domenica, 18 Maggio 2025
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Bonus 600 euro, Inps: pin semplificato per fare domanda

L’Inps sta mettendo a punto la procedura con cui 5 milioni di lavoratori potranno fare domanda online, grazie a un pin “semplificato”, del bonus da 600 euro che spetta anche ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti con partite Iva. Si tratta degli aiuti economici previsti dal decreto “Cura Italia” a seguito dell’emergenza coronavirus.

La partenza del procedimento online è stata annunciata da Pasquale Tridico, presidente dell’istituto nazionale di previdenza sociale durante alcune interviste televisive.

Come e quando fare domanda del bonus da 600 euro

Dal primo aprile 2020 sul sito dell’Inps sarà attivata una procedura semplificata per chiedere il bonus da 600 euro, ha detto il numero uno dell’istituto nazionale di previdenza sociale. Non c’è però bisogno di una “corsa al computer”: l’ente precisa che non ci sarà un click day, ossia una finestra temporale molto limitata entro la quale bisognerà fare richiesta, le domande potranno essere presentate anche nei giorni successivi alla partenza dei procedimenti telematici.

Pin dispositivo o pin semplificato per fare richiesta?

Per poter presentare domanda sarà necessario un codice: per chi fosse sprovvisto del “pin dispositivo”, che di norma serve per le prestazioni di natura economica dell’ente, l’Inps ha annunciato che metterà a disposizione un “pin semplificato” da richiedere online.

Partite Iva, lavoratori autonomi: chi sono i beneficiari, a chi spetta bonus da 600 euro

La platea di persone interessate dal bonus da 600 euro una tantum (ossia un’indennità solo per il mese di marzo) è molto ampia e riguarda una grande fetta di lavoratori autonomi e non. In particolare gli aiuti economici sono riservati a:

  • liberi professionisti con partite Iva attive alla data del 23 febbraio 2020, iscritti alla gestione separata dell’Inps
  • cococo (collaborazioni coordinate e continuative) con un contratto attivo al 23 febbraio 2020 e iscritti alla gestione separata dell’Inps
  • lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali dell’Ago (assicurazione generale obbligatoria), in particolare artigiani, commercianti, agricoltori
  • lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali che abbiano terminato il rapporto di lavoro dal primo gennaio 2019 al 17 marzo 2020
  • operai agricoli che possono far valere nell’anno almeno 50 giornate di lavoro agricolo dipendente
  • lavoratori dello spettacolo iscritti al Fondo pensioni dello spettacolo con almeno 30 contributi giornalieri nel 2019 e un reddito inferiore ai 50mila euro

L’Inps sul suo sito precisa inoltre che il bonus da 600 euro per l’emergenza coronavirus non è cumulabile, ad esempio un lavoratore autonomo non può chiederlo due volte se è anche titolare di partita Iva.

Come funzionano le mascherine FFP2 e FFP3

Sono diventate un vero e proprio bene di lusso in questi giorni di epidemia, i ntrovabili nelle farmacie, praticamente sparite anche dai negozi online. Al di là di stravaganti (e pericolose) soluzioni fai da te, le uniche mascherine che sembrano garantire una qualche protezione dal coronavirus sono le ormai celebri FFP2 e FFP3. Come funzionano?

Cosa sono le mascherine FFP2 e FFP3

Intanto, la sigla FFP sta per filtering facepiece, cioè strumento facciale di filtraggio. Tutte le maschere respiratorie sono di fatto degli FFP. Ma filtraggio di cosa? Dei vari tipi di particelle che si trovano nell’aria, da quelle più “grandi” come le polveri a quelle di dimensioni via via più piccole come i virus, i batteri e le particelle estremamente fini come quelle di silice e amianto. Le mascherine FFP non riescono invece a filtrare in modo efficace i gas.

Per ottenere la classificazione FFP1, FFP2 o FFP3 le mascherine devono rispondere a dei requisiti fissati da una norma europea chiamata EN 149. Conta la capacità di filtraggio di ciascun dispositivo, ma vengono anche analizzati i materiali, la fuga del flusso d’aria, l’imballaggio. Per ottenere la classificazione FFP1, FFP2 o FFP3 le mascherine vengono sottoposte a test pratici e di laboratorio. Migliori sono i risultati, più alto è il grado assegnato.

