domenica, 29 Giugno 2025
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La mia produzione irrefrenabile di tagliatelle fatte in casa

Prima di tutto vi devo spiegare come sono arrivata alle tagliatelle fatte in casa. Perché all’inizio abbiamo cantato in terrazza tutto il repertorio italiano nazionalpopolare, siamo diventati bravissimi nel lancio del sacchetto della spazzatura nel cassonetto sotto casa, abbiamo imparato a metterci in fila fuori dai supermercati come nessuno si sarebbe mai potuto immaginare, abbiamo poi finito di leggere anche quei libri che consideravamo mattoni storici della letteratura e visto le serie tv più svariate, anche quelle che abitualmente non avremmo mai considerato. Inoltre abbiamo pulito e spolverato anche gli angoli più remoti della casa e infine siamo stati disposti a scaricare applicazioni sconosciute capaci di farci fare mezz’ora di esercizi base al giorno in salotto con un’attrezzatura del tutto improvvisata. E sì, assuefatti dalla noia, ci siamo comunque sfondati di cibo. Diciamolo!

Alla terza settimana di quarantena obbligatoria, ci stiamo inventando le attività più disparate (o disperate, dipende dai punti di vista!) e così anche io che ho finito l’elenco delle attività usuali, ho voluto provare l’impossibile: mi sono munita di mattarello, macchinetta della nonna, farina e uova e ho iniziato una produzione irrefrenabile di tagliatelle fatte in casa. Sì, avete capito bene, dopo aver provato i piatti dei miglior chef fiorentini ho voluto mettermi alla prova: il risultato è stato più che soddisfacente (parola dei vicini di casa!).

I consigli per le tagliatelle fatte in casa: gli ingredienti… e non dimenticate la musica

Per lavorare bene la pasta fresca servono due cose importantissime: un ripiano di legno (io mi sono affidata banalmente al mio tavolo di cucina) e della musica, quella che preferite. Io ho scelto Pavarotti, da bravo buongustaio, sapevo che mi avrebbe dato la giusta carica e poi la musica lirica mi rilassa.

Gli ingredienti sono due e non si può sbagliare: 1 uovo per ogni 100 g di farina 0 (o 00). Calcolate quindi 3 uova e 300 g di farina per 4 persone.

Procedimento: la semplice ricetta delle tagliatelle fatte in casa

La lavorazione è semplicissima! Iniziate riempiendo un’insalatiera con la farina e l’interno delle uova e mescolate. Se mettere le mani in pasta fin da subito non vi fa sentire a vostro agio cominciate con una forchetta, ma non vi ci abituate troppo perché dopo poco per amalgamare al meglio i due ingredienti sarà necessario rimboccarsi le maniche della vostra maglia per iniziare a massaggiare l’impasto creando una palla.

Non appena sarete riusciti a dargli una forma rotonda, passate il composto sulla tavola e con forza continuate ad impastare fino a che non otterrete un panetto liscio ed omogeneo. Una volta raggiunto il risultato sperato, con fierezza avvolgete l’impasto con della pellicola trasparente e lasciatelo riposare per una mezz’ora, giusto il tempo per leggere le novità pubblicate su ilreporter.it e per sistemare dei fogli di carta da forno sul tavolo ricoperti con un po’ di farina, pronti ad accogliere le vostre tagliatelle fatte in casa.

Adesso viene la parte più divertente!

Ho avuto la fortuna di trovare nel mio sgabuzzino la vecchia macchina a manovella che usava mia nonna per stendere la pasta. Se siete avvantaggiati come me, dopo averla fissata bene al tavolo, iniziate a tagliare un pezzettino di pasta alla volta, lasciando la parte restante nella pellicola in modo che non si secchi. Una volta tagliato il primo pezzo, stendetelo sul tavolo con il mattarello, cercando di appiattirlo bene. Dopodiché infilate il lenzuolo ancora spesso tra i rulli (io ho utilizzato spessore 6 su 7 – grado più fine) e attraverso la manovella tirate la pasta accompagnandola con la mano. Passatela poi tra i rulli a denti larghi per trasformarla in tagliatelle. Pura poesia.

Via via che le tagliatelle fatte in casa saranno pronte sistematele sulla carta da forno ben distanziate, in modo da non farle attaccare e ricordatevi di spargerci sopra un po’ di farina. Per la cottura, ci vogliono più o meno 5 minuti, ma assaggiatele di tanto in tanto: le tagliatelle, come tutti i primi, sono un piatto che va accompagnato e mai abbandonato.

Macchina pasta fatta in casa

Tagliatelle fatte e in casa: e se non abbiamo la macchina per la pasta?

Qualora non aveste la macchina per fare le tagliatelle, ricordatevi che c’è sempre un piano B: stendete con forza la pasta con il mattarello e create dei rombi con la rotella per la pizza. In questo modo creerete dei bellissimi maltagliati (di nome e di fatto).

