sabato, 26 Aprile 2025
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Novoli: il quartiere è un bene comune

Si chiama “Novoli Bene Comune” ed è l’associazione nata dall’impegno di un gruppo di cittadini che a Novoli vivono e lavorano, uniti dalla volontà di conoscere e far conoscere il loro quartiere per renderlo più vivibile. “Per una comunità è importante condividere e tutelare le cose comuni”, spiega Piero Osti, presidente dell’associazione. “Chi ha coscienza e conoscenza del posto in cui vive avrà anche maggiore attenzione verso il territorio. Per questo motivo ci siamo riuniti in un’associazione che ha come primo obiettivo quello di rendere i cittadini consapevoli delle cose comuni per migliorarle insieme”. Il gruppo è attivo dal dicembre 2017, si riunisce mensilmente in assemblea in vari luoghi del quartiere – biblioteca Buonarroti, Galleria Frittelli, circoli Arci Novoli e Rigacci, Circolo Scherma Raggetti, chiese Santa Maria a Novoli e San Donato in Polverosa – e si è costituito ufficialmente come associazione a inizio 2019, ponendosi fin da subito come interlocutore propositivo verso l’amministrazione comunale.

Le attività di Novoli Bene Comune

“Non siamo un comitato ma un’associazione, e come tale il confronto con le istituzioni è fondamentale. Sottoponiamo alla giunta le nostre proposte e i dati che raccogliamo grazie alla collaborazione con il Dipartimento di architettura dell’Università di Firenze e con il Centro Unesco, per mappare il nostro territorio e individuarne caratteristiche e necessità”. Uno degli aspetti su cui si è maggiormente concentrata l’associazione è l’assetto urbanistico di Novoli. Un’area periferica che nei decenni scorsi si è sviluppata in modo disorganico e che è al centro di una profonda trasformazione, tanto che qui oggi hanno sede alcune delle principali funzioni urbane.

“Abbiamo iniziato a creare una memoria storica di quartiere raccogliendo testimonianze e raccontando come è nata Novoli”, spiega Osti. “In secondo luogo – prosegue – ci siamo concentrati sul patrimonio architettonico, dalle tre splendide chiese San Donato in Polverosa, Santa Maria a Novoli e San Cristofano in via Allori fino alla genesi e agli sviluppi di una testimonianza unica di archeologia industriale come l’ex area Fiat, a cui abbiamo dedicato una serie di convegni”.

Novoli Bene Comune

Le proposte dell’associazione

“Ad oggi abbiamo elaborato una serie di proposte concrete, presentandole all’amministrazione: mercato aperto e funzionale in via Giardini della Bizzaria, nuovo giardino di fronte alla sede CRF – Intesa Sanpaolo in viale Guidoni, riqualificazione delle cosiddette ‘strade orfane’, strade private ad uso pubblico nate dalla speculazione edilizia dagli anni Sessanta ai Novanta del secolo scorso e oggi in stato di degrado”. La presenza dell’associazione Novoli Bene Comune è un segnale positivo e propositivo di una società civile che vuole partecipare e collaborare attivamente allo sviluppo della città. “Conoscere, condividere e riflettere insieme è il modo migliore per individuare i bisogni del nostro territorio, di cui ci consideriamo soci di maggioranza, perché la città è e deve essere dei cittadini”, conclude Piero Osti: “Siamo la porta di Firenze, la città più bella del mondo. Quello che vogliamo è rendere e mantenere Novoli accogliente e vivibile come si fa per il centro storico”. 