La FFP1

In linea di massima, la mascherina FFP1 è quella con una percentuale di filtraggio pari almeno all’80% e con una fuoriuscita d’aria non superiore al 22%. Funziona soprattutto come maschera antipolvere, soprattutto polveri da lavoro. La si riconosce dagli elastici, che sono di colore giallo.

La FFP2

Le mascherine consigliate per proteggersi e proteggere dal coronavirus sono le FFP2 e le FFP3. La mascherina FFP2 ha una percentuale minima di filtraggio del 94% e una fuoriuscita massima dell’8%. Gli elastici sono di colore bianco o blu, a seconda del produttore. È utile contro virus e batteri ma anche contro polveri di origine chimica che possono originarsi in alcuni processi industriali.

La FFP3

La più efficace della classe, almeno per quanto riguarda il filtraggio, è la mascherina FFP3. Per classificarsi come tale il dispositivo deve essere in grado di filtrare almeno il 99% delle particelle con una fuoriuscita verso l’esterno massima del 2%. È la protezione che si usa contro le particelle di amianto e di silice e ha l’elastico rosso.

Mascherine FFP2 e FFP3, come si riconoscono?

Riconoscere se la propria mascherina è di categoria FFP1, FFP2 o FFP3 è facile. Al di là del già menzionato colore dell’elastico (giallo, bianco o blu, rosso), nella parte frontale delle mascherine omologate è stampato il codice EN 149 della norma europea seguito proprio dal codice della categoria.

La mascherina va indossata aderente al viso. Per questo ha una fascia metallica nella parte superiore che permette di adattarla all’arco del naso. Prima di toccarla è bene lavarsi le mani e non va toccata durante l’uso.

Tutte le mascherine sono, almeno teoricamente, monouso. In ogni caso è bene attenersi alle indicazioni del produttore. È bene ricordare che non si può uscire di casa se non per compravate esigenze lavorative, casi di assoluta urgenza o per motivi di salute e che bisogna avere con sé il modulo di autocertificazione compilato.

Le mascherine funzionano?

Su questo punto i messaggi delle autorità sono stati spesso contraddittori: una risposta univoca sembra non esserci. L’Organizzazione mondiale della sanità, sul suo sito, suggerisce di indossare la mascherina solo se si è contagiati dal virus, se se ne hanno i sintomi o se si deve assistere a una persona contagiata.

Solo che è difficile sapere se si è contagiati, visto che la grandissima parte dei positivi sembra essere asintomatica. E, inoltre, il doverla usare quando si hanno contatti con persone positive sembra suggerire che la mascherina offra una certa protezione anche a chi non è contagiato.

In definitiva, le mascherine FFP2 e FFP3 offrono certamente un qualche grado di protezione. Indossarle non vuol dire però essere al riparo dai rischi e la cosa più importante è adottare sempre tutte le precauzioni, a partire dalla distanza di sicurezza dagli altri.

 

 

Firenze a domicilio: pizza, torta o sushi? I ristoranti con consegna a casa

Non solo la spesa, ma anche altri “beni di conforto” vengono portati direttamente a casa, dalla pizza fino ai dolci. Ma come e dove trovare ristoranti, pizzerie e pasticcerie che garantiscono la consegna a domicilio in tutta Firenze? La stragrande maggioranza delle attività hanno tirato giù il bandone, alcune – nonostante la chiusura al pubblico dei propri locali – hanno deciso di continuare ad accendere i fornelli, offrendo ai clienti un servizio di delivery autonomo oppure con i rider, rispettando le regole per la tutela della salute. Dai piatti vegetariani al sushi fino alla pizza napoletana, il menù della “Firenze a domicilio” è piuttosto vario e permette di regalarsi una cena speciale in un momento difficile oppure un pasto caldo quando non si è riusciti a fare la spesa dopo il lavoro a causa delle lunghe file davanti ai supermercati.

Le realtà fiorentine che hanno scelto questa strada però sono poche e sono distribuite a macchia di leopardo: spesso non è facile trovarle. Abbiamo raccolto in questa mini-guida i principali strumenti per ordinare piatti da ricevere direttamente a casa.