Coronavirus in Toscana, il punto sul contagio

Più tamponi si fanno, più casi si trovano. Una relazione estremamente intuitiva, ed è anche per questo che il numero dei nuovi positivi in Toscana – dove adesso si eseguono più di 2 mila tamponi al giorno – non è ancora sceso significativamente. Ma a che punto siamo con il contagio da coronavirus in Toscana, e quando è atteso il picco?

Toscana, più di 2 mila tamponi al giorno

Nella prima settimana di marzo si riusciva a farne una media 114 al giorno. Già a metà mese si era saliti oltre i mille, oggi siamo a 2 mila di media. Con un record di 3.084 toccato il 26 marzo.

Questo grazie all’entrata in funzione dei laboratori di microbiologia che via via si sono aggiunti ai primi tre, lavorando 24 ore al giorno. Ad oggi sono 13 quelli al lavoro su test specifici per il Covid-19. La Toscana è la terza regione italiana per numero di tamponi eseguiti.

Boom di guarigioni in Toscana, 382 in un giorno: la mappa del coronavirus

A quelli di Careggi, Pisa e Siena, in funzione dall’inizio di febbraio, si sono aggiunti l’Ispro (Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica), i laboratori di Arezzo e Grosseto, Livorno, Lucca, due laboratori a Massa, Prato, il Meyer e un laboratorio privato.

Come detto, più tamponi, più casi. Se il numero di nuovi positivi al coronavirus rilevati quotidianamente resta sostanzialmente stabile anche quando aumentano i test è un segnale incoraggiante.

Al 29 marzo in Toscana si contavano 4.122 casi totali, 11 ogni 10.000 abitanti. Un valore più basso rispetto alla media nazionale di 16 e a quella della Lombardia di quasi 41.

Si tratta inoltre di casi distribuiti in modo non uniforme sul territorio toscano. Nelle province di Lucca e Massa-Carrara si toccano rispettivamente 25 e 17 casi ogni 10.000 abitanti. I territori dell’Asl Toscana sud est e dell’Asl Toscana centro hanno entrambi poco più di 9 casi per 10.000 abitanti.

Coronavirus, quando arriverà il picco in Toscana?

Le previsioni di metà marzo indicavano come data del probabile picco del contagio da coronavirus in Toscana il 28 marzo. Previsioni che si sono probabilmente rivelate troppo ottimistiche.

Coronavirus, tutti i bonus: dai buoni spesa ai 600 euro Inps

Ma la vera data del picco potrebbe essere spostata in avanti solo di qualche giorno. “Credo che il picco lo stiamo vedendo adesso”, ha detto ieri il viceministro alla Sanità Pierpaolo Sileri. E se anche il contagio segue curve diverse nelle varie regioni, è possibile che già in questi giorni si possa registrare una frenata nel numero di nuovi casi e soprattutto in quello dei malati gravi.

Il “giorno zero” in Toscana

Quanto invece al “giorno zero”, la data in cui per la prima volta non si registreranno nuovi contagi, c’è ancora da aspettare. Ieri il Corriere della Sera ha pubblicato uno studio dell’Einaudi Institute for Economics and Finance secondo il quale la Toscana sarebbe l’ultima tra le regioni italiane a raggiungere il giorno zero, tra il 5 e il 16 maggio, con un ritardo anche di un mese e mezzo rispetto ad altre regioni.

C’è da dire che il modello non tiene conto delle caratteristiche del testing, ovvero del numero di tamponi e delle procedure con cui ciascuna regione li effettua, pur riconoscendo in premessa che esiste una forte diversità tra regione e regione. Di fatto il modello è una regressione statistica sul valore dei casi individuati nel corso del tempo. Il risultato – estremizzando il concetto – è che le regioni che hanno rilevato più casi e lo hanno fatto per prime sono quelle che il modello prevede arriveranno per ultime al “giorno zero”. Probabile che la realtà sarà diversa.

Coronavirus, i casi in Toscana

Maschio, 59 anni: è questo l’identikit del caso medio di contagiato da coronavirus in Toscana. Secondo i dati delle tre Asl toscane (che contengono l’80% delle schede), il 55% dei casi sono maschi, con un’età mediana di 59 anni. Solo il 14% ha meno di 40 anni.

Al momento della positività, il 10% è risultato asintomatico, il 30% con condizioni cliniche lievi, il 33% severe, quasi il 5% gravi. C’è da dire che il tampone nella maggior parte dei casi viene effettuato su pazienti che presentano sintomi, da qui il basso valore degli asintomatici e la predominanza di chi presenta sintomi.

Quasi un malato su tre ha almeno una patologia cronica. Nell’ultima settimana emerge una quota di casi sempre più alta in condizioni lievi.

Coronavirus, i test: tampone o analisi del sangue e degli anticorpi?

