martedì, 13 Maggio 2025
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Discoteche chiuse a Firenze, eventi annullati

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Discoteche chiuse il weekend, club pure, i teatri annullano gli spettacoli e le sale dei cinema di Firenze restano aperte ma con un giro di vite sugli accessi degli spettatori, fatti entrare con il contagocce. Il mondo della cultura e dell’intrattenimento è alle prese con l’allerta per il coronavirus e con le misure decise del governo per evitare il moltiplicarsi dei casi: no ai luoghi sovraffollati, va sempre garantita la distanza minima di un metro tra le persone. Queste raccomandazioni di fatto rendono impossibile organizzare eventi sulle piste da ballo o confermare i concerti in programma.

Discoteche chiuse: l’annuncio del Tenax di Firenze

Il Tenax, una delle discoteche storiche di Firenze, ha annunciato con un comunicato ufficiale che tutti gli eventi previsti nel locale nel weekend del 6 e 7 marzo sono stati annullati. “Vi terremo aggiornati in attesa di nuove disposizioni – si legge sulla pagina Facebook -. Sperando di tornare quanto prima alla normalità ringraziamo tutti per il supporto che ci state dimostrando”.

Club chiusi e concerti annullati

Analoghe le decisioni per i principali locali notturni di Firenze che ospitano concerti e feste: annullate tutte le esibizioni all’Auditorium Flog che resterà chiusa fino al 3 aprile, alcuni appuntamenti saranno recuperati più avanti; il Viper Theatre ha sospeso gli eventi del weekend del 6 e 7 marzo; il Glue rimarrà chiuso fino al 6 aprile; il Combo al momento ha sospeso la sua programmazione.

L’Hard Rock Cafe ha inoltre annullato i live previsti dal 6 marzo al 3 aprile 2020, restano aperti il ristorante e la caffetteria, nel rispetto delle direttive nazionali in materia di coronavirus.

Questa invece la situazione nei teatri di Firenze e questi i cinema aperti.

Coronavirus, così si frena il contagio: intervista al professor Paolo Bonanni

Pur nell’incertezza delle ultime settimane, di una cosa il professor Paolo Bonanni è sicuro: “Si sta facendo tutto quello che è possibile fare” per contenere il contagio da coronavirus. Docente di Igiene generale e applicata all’Università di Firenze, Bonanni è uno dei massimi ricercatori nel campo dell’epidemiologia, della prevenzione delle malattie infettive e delle malattie invasive batteriche. È stato componente della Commissione nazionale per le vaccinazioni del Ministero della salute e consulente per alcuni dei maggiori centri europei che si occupano di prevenzione. La persona giusta per cercare di capire qualcosa sull’epidemia di un virus che, premette, “stiamo osservando da poco tempo e su cui abbiamo conoscenze ancora limitate”.

“Quella dei coronavirus – spiega Bonanni – è però una famiglia di virus ben noti in medicina. Di solito si manifestano in forme piuttosto lievi. Ogni tanto invece ne viene fuori qualcuno più ‘cattivo’: lo fu il coronavirus della SARS, nel 2002-03, e quello della MERS, la Sindrome respiratoria mediorientale del 2012. Il COVID-19 di oggi è un virus meno cattivo ma probabilmente più diffusivo. Il fatto di potersi manifestare in forme paucisintomatiche o forse addirittura asintomatiche – questo ancora non lo abbiamo capito con esattezza – da un certo punto di vista lo rende peggiore, perché rende difficile identificare le persone potenzialmente contagiose e metterle in isolamento in tempo utile”.

Qual è questo tempo utile?

Tutto fa pensare che il periodo della massima possibilità di contagio sia quello in cui le persone sono sintomatiche: quando hanno febbre, tosse, raffreddore. Non abbiamo ancora una valutazione precisa sulla diffusione nella fase che precede la malattia o se addirittura ci sono persone totalmente asintomatiche ma che hanno comunque un certo grado di contagiosità.

