mercoledì, 7 Maggio 2025
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Verso un’università inclusiva e solidale, Unifi aderisce alla rete degli atenei per la pace

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Nasce ufficialmente oggi, giovedì 10 dicembre, in occasione della giornata internazionale per i Diritti umani, la Rete delle Università per la Pace a cui aderisce anche l’Ateneo fiorentino.

Alle ore 10 un’iniziativa nazionale, coordinata dalla Conferenza dei rettori delle Università italiane (Crui), sancirà l’esordio ufficiale del network, alla quale parteciperà anche il ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi (programma e maggiori info sulla rete delle Università per la Pace).

 

In occasione dell’avvio della rete nazionale l’Università di Firenze organizza l’incontro “Verso un’università inclusiva e solidale: il contributo di UniFI”. L’iniziativa, che si svolgerà online alle ore 11.30 su https://meet.google.com/aqm-uhjf-fye, darà conto dei progetti e delle iniziative realizzate dall’Ateneo negli ambiti della cooperazione, dell’inclusione e della sostenibilità. Fra gli altri interventi, sono previsti quelli della delegata per la cooperazione Mirella Loda, del titolare della Cattedra Unesco “Sviluppo umano e cultura di pace” Paolo Orefice, del delegato presso la Rete delle Università per la Pace Alberto Tonini e della delegata ai rapporti con il Polo universitario penitenziario Toscano Maria Grazia Pazienza. Il programma completo dell’iniziativa è disponibile online.

Fra le finalità della rete, promuovere all’interno della comunità universitaria l’attenzione alla costruzione della pace – nelle attività di ricerca, formazione e terza missione -, favorire la nonviolenza come approccio alla gestione dei conflitti e contribuire all’analisi delle cause delle disuguaglianze, del sottosviluppo e della povertà e al loro superamento.

Nel pomeriggio, alle ore 14, le iniziative Unifi dedicate alla pace proseguiranno con un secondo incontro, intitolato “La Pace come professione”, con la partecipazione di neo-laureati fiorentini che racconteranno le proprie esperienze di lavoro e tirocinio. Online su https://meet.google.com/gto-qkie-bax

Cashback come pagare nei negozi aderenti, le transazioni valide, l’app IO

Inizia la corsa agli “acquisti elettronici” con un boom di registrazioni sull’app IO, ma come pagare, con il cashback di Stato in pieno svolgimento, quali sono i negozi aderenti e le transazioni valide per ottenere il rimborso del 10% sui propri acquisti? La partenza del piano cashless, pensato per favorire l’uso della moneta elettronica, inizialmente era stata fissata a gennaio, ma il governo ha deciso di anticipare la prima iniziativa già a dicembre 2020, con l’extra cashback di Natale.

Per il cashback non bisogna pagare con l’app IO, ecco come fare

Rispondiamo subito a un dubbio comune: non bisogna pagare tramite l’app IO, per ottenere il cashback del 10%, ma basta registrare le proprie carte sull’applicazione e poi fare acquisti nei negozi fisici aderenti usando il bancomat, la prepagata o la carta di credito che abbiamo precedentemente inserito su IO. Non è necessario mostrare l’app IO al momento del pagamento, perché il cashback funziona in modo automatico, e l’applicazione non consente pagamenti elettronici in negozio.

Niente paura quindi se, registrando il bancomat sull’app nella sezione “metodi di pagamento” compare il messaggio “Le carte Pagobancomat non consentano di pagare tramite IO”: è possibile partecipare senza problemi al cashback di Stato, ma non usare quella stessa carta per pagare i servizi pubblici attraverso l’applicazione (ad esempio la tassa sui rifiuti del proprio Comune, una multa e via dicendo).