La letalità, ovvero il numero di deceduti su casi positivi totali, al 29 marzo in Toscana è del 5,2%. Più bassa rispetto al 15,4% della Lombardia, l’11% dell’Emilia e della media italiana. Ci sono differenze marcate tra le tre Asl toscane, con la Asl Nord Ovest dove si riscontra una letalità del 6,8%, la Asl Toscana centro con una letalità del 4,8% e la Asl Sud Est con una letalità del 2,1%, in cui sono presenti tra i casi in generale molti più casi asintomatici. L’incremento della mortalità invece (deceduti sulla popolazione residente) mostra un aumento meno repentino nel tempo: solo il Veneto registra dati migliori della Toscana tra le regioni a forte circolazione del virus.

La situazione negli ospedali

La percentuale dei ricoverati sul numero dei casi positivi si sta riducendo in Toscana: si è passati dall’iniziale 50% all’attuale 33%, anche come conseguenza dell’emergere di casi lievi.

Il numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva si è stabilizzato intorno ai 270 negli ultimi giorni, altro dato incoraggiante. Restano più di 300 posti letto di terapia intensiva.

È poi in corso di allestimento il piano CROSS (la centrale operativa per le maxiemergenze) per l’estensione delle Terapie intensive approvato da Borrelli: 280 nuovi posti letto di terapia intensiva che vanno ad aggiungersi a quelli già in funzione.

Alcune postazioni sono state già allestite, altre sono in corso di allestimento. Ecco quelle già allestite: 12 a Lucca (ospedale Campo di Marte), 10 a Pisa (ospedale Santa Chiara), 6 a Siena (ospedale Le Scotte); da domani saranno allestiti ulteriori 15 posti a Careggi. Ad oggi sono stati ricevuti: 296 monitor, 103 ventilatori, 30 aspiratori, 30 pompe per la nutrizione artificiale, 10 pompe siringa, 16 ecografi, 5 barelle di biocontenimento. Provenienti in parte da gara Consip (Piano Protezione civile nazionale), in parte da acquisti fatti dalla Regione Toscana, in parte da donazioni.

Taglio a casa e tinta dei capelli fai da te? I consigli dei parrucchieri

Tutto da soli: c’è chi è alle prese con la ricrescita selvaggia, chi a casa studia il colore della tinta d’emergenza e chi invece è a caccia del tutorial perfetto per il taglio fai da te dei capelli. Quelli che pensano a un cambio di look “quarantena style”, prestino attenzione: cimentarsi a cuor leggero con forbici e macchinetta, comporta dei grandi rischi per l’acconciatura. A dirlo i parrucchieri (quelli veri): certo, non sono aperti, ma restano sempre disponibili per fornire consigli.

Piccoli drammi domestici, anzi minuscoli, rispetto all’emergenza sanitaria per il coronavirus, ma anche l’occhio vuole la sua parte. Curare il nostro aspetto e dedicarsi un po’ a se stessi può essere un toccasana per l’umore durante giorni bui come questi. E allora quali sono i trucchi per domare la chioma ribelle, in attesa che il nostro coiffeur di fiducia riapra? Abbiamo chiesto aiuto a un’esperta: Antonella Batacchi, hair stylist che gestisce un salone in pieno centro a Firenze e presidente di CNA Acconciatura Firenze, una delle associazioni di categoria dei parrucchieri. Ecco suggerimenti ed errori comuni.

Fare un taglio di capelli a casa e da soli: no ai parrucchieri improvvisati

La prima regola d’oro: a casa non improvvisatevi parrucchieri, mette in guardia l’esperta: “Provare a tagliarsi i capelli da soli è una cosa assolutamente da non fare – avverte – perché è molto rischioso per il nostro look. In alternativa cerchiamo di cambiare pettinatura ad esempio se abbiamo una frangia, spostiamola di lato”.

E se, presi dalla disperazione, non si può fare a meno di una spuntatina? Ci sono delle buone pratiche. “Mai tagliare la frangia perché intorno al viso lo sbaglio è immediato e si vede subito. È importante poi non agire su tutto il taglio, anche qui il margine di errore è alto. Al limite possiamo dare una spuntatina, minima, qua e là a qualche ciuffo che non ci piace agendo su punti specifici. Quello che mi sento di dire è: fatelo il meno possibile”. In genere una donna può aspettare la fine della quarantena per sistemare l’acconciatura, ma spesso è l’uomo ad essere più impaziente e a reclamare un taglio di capelli in versione casalinga. A suo rischio e pericolo, potremmo dire.

Taglio uomo a casa: la macchinetta per accorciare i capelli?

Qui vale lo stesso discorso delle forbici, evitare di fare ritocchini per non combinare danni difficilmente rimediabili. Chi invece sceglie di dare un taglio drastico con la macchinetta deve usare un distanziatore che permette di accorciare tutti i capelli alla stessa lunghezza, con la minima possibilità di sbagliare, ma un risultato che certo non è da professionista. “Non è un taglio vero e proprio, però in casi estremi per un uomo può andare bene in attesa del ritorno dal parrucchiere – dice l’esperta-. Qui il consiglio è iniziare dallo ‘scatto’ più lungo e provare su un punto nascosto, magari dietro la nuca, mai davanti, per vedere se la lunghezza prescelta è di nostro gradimento”.

