mercoledì, 14 Maggio 2025
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Spesa a domicilio per anziani: i numeri da chiamare a Firenze

Anziani, over 65 ma anche persone immunodepresse e con patologie: per loro il Comune di Firenze e due Quartieri della città hanno attivato nuovi servizi gratuiti per la consegna a domicilio della spesa e dei farmaci. Si tratta di progetti per garantire beni di prima necessità alle persone più fragili, che in questo momento di massima allerta per il coronavirus non possono mai uscire di casa. Ecco i numeri da chiamare a Firenze per richiedere il servizio di consegna della spesa e dei medicinali a domicilio.

Il call center del Comune di Firenze: “Io resto a casa”

Da lunedì 16 marzo è stato attivato il nuovo servizio “Io resto a casa” che prevede la consegna a domicilio di spesa e medicinali, riservata a chi ha più di 65 anni, alle persone immunodepresse o con patologie croniche residenti nel territorio del Comune di Firenze: il call center risponde al numero telefonico 0553282200 dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.00 alle 16.30. Per informazioni è attiva anche la mail [email protected].

Dove fare la spesa? Firenze mette online la mappa dei negozi aperti

Il progetto è destinato a chi non è soggetto a isolamento fiduciario o quarantena (assistito invece dalla protezione civile) e che non abbia nel raggio di 10 chilometri un parente che lo possa assistere per queste esigenze primarie. Il servizio è curato dall’associazione Esculapio, grazie anche alla collaborazione di Afam Farmacie comunali e Federfarma, mentre le consegne a domicilio della spesa e dei farmaci è affidata ai volontari di Misericordia, Croce Rossa Italiana e Anpas, oltre che agli autisti del Comune che a seguito dell’emergenza coronavirus non sono impegnati nelle consuete attività lavorative.

Spesa e farmaci a domicilio nel Quartiere 2 di Firenze

Su questo fronte si sono attivate anche le Reti di solidarietà fiorentine. Nel Quartiere 2 di Firenze con l’emergenza coronavirus viene rafforzato il servizio gratuito che esiste da 20 anni: offre compagnia telefonica per anziani, persone fragili e immunodepresse e la possibilità di richiedere la consegna gratuita della spesa e dei medicinali.

Per contattare la Rete di Solidarietà del Quartiere 2 è possibile telefonare allo 055667707 o inviare una mail all’indirizzo [email protected]. In questo momento di emergenza è presente un volontario dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12.30.

Coronavirus, la Rete di solidarietà del Quartiere 4

Un servizio analogo a quello del Q2 è stato attivato anche nel Quartiere 4 di Firenze, sempre per compagnia telefonica e consegna a domicilio della spesa alimentare e dei farmaci. Il servizio gratuito è sempre riservato ai residenti con più di 65 anni o immunodepressi oppure con patologie croniche.

Per richiedere assistenza è necessario prenotarsi chiamando il numero 3203667491, attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18 e il sabato dalle 9 alle 13. Nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì in orario 9.00 – 12.00 è attivo anche il numero fisso 0557330135.

Spesa a domicilio per anziani a Firenze: Quartiere 5

Attiva anche nel Quartiere 5 la consegna a domicilio delle spesa e dei farmaci per over 65, persone immunodepresse o con patologie. Il servizio è curato dai volontari di Anpas, Croce Rossa Italiana, Coordinamento Misericordie e associazione Esculapio. Basta contattare il call center del Comune al numero 0553282200.

L’appello ai volontari

Intanto si cercano volontari per portare avanti i servizi delle Reti di solidarietà. “Chi ha voglia di fare del volontariato presso le nostre Rete ci contatti. È importante l’aiuto di tutti – dicono il presidente del Q2 Michele Pierguidi e quello del Quartiere 4 di Firenze Mirko Dormentoni -. Ci preme però segnalare che in questo periodo di emergenza per il coronavirus è importante agire seguendo tutte le dovute precauzioni e avere gli elementi di riconoscimento del caso. In questo momento anche il volontariato deve essere ben formato e organizzato”.

Spesa a domicilio e farmaci a casa per anziani: i numeri da chiamare a Firenze e gli orari

Ecco in sintesi i numeri da chiamare per richiedere la consegna a domicilio. Il servizio è riservato agli over 65, agli immunodepressi e alle persone con patologie croniche residenti a Firenze.

