martedì, 8 Luglio 2025
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Come fare la sintonizzazione dei canali del digitale: tv e decoder

La sintonizzazione dei canali tv è necessaria ogni qualvolta vengono fatte modifiche al segnale del digitale terrestre, in vista del passaggio al nuovo standard DVB T2, e va fatta – come molti sapranno – anche se si ha un decoder compatibile. Un’operazione che in questo periodo di passaggio dovrà essere ripetuta a più riprese. Siamo infatti nel bel mezzo della transizione tecnologica, che prevede passi progressivi: le emittenti (Rai, Mediaset, La7, ecc.) possono cambiare di frequenza, “spostare” i propri canali, modificare il tipo di standard di trasmissione che arriva nelle case via antenna: in questi casi è necessario risintonizzare la tv o il decoder, ecco come fare. Mano al telecomando.

Come fare la sintonizzazione di tv e decoder: la ricerca dei canali del nuovo digitale terrestre via antenna

Che sia per il passaggio all’Hd, per il cambio di frequenze o per il debutto di alcuni canali Rai sul nuovo digitale terrestre dal 28 agosto 2024, ri-sintonizzare la tv o il decoder esterno è un procedimento necessario in vista del passaggio allo standard del DVB T2. Si tratta di un’operazione piuttosto semplice. Basta selezionare dal telecomando del televisore o del decoder il tasto “menu” e dalla lista scegliere “impostazioni” o “canali” e infine la sintonizzazione automatica o la ricerca automatica con modalità di sintonia DTV (digitale terrestre, via antenna).

In alcuni casi potrebbe essere richiesto un PIN per la sintonizzazione: il codice di sblocco andrà controllato sul manuale di istruzioni e digitato tramite il telecomando, i più comuni sono 0000 oppure 1234 o ancora 1111. Dando ok alla reinstallazione e risincronizzazione dei canali sarà avviata la scansione automatica delle frequenze. Non ci sarà bisogno di fare molto. L’apparecchio, durante la ri-sintonizzazione, farà la ricerca dei vari canali tv del digitale terrestre (DTV) ricevuti via antenna e li metterà in un ordine prestabilito, chiedendo di scegliere tra diverse emittenti se ci saranno dei conflitti di numerazione. Ad esempio questo succede per decidere quale programmazione regionale vedere su Rai 3 (leggi più sotto).

Più complicato sintonizzare manualmente la tv digitale: scegliendo questa opzione dal menù e poi dalle impostazioni, dopo la scansione si dovranno scegliere via via le frequenze del digitale terrestre delle varie emittenti e poi memorizzarle sul televisore. Qui è possibile scaricare la guida in pdf redatta dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che segue questa transizione tecnologica. In alcuni casi potrebbe essere necessario fare un aggiornamento del software del decoder, messo a disposizione dai principali produttori sui loro siti internet. Maggiori informazioni sono riportate sul sito della Rai.

Come sintonizzare la tv sul tg regionale di Rai 3: quali canali e frequenza selezionare?

Dal Piemonte all’Emilia Romagna, dalla Toscana alla Sardegna, in tutta Italia potrebbe essere necessario risintonizzare anche Rai 3 se non si trova il tg regionale (TGR) della propria zona: durante la scansione e la ricerca dei canali, l’apparecchio tv o il decoder potrebbe chiedere di scegliere la programmazione regionale tra 3 diverse opzioni, per memorizzare una determinata frequenza. Ad esempio in Toscana la scelta è tra la programmazione regionale della Toscana, del Lazio o dell’Umbria. Altrimenti è possibile risintonizzare Rai 3 con la modalità manuale.

In ogni caso i segnali di Rai 3, delle diverse regioni, dall’8 marzo 2022 sono visibili tutte dal canale 801 all’823, ecco la lista completa:

  • Valle d’Aosta – canale 801
  • Piemonte – 802
  • Liguria – 803
  • Lombardia – 804
  • Veneto – 805
  • Trentino Alto Adige – Bolzano 806, Trento 807, Südtirol 808
  • Friuli Venezia Giulia – 809 (810, Rai 3 bis Furlanija Julijska krajina)
  • Emilia-Romagna – tg regionale sul canale 811
  • Toscana – tg regionale Rai 3 canale 812
  • Marche – 813
  • Umbria – 814
  • Abruzzo – 816
  • Molise – 817
  • Campania – 818
  • Puglia – 819
  • Basilicata – 820
  • Calabria – 821
  • Sardegna – 822
  • Sicilia – 823

Se il decoder DVB T2 non trova i canali devo cambiarlo?

Durante gli ultimi anni le frequenze dei canali tv sono state riorganizzate più volte per lasciare libera la banda dei 700 Mhz, usata dal segnale 5G dei telefoni cellulari, e per consentire l’arrivo del digitale terrestre DVT B2: per questo bisogna sintonizzare di nuovo la televisione. La novità permetterà di condensare più trasmissioni televisive in un numero minore di frequenze, ma con una qualità maggiore (HD). Dopo vari rinvii, non è stata ancora comunicata la data dello switch off definitivo, ossia quando sarà spento del tutto il segnale del “vecchio” digitale terrestre. Al momento gli unici canali trasmessi solo con il nuovo standard sono Rai Storia, Rai Scuola e Rai Radio 2 Visual.

Quindi se dopo la sintonizzazione della tv il decoder non trova alcuni canali devo cambiare tv? Dipende. I televisori molto vecchi incompatibili con l’HD hanno bisogno di un decoder, ma questo ormai succede da mesi perché tutta la programmazione è passata in alta definizione dal maggio dell’anno scorso. Per quanto riguarda gli altri apparecchi non è detto che le tv e i decoder abilitati alla ricezione dell’HD lo siano anche per il segnale del nuovo digitale terrestre. Quelli acquistati dopo il 22 dicembre 2018 sono conformi al nuovo formato, mentre qui consigliamo un semplice test per verificare se la tv è compatibile con il DVB T2.

La Fiorentina resiste in 9, vince ai rigori e va avanti in Conference League

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Finisce 6-5 dopo i calci di rigore a Budapest il ritorno del playoff di Conference League che qualifica la Fiorentina alla fase a gironi al termine di 120 minuti faticosi con la Fiorentina che finisce la gara 9 contro 11 a causa delle espulsioni di Ranieri e Comuzzo ma che, soprattutto, non riesce ad avere la meglio contro una squadra nettamente più debole e che ha messo in difficoltà i viola. Ancora non si capisce il gioco che intende proporre il tecnico Raffaele Palladino che punta ancora con la difesa a tre con Pongracic, Quarta e Dodò davanti a De Gea, il migliore in campo, Amrabat e Richardson a centrocampo, Kean in attacco. Hornyak si affida ancora a Nagy e Nissila ma gli ungheresi dimostrano solo grande volontà e poco esperienza.

