domenica, 4 Maggio 2025
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Gli eventi del Festival giapponese 2019 a Scandicci (Firenze)

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Dopo aver salutato Firenze, il Festival giapponese torna a Scandicci, per l’edizione 2019 della kermesse dedicata alla cultura nipponica. Per un intero weekend l’auditorium del Centro Rogers viene invaso da kimono, cibo tradizionale, cerimonie del tè, dimostrazioni di arti marziali, antiche danze e prodotti tipici dal Giappone.

Date e orari del festival giapponese 2019 a Scandicci

La 21esima edizione del festival giapponese si svolge a Scandicci da venerdì 15 a domenica 17 novembre 2019 con orario  11.00 – 20.00. Fitto il programma di eventi tra il piano terra dell’auditorium, con intrattenimento e dimostrazioni a ingresso libero, e il primo piano  dove prendono posto il palco per gli spettacoli, l’area ristoro, la zona di intrattenimento, il bazar e una mostra fotografica. L’accesso al primo livello è a pagamento (2 euro), gratuito per i soci dell’associazione Lailac e per i bambini fino ai 10 anni.

Il programma

Sono oltre 40 gli ospiti dal Giappone, che trasformano il Centro Rogers in una piazza nipponica per conoscere da vicino questo Paese. A Scandicci per il festival giapponese 2019 arrivano i danzatori Manjushaka con i loro spettacolari costumi e le danze tra antico e moderno  (ogni giorno alle 18.30, sabato e domenica anche alle 14.30), le esperte delle più importanti scuole di Via del Tè, 18 maestre di vestizione del kimono (abiti tradizionali che sarà possibile anche noleggiare), la direttrice di una delle più prestigiose scuole di cucina a Ginza, Tokyo, Natsuko Nakamura che parlerà del pranzo tipico giapponese e di come si preparano gli zuccherini tradizionali da tè (venerdì ore 14.30 e 18.30, sabato ore 17.00).

Festival giapponese Scandicci 2019 firenze programma

E ancora una giovanissima coppia di danzatori del Circolo Shimen Soka dell’Università di Yamagata impegnati in uno stile contemporaneo dell’antica danza Hanagasa (sabato ore 17.00), mentre tra piazza della Resistenza e il piano terra dell’auditorium sono previste dimostrazioni di arti marziali come Judo, Aikido, Iaido,  Kendo, Karatè. Il programma dettagliato è sul sito di Lailac. Per arrivare al Centro Rogers da Firenze basta prendere la linea 1 della tramvia in direzione Villa Costanza e scendere alla fermata “Resistenza”.

Festival giapponese, da Firenze a Scandicci

Il festival giapponese è nato a Firenze e solo negli ultimi anni si è spostato a Scandicci. Nel 1999 l’associazione Lailac, nata per promuovere la cultura del Paese orientale, ha organizzato il primo appuntamento della kermesse alla limonaia di Villa Vogel, poi la manifestazione ha toccato altre location cittadine, come la limonaia di Villa Strozzi e l’ippodromo del Visarno, per arrivare nel 2015 a Scandicci. La stessa associazione promuove dal 2011 anche Tanabata, la festa giapponese dei desideri che si svolge a luglio nel quartiere 4 di Firenze.

Il volontario di Salvatore Scibona. La recensione

Salvatore Scibona, nato a Cleveland (Ohio) da una famiglia di immigrati italiani, è al suo secondo romanzo. Ne “La Fine” (2011) descriveva il mondo degli immigrati italiani nella Little Italy di Elephant Park, intrecciando le vicende dei protagonisti in un groviglio fitto e colorato, condito però da una profonda disillusione, da quella sensazione di non aver più possibilità di sognare.

Ed è proprio questa morte delle aspirazioni, unita alla voglia di scappare, il filo conduttore della narrativa di Scibona. “Il Volontario” si apre con un bambino lettone, solo, all’interno dell’aeroporto di Amburgo. È Janis, e chi lo ha abbandonato è suo padre Elroy, figlio di nessuno che per un periodo è stato il figlio adottivo di Vollie e Louisa.

