domenica, 22 Giugno 2025
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Elezioni regionali 2020 e referendum: ipotesi seggi elettorali fuori dalle scuole

Un primo passo verso l’election day. La Camera ha approvato il decreto elezioni, necessario per accorpare in un’unica data le elezioni regionali 2020, le amministrative e il referendum: si voterà a settembre, e si fa strada l’ipotesi di aprire i seggi elettorali in luoghi diversi dalle scuole, dalle palestre alle caserme.

Elezioni 2020, regionali e referendum nella stessa data: il voto a settembre

L’idea di portare i seggi elettorali fuori dalle scuole nasce per evitare di interrompere l’attività didattica a pochi giorni dalla ripresa dell’anno scolastico: la data ipotizzata per le elezioni regionali 2020 è infatti quella del 20 settembre, la settimana successiva al rientro degli studenti a scuola. Per di più, dopo il lungo stop dovuto all’emergenza coronavirus.

Interruzione che potrebbe ripetersi due settimane più tardi, il 6 ottobre, per gli eventuali turni di ballottaggio delle elezioni regionali in Toscana (l’unica regione in cui è previsto) e per le amministrative.

Si vota in palestra? Ipotesi seggi elettorali fuori dalle scuole

L’ipotesi di portare i seggi elettorali fuori dalle scuole ha riscosso consensi bipartisan. Resta però di difficile applicazione. Anche per questo il governo sembra orientato a non farne una soluzione obbligatoria e di lasciare ai sindaci la possibilità di adottarla o meno.

Elezioni 2020 regionali e referendum: quando si vota a settembre, la data

Sulla data delle elezioni regionali e del referendum 2020 invece l’accordo sembra vicino. Il decreto approvato alla Camera apre la finestra elettorale per le regionali il 15 settembre. Il 20 settembre 2020 sarebbe quindi la prima domenica utile per il voto, il quale sarebbe accorpato a quello per il referendum.

L’indicazione del governo è quella di accorpare tutti i voti in una sola tornata, allungata anche al lunedì successivo per evitare assembramenti eccessivi alle urne. Così l’election day verrebbe convocato per il 20 e 21 settembre 2020. In particolare, si voterà per:

  • le elezioni regionali in Toscana, Veneto, Campania, Liguria, Marche, Puglia e Valle d’Aosta.
  • le elezioni comunali in più di 1.100 Comuni. Tra questi si segnalano Aosta, Trento e Venezia, oltre a vari capoluoghi di provincia come Agrigento, Andria, Arezzo, Bolzano, Chieti, Crotone, Enna, Fermo, Lecco, Macerata, Mantova, Matera, Nuoro, Reggio Calabria, Trani.
  • il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari
  • le elezioni suppletive del Senato per il collegio numero 9 del Veneto

Coronavirus: in Toscana 3 nuovi casi, tutti ad Arezzo

Tre nuovi casi di coronavirus in Toscana, un piccolo sollievo dopo cinque giorni consecutivi in cui se ne erano registrati almeno sette. Tre anche i decessi: queste le ultime notizie sul contagio da coronavirus in Toscana riportate dal bollettino di oggi, martedì 16 giugno.

Il totale dei casi rilevati dall’inizio dell’epidemia sale a 10.191, di cui 463 attualmente positivi. I tamponi eseguiti hanno raggiunto quota 296.812: 3.129 quelli eseguiti in più rispetto a ieri, 2.912 quelli analizzati.

Ad Arezzo tutti i nuovi casi

Tutti e tre i nuovi casi sono in provincia di Arezzo, dove già ieri ne erano stati trovati quattro. La mappa del coronavirus in Toscana si aggiorna quindi così: 3.513 casi complessivi in provincia di Firenze, 569 a Prato, 680 a Pistoia, 1.051 a Massa, 1.366 a Lucca, 897 a Pisa, 558 a Livorno, 686 ad Arezzo, 441 a Siena, 430 a Grosseto.

La Toscana resta al 10° posto in Italia per numerosità di casi con circa 273 positivi ogni 100.000 abitanti. La media nazionale, aggiornata a ieri, è di circa 393. Le province di notifica con il tasso più alto sono Massa Carrara con 539 casi ogni 100.000 abitanti, Lucca con 352, Firenze con 347. La più bassa Siena con 165.

Coronavirus, ultime notizie in Toscana (16 giugno)

Le persone isolate a casa restano 415, 27 in meno da ieri. Sono positive ma con sintomi lievi o asintomatiche. Altre 3.011 persone (-40 da ieri) sono isolate a loro volta dopo aver avuto contatti con persone contagiate.

Torna ad aumentare, anche se solo di una unità, il numero dei ricoverati nei reparti Covid. Oggi sono quindi 48 i ricoverati, di cui 14 in terapia intensiva (2 in meno rispetto a ieri).

Ci sono però 26 nuovi guariti, per un totale che sale a 8.637. Si tratta di 366 persone “clinicamente guarite” (-50 rispetto a ieri) divenute cioè asintomatiche, e 8.271 (+76) guariti a tutti gli effetti, con doppio tampone negativo.