  • Call center del Comune: telefono 0553282200 (orario: dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.00 alle 16.30), mail [email protected].
  • Rete di Solidarietà del Quartiere 2: telefono 055667707 (orario dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 12.30), mail [email protected]
  • Rete di Solidarietà del Quartiere 4: telefono 3203667491 (orari dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18; sabato dalle 9 alle 13) oppure telefono fisso 0557330135 (lunedì, mercoledì e venerdì in orario 9.00-12.00), mail [email protected]

A questi servizi si aggiunge la consegna a domicilio della spesa fatta dai negozi dei centri commerciali naturali di Firenze, disponibile gratuitamente per tutti, non solo per gli anziani.

Tramvia Firenze, cambiano gli orari per l’allerta coronavirus

Anche la tramvia di Firenze “sta più a casa” e cambia gli orari in un momento in cui tutti siamo chiamati a limitare al massimo gli spostamenti per l’emergenza coronavirus: da lunedì 18 marzo 2020 la frequenza delle corse sarà quella normalmente prevista in estate. La novità è annunciata da Gest, la società che gestisce il trasporto tramviario, dopo che il Comune di Firenze e la Regione Toscana hanno deciso di ridurre il trasporto pubblico locale, per le misure urgenti disposte per arginare la diffusione del virus Covid-19.

Coronavirus, i nuovi orari “estivi” della tramvia di Firenze

I tram circoleranno ogni giorno con corse ogni 5-6 minuti per la linea 1 Scandicci-Stazione-Careggi e ogni 6-7 minuti per la linea 2 piazza dell’Unità – Aeroporto di Firenze: in pratica il numero di corse sarà dimezzato rispetto alla situazione normale. Il servizio comunque non subirà interruzioni e i tram continueranno a viaggiare no stop dalle 5.00 a mezzanotte e mezzo, dal lunedì alla domenica.

Gest ha infatti deciso di sospendere il servizio notturno durante il weekend: le notti di venerdì e sabato Sirio non circolerà fino alle 2.00 ma solo fino alle 00.30.

“Spostatevi solo se strettamente necessario”

“Il trasporto pubblico viene garantito e continua ad essere essenziale per coloro che devono spostarsi per lavoro, motivi di salute o estrema necessità – spiega Gest in una nota – Si invitano tutti agli altri a rispettare le regole e a uscire di casa solo se indispensabile”. L’orario estivo rimarrà in vigore fino alla riapertura delle scuole, comunica la società, e potrà prolungarsi sulla base di nuove disposizioni.

Le fermate: soppressa quella delle Cascine

Intanto la linea 1 della tramvia non ferma più alle Cascine: la fermata è stata soppressa, come anche tutte quelle degli autobus che circolano nell’area verde, dopo l’ordinanza firmata dal sindaco di Firenze Dario Nardella che ha sancito la chiusura del parco e delle altre zone verdi a libero accesso della città, pena multe salate e denunce. Nei giorni scorsi, alle Cascine, come altrove, si sono registrati assembramenti di persone:in troppi hanno raggirato le regole per fare una passeggiata, motivo che non è ritenuto di stretta necessità in questo momento di emergenza.

Coronavirus, quando arriverà il picco in Italia e in Toscana?

È bene precisare che si tratta di stime, che fare previsioni accurate è ancora impossibile. Ma su una data in particolare gli esperti cominciano a mostrare un certo consenso: il picco del contagio da coronavirus si potrebbe raggiungere in Italia domenica 22 marzo. La Toscana, più indietro nella linea del contagio, dovrebbe invece toccare il suo picco di contagi da coronavirus più tardi, intorno a sabato 28 marzo.

Quando arriverà il picco del coronavirus in Italia

Prevedere quando arriverà il picco da contagi di coronavirus è un ancora esercizio azzardato persino per i modelli statistici. Bisogna poi considerare il fattore umano: le stime si possono fare presupponendo che tutti rispettino le regole, restino in casa e evitino ogni contatto. Ciò che sta facendo la grande maggioranza degli italiani, ma purtroppo non ancora tutti.