E qua il racconto vola nel Dopoguerra, dove facciamo conoscenza di Vollie Frade, un ragazzo dell’Iowa, nato e cresciuto in una baraccopoli intrisa di degrado. Vollie sta per volontario: tutti lo chiamano così dopo che, per fuggire dalla sua situazione senza sbocco, decide di arruolarsi e partire per il Vietnam.

Come possiamo immaginare sarà durissima per Vollie, soprattutto nei 400 giorni di prigionia rinchiuso in una grotta piena di cadaveri durante una missione fantasma in Cambogia. Allora Vollie, complice uno strano personaggio che lo contatta per unirsi a una cellula dei servizi segreti, scappa di nuovo. Una fuga dalla fuga.

Vollie Frade finisce per rifugiarsi in un vecchio ranch abbandonato nel New Mexico in cui un suo vecchio compagno d’armi, sparito chissà dove, aveva creato una comune basata sull’assenza di regole e sul libero amore.

Qua conoscerà Louise e il piccolo Elroy, con cui cercherà di farsi una famiglia. Scopriremo che anche Elroy, crescendo, condurrà una vita piena di tormenti, di incomprensioni e di fughe, come il padre adottivo Vollie, che lo porterà ad abbandonare il figlio, Janis, che abbiamo conosciuto nelle prime pagine del libro.

Il Volontario è scritto con uno stile intenso e ambizioso, che riesce a unire storie e luoghi lontani nel tempo e nello spazio. Un romanzo critico, globale ed incredibilmente attuale che racconta la storia di chi, per svariate ragioni, passa la vita a fuggire da qualcosa.

Il silenzio delle ragazze di Pat Barker. La recensione

Tutti noi conosciamo, anche a grandi linee, le vicende della guerra di Troia, la guerra più famosa di tutti i tempi. Come di consueto nei poemi epici il punto di vista del narratore è però esclusivamente maschile.

Si accendono i riflettori sul guerriero, sull’eroe maschio, e le figure femminili sono relegate a personaggi di contorno, nell’ombra narrativa, nonostante tutta la storia ruoti, alla fine, intorno a loro. Ma come sarebbe l’Iliade se a raccontarla fosse proprio una donna?

Il silenzio delle ragazze

In questo splendido romanzo la storica e scrittrice inglese Pat Baker racconta dal punto di vista femminile gli accadimenti della guerra di Troia. E la situazione non è delle più tranquille se consideriamo che Briseide, principessa di Lirnesso, dopo aver visto massacrare la sua famiglia per mano degli Achei viene consegnata, come un trofeo, in dono ad Achille.

Il racconto inizia con l’assedio di Lirnesso, città in cui aveva trovato rifugio il troiano Enea. I guerrieri greci, decisi a inseguire ed uccidere il nemico, riescono a conquistarla in poco tempo, sterminando tutti i maschi della città. L’allora diciannovenne Briseide, moglie del re Minete, viene scelta da Achille come parte del bottino e diventa, di fatto, la sua schiava, concubina ed infermiera personale.

Briseide si trova quindi costretta a servire e assecondare i capricci e le esigenze, anche sessuali, dei propri nemici, di quell’Achille che ha spazzato via la sua famiglia e il suo popolo. Fiera e orgogliosa, disprezza le altre donne che si prostrano arrendevoli nei confronti dei Greci, e inizia pian piano a entrare nelle dinamiche della vita in battaglia, raccontando tutto ciò che vede e sente dalla tenda di Achille in cui è reclusa.

Pat Baker riesce a ricostruire nei minimi dettagli le vicende della guerra di Troia incentrando il racconto sugli stati d’animo di Briseide, sul suo modo di porsi nei confronti del nemico che è giocoforza obbligata ad assecondare. Ne esce un romanzo piacevole, un classico poema epico a cui è stata cambiata l’inquadratura, che grazie riesce ad appassionare grazie alla sua visione diversa.

Borro Tuscan Bistro

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“Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non si ha mangiato bene”, diceva Virginia Woolf. Ma potremmo aggiungere che a stomaco vuoto non si possa minimamente pensare neanche a fare shopping. Proprio per questo è d’obbligo una sosta a Il Borro Tuscan Bistro dove è possibile degustare prodotti di nicchia a due passi da via Tornabuoni, sul lungarno Acciaiuoli.

