domenica, 18 Maggio 2025
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Bonus pc e internet in Toscana: lista dei comuni dove si può richiedere

Non per tutti, ma solo per i territori più disconnessi dal web, sui monti, nelle isole e in campagna. Dal 9 novembre 2020 parte anche in Toscana il bonus pc e internet, con uno sconto fino a 500 euro per la connessione a barda larga e la fornitura di computer o tablet, ma nella nostra regione questo buono è rivolto solo ai residenti in poco più di 130 Comuni, la cui lista è stata pubblicata sul sito di Infratel.

La Regione Toscana, insieme a Emilia Romagna, Liguria, Lazio e Friuli, ha deciso in sede di Comitato Banda Ultralarga (COBUL) di limitare il piano voucher internet solo ad alcune aree specifiche. Da noi quindi il pacchetto di agevolazioni riguarda solo i piccoli Comuni e quelli in zone che soffrono maggiormente del cosiddetto “digital divide”, non le grandi città in cui la fibra è realtà da tempo.

Chi può ottenere il bonus pc 2020 in Toscana

I requisiti sono gli stessi del piano voucher nazionale, curato da Infratel, società del Ministero per lo Sviluppo economico. E quindi anche in Toscana per richiedere il bonus per internet e pc il nucleo familiare deve avere un Isee non superiore a 20.000 euro e può ottenere l’agevolazione per attivare nella propria abitazione la prima connessione fissa a banda larga oppure per potenziare quella già esistente (velocità inferiore a 30Mibut/s in download). In più si potrà avere un computer o un tablet a seconda delle offerte degli operatori di tlc aderenti.

La strumentazione elettronica sarà fornita dalle compagnie telefoniche, con le modalità previste dalle stesse società, e dopo 1 anno dall’attivazione del contratto internet il computer o il tablet diventeranno proprietà del cliente. Si tratta di un aiuto una tantum, di cui si può fare richiesta solo una volta direttamente ai gestori (qui tutti i dettagli sul bonus computer a livello nazionale). E’ ora allo studio un nuovo piano voucher per le famiglie con un Isee fino a 50.000 euro.

Computer e internet, la lista della Regione Toscana: i Comuni dove richiedere il bonus pc

Da Firenze a Pisa, da Prato a Siena, le grandi città toscane sono escluse dal bonus pc e internet che parte il 9 novembre 2020: possono richiedere il “buono connessione” e il computer in comodato d’uso solo le utenze che si trovano in 135 Comuni, distribuiti nelle 10 province della regione.

Si tratta di cittadine, grandi e piccole, collocate in territori montani, di campagna o sulle isole dell’Arcipelago. Si va dalla Val d’Orcia al Mugello (con Borgo San Lorenzo, Barberino e Firenzuola, solo per citarne alcuni), dall’Isola d’Elba al Giglio, dalla Garfagnana fino a Volterra.

Dove scaricare l’elenco completo

Ecco dove si può richiedere il bonus pc e internet, in base alla lista stilata dalla Regione Toscana: da questo link è possibile scaricare il file in formato Excel, pubblicato sul sito di Infratel, con la lista di tutti i Comuni.

Decreto ristoro bis per Covid: quando esce il nuovo testo con i codici Ateco

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Per negozi, aziende, partite Iva e ristoranti danneggiati dall’emergenza Covid, il governo Conte è al lavoro sul nuovo testo del decreto “ristoro bis” (o “ristori bis” che dir si voglia) e dovrà ora definire la lista dei codici Ateco delle attività a cui spetteranno gli aiuti economici, tra cui un nuovo contributo a fondo perduto. Il provvedimento è stato annunciato subito dopo l’ultimo Dpcm che ha previsto ulteriori restrizioni per le categorie economiche, in particolare nelle zone rosse. Ma quando esce il decreto ristoro bis e quando è prevista la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del testo integrale con i codici Ateco?

Contributo a fondo perduto, Imu, bonus affitto: i codici Ateco del decreto, a chi spetta il nuovo ristoro

Prima è toccato a ristoranti, discoteche, locali, alberghi, cinema, teatri e palestre. Adesso l’esecutivo stilerà la lista dei codici Ateco, contenuta nell’allegato 1 del decreto ristoro bis, per individuare i professionisti, le partite Iva e i commercianti a cui andrà il nuovo contributo Covid a fondo perduto, pagato dall’Agenzia delle Entrate. L’idea è di prevedere ristori doppi (200%) rispetto a quelli decisi a luglio con il decreto rilancio.