Cosa fare se la paura è più contagiosa del coronavirus

Contenere il contagio da coronavirus: parla il professor Bonanni

Il professor Paolo Bonanni, docente di Igiene generale e applicata all’Università di Firenze

L’isolamento è una misura efficace?

L’isolamento delle persone malate e di quelle che sono entrate in contatto con i malati è l’unica misura che abbiamo a disposizione, in attesa di un vaccino. Se non impedisce la diffusione del virus, di certo la ritarda o comunque la confina. Capire quanto questo ridurrà la diffusione del virus e per quanto tempo, è ancora presto per dirlo. Ma le misure di distanziamento sono le uniche che possono funzionare. Fare più di quello che si sta facendo è oggettivamente difficile.

Quanto è rischioso questo virus?

È presto anche per poter calcolare il dato di letalità, cioè il numero di persone che muoiono rispetto a quelle malate. Soltanto quando l’epidemia si sarà esaurita e andremo a misurare gli anticorpi nella popolazione potremo avere numeri certi. Probabilmente sarà più basso rispetto a quanto appare ora perché per adesso contiamo sostanzialmente soltanto i casi evidenti e gravi.

Chi rischia di più?

Le persone più deboli hanno un rischio più elevato di sviluppare forme complicate di questa malattia: anziani, persone con malattie croniche gravi preesistenti, persone con uno stato immunitario compromesso. Serve attenzione, bisogna tenerle lontane dal contagio, cercare di fare in modo che non frequentino luoghi affollati. Anche chi si prende cura di loro deve fare grande attenzione. Escludere al cento per cento il contagio è impossibile, ma adottando le buone pratiche se ne riduce di molto la possibilità.

Contagio da coronavirus, che fare?

Coronavirus, scuole chiuse anche a Firenze e in Toscana

La soluzione più efficace sarebbe un vaccino. È lecito sperare di averlo in tempi brevi?

Oggi esistono tante tecnologie diverse per poter sviluppare un vaccino. Fare poche dosi di un prototipo è possibile anche in tempi relativamente brevi. Il problema, comunque lo si faccia tecnicamente, è che prima di poter esser distribuiti, i vaccini devono superare una grande quantità di prove di sicurezza ed efficacia. Sono i prodotti più testati nel campo dell’industria farmaceutica e questi test richiedono almeno qualche mese.

L’altro problema è il cosiddetto scale-up. Un conto è farne 10 dosi, si fa prestissimo. Un conto è farne mille, si fa abbastanza presto. Quando se ne devono produrre milioni o centinaia di milioni il discorso è diverso. Normalmente per costruire una fabbrica che produce vaccini e risponde a tutti i requisiti ci vogliono dai tre ai quattro anni. L’attenzione e la legislazione sulla sicurezza in questi casi è maniacale. Si possono sennò convertire altri impianti già adibiti, col rischio però di andare in carenza di altri vaccini. Tutto questo rende le cose non immediate.

Come si sta muovendo la comunità scientifica internazionale in questa emergenza?

Il mondo scientifico è un mondo aperto in cui vige il principio dello scambio delle informazioni e delle conoscenze in modo da poter arrivare tutti insieme a un risultato. La scienza sta scoprendo una cosa nuova, un passo alla volta. Si può avere l’impressione che tra gli scienziati ci siano delle discrepanze di visione e magari a volte è proprio così. È perché si va per tentativi: siamo una società avanzatissima, abbiamo conoscenze estese in tantissimi campi della scienza, ma a volte succede in natura qualcosa che dobbiamo imparare a conoscere. Non conosciamo tutto. È una constatazione abbastanza banale, ma forse spesso la dimentichiamo.

Coronavirus, il professor Bonanni: “Contro il contagio si sta facendo tutto il possibile”

Nel mare di informazioni disponibili, a chi ci si deve rivolgere per orientarsi?