Deliveroo, Glovo, Just Eat, Uber Eats a Firenze

Sono la soluzione più diffusa: le app di food delivery nei giorni dell’emergenza coronavirus hanno visto aumentare il numero dei ristoranti che richiedono il servizio. Anche a Firenze Deliveroo, Glovo, Just Eat e Uber Eats hanno messo in atto le linee guida per la sicurezza e la tutela della salute che prevedono tra le altre cose consegne “senza contatto”, con il rispetto delle distanze di sicurezza. Qui i link dei diversi servizi:

Spesa dove come, la mappa online del Comune di Firenze

Dagli strumenti nazionali, a quelli locali. Il Comune di Firenze da qualche giorno ha attivato una mappa online che permette ai negozi aperti di registrarsi: oltre a supermercati e negozi di alimentari, ci sono anche ristoranti e pasticcerie che effettuato la consegna a domicilio di piatti pronti, pizza, torte, addirittura di sushi. Le attività che garantiscono il servizio di food delivery sono individuate sulla mappa da un’icona verde con il disegno stilizzato di un motorino. Disponibili online anche i numeri di telefono.

The Fork e la consegna a domicilio (non solo a Firenze)

Anche una famosa app di prenotazioni online di ristoranti e pizzerie si adegua all’emergenza coronavirus: The Fork, la celebre applicazione ideata da TripAdvisor, mette a disposizione i contatti dei locali che fanno consegne a domicilio nelle principali città italiane, da Milano a Firenze, da Roma a Napoli. In pratica si tratta di un aggregatore: non è possibile ordinare online, ma vengono mostrati i numeri di telefono da chiamare, con un semplice tocco, per contattare direttamente le attività di ristorazione.

A Firenze sono una quindicina i ristoranti presenti su The Fork che portano il loro menù a domicilio, dalla pizza dei Fratelli Cuore alle proposte vegetariane del ristorante bio Ramerino, ai piatti della cucina cinese, giapponese e tailandese di Firenzen Noodle Bar.

Ristoranti chiusi, consegna a domicilio aperta: Facebook

L’ultimo metodo è più artigianale, ma dà i suoi frutti. Molti ristoranti e pizzerie, non avendo un sito o non potendolo aggiornare, si affidano alle rispettive pagine Facebook per rimanere in contatto con i clienti. Spulciando tra i social dei locali più vicini a casa (o tra quelli che in genere preferiamo) è possibile sapere in poco tempo se mettono a disposizione le consegne a domicilio.

consegna domicilio Firenze dolci coronavirus
Foto: pagina Facebook Todo Modo

Tra le proposte più curiose in cui ci siamo imbattuti, il servizio di delivery che unisce S.forno e la libreria Todo Modo, per ricevere a casa un pacchetto di beni di prima necessità, come pane, dolci, pasta, pelati e… libri. E ancora la pasticceria Cavini realizza uova di Pasqua personalizzate con consegna a domicilio, mentre il ristorante Momoyama ha ideato un menù a domicilio di sushi con consegne ogni sera all’ora di cena.

Dove fare la spesa? Firenze mette online la mappa dei negozi aperti

Non ci sono solo i supermercati, ma anche una rete diffusa di piccole botteghe alimentari che tirano su il bandone nonostante l’emergenza coronavirus, oltre a ristoranti, pasticcerie e pizzerie che fanno servizio delivery. La mappa online messa a punto dal Comune di Firenze riunisce tutti i negozi della città aperti per la spesa alimentare e che effettuano la consegna a domicilio di cibo e pasti, dal pane ai piatti pronti, dalla pizza al sushi fino a frutta e verdura biologiche. Il tutto nel rispetto delle norme previste dai decreti sull’emergenza Covid-19. Il servizio, chiamato inizialmente “Spesa dove come”, si è poi ampliato includendo in pochi giorni 280 attività e diventando “Le botteghe di Firenze”.

Per ogni esercizio viene riportato l’indirizzo preciso, il numero di telefono e anche l’eventuale consegna a domicilio della spesa grazie a icone di colore diverse. Questa “bussola degli acquisti”, dove trovare in pochi click indirizzi e contatti delle attività commerciali attive, è stata realizzata grazie alla collaborazione delle associazioni di categoria fiorentine: Confesercenti, Confcommercio, Cna e Confartigianato Imprese.

Come funziona la mappa online della spesa a Firenze

Tutti i negozi alimentari aperti  a Firenze possono registrarsi sul sito per poi comparire in questa mappa della spesa di vicinato. Non affollare i supermercati, ma rivolgersi anche alle botteghe della porta accanto: il sito nasce anche da questo obiettivo. Molti di questi negozi offrono ai propri clienti anche la consegna a domicilio gratuita, come succede ad esempio in una dozzina di centri commerciali naturali, dal centro alla periferia di Firenze.

