sabato, 28 Giugno 2025
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A Firenze il crowdfunding #SostieniUnInfermiere

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Una raccolta fondi per dare un aiuto economico ai 700 infermieri che entro fine marzo arriveranno a Firenze per far fronte all’emergenza coronavirus: la campagna di crowdfundig “Sostieni un infermiere” è stata lanciata dalla Fondazione Claudio Ciai, con il sostegno della Fondazione CR Firenze, che raddoppierà le donazioni fatte dai cittadini, una volta raggiunto il traguardo dei 20mila euro. E per contribuire basta un click, perché è necessario restare a casa, ma possiamo fare la nostra parte anche a distanza.

Emergenza coronavirus a Firenze: le donazioni per gli infermieri

Il crowdfunfing è stato ideato per dare una mano concreta agli infermieri provenienti da tutta Italia che dovranno affrontare improvvisamente spese extra per vitto e alloggio, in una città come Firenze in cui molti alberghi sono ormai chiusi per il crollo del turismo a seguito dell’allerta coronavirus.

L’appello per una mobilitazione dal basso era stato lanciato nei giorni scorsi da numerosi soggetti fra cui il Comune di Firenze, impegnato a cercare soluzioni abitative, coinvolgendo anche associazioni di categoria come Confindustria, Federalberghi e Assohotel, oltre alla Diocesi e ai normali cittadini. Molti proprietari di Bed and Breakfast e di appartamenti Airbnb hanno dato disponibilità gratuita di posti letto, ma non è bastato.

A cosa servirà la raccolta fondi

La campagna vuole assicurare a ogni operatore sanitario un contributo economico che servirà in questa prima fase iniziale. L’intero ricavato di #Sostieniuninfermiere andrà all’Ordine Interprovinciale delle Professioni Infermieristiche di Firenze e Pistoia. Appena saranno raggiunti i 20mila euro, la Fondazione CR Firenze ne devolverà altri 20mila.

Sostieni un infermiere, come contribuire

Le donazioni, un gesto concreto per chi lotta in prima linea contro il coronavirus anche a Firenze, possono essere fatte online sul sito Gofundme, ma gli organizzatori della raccolta fondi hanno anche lanciato un’iniziativa sui social per promuovere il crowdfunding. Il meccanismo è semplice, basta diffondere il messaggio tramite 5 “nomination”, taggando sui canali social persone o organizzazioni, utilizzando l’hashtag #SostieniUnInfermiere e scrivendo lo slogan dell’iniziativa: “A Firenze la solidarietà si diffonde più veloce del virus!”.

Supermercati Coop chiusi la domenica

I supermercati Coop di tutta Italia saranno chiusi la domenica a seguito dell’emergenza coronavirus e questa decisione riguarda anche Unicoop Firenze, che gestisce oltre 100 punti vendita Coop.fi distribuiti sui territori di 7 province tra Firenze, Prato, Pistoia, Pisa, Lucca, Siena e Arezzo.

Perché i supermercati Coop sono chiusi di domenica?

Finora i supermercati più grandi dell’insegna toscana erano aperti la domenica mattina, ma l’allerta per l’aumento di casi di Covid-19 ha fatto scattare lo stop festivo che riguarderà due weekend: il bandone rimarrà giù domenica 22 e domenica 29 marzo 2020. Dopo questo periodo la situazione verrà rivalutata.

“La riteniamo – si spiega in una nota ufficiale di Unicoop Firenze – una misura doverosa per contribuire a limitare le presenze per strada diluendo gli acquisti delle famiglie durante i giorni feriali della settimana e impedendone la concentrazione durante la domenica e, contemporaneamente, per venire incontro alle necessità dei colleghi che operano nei punti vendita e che potranno così ottenere una pausa in grado anche di attenuare la tensione delle scorse settimane”.

Coop.fi aperti durante la settimana

I supermercati Coop.fi restano però aperti regolarmente durante la settimana, dal lunedì al sabato, anche se con qualche modifica di orario. La scorsa settimana Unicoop Firenze ha infatti deciso di anticipare la chiusura alle ore 20.00 per consentire il rifornimento degli scaffali, dopo la corsa agli acquisti scattata con l’allerta coronavirus.

Nei negozi Unicoop Firenze rimangono comunque attive le misure anti-affollamento, che prevedono l’ingresso contingentato dei clienti nei punti vendita e il rispetto della distanza tra le persone di almeno un metro.