Borro Tuscan Bistro

Chiamarlo solo ristorante potrebbe essere riduttivo. Potremmo quasi definirlo una bottega, dove provare e acquistare prodotti ricercati: dai vini e distillati, alle paste artigianali, alle conserve e i sott’oli, fino a dolci e biscotti. Non solo. Perché con l’autunno lo chef Andrea Campani ha deciso di organizzare un ciclo di eventi all’insegna del buon cibo e del buon bere, con temi e ospiti ogni volta differenti.

Borro Tuscan Bistro: Storie da bere

Prenderanno vita le “Storie da bere” (28 novembre e 12 dicembre) durante le quali sarà possibile addentrarsi nel mondo del vino artigianale, scoprendone tutti i segreti direttamente dai produttori, i cui vini saranno accompagnati dai piatti dello chef che ne esalteranno caratteristiche e unicità.

Per chi invece è amante degli incontri al buio, il 14 novembre ed il 5 dicembre ad affiancare lo chef in cucina ci saranno degli ospiti misteriosi che sveleranno le loro ricette preferite.

Nel menù di tutti i giorni invece, tra un bicchiere di vino e l’altro, è possibile gustare piatti come la tartare di manzo con capperi fritti, verdure croccanti e uovo marinato e l’intramontabile pacchero di Gragnano con ragù alla toscana.

La festa di San Martino

11 novembre, festa di San Martino e a tal proposito… parliamo dell’omonima piazza. Il toponimo è uno dei più antichi della città, che prese nome dalla chiesa di San Martino del Vescovo, fondata nel 986 dall’arcidiacono Giovanni da Fiesole, poi donata nel 1034 ai monaci della vicina Badia Fiorentina.

Riedificata nel 1479, è da allora sede della pia Compagnia dei Buonuomini di San Martino. In piazza, in angolo troviamo la Torre della Castagna, singolare monumento di storia patria per essere stata all’epoca di Dante, la prima sede del governo libero di Firenze, sul lato della quale è posta questa epigrafe: “Questa torre detta della Castagna unica resta delle sedi onde i priori delle arti ressero Firenze prima che la forza e la gloria del fiorente Comune facessero sorgere il Palazzo della Signoria”.

A fronte della torre vi è l’oratorio della Compagnia dei Buonomini di San Martino, fondato nel 1442 da Sant’Antonino con lo scopo di alleviare le sofferenze dei cosiddetti “poveri vergognosi”, cioè di quei poveri divenuti tali all’improvviso, dall’oggi al domani, in seguito a sconvolgimenti politici e relative impietose confische di beni. Essi, provenendo da famiglie benestanti ed essendo sempre vissuti nell’agio, si vergognavano a chiedere l’elemosina, che però accettavano di buon grado, restando nell’anonimato.

L’11 novembre i Buonomini onoravano solennemente il loro patrono, considerato fino dal Medioevo il santo della carità per aver donato a un povero, quando era cavaliere della Guardia Imperiale, e non avendo nient’altro da offrirgli, metà della sua clamide, cioè del corto mantello fermato con una fibbia sulla spalla. L’attività dei Buonomini fu così zelante e fattiva che il papa Eugenio IV era solito chiamarli “gli angeli di Firenze”.

Sul lato destro della porta d’ingresso della piccola chiesetta-oratorio, è ancora presente la buca delle elemosine con una lapide che reca la scritta: “Limosine per li poveri verghognosi di S. Martino”. Per la generosità dei fiorentini, i Buonomini hanno potuto proseguire l’utile attività caritativa fino ai nostri giorni. Se talvolta avveniva che la loro cassa fosse vuota, senza un quattrino, tanto da avere estremo bisogno di aiuto, i fratelli accendevano una candelina accanto alla porta d’ingresso del loro oratorio, in maniera che i passanti vedendola, esclamassero: “i Buonomini sono al lumicino” e così offrissero l’elemosina.

