domenica, 8 Giugno 2025
Home Blog Pagina 504

I prodotti per la sanificazione anti-Covid: superfici, abbigliamento e negozi

Non basta la normale pulizia, serve un’igiene approfondita. Uffici, locali e negozi possono accogliere un ospite subdolo, il virus Covid-19, e allora è necessario correre ai ripari: quali sono i prodotti e i disinfettanti giusti per la sanificazione degli ambienti, delle superfici, dei tessuti e dei capi di abbigliamento? L’ISS, l’Istituto Superiore di Sanità, nel suo rapporto 25/2020, ha stilato un vademecum indicando le sostanze che uccidono il coronavirus e impediscono quindi la diffusione del contagio tramite gli oggetti che tocchiamo.

Nelle 34 pagine stilate degli esperti vengono riportati i prodotti e le concentrazioni di principi attivi consigliate per sanificare le diverse tipologie di superfici, anche quelle più delicate, e i tessuti, dalle tende fino ai vestiti che proviamo nei camerini dei negozi di abbigliamento. Il coronavirus infatti, secondo i ricercatori, resiste anche per lungo tempo: sulla plastica e l’acciaio dai 4 ai 7 giorni, sui tessuti esterni delle mascherine chirurgiche anche più di una settimana.

Sanificazione Covid degli ambienti: i prodotti per disinfettare le superfici

È importante disinfettare frequentemente tutte quelle superfici che tocchiamo spesso, come ad esempio maniglie, porte, tastiera del computer, tastierino del POS (bancomat), servizi igienici. Si inizia con il classico secchio di acqua e sapone, per togliere lo sporco superficiale, per poi proseguire con una pulizia approfondita con sostanze che uccidono il virus.

Non sempre però è facile capire quale prodotto usare per la sanificazione anti-Covid, anche perché alcuni sono troppo aggressivi e rischiano di danneggiare gli oggetti, vediamo allora le indicazioni del rapporto 25/2020 dell’Istituto Superiore di Sanità:

  • Superfici in pietra, metallo o in vetro: usare disinfettanti che uccidono il virus Covid-19 e altri patogeni come l’ipoclorito di sodio allo 0,1% (chiamato comunemente candeggina o varechina) oppure etanolo al 70% (alcol etilico);
  • Legno: è possibile impiegare alcol etilico al 70% oppure prodotti con ammoni quaternari, ad esempio disinfettanti che contengono cloruro di benzalconio o didecildimetilammonio cloruro;
  • Servizi igienici: sanificare con prodotti disinfettanti a base di candeggina (ipoclorito di sodio allo 0,1%);
  • Tessuti in cotone e lino, come tende e asciugamani: sanificare grazie a un lavaggio in lavatrice con acqua calda (tra i 70 e i 90 gradi centigradi). Se non è possibile va bene anche la bassa temperatura ma aggiungendo candeggina o altri prodotti disinfettanti per il bucato. Discorso diverso per i vestiti dei negozi abbigliamento (vedi il paragrafo sotto).

Per uccidere il coronavirus sono indicati inoltre i prodotti a base di perossido d’idrogeno (acqua ossigenata) e miscele di sali di ammonio quaternario che dichiarano in etichetta l’attività virucida. I tempi di applicazione perché queste sostanze siano efficaci contro il virus Covid-19 sono brevi, dai 5 ai 30 secondi a seconda del tipo.

Ricordiamo che nel decreto rilancio è previsto un bonus sanificazione, sotto forma di credito d’imposta (qui i dettagli), per le spese fatte dalle imprese o dai liberi professionisti per questo tipo di igienizzazione.

Sanificare arredi e superfici di pregio

L’Istituto Superiore di Sanità ha indicato inoltre le sostanze da impiegare per disinfettare superfici di pregio, che potrebbero rovinarsi con l’impiego di prodotti troppo aggressivi:

  • Superfici in pietra o legno: spruzzare su carta assorbente una soluzione di disinfettante a base di alcol etilico al 70% e pulire
  • Metallo o vetro: disinfettante a base di etanolo al 70% (alcol etilico)

Si sconsiglia comunque l’applicazione su lacche e resine, perché potrebbero essere danneggiate dai solventi.

Sanificazione dei capi di abbigliamento: come disinfettare i vestiti nei negozi e i prodotti anti-Covid

Un capitolo a parte è quello dei negozi di abbigliamento, in cui è possibile provare i vestiti: dopo il camerino i tessuti vanno infatti sanificati per eliminare eventuali particelle che trasportano il virus Covid-19. Il coronavirus può resistere sui materiali tessili per decine di ore. Per quanto riguarda la sanificazione dell’abbigliamento non sono idonei prodotti come l’alcol, l’acqua ossigenata, la candeggina, perché eliminano il virus Covid-19 ma possono danneggiare in modo irreversibile i vestiti. Anche l’ozono, che agisce in tempi molto rapidi sul coronavirus, con il tempo potrebbe alterare i colori dei capi.

Quindi come sanificare i vestiti dei negozi di abbigliamento? Evitando i prodotti chimici, una buona soluzione è quella di impiegare un vaporizzatore portatile, dice il rapporto 25/2020 dell’Istituto Superiore di Sanità, da usare in locali separati dai camerini di prova e in ambienti ben ventilati. Il calore del vapore secco uccide il virus in 30 minuti, anche se i tempi, osserva l’ISS, potrebbero essere superiori nei capi dove sono presenti cuciture, pieghe e risvolti.

Ci sono poi dei suggerimenti generali per i negozi di abbigliamento, per limitare il rischio da Covid-19: per i clienti l’uso delle mascherine e di guanti (o la disinfezione della mani in entrata e in uscita), oltre a vietare la prova di indumenti che vengono a contatto con il viso come maglioni o t-shirt; mentre ai commercianti viene raccomandata una sanificazione periodica. Un’ulteriore precauzione è togliere dalla vendita i capi provati per almeno 12 ore, conservandoli in un ambiente con un’umidità inferiore al 65% e una temperatura più bassa di 22 gradi.