I tre nuovi decessi sono quelli di un uomo e due donne dall’età media di 86,3 anni. Tutti e tre notificati in provincia di Firenze. I morti per le conseguenze del coronavirus in Toscana sono 1.091, così ripartiti per provincia: 400 a Firenze, 51 a Prato, 80 a Pistoia, 162 a Massa Carrara, 140 a Lucca, 89 a Pisa, 61 a Livorno, 46 ad Arezzo, 31 a Siena, 23 a Grosseto. Ci sono poi 8 persone decedute sul suolo toscano ma residenti fuori regione.

Il tasso grezzo di mortalità toscano è di 29,3 morti ogni 100.000 residenti contro il 56,9 della media italiana. La Toscana è l’11° regione più colpita. Per quanto riguarda le province, il tasso di mortalità più alto si riscontra a Massa Carrara (83,1), Firenze (39,6) e Lucca (36,1), il più basso a Grosseto (10,4).

Sono i dati, aggiornati alle ore 12 di oggi, elaborati dall’Agenzia regionale di sanità e dall’Unità di crisi Coronavirus e riportati nel bollettino regionale della Toscana sul coronavirus del 16 giugno.

Ordinanza della Regione Toscana: no all’uso dei guanti, meglio lavarsi le mani

Non usare i guanti, meglio lavarsi le mani spesso e bene: è quanto raccomanda la Regione Toscana con l’ordinanza 67 del 16 giugno firmata oggi dal presidente Enrico Rossi sulle misure di prevenzione del contagio da coronavirus. Un provvedimento che, spiega la Regione in una nota, viene preso “alla luce anche delle ultime indicazioni scientifiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità”.

Coronavirus, la Toscana: lavarsi le mani è meglio dei guanti

L’ordinanza 67 ribalta quanto finora consigliato anche dalla stessa Regione Toscana. Se finora l’indicazione era quella di indossare guanti monouso nelle situazioni potenzialmente contagiose, il nuovo provvedimento suggerisce un cambio di abitudine.

Mascherina con o senza: l’obbligo c’è ancora dopo il 15 giugno?

Al posto dei guanti meglio “ricorrere al lavaggio regolare delle mani con acqua e sapone e ai gel disinfettanti”. Un indicazione che si applica anche nei casi in cui le precedenti ordinanze suggerivano, al contrario, l’uso dei guanti. Il provvedimento non vale, naturalmente, negli ambienti di lavoro socio-sanitari e in tutti gli ambienti di lavoro in cui i guanti costituiscono un dispositivo di protezione individuale.

Mascherine gratis in edicola, dove trovarle: l’elenco delle edicole che aderiscono

Enrico Rossi: “Guanti no, mascherina sempre”

“Si può fare a meno dei guanti – ha detto Enrico Rossi –, almeno quando non si maneggiano generi alimentari, purché la pulizia e l’igiene delle mani sia rigorosamente rispettato. Lo abbiamo deciso anche in conseguenza a come si è espressa l’Oms che non raccomanda di indossare guanti in quanto non servono per proteggersi dall’infezione, ma anzi potrebbero essere dannosi, dando un falso senso di protezione e sicurezza. Permane invece l’obbligo di usare la mascherina all’aperto in presenza di assembramenti, quando non è possibile stare distanti circa due metri”.

L’ordinanza 67 della Regione Toscana

“So che è noioso – prosegue Rossi – e con il caldo persino faticoso per la respirazione, ma sarebbe un errore smettere ora. È bene invece continuare con le doverose precauzioni e i corretti comportamenti. I dati sui nuovi casi, per quanto in calo, dimostrano che il virus persiste e che nessuno può dare la sicurezza che tutto sia solo un brutto ricordo. Infine, una raccomandazione banale ma necessaria: disperdere nell’ambiente mascherine e guanti è veramente da incivili e deve essere evitato per rispetto di noi stessi e degli altri”.

Il testo completo dell’ordinanza 67 della Regione Toscana, “Ulteriori misure sulla igiene e pulizia delle mani”, è disponibile in formato pdf a questo indirizzo.

Dpcm coronavirus: dal 15 giugno cosa si può fare, cosa riapre, cosa cambia

Ormai è stata ribattezza fase 3. Dal 15 giugno si cambia ancora con un nuovo  decreto, firmato dal premier Conte nella serata dell’11 giugno, che detta le regole e le disposizioni per tutto ciò che riapre e tutto ciò che si può fare dopo il lockdown per il coronavirus: il dpcm, disponibile anche in pdf, prevede il via libera a cinema e teatri, bisognerà invece aspettare per l’apertura delle discoteche e delle fiere, retromarcia anche per il calcetto e gli sport di contatto, perché si tornerà a giocare non il 15 ma il 25 giugno.

Restano poi la distanza di sicurezza e l’obbligo delle mascherine nei luoghi al chiuso, accessibili al pubblico. Vediamo allora le ultime disposizioni su cosa cambia dal 15 giugno con la riapertura delle attività e cosa si può fare.

Dpcm coronavirus: apertura delle discoteche dal 15 giugno? No, da luglio

A differenza di quanto ipotizzato inizialmente, secondo il nuovo dpcm la riapertura delle discoteche, al chiuso o all’aperto, non avverrà il 15 giugno ma le sale da ballo resteranno chiuse fino al 14 luglio. Le Regioni stanno però decidendo una partenza differenziata dei balli,  secondo dell’andamento del coronavirus sui territori.