Sul sito “Spesa dove come” e sul portale “Le botteghe di Firenze” sono raccolte anche le diverse iniziative attivate dal Comune di Firenze, insieme a una rete di associazioni, per la consegna a domicilio gratuita della spesa per anziani, persone immunodepresse e affette da più patologie.

Questo il link della mappa online della spesa nei negozi di Firenze
La stessa mappa è visibile collegandosi all’indirzzio www.lebotteghedifirenze.it

“È importantissimo evitare code e assembramenti di persone – spiega  l’assessore alle attività produttive Federico Gianassi – questa mappa è una risposta importante che va incontro alla necessità di uscire il meno possibile da casa e che sposa anche le esigenze dei commercianti che così possono continuare a lavorare in questo momento di grave difficoltà economica”.

Spesa dove come, l’idea

La mappa online della spesa è nata dalla trasformazione di un progetto su cui stava lavorando il Comune di Firenze per far conoscere i negozi plastic free: il lavoro già fatto per il portale è stato sfruttato e adattato per offrire un nuovo servizio legato all’emergenza coronavirus. E il portale potrà restare attivo anche in futuro. “È un modo per promuovere questi esercizi, che ringraziamo per il loro servizio in questo momento di difficoltà – dice l’assessore ai Servizi informativi e all’innovazione digitale Cecilia Del Re -. Mai come in questo periodo vediamo come il digitale riesca ad accompagnarci per affrontare in modo resiliente la nostra nuova quotidianità, adattandosi a nuovi obiettivi”.

Sciopero dei benzinai: “effetto coronavirus”, chiusura dei distributori

Chiusura dei distributori di benzina in tutta Italia nel giro di pochi giorni: è quanto hanno comunicato tre associazioni di categoria dei benzinai proclamando, di fatto, uno sciopero a livello nazionale per la situazione che si è creata con l’emergenza coronavirus. Il lavoro crollato in media dell’85%, la mancanza delle protezioni adeguate dal contagio, l’assenza di aiuti economici sono alcuni dei motivi del blocco indetto da Faib Confesercenti, Fegica Cisl, Figisc/Anisa Confcommercio.

Poche ore dopo l’annuncio, il garante degli scioperi ha fatto appello alle tre organizzazioni perché decidano uno stop della mobilitazione, invito arrivato anche dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, mentre il governo è al lavoro per trovare una soluzione e un’intesa.

Coronavirus: sciopero benzinai, da quando scatta la chiusura dei distributori?

In una nota le tre sigle avevano comunicato l’inizio della protesta con la chiusura delle stazioni di servizio sulle autostrade, sui raccordi autostradali e sulle tangenziali già da mercoledì 25 marzo. Poi, via, via, l’estensione del blocco a tutte le altre pompe di benzina, anche gli impianti di rifornimento carburante presenti nelle città, per uno sciopero che interessa potenzialmente 100mila gestori in tutta Italia.

“Siamo invisibili – hanno denunciato Faib Confesercenti, Fegica Cisl, Figisc/Anisa Confcommercio in un comunicato ufficiale -. In un Paese che, malgrado i limiti strutturali e l’assoluta drammaticità della situazione, cerca e spesso trova il modo per far scattare meccanismi di solidarietà, c’è una categoria di persone che, senza alcuna menzione, ha finora assicurato, senza alcun sostegno né di natura economica, né con attrezzatura sanitaria adeguata, il pubblico servizio essenziale di distribuzione di energia e carburanti per il trasporto di beni e persone”.

Perché i benzinai fanno sciopero?

Da soli i gestori degli impianti di benzina non sono in grado di assicurare né il necessario livello di sicurezza sanitaria, né la sostenibilità economica del servizio, dicono ancora le associazioni di categoria. “Chi volesse approfondire – si legge nella nota – può chiedere conto a Governo, concessionari autostradali, compagnie petrolifere e retisti indipendenti: a ciascuno di essi compete fare per intero la propria parte se si vuole assicurare la distribuzione di benzina e gasolio”.

Benzinai: self service aperti?