Cosa NON fare per sanificare in sicurezza

Attenzione poi agli errori comuni. Prima di tutto i vari prodotti usati per la sanificazione non vanno mai miscelati tra loro: invece di ottenere un disinfettante più potete, si rischia di innescare reazioni chimiche che producono sostanze pericolose ed esalazioni altamente irritanti. Durante la pulizia poi è consigliato indossare dispositivi di protezione come guanti e mascherina.

Per quanto riguarda l’aria condizionata (qui i dettagli sulla sanificazione dei condizionatori) non vanno spruzzati prodotti disinfettanti direttamente sui filtri. Il rischio è di respirare sostanze tossiche una volta che si accende il climatizzatore.

Le linee guida del’Istituto Superiore di Sanità

Questi i link ai materiali e ai vademecum messi a disposizione dell’Istituto Superiore di Sanità per la sanificazione e per sapere come disinfettare gli oggetti:

Andare dal dentista durante l’emergenza coronavirus: le regole

Solo su appuntamento e con rigide regole igieniche da rispettare, sia da parte del paziente che degli operatori dello studio odontoiatrico. Ecco come sarà andare dal dentista nella fase 2 dell’emergenza coronavirus in Italia secondo il protocollo di sicurezza messo a punto dal tavolo tecnico di odontoiatria incaricato dal Ministero della Salute.

Un documento che, si legge nel testo, definisce gli “standard minimi di sicurezza che gli studi odontoiatrici dovranno adottare al fine di ridurre al minimo il rischio di trasmissione di infezione in ambito odontoiatrico”.

Non solo l’urgenza: riapertura per tutti nella fase 2

Per la verità, le strutture sanitarie odontoiatriche non hanno mai smesso di lavorare, occupandosi però solo delle urgenze durante la fase più acuta dell’epidemia. Adesso, per i dentisti, è necessario dare priorità alle patologie trascurate nelle ultime settimane, per evitare il loro aggravamento.

Già a metà marzo, il New York Times pubblicò uno studio elaborato su dati del Dipartimento del lavoro statunitense secondo il quale il dentista è uno dei mestieri in assoluto a più alto rischio contagio da coronavirus.

Anche intuitivamente non è difficile capire perché. Il Sars-CoV2, il virus della famiglia dei coronavirus responsabile della malattia respiratoria nominata Covid 19, si trasmette tramite goccioline respiratorie, contatto diretto e materiale contaminato.

Il dentista deve necessariamente lavorare a contatto diretto con la cavità orale e le vie respiratorie del paziente, dove il coronavirus risiede. È esposto a saliva, sangue e altri fluidi corporei e l’uso degli strumenti di lavoro, soprattutto quelli rotanti, genera droplet, le minuscole goccioline che sono il principale vettore di trasmissione del virus.

Andare dal dentista durante l’emergenza Covid, il protocollo di sicurezza

Si deve allora partire dal presupposto che ogni paziente va considerato come potenzialmente contagioso. Non per pregiudizio, ma per massimizzare la sicurezza dei medici, degli operatori dello studio dentistico e dei pazienti stessi.

Le linee guida stabiliscono che l’intera equipe odontoiatrica (odontoiatri, assistenti di studio, igienisti dentali) debba indossare la stessa tipologia di dispositivi di protezione individuale.

Le mascherine chirurgiche sono raccomandate per tutte le fasi precedenti e successive all’ingresso in sala del paziente. L’attesa, il disbrigo delle pratiche amministrative e poi la sanificazione ambientale e il lavaggio dei dispositivi una volta conclusa la visita. Durante la visita del paziente è raccomandato invece l’uso di mascherine filtranti certificate FFP2. La differenza fra mascherine FFP1, FFP2 e FFP3.

I dentisti indossano inoltre degli schermi facciali e degli occhiali protettivi. Dispositivi utili sia a proteggere tutto il viso dall’aerosol che a prevenire contatti involontari delle mani dell’operatore sul volto.

Devono poi indossare un camice idrorepellente monouso, oltre a cuffia o cappello e a calzature lavabili o calzari. Il camice deve essere sostituito ad ogni paziente. Ovviamente il dentista indosserà sempre anche i guanti. La vestizione e la svestizione avvengono in ambienti dedicati e secondo procedure precise per evitare ogni possibile contaminazione.

Mascherina, prenotazione, distanza: le regole anti coronavirus dal dentista

Per quanto riguarda i pazienti, ci si presenta dal dentista solo su appuntamento. La mascherina è obbligatoria. All’ingresso verrà misurata la temperatura corporea al paziente, che dovrà poi lavarsi le mani con una soluzione disinfettante a base alcolica. Non si possono avere accompagnatori. Tranne i minorenni, i cui genitori o altri accompagnatori saranno trattati secondo le stesse procedure dei pazienti.

In sala di attesa la distanza interpersonale da mantenere è di almeno un metro, ma vista la situazione di emergenza da coronavirus lo studio del dentista è invitato a fissare gli appuntamenti in modo che non si sovrappongono, pianificando l’agenda secondo tempi dilatati. L’accesso alla reception e all’area amministrativa è limitato a un paziente per volta e gli studi potranno anche predisporre percorsi separati in ingresso, in uscita e per gli spostamenti tra le aree dello studio.

Sanificazioni, tutte le regole

La sala viene preparata prima dell’ingresso del paziente, con tutti gli strumenti (coperti) e i documenti necessari. Il paziente viene fatto accomodare con la raccomandazione di non toccare niente e deve prima di tutto fare due sciacqui della bocca e gargarismi con soluzioni disinfettanti.

Il dentista dovrà, ogni volta che è possibile, applicare la diga di gomma, quella protezione in lattice che isola il dente sul quale si deve intervenire e copre il resto della bocca. Dovrà anche ridurre al minimo l’uso di manipoli e strumenti meccanici rotanti, privilegiando le procedure a mano.

