mercoledì, 14 Maggio 2025
Home Blog Pagina 536

Mutui, coronavirus: il decreto e la sospensione delle rate

Una moratoria sui mutui, a seguito dell’emergenza coronavirus: la bozza del decreto fiscale del 15 marzo prevede una sospensione per un anno e mezzo del pagamento delle rate per chi è in difficoltà, anche per i lavoratori autonomi e liberi professionisti. Il governo sta mettendo a punto per questo un fondo a garanzia di 500 milioni di euro.

Coronavirus, come funzione la sospensione dei mutui per la prima casa

In particolare, secondo la prima stesura del documento, questa misura straordinaria prevede lo stop delle rate del muto sulla prima casa per 18 mesi per le famiglie in difficoltà economica, senza necessità di presentare l’Isee.

La bozza del decreto, attualmente in discussione (e che quindi potrebbe essere modificata nelle prossime ore), prevede un allargamento della platea di chi potrà godere del Fondo Gasparrini, il fondo di solidarietà fino ad oggi riservato alle famiglie in difficoltà per la perdita del lavoro, morte di un componente del nucleo familiare o non autosufficienza.

Moratoria anche per i lavoratori autonomi

Stando alla bozza del decreto, lo stop ai muti sulla prima casa interesserà inoltre i lavoratori autonomi e ai liberi professionisti, che auto-certificheranno per i tre mesi successivi al 21 febbraio 2020 un calo del fatturato superiore al 33% a causa della chiusura o delle limitazioni alla propria attività a seguito l’emergenza per il coronavirus.

Le altre misure del decreto fiscale

La bozza del decreto fiscale, discusso dal governo il 15 marzo, prevede anche altre misure d’emergenza per sostenere l’economia, come ad esempio il voucher baby sitter (qui il focus) e il congedo parentale straordinario per le famiglie con figli piccoli (qui i dettagli).

Coronavirus, i dati del 15 marzo: 151 nuovi casi e un morto in Toscana

Altri 151 casi positivi al coronavirus, un morto in più ma anche un paziente guarito: questi i numeri del bollettino di domenica 15 marzo sulla situazione coronavirus in Toscana. Intanto il presidente della Regione Enrico Rossi ha annunciato che nella giornata di oggi sono state distribuite 94 mila mascherine in Toscana.

I 151 casi registrati in Toscana nelle 24 ore dal precedente bollettino portano il totale dei contagiati dall’inizio dell’emergenza a 781. Da ieri, purtroppo, si conta anche un deceduto in più, un ottantottenne di Poggibonsi che era ricoverato alle Scotte di Siena dal 7 marzo scorso.

Coronavirus, i dati sul contagio in Toscana al 15 marzo

Il totale dei morti per cause legate al coronavirus in Toscana ad oggi, 15 marzo, è di 10 persone. Come precisa però la Regione in una nota, sarà l’Istituto superiore di sanità a stabilire se le morti siano da attribuire al coronavirus o se il virus abbia peggiorato altre condizioni già presenti. Si tratta infatti di persone tra i 70 e i 98 anni che già soffrivano di altre patologie.

C’è un guarito in più rispetto a ieri, o per meglio dire un “negativizzato”. Le guarigioni virali salgono così a 7, quelle cliniche a 5 per un totale di 12 pazienti guariti dal coronavirus in Toscana.

Al netto dei guariti e dei deceduti, i casi attualmente positivi al coronavirus  in Toscana sono 759. I ricoverati in ospedale sono 282 e 107 di questi si trovano in terapia intensiva.

Coronavirus a Firenze, 31 nuovi casi (14 marzo)

Nella provincia di Firenze si sono registrati 30 nuovi casi di positivi al coronavirus nella giornata di domenica 15 marzo. Salgono così a 162 i positivi nel territorio della Città metropolitana di Firenze, la più colpita dal virus in Toscana.

Per quanto riguarda le altre province toscane, i casi sono così ripartiti: 79 Pistoia, 42 Prato (totale Asl centro: 283), 130 Lucca, 108 Massa-Carrara, 71 Pisa, 50 Livorno (totale Asl nord ovest: 359), 38 Grosseto, 60 Siena, 41 Arezzo (totale sud est: 139).