La Conferenza delle Regioni ha già stabilito le linee guida per la le discoteche (qui i dettagli): quando riapriranno si potrà ballare, ma solo negli spazi all’aperto delle discoteche, come giardini e terrazze, e mantenendo una distanza dalle altre persone di almeno 2 metri. E poi accessi contingentati, niente ressa in pista e in sala, no alla consumazione dei drink al bancone, distanziamento sociale di un metro dalle altre persone quando non si balla e mascherina se non è possibile rispettare questo limite. Una serie di disposizioni che però sono state fortemente criticate dai gestori dei club.

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Quando si può tornare a giocare a calcetto: il 15 o il 25 giugno?

Nel dpcm per le riaperture del 15 giugno c’era in ballo anche il via libera agli sport di base e amatoriali, come il calcetto, ma secondo il nuovo decreto per tornare a giocare le partite sui campi bisognerà aspettare giovedì 25 giugno.

Il decreto del premier Conte sospende gli sport di contatto amatoriali fino al termine del mese, quando le Regioni dovranno fare il punto con il Ministero della Salute sulll’andamento dell’epidemia di coronavirus prima di stabilire il ritorno sui campetti. Se i contagi risulteranno sotto controllo si potrà tornare a giocare. Dal 12 giugno riprendono invece gli eventi dello sport agonistico, a porte chiuse e secondo i protocolli di sicurezza stabiliti dalle diverse Federazioni sportive.

Riapertura dei cinema (anche con i “vecchi” film) e gli spettacoli dal vivo

Dal 15 giugno si può andare a vedere un film o fare un’uscita per assistere a uno spettacolo o un concerto: lunedì riapre il mondo dell’intrattenimento, dai cinema ai teatri agli spettacoli live, cosa che farà piacere a molti, nonostante siano poche le attività che hanno deciso di ripartire viste le disposizioni anti-Covid. Pure in questo caso la Conferenza delle Regioni ha stabilito delle limitazioni, come ad esempio la distanza di sicurezza tra i posti a sedere (ad eccezione delle persone conviventi) e anche tra gli artisti sul palco. E poi il limite massimo di 200 spettatori al chiuso e di 1.000 all’aperto. Ok anche alle sale da concerto.

Riaprono i cinema, ma le produzioni sono ferme: sul grande schermo rivedremo quindi le pellicole in programmazione nei mesi scorsi e subito prima del lockdown, oltre a qualche nuova uscita già prevista e slittata all’estate. Inoltre nelle grandi città, come a Firenze, le arene estive si stanno attrezzando per una stagione di cinema all’aperto in tutta sicurezza.

Coronavirus: restano le mascherine, via all’app Immuni

Non passeremo l’estate senza le mascherine: dal 15 giugno resta l’obbligo di indossarle nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, come ad esempio nei negozi, sui mezzi pubblici e ovunque non sia possibile rispettare la distanza di sicurezza di almeno 1 metro.

Da lunedì 15 giugno l’app Immuni per il tracciamento dei contatti funzionerà su tutto il territorio nazionale e non solo nelle 4 Regioni pilota (qui i dettagli su come scaricare l’applicazione sul proprio cellulare).

Cosa riapre dal 15 giugno e cosa si potrà fare: sale scommesse e bingo, fiere, terme

Quando riaprono i centri scommesse, le sale bingo e quelle delle slot machine dopo la chiusura forzata per l’emergenza coronavirus? Il dpcm firmato l’11 giugno prevede l’apertura di queste attività su tutto il territorio nazionale dal 15 giugno, a patto che le Regioni abbiano prima accertato l’andamento della curva epidemiologica.

Ripartono anche centri benessere, terme, centri culturali e centri sociali, mentre la situazione dei contagi da coronavirus non consente al momento la riapertura di fiere e congressi, sospesi fino al 14 luglio. Ok ai corsi di formazione professionale in aula e in presenza.

Sì al biliardo e alle bocce, ma non si può giocare a carte

Dal 15 giugno possono riaprire anche i circoli culturali e ricreativi, anche per queste realtà sono state stabilite delle regole. In particolare è prevista la sanificazione degli oggetti usati durante le diverse attività (dal biliardo alle bocce), ma è vietato giocare a carte al bar e nei circoli (qui i dettagli).

Centri estivi 2020, al via anche con quelli 0-3 (con il bonus)

Per quanto riguarda i bambini e i ragazzi, dal 15 giugno si può tirare un sospiro di sollievo: lunedì è la data fissata dal governo per la partenza dei centri estivi 2020 anche per quelli dedicati ai bambini tra gli 0 e i 3 anni, cosa molto attesa dai genitori. Le Regioni hanno già stabilito le linee guida per questi servizi, mentre nel decreto rilancio è previsto che il bonus baby sitter possa essere usato per i centri estivi, facendo richiesta all’Inps.

Dalla Francia alla Svizzera, la riapertura delle frontiere UE dal 15 giugno

Lasciando da parte il dpcm e passando alle disposizioni degli altri Stati, dal 15 giugno si può fare viaggi all’estero, con la riapertura di alcune frontiere dei Paesi dell’Unione Europea senza quarantena per il coronavirus: Francia e Svizzera da lunedì 15 giugno danno il via libera all’entrata degli italiani sul loro territorio, mentre la Grecia lo farà in modo graduale con diversi step fino alla fine del mese (qui il nostro approfondimento sui viaggi in UE).