Parrucchieri aperti (online)

In caso di dubbio però è sempre possibile chiedere un aiuto (a distanza) al proprio acconciatore o barbiere di fiducia. Se i parrucchieri sono chiusi dall’11 marzo per l’emergenza coronavirus ed è difficile dire quando saranno di nuovo aperti, i professionisti intanto sono a disposizione online o via telefono per dare consigli su misura.

“Molti saloni, a Firenze come in altre zone, si sono organizzati per la consegna a domicilio, grazie a corrieri, di prodotti professionali per la cura dei capelli, dalle maschere fino alle tinture e al balsamo – spiega l’hair stylist – nel caso che questo ‘servizio a domicilio’ non sia possibile, il parrucchiere può consigliare marche che si trovano al supermercato o in farmacia, di minor qualità ma che possono essere una soluzione d’emergenza”.

Tinta per capelli fai da te?

C’è poi il capitolo della ricrescita e della tinta per capelli fai da te. Anche in questo caso molti parrucchieri spediscono via corriere i kit per la tintura da fare direttamente a casa, con ciotola, pennello e tutti gli attrezzi del mestiere da usare da soli, oppure consigliano il colore migliore da scegliere al supermercato in base allo schema della colorimetria. “Nella maggioranza dei casi è difficile trovare l’esatta tonalità, perché i professionisti usano mix di diverse nuance per donare effetti particolari, ma in base alle miscele impiegate in passato, il professionista è in grado di indicare qual è il colore giusto da prendere”.

Tinta colore capelli casa da soli tintura

Anche per la tintura casalinga ci sono delle regole da seguire: optare per un colore più chiaro perché nel caso di errori si può rimediare con facilità, mentre la tinta va passata sempre sulla ricrescita e mai sull’intera lunghezza, per non correre il rischio di sovraccaricare effetti già presenti sui capelli. E gli henné o le tinture naturali? “È meglio evitarle perché sono colorazioni fortemente acide che non sono così semplici da usare da soli e rischiano di generare effetti indesiderati”.

Come coprire capelli bianchi senza la tinta?

Per chi invece non se la sente di cimentarsi con una tinta per capelli fai da te, la soluzione – restando a casa – è quella di coprire la ricrescita dei capelli bianchi con qualche trucchetto temporaneo. “Se la situazione non è così terribile – suggerisce l’esperta – si possono usare esempio spray o mascara che si trovano facilmente nella grande distribuzione. Si tratta di prodotti non permanenti che vanno via con il lavaggio e servono a tamponare la situazione per 2 o 3 settimane in attesa di tornare dal parrucchiere”.

Attenti ai parrucchieri abusivi a domicilio

Infine un appello: non rivolgetevi ai parrucchieri abusivi che in queste settimane operano nel proprio domicilio o a casa dei clienti, andando contro le regole anti-contagio e anche contro il buonsenso. Oltre a essere un mercato nero con tanto di evasione fiscale, in questo momento comportano anche gravi rischi per la salute senza il benché minimo rispetto delle norme per limitare la diffusione del coronavirus.

Pasqua a Firenze: cosa c’è al posto dello scoppio del Carro 2020?

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A Firenze la Pasqua 2020 sarà senza lo scoppio del carro: quest’anno il volo della colombina dal Brindellone fino all’altare del Duomo è stato interrotto prima della partenza per effetto dell’emergenza sanitaria causata dal coronavirus. Se la tradizione millenaria si ferma, per destinare alla lotta contro il Covid-19 i fondi destinati alla rievocazione storica, la mattina del 12 aprile ci sarà comunque un gesto simbolico per dare un segno e una speranza ai fiorentini.

Firenze, scoppio del carro 2020 annullato

L’annuncio è stato dato dal sindaco di Firenze Dario Nardella durante l’ultimo Consiglio comunale: la cerimonia dello scoppio del carro non si terrà, non ci saranno dirette web dalla piazza vuota senza pubblico come qualcuno aveva ipotizzato inizialmente. “Devolveremo le risorse risparmiate ovvero circa 50 mila euro, a progetti sociali, sanitari e assistenziali del Comune legati all’emergenza coronavirus”, ha detto il primo cittadino che sulla questione ha sentito anche l’arcivescovo Giuseppe Betori, aggiungendo che “non smarriremo la nostra tradizione, abbiamo trovato un modo per mantenerla viva”.

Una “luce” al posto dello scoppio del carro

È stato lo stesso arcivescovo a spiegare in un messaggio quale cerimonia si svolgerà nella cattedrale di Santa Maria del Fiore “per non privare Firenze del significato dell’evento, manifestandolo con un gesto semplice”, dopo che lo scoppio del carro è stato annullato. La mattina di domenica 12 aprile 2020, Betori, insieme al sindaco Nardella e al Gonfalone di Firenze, si muoverà dall’altare maggiore portando il cero fino al sagrato e lì mostrerà alla città (in modo virtuale visto che la piazza sarà vuota) la sua esile fiamma “che è Gesù, la sorgente della Pasqua e quindi la speranza per l’umanità”. Un messaggio, scrive ancora l’arcivescovo, destinato non solo a chi crede ma a tutti, “perché tutti in questo momento abbiamo bisogno che si dica che la luce ha la meglio sulle tenebre”.