Pure oggi il modo di dire “essere al lumicino” è sinonimo di aver finito tutti gli averi e quindi trovarsi allo stremo delle forze. La Compagnia, dopo quasi seicento anni di vita conserva ancora il suo spirito originario, offrendo agli indigenti un conforto materiale e spirituale, sulle orme del suo fondatore, e c’è chi tuttora usa offrire elemosine introducendo monete nell’apposita fessura sotto il bel tabernacolo affrescato dal pennello di Cosimo Ulivelli, dove si vede San Martino attorniato dai poveri ai quali elargisce l’elemosina.

L’interno dell’oratorio, che si articola su una piccola navata decorata da affreschi del Ghirlandaio, in origine era attiguo all’abside dell’antichissima chiesa denominata San Martino del Vescovo (perché fatta costruire da Regimbaldo vescovo di Fiesole nel 1034) e molte volte confusa con questa. Ma per chiarezza, la chiesa del vescovo, parrocchia della zona che fu anche degli Alighieri e dei Donati, soppressa nel Settecento, aveva il suo ingresso dal lato opposto all’oratorio dei Buonomini, e cioè su via Canto della Quarconia dove se ne possono ancora vedere alcune secolari tracce.

Sulla piccola piazza ha l’ingresso anche la trattoria “Il Pennello”, caratterizzata da un tondo bassorilievo in terracotta grezza con il ritratto di Mariotto Albertinelli, il pittore di cui il Vasari riferisce che, essendogli venuto a noia la sua arte, decise, all’inizio del Cinquecento, di dedicarsi alla cucina. Infatti, aprì una trattoria nel centro cittadino, nel fondo lasciato libero da un cimatore di lana fallito. Qui convenivano liete brigate di artisti; addirittura Benvenuto Cellini, Michelangelo, Andrea del Sarto, ma anche i suoi allievi Bugiardini e Innocenzo da Imola, tutti amanti del buon vino!

L’Albertinelli, a cui spesso veniva domandato della sua metamorfosi, rispondeva di aver, senza biasimo, lasciato la pittura che imitava la carne e il sangue, per questa nova arte che procurava, invece, il sangue e la carne; che ora si sentiva lodare anche per il buon vino, mentre nell’altra si sentiva spesso biasimare. Nel 1886, il casentinese Giuseppe Aiolli, appassionato cultore di memorie storiche, volle riaprire l’antica trattoria nella bottega allora tenuta da un merciaio e, in omaggio al suo illustre predecessore, la chiamò “Il Pennello”.

L’Ironman fiorentino che non sapeva nuotare

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Ironman è il nome della gara di triathlon super lungo, la prova sportiva più dura che esista: 3,86 km di nuoto, 180,260 km in bicicletta e 42,195 km di corsa, la distanza di una maratona. Tutti da percorrere in una volta sola. Chi ce la fa può fregiarsi del titolo di Ironman finisher, uomo (o donna) di ferro, appunto.

È una gara di “resistenza”, che sì è un fatto fisico, ma è anche e soprattutto un fatto mentale, un prodotto della convinzione, della determinazione, di un lavoro su se stessi che non riguarda soltanto le gambe e il fiato. Sfidare i propri limiti, spostare l’asticella un po’ più in alto è l’obiettivo di chi si allena per l’Ironman.

Wolfango Poggi, 43 anni, per metà fiorentino e per l’altra romagnolo, ci è riuscito. E la sua è un’impresa titanica perché, prima di cimentarsi nell’Ironman, ha dovuto imparare a nuotare. Lo ha fatto per amore della sfida, ma anche per aiutare chi è davvero impegnato nella lotta per la vita, la più difficile di tutte. Nel settembre scorso ha superato la prova IronMan Italy che si è tenuta a Cervia, legando alla sua sfida una raccolta fondi per l’Istituto oncologico romagnolo e, in particolare, il progetto Margherita, che dona una parrucca alle donne in terapia oncologica.

Come è possibile anche solo pensare all’Iroman, se non si sa nuotare?

Tutto è iniziato nel 2008 – racconta Poggi – quando ero residente a Milano e, per caso, lessi sulla Gazzetta dello Sport un articolo su Danny Ferrone, un triatleta malato di fibrosi cistica che si stava preparando per fare l’Ironman. La notizia mi colpì, perché la fibrosi cistica è una malattia incompatibile con una disciplina che presuppone resistenza fisica e capacità respiratorie fuori dal comune. Per caso, qualche tempo dopo, incontrai proprio Danny alla partenza della maratona di Milano.