E poi un nuovo bonus affitti per le imprese, con la proroga del credito d’imposta per altri tre mesi, la sospensione del saldo Imu e lo stop al versamento dei contributi previdenziali dei dipendenti. A chi spetta questo pacchetto di aiuti del decreto ristoro? Alle attività costrette alla chiusura nelle regioni classificate come zona rossa, ma si sta pensando se ampliare la misura anche a tutte quelle categorie economiche che sono rimaste aperte, registrando un crollo di fatturato per le limitazioni.

Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, nel decreto ristoro bis dovrebbe rientrare anche il rifinanziamento del bonus baby sitter Inps e dei congedi parentali Covid.

Due provvedimenti, un unico testo?

A pesare sul nuovo testo è il nodo delle risorse. Per finanziare le varie misure servono dai 1,5 ai 2 miliardi di euro e il governo è pronto a chiedere in Parlamento l’ennesimo scostamento di bilancio. Non è escluso che i due decreti, il primo dl ristori e il secondo che deve essere messo a punto, vengano fatti confluire in un unico testo definitivo che le Camere dovranno convertire in legge entro 60 giorni dalla promulgazione.

Decreto ristoro bis: quando il nuovo testo in Gazzetta Ufficiale

Il premier Giuseppe Conte, subito dopo la firma del nuovo Dpcm, ha annunciato l’arrivo in tempi brevi del decreto ristori bis, ma al momento è difficile prevedere con esattezza quando il testo definitivo sarà varato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. La bozza del nuovo dl arriva oggi, 6 novembre 2020, in Consiglio dei Ministri, i tempi tecnici di scrittura del provvedimento potrebbero far slittare l’ok al weekend. Poi dovrà esserci la firma del Capo dello Stato e infine la pubblicazione in Gazzetta.

Fine del Covid: gli scenari per il 2021 e oltre

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Marzo 2021, un anno dopo l’inizio della pandemia. Nel mondo si contano quasi 300 milioni di casi e si sono da poco superati i 2 milioni di morti per coronavirus. È uno degli scenari possibili riportati da un articolo di Nature, una delle riviste scientifiche di riferimento. La fine del Covid non pare vicina e i diversi scenari che gli epidemiologi di tutto il mondo stanno elaborando sono concordi nel ritenere che col virus dovremo convivere almeno per buona parte del 2021.

Indicare una data precisa, al momento, è impossibile. Quel che sembra probabile è però che non ci sarà una fine del Covid, piuttosto due fini diverse, forse già a partire dal 2021.

Covid, una sola fine? No, due

La prima è la fine epidemiologica, che si avrà quando verrà raggiunta la cosiddetta immunità di gregge. Il modo sul quale la maggior parte degli Stati del mondo punta per raggiungerla è la somministrazione di un vaccino. Convenzionalmente, si è molto parlato della soglia del 60% di popolazione vaccinata come quella necessaria a ottenere l’immunità di gregge. Si tratta però di una stima prudenziale. Individuare una soglia precisa non è ancora possibile, ma alcuni studi scientifici la calcolano tra il 55% e l’80% della popolazione vaccinata. Raggiunta questa soglia, il virus non troverebbe le condizioni che permettono il contagio su larga scala.

Le stime per l’immissione sul mercato di un vaccino sicuro e capace di garantire una protezione a lungo termine variano molto. I più ottimisti prevedono che i primi vaccini vengano somministrati prima della fine del 2020, ma una distribuzione su larga scala potrebbe impiegare ancora dai 12 ai 18 mesi.

Ritorno alla normalità pre Covid: le previsioni per il 2021

C’è poi l’altra fine del Covid, per la quale si stimano tempi più brevi. Anche quando il virus non sarà ancora debellato, arriverà un momento in cui il contenimento del contagio sarà tale da consentire un ritorno a una forma di normalità molto vicina a quella pre Covid. E dunque, tutte le attività economiche e umane riprenderanno a pieno regime. La vaccinazione, anche se lontana dalla soglia dell’immunità di gregge, sarà stata somministrata alle fasce di popolazione più a rischio. Il sistema di test e tracciamento sarà rodato, rapido e preciso. Le terapie consentiranno di prevenire le conseguenze più gravi del Covid, i sistemi sanitari saranno in grado di reggere la pressione e i tassi di mortalità saranno drasticamente più bassi. Resteranno alcuni accorgimenti e misure di prevenzione da mantenere, ma sarà una condizione molto vicina a quella di normalità. Per questo si può comunque parlare di fine del Covid: secondo le stime, nei paesi sviluppati potrebbe essere raggiunta tra la primavera e l’estate del 2021, o comunque entro la fine dell’anno prossimo.