Ai canali ufficiali. L’Organizzazione mondiale della sanità diffonde informazioni basate sulla migliore evidenza scientifica possibile a livello mondiale, vagliate da una serie di scienziati al massimo livello. E l’Istituto superiore della sanità, che recepisce a livello nazionale le indicazioni dell’Oms.

Coronavirus, i numeri di emergenza da chiamare in Toscana

Facciamo chiarezza: le mascherine servono?

Non servono come protezione. Usarle in questo modo è anzi uno spreco che rischia di mandare in carenza quelli che ne hanno bisogno. Servono per chi presenta dei sintomi respiratori, in modo da limitare le possibilità di contagiare gli altri.

E se una persona presenta sintomi sospetti?

C’è un percorso preciso da seguire, ci si può rivolgere al numero verde dedicato, il 1500, per avere tutte le informazioni su come attivare una procedura di controllo e, eventualmente, essere presi in carico ed essere ospedalizzati. Non si deve passare attraverso il pronto soccorso: si rischia di contagiare il personale e le altre persone presenti, sarebbe un guaio per tutti.

Eventi a Firenze, cosa fare nel “weekend del coronavirus” (7-8 marzo)

ATTENZIONE come previsto da decreto di stanotte è sospesa l’apertura dei musei e sono sospese manifestazioni eventi e spettacoli di qualsiasi natura.

Lo diciamo subito, a scanso di equivoci. Gli eventi a Firenze durante questo weekend sono davvero pochi: molti degli appuntamenti in programma tra venerdì 6, sabato 7 e domenica 8 marzo sono stati annullati a seguito del decreto del Presidente del Consiglio per limitare la diffusione del coronavirus. Per chi vuole uscire di casa (sempre rispettando le regole di prevenzione), ecco qualche idea su cosa fare. Un consiglio però: vista la situazione in evoluzione è sempre meglio contattare direttamente gli organizzatori per avere conferma dei vari appuntamenti.

Musei aperti a Firenze nel weekend, ma non gratis

L’apertura gratuita dei musei comunali fiorentini, inizialmente prevista questo weekend, è stata annullata, ma i vari siti d’arte civici rimangono aperti regolarmente, ad eccezione della Torre di Arnolfo, del camminamento di ronda e degli scavi archeologici (qui gli orari). Sospese le visite di gruppo.

Anche i musei statali, come gli Uffizi, Palazzo Pitti e la Galleria dell’Accademia, sono aperti regolarmente, ma ai visitatori viene indicato di mantenere una distanza di sicurezza di almeno un metro dalle altre persone e di rispettare le indicazioni delle autorità (ad esempio lavarsi spesso le mani, non toccarsi naso e bocca). Tutti gli eventi speciali e le presentazioni, previsti nei musei di Firenze tra il 6, 7 e 8 marzo sono stati annullati o rimandati.

Eventi a Firenze: le mostre (6-7-8 marzo 2020)

Tra i pochi eventi confermati a Firenze questo weekend, l’apertura della mostra “Peterson – Lavine, Come as you are- Kurt Cobain and the Grunge Revolution ospitata a Palazzo Medici Riccardi da sabato 7 marzo. Si tratta di un’esposizione di oltre 80 foto, tra cui alcune inediti, dedicati a uno dei simboli della controcultura americana degli anni Novanta.

A Palazzo Strozzi è aperta tutto il weekend la mostra “Aria” di Tomás Saraceno, tra palloni aerosolari, sculture sospese e teche che custodiscono suggestive tele dei ragni (venerdì, sabato e domenica l’orario va dalle 10.00 alle 20.00). Anche qui, ai visitatori è chiesto di mantenere la distanza di almeno un metro dalle altre persone. Sul sito ufficiale gli aggiornamenti sulle attività in programma.