Intanto continua il lavoro della ministra dei trasporti Paola De Micheli e di quello dei Trasporti Stefano Patuanelli per cercare di arrivare a un’intesa tra i concessionari autostradali e i benzinai e scongiurare così la chiusura. Al momento è stato concordato che i gestori dei distributori di carburante potranno concordare con i concessionari autostradali aperture alternate, mentre sono allo studio alcune misure di sostegno economico per il periodo dell’emergenza coronavirus.

In una nota i due ministeri precisano che dovrà essere in ogni caso assicurato il rifornimento in modalità self-service sulle autostrade, anche nel caso in cui i distributori non siano aperti. Una misura, viene spiegato, per tutelare il trasporti merci, un servizio di interesse pubblico essenziale.

La notizia dello sciopero e della chiusura dei distributori rischia inoltre di generare un assalto alle pompe di benzina, in un momento in cui le autorità invitano a non uscire di casa.

Le app per sapere quanta fila c’è al supermercato

Dove c’è più coda? Quanto resta ancora da aspettare prima di entrare per la tanto agognata spesa? A dare una mano ci pensa la tecnologia, grazie alle app che consentono di monitorare la fila davanti al supermercato preferito e di scoprire dove, nei punti vendita vicino casa, le attese non sono secolari. Il tutto grazie alle segnalazioni degli stessi utenti che – per ingannare il tempo mentre aspettano il proprio turno – si rendono utili per altri “colleghi”.

L’emergenza coronavirus ha infatti trasformato le normali compere in una vera e propria corsa a ostacoli, tra le limitazioni degli spostamenti decise dal governo, le (sacrosante) misure anti-affollamento e gli ingressi con il contagocce dentro i supermarket. Ecco 2 app “salta-fila” da consultare prima di uscire di casa e prendere il carrello.

Dovefila, come funziona la app

Dovefila usa la tecnologia di DoveConviene, sito specializzato nelle offerte georeferenziate delle catene della grande distribuzione, con un database di volantini. Dopo un test su Roma adesso questo utile servizio per monitorare la fila davanti ai supermarket, piccoli e grandi, è attivo in tutta Italia: il sistema riporta sulla mappa, per ogni supermercato, una stima dei tempi di attesa e del numero di persone in coda, con la possibilità di segnalare la situazione semplicemente cliccando su un bottone. Basta collegarsi, da telefonino, tablet o computer, al sito dovefila.it , dire ok alla geolocalizzazione e controllare la situazione nei punti vendita presenti nei paraggi.

Filaindiana.it – quanta fila c’è davanti al supermercato?

Funzionamento simile, per Filaindiana, un servizio attivo al momento su Milano ma che sarà esteso presto a tutta Italia anche con il lancio di una app grazie alla quale controllare i tempi di attesa e la fila davanti al supermercato, sempre grazie al gps. In soli due giorni il sito Filaindiana.it , nato grazie alla collaborazione di cinque ingegneri del Politecnico di Milano, è stato visitato da 500 mila persone suscitando interesse anche all’estero. Tutto si basa sulla partecipazione dei cittadini, con le segnalazioni condivise dalla community.

Il contagio torna a salire: 238 nuovi casi e 21 morti in Toscana

Ai segnali incoraggianti di ieri, purtroppo, non se ne aggiungono di nuovi. Sono infatti 238 i nuovi casi di contagio da coronavirus registrati in Toscana nelle 24 ore e 21 i decessi riportati nel bollettino di martedì 24 marzo.

Aggiornamento: i dati riportati in precedenza in questo articolo sono quelli inizialmente diffusi dalla Regione Toscana. Alla prima comunicazione è seguita una rettifica con i dati corretti. Per chiarezza, riportiamo qui solo questi ultimi.

I 238 nuovi contagi rappresentano un aumento di 54 unità rispetto ai nuovi casi riportati ieri. I casi totali in Toscana dall’inizio dell’epidemia salgono così a 2.699 contagiati da coronavirus, secondo i dati diffusi con il bollettino del 24 marzo.

Guarda la mappa del contagio in Toscana

Altro dato negativo: non aumentano le guarigioni, rimaste 51 in totale: 21 i cosiddetti “negativizzati” e 30 le guarigioni cliniche.