Dal Bancomat al Bancoposta: con quali carte e app si può pagare

Se si è maggiorenni, si può partecipare al cashback registrando sulla app IO le proprie carte di pagamento, anche più di una senza alcun numero massimo: bancomat (ossia circuito Pagobancomat), carte di debito che si appoggiano a circuiti internazionali, carte prepagate, carte fedeltà per il pagamento di circuiti privati, app di pagamento. Per alcune però bisognerà aspettare che il sistema vada a regime, ad esempio per chi usa Google Pay e Apple Pay per pagare con il telefonino: in questi casi il cashback scatterà da gennaio in poi.

Al momento ecco quali sono le carte abilitate all’extra cashback di Natale:

  • American Express
  • Maestro
  • Pagobancomat
  • Postamat, Bancoposta e Postepay (per il circuito Maestro si può aderire dall’app Bancoposta)
  • Mastercard
  • Visa e Carta V-pay
  • App Bancomat Pay
  • App Satispay

Al momento sono quindi sono esclusi i circuiti Diners e JCB, le app Samsung Pay, PayPal, Google Pay e Apple Pay, mentre per alcuni Pagobancomat con circuito internazionale Maestro e V-Pay è previsto un’abilitazione parziale al cashback. Le carte supportate saranno via via aggiornate ed è possibile controllare sul sito Cashless Italia quelle aderenti.

Come pagare con la carta: i negozi aderenti e le transazioni valide per il cashback

Come detto, per ottenere il rimborso del 10% basta pagare con la propria carta, registrata sull’app IO, nei negozi fisici aderenti o per l’opera degli artigiani (idraulico, elettricista, ecc), non valgono gli acquisti online o per l’attività d’impresa o professionale oppure gli addebiti ricorrenti come quelli delle bollette (qui le spese che rientrano nel cashback). Le attività commerciali devono però essere dotate di POS (ossia del lettore delle carte) collegati a circuiti abilitati per il cashback, quelli che in gergo vengono chiamati “acquirer convenzionati”.

Non esiste un elenco dei negozi aderenti, in sostanza basta chiedere al commerciante se il sistema di pagamenti elettronici a cui si affida è abilitato per il cashback, quelli che consentono la partecipazione all’iniziativa sono i più diffusi: American Express, Axepta BNL, Banca Sella, Bacomat pay, Icrrea, Nexi Pay, PagoBancomat, Poste italiane, Satispay, Unicredit. E’ comunque possibile controllare sull’App IO il numero di transazioni valide per il cashback e la cifra spesa. I dati non vengono aggiornati in tempo reale, ma sono necessari fino a 3 giorni.

Per ottenere l’extra cashback di Natale bisogna fare almeno 10 transazioni elettroniche nei negozi aderenti, dall’8 al 31 dicembre. Il rimborso del 10% sarà pagato a febbraio sul conto corrente indicato durante la registrazione, e il bonus potrà arrivare fino a un massimo di 150 euro. Quindi la spesa massima su cui conteggiare il rimborso è di 1.500 euro, mentre per la singola transazione elettronica si ottiene il cashback su una cifra di 150 euro al massimo.

Bonus scontrini: come funziona la lotteria e come richiedere il codice

Firenze, le biblioteche riaprono al pubblico su prenotazione

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Riaprono al pubblico su prenotazione le biblioteche comunali di Firenze: dopo la battuta d’arresto dovuta alle disposizioni governative per contenere l’emergenza Covid, gli scaffali tornano a poter essere consultati dai “topi di biblioteca” fiorentini.

Biblioteche, a Firenze il prestito è su prenotazione

Durante la chiusura il Comune di Firenze aveva rimediato offrendo ai fiorentini habitue delle biblioteche la possibilità di un prestito “da asporto” ma adesso che le restrizioni si sono (un po’) allentate Palazzo Vecchio ha deciso di riaprire le biblioteche di Firenze con un sistema di fruizione su prenotazione, offrendo sì la possibilità di cercare i libri a scaffale aperto ma contingentando gli ingressi. Da oggi, 9 dicembre, è dunque possibile accedere per ritirare e restituire materiale, utilizzare le sale studio e lettura, i computer e i dispositivi digitali oltre che per cercare i volumi desiderati.