La partita

Alla Pancho Arena spicca la straordinaria prestazione di De Gea, autore di un intervento determinante al 40’ del primo tempo quando riesce a parare un tiro praticamente sulla linea di porta di Puljic. Il portiere spagnolo è stato il vero protagonista della serata.

Nel secondo tempo il Puskas va ancora vicino al gol. Al 48’ è il palo di destra a salvare De Gea sul colpo di testa di Golla. Due minuti dopo traversa dei magiari con Plsek. Al 59’ giocata in profondità con Kean che riesce a liberarsi del proprio marcatore e segna l’1-0 battendo il portiere Pecsi. La Fiorentina ci prova con Dodo che sbaglia il gol ma era in fuorigioco. In pieno recupero Ranieri trattiene Colley: rigore. L’arbitro Nobre decreta il rigore, confermato dal Var, ed espelle Ranieri per doppia ammonizione. Dal dischetto Nagy firma l’1-1 e prolunga la sfida ai supplementari con la viola ridotta in dieci. Nei supplementari viene espulso anche Comuzzo ma gli ungheresi non approfittano della doppia superiorità numerica e si va ai rigori con De Gea che ne para uno e capitan Biraghi che porta la Fiorentina ai gironi della Conference League.

L’allenatore

Per Raffaele Palladino la soddisfazione di aver superato i playoff. “Per noi era fondamentale superare questo turno, grazie ai ragazzi perché hanno lottato con il cuore. Dispiace davvero per il primo tempo, abbiamo giocato male tecnicamente e regalato 45 minuti, lì mi assumo tutte le responsabilità, non si può giocare così male. Nella ripresa siamo entrati meglio in campo, poi le espulsioni hanno complicato tutto. Ma è andata bene, da domani penseremo al campionato. Dobbiamo tutti lavorare di più, io per primo, ci vuole pazienza – aggiunge – ma dobbiamo migliorare in tante cose. Voglio inculcare una mentalità vincente, dobbiamo giocare di più nella metà campo avversaria. Non esiste un modulo vincente, si può giocare a tre, quattro o cinque dietro ma non conta quello. Oggi tutti ti studiano e ti affrontano conoscendoti, è compito mio migliorare questa squadra. I nostri quinti stanno facendo tutti bene ma vi assicuro che la riuscita o no di una squadra non dipende dal sistema di gioco. Io non sono un integralista ed insieme alla società stiamo lavorando per migliorare tutta la situazione. I dirigenti stanno cercando di fare una Fiorentina molto forte, ringrazio Amrabat che fino all’ultimo è stato un grande uomo”.

Come capire se la tv ha bisogno del decoder: il canale di test del digitale terrestre

Come faccio a sapere se la mia tv è compatibile con il nuovo digitale terrestre DVB-T2 e come capire se il televisore ha bisogno del decoder per continuare a vedere i vari programmi? Sempre più persone si fanno questa domanda, in attesa dello switch off che manderà definitivamente in pensione i vecchi apparecchi. La “rivoluzione televisiva” sta avvenendo a tappe: prima il progressivo spostamento delle frequenze (refarming, per dirla in gergo tecnico), che ha comportato la necessità di risintonizzare i canali, poi il passaggio definitivo alla trasmissione in alta definizione (HD) e infine la progressiva attivazione del nuovo standard europeo. Ebbene per controllare che tutto funzioni a dovere basta sintonizzarsi su un canale di test del nuovo digitale terrestre DVB-T2.

Cosa cambia e cosa si potrà vedere con la nuova tv digitale

Dunque la tv sta cambiando e, alla fine della transizione verso il nuovo digitale terrestre DVB-T2, bisognerà avere un televisore con decodificatore integrato o esterno compatibile con il nuovo formato di trasmissione per continuare a vedere i programmi e i vari canali, tutti in HD (alta definizione): per questo è importante verificare se il nostro apparecchio è abilitato agli ultimi standard e sapere se c’è bisogno di cambiarlo o comprare un nuovo decoder.

Ma cosa cambierà in sostanza? Con il DVB-T2 e la codifica HEVC Main10, il segnale televisivo sarà più “compresso” per lasciare libere alcune frequenze destinate al 5G dei cellulari. Il nuovo standard di trasmissione userà una banda minore di frequenze, ma permetterà grazie a una compressione digitale maggiore di migliorare la qualità delle immagini, garantendo un alto numero di canali televisivi disponibili. Un processo lungo, non esente da ritardi, che si sta svolgendo progressivamente (qui abbiamo spiegato le tappe verso lo switch off definitivo).

L’ultimo passo è stato fatto il 28 agosto 2024, con la Rai che ha adottato il nuovo standard per un pacchetto limitato di canali (i tecnici parlano di MUX). Ecco cosa è cambiato. Fino al 27 agosto 2024 tutti i canali erano ancora trasmessi con il vecchio digitale terrestre DVB-T, ma a differenza del passato con l’intera programmazione proposta in HD, ossia con un’alta definizione dell’immagine. Dal 28 agosto la Rai ha dato il via, per soli 5 canali tv, alle prime trasmissioni con il nuovo standard del digitale terrestre DVB-T2.

Come faccio a sapere se la mia tv ha bisogno del decoder: i canali di test del digitale terrestre DVB T2

A questo punto va chiarito un fatto. Avere un televisore compatibile con l’HD non vuol dire automaticamente poter vedere anche i programmi del nuovo digitale terrestre: alcuni apparecchi abilitati per l’alta definizione non lo sono per il DVB-T2. Ecco i consigli per capire se la propria tv ha bisogno del decoder. Se è stata acquistata dopo il 22 dicembre 2018 non ci sono problemi. Da quella data in poi i negozi sono stati obbligati a vendere solo decoder e televisori “aggiornati”. Gli apparecchi acquistati precedentemente potrebbero avere un decoder integrato di ultima generazione, tuttavia è meglio controllare.