Calcio storico fiorentino 2020, cambiano le date o sarà annullato?

Firenze e l’origine della trazione di Pasqua

Le origini della cerimonia dello scoppio del carro sono legate all’epoca della Crociate, con l’arrivo a Firenze delle tre scaglie del Sepolcro di Cristo ad opera di Pazzino de’ Pazzi. A seguire furono usate per dare vita, ogni Pasqua, al “fuoco novello” distribuito ai fiorentini come simbolo della Resurrezione, poi nel corso dei secoli arrivarono in fuochi e il Brindellone che conosciamo oggi. Qui storia e curiosità sullo scoppio del carro di Firenze.

Coronavirus in Toscana: i dati e le notizie del 30 marzo

Sono 290 i nuovi casi di positività al coronavirus rilevati in Toscana nelle 24 ore dal procedente bollettino, 16 i nuovi morti: numeri sostanzialmente stabili nel bollettino di lunedì 30 marzo che, nonostante il lievissimo calo dei dati, indica che ancora la fase discendente del contagio non è iniziata.

Coronavirus, il bollettino del 30 marzo in Toscana

Il numero totale dei contagiati dall’inizio dell’epidemia sale a 4.412. Con i 16 decessi dell’ultima giornata, i morti totali in Toscana sono 231.

Questi i 16 decessi registrati in Toscana nelle ultime 24 ore, che vanno ad aggiungersi ai 215 registrati fino a ieri, per un totale di 231 decessi dall’inizio dell’epidemia. Con l’indicazione di sesso, età, comune di domicilio: M, 72, Licciana Nardi; F, 97, Massarosa; M, 65, Santa Maria Capua Vetere; M, 78, Cecina; M, 71, Firenze; M, 77, Calenzano; M, 74, Firenze; F, 80, Fucecchio; M, 86, Certaldo; M, 71, Serravalle Pistoiese; M, 57, Pescia; F, 95, Campi Bisenzio; M, 86, Cantagallo (Prato); M, 80, Prato; F, 94, Prato; F, 92, Monterotondo Marittimo.

Si tratta di persone tra i 30 e i 100 anni, nella quasi totalità dei casi affette da altre patologie concomitanti.

Rispetto a ieri si contano 4 nuove guarigioni virali e 6 guarigioni cliniche. Il numero dei guariti sale così a 131 pazienti, 33 “negativizzati” e 98 guariti clinicamente. I casi attualmente positivi in cura sono 4.050.

Coronavirus, le ultime notizie dalla Toscana (30 marzo)

Il dato positivo continua a essere quello dei ricoveri. Solo 9 in più da ieri, il dato migliore della fase acuta del contagio. I ricoverati sono 1.395, di cui 279 in terapia intensiva (anche queste in frenata, +4 rispetto a ieri).

Guarda la mappa del contagio in Toscana

Di 4.412 tamponi fino ad oggi risultati positivi al test, questa è la suddivisione per provincia di segnalazione, che non sempre corrisponde necessariamente a quella di residenza: 1.022 Firenze, 324 Pistoia, 248 Prato (totale Asl centro: 1.594), 711 Lucca, 543 Massa-Carrara, 446 Pisa, 271 Livorno (totale Asl nord ovest: 1.971), 251 Grosseto, 286 Siena, 310 Arezzo (totale sud est: 847).

Tamponi oltre quota 30 mila in Toscana

Il totale dei tamponi effettuati in Toscana dal 1° febbraio supera quota 30mila. Sono infatti 30.099 tamponi su 26.495 persone (in alcuni casi sono stati effettuati più test per lo stesso paziente). Nelle ultime 24 ore sono stati analizzati 2.520 tamponi.

Da ieri un nuovo laboratorio si è aggiunto ai 12 già attivi in Toscana per l’analisi dei tamponi. Si tratta di un laboratorio pubblico di Massa, il secondo attivo in città.

Dal monitoraggio giornaliero sono invece 13.288 le persone in isolamento domiciliare in tutta la Toscana: 6.406 nella Asl centro, 5.395 nella Asl nord ovest, 1.487 nella Asl sud est.

Dalla Coop buoni spesa solidali per chi è in difficoltà

Buoni spesa per oltre 300mila euro da destinare alle persone in difficoltà: è quanto Unicoop Firenze (104 punti vendita Coop in Toscana) e la Fondazione Il Cuore si scioglie distribuiranno alle associazioni di volontariato con cui le due organizzazioni sono impegnate da tempo per combattere l’emergenza alimentare.

I primi voucher, ognuno del valore di 20 euro, saranno distribuiti già dalla settimana prima di Pasqua alle onlus del territorio regionale che a loro volta li forniranno alle famiglie che stanno vivendo un periodo difficile.