Visitabili anche le altre mostre in corso a Firenze, in dettaglio:

Eventi a Firenze nel weekend: teatri chiusi per il coronavirus, cinema aperti

L’effetto coronavirus ha interessato anche i palcoscenici: la stragrande maggioranza dei teatri di Firenze sono chiusi questo fine settimana, molti anche dopo il 7 e 8 marzo (qui i dettagli sulle chiusure e sui rinvii degli eventi). Fa eccezione il Teatro delle Arti di Lastra a Signa che contingenta gli ingressi (100 spettatori per rappresentazione, a distanza, l’uno dall’altro, superiore a un metro), ecco gli spettacoli in calendario: “Farsi fuori” con Luisa Merloni e Marco Quaglia, testo e regia Luisa Merloni venerdì 6 marzo; il film “Gli anni più belli” di Gabriele Muccino da sabato 7 marzo a mercoledì 11 marzo.

I cinema invece sono aperti questo weekend, ma gli ingressi sono contingentati e gli spettatori disposti a scacchiera sulle poltroncine, per garantire la distanza di sicurezza (qui i dettagli sui cinema di Firenze che non sono chiusi).

Eventi annullati a Firenze: Visarno Market

Tra i tanti eventi annullati questo weekend a Firenze, segnaliamo che non si terrà il Visarno Market, mercato vintage previsto inizialmente sabato 7 e domenica 8 marzo.

Dal Verdi al Maggio: i teatri di Firenze chiusi per il coronavirus

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Si abbassa il sipario sui principali teatri di Firenze, almeno per il momento: chiusi dopo il decreto del governo sulla prevenzione del coronavirus. Ora dopo ora i principali palcoscenici fiorentini stanno comunicando l’annullamento o il rinvio degli spettacoli previsti per la prossima settimana, alcuni – come il Teatro Verdi – hanno già annunciato la chiusura addirittura fino agli inizi di aprile. In molti casi sono ancora in via di definizione le procedure per chiedere il rimborso del biglietto.

Sono gli effetti delle nuove regole in vigore fino al 3 aprile 2020 stabilite dal Consiglio dei ministri per arginare la diffusione di Covid-19 evitando così di sovraccaricare gli ospedali e il sistema sanitario: il documento firmato dal premier Giuseppe Conte sospende su tutto il territorio nazionale gli eventi in cui l’affollamento non consenta di mantenere una distanza di almeno un metro tra gli spettatori.

La chiusura del Teatro Verdi di Firenze

Tra i teatri di Firenze, il Verdi ha annunciato la chiusura più lunga, fino a venerdì 3 aprile per le misure scattate in seguito all’emergenza coronavirus: gli eventi in parte sono stati annullati, per altri si sta lavorando per riprogrammarli in nuove date (sul sito ufficiale l’elenco completo).

In dettaglio sono annullate le date di “Kodo” (spettacolo previsto sabato 7 marzo) e Open (domenica 22 marzo): è possibile chiedere il rimborso dei biglietti a partire dal 10 marzo nelle prevendite dove sono stati comprati i biglietti. In via di definizione invece il nuovo calendario di 7 spettacoli che saranno rinviati (chi è in possesso dei biglietti potrà assistere alla nuova data), in dettaglio: Angelo Pintus, Massimo Lopez e Tullio Solenghi Show, Se devi dire una bugia dilla grossa, SGT Pepper, Giuseppe Giacobazzi, Musicanti, A che servono gli uomini.

I teatri di Firenze chiusi per il coronavirus: Pergola e Maggio Musicale

Stagione sinfonica e operistica sospesa fino a domenica 8 marzo al Teatro del Maggio Musicale fiorentino: vengono sospese le recite della Traviata del 5 marzo, dell’Elisir d’amore per i bambini di domenica 8 e il concerto diretto dal maestro Daniele Gatti di sabato 7, che inizialmente doveva essere diretto da Myung-Whun Chung ora in isolamento in via precauzionale per il coronavirus.