Il numero totale dei tamponi esaminati dal 1° febbraio è di 5.132 tamponi. Un dato che non corrisponde al numero dei pazienti visto che in alcuni casi sono stati effettuati più test per lo stesso paziente.

Questi i numeri trasmessi al Ministero dall’assessorato alla salute della Regione Toscana prima delle 16.30 di oggi.

Per quanto riguarda gli isolamenti domiciliari (dato aggiornato alle 12 di oggi), il numero è di 7.443, 1.259 in più rispetto a ieri.

Tra questi, 3.725 sono i presi in carico attraverso i numeri dedicati, attivati da ciascuna Asl. Di quest’ultimi sono 2.163 nella Asl centro (Firenze – Empoli – Prato – Pistoia), 142 persone nella Asl nord ovest (Lucca – Massa Carrara – Pisa – Livorno) e 277 nella sud est (Arezzo – Siena – Grosseto). Gli altri 3.718 sono cittadini che hanno avuto contatti stretti con casi positivi: 573 nella Asl Centro, 1.632 nell’Asl Nord Ovest e 1.513 nell’Asl Sud Est.

La Toscana distribuisce 94 mila mascherine

“Attraverso Estar distribuiremo nella sola giornata di oggi 94 mila dispositivi sicuri, certificati o testati“, ha annunciato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. “Si tratta – ha detto – di 40 mila mascherine a marcatura CE, idonee dunque a tutti gli effetti, e di 54 mila autoprodotte in Toscana in tessuto non tessuto a triplo strato e con elastico, già testate dal dipartimento di chimica dell’Università di Firenze, di qualità certamente migliore rispetto a quelle della Protezione civile nazionale e che riceveranno secondo le procedure la validazione dell’Istituto superiore di sanità nelle prossime ore”.

Voucher baby sitter: come funziona il bonus

C’è anche il voucher baby sitter, un bonus da 600 euro per genitori con figli piccoli, nel pacchetto di aiuti alle famiglie previsto nella bozza del decreto “salva economia” del 15 marzo, all’esame del governo, contro l’emergenza coronavirus 2020. Il voucher baby sitter è aumentato a mille euro per medici e personale sanitario.

Voucher baby sitter, come funziona il bonus 2020

Il voucher ha un valore di 600 euro, da utilizzare per coprire le spese di chi offre servizi di baby sitter. I requisiti sono minimi: il bonus baby sitter si applica infatti a tutte le famiglie con figli di età inferiore ai 12 anni, rimasti a casa dopo la chiusura della scuola in tutta Italia per l’emergenza coronavirus 2020. Il buono viene erogato mediante il libretto famiglia.

Voucher baby sitter aumentato per medici e personale sanitario

In questi giorni di emergenza c’è una categoria di lavoratori messi più a dura prova degli altri. È quella del personale sanitario, medici, infermieri, ricercatori ed esperti di laboratorio che prestano servizio: tutti loro avranno diritto a un voucher baby sitter aumentato, dal valore di mille euro, anziché a 600.

Coronavirus: baby sitter o congedo parentale?

Le famiglie potranno scegliere tra il bonus baby sitter o una delle altre misure contenute nel decreto per l’emergenza coronavirus 2020: il congedo parentale. Si tratta di un congedo straordinario dal lavoro fino a 15 giorni per i genitori che hanno necessità di restare a casa per accudire i figli. In questo periodo riceveranno una retribuzione pari al 40% del normale stipendio. Tutti i dettagli sul congedo parentale.

Coronavirus, ecco il congedo parentale straordinario per il 2020

Coronavirus, il decreto del governo

Oltre alle misure di sostegno alle famiglie, il decreto approvato dal governo il 15 marzo introduce nuovi ammortizzatori sociali e strumenti di sostegno all’economia per l’emergenza coronavirus 2020. Sono previste, tra le altre cose, misure per la sospensione del pagamento di mutui e affitti, un taglio alle bollette, al pagamento di alcune tasse e imposte, oltre alla proroga di alcune scadenze fiscali.

Coronavirus, ecco il congedo parentale straordinario per il 2020

Fino a 15 giorni di congedo parentale straordinario per poter assistere i figli durante l’emergenza coronavirus: è una delle misure straordinarie a sostegno delle famiglie per l’anno 2020 contenute nella bozza di decreto all’esame del governo.