Non partecipavo, volevo solo assaporare l’atmosfera e cimentarmi in qualche chilometro, senza la pretesa di portare a termine la gara. In quella occasione riuscii a contattarlo e dal nostro incontro nacque un invito, da parte mia, a trasferirsi a casa nostra, a Milano, per sei mesi, per imparare la lingua italiana e diffondere la sua associazione a sostegno dei malati di fibrosi cistica.

Questi sei mesi a contatto con Danny, la sua malattia e la sua incredibile perseveranza e determinazione, mi hanno dato modo di riflettere sull’esistenza e sulla capacità di affrontare sfide impossibili grazie alla volontà. Nel 2014, poi, mia sorella si è ammalata di sclerosi multipla. A quel punto mi sono guardato dentro. Era arrivato il momento di dare una svolta, di fare qualcosa che mi mettesse in gioco in prima persona: vincere la mia paura del nuoto e dell’acqua alta.

Ho preso lezioni di nuoto, ho imparato la tecnica, la respirazione, superato il terrore di trovarmi in alto mare. Al tempo stesso, ho deciso di fare qualcosa di concreto per sostenere l’Aism, Associazione italiana sclerosi multipla, sfruttando lo sport per raccogliere fondi da destinare alla ricerca e al sostegno dei malati.

E la decisione di prepararsi per l’Ironman, quando l’ha presa?

Ho sempre fatto sport, ma il progetto Ironman è rimasto in naftalina ancora per un po’ di anni. Fino al 2018, anno in cui una cara amica di famiglia, nostra testimone di nozze, si è ammalata di tumore al pancreas: ha lottato un anno e mezzo con tutte le sue forze, prima di soccombere alla malattia. Avevo già portato a termine l’allenamento per tentare, nel 2016, la gara di mezzo Ironman. Il mio obiettivo era partecipare alla competizione, abbinando ad essa una raccolta fondi destinata all’Aism.

Rimaneva il pallino dell’Ironman completo, una gara che ti spaventa anche solo a pensarci. Avevo partecipato a una maratona, a gare in bicicletta, avevo concluso il mezzo Ironman, ma l’Ironman quello vero… E tuttavia, pensando a tutti coloro che lottano per la vita, come mi potevo permettere, io, di considerare l’Ironman una sfida impossibile? Nel 2018 ho dato il via alla preparazione atletica per portare a termine questa gara, era l’anno in cui la nostra amica lottava contro il tumore al pancreas.

Ironman

Lei è un imprenditore, ha una famiglia, due bambini, e la preparazione atletica per l’Ironman è particolarmente impegnativa. Dove ha trovato il tempo?

La mia famiglia mi ha sempre sostenuto. Sono stati mesi di allenamenti intensi, meravigliosi, che mi hanno fatto scoprire lati di me stesso che non conoscevo: sei ore di allenamento al giorno, alzandomi alle 4 di mattina e continuando a lavorare e a dedicare il tempo libero alla famiglia, richiedono organizzazione e impegno. Non ho però fatto tutto da solo, sono stato seguito da due allenatori, Gaetano di Stefano e Lina Manzo, specialisti nell’allenamento in bici e corsa.

Due-tre mesi prima della gara, ho dovuto affrontare allenamenti di 13-14 ore alla settimana, ma mi sentivo bene, in forze. Sentivo la stanchezza, ma lavoravo come sempre e non mi mancava l’energia per stare con la mia famiglia. Lo sport è una risorsa ancora troppo sottovalutata. Fosse per me, le ore di sport dovrebbero essere incluse nelle ore di lavoro, sono certo che ne trarrebbe beneficio sia il lavoratore sia l’azienda.

Durante la gara come si è sentito? Ha avuto momenti di difficoltà?