Decisione analoga per il Teatro della Pergola che resterà chiuso fino al 3 aprile, come saranno chiusi anche gli altri teatri che fanno capo alla Fondazione Teatro della Toscana (Teatro Niccolini di Firenze, Teatro Studio Mila Pieralli di Scandicci, Teatro Era di Pontedera). Le procedure di rimborso dei biglietti non potranno partire prima del 3 aprile.

Teatri di Firenze chiusi: il Puccini

Chiuso fino a lunedì 9 marzo anche il Teatro Puccini di Firenze, con il rinvio degli spettacoli in cartellone: “Coast to Coast” con Rocco Papaleo e “I monologhi della vagina”. Lunedì 9 marzo verranno comunicate le nuove date o gli annullamenti e le eventuali modalità di rimborso.

Rinviati gli spettacoli del Teatro di Rifredi

Cambiamenti di calendario anche al Teatro di Rifredi che resterà chiuso almeno fino al 19 marzo. Annunciate già le nuove date degli spettacoli che sono stati rinviati: la rappresentazione de “I promessi sposi” in programma il 6 e il 7 marzo è stata rimandata all’11 e 12 dicembre 2020, lo show “The Primitals” previsto inizialmente dal 12 al 15 marzo è stato riprogrammato dal 22 al 25 ottobre 2020.

Chi è in possesso dei biglietti, comunica la direzione del teatro, potrà usarli per le nuove date, con la possibilità di cambiare giorno avvisando la biglietteria. Per i rimborsi saranno date maggiori informazioni nei prossimi giorni. Rimangono in sospeso le repliche de “Il Principio di Archimede, previste dal 19 marzo al 5 aprile.

Rimandati gli eventi al Tuscany Hall (ex Obihall)

Il Tuscany Hall ha comunicato il rinvio di alcuni eventi in programma nei prossimi giorni: lo spettacolo “Finché social non ci separi” di  Katia Follesa e Angelo Pisani è stato spostato all’11 maggio, il concerto di Willie Peyote è stato rimandato dal 13 marzo al 4 maggio, l’esposizione internazionale felina dal weekend del 24 marzo al 2 e 3 maggio. Altri aggiornamenti sul sito del Tuscany hall.

Nei dintorni di Firenze: Teatrodante chiuso, Teatro delle Arti di Lastra aperto

Intorno a Firenze, anche il Teatrodante Carlo Monni di Campi Bisenzio ha deciso di chiudere le porte fino al 3 aprile. Uno dei pochi teatri aperti invece è quello delle Arti di Lastra a Signa, che continua la sua programmazione sia come cinema sia come teatro, con ingressi contingentati: fino al 3 aprile 2020 in sala potranno entrare al massimo 100 spettatori e ognuno avrà il posto numerato a una distanza superiore ad un metro dalle altre persone.

Udinese Fiorentina dove vederla in diretta tv: Sky o Dazn?

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Udinese Fiorentina si giocherà a porte chiuse domenica 8 marzo alle ore 18 al Dacia Arena: ma dove vederla, su Sky o Dazn?

Udinese Fiorentina in diretta tv: sky o dazn?

Udinese Fiorentina sarà trasmessa in diretta e in esclusiva dai canali satellitari Sky anche in 4K HDR per i clienti Sky Q. Diretta a partire dalle ore 18 di domenica 8 marzo 2020.

Udinese Fiorentina in streaming

Gli abbonati Sky potranno seguire la partita anche su Sky Go, l’app di streaming in diretta per seguire i programmi del proprio pacchetto Sky anche su pc, tablet e smartphone.

Udinese Fiorentina sarà trasmessa inoltre anche su NowTv, la piattaforma di streaming a pagamento.

La radiocronaca in diretta sarà trasmessa da RadioRai.

Udinese Fiorentina in chiaro? 

Non ci sono opzioni per vedere Udinese Fiorentina in chiaro.