Il congedo parentale straordinario è rivolto alle famiglie con figli piccoli in cui uno o entrambi i genitori hanno necessità di restare a casa nel periodo in cui la scuola resterà chiusa.

Come funziona il congedo parentale

I lavoratori con figli di età inferiore ai 12 anni hanno diritto a 15 giorni di congedo parentale straordinario. I giorni di congedo potranno essere utilizzati tutti di seguito oppure frazionati, a selta. In questo periodo riceveranno una retribuzione pari al 50% del normale stipendio, oppure a 1/365 del reddito.

Possono usufruire del congedo parentale straordinario anche i genitori con figli tra i 12 e i 16 anni, ma questi non riceveranno nessuna indennità né avranno il riconoscimento della contribuzione figurativa. Per tutti vale però il divieto di licenziamento e il diritto alla conservazione del posto di lavoro. Per i figli con disabilità non ci sono invece limiti di età.

Congedo parentale e Inps, chi ne ha diritto

La misura si applica sia alle madri che ai padri e vale per tutti i lavoratori dipendenti, privati e pubblici, e per i lavoratori autonomi. Vale anche per chi è iscritto in via esclusiva alla Gestione separata. I lavoratori autonomi iscritti all’Inps che richiederanno il congedo parentale riceveranno un’indennità pari al 50% della retribuzione convenzionale prevista dalla legge.

Lo stanziamento previsto dal decreto per il congedo parentale straordinario durante l’emergenza coronavirus 2020 sarebbe di circa un miliardo di euro. Secondo le stime, i potenziali beneficiari sono circa 1,3 milioni di lavoratori.

Coronavirus: negozi chiusi? Supermercati aperti? Cosa prevede il decreto

L’alternativa al congedo parentale: il voucher baby sitter

In alternativa al congedo parentale straordinario, i genitori di figli piccoli possono accedere al voucher baby sitter, un’altra misura introdotta dal decreto “salva economia” per l’emergenza coronavirus 2020.

Voucher baby sitter: come funziona il bonus

Il voucher baby sitter è un bonus dal valore di 600 euro che può essere utilizzato per coprire le spese della tata per i figli. Per i genitori che prestano servizio nel sistema sanitario il voucher sale al valore di 1.000 euro.

Coronavirus, 160 nuovi casi e quattro morti in Toscana: i dati del 14 marzo

Altri 160 casi positivi al coronavirus e quattro morti in più rispetto a ieri: questi i dati relativi alla regione Toscana secondo quanto comunicato dalla Protezione civile con il bollettino aggiornato al pomeriggio di oggi, sabato 14 marzo.

In totale, i casi in Toscana salgono a 614 positivi al coronavirus. Di questi, 160 sono ricoverati con sintomi negli ospedali, 26 in più rispetto a ieri. Sale anche il numero dei pazienti in terapia intensiva, altri 10 nuovi casi che portano il totale a 87. I pazienti in isolamento domiciliare sono 367, aumentati di 123 unità da ieri.

Coronavirus, il quadro del contagio in Toscana al 14 marzo

Ad oggi, sabato 14 marzo, il coronavirus ha causato 9 morti in Toscana, quattro in più rispetto a ieri. Si tratta di 8 uomini e una donna di età compresa tra i 70 e i 98 anni. Tutti, informa la Regione, erano già affetti da patologie concomitanti. Tre risiedevano in provincia di Lucca, tre in provincia di Massa Carrara, uno ciascuno in quelle di Pistoia, Pisa e Livorno.

Non cambia invece il numero dei guariti, che restano 10. Il totale dei casi, contando positivi, deceduti e guariti, sale a 630, +160 nell’ultimo giorno.

Sostanzioso l’aumento dei tamponi, 546 nuovi test completati nelle ultime 24 ore e un totale che sale a 4595.

I dati riportati sono quelli comunicati oggi alle ore 16.30 dagli uffici dell’assessorato alla salute della Regione Toscana. Dati che sono stati poi recepiti dalla Protezione civile per il consueto aggiornamento delle 18.