La gara è stata un’emozione unica ed è scorsa via, nonostante i momenti di difficoltà. Nei momenti di sfinimento ti concentri su chi sta lottando per la sua vita, pensi a Zanardi (Alex, il noto atleta paralimpico ed ex pilota di Formula 1, ndr) che corre con le braccia, ti rendi conto che tu non hai il diritto di lamentarti. Allora vai avanti e perseveri.

Prossime sfide?

Faccio parte della squadra Firenze triathlon e sto preparando altre gare, sempre legate a raccolte fondi per Istituti di ricerca. Non mi cimenterò in sfide superiori a questa perché accanto alla determinazione occorre anche essere consapevoli dei propri limiti e della propria età. Ma di certo continuerò a legare il mio impegno nello sport a favore di chi sta lottando contro malattie devastanti, senza nessuna intenzione di arrendersi.

Dreoni giocattoli: il negozio dei balocchi nel cuore di Firenze

Aperto nel lontano 1922 come piccolo negozio di giocattoli e modellismo nel cuore del centro storico di Firenze, negli anni successivi, grazie all’intraprendenza della famiglia Dreoni, a cui ancor oggi appartiene, si è allargato fino a occupare circa 1000 metri quadrati di spazio, con ingressi sulle vie Cavour e Ginori.

La magia che si respira nel dedalo dei suoi ambienti è però rimasta intatta. Anzi, il tempo che passa contribuisce a renderlo, giorno dopo giorno, un luogo unico, il cui fascino è impossibile da eguagliare.

Un negozio di giocattoli come una volta

Che cosa rende speciale Dreoni Giocattoli? I suoi locali labirintici, formati da stanze attigue collegate da piccoli corridoi e snodi sui quali si aprono scorci colorati su scaffali e scaffali di giocattoli. La scelta di un’illuminazione calda, che regala una scintilla di vita ai giocattoli esposti, il sovraffollamento apparentemente caotico dei balocchi sugli scaffali: si ha quasi l’impressione che ogni giocattolo non sia stato sistemato da mano umana, ma abbia conquistato da solo il suo spazio vitale accanto agli altri, armonizzandosi col contesto in maniera naturale.

Dreoni via Cavour Firenze

Dreoni è come un piccolo ecosistema autonomo, costituito da giochi che sembrano interagire tra loro e con l’ambiente che li circonda. Da Dreoni i pacchetti sono fatti ancora come una volta: il foglio di carta rossa col logo del negozio tagliato a misura e ripiegato fino a formare un pacchetto impeccabile e il nastrino che termina con due riccioli creati dalla lama veloce della forbice.

Si andava da Dreoni da bambini, magari con i nonni, a comprare la squadra di Subbuteo mancante. Ci si torna oggi con i propri figli a comprare l’ultimo Lego a tema Harry Potter. Dreoni Giocattoli rimane il negozio di modellismo più vasto e ben assortito di Firenze, con treni elettrici delle migliori marche, scatole di montaggio di tutti i tipi, modellini di auto in quantità elevatissima, scatole di costruzione di cannoni e velieri antichi.

Eventi gratuiti di Dreoni giocattoli a Firenze

L’adattamento ai tempi moderni lo ha reso anche un luogo di aggregazione per le famiglie fiorentine, ricco di eventi gratuiti nel fine settimana aperti a tutti i bambini e uno spazio giochi interno accessibile sempre, anch’esso offerto in maniera gratuita ai clienti e ai visitatori di passaggio.

Balocchi, eventi Dreoni Giocattoli

Il cortometraggio girato in negozio

Dreoni è un posto così speciale che ha ospitato le riprese di un cortometraggio (durata 30 minuti circa) girato quasi interamente nel negozio e in altre aree di Firenze. La produzione GiocaFilm ha selezionato comparse all’inizio dell’estate e, per ora, si sa che il protagonista della storia è Carlo, un bambino di 8 anni che, attirato dalle vetrine dello storico negozio, si avventura alla ricerca di… lo scopriremo presto.