Coronavirus, a Firenze chiusi Cascine e tutti i parchi

Chiuso il parco delle Cascine e chiusi tutti gli altri parchi cittadini: questa la decisione del sindaco di Firenze Dario Nardella per far fronte all’emergenza coronavirus. Il primo cittadino ha firmato l’ordinanza, mettendo in atto una chiusura anticipata nelle ore precedenti con due interviste in radio e in tv. I “furbetti della passeggiatina” rischiano adesso una multa che va da 25 euro a 500 euro, oltre che la denuncia per il reato di inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità.

Firenze, chiusura per il parco delle Cascine

“Dopo aver visto questo weekend ancora tanti cittadini uscire per fare una passeggiata – ha detto il sindaco intervenuto telefonicamente alla trasmissione Omnibus, su La7 – mi sono  arrabbiato e ho preso la decisione di chiudere tutti i parchi, come quello delle Cascine“.

Il motivo? “Ancora non c’è una piena consapevolezza del danno che si fa uscendo di casa senza motivi particolari”. Con la chiusura delle Cascine vengono anche soppresse la fermata omonima della linea 1 della tramvia e anche le fermate dentro il parco degli autobus Ataf .

Coronavirus: Cascine chiuse, parchi di Firenze chiusi, l’ordinanza

Già nei giorni scorsi a Firenze erano stati chiusi i cancelli dei 56 parchi recintati. A questi adesso si aggiungono tutte le aree verdi, compresa la più grande, quella delle Cascine, come ulteriore misura di prevenzione del contagio da coronavirus. Tra le altre cose l’ordinanza prevede il divieto di accesso e circolazione anche a piedi nei parchi pubblici del Comune di Firenze ad accesso libero, la chiusura di tutte le aree ad accesso regolamentato (parchi, giardini pubblici, aree cani, aree gioco) e il divieto di transito per i veicoli all’interno di queste zone.

Sospeso il mercato delle Cascine

Il provvedimento dice stop anche al mercato settimanale delle Cascine, l’appuntamento del martedì viene sospeso fino al termine dell’emergenza coronavirus (fino ad oggi potevano continuare la loro attività solo i banchi alimentari).

“Spero che la Toscana riesca a reggere – ha poi aggiunto Dario Nardellaquesta settimana sarà decisiva“. Secondo il sindaco “l’unica medicina che oggi abbiamo a disposizione si chiama isolamento. Se vogliamo che la Toscana non faccia la fine dell’Emilia-Romagna, del Veneto e della Lombardia questa settimana dovremmo essere severissimi nelle misure da prendere per tenere le persone in casa”.

Coronavirus in Toscana, i casi del 16 marzo. Le ultime notizie

Non si ferma in Toscana la “corsa” del coronavirus, anche se il contagio sembra rallentare guardando l’andamento dei giorni passati: le ultime notizie contenute nel bollettino della Regione, aggiornato alle ore 16.30 del 16 marzo 2020, parlano di 85 nuove persone positive al Covid-19 (un giorno fa erano 151 i casi in più, due giorni addietro 106) per un totale di 866 contagiati dall’inizio dell’emergenza. I numeri sono stati inviati al Ministero della Salute e alla protezione civile per il consueto punto della situazione.

Le ultime notizie sul coronavirus in Toscana

I morti fino a questo momento sul territorio toscano sono 14, pazienti della fascia d’età tra i 70 e i 98 anni, affetti da più patologie. Per quanto riguarda le guarigioni si segnalano finora 7 persone completamente guarite, i casi “negativizzati” come dicono gli esperti, e 5 guarigioni cliniche, ossia pazienti che non presentano più sintomi pur essendo ancora positivi al virus. I casi attualmente positivi in Toscana sono quindi 840.

Ecco le zone della Toscana più colpite dal coronavirus, con specificato il numero di tamponi risultati positivi fino a questo momento:

  1. Firenze con 186 tamponi positivi (qui i dati sui nuovi casi di coronavirus a Firenze)
  2. Lucca 138
  3. Massa-Carrara 117
  4. Pistoia 90
  5. Pisa 78
  6. Siena 66
  7. Livorno 53
  8. Grosseto 50
  9. Prato 45
  10. Arezzo 43

Tampone per il coronavirus, i dati del 16 marzo

Dal primo febbraio ad oggi 16 marzo in Toscana sono stati effettuati tamponi su 5.196 pazienti. sono invece 8.455 le persone in isolamento domiciliare in tutta la Toscana, di cui 4.032 prese in carico attraverso i numeri telefonici dedicati, attivati dalle Asl.