Non appena dimesso il paziente, il dentista dovrà sanificare occhiali e visiera. Dopodiché il personale dello studio odontoiatrico dovrà areare la stanza, rimuovere gli strumenti per sterilizzarli e procedere alla disinfezione ambientale di tutta la sala e della strumentazione.

Coronavirus, contagio al minimo in Toscana: solo 7 nuovi casi

Solo 7 nuovi casi in Toscana, l’aumento minimo dal 3 marzo scorso. Non solo: 254 nuovi guariti e tre soli decessi. Queste le notizie sull’andamento del coronavirus in Toscana secondo i dati del bollettino della Regione di oggi, martedì 19 maggio.

Con 7 province su 10 a contagio zero, è di nuovo in quella di Firenze che si registra l’aumento più consistente, con 5 dei 7 nuovi casi rilevati. La mappa del coronavirus in Toscana vede poi 551 casi in provincia di Prato, 661 a Pistoia, 1.043 a Massa Carrara, 1.352 a Lucca, 881 a Pisa (1 in più), 542 a Livorno, 674 ad Arezzo, 430 a Siena, 423 a Grosseto (1 in più). Il totale dall’inizio dell’epidemia sale a 9.968 casi.

La Toscana si conferma al 10° posto in Italia come numerosità di casi, con circa 267,3 casi per 100.000 abitanti (media italiana circa 374,2 x 100.000, dato di ieri). Le province di notifica con il tasso più alto sono Massa Carrara con circa 535 casi x 100.000 abitanti, Lucca con 349, Firenze con 337, la più bassa Siena con 161.

L’andamento del coronavirus in Toscana: le notizie di oggi (19 maggio)

Il numero degli attualmente positivi scende a 2.323, valore più basso dal 23 marzo scorso. Merito anche del numero dei guariti che continua ad aumentare. Con i 254 in più rispetto a ieri è salito infatti a 6.653. Di questi, 1.694 sono le persone “clinicamente guarite” (55 persone in più rispetto a ieri) e 4.959 (+199) sono le guarigioni virali con doppio tampone negativo.

Sono 2.077 le persone in isolamento a casa, positive ma con sintomi lievi o asintomatiche (meno 233 rispetto a ieri). Altre 8.768 (-177) sono isolate in sorveglianza attiva dopo aver avuto contatti con persone contagiate.

Si riducono ancora di numero le persone ricoverate nei posti letto dedicati ai pazienti Covid, oggi complessivamente 246 (17 in meno di ieri; meno 6,5%). Di queste, 56 sono in terapia intensiva, 7 in meno rispetto a ieri. È il minimo dall’11 marzo per quanto riguarda le terapie intensive.

Coronavirus, il bollettino del 19 maggio in Toscana

Si registrano tre nuovi decessi: un uomo e due donne con un’età media di 90,7 anni, due le persone decedute nella provincia di Firenze, una a Pisa. Il totale dei deceduti dall’inizio dell’emergenza è di 992, così ripartiti: 357 a Firenze 45 a Prato, 78 a Pistoia, 141 a Massa Carrara, 133 a Lucca, 83 a Pisa, 55 a Livorno, 45 ad Arezzo, 28 a Siena, 19 a Grosseto. Altre 8 persone sono decedute sul suolo toscano ma erano residenti fuori regione.

Il tasso grezzo di mortalità toscano (numero di deceduti/popolazione residente) per Covid-19 è di 26,6 x 100.000 residenti contro il 53 x 100.000 della media italiana (12esima regione). Per quanto riguarda le province, il tasso di mortalità più alto si riscontra a Massa Carrara (72,4 x 100.000), Firenze (35,3 x 100.000) e Lucca (34,3 x 100.000), il più basso a Grosseto (8,6 x 100.000).

I dati riportati in questo comunicato sono stati elaborati dall’Agenzia regionale di sanità e dall’Unità di crisi Coronavirus e sono aggiornati alle ore 12 di oggi.

Annullato Firenze Rocks 2020: il rimborso dei biglietti

0

Era nell’aria da settimane. L’estate perde, per effetto dell’emergenza Covid-19, un altro grande festival musicale: Firenze Rocks 2020 è stato annullato e con lui tutti i concerti in programma alla Visarno Arena dal 10 al 13 giugno, dai Green Day ai Red Hot Chili Peppers fino a Vasco Rossi. Live Nation e gli altri organizzatori stanno lavorando per confermare la stessa line-up per il 2021: tra un anno si potranno usare i biglietti già comprati oppure è possibile chiedere subito il rimborso sotto forma di voucher.

Firenze Rocks 2020 annullato per l’emergenza Covid-19

Da settimane, come anticipato da ilReporter.it, si pensava di annullare o posticipare Firenze Rocks, ma la svolta è arrivata dopo l’ultimo decreto del governo che per fronteggiare l’emergenza sanitaria scatenata dal virus Covid-19 ha vietato gli assembramenti di persone fino al 31 luglio 2020. Di fatto tutti i grandi concerti estivi e gli eventi di massa sono stati messi fuori gioco dal coronavirus.

“Desideriamo ringraziare il nostro team, gli artisti, gli sponsor e tutti i partner che lavorano duramente ogni anno nella produzione del festival e naturalmente i fan per il loro supporto, entusiasmo e pazienza”, si legge in una nota ufficiale degli organizzatori.

Firenze Rocks 2020, come richiedere il rimborso dei biglietti: TicketOne, Ticketmaster e Vivaticket

Come detto i biglietti già comprati per Firenze Rocks 2020 saranno validi anche per l’edizione 2021. In alternativa è possibile fare domanda per il rimborso dei ticket richiedendo un voucher di pari valore (comprensivo quindi anche dei diritti di prevendita) che potrà essere usato per l’accesso ad altri eventi futuri. La richiesta va fatta però entro il 18 giugno 2020, collegandosi ai siti dove sono stati comprati i biglietti, ecco i link alle sezioni per il “rimborso Covid”:

Firenze Rocks 2021, al lavoro sulle nuove date

Tutto spostato di un anno quindi, come già successo per altri festival e concerti. Ancora non sono state fissate le date di Firenze Rocks 2021 ma i promotori stanno lavorando per confermare gli ospiti, almeno i big, anche per l’anno prossimo, sempre alla Visarno Arena: Guns N’ Roses (che avevano già cancellato il loro tour nei giorni scorsi), Green Day, Weezer, Red Hot Chili Peppers e Vasco Rossi.