Fiorentina umiliata da un Cagliari travolgente

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Disfatta viola al Sardegna Arena contro quella che è, al momento, la squadra più in forma del campionato. Il Cagliari s’impone grazie alle reti di Rog, Pisacane, Simeone, Joao Pedro e Nainggolan dominano fin dai primi minuti, mostrando un gioco spumeggiante e uno stato di forma invidiabile. Solo quando è sotto per 5-0 la Fiorentina riesce ad accorciare le distanze grazie a due reti del giovane Vlahovic. Montella deve fare a meno ancira di ribery e schiera in attacco Vlahovic. In difesa rientrano sia Pezzella che Caceres. Il Cagliari di Rolando Maran è in formazione tipo con l’ex di turno Simeone.

Primo Tempo di Cagliari-Fiorentina

Il Cagliari domina la gara fin dai primi minuti di gioco. Al 13’ le squadre si fermano per il ricordo di Davide Astori ma al 16’ i rossoblù vanno in vantaggio. Azione in velocità di Nainggolan che serve in area Rog che fredda Dragowski. E’ l’1-0 per i padroni di casa. La Fiorentina non riesce a reagire ed al 26’ i padroni di casa raddoppiano con Pisacane che segna di testa su corner dalla destra di Cigarini. Al 34’ Nainggolan ha spazio sulla destra e tira. Dragowski respinge male e serve il pallone sui piedi ancora del belga che crossa basso e Simeone segna di tacco in completa solitudine. Un 3-0 che demoralizza gli uomini di Montella. Al 44’ ci prova Chiesa su assist di Caceres ma la sfera finisce a lato. Si va al riposo sul 3-0 per il Cagliari.

Secondo Tempo di Cagliari-Fiorentina

Nella ripresa Montella inserisce Sottil al posto di Lirola ma al 54’ è punita nuovamente dagli uomini di Rolando Maran. Palla persa da Badelj a metà campo, Nainggolan si invola in contropiede e smarca Joao Pedro davanti a Dragowski. Il brasiliano colpisce in caduta e insacca il 4-0. Al 60′ Simeone spreca la possibile doppietta da pochi passi con Dragowski che si riscatta. Al 65’

Nainggolan prende la mira dal limite dell’area e insacca imparabilmente nel sette il pallone del 5-0.  Al 75’ Sottil allarga per Dalbert. L’assist è per Vlahovic che batte Olsen dal cuore dell’area. E’ il primo gol in serie A per il giovane attaccante.  Il serbo trova anche la sua doppietta personale all’87’ con un tiro a giro dalla destra dell’area che non lascia scampo a Olsen. E’ il 5-2 finale. Ammoniti sia Castrovilli che Pulgar che, diffidati, salteranno la trasferta di Verona tra due settimane dopo la pausa per la Nazionale.

L’allenatore

Senso di vergogna per Vincenzo Montella a fine gara. “Ho un bruciore allo stomaco, io e non solo io, e dobbiamo ricordarci questa sensazione non gradevole tutti insieme per imparare a vincere e capire cosa ci è mancato oggi, contro gli uomini di Maran, per tornare a casa con una vittoria. I ragazzi – ha aggiunto il tecnico – si vede hanno sentito troppo la pressione di una gara così importante, dopo il 5-0 se la sono scrollata di dosso ed infatti sono arrivati i nostri gol. Vlahovic ne è l’esempio lampante, nel primo tempo è stato un calciatore, negli ultimi 20’ un altro. Secondo me Dusan è un potenziale crack ma deve crescere come tutti gli altri giovani che per fortuna abbiamo in rosa e su cui la società mi ha detto di puntare forte.  Non siamo andati in difficoltà fisica perché abbiamo finito bene la partita da questo punto di vista. Noi non siamo stati all’altezza del nostro avversario e loro hanno giocato meglio. In tanti ci siamo vergognati, sicuramente da qui ripartiamo e questa brutta caduta ci farà capire tante cose per crescere e migliorare”.

Dove vedere Cagliari Fiorentina in tv: Sky o Dazn?

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Da una parte la Fiorentina reduce da un pareggio contro il Parma, dall’altra il Cagliari che ha inanellato tre bellissime vittorie consecutive. Una partita da non perdere quella in programma domenica 10 novembre a tra Cagliari e Fiorentina che vale un posto in Europa: ma dove vederla, su Sky o Dazn?