Tornano invece a salire i decessi, 21 contro i 18 di ieri. Questi i pazienti morti per le conseguenze del coronavirus in Toscana nelle ultime 24 ore, con l’indicazione di sesso, età, Comune di domicilio: M 82 anni Firenze F 76 Carrara, M 86 Cascina, M 85 Massa, F 90 Livorno, M 78 Capannori, F 95 Mulazzo, M 79 Carrara, M 75 Pontedera, M 80 Pieve a Nievole, M 80 Pistoia, M 69 Pistoia, M 82 Pistoia, F 65 Figline e Incisa, M 77 Montecatini Terme, M 80 Ponte Buggianese, F 81 Monsummano Terme, F 92 Serravalle Pistoiese, M 69 Scandicci, M 84 Piancastagnaio e M 78 Sestino.

Coronavirus, le ultime notizie dalla Toscana (24 marzo)

I ricoveri totali sono 1.162, di cui 244 in terapia intensiva. Sono 6 i nuovi ricoverati in terapia intensiva.

Decisa accelerata nel numero di tamponi effettuati, grazie anche all’entrata in funzione dei nuovi laboratori accreditati per l’analisi. Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 1.850 tamponi, il numero più alto dall’inizio della crisi.

Coronavirus, a Firenze superati i 600 casi

Dei 2.699 tamponi risultati positivi questa è la suddivisione per provincia di segnalazione, che non sempre corrisponde necessariamente a quella di residenza: 622 Firenze, 243 Pistoia, 159 Prato (totale Asl centro: 1.024), 387 Lucca, 314 Massa-Carrara, 285 Pisa, 162 Livorno (totale Asl nord ovest: 1.148), 140 Grosseto, 176 Siena, 211 Arezzo (totale sud est: 527).

Al 24 marzo, comunica l’Asl Toscana Centro, sono 66 i nuovi contagi registrati a Firenze e nella provincia rispetto al bollettino del giorno precedente sul coronavirus Covid-19. Di questi i casi più gravi e critici riguardano 21 pazienti, tutti ricoverati in ospedale e di età comprese tra i 32 e gli 87 anni.

Coronavirus in Toscana, i dati del 24 marzo

Il totale dei tamponi eseguiti in Toscana dal 1° febbraio al 24 marzo sale a 15.701 su 14.149 casi. I laboratori impegnati nel testare i tamponi sono: i tre laboratori di microbiologia e virologia delle tre aziende ospedaliere universitarie di Careggi, Pisa e Siena, in funzione dall’inizio di febbraio, a cui negli ultimi giorni se ne sono aggiunti altri sei: Ispro (Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica), i laboratori di Arezzo e Grosseto (Asl sud est), Livorno e Lucca (Asl nord ovest), più un laboratorio privato.

Dal monitoraggio giornaliero sono 10.405 le persone in isolamento domiciliare in tutta la Toscana: 4.543 nella Asl centro, 3312 nella Asl nord ovest, 2.570 nella Asl sud est.

Spesa online, come fare: da Esselunga a Conad, da Coop a Lidl

È vero che fare la spesa è uno dei pochi motivi consentiti per uscire di casa. Ma, visti i tempi, meglio forse evitare e fare tutto direttamente dal proprio computer o smartphone? Le principali insegne della grande distribuzione permettono infatti di fare la spesa online con consegna a domicilio: Esselunga, Conad, Carrefour, Coop, Lidl e Amazon, ad esempio, offrono questo servizio.

È bene ricordarsi che siamo in emergenza e che quindi la domanda è cresciuta, i prodotti disponibili sono meno del solito e i tempi di consegna più lunghi. Sarebbe buona norma lasciare che fossero gli anziani e le persone più fragili a usufruire del servizio e che gli altri, con tutte le dovute precauzioni, si recassero ai negozi, muniti di autocertificazione.

La spesa online all’Esselunga

Ordine online e consegna a domicilio: è la formula di Esselunga a casa. Nel carrello virtuale si può mettere di tutto, dai generi alimentari ai prodotti per la cura della casa. Ma anche Esselunga sta riscontrando delle difficoltà nel far fronte alle tante richieste di questi giorni.

Il numero di ordini online – scrive la società sul suo sito – è molte volte superiore alla media. Nonostante che i magazzini siano al lavoro 24 ore al giorno non è sempre possibile consegnare nei tempi consueti.

Ad ogni modo, fare la spesa online all’Esselunga è possibile, approfittando anche di offerte dedicate.

La consegna è gratuita per le persone con disabilità e scontata per chi ha più di 70 anni di età. Il servizio è attivo solo nelle aree servite presenti in Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto.