Per quanto riguarda l’apertura delle frontiere extra-UE, per i viaggi in entrata, Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione Europea, ha indicato la data del 1° luglio, ma con una lista parziale di nazioni a cui spalancare le porte e regole diverse a seconda degli Stati membri.

Il dpcm dell’11 giugno: le date delle riaperture e il pdf

Ecco in sintesi le date delle riaperture stabilite dal nuovo dpcm firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, va tenuto presente però che le singole Regioni possono decidere limiti o anticipi:

  • cinema, teatri, spettacoli, sale da concerto riaprono il 15 giugno 2020
  • centri scommesse, sale bingo e sale giochi (slot machine) apertura il 15 giugno 2020
  • centri estivi anche per 0-3 anni al via dal 15 giugno 2020
  • sport di contatto e calcetto, il nuovo dpcm stabilisce il via libera dal 25 giugno 2020
  • sport agonistici, partire a porte chiuse dal 12 giugno 2020
  • discoteche, sale da ballo e locali assimilati apertura rinviata al 14 luglio
  • fiere e congressi sospesi fino al 14 luglio

Sul sito del governo è disponibile il testo in pdf del nuovo dpcm sull’emergenza coronavirus.

Contributo fondo perduto: come presentare istanza all’Agenzia delle Entrate

Da un minimo di mille a un massimo di 50.000 euro: dal 15 giugno si può presentare all’Agenzia delle Entrate l’istanza per il contributo a fondo perduto destinato alle aziende e ai professionisti danneggiati dall’emergenza Covid. Una misura introdotta dall’articolo 25 del Decreto Rilancio. La stessa Agenzia ha chiarito con la circolare 15 E del 13 giugno 2020 i dettagli della misura introdotta dal decreto rilancio e anche come fare domanda.

Contributo a fondo perduto, quanto spetta: da 1000 euro in su

L’importo del ristoro a fondo perduto è calcolato in modo proporzionale alle perdite di fatturato registrate durante l’emergenza Covid. Si va da un bonus minimo di 1000 euro a un massimo di 50 mila euro. Il confronto deve essere fatto tra il fatturato di aprile 2020 e quello di aprile 2019. Per determinare quanto spetta per ogni istanza di contributo a fondo perduto, sono previste tre fasce, secondo quanto specificato dall’Agenzia delle Entrate. Verrà indennizzato:

  • il 20% delle perdite registrate ad aprile 2020 a chi fattura fino a 400 mila euro.
  • il 15% delle perdite a chi ha fatturati fra 400 mila e 1 milione di euro.
  • il 10% per volumi d’affari fra 1 milione di euro e 5 milioni di euro.

Ci sono comunque due importi minimi al di sotto dei quali non si potrà scendere: 1000 euro per le persone fisiche (come i liberi professionisti) e 2000 euro per le persone giuridiche.

Contributo a fondo perduto: ammessi e esclusi, secondo l’Agenzia delle Entrate

Il testo del decreto lasciava però spazio a diversi dubbi su chi fossero gli ammessi e gli esclusi dal contributo a fondo perduto: professionisti, forfetari, aziende neo costituite. L’Agenzia delle entrate ha quindi chiarito i punti più controversi con la circolare 15 E del 13 giugno 2020 intitolata appunto “Chiarimenti ai fini della fruizione del contributo a fondo perduto”.

Prima questione: cosa succede alle nuove aziende, quelle imprese neo costituite che hanno aperto partita Iva dopo l’aprile 2019? Per loro è impossibile dimostrare il calo del fatturato, ma avrebbero comunque beneficio dal ristoro a fondo perduto.

La circolare 15 E del 13 giugno ha chiarito che il contributo a fondo perduto spetta anche a loro. “Possono beneficiare altresì del contributo minimo anche i soggetti che hanno iniziato l’attività a partire dal 1° gennaio 2019 e che in fase di start up non avevano ancora conseguito ricavi nel 2019”. In questo caso spetterà il contributo minimo.

Dpcm coronavirus: dal 15 giugno cosa si può fare, cosa riapre, cosa cambia

C’è però un’eccezione a quelle che si possono considerare imprese neo costituite. Sono quelle attività nate sì nel 2019, ma da “operazione di conferimento d’azienda o di cessioni di azienda“. In questo caso le aziende non possono essere considerate come neo costituite e dunque non rientrano automaticamente tra i beneficiari del ristoro a fondo perduto.

Fondo perduto: quanto spetta a professionisti e forfetari

La regola base stabilita dal Decreto rilancio è che il contributo a fondo perduto spetta a “i soggetti esercenti attività d’impresa e di lavoro autonomo e di reddito agrario, titolari di partita Iva”.

L’Agenzia delle Entrate, con la circolare 15 E del 13 giugno, chiarisce inoltre la situazione di casi di potenziali beneficiari del contributo a fondo perduto che presentavano delle ambiguità.

App Immuni da oggi attiva in tutta Italia: come si scarica

Tra gli ammessi, le imprese esercenti attività agricola o commerciale, comprese quelle in forma di cooperativa.

Nonostante il Decreto Rilancio escluda esplicitamente dal fondo perduto tutti i soggetti che hanno beneficiato degli altri bonus, l’Agenzia delle Entrate specifica che rientrano nel contributo a fondo perduto anche le società tra professionisti. Anche quelle i cui soci abbiano ricevuto il bonus autonomi. Questo perché il reddito delle società tra professionisti si qualifica comunque come reddito d’impresa.