In questo caso non c’è più il canale di test 558 per fare una verifica, ma – telecomando alla mano – basta sintonizzarsi su uno dei 5 canali Rai trasmessi già con lo standard del nuovo digitale terrestre per sapere se la tv è compatibile. Ecco quali sono:

  • Canale 54 – Rai Storia HD (trasmesso solo sul nuovo digitale terrestre)
  • Canale 202 – Rai Radio 2 Visual HD (trasmesso solo sul nuovo digitale terrestre)
  • Canale 501 – Rai 1 HD
  • Canale 502 – Rai 2 HD
  • Canale 503 – Rai 3 HD

In alternativa è possibile selezionare il canale 100 o il 558 (Rai Sport HD). Prima di fare questa prova è raccomandato sintonizzare di nuovo i canali. Se anche dopo aver risintonizzato la tv, non si riescono a vedere i programmi, significa che il televisore o il decoder non è compatibile con il DVB-T2.

Cosa fare se il televisore o il decoder non è compatibile

Ancora i tempi del passaggio di tutte le trasmissioni al nuovo digitale terrestre non sono state comunicate dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Prima si era parlato della fine del 2023, poi del 2024, adesso non ci sono date certe. Per chi ha un televisore non compatibile e vuole comunque mettersi in regola per tempo, non restano che due strade: c’è bisogno di un nuovo decoder, per continuare a vedere i programmi sulla vecchia tv, oppure è necessario cambiare televisore.

Per facilitare questo passaggio tecnologico in passato erano state previste due agevolazioni: il bonus decoder (per i nuclei familiari con un Isee fino a 20.000 euro) e il bonus tv senza tetto Isee con uno sconto fino a 100 euro a seguito della rottamazione del vecchio televisore. Entrambe le misure non sono state rifinanziate.

Starbucks apre ancora in centro a Firenze: caffè in via del Corso

Quello affacciato su via del Corso sarà il terzo Starbucks nel centro di Firenze, il quinto dell’area metropolitana insieme alla caffetteria “drive thru” dell’Isolotto e al punto vendita dei Gigli. La celebre catena americana del Frappuccino continua a fare “shopping” nelle vie più battute dai turisti, mettendo a segno una nuova apertura. Anche se per i lavori ci vorranno mesi, è già in corso la selezione del personale.

Dove sarà il nuovo Starbucks nel centro di Firenze: in un palazzo storico di via del Corso

Da qualche giorno sulle porte a vetri di Palazzo Portinari-Salviati, all’incrocio tra via del Corso e via dello Studio, è comparso il celebre logo della sirena verde e bianca. Un tempo qui si trovava la Banca Toscana, poi lo stabile è passato alla Fondazione Monte dei Paschi di Siena e infine lo storico complesso è stato comprato da un gruppo taiwanese specializzato in hotel e resort, per trasformarlo in una residenza da 500-800 euro a notte. Nel progetto c’erano appunto anche attività commerciali al piano terra.

Il nuovo Starbucks in via del Corso occuperà però solo una parte limitata della struttura: sarà uno dei più piccoli a Firenze, con una superficie di grossomodo 100 metri quadrati, la cui apertura è prevista a fine 2024. Secondo quanto riportato dal Corriere Fiorentino, per ovviare allo stop del Comune di Firenze che impedisce il proliferare di nuove attività di somministrazione di alimenti e bevande nell’area Unesco, il gruppo Percassi (che in Italia gestisce il marchio Starbucks) ha acquistato la licenza di un altro bar chiuso nel centro di Firenze per “trasferirla” in via del Corso.

AAA cercasi baristi

Se il cronoprogramma sarà rispettato, si tratterà della terza inaugurazione in città per la catena americana nel giro di due anni: a fare da apripista in centro è stato il punto vendita nella galleria commerciale sotto la Stazione Santa Maria Novella, che ha spalancato i battenti a fine 2022, poi è toccato a quello in via de’ Cerretani nell’estate 2023 e infine, lo scorso luglio, alla caffetteria di via Canova, all’Isolotto, dove ordinare e ricevere le bevande senza scendere dalla macchina.

Intanto il gruppo Percassi ha avviato da qualche mese la selezione del personale per la nuova apertura nel centro di Firenze: per lo Starbucks in via del Corso si cercano baristi e uno store manager che guiderà la squadra. I primi potranno partecipare a corsi di formazione e inizialmente saranno assunti con contratto a tempo determinato di 4/6 mesi, part-time, con turni flessibili.

Eventi del weekend a Firenze (31 agosto-1 settembre 2024)

L’estate sta finendo, ma questo weekend di fine agosto e inizio settembre continua a rallegrare grazie alle tante iniziative a Firenze, ma non soltanto. Chiunque voglia concedersi ancora un po’ di relax può visitare non solo la nostra città, ma anche Vicchio, Gambassi Terme, Empoli, la Foresta di Vallombrosa e tanti altri luoghi perché in questo fine settimana è festa un po’ ovunque. Scopriamo allora gli eventi del 31 agosto e 1 settembre 2024 a Firenze e dintorni.

Eventi del weekend a Firenze: musei gratis per tutti domenica 1 settembre 2024

Come ogni prima domenica del mese, anche il 1° settembre 2024 i musei statali sono gratis. Grazie al Ministero della Cultura, tutti – fiorentini e turisti – possono visitare collezioni d’arte, ville e monumenti statali (dagli Uffizi fino al Bargello) a costo zero. Chi abita in città e provincia ha poi un’opportunità in più: grazie alla “Domenica metropolitana”, può entrare infatti gratuitamente nei musei civici (ossia quelli gestiti dal Comune: da Palazzo Vecchio fino al Museo Novecento) e partecipare a visite guidate e attività per famiglie. Qui tutti i musei aperti gratis a Firenze.

Lasciati Fiorire Festival alla Limonaia di Villa Strozzi

Il primo weekend di settembre si apre con “Lasciati Fiorire” alla Limonaia di Villa Strozzi, un festival organizzato dal collettivo di artisti “Fiore sul Vulcano” e interamente dedicato alla musica e ai talk. Si tiene da venerdì 30 agosto e prosegue fino al 1° settembre: ogni giorno, dalle ore 17:00, in via Pisana n.77 e con ingresso gratuito. Tra le tante iniziative di sabato, alle 21:00 si ricorda l’esibizione de Il Mago Del Gelato live, band che unisce funk, afrobeat e jazz con performance che animano la scena italiana; mentre domenica, alle 19:00, si tiene una lezione di Yoga al tramonto con Lisa Maccanti. Ingresso gratuito. Qui l’articolo sul festival Lasciati Fiorire con il programma completo.