“Questa riapertura è un messaggio di speranza – sottolinea l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi – in questi mesi funestati dalla pandemia. Le biblioteche si confermano presidio civico, culturale e democratico importantissimo per tutti i cittadini e finalmente possono tornare ad essere frequentate dal pubblico in tutta sicurezza”.

Biblioteche aperte su prenotazione, come funziona

Distanza di sicurezza di almeno un metro, mascherina obbligatoria e disinfezione costante delle mani, queste le regole base per accedere alle biblioteche. Nelle biblioteche di Firenze tutto funzionerà su prenotazione: è necessario prenotare per scegliere e cercare libri a scaffale, così come per prendere in prestito dei volumi o per navigare su internet. Per leggere e studiare è possibile prenotare una postazione per fasce orarie, con un massimo di 4 prenotazioni alla settimana.  La prenotazione è personale e la postazione assegnata non può essere ceduta ad altri e viene igienizzata a ogni cambio.

Confermato il servizio gratuito di prestito a domicilio che tanto successo ha avuto nelle ultime settimane: il servizio è gratis e possono essere richiesti fino a 10 materiali contemporaneamente tra libri, riviste e prodotti multimediali.

Biblioteche aperte, ecco come prenotare

Per prenotare i servizi è possibile telefonare oppure scrivere una email. Se la prenotazione avviene per email è necessario aspettare la conferma dell’appuntamento prima di andare in biblioteca (attenzione, la BiblioteCaNova all’Isolotto accetta prenotazioni solo per telefono). Chi non fosse già iscritto al sistema bibliotecario fiorentino può iscriversi online. L’iscrizione è da confermare recandosi nella biblioteca prescelta dopo aver effettuato la propria prenotazione, con un documento di identità valido, per ritirare la tessera.

 

Contagi, in Toscana il 9 dicembre crescono i casi di Covid-19: i dati di oggi

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Secondo i dati del bollettino sul coronavirus, oggi, 9 dicembre, i nuovi contagi di Covid-19 in Toscana sono in aumento rispetto a 24 ore prima, ma rimangono stabilmente sotto quota mille. Si tratta di 505 nuovi positivi (ieri erano 428, lunedì 593, domenica 753) individuati a fronte di un numero più alto di tamponi molecolari rispetto al giorno prima (9.878 contro 8.110). 451 i test rapidi. Grossomodo stabile il rapporto tra positivi e tamponi. Dati che fanno ben sperare per un passaggio della Toscana in zona gialla prima di Natale.

Oggi in Toscana si segnalano 28 morti, per un totale dall’inizio dell’epidemia che si avvicina a quota 3.000. Scendono le persone attualmente affette da coronavirus, aumentano i ricoverati (+12), ma il numero di posti letto occupati in terapia intensiva non registra aumenti.

I contagi in Toscana al 9 dicembre, i dati di oggi sul Covid-19

  • Nuovi contagi di Covid-19 in Toscana (9 dicembre 2020): 505 (ieri erano 428)
  • Tamponi molecolari effettuati in 24 ore: 9.878 (il giorno precedente 8.110)
  • Test antigenici: 451 (ieri erano 3.001)
  • Rapporto positivi/tamponi in Toscana: 5,1% (ieri 5,3%)
  • Rapporto positivi/tamponi (esclusi i test di controllo): 18% su 2.798 persone testate
  • Attualmente positivi al coronavirus: 24.605 persone (-5,5)
  • Ricoverati nei posti letto Covid della Toscana 1.600 (+12)
  • di cui in terapia intensiva 253 (stabili)
  • decessi comunicati oggi in Toscana: 24 morti, età media 84 anni
  • guariti: oggi +1.900 persone