Si precisa poi che anche i lavoratori in regime forfetario sono ammessi tra i beneficiari del contributo a fondo perduto. Questo perché il Decreto non fa distinzione tra i regimi fiscali.

L’articolo 25 comma 2 del Decreto rilancio

A disciplinare chi sono gli ammessi e chi gli esclusi al contributo a fondo perduto per le imprese è l’articolo 25 comma 2 del Decreto Rilancio. Il quale recita:

Il contributo a fondo perduto di cui al comma 1 non spetta, in ogni caso, ai soggetti la cui attività risulti cessata alla data di presentazione dell’istanza di cui al comma 8, agli enti pubblici di cui all’articolo 74, ai soggetti di cui all’articolo 162-bis del testo unico delle imposte sui redditi e ai contribuenti che hanno diritto alla percezione delle indennità previste dagli articoli 27, e 38 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, nonché ai lavoratori dipendenti e ai professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria di cui ai decreti legislativi 30 giugno 1994, n. 509 e 10 febbraio 1996, n. 103.

Decreto rilancio, il testo in Gazzetta ufficiale (pdf)

Casse private e gli altri: ammessi ed esclusi dal fondo perduto

Gli esclusi dal contributo a fondo perduto sono pertanto:

  • tutti gli organi e le amministrazioni dello Stato
  • gli intermediari finanziari, le società di partecipazione finanziaria, le società di partecipazione non finanziaria e i soggetti assimilati
  • enti e persone fisiche che producono redditi non inclusi tra i quelli d’impresa o agrario. Ad esempio, chi svolge attività commerciali non esercitate abitualmente o attività di lavoro autonomo non esercitate abitualmente, producendo conseguentemente redditi diversi.
  • I lavoratori che hanno diritto al Bonus autonomi, professionisti e co.co.co. o al bonus per i lavoratori dello spettacolo.
  • i lavoratori dipendenti
  • i professionisti iscritti alle casse previdenziali private degli ordini professionali

Dpcm sulle riaperture di giugno: il testo del decreto sulla “fase 3” (pdf)

Istanza per il contributo a fondo perduto: domanda online, sul sito dell’Agenzie delle entrate

La domanda per il contributo a fondo perduto può essere presentata online, sul sito dell’Agenzia delle Entrate, compilando il modello per via telematica. La procedura può essere completata dal pomeriggio del 15 giugno fino al 24 agosto 2020.

Per predisporre e trasmettere l’istanza si può usare un software e il canale telematico Entratel – Fisconline o una specifica procedura web, nell’area riservata del portale dell’Agenzia delle Entrate dedicata a Fatture e Corrispettivi.

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Sarà possibile accedere alla procedura con le credenziali Fiscoonline o Entratel dell’Agenzia oppure tramite Spid, il Sistema pubblico di identità digitale, oppure mediante la Carta nazionale dei Servizi (Cns). Per ogni domanda, il sistema dell’Agenzia effettuerà due elaborazioni successive relative ai controlli formali e sostanziali. L’esito delle due elaborazioni sarà comunicato con apposite ricevute restituite al soggetto che ha trasmesso l’istanza. L’Agenzia delle Entrate ha predisposto una guida operativa (in pdf).

Fondo perduto, la circolare 15 E del 13 giugno

Il testo completo in pdf della circolare 15 E del 13 giugno 2020 dell’Agenzia delle Entrate, “Chiarimenti ai fini della fruizione del contributo a fondo perduto”, è disponibile qui.

Perché non si può giocare a carte nei bar e circoli: le regole anti-Covid

L’allerta Covid mette in crisi anche la briscola e la scala quaranta tra amici: niente mazzi condivisi e partitelle nei bar o nei circoli culturali e ricreativi, al momento le regole anti-coronavirus parlano chiaro, non si può giocare a carte in tutti i luoghi di aggregazione (se non si è conviventi). Ma c’è già chi ha un asso nella manica e propone una serie di linee guida per tornare a ritrovarsi intorno a un tavolo, dai mazzi in quarantena al gel a profusione ogni volta che le carte vengono distribuite ai giocatori.

Si può giocare a bocce e biliardo, non a carte. Regole e linee guida

Secondo il vademecum stilato dalla Conferenza delle Regioni per la riapertura delle attività dopo il 15 giugno, nei circoli culturali, nei club ricreativi e nei centri anziani e di aggregazione sociale vanno privilegiate le attività a piccoli gruppi di persone, sempre rispettando almeno un metro di distanza dagli altri. Giochi da tavolo, biliardo e bocce sono consentiti ma è obbligatorio indossare la mascherina e igienizzarsi le mani prima di ogni nuovo turno, mentre tutti gli oggetti di gioco vanno disinfettati prima e dopo ciascun turno di utilizzo.

Non si può invece giocare a carte al bar e nei circoli, perché le linee guida anti-Covid della Conferenza delle regioni  “squalificano” i mazzi da briscola e da poker, specificando che

È vietato l’utilizzo di strumenti di gioco per i quali non è possibile una disinfezione ad ogni turno (es. carte da gioco).