Coronavirus a Firenze, 31 nuovi casi (14 marzo)

Nella provincia di Firenze si sono registrati 31 nuovi casi di positivi al coronavirus nella giornata di sabato 14 marzo. Salgono così a 132 i positivi nel territorio della Città metropolitana di Firenze, la più colpita dal virus in Toscana.

Al secondo posto c’è la provincia di Lucca con 96 casi (+17 da ieri), seguono Massa Carrara con 88 (+23), Pistoia con 63 (+15), Pisa con 62 (+11). In provincia di Siena sono 58 (+17), a Livorno 40 (+13), a Prato 33 (+7). Chiudono Grosseto con 31 (+15) e Arezzo con 27 (+11). Il che porta ad un totale per la Asl centro di 228, per la Asl nord ovest di 286 e per la Asl sud est di 116.

Ad oggi sono 6 le guarigioni virali (casi negativizzati), 5 le guarigioni cliniche e 630 i casi attualmente positivi.

La Coop chiude prima: stop alle 20 in tutti i negozi Unicoop Firenze

Tutti i punti vendita della Coop a Firenze anticiperanno la chiusura alle ore 20, a partire da lunedì 16 marzo. Una decisione, spiega Unicoop Firenze, necessaria per “garantire il rifornimento delle merci in condizioni di sicurezza e per assicurare a soci e clienti la reperibilità della merce sugli scaffali”. I negozi Coop resteranno regolarmente aperti sabato e domenica.

Coronavirus, alla Coop di Firenze chiusura alle ore 20

“Il nostro impegno in questo difficile momento – spiega Unicoop Firenze in una nota – è quello di potere garantire a tutti una spesa sicura, soprattutto nei generi di prima necessità”.

Coronavirus: negozi chiusi? Supermercati aperti? Cosa prevede il decreto

Per questo i 104 punti vendita di Unicoop Firenze anticiperanno la chiusura alle ore 20 a partire da lunedì 16 marzo. Una misura che consentirà ai dipendenti e ai fornitori della cooperativa a continuare nelle regolari operazioni di approvvigionamento nella massima sicurezza.

Già nei giorni scorsi Unicoop Firenze si era adeguata alle nuove norme imposte per l’emergenza per il contagio da coronavirus. L’accesso ai punti vendita era stato contingentato per evitare assembramenti all’interno e all’esterno. Inoltre, Unicoop Firenze ha attivato un servizio di consegna della spesa a domicilio.

Coop, anche la spesa al supermercato è a “numero chiuso”

Le buone regole per una spesa sicura

Unicoop Firenze ha anche diffuso un elenco di 18 buon regole per fare una spesa sicura in questi giorni di emergenza.

Prima di partire di casa

  1. Fai la lista di ciò che ti è necessario verificando lo spazio che hai a disposizione per conservare i prodotti in casa
  2. Concentra il più possibile gli acquisti per fare la spesa con meno frequenza possibile. I prodotti saranno disponibili perché i negozi vengono riforniti tutti i giorni.
  3. Se possibile, recati nei punti vendita che conosci meglio e di cui sai già la collocazione dei prodotti.
  4. Se possibile vai a far la spesa da solo ed evita assolutamente di portare con te i bambini o le persone anziane.
  5. Evita di recarti nei punti vendita nei momenti di massimo afflusso e scegli giorni e orari meno frequentati.
  6. Se quando arrivi al supermercato noti che ci sono molte persone, rimanda la spesa a un orario meno frequentato. Se non ti è possibile rimandare la spesa, rispetta la fila mantenendo la distanza di sicurezza di almeno un metro fra te e gli altri.

Nel punto vendita

  1. Leggi con attenzione le indicazioni del tuo punto vendita e attieniti in maniera scrupolosa a quanto suggerito per tutelare la salute tua e di tutti.
  2. Disinfettati le mani prima di entrare, il gel disinfettante lo trovi presso il box accoglienza, se preferisci puoi anche metterti i guanti che trovi all’ingresso del supermercato.
  3. Mentre fai la spesa, in ogni reparto, mantieni sempre la distanza di sicurezza di almeno un metro dagli altri clienti e da tutto il personale addetto alla vendita, al rifornimento e alle casse.
  4. Segui la lista che hai preparato e, se puoi, scegli prodotti confezionati che velocizzano la spesa e diminuiscono i contatti fra persone.
  5. Anche all’interno del punto vendita ricordati di non sostare a chiacchierare con altre persone, stringere mani o abbracciare.
  6. Ricordati di non toccarti naso, bocca e occhi.
  7. In cassa posiziona la spesa sul nastro e passa velocemente senza sostare davanti al personale addetto alle casse.
  8. Usa il Salvatempo come modalità di spesa se lo hai già attivato.
  9. Per i pagamenti, se possibile, usa bancomat e carta di credito.