Covid nel 2021, troppo presto per la fine?

Anche perché il coronavirus responsabile della malattia Covid 19 potrebbe non essere debellato mai, o almeno non in tempi brevi. La sua diffusione su scala mondiale è, a questo punto, troppo estesa. Alcuni studi prevedono che, dopo la prima grave ondata pandemica del 2020, il coronavirus continuerà a presentarsi stagionalmente, ogni inverno, ancora per anni, fino al 2025 e anche oltre.

A maggior ragione, come detto, sarà fondamentale che il vaccino garantisca una copertura a lungo termine. Sarà questo l’elemento chiave che determinerà l’andamento del Covid nel corso del 2021 e la sua possibile fine.

Tramvia di Firenze: capienza ridotta per Covid, solo 136 posti

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La capienza ridotta dei mezzi di trasporto porta la tramvia di Firenze ad un massimo di 136 posti a viaggio. Sì, perché anche il trasporto pubblico locale si adatta alle disposizioni del nuovo dpcm in vigore da venerdì 6 novembre. Da domani, i passeggeri che potranno salire all’unisono su ognuna delle due linee tramviarie – T1 e T2 – in funzione a Firenze saranno esattamente la metà di quanti avrebbe potuto ospitare ciascun mezzo in condizioni normali.

Con l’entrata in vigore delle nuove disposizioni che cercano di limitare ogni occasione di assembramento, la capienza massima di ciascun tram sarà ridotta al 50%. All’interno di ogni mezzo Sirio potranno sostare in contemporanea al massimo 136 persone (tra posti in piedi e a sedere), la metà delle 272 che ogni mezzo potrebbe accogliere.

Tramvia a Firenze, capienza ridotta e corse invariate

Rimane invece invariato il numero di corse, 900 al giorno durante i giorni feriali, con una frequenza di una ogni 4-5 minuti, dalle 5 del mattino alle 00:30. I nottambuli (che dovranno abituarsi al coprifuoco, che scatterà ogni sera alle 22) non avranno più a disposizione le corse notturne nel weekend. Anche nei fine settimana infatti la tramvia smetterà di girare alle 00:30, l’estensione delle corse nel fine settimana è stata sospesa dalla fine di ottobre.

Tramvia, le regole da rispettare

Resta l’obbligo di indossare la mascherina, che deve coprire naso e bocca, e la raccomandazione di igienizzarsi le mani, anche usando il gel presente nei dispenser collocati in ogni tram. Diversificato l’uso delle porte, riservando quelle in testa e in coda all’entrata, e quelle centrali alla discesa.

Schermo dell’arte 2020, il festival si fa (in streaming)

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Anche Lo Schermo dell’arte si sposta online in questo 2020 così incerto. La dodicesima edizione del festival fiorentino di cinema e arte contemporanea si svolgerà in streaming on demand dal 10 al 22 novembre. Nessun evento in presenza, in linea con le disposizioni anticontagio, ma la possibilità di assistere online agli oltre 40 titoli in programmazione tra cinema d’artista, documentari e cortometraggi oltre a incontri e dibattiti. È questa l’ultima frontiera della condivisione e del fare cultura al tempo del Covid-19: le manifestazioni prendono casa sulla rete e il festival fiorentino, che quest’anno spegne la dodicesima candelina, non è da meno.

“È importante riflettere sull’esperienza di questo presente caotico, incerto, irregolare – ha spiegato Silvia Lucchesi, direttrice del festival – desideriamo farlo presentando in streaming film che riteniamo una scelta della migliore produzione recente e che abbiamo molto amato. Ma vogliamo continuare anche scambiare idee insieme ad artisti e ad amici curatori con i quali condividiamo un percorso. E lo faremo insieme al nostro pubblico collegato on line dalla sala del Cinema La Compagnia. Perché pur chiuso, il cinema è la nostra casa”.