Coronavirus, bonus da 600 euro per partite Iva e autonomi

Ha senso però stimare che i casi di nuovi contagi da coronavirus comincino a scendere a partire da 14 giorni dopo il “lockdown”, la quarantena nazionale imposta dal governo: il picco arriverebbe quindi domenica 22 marzo. Da lì in poi si potrà osservare una flessione del contagio.

Una stima difficile

Anche gli esperti hanno cominciato a esporsi su questa data, pur ribadendo in modo molto chiaro che le conoscenze sulle dinamiche del virus sono ancora troppo limitate per poter indicare una data precisa. Del 22 – o del 25 – marzo hanno parlato però esplicitamente su alcune interviste pubblicate oggi dai quotidiani nazionali, Corriere della Sera e La Repubblica su tutti.

Ultimi giorni di numeri in crescita? Non per tutti. Il contagio da coronavirus segue linee temporali sfasate nelle varie parti d’Italia e quindi il picco arriverà prima nelle regioni del Nord, dove l’epidemia è partita più presto, per raggiungere con giorni di ritardo le altre regioni.

Coronavirus, Toscana verso il picco il 28 marzo?

In Toscana, ad esempio, il picco dei contagi da coronavirus è atteso per domenica 28 marzo.

Coronavirus in Toscana, i casi del 16 marzo. Le ultime notizie

La Regione ha quindi cominciato a organizzarsi in vista del prevedibile aumento di ricoveri. All’Ospedale fiorentino di Careggi ieri sono stati individuati 74 nuovi posti di terapia intensiva. Vanno ad aggiungersi ai 150 ricavati il giorno precedente in varie parti della Regione, anche attivando presidi ospedalieri parzialmente in disuso. In totale fanno 230 nuovi posti di terapia intensiva che presto si aggiungeranno ai 447 già attivi in Toscana. Altri, all’esigenza, potranno essere allestiti nelle 200 sale operatorie.

La Regione Toscana ha fatto inoltre sapere di aver già fatto richiesta alla Protezione civile nazionale per ricevere almeno 300 ventilatori per la respirazione assistita.

A Firenze il crowdfunding #SostieniUnInfermiere

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Una raccolta fondi per dare un aiuto economico ai 700 infermieri che entro fine marzo arriveranno a Firenze per far fronte all’emergenza coronavirus: la campagna di crowdfundig “Sostieni un infermiere” è stata lanciata dalla Fondazione Claudio Ciai, con il sostegno della Fondazione CR Firenze, che raddoppierà le donazioni fatte dai cittadini, una volta raggiunto il traguardo dei 20mila euro. E per contribuire basta un click, perché è necessario restare a casa, ma possiamo fare la nostra parte anche a distanza.

Emergenza coronavirus a Firenze: le donazioni per gli infermieri

Il crowdfunfing è stato ideato per dare una mano concreta agli infermieri provenienti da tutta Italia che dovranno affrontare improvvisamente spese extra per vitto e alloggio, in una città come Firenze in cui molti alberghi sono ormai chiusi per il crollo del turismo a seguito dell’allerta coronavirus.

L’appello per una mobilitazione dal basso era stato lanciato nei giorni scorsi da numerosi soggetti fra cui il Comune di Firenze, impegnato a cercare soluzioni abitative, coinvolgendo anche associazioni di categoria come Confindustria, Federalberghi e Assohotel, oltre alla Diocesi e ai normali cittadini. Molti proprietari di Bed and Breakfast e di appartamenti Airbnb hanno dato disponibilità gratuita di posti letto, ma non è bastato.

A cosa servirà la raccolta fondi

La campagna vuole assicurare a ogni operatore sanitario un contributo economico che servirà in questa prima fase iniziale. L’intero ricavato di #Sostieniuninfermiere andrà all’Ordine Interprovinciale delle Professioni Infermieristiche di Firenze e Pistoia. Appena saranno raggiunti i 20mila euro, la Fondazione CR Firenze ne devolverà altri 20mila.