Di questi ultimi, sono 2.163 le persone in isolamento nella Asl Toscana centro (che comprende i territori di Firenze, Empoli, Prato e Pistoia), 1.628 persone nella Asl nord ovest (Lucca, Massa Carrara, Pisa e Livorno) e 241 nella sud est (Arezzo, Siena e Grosseto). Gli altri 4.423 sono cittadini che hanno avuto contatti stretti con casi positivi: 602 nella Asl centro, 2.200 nella Asl nord ovest e 1.621 nella Asl sud est.

Coronavirus, bonus da 600 euro per partite Iva e autonomi

Un bonus una tantum da 600 euro per tutte le partite Iva, i liberi professionisti, i lavoratori autonomi e i Co.co.co: è una delle misure previste nella bozza del decreto fiscale del 16 marzo 2020.

Bonus da 600 euro per autonomi: cosa dice il decreto coronavirus

I 600 euro di bonus per far fronte all’emergenza coronavirus spettano ai lavoratori autonomi titolari di partita Iva attiva alla data del 23 febbraio 2020. Hanno diritto al premio anche i lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa (i Co.co.co) attivi alla medesima data e iscritti alla Gestione separata.

Coronavirus, 600 euro una tantum per le partite Iva

I 600 euro sono un premio una tantum, significa cioè un pagamento a carattere straordinario, dettato proprio dall’emergenza coronavirus, che verrà versato una volta soltanto.

Per riceverlo non bisogna essere titolari di pensione né essere iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie. I 600 euro per gli autonomi e le partite iva non concorrono alla formazione del reddito.

Richiedere il bonus all’Inps

L’indennità verrà erogata dall’Inps, previa domanda del lavoratore e nel limite di spesa complessivo di 170 milioni di euro per l’anno 2020.

Si tratta di un limite rigido. Il testo della bozza di decreto fiscale precisa infatti che se anche l’Inps dovesse rilevare uno scostamento, anche in prospettiva futura, rispetto al limite di spesa, non verranno adottati altri provvedimenti concessori.

Le altre misure del decreto fiscale

Il provvedimento fa parte di un pacchetto di misure a sostegno delle imprese, dei lavoratori e delle famiglie. Tra le novità previste dal governo nella bozza di decreto fiscale del 15 marzo ci sono anche, ad esempio, il congedo parentale straordinario e il voucher baby sitter. Altre misure riguardano inoltre il pagamento dei mutui sulla prima casa.

Per i lavoratori dipendenti che hanno continuato a lavorare anche durante l’emergenza è stato introdotto un bonus da 100 euro.

Affitti, coronavirus: cosa prevede il decreto salva economia

Nessuna sospensione, al momento, per gli affitti delle abitazioni a seguito dell’emergenza coronavirus, ma un meccanismo di “sconto sulle tasse” per i negozi e le botteghe, che coprirà più della metà del canone di locazione del mese di marzo: è quanto prevede la bozza del decreto salva economia del 15 marzo, in via di discussione da parte del governo.

Il decreto e il “bonus” affitti per l’emergenza coronavirus

Nella bozza del decreto, che è quindi suscettibile di modifiche, sul fronte degli affitti sono previsti fondi solo per i soggetti che esercitano attività d’impresa: a loro viene riconosciuto un credito di imposta del 60% dell’ammontare del canone di affitto del mese di marzo 2020, per gli immobili che sono classificati nella categoria catastale C/1 (ossia negozi e botteghe).

Questo meccanismo di credito d’imposta sugli affitti potrà essere richiesto però solo dai negozi per cui è stata disposta la chiusura con il decreto dell’11 marzo. In questa lista non rientrano ad esempio supermercati, negozi alimentari, farmacie, tabaccherie, edicole e tutte quelle attività commerciali rimaste aperte nelle settimane dell’emergenza coronavirus perché ritenute di pubblica utilità o di prima necessità.

Non solo affitti: sospensione mutui e bonus tasse, le altre misure del decreto fiscale

Il decreto in discussione da parte del governo prevede inoltre misure salva economia, ad esempio la sospensione dei mutui sulla prima casa, un premio di 100 euro per chi ha lavorato durante l’emergenza coronavirus, un bonus da 500 euro per le partite IVA il congedo parentale straordinario e voucher baby sitter.

Bonus da 100 euro per chi lavora durante l’emergenza coronavirus

Un bonus da 100 euro esentasse per chi lavora anche durante l’emergenza coronavirus: è la novità prevista dalla bozza del decreto fiscale del 15 marzo 2020 all’esame del governo.

Coronavirus, 100 euro di bonus per i lavoratori dipendenti

Il bonus da 100 euro spetta a tutti i lavoratori dipendenti con un reddito complessivo non superiore ai 40.000 euro che abbiano continuato a lavorare anche nel mese di marzo, durante l’emergenza coronavirus.