Lo Schermo dell’arte 2020: tutti i film in anteprima

Tra gli artisti internazionali che presenteranno i loro film in anteprima italiana a Lo Schermo dell’arte ci sono la greca Janis Rafa, presente con due opere, la palestinese Emily Jacir, la vietnamita Thao Nguyen Phan, gli israeliani Omer Fast e Dani Gal, il tedesco Rudolf Herz, il taiwanese Musquiqui Chihying, l’americano John Menik. Il Festival inoltre dedica una speciale attenzione alla produzione italiana con le opere di Riccardo Benassi, Anna Franceschini e Flatform.

Il cinema degli artisti, ancor più che negli anni scorsi, è al centro di questa edizione del festival: il loro sguardo partecipato o critico, il racconto di esperienze personali, la trasfigurazione poetica di storie marginali ed emarginate, la riflessione sull’uso del medium e della tecnologia rappresentano possibili vie di lettura della realtà che ci circonda.

Tutti i documentari: da Jr a Keith Haring

In programma allo Schermo dell’arte 2020 anche diversi documentari, tra cui quelli dedicati a JR, autore di celebri progetti di arte pubblica e di film tra i quali Visage Villages realizzato con Agnès Varda; all’architetto Alvar Aalto e alla prima moglie Aino e ancora il ritratto realizzato da James Crump del controverso artista Jordan Wolfson le cui opere inquietanti e provocatorie arrivano a suscitare reazioni estreme sia da parte di coloro che lo criticano che dei suoi sostenitori e poi un ritratto di Keith Haring realizzato in occasione del trentesimo anniversario della sua morte avvenuta a soli 32 anni.

Ma non è tutto, c’è anche il film dedicato a Hans Hartung, che riunisce interviste e riprese filmate all’interno della casa-studio nelle colline di Antibes dove il maestro dell’Informale europeo visse con la moglie, la pittrice Anna-Eva Bergman, e che oggi ospita la fondazione dedicata alla loro opera. Inoltre il film di Simone Manetti su Pippa Bacca che, attraverso le testimonianze della famiglia e delle immagini video della sua ultima performance Brides on Tour, ricostruisce la tragica vicenda dell’artista milanese uccisa in Turchia il 31 marzo 2008.

Il progetto sulla violenza domestica

In streaming anche Mascarilla 19 – Codes of Domestic Violence, primo progetto di produzione di opere video di artisti internazionali promosso e prodotto dalla Fondazione In Between Art Film e curato da Leonardo Bigazzi, Alessandro Rabottini e Paola Ugolini. Il programma prende il nome dalla parola in codice che in Spagna viene usata dalle donne vittime di violenza domestica per denunciare gli abusi subiti e riunisce i lavori degli artisti Iván Argote, Silvia Giambrone, Eva Giolo, Basir Mahmood, MASBEDO, Elena Mazzi, Adrian Paci, Janis Rafa invitati a confrontarsi su questo tema quanto mai attuale, acuitosi nel contesto della pandemia e delle conseguenti misure di confinamento sociale.

Lo Schermo dell’arte in streaming: ecco come vedere i film

Per accedere alla programmazione dello Schermo dell’Arte 2020 basta un abbonamento da 9,90 euro (nella versione standard, 50 euro per l’abbonamento sostenitori) sulla piattaforma “Più Compagnia” in collaborazione con MyMovies.it. Il programma è consultabile sul sito della manifestazione.

Toscana in zona gialla, le regole da rispettare: cosa si può fare

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La Toscana è in zona gialla, ormai è ufficiale, e ci sono diverse regole da rispettare. Il nuovo Dpcm che suddivide l’Italia in 3 aree a seconda del livello di rischio sanitario ha classificato la Toscana come un’area a rischio contenuto (inizialmente era stata erroneamente definita zona verde, invece che gialla). Ma questo non significa che si può dormire notti molto tranquille, la possibilità di retrocedere alla zona arancione o – peggio ancora – rossa, esiste e come.

Quattro sono le regioni italiane classificate come zona rossa, due come arancione (qui la mappa dei “colori Covid”), le restanti, compresa la Toscana, sono zona gialla. Ma quali sono le regole da rispettare in Toscana, cosa si può fare e cosa no? Ecco tutte le regole che i cittadini toscani sono tenuti a rispettare a partire dal 6 novembre, giorno di entrata in vigore del dpcm, fino al 3 dicembre.