Eventi del weekend a Firenze (31 agosto - 1 settembre 2024): Lasciati Fiorire Festival
Lasciati Fiorire Festival alla Limonaia di Villa Strozzi

I mercatini del weekend: gli eventi a Firenze e nei dintorni domenica 1 settembre

Chi non si arrende alla fine delle vacanze e vuole concedersi ancora un po’ di svago, dovrebbe sapere che tra gli eventi di questo weekend a Firenze e dintorni sono in programma anche alcuni mercatini, tutti ad ingresso libero. Domenica 1° settembre, dalle 08:00 alle 20:00, in piazza Fra’ Girolamo Savonarola c’è Savonarola Antiquaria: qui sono esposti articoli da collezione, oggettistica, libri, quadri, stampe, porcellane, mobili e tante altre curiosità.

Nella medesima giornata, dalle 09:00 alle 19:00, in piazza Dalmazia a Firenze arriva Collezionare in Dalmazia: lo shopping per gli amanti del collezionismo, piccolo antiquariato, modernariato, vintage, curiosità cartacee e artigianato creativo. Sabato 31 agosto e domenica 1 settembre anche a San Casciano Val di Pesa viene voglia di fare acquisti grazie a Artigiani in mostra. Questa volta l’appuntamento è fissato per sabato, dalle 10:00 alle 22:00, e domenica, dalle 09:00 alle 20:00 in piazza della Repubblica con prodotti di artigianato e artigianato alimentare.

Cirk Fantastik a Scandicci

Venerdì 30 e sabato 31 agosto, ma anche domenica 1 settembre 2024, torna a Scandicci il “Cirk Fantastik!”, festival internazionale di circo contemporaneo. Nel parco del Castello dell’Acciaiolo, tutti e tre i giorni dalle 18:00 alle 21:00, si tiene un programma ricco di eventi. In particolare, sabato 31 (ore 18:00) sono in cartellone i laboratori teatrali e di performance creativa per bambini e bambine a cura di Officina dei Sogni, mentre domenica 1° (ore 19:00) lo spettacolo di acrobatica e palo cinese Nos03 con manoAmano.

L’evento è adatto a tutte le età e i biglietti (10 euro intero; 6 ridotto) sono acquistabili in loco presso la biglietteria del festival dalle ore 16.00 alle 21.00. Le prenotazioni sono effettuabili via e-mail a [email protected] o tramite WhatsApp al 3891824669 (dalle 11.00 alle 16.00). Programma completo disponibile sulla pagina ufficiale Facebook dell’evento. Il Cirk Fantastik dal 5 al 15 settembre si sposterà poi al prato del Quercione nel parco delle Cascine di Firenze.

Eventi dintorni Firenze Cirk Fantastik

Max Gazzè in concerto per “Liberi Tutti” a Sesto Fiorentino

A partire dal 31 agosto torna Liberi Tutti”, il concerto della Liberazione di Sesto Fiorentino. Per il sabato di apertura sono in programma in piazza Vittorio Veneto, dalle ore 20:00, DJ-V in collaborazione con Radio Bruno, ZoMusic ContestDj Cipo; mentre domenica, alle 21:15, Max Gazzè & Orchestra popolare del Saltarello. L’ingresso agli eventi è gratuito. “Liberi Tutti” è anche street food, aperitivi e birreria e l’apertura degli stand è prevista per le ore 18:00. Ingresso libero. Programma completo sul sito del Comune di Sesto.

Eventi del weekend nei dintorni di Firenze: l’Antica fiera di Lastra a Signa (fino all’1 settembre)

Tra gli eventi del weekend nei dintorni di Firenze si ricorda che venerdì 30, sabato 31 e domenica 1 settembre 2024 c’è l’Antica Fiera di Lastra a Signa. Il programma si svolge nel centro storico della città con iniziative per bambini, spettacoli di falconieri e trampolieri, mostra del bestiame, tornei sportivi e tanta musica. In cartellone anche il concerto di Bobo Rondelli sabato 31 alle 22:00 in piazza del Comune con il progetto “Storie Assurde” grazie al quale porta sul palco tutti i suoi pezzi più ironici e scanzonati. Domenica 1°, alle 21:30, è in programma invece il concerto della Last Minute Dirty Band allo stadio comunale con atmosfere rock’n’roll, rhythm & blues e pop degli anni ’50 e ’60. Ingresso gratuito. Programma completo qui.

Bobo Rondelli concerto
Bobo Rondelli sarà in concerto all’Antica Fiera di Lastra a Signa

Giornate rinascimentali a Scarperia

Per due giorni Scarperia si trasforma in un borgo d’altri tempi in occasione delle Giornate Rinascimentali. Sabato 31 agosto dalle 18 a mezzanotte e domenica 1 settembre dalle 11 alle 23 saranno tanti gli eventi a tema lungo le vie del centro storico con musici, bandierai, giullari, soldati, giochi, arti e mestieri, corteggi e rievocazioni storiche per un totale di oltre 800 figuranti. Nelle locande e nelle osterie saranno serviti piatti tipici del Rinascimento. L’ingresso è gratuito e la moneta ufficiale per questi due giorni sarà il fiorino. Programma e aggiornamenti sulla pagina Facebook della Proloco di Scarperia.

La Fiera Calda di Vicchio

Restando in Mugello, a Vicchio torna la tradizionale Fiera Calda, manifestazione dalle antiche origini. Dal 28 agosto fino al 1° settembre sono in programma numerosi appuntamenti nel centro storico: musica dal vivo, djset, animazione, street food e tanto altro ancora. In particolare, sabato 31 agosto, a partire dalle 20:45 nella piazzetta di Levante, si tiene la serata cubana “Pa Riba!” con ballo latino-americano insieme a Nick Dj. E se per caso a qualcuno venisse voglia di partecipare a questa rassegna, non si potrà certo perdere lo spettacolo dei fuochi d’artificio presso il Lago di Montelleri alle 23:00 di domenica 1 settembre. Ingresso libero. Programma completo sul sito del Comune di Vicchio.

Posti al fresco fuori Firenze: eventi a Vallombrosa il 31 agosto e 1 settembre

Per prendersi una pausa dalla calura cittadina, uno dei posti freschi fuori Firenze è Vallombrosa che questo weekend ospita tanti eventi gratuiti per il festival Foresta Maestra (dal 30 agosto al 1 settembre e poi il 14 settembre). In programma passeggiate botaniche nel bosco anche con intermezzi musicali, laboratori erboristici, escursioni di trekking con il CAI, visite agli arboreti sperimentali, convegni, mercatini e musica.

Tra i concerti, quello acustico a entrata libera organizzato da Apollo Festival dalle 17 di sabato sul pratone di Vallombrosa con Motta, Social Tedio e Vanz, Emma, Mazzariello. Infine domenica alle 17.30, sempre sul pratone, l’artista Michelangelo Pistoletto dialogherà con tre generazioni di studiose della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, nell’ambito della rassegna Animae Loci, per il Progetto La Toscana delle Donne. Info su www.vallombrosafirenze.org.