Udinese Fiorentina si gioca domenica 8 marzo a porte chiuse. Formazioni

La Fiorentina torna a giocare in campionato. Dopo una settimana di grandi tensioni ed il rinvio di numerose gare di campionato a causa dell’emergenza Coronavirus, la serie A prova a ripartire col recupero delle partite non giocate nell’ultimo fine settimana. Udinese-Fiorentina si svolgerà al Dacia Arena domenica 8 marzo alle 18.

Udinese Fiorentina dove vederla in diretta tv: Sky o Dazn?

Questione stadio

A complicare una situazione già delicata è arrivata la lettera del presidente del club viola Rocco Commisso dove annuncia “a malincuore che la Fiorentina non parteciperà alla gara pubblica per la Mercafir con scadenza prevista per il 7 aprile 2020”. Contestualmente il presidente rilancia la volontà di voler fare uno stadio per la Fiorentina, anche al di fuori del territorio comunale, oppure si propone per un restyling dell’Artemio Franchi. Ipotesi che, a questo punto, prende corpo.

Le formazioni

Per la trasferta di domenica contro l’Udinese la Fiorentina dovrà fare a meno di Dalbert che dovrà scontare il turno di squalifica. Oltre all’esterno brasiliano mancheranno ancora sia Ribèry che Kouamé che stanno proseguendo i programmi di riabilitazione per i rispettivi infortuni alla caviglia e al ginocchio. Iachini cambierà poco riproponendo in avanti Chiesa e Vlahovic. In difesa confermati Milenkovic, Pezzella e Caceres. Centrocampo a cinque con Lirola, Pulgar, Duncan, Castrovilli e Igor.

Il rinvio di una settimana della partita ha permesso a mister Gotti di recuperare anche De Maio, provato in amichevole a fianco di Samir: entrambi devono ritrovare la condizione dopo i rispettivi infortuni, ma sono a buon punto e soprattutto il brasiliano sembra prossimo a tornare tra i titolari. Ai box resta soltanto Prodl, che continua nel lavoro personalizzato e tra poco dovrebbe essere disponibile per la prima volta dopo l’acquisto avvenuto a gennaio. La formazione resterà la medesima degli ultimi match, anche se a centrocampo c’è ancora il ballottaggio tra Mandragora e Jajalo, con il primo favorito. Nestorovski potrebbe rubare una maglia a Lasagna, accanto a Okaka.

La chiave di tutto di Gino Vignali. La recensione

Tutto ha inizio in un gelido inverno nella Riviera romagnola, quando davanti al Grand Hotel di Rimini viene trovato il cadavere di un clochard. Si occupa delle indagini la bellissima vice questore Carlotta Confalonieri Bonnet che, manco a farlo apposta, abita in una suite del Grand Hotel, coadiuvata da una squadra investigativa tanto variegata quanto irresistibile: l’ispettore Orlando Appicciafuoco, intellettuale appassionato di letteratura latina, la meticolosa nerd Cecilia Cortellesi e il vice sovrintendente Emerson Leichen Palmer Balducci, calciatore del Corpolò in Seconda categoria.

Quello del senzatetto, soprannominato “Vagano” per via del suo recitare a memoria l’inizio del film Amarcord di Fellini, è solo il primo di una serie di omicidi che prosegue con il ritrovamento del cadavere di un etiope prima e di una spogliarellista poi, entrambi collegati col mondo della droga. Il mistero si infittisce quando il medico legale rinviene una chiave nello stomaco di Vagano, il quale ha evidentemente preferito ingoiarla e farsi torturare piuttosto che consegnarla al suo assassino. Le indagini proseguono serrate, ogni componente della squadra porta il suo prezioso contributo tra una battuta e un litigio. E sono proprio i rapporti tra i membri del pool investigativo il pezzo forte di questo giallo: i personaggi sono delineati in modo impeccabile e riescono, con le loro bellissime caratterizzazioni, ad alleggerire i tragici eventi narrati.