Zona gialla: Toscana, gli spostamenti tra Comuni e fuori Regione

In Toscana ci si può muovere, sia tra comuni sia al di fuori dei confini regionali. Il tutto compatibilmente con i propri bisogni e considerando che gli spostamenti sono sempre sconsigliati a meno che non siano necessari. Chi, per motivi di comprovata necessità (lavoro, studio o salute), deve spostarsi dalla Toscana in una regione arancione o rossa potrà farlo portando con sé l’autocertificazione.

Toscana in zona gialla, scatta il coprifuoco

Da venerdì 6 novembre anche in Toscana scatta il coprifuoco alle 22, previsto dall’ultimo Dpcm. Da quell’ora e fino alle 5 del mattino è vietato uscire dalla propria abitazione (salvo spostamenti per motivi di comprovata necessità per provare i quali bisognerà compilare il modulo di autocertificazione).

Chiusura dei centri commerciali e dei mercati in Toscana

Anche in Toscana – come in tutta Italia – i negozi all’interno dei centri commerciali saranno chiusi nei weekend (il sabato la domenica, i giorni prefestivi e quelli festivi) eccezione fatta per gli alimentari, i tabacchi, le edicole e le farmacie presenti in queste grandi strutture. Sempre il fine settimana il Dpcm dispone la chiusura dei mercati rionali e ambulanti, salvi però i banchi alimentari.

Nei giorni scorsi il governatore Eugenio Giani ha inoltre firmato un’ordinanza regionale per il contingentamento degli ingressi e la misurazione delle temperatura corporea all’ingresso dei centri commerciali, consentendo solo a una persona per famiglia di fare la spesa nei supermercati.

Cosa si può fare e cosa no nelle zone gialle

Ma non è tutto, ecco le altre regole e restrizioni del Dpcm per chi vive all’interno di una regione classificata dal Ministero della Salute come zona gialla (Toscana):

  • Musei, mostre, gallerie d’arte, cinema e teatri sono chiusi
  • I ristoranti possono stare aperti fino alle 18, mentre fino alle 22 possono fare consegne a domicilio e vendere per l’asporto (ma la consumazione non può avvenire nei pressi dell’attività)
  • Stop a sale giochi, bingo e slot machine
  • Chiuse piscine e palestre
  • Per gli istituti superiori e per le università è prevista la didattica a distanza al 100% ad eccezione delle attività di laboratorio che si possono svolgere in presenza
  • Le scuole primarie, medie e le scuole dell’infanzia continuano a svolgere lezione in presenza
  • La mascherina è obbligatoria per tutti al di sopra dei 6 anni di età (sempre anche a scuola)
  • Sugli autobus e sul trasporto ferroviario locale la capienza è ridotta al 50%
  • I parchi rimangono aperti

Tampone a domicilio: rapido, gratuito o a pagamento, come funziona

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Ci sono casi in cui, per la sicurezza del paziente e di tutte le persone potenzialmente coinvolte, eseguire il tampone presso le strutture sanitarie è impossibile o rischioso. È allora che viene eseguito il tampone a domicilio per rilevare l’eventuale positività al Covid: quando è possibile e come richiederlo? Dipende se lo si fa attraverso il sistema sanitario pubblico o un servizio privato, che può offrire anche il tampone rapido a domicilio, a pagamento.

Covid, quando è possibile il tampone direttamente a casa

Ci sono due modi, di solito, per arrivare all’esecuzione del tampone. Il primo, quando un cittadino si rivolge al medico di famiglia perché presenta sintomi riconducibili al Covid 19. È il medico stesso che a quel punto valuta se richiedere o meno il tampone per il suo paziente. Il secondo caso è quello del tampone di fine quarantena, che viene gestito direttamente dalle Asl. Quando un cittadino viene messo in isolamento dopo aver avuto contatti con un positivo, la sua Azienda sanitaria prenota per lui un tampone di controllo dopo almeno 10 giorni l’inizio della quarantena.

La modalità consolidata per effettuare il tampone è quella del cosiddetto drive through, il tampone direttamente a bordo della propria auto. Si arriva alla postazione allestita dalla Asl, solitamente in un parcheggio o un piazzale nelle vicinanze delle strutture sanitarie, si abbassa il finestrino e il personale medico effettua il prelievo senza che il paziente debba scendere dal mezzo.

