.4526.3322 se ci si trova all’estero). In questo modo si impedisce che altri spendano il credito residuo della Carta Dedicata a Te, soprattutto se sono riusciti a recuperare il PIN perché il codice è stato conservato insieme alla card. Poi è necessario presentare denuncia alle autorità competenti.

A questo punto il titolare potrà andare in un qualsiasi ufficio postale per richiederne una nuova compilando un modulo. La nuova Carta Dedicata a Te, al posto di quella smarrita, sarà consegnata solo dopo che Postepay avrà verificato l’effettiva presentazione della denuncia: a quel punto, esibendo un documento di identità, sarà possibile ritirarla e sulla carta sostitutiva sarà trasferito il saldo disponibile. Se invece la carta fosse smagnetizzata o malfunzionante, è possibile chiedere la sostituzione in qualsiasi momento presso uno sportello.

Come recuperare il PIN della Carta Dedicata a Te se si è smarrito il codice

Nel caso che il PIN della Carta Dedicata a Te sia stato dimenticato, oppure sia stato smarrito il documento dov’è riportato il codice personale segreto, la procedura è più semplice. Basta rivolgersi agli sportelli di un qualsiasi ufficio di Poste Italiane e chiedere un duplicato. Restano poi validi i classici consigli: non scrivere il PIN sulla Carta Dedicata a Te e non conservarlo insieme alla stessa card, perché in caso sia smarrita o rubata potrebbe essere usata da altre persone.

Gli altri approfondimenti

Carta Dedicata a Te 2024, il saldo: come vedere credito residuo

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È in arrivo la Carta Dedicata a Te 2024, ma come vedere il saldo disponibile e controllare la lista dei movimenti, c’è un numero verde o un servizio SMS per il credito residuo? Ecco una guida pratica con tutto quello che c’è da sapere su come funziona questa card, che prevede un bonus spesa pari a 500 euro.

Come vedere il saldo della Carta Dedicata a Te 2024

A differenza della “vecchia” Card Acquisti, per la Carta Dedicata a Te 2024 non è previsto un numero verde per attivare il servizio SMS e vedere così il saldo sul proprio cellulare e non è attivo un servizio online, ma bisogna recarsi fisicamente in un ufficio postale per controllare il credito residuo e la lista dei movimenti. Come succede per le normali carte emesse da Poste Italiane, basterà inserire la Postepay nello sportello automatico (ATM Postamat) e selezionare la voce per verificare il saldo o l’elenco delle operazioni che sono state effettuate. Ovviamente va tenuto a portata di mano il codice PIN.

Quando è attiva la Carta Dedicata a Te e qual è la scadenza

La Carta Dedicata a Te è attiva dal mese di settembre, con un saldo i 500 euro, ed è possibile vedere sul sito del proprio Comune di residenza se si è tra i beneficiari del sostegno. Sono comunque le stesse amministrazioni comunali a comunicare all’utente se fanno parte della graduatoria. I requisiti prevedono un Isee fino a 15.000 euro (aggiornato al 2024) e la presenza in famiglia di almeno tre componenti. Inoltre la misura non è compatibile con altri sostegni al reddito.

Per non vedere azzerato il saldo, la Carta Dedicata a Te deve essere usata per il primo pagamento entro il 16 dicembre 2024 (qui la lista di cosa si può comprare e cosa no). Fatta questa prima transazione, per spendere ciò che resta dei 500 euro ci sarà tempo fino al 28 febbraio 2025, la data di “scadenza” del bonus. Una volta esaurito il credito residuo, meglio conservare la Postepay: per questa nuova campagna, chi aveva goduto del beneficio già l’anno scorso ha ricevuto i soldi sulla vecchia carta. Attenzione però la Carta Dedicata a te non viene ricaricata ogni mese: come detto il credito riconosciuto è di 500 euro, fino al 28 febbraio 2025. Non è escluso però che in futuro il governo decida nuovi sostegni.

Iniziano i lavori per proteggere Firenze da una grande piena dell’Arno

Al via i primi lavori per mettere al riparo Firenze da una grande piena dell’Arno, come quella dell’alluvione del 1966, secondo quanto previsto nel progetto della Regione Toscana per migliorare la sicurezza idraulica lungo il corso urbano del fiume. Si parte da lungarno Diaz, che da giovedì 10 ottobre e fino all’inizio di gennaio sarà chiuso al traffico tra Ponte alle Grazie a piazza Mentana.