Dopo aver fatto la spesa

  1. Dopo aver pagato non mettere la spesa nelle buste, ma insacchetta i prodotti acquistati fuori dal punto vendita.
  2. Appena ti è possibile sistema la spesa a casa e lavati o disinfetta di nuovo le mani.
  3. Nel caso avessi fatto la spesa per qualche parente o conoscente, cerca di limitare al minimo le possibilità di contatto al momento della consegna.

Donazione di sangue a Firenze, come fare

Ce n’è sempre bisogno, più che mai in questa situazione di emergenza: bisogna donare sangue e si può continuare a farlo in tutta sicurezza, anche a Firenze. Un appello lanciato anche dalle principali associazioni di donatori attive a Firenze, Avis e Fratres, che hanno diffuso le nuove modalità per poter effettuare una donazione di sangue anche durante l’emergenza coronavirus.

Una cosa è bene precisare: non esistono evidenze scientifiche di trasmissione trasfusionale del virus. Il coronavirus, insomma, non si trasmette con il sangue, e sia donare che ricevere una trasfusione sono pratiche che non presentano rischio di contagio.

Il Centro nazionale sangue, la massima autorità italiana delle trasfusioni, ha comunque aggiornato le sue linee guida per rafforzare le misure di sicurezza durante tutto il processo di raccolta. Con l’obiettivo di escludere possibilità di contagio tra donatori e operatori sanitari.

Come fare una donazione di sangue a Firenze

La donazione viene sospesa per 14 giorni, in via precauzionale, per chi abbia viaggiato in Cina o sia entrato in contatto con soggetti positivi al coronavirus. Gli operatori verificheranno l’osservanza del periodo di isolamento per questi soggetti potenzialmente a rischio.

Soprattutto, il Centro nazionale sangue invita a donare su prenotazione, in modo che ogni donatore possa recarsi al centro all’orario del suo appuntamento e si evitino così gli assembramenti in sala d’attesa. I donatori vengono inoltre sottoposti al triage preliminare telefonico per una prima valutazione del loro stato di salute.

Uscire di casa per donare sangue

Posso uscire di casa per donare sangue? Il decreto invita a restare nelle proprie abitazioni tranne che per motivi di lavoro e per situazioni di necessità. Come ha chiarito il Ministero della Salute con una circolare, la donazione di sangue ed emocomponenti è da considerare come una “situazioni di necessità”.

Sono quindi consentiti gli spostamenti dei donatori verso le unità di raccolta pubbliche e associative. Il donatore dovrà compilare l’autodichiarazione precisando il motivo del suo viaggio e, per sicurezza, portare con sé la conferma della prenotazione del suo appuntamento e il tesserino associativo.

Al ritorno a casa, si dovrà mostrare il certificato di avvenuta donazione firmato dal medico del centro di raccolta.

Donare sangue all’Avis Firenze

Si può continuare a donare sangue all’Avis Firenze, su prenotazione. Avis ha infatti lanciato la campagna #Escosoloperdonare per invitare i propri associati e tutti gli interessati a mettersi in contatto con i centri di riferimento e prenotare un appuntamento.

Un messaggio rilanciato anche dal presidente di Avis Firenze, Luigi Conte, in questo videomessaggio pubblicato su Facebook:

I contatti per avere informazioni o prenotare un appuntamento per la donazione all’Avis Firenze sono: il numero di telefono 055.210300, oppure su Whatsapp al 328.0073868.