Coronavirus in Toscana, il punto della situazione sui contagiati al 9 dicembre

  • Contagiati dall’inizio dell’emergenza: 109.923
  • Tamponi totali dall’inizio dell’emergenza: 1.671.272
  • Decessi totali per Covid-19 in Toscana, dall’inizio dell’epidemia al 9 dicembre: 2.957
  • Guariti complessivi da febbraio a oggi: 82.361
  • Incidenza del Covid-19 in Toscana, al 9 dicembre: 2.912 casi ogni 100.000 abitanti
  • Tasso grezzo di mortalità: 79,3 decessi ogni 100.000 abitanti

La “mappa” del contagio per provincia

I dati del 9 dicembre sui contagi di Covid in Toscana provincia per provincia, in base alla residenza dei positivi:

  • 30.731 i casi totali a Firenze (156 in più rispetto a ieri),
  • 9.687 a Prato (33 in più)
  • 9.710 a Pistoia (56 in più)
  • 7.000 a Massa (48 in più)
  • 11.130 a Lucca (58 in più)
  • 15.287 a Pisa (54 in più)
  • 7.694 a Livorno (35 in più)
  • 9.852 ad Arezzo (26 in più)
  • 4.449 a Siena (24 in più)
  • 3.828 a Grosseto (15 in più)
  • 555 casi positivi notificati in Toscana, ma residenti in altre regioni.

Sul sito dell’Agenzia regionale di Sanità si trovano i grafici sull’andamento del Covid-19 in Toscana, che verranno aggiornati alle ore 18.00 di oggi. Nel tardo pomeriggio si conosceranno anche quanti contagiati ci sono in Italia oggi.

Magnetica 2020, la scuola oltre la pandemia

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Cosa sarà la scuola una volta che la pandemia sarà passata? Magnetica 2020, la biennale dell’educazione, riparte necessariamente da questa domanda. “La scuola tra paure e desideri” è il titolo della terza edizione, in programma venerdì 11 dicembre, per la prima volta in versione tutta digitale.

Una giornata di studio e riflessione per immaginare nuove prospettive e nuovi orizzonti per il futuro della scuola, considerazioni da tempo avviate e che la pandemia ha accelerato.

A Magnetica 2020 interverranno esperti del settore con un programma diviso in tre momenti. Una prima parte di relazioni, con focus sul tema delle disuguaglianze, dell’inclusione e della disabilità, della crescita e dell’adolescenza.

Magnetica 2020, la Biennale dell’educazione si fa online

Una seconda parte dedicata al racconto di esperienze realizzate nel periodo della pandemia, per tracciare nuove geometrie educative dove poter immaginare soluzioni che vadano oltre i curricola disciplinari, dei gruppi classe strutturati per età e dello spazio fisico. Infine uno speciale workshop sull’inclusione, curato da Dario Ianes, docente di pedagogia speciale alla Libera università di Bolzano, dedicato a tutti coloro che vorranno confrontarsi sul tema portando la propria esperienza e cercando al contempo nuove strade da percorrere.

Magnetica è un progetto ideato da Fondazione CR Firenze con Vita, in collaborazione con l’Istituto Nazionale Documentazione Innovazione, Ricerca Educativa (Indire) e l’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana e con il patrocinio del Comune di Firenze.

L’evento sarà integralmente trasmesso in streaming sulla pagina Facebook di Vita, piattaforma editoriale che si occupa di terzo settore. È possibile registrarsi all’evento da questa pagina. Maggiori informazioni e il programma completo su www.scuolamagnetica.eu.

Estetista, il corso di formazione è gratis

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AAA Estetista cercasi, e per imparare i trucchi del mestiere è possibile frequentare un corso di formazione totalmente gratis. A organizzare il corso, destinato ai ragazzi tra 16 e 18 anni che abbiano frequentato dieci anni di scuola, è IAL Toscana, ente formativo della Cisl accreditato dalla Regione Toscana.