I 100 euro sono la somma massima che si può ricevere. Il premio effettivo sarà parametrato in base al numero dei giorni di lavoro svolto in sede da ciascun lavoratore.

Mutui, coronavirus: il decreto e la sospensione delle rate

Coronavirus, 100 euro di premio (esentasse)

Il premio da 100 euro vale per il mese di marzo 2020, è completamente esentasse e sarà erogato nella busta paga di aprile, o comunque entro il conguaglio di fine anno.

Voucher baby sitter: come funziona il bonus

Il provvedimento fa parte di un pacchetto di misure a sostegno delle imprese, dei lavoratori e delle famiglie. Tra le novità previste dal governo nella bozza di decreto fiscale del 15 marzo ci sono anche, ad esempio, il congedo parentale straordinario e il voucher baby sitter. Altre misure riguardano inoltre il pagamento dei mutui sulla prima casa.

Mutui, coronavirus: il decreto e la sospensione delle rate

Una moratoria sui mutui, a seguito dell’emergenza coronavirus: la bozza del decreto fiscale del 15 marzo prevede una sospensione per un anno e mezzo del pagamento delle rate per chi è in difficoltà, anche per i lavoratori autonomi e liberi professionisti. Il governo sta mettendo a punto per questo un fondo a garanzia di 500 milioni di euro.

Coronavirus, come funzione la sospensione dei mutui per la prima casa

In particolare, secondo la prima stesura del documento, questa misura straordinaria prevede lo stop delle rate del muto sulla prima casa per 18 mesi per le famiglie in difficoltà economica, senza necessità di presentare l’Isee.

La bozza del decreto, attualmente in discussione (e che quindi potrebbe essere modificata nelle prossime ore), prevede un allargamento della platea di chi potrà godere del Fondo Gasparrini, il fondo di solidarietà fino ad oggi riservato alle famiglie in difficoltà per la perdita del lavoro, morte di un componente del nucleo familiare o non autosufficienza.

Moratoria anche per i lavoratori autonomi

Stando alla bozza del decreto, lo stop ai muti sulla prima casa interesserà inoltre i lavoratori autonomi e ai liberi professionisti, che auto-certificheranno per i tre mesi successivi al 21 febbraio 2020 un calo del fatturato superiore al 33% a causa della chiusura o delle limitazioni alla propria attività a seguito l’emergenza per il coronavirus.

Le altre misure del decreto fiscale

La bozza del decreto fiscale, discusso dal governo il 15 marzo, prevede anche altre misure d’emergenza per sostenere l’economia, come ad esempio il voucher baby sitter (qui il focus) e il congedo parentale straordinario per le famiglie con figli piccoli (qui i dettagli).

Coronavirus, i dati del 15 marzo: 151 nuovi casi e un morto in Toscana

Altri 151 casi positivi al coronavirus, un morto in più ma anche un paziente guarito: questi i numeri del bollettino di domenica 15 marzo sulla situazione coronavirus in Toscana. Intanto il presidente della Regione Enrico Rossi ha annunciato che nella giornata di oggi sono state distribuite 94 mila mascherine in Toscana.

I 151 casi registrati in Toscana nelle 24 ore dal precedente bollettino portano il totale dei contagiati dall’inizio dell’emergenza a 781. Da ieri, purtroppo, si conta anche un deceduto in più, un ottantottenne di Poggibonsi che era ricoverato alle Scotte di Siena dal 7 marzo scorso.

Coronavirus, i dati sul contagio in Toscana al 15 marzo

Il totale dei morti per cause legate al coronavirus in Toscana ad oggi, 15 marzo, è di 10 persone. Come precisa però la Regione in una nota, sarà l’Istituto superiore di sanità a stabilire se le morti siano da attribuire al coronavirus o se il virus abbia peggiorato altre condizioni già presenti. Si tratta infatti di persone tra i 70 e i 98 anni che già soffrivano di altre patologie.

C’è un guarito in più rispetto a ieri, o per meglio dire un “negativizzato”. Le guarigioni virali salgono così a 7, quelle cliniche a 5 per un totale di 12 pazienti guariti dal coronavirus in Toscana.

Al netto dei guariti e dei deceduti, i casi attualmente positivi al coronavirus  in Toscana sono 759. I ricoverati in ospedale sono 282 e 107 di questi si trovano in terapia intensiva.