Il problema è tutto qui: non si possono usare i mazzi di carte intorno a un tavolo da gioco perché non possono essere igienizzati e quindi possono essere veicolo di trasmissione del coronavirus, visto che sono toccati da tutti i partecipanti. Qui il documento in pdf con tutte le linee guida delle Regioni.

Quando si potrà tornare a giocare a carte in bar e circoli? La proposta

C’è chi non si è dato per vinto. Un’idea arriva dal Piemonte. Le Acli provinciali di Cuneo  hanno raccolto in 4 pagine una serie di idee per tornare a giocare a carte sui tavoli di bar e circoli, stabilendo cosa si può fare e cosa no per l’allerta coronavirus. Non solo mascherina e gel, ma anche tovaglie usa e getta per il tavolo da gioco da buttare via a ogni turno, mazzi in “quarantena” per 72 ore, igienizzazione delle mani dopo ogni distribuzione delle carte, sanificazione di tavoli e sedie a ogni turno. Vietato poi toccarsi naso, bocca e occhi (e questo renderà più difficile lanciare segnali in codice ai compagni di squadra).

Insomma, la partita è ancora aperta: al momento rimane il divieto di giocare a carte, ma presto il mazzo potrebbe riservare qualche sorpresa.

Cinema e fase 3: a Firenze riapertura per Uci e Portico

I cinema al tempo del Covid: da lunedì 15 giugno è stata decisa la riapertura delle sale in tutta Italia e anche a Firenze comincia una timida ripresa delle proiezioni con i primi film in programmazione. E se le arene estive, a partire dall’Arena di Marte, sono già quasi tutte attrezzate, per il grande schermo al chiuso c’è un po’ di reticenza in più.

La riapertura dei cinema a Firenze e le regole anti-Covid

Due le sale che per ora hanno già annunciato – e pianificato – la loro riapertura: il Cinema Portico a Campo di Marte (via Capo di Mondo 66) e l’Uci Luxe di Campi Bisenzio (accanto ai Gigli), mentre l’Uci di via del Cavallaccio, alla periferia di Firenze, resta al momento chiuso.

Entrambi ripartono garantendo agli spettatori il rispetto dei protocolli anti-Covid, ovvero:

  • distanziamento sociale
  • limitazioni nel numero di posti disponibili per ogni spettacolo
  • garanzia di avere delle poltrone vuote tra gli spettatori
  • potenziamento delle procedure di pulizia con interventi più regolari

Inoltre il percorso all’interno del cinema avviene senza alcun tipo di contatto diretto.

Uci Campi Bisenzio (Firenze), la programmazione

Tra i titoli che verranno proposti al pubblico dell’Uci di Campi Bisenzio, alle porte di Firenze, ci sono tutti i film della stagione, in programma dal tardo pomeriggio alla serata: Sonic, Playmobil: The Movie, Pinocchio, Tappo – Cucciolo in un Mare di Guai, Maleficent – Signora del Male, Doctor Strange, Joker, 1917, Tolo Tolo, The Grudge, Dark Water, Richard Jewell, I Miserabili, Odio l’Estate, Fantasy Island, Parasite, Cena con Delitto, Bad Boys for Life, Jumanji: The Next Level e Birds of Play.

Cinema Portico a Firenze: 2 sale aperte

Al Cinema Portico invece, si riparte con due titoli, in programma tra il 15 e il 17 giugno  I Miserabili di Lady Lay (orario proiezione 17.30 e 21.00)e Favolacce di Fabio d’Innocenzo (ore 17.45 e 21.15)

Dall’Alfieri allo Spazio Uno fino al Fiorella: quando riaprono gli altri cinema?

Lo Spazio Uno dovrebbe riaprire a fine agosto mentre lo Spazio Alfieri a settembre (ma nel frattempo offrirà un programma all’aperto nel chiostro di Santa Maria Novella). Ancora nessuna certezza sulle tempistiche di riapertura di altre sale molto amate come il Cinema Odeon (che continua con una programmazione in streaming dei film che sarebbero stati proiettati nella sala di piazza Strozzi), il Cinema Fiorella, lo Stensen (che però cura la programmazione dell’arena estiva alla Manifattura Tabacchi e al Teatro Romano di Fiesole), il Flora e The Space di Novoli.

Coronavirus, ancora 8 casi in Toscana: le notizie del 15 giugno

Anche oggi 8 nuovi casi di coronavirus in Toscana e tre decessi: numeri stabili rispetto agli ultimi giorni, segno di un contagio sotto controllo ma non ancora debellato. Queste le ultime notizie sull’andamento del Covid 19 in Toscana secondo quanto riportato dal bollettino regionale di oggi, lunedì 15 giugno.

Restano 489 i casi attualmente positivi in Toscana, su un totale di 10.188 infetti rilevati dall’inizio dell’epidemia.

I tamponi eseguiti da ieri sono 1.582, quelli analizzati 1.712. Meno numerosi come sempre accade la domenica, giorno in cui alcuni dei laboratori di analisi restano chiusi. Il totale dei tamponi eseguiti dal 1° febbraio in Toscana è di 293.683.

Coronavirus, ultime notizie in Toscana (15 giugno)

Metà degli ultimi casi rilevati, quattro su otto, sono in provincia di Arezzo, dove dall’inizio di giugno si erano registrato soltanto due nuovi casi in due settimane. La mappa del coronavirus in Toscana vede oggi dunque 3.513 casi complessivi rilevati in provincia di Firenze (3 in più rispetto a ieri), 569 a Prato, 680 a Pistoia (1 in più), 1.051 a Massa Carrara, 1.366 a Lucca, 897 a Pisa, 558 a Livorno, 683 ad Arezzo (4 in più), 441 a Siena, 430 a Grosseto.