Spiagge libere 2020 e coronavirus: il “regolamento” per andare al mare

Si avvicina l’apertura della stagione balneare 2020 e arriva il “regolamento” per andare al mare, ai tempi del coronavirus, anche sulle spiagge libere, dove bisognerà sempre rispettare la distanza di sicurezza dalle altre persone (e dagli altri ombrelloni). L’accesso su prenotazione, ipotizzato nelle linee guida stilate dall’Inail e dall’ISS – Istituto Superiore di Sanità anche per agli “arenili free”, è rimasto fuori dal decreto del governo sulla fase 2 e questo aspetto non è citato espressamente.

Le indicazioni riguardano le oltre 5.500 aree di balneazione italiane, un quarto di quelle presenti in tutta Europa.

Coronavirus: le spiagge libere, distanza di sicurezza anche al mare

No alle “spiagge pollaio”. Anche sulle spiagge libere andrà rispettato il distanziamento sociale per prevenire la diffusione del coronavirus. Non sarà più possibile quindi stare in una selva di asciugamani e ombrelloni, come finora succedeva il weekend o in  alta stagione. Come previsto per gli stabilimenti balneari (qui le linee guida), sulle spiagge deve essere garantita una superficie di almeno 10 metri quadrati per ogni ombrellone, mentre tra le sdraio e i lettini deve essere assicurata una distanza di almeno un metro e mezzo.

Tra le persone che si spostano sulla spiaggia, per esempio per una passeggiata lungo il bagnasciuga, o che fanno il bagno in mare va sempre rispettata la distanza di sicurezza di almeno un metro.

Per quanto riguarda le spiagge libere, il decreto per la fase 2 fa appello al buon senso di ogni persona per il rispetto delle regole anti-coronavirus durate la stagione balneare 2020 e suggerisce  la presenza di un addetto alla sorveglianza. Se sono presenti servizi igienici, questi devono essere puliti e disinfettati frequentemente.

Le regole per l’estate 2020: posso giocare in spiaggia?

Via libera agli sport da fare da soli e “contactless”, come racchettoni, surf e nuoto, se si mantengono le distanze di sicurezza; no invece alle attività di squadra e ai giochi di gruppo. In questo 2020, sulle spiagge libere come negli stabilimenti balneari, non si potranno svolgere tutti quei passatempo che comportano contatto fisico, come le partite di beach volley, il calcetto sulla sabbia e via dicendo.

Dal sito del governo è possibile scaricare le disposizioni per la fase 2, comprese le regole per le spiagge.

Lucca Summer Festival 2020 annullato: voucher come rimborso dei biglietti

0

Lucca Summer Festival 2020 è annullato o, per meglio dire, rinviato per l’emergenza coronavirus: lo hanno comunicato gli organizzatori con un messaggio al pubblico, “la lettera che mai avremmo voluto scrivervi, la lettera con cui vi diamo la notizia che fino all’ultimo abbiamo sperato di scongiurare”: il rimborso dei biglietti sarà sotto forma di un voucher di pari valore.

Lucca Summer Festival, annullato o rinviato?

“Come voi abbiamo seguito l’evoluzione dell’emergenza Covid-19 sperando in uno spiraglio  favorevole”, scrive D’Alessandro e Galli, la società che organizza il Festival, nel suo messaggio. “Ma è ormai evidente, e certificato dalle decisioni delle autorità competenti, che quella che sta arrivando sarà un’estate senza concerti“. “Ci fermiamo per la prima volta nella nostra storia, e fa ancora più male in considerazione dello straordinario cartellone che eravamo riusciti ad allestire per questo 2020”.

Il Lucca Summer Festival 2020, uno degli appuntamenti musicali più attesi dell’estate italiana, è quindi al momento annullato. L’intenzione degli organizzatori è però quella di limitare i danni e organizzare il rinvio di tutta l’edizione all’estate 2021, per quanto possibile. “Siamo al lavoro – scrivono – per riprogrammare tutti gli altri concerti dell’edizione 2020 al 2021, vi chiediamo ancora un pò di pazienza prima di comunicarvi tutte le nuove date”.

Annullato il concerto di Paul McCartney, niente rinvio al 2021

Una volontà che deve però fare subito i conti con la prima, enorme defezione: il concerto di Paul McCartney a Lucca Summer Festival non ci sarà neanche nel 2021, e per questo gli organizzatori stanno lavorando per il rimborso dei biglietti, anche in questo caso in forma di voucher.

Già confermato invece il recupero dello spettacolo di Nick Mason, ex batterista dei Pink Floyd, con la sua band Nick Mason’s Saucerful of Secrets: il concerto è stato rinviato al 26 giugno 2021.

Ancora in sospeso il destino degli altri spettacoli previsti a Lucca Summer Festival 2020: Beck, Liam Gallagher, Lynyrd Skynyrd, John Legend, Anderson paak, Ben Harper & The Innocent Criminals, Yusuf Cat Stevens, Liam Payne, Paolo Conte, Celine Dion, Brunori Sas e Patti Smith. Se ne saprà di più nei prossimi mesi.

Coronavirus, rinviato Lucca Summer Festival 2020

La premessa alla questione del rimborso dei biglietti è che l’evento è stato cancellato per causa di forza maggiore e non per qualche inadempienza degli organizzatori o degli artisti.