Sostieni un infermiere, come contribuire

Le donazioni, un gesto concreto per chi lotta in prima linea contro il coronavirus anche a Firenze, possono essere fatte online sul sito Gofundme, ma gli organizzatori della raccolta fondi hanno anche lanciato un’iniziativa sui social per promuovere il crowdfunding. Il meccanismo è semplice, basta diffondere il messaggio tramite 5 “nomination”, taggando sui canali social persone o organizzazioni, utilizzando l’hashtag #SostieniUnInfermiere e scrivendo lo slogan dell’iniziativa: “A Firenze la solidarietà si diffonde più veloce del virus!”.

Supermercati Coop chiusi la domenica

I supermercati Coop di tutta Italia saranno chiusi la domenica a seguito dell’emergenza coronavirus e questa decisione riguarda anche Unicoop Firenze, che gestisce oltre 100 punti vendita Coop.fi distribuiti sui territori di 7 province tra Firenze, Prato, Pistoia, Pisa, Lucca, Siena e Arezzo.

Perché i supermercati Coop sono chiusi di domenica?

Finora i supermercati più grandi dell’insegna toscana erano aperti la domenica mattina, ma l’allerta per l’aumento di casi di Covid-19 ha fatto scattare lo stop festivo che riguarderà due weekend: il bandone rimarrà giù domenica 22 e domenica 29 marzo 2020. Dopo questo periodo la situazione verrà rivalutata.

“La riteniamo – si spiega in una nota ufficiale di Unicoop Firenze – una misura doverosa per contribuire a limitare le presenze per strada diluendo gli acquisti delle famiglie durante i giorni feriali della settimana e impedendone la concentrazione durante la domenica e, contemporaneamente, per venire incontro alle necessità dei colleghi che operano nei punti vendita e che potranno così ottenere una pausa in grado anche di attenuare la tensione delle scorse settimane”.

Coop.fi aperti durante la settimana

I supermercati Coop.fi restano però aperti regolarmente durante la settimana, dal lunedì al sabato, anche se con qualche modifica di orario. La scorsa settimana Unicoop Firenze ha infatti deciso di anticipare la chiusura alle ore 20.00 per consentire il rifornimento degli scaffali, dopo la corsa agli acquisti scattata con l’allerta coronavirus.

Nei negozi Unicoop Firenze rimangono comunque attive le misure anti-affollamento, che prevedono l’ingresso contingentato dei clienti nei punti vendita e il rispetto della distanza tra le persone di almeno un metro.

Coronavirus, a Firenze chiusi Cascine e tutti i parchi

Chiuso il parco delle Cascine e chiusi tutti gli altri parchi cittadini: questa la decisione del sindaco di Firenze Dario Nardella per far fronte all’emergenza coronavirus. Il primo cittadino ha firmato l’ordinanza, mettendo in atto una chiusura anticipata nelle ore precedenti con due interviste in radio e in tv. I “furbetti della passeggiatina” rischiano adesso una multa che va da 25 euro a 500 euro, oltre che la denuncia per il reato di inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità.

Firenze, chiusura per il parco delle Cascine

“Dopo aver visto questo weekend ancora tanti cittadini uscire per fare una passeggiata – ha detto il sindaco intervenuto telefonicamente alla trasmissione Omnibus, su La7 – mi sono  arrabbiato e ho preso la decisione di chiudere tutti i parchi, come quello delle Cascine“.

Il motivo? “Ancora non c’è una piena consapevolezza del danno che si fa uscendo di casa senza motivi particolari”. Con la chiusura delle Cascine vengono anche soppresse la fermata omonima della linea 1 della tramvia e anche le fermate dentro il parco degli autobus Ataf .

Coronavirus: Cascine chiuse, parchi di Firenze chiusi, l’ordinanza

Già nei giorni scorsi a Firenze erano stati chiusi i cancelli dei 56 parchi recintati. A questi adesso si aggiungono tutte le aree verdi, compresa la più grande, quella delle Cascine, come ulteriore misura di prevenzione del contagio da coronavirus. Tra le altre cose l’ordinanza prevede il divieto di accesso e circolazione anche a piedi nei parchi pubblici del Comune di Firenze ad accesso libero, la chiusura di tutte le aree ad accesso regolamentato (parchi, giardini pubblici, aree cani, aree gioco) e il divieto di transito per i veicoli all’interno di queste zone.