I buoni spesa Coop.fi per le associazioni di volontariato e le famiglie in difficoltà

Nel dettaglio, oltre 200 mila euro arrivano dalla campagna di solidarietà “Natale Insieme”, che lo scorso dicembre ha visto tanti soci e clienti donare denaro o punti spesa alle casse dei Coop.fi, cifra che è stata raddoppiata dalla Fondazione Il Cuore si scioglie. A questi fondi si aggiungono altri 100mila euro donati da Unicoop Firenze alle associazioni che nel 2019 hanno partecipato alle raccolte alimentari nei 104 punti vendita della cooperativa, organizzate dal Cuore si scioglie.

“L’emergenza alimentare è una delle problematiche a cui prestiamo la massima attenzione, con diverse iniziative durante l’anno – si legge in una nota di Unicoop Firenze e della Fondazione Il Cuore si scioglie. – In questo momento, in cui alla situazione sanitaria si affianca una condizione economica sempre più critica per molte famiglie, interveniamo con una erogazione importante di buoni spesa, che saranno distribuiti per noi dalle associazioni del territorio”. Tra le realtà di volontariato della Toscana che riceveranno gli aiuti le Caritas diocesane e le Misericordie.

Intanto a livello nazionale Coop si è detta pronta ad offrire degli “sconti solidali” alle famiglie destinatarie dei buoni spesa pensati dal governo a seguito dell’emergenza coronavirus.

Coronavirus, tutti i bonus: dai buoni spesa ai 600 euro Inps

In arrivo aiuti per famiglie, lavoratori e liberi professionisti in difficoltà a seguito del blocco totale per il coronavirus: si va dai buoni spesa che i Comuni metteranno a disposizione per comprare beni di prima necessità, fino alle indennità per chi ha visto diminuire drasticamente gli introiti, come il bonus da 600 euro per i lavoratori autonomi da richiedere all’Inps. E poi ci sono i voucher per pagare le baby sitter e il “premio” in busta paga per lavora e continua a lavorare nonostante l’emergenza Covid-19.

Abbiamo stilato una breve guida per capire a chi spettano i singoli “bonus coronavirus”, indicando come e quando fare richiesta.

Solidarietà alimentare: buoni spesa Covid-19

È l’ultima misura in ordine di tempo pensata dal governo, in aggiunta a quelle previste dal decreto “Cura Italia”. Un’ordinanza della protezione civile nazionale (qui il testo) che stanzia in tutto 400 milioni di euro: si tratta di buoni spesa che i singoli Comuni destineranno alle famiglie in difficoltà, giovani coppie, pensionati e singoli, per l’acquisto di beni di prima necessità.

Nelle scorse ore si è parlato di buoni da 300 euro o più bonus 25 euro o 50 euro, spetterà però alle singole amministrazioni comunali decidere la cifra, a chi spetteranno gli aiuti e le modalità di richiesta. Intanto alcune catene di supermercati, come Coop e Conad, si sono dette disponibili a prevedere uno sconto per chi usufruirà dei “buoni spesa coronavirus”, mentre si stanno muovendo anche le associazioni di categoria dei piccoli negozi.

Bonus spesa, a chi spetta: famiglie o singoli in difficoltà, in base ai requisiti stabiliti dai Comuni
Come fare richiesta: contattare il proprio Comune di residenza

Coronavirus: bonus 600 euro per partite iva e liberi professionisti

Dal primo aprile sul sito dell’Inps è possibile fare richiesta del bonus da 600 euro previsto dal decreto “Cura Italia” per i liberi professionisti, le partite Iva, i cococo e i lavoratori autonomi danneggiati economicamente a seguito dell’emergenza coronavirus. La richiesta va fatta grazie a un pin semplificato da richiedere online oppure tramite il codice Spid (a chi spetta di preciso? Qui tutti i requisiti). A questi si aggiungono anche i professionisti iscritti alle casse previdenziali autonome, ad esempio ingegneri, architetti e giornalisti grazie a un nuovo decreto in cui  è previsto un limite di reddito.

Chi farà richiesta, riceverà un bonus 600 euro una tantum ed esentasse, riferito al mese di marzo in cui è scattata l’emergenza coronavirus, che secondo le previsioni sarà pagato entro il 15 aprile.

A chi spetta il bonus da 600 euro: liberi professionisti, partite Iva, cococo, lavoratori autonomi
Come fare domanda: dal primo aprile sul sito Inps a questo link

Bonus da 100 euro in busta paga per chi lavora in sede durante l’emergenza coronavirus

Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti che hanno continuato a svolgere il proprio impiego durante l’emergenza coronavirus è in arrivo un bonus di massimo 100 euro che sarà accreditato automaticamente nella busta paga di marzo e sarà esentasse: non è quindi necessario fare domanda. La cifra può variare perché viene rapportata ai giorni effettivi di lavoro e, attenzione, non spetta a chi ha lavorato da casa o in smart working, ma solo a chi ha continuato ad operare nella normale sede di lavoro (ad esempio i dipendenti dei supermercati).