In casi particolari però, può essere effettuato il tampone a domicilio, ad esempio, per pazienti già risultati positivi al Covid che non hanno l’auto o un mezzo privato con cui recarsi alla postazione drive through.

Tampone a domicilio, come richiederlo

La richiesta di tampone a domicilio dovrà essere fatta dal paziente al proprio medico o alla Asl, specificandone le ragioni. Nel caso in cui la domanda venga accettata, l’Asl comunicherà al richiedente il giorno e la fascia oraria nei quali verrà effettuato il tampone a domicilio.

Un infermiere si presenterà a casa del paziente il giorno dell’appuntamento ed effettuerà il prelievo davanti alla porta di casa, senza entrare nell’abitazione. Il tampone a domicilio è una procedura dispendiosa in termini di tempo e risorse. Il personale medico deve infatti spostarsi per presentarsi a casa del paziente. Prima di entrare deve osservare una rigorosa procedura di vestizione, indossando la tuta protettiva e tutti i dispositivi di sicurezza anti contagio. Al termine del prelievo, la svestizione. Per questo il tampone a domicilio deve essere richiesto solo in caso di reale necessità, documentando l’impossibilità di recarsi alle postazioni drive through.

Il tampone rapido a domicilio

Caso diverso è quello del tampone rapido a domicilio eseguito da parte di un privato. Nelle regioni in cui è possibile si può infatti richiedere a un operatore sanitario privato di essere sottoposti al tampone a domicilio, in molti casi rapido. A richiederlo può essere il cittadino stesso oppure, tramite convenzioni, un’azienda per i propri lavoratori. In ogni caso il tampone a domicilio eseguito da un privato è a pagamento. Chi dovesse risultare positivo verrà poi sottoposto al tampone di controllo della Asl e avviato alla procedura prevista dal sistema sanitario nazionale.

Testo del nuovo Dpcm di novembre 2020 (pdf e doc) in Gazzetta Ufficiale

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La firma di Conte c’è stata nella notte del 3 novembre 2020, la pubblicazione del testo integrale del nuovo Dpcm in Gazzetta Ufficiale è avvenuta il 4 novembre, mentre sul sito del governo si trova l’ultimo decreto in formato pdf e word, insieme a tutti gli allegati.

Il nuovo Dpcm prevede il coprifuoco in tutta Italia dalle ore 22.00, chiusura dei centri commerciali il weekend, Dad (didattica a distanza) al 100% per le scuole superiori, riduzione al 50% della capienza dei mezzi pubblici e ulteriori restrizioni per le regioni più a rischio (per quelle considerate “zona rossa” o “zona arancione” scatterà un mini lockdown sul modello tedesco, mentre per la “zona gialla” resteranno solo i divieti nazionali).

Dpcm Covid e le diverse zone: rossa, arancione e gialla

Conte, già nell’informativa al Parlamento, aveva escluso un lockdown generalizzato in tutta Italia, le Regioni – secondo il Dpcm – saranno invece classificate almeno ogni 7 giorni in base al loro livello di rischio Covid, determinato dai 21 coefficienti e parametri del monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità: ci sono 3 aree, rossa, arancione e gialla (quest’ultima inizialmente era stata indicata come zona verde) e per ciascun scenario sono state definite una volta per tutte le misure restrittive in modo proporzionale alla gravità della situazione dei contagi.

E’ il Ministro della Salute Roberto Speranza, con delle ordinanze ad hoc, a comunicare lo scenario in cui rientra ogni regione e le limitazioni scatteranno in automatico a seconda dei 3 livelli di rischio. Nelle Regioni che fanno parte della zona gialla si applicano le restrizioni comuni a tutta Italia; nella zona arancione (Puglia e Sicilia) scatta in più il blocco degli spostamenti da e verso la regione e il divieto di uscire dal comune di domicilio (se non per motivi di salute, lavoro e necessità) oltre alla chiusura di ristoranti, bar, gelaterie e pasticcerie (consentito il servizio a domicilio e l’asporto fino alle 22).

Nelle regioni considerate “zona rossa” (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Calabria) oltre alle misure previste nelle aree con “codice” giallo e arancione il Dpcm prevede la chiusura dei negozi non essenziali, a eccezione di alimentari, edicole, tabaccai, farmacie, parafarmacie e anche i parrucchieri resteranno aperti, come riportato nell’allegato 16 e 24 del decreto.