Palio delle contrade a Gambassi Terme

Sempre dal 28 agosto al 1 settembre, a Gambassi Terme, si tiene il Palio delle contrade. Molte altre attività danno vita al ricco programma, in particolare i tradizionali giochi come il tiro alla fune, la spinta delle botti per le vie del centro e la corsa nelle bigonce. L’evento si chiude domenica 1 settembre con la sfilata dei carri allegorici e il gioco del “Pigia Pigia”, che anticipa la proclamazione dei vincitori. Ad accompagnare la manifestazione, c’è anche una mostra mercato. Ingresso gratuito.

Il Beat Festival festeggia 10 anni a Empoli

Nel parco di Serravalle di Empoli il Beat Festival compie dieci anni. Dal 29 agosto al 7 settembre il festival propone un mix fra musica e cibo, con gli stand enogastronomici presenti per tutta la manifestazione. In particolare, sabato 31 è interamente dedicato all’Hip-Hop grazie al progetto “Art in the Park”. Dalla mattina fino a tarda notte il parco vede protagoniste varie aree e la giornata ha il suo culmine con il concerto serale, ad ingresso gratuito, di Ensi e Nerone. La prima settimana del festival si chiude domenica 1° settembre con un mix di musica e poesia che vede esibirsi sul palco anche Gio Evan.

Come funziona il Private Equity

Il private equity rappresenta una componente fondamentale del panorama finanziario moderno, svolgendo un ruolo cruciale nella crescita e nello sviluppo di imprese non quotate in borsa. Questa forma di finanziamento consente agli investitori di acquisire partecipazioni significative in aziende private, con l’obiettivo di migliorarne la gestione, espandere le operazioni e, in ultima analisi, incrementare il loro valore di mercato. Il private equity non si limita a fornire capitali; si distingue per l’approccio attivo nella gestione aziendale, apportando competenze strategiche, operative e gestionali che possono trasformare profondamente l’azienda target.

Cosa si intende per Private Equity

Il private equity rappresenta una forma di finanziamento essenziale per molte imprese, specialmente quelle che aspirano a una crescita significativa o che necessitano di ristrutturazione. Questo termine si riferisce all’investimento di capitali in aziende non quotate in borsa, con l’obiettivo di acquisire partecipazioni azionarie significative, spesso di controllo, per migliorarne la performance e, successivamente, realizzare un ritorno sull’investimento attraverso la vendita delle partecipazioni, generalmente entro un periodo di tre-cinque anni.

Questa modalità di finanziamento si distingue dalle altre opzioni disponibili sul mercato per la sua natura attiva e orientata alla gestione. Gli investitori di private equity non si limitano a fornire capitale; essi apportano anche competenze manageriali, contatti e strategie operative che mirano a creare valore all’interno dell’azienda. Questo è uno degli aspetti che differenzia il private equity da altre forme di investimento, come ad esempio i prestiti bancari o il venture capital. Mentre i prestiti bancari si concentrano sul fornire liquidità a fronte di un tasso di interesse, e il venture capital è spesso rivolto a startup o aziende in fase iniziale, il private equity si concentra su aziende già consolidate ma che presentano un potenziale inespresso.

Il processo di investimento inizia con la raccolta di fondi da parte di società di private equity, che provengono da investitori istituzionali come fondi pensione, compagnie di assicurazione, o individui con un elevato patrimonio netto. Questi fondi vengono poi utilizzati per acquistare partecipazioni in aziende target. L’operazione può avvenire tramite un buyout, dove l’intera azienda o una parte significativa di essa viene acquisita, o attraverso una crescita del capitale, fornendo fondi per espandere l’attività dell’azienda target.

Una volta acquisita una partecipazione, il team di gestione del private equity lavora a stretto contatto con l’azienda per implementare strategie volte a migliorare l’efficienza operativa, ottimizzare la struttura del capitale, espandere la presenza sul mercato, o introdurre innovazioni nei prodotti e nei processi. Il successo di queste strategie è misurato in termini di incremento del valore aziendale, che si riflette poi in un aumento del valore della partecipazione.

Il ritorno sull’investimento avviene solitamente attraverso la vendita delle partecipazioni, che può avvenire tramite una vendita diretta a un’altra società (trade sale), una vendita a un altro fondo di private equity, o attraverso un’offerta pubblica iniziale (IPO). In ogni caso, l’obiettivo è realizzare un rendimento significativo per gli investitori, giustificando così i rischi assunti durante l’investimento.

Vantaggi per le imprese

Il finanziamento tramite private equity offre una serie di vantaggi significativi per le imprese, rendendolo una scelta attraente per quelle aziende che cercano non solo capitali, ma anche un supporto strategico per la loro crescita e sviluppo. Uno dei principali benefici di questa forma di finanziamento è l’accesso a capitali significativi senza dover ricorrere all’indebitamento. A differenza dei prestiti bancari o delle obbligazioni, che comportano il pagamento di interessi e il rischio di insolvenza, il private equity consente alle imprese di ottenere i fondi necessari senza gravare sul proprio bilancio con nuovi debiti. Ciò è particolarmente utile per le aziende che desiderano espandersi rapidamente o intraprendere grandi progetti di investimento senza compromettere la loro stabilità finanziaria.

Un altro vantaggio cruciale è il supporto manageriale e strategico che i fondi di private equity portano all’impresa. Gli investitori di private equity non sono semplici fornitori di capitali; essi sono partner attivi che apportano competenze manageriali, esperienza industriale e una rete di contatti preziosa. Questo contributo può essere determinante per migliorare l’efficienza operativa, ottimizzare la struttura aziendale, implementare nuove tecnologie e strategie di mercato, o guidare l’azienda attraverso processi complessi di ristrutturazione. In molti casi, i fondi di private equity mettono a disposizione manager esperti per affiancare il team esistente, contribuendo a potenziare le capacità interne dell’azienda e a raggiungere obiettivi ambiziosi.

Inoltre, il private equity può facilitare l’accesso a nuovi mercati e opportunità di espansione internazionale. Grazie alla vasta rete di relazioni e alla conoscenza del mercato globale, gli investitori di private equity possono aiutare le imprese a entrare in nuovi mercati geografici, identificare potenziali acquisizioni strategiche e costruire partnership che altrimenti sarebbero difficili da ottenere. Questo approccio proattivo non solo favorisce la crescita, ma aiuta anche l’impresa a diversificare le sue fonti di ricavo e a ridurre i rischi associati alla dipendenza da un singolo mercato.