Corso di formazione, in Toscana si diventa estetista gratis

Il ciclo di lezioni, della durata di due anni, rilascia la qualifica di estetista-operatore del benessere. Una figura professionale molto richiesta che, in tempi di Covid, è sembrata diventare ancora più “essenziale”. In quanti si sono chiesti, subito dopo il lockdown e durante la permanenza della Regione Toscana in zona rossa, se estetiste e centri estetici avrebbero potuto riaprire e da quanto? Cerette, pulizie del viso, manicure, pedicure e trattamenti vari si sono manifestati all’improvviso in tutta la loro importanza e hanno rivelato quanto i cittadini del granducato tengano alla cura del proprio corpo.

Corsi gratis per estetista, come iscriversi e quando

Quindi, aspiranti estetisti e specialisti del benessere, accorrete: il corso gratuito (organizzato in collaborazione con Garanzia Giovani e i centri dell’Impiego della provincia di Firenze) si svolge a Firenze, nella scuola di estetica di IAL Toscana (via della Bizzarria, 29) e le iscrizioni, che è possibile effettuare sul sito, scadono il 13 gennaio 2021. Per informazioni ci si può rivolgere allo 055.3215240 o andare negli uffici di Via Benedetto Dei 2/a, Firenze.

DAD, istruzioni per l’uso. I consigli della psicologa per la didattica a distanza

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Ore e ore di fronte ad uno schermo, connessioni traballanti, difficoltà a mantenere la concentrazione e nervi che saltano. Quelli dei ragazzi e anche quelli dei genitori. Abbiamo parlato di scuola e didattica a distanza (DAD), di pro e contro, e dei problemi ad essa connessi con Francesca Safina, psicologa e psicoterapeuta a indirizzo sistemico relazionale e familiare, che ci ha dato un po’ di consigli per affrontare questo momento delicato per ragazzi e genitori con un nuovo approccio.

Scuola, DAD e privacy violata: i consigli della psicologa

Abbiamo mai pensato che far entrare i professori e l’intera classe in camera propria possa essere fonte di disagio? Il proprio spazio diventa condiviso con altri 25, più tutti gli adulti che vi guardano dentro. Non è scontato esserne felici, gioire di far vedere l’ambiente intimo e personale. Mettiamolo in conto.

Non solo scuola. La mancanza di svago e affettività

In questo momento è sparito il tempo di svago sociale per i nostri figli e le nostre figlie. Quelle ore ai giardini, persi per le vie a non far nulla, sul bus a ridere insieme. Il tempo libero per loro è vita, ossigeno puro. Mancano i sorrisi al cambio dell’ora, mancano le corse a nascondersi dalla prof, manca la parte bella dell’andare a scuola, manca anche una libertà fisica di muoversi nello spazio quartiere/città secondo le proprie scelte. Mancano, e dobbiamo ricordarcelo quando li guardiamo ruggire e soffiare per la fatica della Dad, perché il problema non è solo la didattica a distanza.

Il problema è che a loro manca il mondo affettivo dello stare immersi con i pari. Hanno il telefonino e YouTube, ma non saranno mai sostituti della socialità vera, quella fatta di “io ci sono”. Ricordiamo anche questo quando li vediamo più irritabili del solito. E allora, come possiamo contribuire noi genitori?

Condividere stati d’animo

Nessuno di noi – adulti, bambini, bambine, ragazze e ragazzi – è escluso dal tumulto emotivo. L’arrivo della seconda ondata ci ha colti già stanchi, provati, con la certezza, che non avevamo a marzo, che sarà durissima, che torneremo nell’apatia, che rischiamo l’alienazione sociale e tutto ciò che ci ha spaventato in primavera. Parliamone. Parliamo di cosa sentiamo, condividiamo la fatica, ampliamo il ventaglio di possibilità emotive che viviamo. Va bene sentirsi stanchi, arrabbiate, sfiduciati, impauriti, frustrate. Siamo insieme nella stessa tempesta e sarebbe assurdo far finta che vada tutto bene.

Siamo famiglie, abbiamo risorse e energie da condividere: sfruttiamole in momenti di sfogo comune, di abbracci, di occhi silenziosi e comprensivi. La pandemia e la Dad restano, ma se le affrontiamo per mano fanno meno paura.