Guarda il video dell’incontro di Novoli Bene Comune con l’assessore Giorgetti

L’Orchestra Trasversale di San Frediano e Santo Spirito

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Trombe, contrabbassi, violini ma anche bidoni, piatti e pentole: si suona di tutto nell’Orchestra Traversale delle Genti di San Frediano e Santo Spirito (o, per semplicità, Orchestra Povera). L’importante è la musica e la voglia di condividere. L’Orchestra Povera è nata nel settembre del 2018 nel Giardino dei Nidiaci di via dell’Ardiglione per insegnare musica in modo innovativo. Per farne parte, infatti, non è necessario sapere suonare. Ma è fondamentale saper ascoltare gli altri. L’Orchestra è trasversale per davvero, nel senso che è composta sia da esperti che da neofiti, sia dai bambini che dagli adulti, residenti storici e nuovi arrivati nel quartiere, non importa da quale paese.

Un quartiere in musica

Il laboratorio musicale era inizialmente rivolto ai bambini, ma proprio per la peculiarità stessa del Giardino dei Nidiaci è stato naturale coinvolgere gli adulti che li accompagnavano. Nel tempo poi si sono aggiunti anche curiosi dagli altri quartieri della città, ben oltre San Frediano e Santo Spirito, interessati a fare musica in modo diverso. L’Orchestra è inoltre “povera” perché composta tanto da strumenti classici quanto da qualsiasi altro oggetto suonante della quotidianità.

Durante gli incontri non si insegnano solo i fondamenti della musica, ma anche la contaminazione delle esperienze, l’ascolto e la condivisone. “Riunire persone che sanno suonare è facile”, spiega il direttore dell’Orchestra Matteo Ceramelli, violinista, esperto di didattica musicale e motore di numerosi progetti in città e nel resto della provincia. “È molto più difficile e molto più bello unire persone che non lo sanno fare e che imparano facendolo. L’Orchestra trasversale di San Frediano e Santo Spirito non è quindi un progetto che prevede dei solisti, ma è plurale. Anche chi suona male, o chi non lo sa fare, grazie ad un battito dato al momento giusto partecipa a rendere armonico tutto l’insieme”.

L’Orchestra di San Frediano e Santo Spirito: trasversale per davvero

L’Orchestra si è evoluta da laboratorio a vero e proprio progetto artistico. Rapidamente dopo la sua formazione è stata coinvolta in più occasioni per suonare fuori dal Giardino, davanti a un vero pubblico. I concerti hanno contribuito a far crescere l’entusiasmo. “Soprattutto tra gli adulti”, racconta Ceramelli. “I bambini hanno già molti stimoli tra la scuola e i pomeriggi extra-scolastici. Per gli adulti invece è una novità”.

Le prove aperte a tutti riprenderanno in autunno, tra la prima e la seconda settimana di settembre, sempre al Giardino dei Nidiaci. Ci saranno molte novità: chissà quali nuovi strumenti arricchiranno l’Orchestra.

Per informazioni: www.nidiaci.com/2018/10/03/e-nata-lorchestra-trasversale-delle-genti-di-san-frediano-e-santo-spirito

Prima regola: Molla lo scivolo!

Andrea Mucci ha 20 anni e risiede a Firenze, nel Quartiere 2. Già nel 2012, giovanissimo, comincia a impegnarsi attivamente per sensibilizzare i suoi concittadini sul tema della mobilità delle persone in sedia a rotelle, un problema che lui stesso si trova a dover affrontare quotidianamente. Nel 2016 lancia la campagna Molla lo scivolo con un hashtag (#mollaloscivolo) che in breve comincia a girare sui social, entra nelle scuole e raggiunge giornali, tv e istituzioni. La campagna intende richiamare l’attenzione di cittadini e istituzioni sull’importanza di non creare nuove barriere ostruendo i varchi e gli scivoli.

Oltre a quelle architettoniche già presenti in abbondanza, ci sono infatti altre barriere create dall’inciviltà dei cittadini: dalle macchine parcheggiate sui marciapiedi alle biciclette legate male. “L’accessibilità riguarda tutti noi – spiega Andrea Mucci – e potenzialmente potrebbe interessarci nel corso della vita. La finalità della mia iniziativa è quella di far comprendere a tanti concittadini di quanti muri si creano con l’indifferenza e l’ignoranza e quanto poco basterebbe per evitarlo. Anche solo parcheggiando correttamente o rinunciando a occupare un posto riservato a chi ha difficoltà. Perché l’accessibilità non è un regalo ai più “svantaggiati” ma la condizione necessaria della civiltà giuridica”.