Un ulteriore beneficio del private equity è la possibilità di allineare gli interessi tra investitori e manager aziendali. Gli accordi di private equity spesso includono incentivi basati sulle performance, come la partecipazione agli utili o quote azionarie per il management. Questo crea una convergenza di obiettivi tra investitori e dirigenti, motivando entrambi a lavorare per massimizzare il valore dell’azienda. L’allineamento degli interessi è essenziale per assicurare che le decisioni strategiche siano prese con una prospettiva a lungo termine, focalizzata sulla crescita sostenibile e sul successo dell’azienda.

Infine, il private equity può offrire una maggiore flessibilità rispetto ad altre forme di finanziamento. Gli investitori sono spesso disposti ad adattarsi alle esigenze specifiche dell’azienda, fornendo capitale in diverse tranches o strutturando gli investimenti in modo da supportare al meglio le strategie aziendali. Questa flessibilità consente alle imprese di pianificare con più precisione le loro attività finanziarie e operative, senza dover rispettare i rigidi vincoli imposti da altre forme di finanziamento.

Quali sono le macchine del caffè più vendute

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Scopriamo le macchine da caffè più in voga del momento. Valutando le caratteristiche dei modelli di punta sveliamo quali hanno conquistato l’interesse dei consumatori considerando le soluzioni automatiche, preferite di gran lunga per i costi bassi, la facilità d’uso e il minimo ingombro, e le più costose proposte manuali, ideali per un caffè di ultima generazione dal chicco alla tazza.

L’evoluzione tecnologica a garanzia di un caffè casalingo di qualità

Quello del caffè è un rito che si consuma sempre più spesso fra le mura di casa. Pausa fra le più rigeneranti, di cui godere a orari diversi nell’arco della giornata, quella dedicata al caffè è diventata un autentico must da condividere con famigliari e amici, ma da vivere anche da soli, comodamente seduti in salotto, in giardino, davanti alla TV o in compagnia di un buon libro.

A farci preferire il caffè casalingo è l’evoluzione tecnologica che ha coinvolto il settore delle macchinette per il caffè, che oggi offrono bevande di una qualità talvolta superiore a quella proposta al tavolino del bar.

Discendenti di ultima generazione della tradizionale Moka, le macchine per il caffè sono presenti in commercio in svariate soluzioni a scelta fra manuali e automatiche con cialde o capsule, semi-professionali e professionali, da utilizzarsi agevolmente a casa.

L’ampia gamma di opzioni: scopriamo le top di gamma che hanno conquistato l’interesse dei consumatori

Fra le soluzioni più apprezzate dai consumatori, in grado di portare l’esperienza del bar direttamente a casa, non resta che valutare modelli e tipologie, fasce di prezzo, caratteristiche, esempi come quelli proposti su www.dolce-gusto.it/macchine-e-accessori, per poi rapportare il tutto alle singole esigenze e necessità.

In testa alla classifica di vendita delle proposte di utilizzo casalingo troviamo sicuramente le macchine automatiche in capsule e cialde, semplici e decisamente economiche, seguite dalle soluzioni automatiche in grani o chicchi. Per chi non bada a spese non mancano i modelli delle manuali semi-professionali dai costi più elevati e dall’ingombro non sempre esiguo, perfette per le cucine di medie e grandi dimensioni e i palati sopraffini.

·       Mini Me grigia e nera Krups

Giocosa fuori e seria dentro, la macchinetta automatica in capsule Mini Me Krups Dolce Gusto unisce la tecnica avanzata e le elevate prestazioni professionali al design di tendenza, offrendo una ricca gamma di bevande di qualità a casa come al bar.

Disponibile a un prezzo decisamente basso, la Mini Me vanta dimensioni ridotte e compatte con una taglia pari a 240 x 160 x 310 mm, e un peso di 2,4 kg, misure che consentono di trovare facilmente posto in qualsiasi angolo della cucina. Dotata di un sistema ad alta pressione garantisce la preparazione di un caffè denso, accompagnato da un cremoso strato di schiuma.

Pratica e versatile, facile da usare, è amata dai consumatori perché consente di preparare un’ampia varietà di bevande in pochi e semplici passaggi.

Il serbatoio da 0,8 litri, e la struttura amovibile, consentono di pulire e fare manutenzione con estrema facilità.

Compatibile con le capsule NESCAFÉ Dolce Gusto.

·       Genio S Touch Space Grey De’ Longhi

Disponibile nei colori grigio scuro e argento, e arricchita da rifiniture cromate, la macchina da caffè automatica in capsule della De’ Longhi vanta un sofisticato design touchscreen, e una funzionalità all’avanguardia. Figlia dell’alta tecnologia è in vendita a un costo medio, e si sposa perfettamente agli ambienti moderni.

Il controllo completo consente di personalizzare il grado di intensità, così come la temperatura e il formato, per ottenere un espresso decisamente intenso, il tutto in un unico tocco.

A renderlo un modello molto amato sono dettagli quali l’ottimo rapporto qualità/prezzo, così come la facilità d’uso, la funzionalità, la qualità dei materiali, le dimensioni compatte (11,2 x 28,6 x 27,2 cm) per chi ha poco spazio in casa e il peso di complessivi 2,1 kg. Il contenitore dell’acqua vanta una capienza di 0,8 litri. Un piccolo accessorio in plastica a forma di imbuto consente di eseguire un’accurata pulizia.

Compatibile con le capsule NESCAFÉ Dolce Gusto.

·       Gaggia RI8423 – Grangaggia

Fra le soluzioni manuali spicca la Grangaggia semi professionale, dotata di un design ergonomico e di un porta filtro pressurizzato, che consente di preparare un espresso corposo e cremoso, e di montare il latte in un istante per godersi un autentico cappuccino come al bar.

La si può utilizzare con il caffè macinato oppure con le apposite cialde. Il prezzo della macchina non si inserisce nella fascia bassa, ma l’acquisto non è proibitivo.

Perfetta da esporre comodamente sul piano di lavoro della cucina, la Grangaggia vanta dimensioni minime (26,5 x 20 x 29,7) e un peso di 4,5 kg.

E’ compatibile con Tchibo, Senseo, Nespresso, Tassimo.

·       La doppia opzione Lavazza a Modo Mio: Jolie e Tiny Eco

Economiche, semplici, colorate, ma soprattutto efficienti e funzionali, Jolie e Tiny Eco sono le proposte Lavazza più gettonate. Il design compatto le rende estremamente pratiche, con garanzia di minimo ingombro anche negli spazi più esigui.