L’orario di Cagliari – Fiorentina

Quella a Cagliari sarà la partita che inaugura il programma della Serie A di domenica 10 novembre. Cagliari – Fiorentina si gioca infatti alle ore 12.30, il cosiddetto lunch match all’ora di pranzo. Una collocazione nel palinsesto che, almeno in teoria, può favorire anche l’esposizione delle squadre nei mercati asiatici per ragioni di fuso orario.

Cagliari – Fiorentina dove vederla in tv: Sky o Dazn?

La partita tra Cagliari e Fiorentina sarà trasmessa su Dazn, il servizio di video streaming online dedicato agli eventi sportivi. Dazn è accessibile su smart tv, computer, tablet e smartphone, oltre che console per videogiochi e praticamente tutti i dispositivi in grado di trasmettere.

Gli abbonati Sky però non disperino. Grazie all’accordo tra Sky e Dazn, anche i clienti del servizio di pay tv satellitare possono vedere le partite trasmesse su Dazn. Gli abbonati a Sky Q, My Sky HD o Sky HD possono infatti attivare il canale satellitare Dazn 1 che andrà ad aggiungersi alla loro offerta. Maggiori informazioni sul sito di Sky.

Cagliari – Fiorentina in streaming

Cagliari – Fiorentina non sarà invece trasmessa su SkyGo, l’app di streaming di Sky per pc, tablet e smartphone, né su NowTv, la piattaforma di streaming a pagamento.

La radiocronaca in diretta sarà trasmessa da RadioRai.

Cagliari – Fiorentina in chiaro?

Non ci sono opzioni per vedere Cagliari – Fiorentina in chiaro.

Verso Cagliari Fiorentina le probabili formazioni

Torna alla Fortezza da Basso di Firenze Firenze Home Texstyle

Torna a per il secondo anno consecutivo Firenze Home Texstyle, la fiera sulle collezioni di biancheria per la casa, tessile per l’arredamento e nautica più importante in Italia, con la partecipazione di alcuni dei più prestigiosi brand su scala nazionale e internazionale.

La mostra, organizzata da Firenze Fiera in collaborazione con Acropoli Srl di Bologna, si svolgerà dall’1 al 3 febbraio 2020 alla Fortezza da Basso, in contemporanea con la XIII edizione di Immagine Italia & Co., anteprima collezioni intimo-lingerie, promossa e organizzata dalla Camera di Commercio di Pistoia.

Il pianeta del tessile per la casa e l’hotellerie

Forte del successo dell’edizione scorsa, il salone si presenta ancora più grande e ricco con oltre 11.000 metri quadri di superficie espositiva distribuiti nel Padiglione Spadolini (piano inferiore) ed è rivolto ad un pubblico selezionato di buyer italiani e esteri di department store, concept store, negozi di arredamento, professionisti interessati all’evoluzione degli stili nell’articolato pianeta del tessile per la casa con un’attenzione particolare anche all’hotellerie.

Un ritorno graditissimo per tanti espositori italiani che in passato avevano partecipato in Fortezza a manifestazioni analoghe come Pitti Casa dedicate all’arredamento e interior design.

Tante presenze in Fortezza

Presenti tutti settori del comparto – dalla biancheria per la casa a quella per la nautica, spa fino all’editoria tessile – che vede la Toscana al quarto posto in Italia dopo regioni quali Campania, Lombardia e Veneto con 1.147 imprese su un totale nazionale di 13.836 aziende e l’impiego di 2.304 addetti sugli oltre 23.800 presenti sull’intero territorio nazionale.

In mostra le nuove collezioni, trame preziose tessute con materiali di altissima qualità privilegiando cura del dettaglio, decori raffinati, alta sartorialità e savoire faire made in Italy , capace di reinterpretare il proprio heritage grazie all’innesto di sofisticate tecnologie e nuovo design.

L’ingresso è riservato agli operatori. Il visitatore potrà accedere ad entrambe le mostre utilizzando lo stesso ingresso, accreditandosi in un’unica sessione al desk e visitando così senza limitazioni i due saloni.

Orario di apertura: sabato 1 e domenica 2 febbraio: dalle 9 alle 18 – lunedì 3 febbraio: dalle 9 alle 16.