A chi spetta il bonus da 100 euro: lavoratori dipendenti che hanno continuato a lavorare (no smart working)
Come fare domanda: in automatico nella busta paga

Bonus baby sitter: voucher da 600 euro a 1000 euro, domanda sul sito Inps

A seguito dell’emergenza coronavirus e della chiusura delle scuole, il governo con il decreto “Cura Italia” ha anche previsto un bonus baby sitter da 600 euro a 1000 euro, la cifra cambia a seconda della situazione del nucleo familiare. La domanda per il voucher può essere presentata dal primo aprile tramite i patronati, il contact center di Inps o con richiesta online sul sito dell’istituto nazionale di previdenza sociale tramite il pin dispositivo o il codice Spid, se già in possesso, oppure richiedendo online un pin semplificato.

Chi prima arriva meglio alloggia: i fondi saranno destinati in base all’ordine cronologico di presentazione delle richieste. Il bonus spetta a chi ha figli sotto i 12 anni, se non si è usufruito del congedo parentale di 15 giorni, e può essere richiesto dai lavoratori dipendenti del settore privato, gli iscritti alla gestione separata, gli autonomi iscritti all’Inps o altre casse e anche dai dipendenti pubblici del settore sanità, sicurezza, difesa e soccorso pubblico.  Il pagamento del bonus avverrà nel mese di maggio.

A chi spetta il bonus baby sitter: famiglie con under 12, se non si è usufruito dei congedi parentali straordinari
Come fare domanda: dal primo aprile sul sito di Inps, nella sezione dei voucher baby sitter.

Firenze deserta nei giorni del coronavirus – La fotogallery

La facciata del Duomo che domina sul sagrato vuoto. Nessuno intorno al Battistero né davanti a Palazzo Vecchio. Piazza Santa Croce che pare immensa senza persone. È una Firenze dal fascino spettrale quella ritratta nelle immagini di Agenzia Fotografica Italiana in esclusiva per Il Reporter. Foto di una Firenze deserta, come molte città in tutta Italia e nel mondo nei giorni dell’epidemia da coronavirus.

Le foto di Firenze durante l’emergenza coronavirus

 

foto: Agenzia Fotografica Italiana

Coronavirus, foto dall’Italia del lockdown

Foto che testimoniano un momento destinato a restare nella storia: Firenze, come tutta l’Italia, è in quarantena nazionale, il cosiddetto lockdown, per contenere il contagio da coronavirus.

Una misura in vigore dal 9 marzo scorso e destinata a durare fino al 3 aprile. Almeno stando al testo del decreto, ma la proroga pare scontata. Sono chiusi tutti i negozi e le attività ritenute non essenziali. Ci si può spostare da casa propria solo per comprovate esigenze lavorative, per situazioni di necessità o motivi di salute. E per muoversi si deve portare con sé l’ormai celebre modulo di autocertificazione.

Strade vuote, turisti assenti: le foto di Firenze

Il blocco dei voli in ingresso e degli spostamenti interni ha completamente fermato il turismo. Nei luoghi che in questo periodo cominciavano ad affollarsi di visitatori da ogni parte del mondo non c’è nessuno.

Il centro e l’Oltrarno: per strada non c’è nessuno

Pochi passanti che si muovono in fretta protetti da una mascherina. Bar chiusi, saracinesche abbassate. Solo le forze dell’ordine e i militari dell’esercito a presidiare le strade. Le foto scattate nel centro di Firenze immortalano la città deserta durante l’emergenza coronavirus.

Vie, piazze e monumenti come non si erano mai visti prima. E come, è l’augurio di tutti, non si dovranno vedere ancora a lungo.

Il primo cucciolo di alpaca nato a Firenze / Video

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Ha fatto i suoi primi passi traballanti poche ore dopo essere venuto alla luce: si chiama Arno, ha un folto pelo marrone scuro ed è il primo alpaca nato a Firenze lo scorso 27 marzo. Ora il cucciolo sta iniziando ad ambientarsi nell’allevamento che si trova accanto al parco degli animali di Ugnano, alla periferia ovest della città, dove l’associazione Alpaha onlus porta avanti un progetto che coinvolge 6 diversamente abili nella cura di questi animali e nella produzione di piccoli manufatti creati con la pregiata lana.

I ragazzi in questo momento si trovano a casa, ma appena hanno visto le foto del “piccoletto” si sono emozionati, alcuni – raccontano gli educatori – si sono messi quasi a piangere, altri sono scoppiati in una risata di felicità. Tutti non vedono l’ora di conoscerlo da vicino appena finita l’emergenza coronavirus.