In questo, il romanzo ricorda gli stupendi libri della spagnola Alicia Gimenez Bartlett. Gino Vignali, il Gino del duo di autori comici “Gino e Michele”, è al suo primo romanzo “da solista”. Un esordio notevole visto che confeziona un libro frizzante, con la sua immancabile verve comica, ma allo stesso tempo delicato ed avvolgente. Veramente un piacere leggerlo.

Il nome del vento di Patrick Rothfuss. La recensione

Patrick Rothfuss ha scritto una saga fantasy unica, completamente diversa da tutte le altre. Un perfetto mix tra Harry Potter, Il signore degli anelli e Game of Thrones. Il libro racconta la storia di Kvothe, seguendolo in tutte le fasi della sua crescita assumendo così i tratti del romanzo di formazione.

Fin da piccolo Kvothe vaga per tutta Temerant, di città in città, con i suoi genitori e il gruppo di Edema Ruh, una dinastia di teatranti e cantastorie nomadi. Un giorno, tornando all’accampamento, trova tutti i suoi compagni uccisi e dilaniati. Nascostosi per la paura, intravede un gruppo di figure oscure avvolte in una strana e cupa ombra e circondati da fuochi blu. Sono i Chandrian, personaggi di cui si sa poco o niente, citati solo in alcune antiche fiabe da bambini. Kvothe, spaventato e solo, inizia a vagare senza meta, vivendo prima nascosto nei boschi e poi per le strade di Tarbean e delle altre città che incontra nel suo cammino.

Pian piano decide di mettere a frutto gli insegnamenti del suo anziano maestro Abenthy, un “arcanista” che aveva iniziato a svelargli qualche trucchetto: farà di tutto per entrare all’Accademia e studiare da arcanista. Qui incontrerà amici fedeli, ragazze ammalianti, strozzini e potentissimi nemici e, tra mille avventure, porterà avanti il suo unico vero obiettivo: scoprire di più sui Chandrian, sugli assassini della sua famiglia, stanarli e sconfiggerli. La storia di questo primo volume della saga abbraccia tutta la giovinezza di Kvothe.

Lo vediamo crescere e maturare, diventare responsabile e commettere tremendi errori. Lo seguiamo nei difficili approcci amorosi e nelle difficoltà economiche, nei momenti di euforia e in quelli di estrema tristezza.

Fino ad arrivare al libro successivo, La paura del saggio, edito anch’esso da Mondadori. La scrittura di Rothfuss è incredibilmente avvincente e poetica. Kvothe resterà dentro di voi per sempre, non lo dimenticherete e faticherete a non immedesimarvi in lui o a non chiedervi cosa avrebbe fatto Kvothe in determinate situazioni della vostra vita. Un libro consigliato davvero a tutti, anche e soprattutto a chi non ama il fantasy.

Scomparsa di Florencia Etcheves. La recensione

Con lo scopo di studiare le conseguenze della violenta eruzione del vulcano Tunik, la professoressa Roviralta organizza una gita a El Paraje, in Patagonia, nel sud dell’Argentina; per le cinque studentesse sedicenni del prestigioso collegio di Buenos Aires è un’occasione unica per evadere dalla monotonia scolastica e sperimentare le libertà della vita. Una volta arrivate in Patagonia non riescono a resistere al fascino della fuga proibita ed “evadono”, all’insaputa della professoressa Roviralta, per andare a ballare. Al momento di tornare però una di loro manca all’appello: Cornelia Villalba è scomparsa, e nessuna di loro ha idea di dove possa essere. Nessuna traccia, se non una catenina ritrovata nella neve; le indagini sono un buco nell’acqua e non portano a nessuna pista da seguire. La scomparsa della loro compagna di classe segna in modo indelebile l’esistenza delle studentesse, che si portano dietro il vuoto doloroso e la rabbia data dal non sapere cosa sia successo a Cornelia: di lei non si saprà più nulla.