Conad

Anche Conad offre la possibilità di fare la spesa online, direttamente sul suo sito. Il servizio si chiama “Al tuo servizio”. C’è un’ampia scelta di generi alimentari, prodotti per la casa  e cancelleria. C’è una soglia minima di 40 euro di spesa. Sono poi previste riduzioni sul costo di consegna in base a quanto si spende e consegne gratuite per anziani e disabili.

La spesa online con Conad “Al tuo servizio” può essere fatta solo nei punti vendita delle seguenti province: Arezzo, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Firenze, Frosinone, Grosseto, La Spezia, Latina, Livorno, Lucca, Massa-carrara, Napoli, Nuoro, Olbia-tempio, Oristano, Palermo, Parma, Perugia, Pisa, Pistoia, Prato, Rieti, Roma, Salerno, Sassari, Siena, Sud Sardegna, Viterbo.

Come fare la spesa sul web con Coop

La spesa online con consegna a domicilio di Coop si chiama EasyCoop. Il servizio è attivo solo in alcuni dei territori delle cooperative aderenti a Coop Alleanza 3.0, quasi tutti nel Nord. Si può infatti fare la spesa online con Coop solo nelle province di Roma, Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Padova, Treviso e Venezia.

Il funzionamento è lo stesso: ordini online e ricevi la spesa a casa, scegliendo la fascia oraria preferita per la consegna, al netto delle difficoltà di questi giorni.

Supermercati aperti o chiusi sabato e domenica?

Carrefour, in coda anche sul sito

A Carrefour la coda si fa anche per la spesa online. Visti i numerosi accessi degli ultimi giorni, il marchio francese della grande distribuzione ha deciso di razionalizzare anche l’accesso al sito. Non appena si accede alla pagina del servizio viene infatti chiesto di mettersi in coda (virtuale). E le attese durano anche più di un’ora. Inevitabile in tempi di epidemia. Una volta entrati, il servizio offre piena scelta di prodotti e di modalità di consegna a domicilio della spesa fatta online.

Fase 2, posso fare la spesa in un supermercato fuori dal mio Comune?

Lidl, come fare la spesa online

Anche Lidl offre la possibilità di fare la spesa online con consegna a casa. Ordine online, articoli selezionati da uno shopper dello staff di Lidl e consegna all’orario selezionato. Lidl offre anche la consegna gratuita sulle prime 4 spese utilizzando il codice promozionale “LIDLCASA24”.

Il servizio è disponibile nelle seguenti aree: Bergamo, Bologna, Brescia, Cremona, Firenze,
Forlì, Genova, Latina, Livorno, Mantova, Massa, Milano, Modena, Monza, Padova, Parma, Pavia, Pesaro, Pisa, Pordenone, Ravenna, Rimini, Roma, Savona, Torino, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia Mestre, Verona, Vicenza.

La spesa online su Amazon Pantry

L’assalto agli scaffali ha effetto anche su quelli virtuali. Amazon Pantry è il servizio di Amazon per fare la spesa online, scegliendo tra prodotti di uso quotidiano a lunga conservazione. La scelta, di normale, è ampissima. Ma nei giorni dell’epidemia da coronavirus anche il più celebre negozio online ha finito i rifornimenti.

Scorrendo tra i generi alimentari – pasta, conserve, succhi di frutta e altro – i prodotti al momento disponibili sono pochissimi. Maggiore disponibilità invece sui prodotti per la cura della casa e della persona. La consegna è gratuita ma il servizio è riservato agli iscritti Prime, l’abbonamento annuale ad Amazon.

amazon.it/Amazon-Pantry

Il Quartiere dà i “compiti per casa” alle famiglie

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Non ci sono solo quelli scolastici di bambini e ragazzi, ma anche degli speciali “compiti” assegnati alle famiglie fiorentine che restano a casa: scattare una foto o fare un disegno, piccole mansioni (divertenti) per tenere unita la comunità in un momento in cui le persone devono stare distanti per arginare i contagi da coronavirus. L’idea è venuta al Quartiere 4 di Firenze, che ha lanciato l’iniziativa intitolata #famigliaQ4.

Dal 23 marzo, ogni settimana, le famiglie che vivono nel Q4 potranno portare a termine il compito assegnato e poi tutti i materiali arrivati al Quartiere troveranno “casa” in un cartellone o un video collettivo. Un impegno per tenere traccia di questi giorni difficili e per sentirsi meno soli.