Ciò significa che davanti al contratto di vendita l’organizzatore non può essere ritenuto inadempiente e non ha nessun vincolo a un rimborso in denaro dei biglietti. Per questo la strada scelta è quella prevista dal decreto legge 18/2020 per il mondo dello spettacolo: l’emissione di un voucher di pari valore da spendere entro un anno. “Una misura – spiegano gli organizzatori – che consente a tutta la filiera della musica live di non crollare a causa di questa durissima situazione”.

Per i concerti che saranno rinviati e riprogrammati nel 2021 non c’è bisogno di fare niente. Il biglietto già in possesso sarà valido per la nuova data. Per quelli annullati e per chi volesse comunque richiedere il rimborso in forma di voucher, la procedura da seguire è questa.

Il valore del voucher sarà pari a quello indicato dal titolo di accesso cui si riferisce, comprensivo anche del diritto di prevendita. Funzionerà proprio come un credito per tutti gli spettacoli organizzati dalla D’Alessandro & Galli, non solo per la prossima edizione del Lucca Summer Festival. Il voucher potrà essere speso anche in più volte, fino a un valore pari al credito maturato. Si possono anche cumulare più voucher e, quando necessario, pagare solo la differenza.

Lucca Summer Festival, rimborso dei biglietti con voucher: come richiederlo

Per richiedere il rimborso in forma di voucher dei biglietti di Lucca Summer Festival 2020, l’acquirente deve trasmettere una copia del proprio biglietto alla ticketing company, ossia al sistema di biglietteria attraverso il quale ha acquistato il biglietto.

La ticketing company, effettuato l’annullo del titolo di ingresso, trasmetterà direttamente il voucher all’acquirente del biglietto via mail o secondo le modalità che pubblicherà sul proprio sito internet.

Anche chi ha acquistato il biglietto nei punti di vendita dovrà comunque fare richiesta online perché i punti di vendita non sono abilitati al rilascio del voucher.

Coloro che hanno acquistato un biglietto con l’opzione “ritiro sul luogo dell’evento” e quindi, non sono in possesso fisicamente del biglietto, riceveranno i dati necessari per poter effettuare la richiesta di emissione del voucher via mail.

Il voucher va richiesto entro 30 giorni dalla data di ogni proroga del decreto legge 18/2020 oppure entro 30 giorni dalla data di annullamento del concerto. Il voucher avrà validità di un anno dalla sua emissione.

Tutte le informazioni sul rimborso dei biglietti e sul voucher sono disponibili sul sito del festival.

“Vogliamo lasciarvi con una certezza”, hanno scritto gli organizzatori. “LSF tornerà, e sarà ancora più bello. Torneremo a ritrovarci davanti a un palco, illuminati dai colori di un tramonto toscano e sarà uno dei momenti più felici della nostra vita. Perché in quel momento ritroveremo la musica e l’emozione di condividere una passione con migliaia di persone come noi”.

Riapertura palestre e centri sportivi dal 25 maggio, le linee guida

Distanza di due metri, ingressi su prenotazione e capienza ridotta, uso di docce e spogliatoi ridotto al minimo, sanificazione continua anti-Covid: ecco le regole per la riapertura delle palestre e dei centri sportivi dal 25 maggio secondo le linee guida del governo, pubblicate nel decreto per la fase 2, e che raccolgono le indicazioni del protocollo realizzato dall’ufficio per lo sport della presidenza del Consiglio dei ministri.

Le regole anti-Covid: due metri di distanza mentre ci si allena

Prima regola, la distanza interpersonale raddoppiata a due metri durante l’allenamento e l’attività fisica, con particolare attenzione a quella intensa. La respirazione accelerata durante il training infatti aumenta le probabilità di diffusione del droplet, le goccioline di saliva che sono veicolo del contagio da coronavirus. La distanza di sicurezza di almeno due metri è già è prevista per chi fa attività sportiva all’aperto.

Per chi si muove tra gli spazi della palestra ma non sta facendo attività fisica la distanza da mantenere resta di un metro. La capienza massima dovrà quindi essere ridotta sensibilmente con meno sportivi e meno istruttori presenti in contemporanea, in modo da garantire le distanze interpersonali.

Mascherina e igiene delle mani: le nuove norme per le palestre

La mascherina sarà obbligatoria in palestra? No, ma deve essere a disposizione. Non la si dovrà indossare durante l’attività fisica ma è obbligatoria per tutti gli spostamenti all’interno dei centri sportivi. La mascherina sarà obbligatoria per gli istruttori delle palestre in tutte quelle occasioni in cui non potranno mantenere la distanza di sicurezza.

A disposizione dei clienti devono poi essere messi a disposizione dispenser con gel disinfettanti (soluzioni idroalcoliche), con l’obbligo dell’igiene delle mani in entrata e in uscita per tutti i frequentatori.

Linee guida per la riapertura delle palestre e dei centri sportivi: prenotazione e termoscanner

Le palestre sono incoraggiate a promuovere sistemi per la prenotazione degli ingressi e a programmare le attività, in modo da contingentare gli accessi, evitando assembramenti. All’entrata può essere rilevata la temperatura corporea con termoscanner. L’elenco delle presenze nei centri sportivi va poi mantenuto per 14 giorni, in modo da facilitare un eventuale tracciamento dei contagi da coronavirus.

Linee guida per l’apertura di bar e ristoranti dal 18 maggio (pdf)

Spogliatoi e sanificazione delle palestre, cosa cambia

Anche le docce e i servizi igienici saranno ad accesso contingentato in palestra: sanificazione continua e solo poche persone, per mantenere la distanza interpersonale di almeno un metro, ad esempio alternando le postazioni aperte o separandole con barriere in plexigass. Niente phon, asciugacapelli, asciugamani e altri accessori condivisi: chi ne ha bisogno potrà portarselo da casa.

Le parole d’ordine delle linee guida per la riapertura di palestre e centri sportivi sono disinfettare e sanificare, in particolare:

  • frequente pulizia e disinfezione, anche più volte al giorno e alla fine di un turno di allenamento, degli ambienti, degli attrezzi e delle macchine;
  • disinfezione delle macchine e attrezzi dopo l’uso da parte di un singolo soggetto;
  • frequente pulizia degli spogliatoi, da disinfettare poi a fine giornata, armadietti compresi;
  • Le macchine e gli attrezzi che non possono essere disinfettati non devono essere usati.