La Toscana si conferma al 10° posto in Italia come numerosità di casi, con circa 273 casi ogni 100.000 abitanti. La media italiana, a ieri, era di circa 393. Massa Carrara è la provincia più colpita con un tasso di 539 casi ogni 100.000 abitanti. Seguono Lucca con 352 e Firenze con 347, la più bassa Siena con 165.

Rimangono 442 persone in isolamento a casa, positive ma con sintomi lievi o prive di sintomi (meno 7 rispetto a ieri). Scendono di 53 unità le persone isolate dopo essere entrate in contatto con soggetti positivi: sono oggi 3.051.

Torna a scendere, dopo il leggero aumento di ieri, il numero dei ricoverati in ospedale: in Toscana ci sono 47 pazienti nei posti letto Covid, 3 in meno di ieri. Di questi, 16 sono in terapia intensiva (stabili).

Ci sono poi anche 15 nuove guarigioni, per un totale di 8.611 persone che hanno superato il virus. Sono 416 “clinicamente guariti” (-29 rispetto a ieri), divenute cioè asintomatiche, e 8.195 (+44) guariti a tutti gli effetti, con doppio tampone negativo.

Si registrano 3 nuovi decessi, quelli di un uomo e due donne, con un’età media di 85,3 anni. Un decesso notificato nella provincia di Firenze, due in quella di Prato. I morti dall’inizio dell’epidemia di coronavirus in Toscana sono 1.088, così ripartiti per provincia: 397 a Firenze, 51 a Prato, 80 a Pistoia, 162 a Massa Carrara, 140 a Lucca, 89 a Pisa, 61 a Livorno, 46 ad Arezzo, 31 a Siena, 23 a Grosseto. Altre 8 persone sono decedute sul suolo toscano, ma erano residenti fuori regione.

Il tasso grezzo di mortalità toscano, ovvero il numero di deceduti sulla popolazione residente, è di 29,2 ogni 100.000 residenti contro il 56,9 della media italiana. La Toscana resta l’11° regione più colpita. Il tasso di mortalità più alto si riscontra in provincia di Massa Carrara (83,1), seguono Firenze (39,3) e Lucca (36,1). Il più basso a Grosseto (10,4).

Sono i dati, aggiornati alle ore 12 di oggi, elaborati dall’Agenzia regionale di sanità e dall’Unità di crisi Coronavirus, trasmessi con il bollettino regionale di oggi, 15 giugno, sul coronavirus in Toscana.

Apertura delle discoteche in Italia: quali Regioni partono prima e da quando

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È tutta un’altra musica, a seconda della regione. C’è una parte d’Italia che seguirà le indicazioni dell’ultmo dpcm, rimandando l’apertura delle discoteche dopo il 14 luglio 2020, e ce n’è un’altra che ha deciso la ripartenza dei balli già nel weekend successivo al 15 giugno, in vista dell’estate: dal Veneto alla Toscana, dalla Lombardia all’Emilia Romagna, ecco dove riaprono i club e dove invece bisognerà aspettare per tornare a ballare (ma sempre rispettando le regole anti-coronavirus).

Aggiornamento del 17/08: no ai balli in discoteca in tutta Italia

Italia: quando riaprono le discoteche dopo il lockdown per il coronavirus

A livello nazionale il decreto del presidente del Consiglio ha previsto dal 15 giugno la riapertura di attività come cinema, teatri, centri benessere, ma in questo elenco mancano i dance club: a differenza di quanto ipotizzato in un primo momento, a seguito della pubblicazione delle linee guida delle Regioni per le piste da ballo, le discoteche torneranno ad aprire i battenti nel cuore dell’estate, dopo il 14 luglio. C’è un però. Come già successo durante l’emergenza coronavirus, le Regioni si stanno muovendo in ordine sparso: alcune hanno dato il via libera alle aperture in anticipo rispetto al decreto nazionale.

Le regole per andare in discoteca

In ogni caso, prima o dopo, le discoteche riapriranno secondo le regole stabilite dalla Conferenza delle Regioni. Si potrà ballare solo all’aperto e rispettando la distanza di almeno 2 metri dalle altre persone (un metro nelle altre situazioni), niente consumazione al bancone, mentre al guardaroba i vestiti dovranno essere riposti in sacchetti. La capienza sarà ridotta proprio per far rispettare il distanziamento sociale: addio quindi alla ressa in pista. Qui il documento pdf con le linee guida in dettaglio.

Riapertura delle discoteche in Toscana

Dai club notturni della Versilia, alle discoteche di Follonica, un’ordinanza regionale firmata dal governatore Enrico Rossi ha permesso l’apertura dal 13 giugno dei locali da ballo, ma con le regole decise per tenere sotto controllo la diffusione del coronavirus. Non sono ancora molte le discoteche aperte in Toscana: la maggior parte dei locali prende tempo per adeguarsi alle nuove linee guida anti-Covid e fa slittare l’inizio delle danze all’estate.