I compiti a casa per le famiglie del Quartiere 4 di Firenze

Dall’Isolotto a Legnaia, da Mantignano a Pontignale, la prima prova è da portare a termine entro domenica 29 marzo. Si parte da una fotografia originale del nucleo familiare, rigorosamente tra le quattro mura domestiche. Le immagini possono essere inviate alla mail quartiere4@comune.fi.it insieme alle liberatorie per la privacy di adulti e minori che si possono scaricare dal sito del Quartiere 4 di Firenze.

compiti casa famiglie Quartiere 4 FirenzeQuando sarà passata l’emergenza coronavirus, il Q4 mira a realizzare un momento di incontro per condividere i risultati del progetto. “Se non per lavoro o per inderogabili necessità, stiamo a casa – scrive il presidente del Quartiere 4 Mirko Dormentoni in un messaggio diffuso ai cittadini per illustrare l’iniziativa – è l’unico strumento certamente efficace per combattere e vincere sugli effetti peggiori di questa pandemia. Siamo una gran bella, solida e solidale comunità”.

Cosa cambia con la nuova autocertificazione del 23 marzo?

Il modulo cambia ancora: con l’entrata in vigore del decreto che sancisce un’ulteriore stretta sugli spostamenti a causa dell’emergenza coronavirus, dal 23 marzo arriva una nuova autocertificazione. Lo prevede una circolare inviata dal capo della Polizia di Stato Franco Gabrielli a tutti i prefetti. Da ora in poi i cittadini, in caso di controlli delle forze dell’ordine, saranno tenuti a rilasciare una dichiarazione in base al nuovo modello che recepisce il cambiamento di regole.

L’ordinanza e il decreto del 22 marzo

L’ordinanza adottata dal Ministero della Salute e dal Ministero dell’Interno, poi inclusa nel decreto del 22 marzo del presidente del Consiglio, prevede forti limiti per gli spostamenti vista l’allerta Covid-19. In particolare vieta a tutte le persone di viaggiare, in auto o su altri mezzi pubblici e privati, tra Comuni diversi e quindi di spostarsi anche in città dove si ha una seconda casa.

Le uniche eccezioni ammesse per gli spostamenti fuori dal Comune sono quelle di compravate esigenze lavorative (e con il “comprovate” si intende che il cittadino deve essere in grado di dimostrare che sta andando o tornando dal proprio posto di lavoro), di assoluta urgenza (questa è la novità) o per motivi di salute.

Cosa cambia con la nuova autocertificazione per l’emergenza coronavirus (23 marzo)

Dopo le modifiche introdotte il 17 marzo, il nuovo modulo di autocertificazione aggiornato al 23 marzo prevede che il cittadino debba specificare alcuni dettagli in più. Innanzitutto oltre la residenza, va riportato anche l’indirizzo del proprio domicilio. Poi sul modello deve essere scritto il tragitto, ossia il luogo da cui è iniziato lo spostamento e la destinazione finale, precisando il motivo: esigenze di lavoro, motivi di salute, assoluta urgenza o situazioni di necessità (ma in quest’ultimo caso solo all’interno dei confini del proprio Comune, come per la spesa alimentare).

In sostanza sulla nuova autocertificazione cambia una dicitura, non di poco peso. Scompare il passaggio che riguardava il “rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza” per qualsiasi esigenza, come inizialmente previsto nel dcpm dell’8 marzo. Questi spostamenti potranno essere fatti soltanto per “assoluta urgenza”: una modifica introdotta per bloccare chi usa l’autocertificazione per viaggiare verso seconde case o è diretto in luoghi anche molto lontani (come ad esempio le fughe dal Nord Italia verso il Sud).

Dove scaricare la nuova autocertificazione Covid-19 (23 marzo)

Qui il nostro articolo dove fare il download della nuova autocertificazione aggiornata al 23 marzo (in pdf e in versione Word editabile).

Controlli più duri

A seguito dell’emergenza coronavirus, l’Enac ha dato l’ok all’uso di droni da parte della polizia municipale dei vari Comuni per monitorare gli spostamenti dei cittadini sul territorio. Intanto il governo è al lavoro su un inasprimento dei controlli e delle ammende: allo studio una super-multa per chi sgarra che potrà arrivare fino ai 2000 euro. Aggiornamenti sulla nuova autocertificazione anche sul sito del Ministero dell’Interno.