In che zona rientra la mia regione (rossa, arancione, gialla): qui la “mappa dei colori Covid”

Cosa prevede il nuovo Dpcm di novembre, l’autocertificazione e quando scatta il coprifuoco

Dal 6 novembre quindi, in base al testo del nuovo Dpcm, scatterà il coprifuoco dalle 22.00 alle 5.00 in tutta Italia (e non alle 18 o alle 21 come ipotizzato in un primo momento): da questo orario saranno vietati gli spostamenti non essenziali e si potrà uscire di casa solo per motivi di lavoro, salute e di necessità compilando l’autocertificazione.

Dal weekend del 7 e 8 novembre sarà in vigore anche la chiusura dei centri commerciali che dovranno tirare giù il bandone nei giorni prefestivi e in quelli festivi (quindi il sabato e la domenica), ad eccezione dei punti vendita alimentari, edicole, tabaccai, farmacie e parafarmacie presenti in queste strutture. Il testo del nuovo Dpcm, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, prevede poi per le scuole superiori la didattica a distanza (DAD) al 100%, mentre elementari e medie non saranno chiuse. Stop infine a musei e mostre e si spegneranno le slot machine e le videolottery (vlt).

Nuovo Dpcm, testo integrale del decreto di novembre 2020 sulla Gazzetta Ufficiale (pdf e doc)

Il testo dell’ultimo decreto anti-Covid è stato firmato dal premier Conte nella notte tra del 3 ed è stato pubblicato il 4 novembre sul sito del governo e in Gazzetta Ufficiale (in versione web, pdf e doc), ma non entrerà in vigore oggi, bensì sarà valido dal 6 novembre 2020. Ecco dove scaricare il testo integrale del Dpcm:

Autocertificazione Covid per gli spostamenti: nuovo modulo pdf (novembre)

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Nuovo mese, nuovo modulo di autocertificazione per uscire di casa. Era già ricomparso a ottobre per giustificare i movimenti durante il coprifuoco disposto da alcune Regioni. Ora, con il mese di novembre 2020 e con la firma del nuovo Dpcm da parte del governo, torneremo a compilare il modulo di autocertificazione in pdf, messo a punto dal Ministero dell’Interno, che consentirà gli spostamenti nella zona gialla durante il coprifuoco e la circolazione delle persone nella zona rossa e arancione, con qualche novità sul fronte dei motivi per cui è permesso uscire.

L’autodichiarazione da scaricare in pdf, stampare e portare sempre con sé (o fornito dalle forze dell’ordine) è diventata una costante in questo 2020 segnato dall’emergenza coronavirus.

Nuova autocertificazione per spostamenti: dove serve il modulo e quando si può uscire

Con il nuovo dpcm pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il governo stabilisce infatti alcune limitazioni alla libera circolazione delle persone e reintroduce quindi dal 6 novembre il modulo di autocertificazione in pdf per chi vuole uscire in determinate situazioni: il nuovo decreto del premier Conte istituisce un coprifuoco serale in tutta Italia (dalle 22 alle 5), oltre al blocco degli spostamenti da e verso le regioni considerate “zona rossa” o zona arancione, ossia i territori dove la situazione dei contagi Covid è più preoccupante. Sempre in queste 2 aree (rossa e arancio) non è possibile lasciare il territorio del Comune di domicilio o residenza.

Quando e per cosa si può uscire di casa? La nuova autocertificazione Covid servirà quindi nel caso si dovesse uscire di sera durante il coprifuoco o per muoversi da e per regioni (o da e per province e comuni) in cui è stato deciso il divieto degli spostamenti, giustificando l’uscita per 3 motivi che abbiamo imparato a conoscere durante il lockdown, più una nuova giustificazione:

  • comprovati motivi di salute
  • comprovati motivi di lavoro
  • situazioni di necessità (da giustificare)
  • motivi di studio (per andare a scuola alle lezioni in presenza)

Sarà permesso far rientro al proprio domicilio, ad esempio tornare a casa dopo una giornata di lavoro, anche se questo viaggio avviene durante l’orario in cui scatta il coprifuoco.

Il nuovo Dpcm anti-Covid e l’autocertificazione in pdf di novembre 2020 da stampate

E’ disponibile il modello diffuso alla fine di ottobre dal Viminale, per le Regioni che avevano già disposto il coprifuoco anti-Covid. Vanno scritti i propri dati personali, la residenza e il domicilio, oltre a specificare il motivo dello spostamento, l’indirizzo di partenza e quello di arrivo.