In palestra si entrerà con le scarpe per l’allenamento, mentre tutti i vestiti e gli effetti personali dovranno essere messi dentro la borsa o nei sacchetti forniti dal gestore e riposti negli armadietti. Quest’ultimi, come anche borracce, bicchieri e bottiglie, non possono essere condivisi. Stop anche alla condivisione di telefoni e tablet in palestra: si possono portare, ma ognuno dovrà tenere il suo senza scambiarlo con altri.

25 maggio, riapertura delle palestre: cosa prevedono le linee guida per i condizionatori

Nei locali dovrà essere sempre garantita una buona aerazione, assicurando periodicamente il naturale ricambio d’aria. Per quanto riguarda gli impianti di ventilazione e i condizionatori, va aumentata la frequenza della manutenzione e della sostituzione dei filtri, eventualmente impiegando sistemi più efficienti (per esempio filtrazione certificata Hepa).

Secondo le linee guida per la fase 2, gli impianti di areazione vanno accesi almeno un’ora prima dell’apertura delle palestre e dei centri sporti e spenti un’ora dopo la chiusura. E ancora no alla funzione del ricircolo dell’aria. La pulizia delle griglie di ventilazione va fatta con panni in microfibra inumiditi con acqua e sapone oppure con alcool etilico al 75%, mentre è importante evitare di spruzzare direttamente sui filtri dei condizionatori prodotti per la sanificazione o disinfettanti, per non respirare sostanze inquinanti durante il funzionamento.

Lezioni di gruppo in palestra: vietate o consentite?

Le lezioni di gruppo in palestra continueranno a essere possibili, a patto di mantenere la distanza di due metri. Anche in questo caso sarà incoraggiata la prenotazione. Alla fine di ogni lezione i locali saranno sanificati. Sul sito del governo è possibile scaricare in pdf gli allegati del decreto del 17 maggio, con le linee guida per la riapertura delle varie attività, tra cui anche palestre e centri sportivi dal 25 maggio.

Decreto rilancio, la pubblicazione del testo in Gazzetta ufficiale entro domani

Aggiornamento: il testo definitivo del Decreto rilancio è stato firmato ed è pronto per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Tutti i dettagli.

Continua a slittare in avanti la pubblicazione del Decreto rilancio: il testo definitivo sarà in Gazzetta ufficiale tra stasera e domani, mercoledì 20 maggio, mentre resta ad oggi consultabile soltanto il testo in pdf dell’ultima bozza, quella finita sul tavolo del Cdm. Nel frattempo il testo definitivo sarebbe aumentato di 13 articoli, dai 256 dell’ultima bozza a 269 nella versione finale.

Decreto rilancio, firmato il testo definitivo (pdf): presto in Gazzetta ufficiale

Stamani il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta,intervenuto alla trasmissione “Circo Massimo” su Radio Capital, ha confermato che il Decreto rilancio sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale “tra oggi e domani”. Dunque tra martedì 19 e mercoledì 20 maggio.

Per la verità, il ministro per lo Sviluppo economico Stefano Patuanelli, durante un’audizione in commissione Industria del Senato, ha detto che la pubblicazione del Decreto rilancio in Gazzetta ufficiale avverrà oggi. Ma dopo innumerevoli rinvii non è detto che sia questo il giorno buono.

Approvato lo scorso 13 maggio e poi passato all’esame dei tecnici, la pubblicazione del Decreto rilancio in Gazzetta ufficiale è slittata più volte per la complessa questione delle coperture finanziarie. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è detto fiducioso di vederlo pubblicato domenica. “Confido che già domani (domenica, ndr) il Decreto rilancio possa andare in Gazzetta Ufficiale. L’accordo politico c’è, ora stanno lavorando i tecnici, in queste ore è alla bollinatura finale”, ha detto durante la conferenza stampa di presentazione del decreto legge sulle riaperture. Leggi: Tutto quello che cambia dal 18 maggio.

Ma anche quella data è trascorsa senza che il testo del Decreto rilancio ottenesse la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Saltata anche la deadline di lunedì 18 maggio, è tutto rimandato a data da destinarsi.

I bonus del Decreto rilancio

Un maxi pacchetto di misure straordinarie, tra ammortizzatori sociali, aiuti diretti e indiretti a famiglie e imprese per un totale di 55 miliardi di euro. “Come due manovre finanziarie”, ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte presentandolo in conferenza stampa dopo l’approvazione del governo.

Una manovra estremamente articolata, che riguarda le famiglie, i lavoratori, il mondo dell’impresa e la pubblica amministrazione. Più di 460 pagine (all’ultima bozza) e 250 articoli. La stima è che i 55 miliardi di euro in deficit impegnati sul Decreto rilancio possano innescare un saldo netto complessivo di 155 miliardi di finanziamenti.

Ci sono 25,6 miliardi di euro per i lavoratori, più di 15 miliardi per le imprese, 3,2 miliardi per la sanità, 1,4 per la ricerca e l’università.

Il Decreto rilancio introduce diversi bonus per il sostegno alle famiglie. Oltre al reddito di emergenza, ci sono bonus per colf, badanti e lavoratori domestici, fino a 500 euro per le vacanze in Italia, incentivi per baby sitter e centri estivi, per biciclette e monopattini elettrici. Oltre a questi, un ecobonus con credito di imposta al 110 per cento.

Per i lavoratori, viene prolungata la Cassa integrazione e il divieto di licenziamento, oltre alla conferma del bonus per partite Iva e autonomi.

Decreto rilancio, cosa prevede: tutti i bonus e il testo pdf

Decreto rilancio, il testo verso la pubblicazione in Gazzetta ufficiale

Il procedimento legislativo del decreto legge prevede che, dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri – avvenuta ieri sera – il testo venga emanato dal Presidente della Repubblica. Ottenuta la firma del Quirinale, il Decreto rilancio sarà immediatamente pubblicato in Gazzetta ufficiale.