Di facile utilizzo funzionano con capsule Lavazza A Modo Mio e vantano un prezzo decisamente basso per un rendimento di  elevata qualità.

·       Soluzione manuale casalinga con Sage Barista Express Impress

La macchina manuale di punta nella preparazione del caffè a casa è rappresentata da Sage Barista Express Impress. Per chi desidera prepararsi una tazza di caffè di ultima generazione, e non bada a spese, la soluzione è servita dal chicco alla tazza in meno di un minuto.

La Sage può contare sugli stessi dettagli chiave che contraddistinguono le macchine professionali è, infatti, predisposta per utilizzare la giusta dose di chicchi appena macinati, garantisce un corretto controllo della temperatura e l’ideale pressione dell’acqua.

Dispone di un’ampia gamma di accessori, di un serbatoio con capacità di 2 litri, e vanta un ingombro non particolarmente esagerato, che considera una dimensione pari a 33 x 38 x 41 cm, nonostante si tratti di un modello semi-professionale.

·       Bialetti Gioia

Automatica, compatta ed elegante la Bialetti Gioia, macchina per il caffè in capsule, consente di gustare un caffè di qualità. Dotata di doppio pulsante permette di scegliere fra la preparazione di un espresso o di un americano. Studiata per ridurre gli ingombri si adatta anche ai piccoli spazi.

La macchina funziona con capsule compatibili Bialetti, in alluminio completamente riciclabile, disponibili in una vasta gamma di miscele e aromi per un risultato inconfondibile.

Fruibile in 8 colori diversi, è dotata di un flow meter, che permette di programmare la quantità di caffè desiderata. Facile e comoda da utilizzare, ha un serbatoio di 0,6 litri e una dimensione pari a 93 x 340 x 221 mm.

Interessante il prezzo di acquisto, inserito nella fascia medio-bassa.

Chi è Helen Frankenthaler, protagonista della nuova mostra di Palazzo Strozzi

Le opere di Helen Frankenthaler, una delle più importanti artiste americane del Novecento, saranno al centro della nuova mostra di Palazzo Strozzi, che si aprirà venerdì 27 settembre 2024 a Firenze. In esposizione un’ampia selezione di opere realizzate tra il 1953 e il 2002 a fianco ad alcuni capolavori di suoi contemporanei, come Pollock, Morris e tanti altri. Dopo aver parlato a lungo della figura di Anselm Kiefer, protagonista della precedente mostra allestita in questi stessi spazi, vediamo adesso chi è Helen Frankenthaler e quale impronta ha lasciato nel mondo dell’arte contemporanea.

Come mai è considerata una donna rivoluzionaria nel panorama dell’arte contemporanea?

Una cosa è certa. Helen Frankenthaler è stata un’artista rivoluzionaria nel mondo dell’arte contemporanea. Nata a Manhattan nel 1928 e morta a Darien nel 2011, ha vissuto a New York e nei suoi sobborghi per quasi tutta la sua vita, traendo ispirazione dalla natura piuttosto che della città. La pittrice ha rivestito un ruolo fondamentale nel passaggio dall’Espressionismo astratto, movimento artistico statunitense successivo alla Seconda Guerra Mondiale che consisteva nel far gocciolare, lanciare o macchiare sulle tele il colore in maniera del tutto spontanea, alla cosiddetta Color Field Painting.

In altre parole, Helen Frankenthaler si è distinta nel panorama artistico americano tramite un approccio “senza regole” e libero, esplorando cioè una nuova relazione tra colore e forma grazie alla sua continua ricerca e fervida capacità creativa e di improvvisazione. Negli anni Sessanta sperimentò anche la litografia e, alla metà degli anni Settanta, la xilografia impiegando un vasto repertorio di colori stesi a strati e reinterpretando il metodo tradizionale nell’astrazione.

Helen Frankenthaler, dal movimento della “Color Field Painting” alla tecnica della “soak-stain”

Il movimento della “Color Field Painting” è nato negli Stati Uniti nel dopoguerra e consiste nell’utilizzare grandi tele di canapa coperte interamente da estensioni invariate di colore, che escludono qualsiasi interesse per il segno, la forma o la materia mentre celebrano il potere della pittura e le sue infinite relazioni. Non c’è dubbio che Frankethaler sia stata una delle poche fondatrici di questo movimento, probabilmente la più conosciuta, ma a farne parte vi erano anche artisti come Newman, Rothko e Still.

Il suo stile distintivo era la cosiddetta tecnica della “soak-stain” (letteralmente, “macchia di ammollo”): l’artista lavorava versando infatti direttamente la vernice diluita sulla tela grezza stesa a terra, dipingendo ogni suo lato per creare campi sospesi di colore trasparente, così da fondere tela e tinta e ampliare le possibilità della pittura astratta. Frankenthaler l’ha utilizzata per la prima volta nel 1952 nel suo dipinto Mountains and Sea, esposto quando lei aveva 23 anni e ispirato ad un viaggio in Nuova Scozia. Nonostante all’epoca non abbia riscosso troppo successo, l’artista continuò a lavorare con questa tecnica per tutta la vita, tanto da diventare fonte di ispirazione per altri artisti, come Morris.

Una piccola curiosità: l’unione con Motherwell, esponente dell’Espressionismo astratto

C’è un’ultima notizia che forse potrebbe stuzzicare la curiosità dei futuri visitatori della mostra. Nel 1958 Helen Frankenthaler sposò – dopo una breve relazione di cinque anni con il critico Clement Greenberg che la sostenne sin dall’inizio della sua carriera artistica – Robert Motherwell, importante esponente dell’Espressionismo astratto. Tra i due vi era una differenza di età di 13 anni, ma gli interessi comuni per l’arte e i viaggi li tennero uniti fino al 1971, quando decisero di divorziare. Sappiamo che la coppia non ebbe mai figli ma Frankenthaler divenne, nel periodo di unione tra i due, la seconda madre delle due figlie di Motherwell da un precedente matrimonio.

Helen Frankenthaler a Firenze: la nuova mostra di Palazzo Strozzi

Dopo Anselm Kiefer, Palazzo Strozzi porterà quindi a Firenze – dal 27 settembre 2024 al 26 gennaio 2025 – le opere di un’altra importante figura dell’arte contemporanea: “Helen Frankenthaler: Dipingere senza regole” è il titolo della nuova mostra. L’esposizione è co-organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze e dalla Helen Frankenthaler Foundation di New York ed è a cura di Douglas Dreishpoon, Direttore dell’Helen Frankenthaler Catalogue Raisonné.