Come solito, il pdf editabile del nuovo modulo di autocertificazione da stampare per gli spostamenti durante l’emergenza Covid, aggiornato in base al Dpcm di novembre 2020 sarà a disposizione sul sito del ufficiale del Ministero dell’Interno. Non è necessario scaricarlo in Word, perché il formato del modello permette direttamente di compilare l’autocertificazione Covid online e poi di stamparla con le modifiche.

Nuovo Dpcm: si può uscire dalla regione, dal comune o dopo le 22?

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Tutti a caccia delle FAQ per interpretare le regole del nuovo Dpcm anti-Covid pubblicato il 4 novembre e in vigore fino al 3 dicembre 2020 con un “semi-lockdown” nelle regioni italiane più a rischio: molti si chiedono se si può uscire dalla propria regione o se si possono fare spostamenti fuori dal territorio del proprio Comune di residenza, come anche se è possibile uscire di casa dopo le ore 22, quando scatta il coprifuoco. Facciamo un po’ di chiarezza.

Con il nuovo Dpcm si può o non si può uscire dalla regione di residenza e fare spostamenti tra regioni

Le regioni della “zona gialla” (inizialmente chiamata dai giornali “zona verde”) non sono chiuse per Covid. Il nuovo Dpcm introduce invece il divieto di spostamento da regione a regione nei territori ad alto rischio per i contagi (le cosiddette regioni rosse e arancioni) con il blocco dei confini interregionali: in questi due casi non si può uscire dalla regione se non per motivi di salute, lavoro o di necessità, giustificando il viaggio con il modulo di autocertificazione.

È permesso in ogni caso il rientro alla propria residenza, al proprio domicilio o nella propria abitazione, e anche il transito attraverso le regioni rosse e arancioni se questo tragitto è necessario per arrivare in territori dove non è previsto lo stop agli spostamenti.

Si può uscire dal proprio Comune di residenza, cosa prevede l’ultimo Dpcm di novembre

Stesso discorso per gli spostamenti tra Comuni: il Dpcm che entra in vigore il 6 novembre non impone restrizioni per le “zone gialle”, raccomandando di non muoversi se non per motivi validi, senza quindi un divieto vero e proprio.

Al contrario, nei territorio di regioni considerate zona rossa (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Calabria) o arancione (Puglia e Sicilia) non si può circolare tra comuni: in queste 2 situazioni, il Dpcm di novembre consente di uscire dal proprio Comune di residenza o di domicilio solo per motivi di lavoro, di salute, di studio (per andare a scuola alle lezioni in presenza), per necessità oppure per usufruire dei servizi ancora aperti (e che non devono essere disponibili nel Comune di appartenenza). Serve quindi il modulo di autocertificazione. Salvo che per questi motivi, è vietato entrare nelle 6 regioni rosse e arancioni. E’ comunque garantito il diritto di rincasare e raggiungere la propria abitazione.

Si può uscire di casa dopo le 22, secondo il nuovo Dpcm? Dove c’è il coprifuoco

In tanti cercano le FAQ al Dpcm pubblicato il 4 novembre 2020 anche per capire le regole per uscire di casa in serata: a differenza del decreto precedente, il nuovo provvedimento ha introdotto un coprifuoco nazionale dalle 22 alle 5.

Per spostarsi durante la notte è necessario quindi specificare un motivo valido (lavoro, salute, necessità) e – nel caso di controlli delle forze dell’ordine – compilare il modulo di autocertificazione, simile a quello usato durante il lockdown.

Gli orari di ristoranti e bar

Fuori dalle zone rosse e arancioni, ristoranti, bar, pasticcerie, gelaterie e i servizi di ristorazione in genere possono restare aperti dalle 5 alle 18, con un numero massimo di 4 persone non conviventi per ogni tavolo, mentre dalle 18 alle 22 sono consentiti la consegna a domicilio e l’asporto ma senza la consumazione sul posto o nelle vicinanze dell’attività.

Nelle regioni ad alto rischio Covid (rosse e arancioni) il Dpcm dispone la chiusura di ristoranti, bar e servizi di ristorazione, ma restano consentiti sia la consegna a domicilio sia il take away (sempre senza consumare i cibi o le bevande nei pressi dell’attività). Qui la lista aggiornata delle zone rosse, arancioni e gialle.