Sospeso il mercato delle Cascine

Il provvedimento dice stop anche al mercato settimanale delle Cascine, l’appuntamento del martedì viene sospeso fino al termine dell’emergenza coronavirus (fino ad oggi potevano continuare la loro attività solo i banchi alimentari).

“Spero che la Toscana riesca a reggere – ha poi aggiunto Dario Nardellaquesta settimana sarà decisiva“. Secondo il sindaco “l’unica medicina che oggi abbiamo a disposizione si chiama isolamento. Se vogliamo che la Toscana non faccia la fine dell’Emilia-Romagna, del Veneto e della Lombardia questa settimana dovremmo essere severissimi nelle misure da prendere per tenere le persone in casa”.

Coronavirus in Toscana, i casi del 16 marzo. Le ultime notizie

Non si ferma in Toscana la “corsa” del coronavirus, anche se il contagio sembra rallentare guardando l’andamento dei giorni passati: le ultime notizie contenute nel bollettino della Regione, aggiornato alle ore 16.30 del 16 marzo 2020, parlano di 85 nuove persone positive al Covid-19 (un giorno fa erano 151 i casi in più, due giorni addietro 106) per un totale di 866 contagiati dall’inizio dell’emergenza. I numeri sono stati inviati al Ministero della Salute e alla protezione civile per il consueto punto della situazione.

Le ultime notizie sul coronavirus in Toscana

I morti fino a questo momento sul territorio toscano sono 14, pazienti della fascia d’età tra i 70 e i 98 anni, affetti da più patologie. Per quanto riguarda le guarigioni si segnalano finora 7 persone completamente guarite, i casi “negativizzati” come dicono gli esperti, e 5 guarigioni cliniche, ossia pazienti che non presentano più sintomi pur essendo ancora positivi al virus. I casi attualmente positivi in Toscana sono quindi 840.

Ecco le zone della Toscana più colpite dal coronavirus, con specificato il numero di tamponi risultati positivi fino a questo momento:

  1. Firenze con 186 tamponi positivi (qui i dati sui nuovi casi di coronavirus a Firenze)
  2. Lucca 138
  3. Massa-Carrara 117
  4. Pistoia 90
  5. Pisa 78
  6. Siena 66
  7. Livorno 53
  8. Grosseto 50
  9. Prato 45
  10. Arezzo 43

Tampone per il coronavirus, i dati del 16 marzo

Dal primo febbraio ad oggi 16 marzo in Toscana sono stati effettuati tamponi su 5.196 pazienti. sono invece 8.455 le persone in isolamento domiciliare in tutta la Toscana, di cui 4.032 prese in carico attraverso i numeri telefonici dedicati, attivati dalle Asl.

Di questi ultimi, sono 2.163 le persone in isolamento nella Asl Toscana centro (che comprende i territori di Firenze, Empoli, Prato e Pistoia), 1.628 persone nella Asl nord ovest (Lucca, Massa Carrara, Pisa e Livorno) e 241 nella sud est (Arezzo, Siena e Grosseto). Gli altri 4.423 sono cittadini che hanno avuto contatti stretti con casi positivi: 602 nella Asl centro, 2.200 nella Asl nord ovest e 1.621 nella Asl sud est.

Coronavirus, bonus da 600 euro per partite Iva e autonomi

Un bonus una tantum da 600 euro per tutte le partite Iva, i liberi professionisti, i lavoratori autonomi e i Co.co.co: è una delle misure previste nella bozza del decreto fiscale del 16 marzo 2020.

Bonus da 600 euro per autonomi: cosa dice il decreto coronavirus

I 600 euro di bonus per far fronte all’emergenza coronavirus spettano ai lavoratori autonomi titolari di partita Iva attiva alla data del 23 febbraio 2020. Hanno diritto al premio anche i lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa (i Co.co.co) attivi alla medesima data e iscritti alla Gestione separata.

Coronavirus, 600 euro una tantum per le partite Iva

I 600 euro sono un premio una tantum, significa cioè un pagamento a carattere straordinario, dettato proprio dall’emergenza coronavirus, che verrà versato una volta soltanto.

Per riceverlo non bisogna essere titolari di pensione né essere iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie. I 600 euro per gli autonomi e le partite iva non concorrono alla formazione del reddito.