Ma trattandosi di una manovra finanziaria di portata mai vista, pari a circa due leggi di bilancio, prima dell’emanazione il testo dovrà affrontare un passaggio che potrebbe richiedere del tempo: l’esame della Ragioneria generale dello Stato.

I tecnici della Ragioneria dovranno verificare la tenuta contabile dei provvedimenti del decreto. Operazione complessa. I passaggi tecnici, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore del 15 maggio, richiederanno ancora qualche giorno. La data più probabile sembrava quella di lunedì 18 maggio, ma anche quella è trascorsa senza che il testo venisse convertito.

L’intenzione del governo, secondo le parole pronunciate da Conte in conferenza stampa, erano quelle di arrivare alla pubblicazione del testo definitivo in Gazzetta ufficiale “nelle prossime ore”. Anche perché appena il testo arriverà in Gazzetta si rinnoveranno automaticamente sia la Cassa integrazione in deroga che il bonus per gli autonomi.

Il testo del Decreto rilancio arriverà intanto nei prossimi giorni alla Commissione bilancio della Camera dei deputati per l’approvazione della liquidità.

Decreto rilancio, il testo in pdf

In attesa che il testo definitivo del Decreto rilancio venga pubblicato in Gazzetta ufficiale, c’è la bozza del provvedimento nella sua ultima versione. La stessa esaminata dal Consiglio dei ministri di ieri sera.

Sanificazione dei condizionatori, il rapporto anti-Covid dell’ISS e le regole

Bastano poche regole, anche per l’aria condizionata: in negozio o negli uffici, in casa o sul posto di lavoro, per limitare la diffusione del virus Covid-19 è necessario fare attenzione alla sanificazione degli ambienti ma anche all’uso e alla pulizia dei condizionatori, in base a quando indicato da un recente rapporto, il numero 5 del 2020, curato dall’ISS, l’Istituto Superiore di Sanità.

Igiene e un buon ricambio d’aria. Sono queste le due parole d’ordine da seguire secondo gli esperti, attenzione poi a quali prodotti e disinfettanti vengono impiegati e soprattutto a come vengono usati sui filtri. Il rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità definisce nel dettaglio le regole per i diversi tipi di impianti di areazione, da quelli più grandi fino ai piccoli climatizzatori portatili.

Sistemi di ventilazione meccanica, i consigli anti-coronavirus

Nei locali chiusi che hanno sistemi di ventilazione che garantiscono lo scambio d’aria con l’esterno (i cosiddetti sistemi di ventilazione meccanica controllata, VMC), gli impianti devono restare accesi sempre, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Viene però prevista la possibilità diminuire la ventilazione nelle ore in cui i locali non sono utilizzati, come ad esempio di notte.

No, in ogni caso, alla funzione di ricircolo dell’aria perché potrebbe favorire lo spostamento degli agenti patogeni come batteri e lo stesso virus Covid-19, dice l’Istituto Superiore di Sanità. Dove possibile, viene consigliato di cambiare l’aria più volte al giorno aprendo le finestre. Le prese d’aria e le griglie di ventilazione degli impianti di areazione e dei condizionatori, consiglia l’ISS nel rapporto n° 5/2020 , devono essere sottoposti a sanificazione e  pulizia (vedi sotto).

Impianto di areazione centrale e condizionatori autonomi

Nei negozi, negli uffici e negli ambienti dove sono presenti impianti centralizzati misti di riscaldamento e condizionamento, gli apparecchi nelle varie stanze (ad esempio fancoil e ventilconvettori) vanno lasciati spenti per evitare che il ricircolo dell’aria diffonda eventuali contaminanti. Se in ogni stanza è prevista la presenza di un solo lavoratore l’impianto, dice l’ISS nel suo rapporto, può essere tenuto acceso, ma è consigliabile pulire i filtri almeno una volta ogni 4 settimane (vedi sotto). La polvere catturata dal filtro rappresenta infatti un ambiente favorevole per la proliferazione di batteri, funghi e agenti biologici come il coronavirus.

Piccoli condizionatori autonomi o climatizzatori portatili in negozi e uffici, la sanificazione

Passiamo alla classica aria condizionata: se negli ambienti di lavoro sono presenti condizionatori autonomi con unità esterna oppure piccoli climatizzatori portatili (ad esempio il “pinguino”) con un tubo di scarico flessibile, il rapporto 5/2020 dell’ISS fissa le regole per la sanificazione e la prevenzione della diffusione del Covid-19, anche fai da te. I filtri vanno puliti ogni settimana se negli ambienti lavorano più persone, una volta ogni mese nel caso sia presente solo una persona.

Sanificazione e pulizia dei condizionatori, come si fa secondo il rapporto ISS

Nel dettaglio ecco cosa raccomanda l’Istituto Superiore di Sanità per la pulizia-sanificazione dei condizionatori, dell’aria condizionata e dei sistemi di ventilazione ed areazione in uffici e negozi durante l’emergenza coronavirus:

  • pulizia delle prese d’aria e le griglie di ventilazione con panni di microfibra, inumiditi con acqua e sapone oppure con etanolo (alcol etilico) minimo al 70%. Le superfici vanno poi asciugate;
  • Pulizia dei filtri dei condizionatori (grandi e piccoli impianti), dei fancoil e dei ventilconvettori secondo le istruzioni del produttore, evitare comunque di spruzzare prodotti per la sanificazione o spray disinfettanti direttamente sui filtri. Questo per evitare di respirare sostanze inquinanti quando l’impianto è acceso;
  • arieggiare sempre le stanze, aprendo le finestre. È preferibile farlo più volte al giorno per pochi minuti, invece che una sola volta per tempi più lunghi.