Coronavirus a Firenze, 31 nuovi casi (14 marzo)

Nella provincia di Firenze si sono registrati 30 nuovi casi di positivi al coronavirus nella giornata di domenica 15 marzo. Salgono così a 162 i positivi nel territorio della Città metropolitana di Firenze, la più colpita dal virus in Toscana.

Per quanto riguarda le altre province toscane, i casi sono così ripartiti: 79 Pistoia, 42 Prato (totale Asl centro: 283), 130 Lucca, 108 Massa-Carrara, 71 Pisa, 50 Livorno (totale Asl nord ovest: 359), 38 Grosseto, 60 Siena, 41 Arezzo (totale sud est: 139).

Il numero totale dei tamponi esaminati dal 1° febbraio è di 5.132 tamponi. Un dato che non corrisponde al numero dei pazienti visto che in alcuni casi sono stati effettuati più test per lo stesso paziente.

Questi i numeri trasmessi al Ministero dall’assessorato alla salute della Regione Toscana prima delle 16.30 di oggi.

Per quanto riguarda gli isolamenti domiciliari (dato aggiornato alle 12 di oggi), il numero è di 7.443, 1.259 in più rispetto a ieri.

Tra questi, 3.725 sono i presi in carico attraverso i numeri dedicati, attivati da ciascuna Asl. Di quest’ultimi sono 2.163 nella Asl centro (Firenze – Empoli – Prato – Pistoia), 142 persone nella Asl nord ovest (Lucca – Massa Carrara – Pisa – Livorno) e 277 nella sud est (Arezzo – Siena – Grosseto). Gli altri 3.718 sono cittadini che hanno avuto contatti stretti con casi positivi: 573 nella Asl Centro, 1.632 nell’Asl Nord Ovest e 1.513 nell’Asl Sud Est.

La Toscana distribuisce 94 mila mascherine

“Attraverso Estar distribuiremo nella sola giornata di oggi 94 mila dispositivi sicuri, certificati o testati“, ha annunciato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. “Si tratta – ha detto – di 40 mila mascherine a marcatura CE, idonee dunque a tutti gli effetti, e di 54 mila autoprodotte in Toscana in tessuto non tessuto a triplo strato e con elastico, già testate dal dipartimento di chimica dell’Università di Firenze, di qualità certamente migliore rispetto a quelle della Protezione civile nazionale e che riceveranno secondo le procedure la validazione dell’Istituto superiore di sanità nelle prossime ore”.

Voucher baby sitter: come funziona il bonus

C’è anche il voucher baby sitter, un bonus da 600 euro per genitori con figli piccoli, nel pacchetto di aiuti alle famiglie previsto nella bozza del decreto “salva economia” del 15 marzo, all’esame del governo, contro l’emergenza coronavirus 2020. Il voucher baby sitter è aumentato a mille euro per medici e personale sanitario.

Voucher baby sitter, come funziona il bonus 2020

Il voucher ha un valore di 600 euro, da utilizzare per coprire le spese di chi offre servizi di baby sitter. I requisiti sono minimi: il bonus baby sitter si applica infatti a tutte le famiglie con figli di età inferiore ai 12 anni, rimasti a casa dopo la chiusura della scuola in tutta Italia per l’emergenza coronavirus 2020. Il buono viene erogato mediante il libretto famiglia.

Voucher baby sitter aumentato per medici e personale sanitario

In questi giorni di emergenza c’è una categoria di lavoratori messi più a dura prova degli altri. È quella del personale sanitario, medici, infermieri, ricercatori ed esperti di laboratorio che prestano servizio: tutti loro avranno diritto a un voucher baby sitter aumentato, dal valore di mille euro, anziché a 600.

Coronavirus: baby sitter o congedo parentale?

Le famiglie potranno scegliere tra il bonus baby sitter o una delle altre misure contenute nel decreto per l’emergenza coronavirus 2020: il congedo parentale. Si tratta di un congedo straordinario dal lavoro fino a 15 giorni per i genitori che hanno necessità di restare a casa per accudire i figli. In questo periodo riceveranno una retribuzione pari al 40% del normale stipendio. Tutti i dettagli sul congedo parentale.

Coronavirus, ecco il congedo parentale straordinario per il 2020

Coronavirus, il decreto del governo

Oltre alle misure di sostegno alle famiglie, il decreto approvato dal governo il 15 marzo introduce nuovi ammortizzatori sociali e strumenti di sostegno all’economia per l’emergenza coronavirus 2020. Sono previste, tra le altre cose, misure per la sospensione del pagamento di mutui e affitti, un taglio alle bollette, al pagamento di alcune tasse e imposte, oltre alla proroga di alcune scadenze fiscali.