Richiedere il bonus all’Inps

L’indennità verrà erogata dall’Inps, previa domanda del lavoratore e nel limite di spesa complessivo di 170 milioni di euro per l’anno 2020.

Si tratta di un limite rigido. Il testo della bozza di decreto fiscale precisa infatti che se anche l’Inps dovesse rilevare uno scostamento, anche in prospettiva futura, rispetto al limite di spesa, non verranno adottati altri provvedimenti concessori.

Le altre misure del decreto fiscale

Il provvedimento fa parte di un pacchetto di misure a sostegno delle imprese, dei lavoratori e delle famiglie. Tra le novità previste dal governo nella bozza di decreto fiscale del 15 marzo ci sono anche, ad esempio, il congedo parentale straordinario e il voucher baby sitter. Altre misure riguardano inoltre il pagamento dei mutui sulla prima casa.

Per i lavoratori dipendenti che hanno continuato a lavorare anche durante l’emergenza è stato introdotto un bonus da 100 euro.

Affitti, coronavirus: cosa prevede il decreto salva economia

Nessuna sospensione, al momento, per gli affitti delle abitazioni a seguito dell’emergenza coronavirus, ma un meccanismo di “sconto sulle tasse” per i negozi e le botteghe, che coprirà più della metà del canone di locazione del mese di marzo: è quanto prevede la bozza del decreto salva economia del 15 marzo, in via di discussione da parte del governo.

Il decreto e il “bonus” affitti per l’emergenza coronavirus

Nella bozza del decreto, che è quindi suscettibile di modifiche, sul fronte degli affitti sono previsti fondi solo per i soggetti che esercitano attività d’impresa: a loro viene riconosciuto un credito di imposta del 60% dell’ammontare del canone di affitto del mese di marzo 2020, per gli immobili che sono classificati nella categoria catastale C/1 (ossia negozi e botteghe).

Questo meccanismo di credito d’imposta sugli affitti potrà essere richiesto però solo dai negozi per cui è stata disposta la chiusura con il decreto dell’11 marzo. In questa lista non rientrano ad esempio supermercati, negozi alimentari, farmacie, tabaccherie, edicole e tutte quelle attività commerciali rimaste aperte nelle settimane dell’emergenza coronavirus perché ritenute di pubblica utilità o di prima necessità.

Non solo affitti: sospensione mutui e bonus tasse, le altre misure del decreto fiscale

Il decreto in discussione da parte del governo prevede inoltre misure salva economia, ad esempio la sospensione dei mutui sulla prima casa, un premio di 100 euro per chi ha lavorato durante l’emergenza coronavirus, un bonus da 500 euro per le partite IVA il congedo parentale straordinario e voucher baby sitter.

Bonus da 100 euro per chi lavora durante l’emergenza coronavirus

Un bonus da 100 euro esentasse per chi lavora anche durante l’emergenza coronavirus: è la novità prevista dalla bozza del decreto fiscale del 15 marzo 2020 all’esame del governo.

Coronavirus, 100 euro di bonus per i lavoratori dipendenti

Il bonus da 100 euro spetta a tutti i lavoratori dipendenti con un reddito complessivo non superiore ai 40.000 euro che abbiano continuato a lavorare anche nel mese di marzo, durante l’emergenza coronavirus.

I 100 euro sono la somma massima che si può ricevere. Il premio effettivo sarà parametrato in base al numero dei giorni di lavoro svolto in sede da ciascun lavoratore.

Mutui, coronavirus: il decreto e la sospensione delle rate

Coronavirus, 100 euro di premio (esentasse)

Il premio da 100 euro vale per il mese di marzo 2020, è completamente esentasse e sarà erogato nella busta paga di aprile, o comunque entro il conguaglio di fine anno.

Voucher baby sitter: come funziona il bonus

Il provvedimento fa parte di un pacchetto di misure a sostegno delle imprese, dei lavoratori e delle famiglie. Tra le novità previste dal governo nella bozza di decreto fiscale del 15 marzo ci sono anche, ad esempio, il congedo parentale straordinario e il voucher baby sitter. Altre misure riguardano inoltre il pagamento dei mutui sulla prima casa.