Didattica a distanza, i consigli: la scuola è una zona personale dei ragazzi, pure in DAD

Che ci cambia se stanno davanti al computer col pigiama sotto? Se una volta si svegliano tardi e fanno colazione davanti al computer, con la telecamera spenta? Se abbiamo lavorato bene sulle regole e il rispetto a scuola, non avranno difficoltà a comportarsi degnamente. Lasciamo che si autoregolino (specie i più grandi della scuola secondaria). Come ogni altro comportamento che decidono di tenere a scuola è una loro responsabilità. Noi possiamo vigilare e discuterne insieme, ma la scuola è, e rimane, una loro zona personale.

Non torniamo a fare i genitori di bambini di due anni a cui va spiegato il fondamento dello stare al mondo. Lasciamo i cani da guardia in giardino, in casa permettiamogli di trovare i genitori autorevoli e solidi, ma anche comprensivi e amorevoli. Se serve rinegoziamo le regole dei dispositivi elettronici, parliamone con fermezza e comprendiamo le esigenze di tutti, per poi scegliere al meglio insieme orari e limiti di utilizzo extra scuola.

Accogliere le differenze, anche per la DAD

Ci saranno professori più adatti a fare Dad, altri più in difficoltà. Ci saranno ragazzi che reggono meglio le ore al pc, bambini e bambine che fanno tanta fatica. Rispettiamo le difficoltà di ognuno, incoraggiamo l’impegno che ci mettono, il fatto che ci provano, accogliamo la loro fatica. Nessuno deve andare in guerra contro nessun altro, ciascuno può tentare di fare il possibile con la persona che è oggi, con le risorse che ha, con i limiti che possiede come essere umano. Anche di fronte alla didattica a distanza.

In conclusione, uno dei migliori consigli per affrontare la didattica a distanza (DAD). Siamo tutte stanche e tutti stanchi. Stiamo vivendo un momento di trauma collettivo, non è un semplice anno da dimenticare e, come ogni evento straordinario, richiede risorse fuori dall’ordinario. Continuiamo a provarci, con tutto l’impegno, l’amore e la passione che abbiamo in corpo e in famiglia.

Rocambolesco pareggio tra Fiorentina e Genoa

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Un pareggio thrilling tra Fiorentina e Genoa. L’ex di turno Pjaca segna all’89’, la Fiorentina pareggia al 98’ con Milenkovic. Una partita che nel primo tempo non offre grandi emozioni e si scalda nella ripresa con un gol annullato a Bonaventura e due reti sul filo di lana. Un punto a testa che serve a poco. Entrambe le squadre rimangono in piena zona retrocessione. Prandelli conferma Vlahovic al centro dell’attacco con ai lati Callejon e Ribery, Pulgar in regia coadiuvato da Amrabat e Castrovilli, in difesa Caceres terzino destro. Maran, che rischia la panchina, sceglie Masiello come laterale sinistro e Lerager a centrocampo. Davanti, il tandem Shomurodov-Scamacca.

Primo Tempo

Poche azioni tra due squadre impaurite e con poche idee in attacco. Vlahovic mostra ancora una volta grandi limiti come finalizzatore. Ribery sembra aver perso la mira della passata stagione, Callejon continua ad essere fuori forma. Nel Genoa Sturaro e Scamacca ci provano ma senza grandi risultati. Al 2’ ci prova Pulgar su punizione e Marchetti devia in angolo. Al 17’ Scamacca serve Sturaro ma Dragowski para. Al 31’ Castrovilli serve Vlahovic che trova libero Ribery. Il tiro però si perde alto, sopra la traversa. Passa un minuto e Scamacca sbaglia da distanza ravvicinata il possibile vantaggio. Si va al riposo senza reti.