Per informazioni: www.avisfirenze.it

Donare sangue alla Fratres Firenze

Anche i gruppi Fratres Firenze proseguono nell’attività di donazione e raccolta di sangue. Per conoscere le modalità di prenotazione ci si può rivolgere a uno dei gruppi attivi in città:

  • Misericordia Galluzzo, 329.0188807
  • Rifredi, 055.4169215
  • Badia a Ripoli, 392.5650910
  • Via Leonardo da Vinci, 055.508087
  • San Piero in Palco, 335.5791860
  • Brozzi, 055.307330
  • Ferrovieri (Parrocchia S. Marco Vecchio), 333.6732470
  • Ponte di Mezzo, 055.430303
  • Varlungo, 055.6504322 o 392.4923333

Per informazioni: www.fratres.it

 

Coronavirus, pulizia strade: a Firenze l’auto va spostata?

Niente stop della pulizia strade a Firenze, che anzi “raddoppia”: il lavaggio va avanti e viene affiancato dalle operazioni di sanificazione e disinfestazione, ma durante l’emergenza coronavirus non sarà obbligatorio spostare la macchina per consentire il passaggio delle spazzatrici di Alia.

E’ stato il sindaco Dario Nardella ad annunciare questo piano straordinario di pulizia:  “Fare la sanificazione delle strade è fondamentale perché ci aiuta a combattere l’epidemia” ha spiegato su Facebook il primo cittadino, che si trova in quarantena nella sua abitazione. “Se noi lasciassimo le strade abbandonate a se stesse, forniremmo un servizio pessimo ai cittadini e soprattutto potremmo agevolare una situazione insalubre. La città va pulita, è un servizio essenziale”.

Pulizia strade a Firenze “contro” il coronavirus, la macchina va spostata?

Durante questi giorni anche i fiorentini sono chiamati a restare a casa e a uscire solo per motivi di stretta necessità. Per questo, durante tutto il periodo in cui sono in vigore le misure d’emergenza per prevenire i contagi da coronavirus, il Comune di Firenze ha sospeso l’obbligo di spostamento delle auto in occasione del lavaggio delle strade. Da giorni Palazzo Vecchio stava discutendo su una misura di questo genere ed è stato deciso il cambio di rotta.

Pulizia strade coronavirus Firenze

Intanto vanno avanti gli interventi di sanificazione e disinfestazione che riguardano le zone centrali e quelle periferiche, dalle strade ai marciapiedi, dai lampioni alle recinzioni. “Un grazie va agli operatori di Alia per il loro lavoro, fondamentale in un momento così difficile”, ha aggiunto Nardella.

Le altre misure del Comune

Intanto il Comune ha varato diverse misure per l’emergenza coronavirus, tra servizi per i cittadini (come la pulizia strade) e decisioni per il personale degli uffici. 1800 dipendenti comunali lavorano da casa in smart working, chiusi al pubblico tutti gli uffici come anche i cimiteri, mentre proseguono sulle strade i cantieri programmati. Intensificati anche i controlli della polizia municipale nei mercati rionali alimentari rimasti aperti, nelle attività commerciali e nei giardini (quelli recintati sono stati chiusi)  per verificare il rispetto delle norme anti-affollamento e per invitare i cittadini a non uscire di casa.

Supermercati aperti o chiusi sabato e domenica?

I clienti possono stare tranquilli: anche i durante il weekend i supermercati di tutta Italia e i negozi alimentari  potranno restare aperti il sabato e la domenica secondo i consueti orari. Non ci saranno serrate per questo genere di attività commerciali, perché secondo il decreto dello scorso 11 marzo offrono ai cittadini beni di prima necessità, come assicurato dallo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

No alla corsa al carrello, sabato e domenica supermercati regolarmente aperti

Già nella giornata di venerdì, anche a Firenze come in altre parti d’Italia, si erano fermate lunghe code davanti ai supermercati e ai centri commerciali: ai rallentamenti legati alle nuove regole anti-affollamento si è aggiunta la fobia da “carrello vuoto”, perché si era diffusa la falsa notizia che i punti vendita sarebbero stati chiusi il sabato e la domenica.

Una fake news legata a un’interpretazione errata dei decreti precedenti (quelli dell’8 e del 9 marzo) che sancivano la chiusura dei centri commerciali durante il weekend, ad eccezione però dei supermercati e delle attività che vendono generi di prima necessità come le farmacie. E questo ha generato dei fraintendimenti tra le persone comuni. In soldoni, le norme dicono questo: spesa essenziale sì, shopping superfluo no.