Dieci anni dopo Pipa Pelari, una delle ragazze che erano con Cornelia Villalba in Patagonia, è diventata un’agente di polizia in forza alla squadra omicidi. Ritrovatasi insieme alle altre ex compagne in occasione di una messa commemorativa in memoria di Cornelia, Pipa riprecipita nell’incubo che aveva tentato di scacciare e, fomentata dalla madre di Cornelia che vive nella convinzione che la figlia non sia mai morta, riapre le indagini; scopre così che a partire dalla scomparsa dell’amica, anno dopo anno, è stato pubblicato un necrologio sul giornale da qualcuno che è voluto restare anonimo.  Le ricerche condurranno Pipa Pelari in un turbinio di angosce e paure che credeva ormai sopite, portandola a scoperchiare il marcio che accomuna bassifondi e salotti lussuosi della società argentina.

Florencia Etcheves , nota giornalista argentina di cronaca nera, ha vinto per ben due volte il premio Martin Fierro come miglior giornalista donna. Il suo lavoro la porta ad essere a stretto contatto con i casi criminali più eclatanti del suo paese, e sfrutta questa “familiarità” per scrivere in maniera egregia questo piacevolissimo giallo in salsa argentina.

 

Scomparsa
di Florencia Etcheves
Marsilio
18 euro

Miami Blues di Charles Willeford. La recensione

Il detective Hoke Moseley, cronicamente depresso e sempre squattrinato, vive all’Eldorado: un albergo fatiscente popolato da immigrati cubani e pensionati abbandonati a se stessi. Reduce da un divorzio che lo ha relegato a una vita squallida e decadente, Moseley affoga spesso i suoi dolori nell’alcool.

Il suo destino si incrocerà, in una torrida Miami, con quello di Freddie Frenger, detto Junior, appena uscito dalla galera di San Quentin. Junior, atterrato all’aeroporto di Miami con in tasca un buon numero di carte
di credito rubate, si imbatte subito in Martin, un Hare Krishna che prova ad attaccar bottone ignaro della pericolosità del suo interlocutore. Junior infatti reagisce spezzandogli un dito e provocandone la morte per shock. Il detective Moseley si reca quindi all’aeroporto per indagare sull’accaduto; il caso però non è semplice, le circostanze sono poco chiare e i testimoni latitano.

Nel frattempo Junior, che ha con se solo le carte di credito rubate e una valigia trafugata in aeroporto, prende una camera all’International Hotel dove chiede di avere una squillo; conosce in questo frangente Susan, una ragazza giovanissima e decisamente ingenua. Junior ne approfitta e la ascolta, la fa parlare e la corteggia, riuscendo a conquistarla all’istante. Decide quindi di “fidanzarsi” con Susan, in arte Pepper, e di trasferirsi nel suo appartamento, così da avere una base sicura e anonima per la sua temporanea vita da
impostore in quel di Miami. Susan lo accudirà, sottostando ai suoi voleri, e non accorgendosi della sua vita da ladro e assassino.

Hoke Mosley, intanto, subisce un subdolo attacco mentre è nella sua squallida camera all’Eldorado: viene massacrato di botte e gli viene rubata al dentiera. Inizierà quindi ad indagare su più fronti e a dare la caccia
a Junior.

Un romanzo noir, ma che di noir ha solo il pretesto, incorniciato in una caldissima Miami, città crudele ed affascinante allo stesso tempo. Charles Willeford usa una scrittura avvolgente e assolutamente non frenetica, soffermandosi sulla quotidianità immorale dei due protagonisti che viene descritta in maniera accattivante e seducente, tanto da farvici affezionare. Da questo bellissimo romanzo ha tratto ispirazione Quentin Tarantino per realizzare “Pulp Fiction”.

 

Miami Blues
di Charles Willeford
Feltrinelli
17 euro