© Tiziano Pucci – Agenzia Fotografica Italiana

Secondo Tempo

Prandelli aveva fatto entrare Bonaventura per Castrovilli infortunatosi ed è proprio l’ex Milan al 52’ a provare il colpo di testa che però non s’insacca. Al 68’ occasione viola con Vlahovic che però non concretizza anche perché ostacolato, involontariamente, da Bonaventura. Dopo un minuto Bonaventura segna ma l’arbitro Doveri, dopo aver consultato il Var, annulla in quanto l’azione era partita da un fallo, assai dubbio, commesso a centrocampo. Al 76’ Amrabat ci prova dalla lunga distanza ma il tiro, centrale, finisce tra le braccia di Marchetti. All’89’ Borja Valero perde palla centrocampo, Destro riesce a servire Pjaca che segna il classico gol dell’ex e porta in vantaggio il Genoa. Nel lungo recupero ci prova Eysseric ma è soprattutto Milenkovic, al 98’, in un’area di rigore del Genoa affollatissima a trovare il tiro che sancisce il pareggio finale ed evita la terza sconfitta consecutiva per Cesare Prandelli. La divisione della posta in palio non serve alle due squadre che quest’anno dovranno lottare fino alla fine per la permanenza in serie A.

L’allenatore

Prandelli è fiducioso a fine gara. “Il gol di Milenkovic deve cambiare il vento. In due settimane non possiamo fare miracoli. Prendiamo questo punto per il morale e per come è arrivato – ha detto l’allenatore viola a fine gara – è come una vittoria. Ribery è abituato a determinare da solo, però lo raddoppiano sempre, quindi bisogna creare degli spazi per poter incidere. La classifica pesa parecchio nella testa dei giocatori. Quando parti con certe aspettative poi devi tornare sulla terra. Fino a un mese e mezzo fa c’era Chiesa che strappava e portava la palla in area, ora bisogna creare un gioco. Amrabat ha potenzialità fisiche straordinarie, ma deve imparare a giocare più veloce. Vlahovic è stato sfortunato. Dobbiamo correggere tante cose, i gol dobbiamo cercarli non solo con le punte, si lavorerà”.

Tramvia Firenze, linea per il centro: viale Lavagnini chiuso per lavori

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Per i cantieri veri e propri bisognerà attendere, ma intanto viale Lavagnini chiude nel tratto diretto alla Fortezza da Basso, per consentire i saggi archeologici, quelli che consentiranno l’avvio dei lavori per linea della tramvia diretta nel centro storico di Firenze. Si tratta della variante al tracciato della linea 2, che poterà i binari dalla Fortezza a piazza Libertà e piazza San Marco, garantendo così un collegamento tra la T1, la zona centrale e la futura linea 3 per Bagno a Ripoli.

I primi “lavori” per la variante al centro storico della tramvia  di Firenze (linea 2.1)

Gli scavi archeologici sono stati richiesti dalla Soprintendenza a Publiacqua, per consentire successivamente lo spostamento di una grande tubazione dell’acquedotto dal centro al lato del viale, si tratta di una condotta con un diametro da 1,2 metri. La prima fase dei saggi è iniziata lunedì 7 dicembre e riguarda 3 punti di viale Lavagnini fino al prossimo 13 dicembre: il primo in corrispondenza dell’incrocio tra i viali Strozzi e Lavagnini, il secondo a metà del tratto e l’ultimo poco prima dell’incrocio con via Leone X.

I lavori per portare il tram fino a piazza San Marco saranno i primi a partire tra quelli previsti per il futuro sviluppo della rete, dalla linea per Firenze sud a quella per le Piagge.