I supermercati aperti nel weekend: attenti agli orari

Resta ben inteso che le aperture sono decise autonomamente dalle singole insegne: le grandi catene di supermercati, come i piccoli negozi di alimentari, hanno la possibilità di rimanere aperti il sabato e la domenica, sta a loro stabilire come e quando farlo e in quali orari.

A Firenze ad esempio, Coop ha garantito per sabato l’apertura di tutti i supermercati (per controllare gli orari basta collegarsi al sito di Unicoop Firenze), mentre domenica 22 e 29 marzo ha deciso la chiusura di tutti i punti vendita. Da lunedì 16 marzo poi chiusura per tutti i Coop.fi alle ore 20.00 per garantire il rifornimento degli scaffali visto l’alto afflusso di clienti.

Anche Esselunga, dal 21 marzo al 3 aprile, ha deciso di chiudere in anticipo i supermercati presenti in 6 regioni italiane alle ore 20.00, dal lunedì al sabato, mentre la domenica i punti vendita sono aperti solo dalle 8.00 alle 15.00 (più dettagli nell’articolo sui nuovi orari di Esselunga).

Non solo spesa. Farmacie, tabaccherie, edicole: cosa non chiude

È comunque lungo l’elenco delle attività che hanno la possibilità di tirare su il bandone per offrire servizi di prima necessità ai cittadini. In questo articolo trovate la lista dei negozi che possono stare aperti. Attenzione però, prima di uscire meglio chiamare direttamente l’attività commerciale, perché come detto ogni esercizio decide in autonomia se restare aperto o chiudere.

Mediaworld ad esempio, nonostante gli store di elettronica rientrino nella lista dei servizi di prima necessità (si pensi allo smart working), ha deciso di chiudere in tutta Italia i suoi negozi per ridurre il rischio di contagio da coronavirus e nel rispetto dei propri lavoratori.

Flash mob, il 14 marzo un applauso dai balconi e “Azzurro”

0

Non restare soli durante la “quarantena” e sostenere (a distanza) chi lotta in prima linea contro il coronavirus: sabato 14 marzo, alle ore 12.00 e alle ore 18.00, l’Italia si affaccia di nuovo ai balconi per un doppio flash mob che unirà tutto il Paese, da Nord a Sud, da Roma a Napoli, da Milano a Firenze, prima con un lungo applauso, poi con una canzone simbolo come “Azzurro”.

I flash mob contro il coronavirus del 14 marzo

In questi giorni si moltiplicano le iniziative e le manifestazioni lampo (ma senza uscire di casa) per affrontare insieme la paura, come successo già in Cina a Wuhan, dove gli abitanti nel bel mezzo dell’epidemia di Covid-19 si facevano forza l’un l’altro affacciandosi dalle finestre per urlare “Wuhan jiayou”, ossia “Forza Wuhan”. Adesso anche l’Italia si trova unita per questi flash mob sonori, grazie al tam tam sui social con gruppi ed eventi intitolati “Applaudiamo l’Italia” e grazie anche al passaparola su Whatsapp.

Ore 12.00, il primo flash mob: l’applauso alle ore 12.00

Il primo flash mob è fissato alle ore 12.00 del 14 marzo, anche a Firenze, per un lungo applauso per sostenere il lavoro di chi sta lottando in prima linea il coronavirus, come il personale sanitario, i medici, gli infermieri, gli specialisti, ma anche chi continua a fare il proprio dovere come le forze dell’ordine, gli operai e tutte quelle persone che per offrire un servizio alla collettività non possono restare a casa.

Flash mob 14 marzo applauso coronavirus Firenze Milano Napoli
L’appello su Facebook del gruppo “Applaudiamo l’Italia”

Ore 18.00, “Azzurro” contro il coronavirus

Ma come già successo in questi giorni è anche la musica a dare forza e coraggio. In tanti si sono affacciati ai balconi e alla finestre per suonare uno strumento o semplicemente per intonare una canzone ed esorcizzare la paura con le note. Sempre sabato 14 marzo è previsto un secondo flash mob, alle ore 18.00, in cui tutti gli italiani sono chiamati a cantare insieme: a livello generale l’indicazione è quella di “Azzurro”, il celebre motivo di Adriano Celentano, ma ognuno potrà cantare il brano che più gli piace.