Il progetto della Regione

Nel complesso il piano della Regione, finanziato con oltre 14,7 milioni di euro del Pnrr, interesserà da qui al 2025 cinque chilometri di sponde, da ponte Santa Trinita fino a Nave a Rovezzano. I lavori comporteranno il rifacimento delle strutture di contenimento dell’Arno, in modo da riuscire a sostenere l’impatto di portate di piena con tempo di ritorno di 200 anni, eventi della dimensione della grande alluvione.

Nei tratti di Lungarno Diaz, Lungarno delle Grazie e Lungarno Acciaiuoli è previsto il consolidamento dei muraglioni d’argine, oltre alla demolizione e il rifacimento delle spallette. Sugli ultimi due lungarni saranno saranno anche creati gli alloggiamenti per poi installare, in caso di piena dell’Arno, barriere temporanee mobili alte 2 metri circa. Si tratta dei cosiddetti “panconi”, da montare nel giro di 8 ore sulle spallette in caso di bisogno. Da Rovezzano all’Anconella saranno poi risistemati gli argini in terra, mentre  tra l’Hotel Ville sull’Arno e il Torrente Affrico saranno realizzate barriere fisse in acciaio corten di altezza massima di un metro.

Lavori per proteggere Firenze da una grande piena dell’Arno

“Si tratta di un intervento strutturalmente importante per la mitigazione del rischio idraulico nell’abitato di Firenze, ma con lavori non impattanti” ha spiegato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani durante la presentazione del piano. Misure che si aggiungono agli “altri interventi fatti a monte dell’Arno, come la Cassa d’espansione Pizziconi, quasi pronta e con una capacità di 3,1 mln di mc, il complesso di laminazione di Figline e l’innalzamento della diga di Levane“, ha spiegato il governatore. Qui il pdf con il dettaglio degli interventi.

Loggia Isozaki: si fa o no? Gli architetti scrivono al ministro Giuli

Ancora nessuna risposta sulla Loggia Isozaki, il progetto per la nuova uscita degli Uffizi. Dopo la lettera inviata nel novembre scorso a San Giuliano, l’Ordine degli Architetti di Firenze ha mandato una nuova missiva all’attuale ministro della Cultura Alessandro Giuli per chiedere lumi sull’opera ferma al palo ormai da decenni e sulla decisione di accantonarla. Il testo, firmato dal presidente Luca Scollo, è indirizzato per conoscenza anche alla sindaca di Firenze Sara Funaro e al direttore delle Gallerie degli Uffizi Simone Verde.

La prima lettera

La lettera del novembre 2023, sottoscritta da 96 Ordini provinciali degli architetti, dalla Fondazione Architetti Firenze e dalla Fondazione Michelucci, riguardava la decisione di non procedere alla realizzazione della Loggia progettata dall’architetto Arata Isozaki, vincitore del concorso internazionale bandito nel 1998 per la nuova uscita degli Uffizi. Venivano “sollevati interrogativi di assoluta rilevanza, sia in merito alla procedura adottata che alle ragioni di una scelta che appare, sotto molti aspetti, poco chiara. Ulteriori questioni vertevano sui costi già sostenuti per il progetto e sulla trasparenza delle future decisioni legate al destino dell’opera”.

Ordine degli Architetti: ancora nessuna risposta sulla Loggia Isozaki

Non avendo ricevuto riscontri in merito – scrive al ministro Giuli il presidente Scollo a nome di tutto il Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Firenze – ci permettiamo di rinnovare la nostra richiesta di chiarimenti, confidando che la sua attenzione possa contribuire a fornire le delucidazioni necessarie per dissipare i numerosi dubbi sollevati, non solo dalla comunità degli architetti, ma anche dagli operatori culturali e dai cittadini, interessati al buon governo dei beni culturali del Paese. Siamo certi che, attraverso un Suo cortese riscontro, sarà possibile fare chiarezza su una vicenda che ha sollevato un grande interesse pubblico e che riveste particolare importanza per l’immagine dell’Italia nel panorama culturale internazionale”.