I visitatori potranno così scoprire connessioni, influenze e amicizie dell’artista tramite un’ampia selezione di opere realizzate tra il 1953 e il 2002, provenienti dalla Helen Frankenthaler Foundation e in prestito da importanti musei e collezioni private. Questi capolavori saranno messi a confronto con i lavori di artisti a lei contemporanei, alcuni parte dalla sua collezione personale, come Anthony Caro, Morris Louis, Robert Motherwell, Kenneth Noland, Jackson Pollock, Mark Rothko, David Smith e Anne Truitt.

La Fiorentina si gioca l’Europa e Budapest

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Per adesso tre partite e tre pareggi per la Fiorentina di Raffaele Palladino che adesso è obbligata a vincere in trasferta la sfida di ritorno di Conference League contro la Puskas Akademia per accedere alla fase a gironi del torneo. All’andata i viola erano riusciti a rimontare dopo essere andati, nel primo tempo, sotto di due reti, ma il gol nel finale dei ungheresi ha rovinato la festa. Adesso i viola dovranno pensare solo a vincere per continuare il sogno europeo. Si gioca giovedì 29 agosto alle 21.

Le probabili formazioni

Raffaele Palladino dovrà scegliere i migliori per affrontare una squadra che, a Firenze, non ha brillato perché si tratta ad una partita da dentro o fuori. In porta dovrebbe tornare De Gea, dopo aver lasciato spazio a Terracciano in campionato. La difesa a tre potrebbe essere formata da Martinez Quarta, Pongracic e Ranieri, con Dodò e Biraghi sugli esterni e Amrabat-Mandragora al centro del campo. In attacco, alle spalle di Kean, spazio a Colpani e Sottil.

Nella Puskas Akademia il tecnico Hornyak confermerà Pécsi in porta e Nagy in attacco. Il Puskas Akademia è partito fortissimo in campionato, vincendo tutte le partite e confermandosi al primo posto in campionato.

Giorgio e Ginevra Moretti vogliono comprare il Castello di Sammezzano

La lunga vicenda dietro alla vendita del Castello di Sammezzano si arricchisce di un nuovo capitolo: sul capolavoro in stile moresco-orientale che si trova a Leccio (Reggello-Firenze) hanno messo gli occhi l’imprenditore Giorgio Moretti e la figlia Ginevra. La notizia, anticipata da La Nazione, è stata confermata anche dal comitato Save Sammezzano che da anni si batte per il recupero del suggestivo edificio. La trattiva con il curatore fallimentare dura da mesi e ora si intravede uno spiraglio di luce per l’immenso complesso chiuso da decenni e visibile solo durante poche visite aperte al pubblico.

Quanto costa il Castello di Sammezzano? Le trattative per la vendita e il piano dei Moretti

La proposta di concordato per l’acquisto è stata avanzata al curatore fallimentare dalla Smz srl, società amministrata dalla figlia di Giorgio Moretti, Ginevra: la cifra per comprare il Castello di Sammezzano secondo le indiscrezioni si aggirerebbe intorno ai 10-20 milioni di euro. Poi servirebbero altri 80-100 milioni per i lunghi lavori di restauro e recupero, oltre che per demolire le strutture aggiunte lo scorso secolo al castello. Uno dei principali creditori, Mirko Morandi con la sua società Kairos, ha dato la disponibilità di stanziare subito 4 milioni di euro per mettere in sicurezza il castello e il parco circostante, prima che lo stato di abbandono in cui versa l’opera peggiori ulteriormente.

Ancora non è chiaro quali progetti siano in ballo per il suggestivo edificio: forse un hotel, una location per matrimoni ed eventi o un tipo diverso di struttura turistica. Il punto fermo sarebbe quello di garantire comunque la possibilità di visite con l’apertura al pubblico del parco e del piano monumentale del castello. Un’operazione comunque non facile per la trafila burocratica da affrontare. Nel caso di un via libera alla vendita ci vorranno almeno 3 mesi per concludere il passaggio di proprietà del Castello di Sammezzano ai Moretti. E poi ci sono i cantieri che, secondo le prime stime, potrebbero durare 4 anni o più.

Chi sono Giorgio Moretti e Ginevra Moretti

Dietro questa operazione c’è come detto la Smz srl, società guidata da Ginevra Moretti, costituita ad hoc per l’operazione e interamente partecipata dalla HKC Srl, l’holding della famiglia Moretti. Giorgio Moretti, classe 1961, umbro di nascita ma fiorentino d’adozione, non è nuovo ad attività di valorizzazione e tutela del patrimonio artistico fiorentino e ha un lungo curriculum imprenditoriale.

Tra le altre cose, dal 2009 al 2017 ha guidato Quadrifoglio (l’azienda di igiene ambientale di Firenze poi diventata Alia) dando vita nel 2010 alla Fondazione Angeli del Bello, che mette in rete volontari per la cura della città e del suo decoro. Laureato in medicina, nel corso della sua carriera si è occupato di informatica applicata al campo della sanità con il gruppo Dedalus, ma anche di software a supporto dei mercati finanziari, di quello immobiliare e della difesa.

La storia del Castello di Sammezzano

Nel Seicento l’edificio, la cui origine risale a prima dell’anno mille, era una grande fattoria, ma poi nel Diciannovesimo secolo l’eclettico marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona lo riprogettò. Tra il 1853 e il 1889 lo tarsformò in uno dei principali esempi di architettura orientalista in Italia. Più di recente il Castello di Sammezzano è stato fino agli ’90 un hotel e un ristorante, oltre a diventare il set cinematografico di molti film, mentre nel 1999 la proprietà è passata alla società italo-inglese Sammezzano Castle che lo ha comprato all’asta. L’obiettivo era realizzare un resort di lusso, progetto che però è naufragato con il fallimento dell’impresa.

Castello Sammezzano interno

Una nuova asta è stata fatta nel 2015, partendo da una base di 20 milioni di euro, ma è andata deserta come anche le successive. L’ultima del 2018 partiva da una cifra di 16,2 milioni di euro. Nel frattempo è stato creato un comitato per il recupero del complesso, il complesso è entrato a far parte dei Luoghi del Cuore del Fai e si sono susseguiti appelli anche per un acquisto da parte dello Stato. In qualche rara occasione il Castello è stato aperto durante Le Giornate di Primavera organizzate dal Fondo Ambiente Italiano registrando in poco tempo il tutto esaurito.