Quando riaprono le discoteche del Veneto

Da sempre in prima linea per l’apertura anticipata delle attività rispetto al piano nazionale, la Regione Veneto ha deciso di dare il via libera al ritorno nelle discoteche dal 19 giugno, la stessa data per fiere, congressi, sale scommesse e sagre.

Lombardia, sale da ballo ancora chiuse: resta a data del dpcm

Un’altra Regione del Nord invece ha detto stop alla riapertura delle discoteche, in linea con quanto deciso dal nuovo decreto del premier Conte sull’emergenza coronavirus: da Milano alla sponda lombarda del lago di Garda, le sale da ballo e i locali assimilati restano chiusi anche dopo il 15 giugno. Al momento il ritorno in pista è fissato il 15 luglio.

L’apertura delle discoteche in Romagna, Friuli e Liguria

Scaldano i motori (e le casse) le discoteche della riviera romagnola e di tutta l’Emlia Romagna: la Regione ha deciso la riapertura dal 19 giugno, nello stesso giorno del via libera alle sale da gioco e centri scommesse. Anche in questo caso si può ballare solo all’aperto e con la distanza minima di 2 metri, come previsto dalle regole nazionali. Sempre il 19 giugno via libera ai club in Liguria, Friuli Venezia Giulia e Calabria.

Aperte nel Lazio e in Campania, ma ancora non si può ballare

Scelta diversa per la Regione Lazio che ha riaperto dal 15 giugno le discoteche ma solo come “sale d’ascolto”: musica a tutto volume, consumazioni al tavolo, ma vietato ballare. Per tornare in pista e scatenarsi sulle note bisognerà aspettare il primo luglio e pure in questo caso si potrà farlo solo all’aperto.

Anche in Campania le discoteche sono aperte, ma con il divieto di ballare: le piste torneranno ad animarsi – se la situazione del coronavirus resterà sotto controllo – dopo il 14 luglio.

Discoteche, ok in Sicilia e in Puglia

Da Catania a Palermo, anche in Sicilia si torna a ballare in discoteca già dal 15 giugno, ha deciso il governatore Nello Musumeci con un’ordinanza ad hoc che dà il via libera a molte altre attività come ad esempio sale scommesse, sale bingo, sale fiere, centri benessere,terme e stabilimenti balneari. Ok al ritorno sulla pista da ballo dal 15 giugno anche in Puglia.

Discoteche, il calendario dell’apertura in tutta Italia

Ecco in sintesi quando riaprono le discoteche per la “fase 3” in base alle varie ordinanze regionali.

  • 13 giugno: riapertura delle discoteche in Toscana
  • 15 giugno: si torna in discoteca in Puglia e Sicilia; in Campania le discoteche possono stare aperte ma non si può ballare
  • 19 giugno: apertura delle discoteche in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Calabria
  • 1° luglio: si potrà ballare in discoteca nel Lazio, dal 15 giugno al 1° luglio possono riaprire solo come “sale d’ascolto”
  • 15 luglio: il giorno deciso dall’ultimo dpcm sull’emergenza coronavirus per il via libera alle discoteche in tutta Italia

App Immuni attiva in tutta Italia: come si scarica

Due milioni e 200 mila italiani l’hanno già scaricata sul proprio smartphone. Da oggi, lunedì 15 giugno, Immuni, l’app per il tracciamento del contagio da coronavirus, sarà attiva in tutta Italia: ecco come si scarica e come funziona. Dopo la sperimentazione della scorsa settimana nelle quattro regioni pilota, Immuni è ora attiva in tutte le regioni.

I primi tre casi. Dal 15 giugno attiva in tutte le regioni

Risolti i problemi di compatibilità con i telefoni di alcuni marchi (Huawei e Honor in particolare) l’app Immuni è liberamente scaricabile per tutti. La si può ottenere da Google Play Store per i dispositivi con sistema Android e da App store per quello con sistema iOS. Qui la guida su come si scarica la app Immuni.

Dall’inizio della settimana scorsa Immuni è attiva in Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia, le quattro regioni scelte per la sperimentazione iniziale. E proprio in Liguria la Asl di Genova ha fornito i primi tre codici di allerta ad altrettanti pazienti risultati positivi che avevano installato Immuni.

Come si scarica e quando funziona Immuni

L’applicazione assegna infatti un codice a ogni utente che la installa. Durante gli spostamenti quotidiani l’applicazione scambia dati in forma anonima con i telefoni delle altre persone che l’hanno installata. In caso di contatto prolungato – almeno 15 minuti a circa due metri di distanza, il raggio entro il quale Immuni riesce a rilevare il contatto – l’applicazione registrerà i codici degli utenti.

Se una persona risulta positiva al coronavirus, potrà scegliere di consentire a Immuni di inviare una notifica di allerta a tutti i dispositivi registrati, per avvisare del pericolo le persone con le quali si è entrati in contatto. Il tutto avviene in forma completamente anonima. Non è possibile risalire all’identità delle persone né ai luoghi in cui sono venute in contatto. Immuni è un’applicazione open source e il suo codice sorgente è liberamente disponibile sul web.

Immuni in tutta Italia da lunedì 15 giugno

Quando sarà attiva per tutti la app Immuni? Lunedì 15 giugno è la data in cui la app Immuni comincerà a funzionare in tutta Italia, in tutte le regioni. A comunicarlo sono stati il Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.