“Restiamo a disposizione – conclude Scollo – per collaborare attivamente, affinché la progettazione della nuova uscita degli Uffizi possa avvenire nel rispetto delle migliori pratiche architettoniche e dei principi di trasparenza amministrativa”.

Accensione del riscaldamento a Firenze: le date 2024

L’accensione del riscaldamento a Firenze, nell’autunno 2024, si avvicina: salvo un’ordinanza in extremis, bisognerà aspettare ancora qualche settimana prima di attivare i termosifoni, nei condomini con caldaie centralizzate come nelle case con impianto autonomo o dotate di stufe e camini. È la normativa nazionale a fissare questo calendario, in base alla zona climatica in cui si trovano le diverse città. Vengono fissati anche gli orari, i limiti di temperatura per gli ambienti e il periodo massimo in cui il riscaldamento può restare acceso durante la giornata.

Le date 2024 per l’accensione e lo spegnimento del riscaldamento a Firenze

La nostra città ricade per gran parte nella zona climatica D, più o meno a “metà classifica” tra le aree d’Italia più fredde (zona F) e quelle invece più temperate (zona A). Solo una manciata di località del territorio comunale, a un’altezza superiore ai 200 metri sul livello del mare, si trova in zona E. Zona climatica D pure per la piana fiorentina, da Scandicci a Campi Bisenzio, da Sesto Fiorentino a Lastra a Signa. Alcuni comuni del Mugello invece si trovano in fascia E (Barberino, Borgo San Lorenzo, Firenzuola, Marradi, Palazzuolo sul Senio, Scarperia e San Piero a Sieve, Londa), come anche Fiesole, Greve in Chianti, Impruneta, San Casciano, Tavarnelle.

Quindi quando si possono accendere i termosifoni a Firenze? Salvo situazioni meteo particolarmente rigide, gli impianti di riscaldamento centralizzati dei condomini e quelli autonomi delle abitazione potranno essere attivati dal 1° novembre 2024 (dal 15 ottobre per la zona E). Una data fissa che è stata spostata solo in occasione della crisi energetica del 2022. Secondo le norme nazionali, lo spegnimento degli impianti a Firenze, e nelle altre città della zona D ed E, è prevista il 15 aprile 2025. In caso di condizioni climatiche particolari però può essere prevista una proroga (o una fine in anticipo, se le temperature sono più miti).

Gli orari di accensione dei termosifoni a Firenze

L’impianto di riscaldamento può essere acceso nel territorio comunale di Firenze dal 1° novembre 2024 al 15 aprile 2024 per un massimo di 12 ore al giorno, comprese nell’orario che va dalle 5 del mattino alle 23. Fuori da questa finestra deve essere necessariamente spento.

Per le poche località di Firenze che si trovano sopra i 200 metri il limite giornaliero sale a 14 ore. Per quanto riguarda la temperatura interna degli ambienti i limiti sono fissati a 20 gradi per le abitazioni (con 2 gradi di tolleranza in più) e a 18 gradi per le attività industriali e artigianali. Ovviamente sono previste deroghe per utenze particolari, come ospedali, Rsa, scuole, asili, piscine, saune e le attività artigianali e industriali che richiedono temperature più alte per motivi tecnici o di produzione.

L’ordinanza di accensione dei termosifoni

In caso di condizioni climatiche particolarmente rigide, i sindaci possono firmare ordinanze per anticipare o per prorogare il periodo di accensione dei termosifoni, come successo l’anno scorso ad aprile in Toscana. In questi casi la durata massima dell’accensione degli impianti di riscaldamento non può superare la metà delle ore previste di norma, quindi a Firenze in caso di anticipi o proroghe non si può andare sopra le 6 ore giornaliere.

Il Comune, sul suo sito, specifica che regole e date riguardano non solo gli impianti termici a gas, ma anche stufe a legna o pellet, caminetti o termocamini. In Toscana, non è più obbligatorio l’accatastamento dei camini: la registrazione a questo “censimento” è volontaria ed è necessaria solo se si vorranno richiedere i i contributi regionali per riqualificare vecchi generatori alimentati a biomassa.