Per quanto riguarda gli ambienti senza finestre, come bagni o spogliatoi, se sono dotati di ventilatori o aspiratori, questi impianti devono essere accesi durante tutto l’orario di lavoro. In caso i locali di lavoro siano stati frequentati da una persona con infezione conclamata da Covid-19, è invece obbligatoria una particolare sanificazione ambientale.

Qui sotto il vademecum dell’ISS, a questo link il testo completo del rapporto n° 5/2020 (pdf).

rapporto iss covid-19 n. 5/2020

Spiagge 2020: le regole anti coronavirus per andare al mare

Si può andare al mare, si può andare in spiaggia – anche nelle spiagge libere – ma per farlo nell’estate 2020 si dovranno seguire le regole anti coronavirus: prenotazione, temperatura all’ingresso, distanziamento fra persone e ombrelloni. È il protocollo di sicurezza messo a punto con le linee guida approvate dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome del 16 maggio 2020 e recepite poi dal governo con il Dpcm 17 maggio 2020 per la riapertura delle attività economiche e produttive.

Regole valide in tutto il Paese a partire dal 18 maggio, giorno della riapertura delle spiagge. Anche se il documento lascia molto spazio alle ordinanze locali per adattare le misure alle caratteristiche della costa nelle varie regioni. Quella del Belpaese è infatti molto diversa: si va dai lunghi arenili alle piccole calette, fino agli scogli. E intanto il governo ha lanciato un bonus vacanze, fino a un massimo di 500 euro, per chi sceglierà mete turistiche in Italia.

Estate 2020, coronavirus: distanza di sicurezza sulle spiagge

La parola d’ordine resta sempre distanza di sicurezza, anche in spiaggia, per i grandi e per i bambini. Le linee guida del Dpcm 17 maggio stabiliscono le distanze minime da mantenere in spiaggia, sia tra gli ombrelloni e i lettini negli stabilimenti balneari che tra le persone. Regole che semplificano molto (e concedono qualcosa in più) rispetto a quelle inizialmente previste dal protocollo Inail. Le stesse regole da osservare poi sulle spiagge libere. Nel dettaglio:

  • Una sola regola per gli ombrelloni. Ogni ombrellone dovrà avere a disposizione una superficie di almeno 10 metri quadrati. Sia che le file degli ombrelloni vengano organizzate in modo orizzontale che a rombo.
  • Tra le attrezzature della spiaggia, come sdraio e lettini, almeno 2 metri di distanza quando non sono posizionate nel posto ombrellone.

Resta poi la distanza di sicurezza tra le persone di almeno 1 metro (2 se si pratica attività sportiva), da rispettare sempre, anche sul bagnasciuga, ad esempio durante una passeggiata, sulla spiaggia e quando si farà il bagno in mare. Si potrà stare più vicini solo se parte di uno stesso nucleo familiare o se conviventi. Regole analoghe anche sulle spiagge libere.

Andare al mare nel 2020: coronavirus e le regole per bagni e lidi

Come cambierà il modo di andare in spiaggia nell’estate 2020? La prima raccomandazione delle linee guida ai gestori di stabilimenti balneari è di predisporre un’adeguata informazione. Ci sono nuove regole da seguire e i clienti, italiani e stranieri, dovranno essere sempre informati sui comportamenti da mantenere.

Viene non a caso promossa la creazione di una nuova figura, lo steward di spiaggia, un membro del personale che accompagni i clienti al loro ombrellone, illustri le misure di prevenzione e sia a disposizione per ogni necessità.

In spiaggia su prenotazione, ma cade l’obbligo di mascherina

Per andare in spiaggia si dovrà prenotare. La prenotazione non è obbligatoria, ma il decreto dispone chiaramente di privilegiare gli accessi a chi ha riservato in anticipo. I gestori dovranno tenere un registro delle presenze per un periodo di 14 giorni.

All’ingresso verrà misurata la temperatura corporea di tutti i clienti. Se questa è superiore a 37,5°C non si potrà entrare. Gli spazi dello stabilimento balneare dovranno essere organizzati in modo da garantire l’accesso ordinato, possibilmente separando i percorsi di ingresso da quelli di uscita. Gel e prodotti igienizzanti saranno disponibili per i clienti in diversi punti degli impianti.

Il personale alla cassa sarà separato da barriere fisiche di sicurezza, schermi in plexiglass e simili. Altrimenti dovrà indossare la mascherina. Sono da preferire i pagamenti elettronici, senza passaggio di denaro contante.

La mascherina non sarà obbligatoria per i clienti, fintanto che è possibile mantenere la distanza di sicurezza.

Sanificazione delle spiagge e degli stabilimenti balneari

Infine molta attenzione è riservata all’igiene, anche al mare, per prevenire la diffusione del coronavirus sulle spiagge durante l’estate 2020. In particolare, le linee guida stabiliscono:

  • regolare e frequente pulizia delle aree comuni, come spogliatoi, cabine, docce, servizi igienici.
  • la pulizia di tutti gli ambienti dopo la chiusura dell’impianto.
  • disinfezione delle attrezzature come sdraio, lettini e sedie a ogni cambio di persona o di nucleo famigliare.
  • sanificazione di tutte le attrezzature a fine giornata, dopo la chiusura.
  • dispenser di gel disinfettanti per le mani a disposizione dei clienti in luoghi facilmente accessibili.

Sì a giochi e sport individuali in spiaggia

Restano vietati tutti i giochi e gli sport di squadra da fare in spiaggia: per beach volley, beach soccer e simili si dovrà aspettare la prossima estate.

Via libera invece agli sport e alle attività individuali da spiaggia e da mare: racchettoni sul bagnasciuga, nuoto, surf, windsurf, kitesurf. Tutto consentito, a patto di rispettare il distanziamento interpersonale e tutte le regole anti contagio da coronavirus.

Il protocollo di sicurezza per le spiagge: le regole del Dpcm 17 maggio (pdf)

Il testo completo, in pdf, del protocollo di sicurezza per stabilimenti balneari e spiagge, estratto dal Dpcm 17 maggio 2020, è disponibile qui.