Il cucciolo di apaca nato a Firenze: “Speriamo sia di buon auspicio”

Arno, nome scelto in onore del principale fiume di Firenze, è in buona compagnia: accanto a lui ci sono altri 6 alpaca, mamma Samantha e il fratellone Cameo, figlio dello stesso stallone, e poi i compagni di avventura Gustel, Grisù, Cottopaxi e la seconda femmina del gruppo, Mariposa. A prendersi cura di questa famiglia sono adesso i volontari dell’associazione: sono stati proprio loro, la mattina del 27 marzo, ad accorgersi del nuovo arrivo, una bella sorpresa. “Speriamo sia di buon auspicio per tutti noi”, dicono. Arno è nato prima del previsto, ma per fortuna subito dopo il gran freddo di fine marzo, cosa che ha aiutato il baby alpaca a muovere i primi passi senza problemi.

Per il futuro si pensa già a dare un fratellino (o una sorellina) al piccolo Arno, anche se servirà almeno un anno per far tornare la cicogna: per questi animali la gravidanza dura infatti dagli 11 ai 12 mesi. L’obiettivo di Alpaha onlus è creare una piccola filiera di lana di alpaca, lavorata dai ragazzi disabili e poi messa in vendita per finanziare il progetto.

I primi momenti dopo la nascita del baby alpaca Arno (si ringrazia l’associazione Alpaha onlus per il video)

I ragazzi degli alpaca di Firenze? Sono a casa, ma restano in forma

Intanto anche i ragazzi assistiti dall’associazione Alpaha onlus stanno vivendo questi giorni di quarantena a casa, alla loro maniera. “Se la stanno cavando alla grande – raccontano i volontari – ci scambiamo foto e video per tenerci in contatto”. E così c’è chi ha imparato ad aiutare mamma e papà nelle faccende di casa, per esempio rifacendo il letto o dando l’aspirapolvere, e chi è salito per la prima volta su una cyclette per non perdere l’allenamento ed essere pronto a tornare dagli amici apaca.

Coronavirus, record di contagi in Toscana: 305 in un giorno

È il numero massimo di nuovi casi registrati in un solo giorno dall’inizio dell’epidemia in Toscana, 305, ai quali si aggiungono 17 morti: è un bollettino pesante quello di domenica 29 marzo, dati che certificano che non siamo ancora nella fase discendente del contagio da coronavirus.

Coronavirus, in Toscana superati i 4 mila contagi

Superata la soglia dei 4 mila contagi. Il totale dei positivi dall’inizio dell’emergenza sale infatti a 4.122. Altra soglia mentale che viene oltrepassata è quella dei 200 decessi: con quelli delle ultime ventiquattro ore il totale dei morti sale infatti a 215.

Questi i 17 decessi registrati in Toscana nelle ultime 24 ore, con l’indicazione di sesso, età, comune di domicilio: M, 77, Rio (Elba); M, 78, Fivizzano; M, 94, Mulazzo; F, 92, Livorno; M, 70, Mulazzo; M, 72, Lucca; M, 70, Livorno; F, 94, Livorno; M, 90, Pisa; M, 89, Piombino; M, 72, Seravezza; M, 69, Viareggio; F, 92, Licata (Agrigento); F, 91, Pistoia; M, 73, Pistoia; M, 83, Fucecchio; F, 89, Torrita di Siena.

Si tratta di persone fra i 38 e i 100 anni che, nella “quasi totalità” (questa la nuova formula usata dalla Regione nel bollettino), soffrivano di altre patologie.

Coronavirus, le ultime notizie dalla Toscana (29 marzo)

Salgono anche i guariti. Ad oggi sono 29 sono le guarigioni virali (i cosiddetti “negativizzati”) e 92 quelle cliniche, per un totale di 121 pazienti.

I casi attualmente positivi in cura, al netto di morti e guariti, rimangono 3.786.

I ricoveri ad oggi sono 1.386, di cui 275 in terapia intensiva. Almeno su questo fronte le notizie appaiono confortanti, con solo 16 nuovi ricoveri da ieri e un numero totale di pazienti in terapia intensiva che diminuisce (ieri erano 277).

Coronavirus, Firenze la più colpita: i dati del 29 marzo in Toscana

Di 4.122 tamponi fino ad oggi risultati positivi al test, questa è la suddivisione per provincia di segnalazione, che non sempre corrisponde necessariamente a quella di residenza: 957 Firenze, 309 Pistoia, 221 Prato (totale Asl centro: 1.487), 672 Lucca, 493 Massa-Carrara, 432 Pisa, 236 Livorno (totale Asl nord ovest: 1.833), 245 Grosseto, 273 Siena, 284 Arezzo (totale sud est: 802).

Guarda la mappa del contagio in Toscana

Dal 1° febbraio ad oggi nei laboratori toscani sono stati effettuati in tutto 27.579 tamponi, su 24.348 persone (in alcuni casi sono stati effettuati più test per lo stesso paziente). Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 1.966 tamponi.

Sono infine 12.882 le persone in isolamento domiciliare (un aumento consistente, ieri erano 12.301) in tutta la Toscana: 6.271 nella Asl centro, 5.201 nella Asl nord ovest, 1.410 nella Asl sud est.