Viale Lavagnini chiude, come cambia la circolazione vicino alla Fortezza e il percorso alternativo

Le limitazioni al traffico saranno molto simili a quelli che entreranno in vigore per posare i binari tra la Fortezza e piazza della Libertà. In particolare questi primi “lavori” per la variante al centro storico della tramvia (linea 2.1 VACS, come la chiamano i tecnici) prevedono divieti di transito in viale Lavagnini nel tratto da via Leone X e viale Strozzi, in direzione della Fortezza, e obbligo di svolta in via Leone X per i veicoli che arrivano da piazza della Libertà. Chiuso anche il controviale, con deroghe per i mezzi di soccorso. In pratica da piazza della Libertà, dirigendosi verso la Fortezza, si può arrivare solo al semaforo a metà del viale, poi è obbligatorio girare a destra. Per questo, da piazza della Libertà verso la Fortezza da Basso, è consigliato percorrere viale Milton.

Previsti inoltre restringimenti di carreggiata in viale Lavagnini (da via Poggi verso via Leone X) e in viale Strozzi all’incrocio con viale Lavagnini: qui è stata chiusa una corsia verso via dello Statuto, mentre l’altra resterà percorribile. Chi arriva da viale Fratelli Rosselli ed è diretto in via dello Statuto deve dirigersi in viale Lavagnini e al semaforo girare a sinistra in via Leone X per poi raggiungere il ponte provvisorio sul Mugnone e imboccare via XX Settembre. Con questi primi lavori per la tramvia verso il centro, niente cambia per il traffico che da viale Rosselli va verso viale Belfiore: il sottopasso intorno alla Fortezza (viale Strozzi) rimane percorribile normalmente.

Quando posso andare dal parrucchiere fuori comune (in zona arancione)

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È uno dei dilemmi in zona rossa e arancione: posso andare dal parrucchiere di fiducia se si trova fuori comune di residenza o domicilio, in una città vicina? Le disposizioni dell’ultimo Dpcm del 3 dicembre hanno confermato le aree ad alto rischio Covid (il sistema dei “colori delle regioni”) e prolungato le limitazioni per chi si muove, anche per chi vuole cambiare acconciatura o dare un ritocchino al taglio di capelli.

A differenza di quando successo durante il lockdown, barbieri e coiffeur possono restare aperti in tutto il Paese, indipendentemente dal “colore” delle singole regioni. Se in zona arancione non sono consentiti gli spostamenti fuori comune, in zona rossa bisogna giustificare ogni uscita, ma in entrambi i casi si può andare dai parrucchieri presenti nel proprio comune, perché il decreto permette di recarsi negli esercizi rimasti attivi. Le regole cambiano però per chi si muove tra comuni diversi e verso un comune vicino.

Zona rossa e arancione: posso andare dal parrucchiere di fiducia in un altro comune?

Sul sito del governo manca una spiegazione al riguardo e in più parti d’Italia le associazioni di categoria hanno chiesto chiarimenti riguardo agli spostamenti fatti in zona rossa e arancione per andare dal parrucchiere o dalla parrucchiera di fiducia che si trova però fuori dal comune dove abita il cliente. La regola generale è che si può andare in un altro comune, fuori dai propri “confini” solo se nella cittadina in cui si abita non è presente un negozio di parrucchiere.

Ci sono però delle “deroghe”. Alcune Regioni hanno emanato ordinanze ad hoc: si tratta di interpretazioni del Dpcm, perché gli enti locali secondo la legge non possono introdurre allentamenti rispetto alle norme nazionali.

In Toscana si può andare fuori comune per tagliarsi i capelli dal parrucchiere?

In Toscana a fare chiarezza sul taglio di “capelli fuori comune” è arrivata un’ordinanza firmata dal governatore Eugenio Giani dopo il passaggio in zona arancione: secondo il provvedimento sono consentiti gli spostamenti in un altro Comune limitrofo per “usufruire, in caso di rapporto fiduciario consolidato, di attività e servizi alla persona” per esempio per andare dal parrucchiere o dall’estetista.

L’ordinanza specifica che anche per questo tipo di spostamenti è necessario compilare l’autocertificazione e che il viaggio è giustificato solo nei comuni vicini. La stessa regola vale anche per recarsi in supermercati più convenienti in un comune diverso ma limitrofo a quello di residenza o domicilio e per i ristoranti da asporto.