Insieme alla campagna “Molla lo scivolo” è nato anche un blog, dove Andrea riceve segnalazioni dai cittadini su criticità, mancanza di scivoli, barriere architettoniche. È lui stesso, poi, a sottoporli all’esame dell’amministrazione per poter attivare pronte soluzioni. Mucci è stato il promotore di alcune passeggiate nel quartiere insieme ai rappresentanti delle istituzioni, organizzate per far accorgere di quanto siano numerose le barriere architettoniche e quanto frequenti i comportamenti incivili delle persone. A marzo, ad esempio, ha organizzato la “Scarrozzata”, un percorso attraverso il suo quartiere in cui tutti hanno potuto provare cosa significa muoversi in sedia a rotelle, sperimentando tutte le difficoltà e le barriere architettoniche che sono ogni giorno sotto i nostri occhi e di cui spesso non ci accorgiamo. 

“Turismo sostenibile? Si può”. Intervista alla professoressa Romei

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La professoressa Patrizia Romei
La professoressa Patrizia Romei

La professoressa Patrizia Romei insegna Geografia economico-politica del turismo e turismo sostenibile per lo sviluppo dei sistemi locali all’Università di Firenze. Ha numerose pubblicazioni all’attivo sul tema del turismo sostenibile. Nella sua ricerca si occupa anche del fenomeno dell’overtourism.

Professoressa Romei, come siamo arrivati fin qui?

Il turismo ha avuto una crescita incredibile negli ultimi 30 anni. Un dato: dalla crisi del 2008, tutte le attività economiche hanno registrato un significativo rallentamento. Il turismo ha ricominciato a crescere già nel 2010 e ancora oggi continua a farlo su scala mondiale. L’altra tendenza degli ultimi 15-20 anni è l’accorciamento della permanenza media. Si fanno sempre più viaggi ma più brevi. La classica vacanza al mare o in montagna di 15 giorni è roba del passato, oggi la permanenza media è di due giorni e mezzo. Il “mordi e fuggi”, un turismo di breve durata concentrato nell’arco di poche settimane dell’anno. Con tutti i problemi che ne conseguono.

Prima di tutto di sostenibilità, a partire da quella ambientale. Il turismo produce l’8% delle emissioni di CO2 mondiali, ad esempio.

Il grosso degli impatti ambientali è rappresentato dai viaggi aerei. Se prima gli spostamenti erano prevalentemente su strada, automobile e pullman, oggi dominano i voli. Il che facilita anche la maggior frequenza e la brevità dei viaggi. Dell’8% stimato dall’Organizzazione mondiale del turismo, il 5% deriva dai trasporti: è lo spostamento che inquina, di per sé il turismo impatta meno delle altre attività economiche.

Firenze e la questione overtourism

Ci sono anche effetti sociali. Cosa succede alle economie, alle culture, alle identità?

L’altra tendenza significativa è la crescita del turismo nelle città d’arte, soprattutto quelle europee. Questo può agire sulla carrying capacity, la capacità di carico di una città, soprattutto quando si concentra in un’area ristretta. Avviene a Barcellona, Roma, Firenze e Venezia, oppure San Gimignano e Mont Saint-Michel. Quando il flusso turistico supera la capacità di carico si parla di overtourism, un fenomeno che cambia il territorio, il suo tessuto sociale ed economico.

In che modo?

Intanto, che cosa succede dove c’è overtourism dal punto di vista dell’analisi geoeconomica? Le abitazioni si trasformano in strutture ricettive perché la rendita, il valore d’uso del suolo, è molto più alta. Al posto delle case spuntano Airbnb, bed and breakfast e simili. Si ha di fatto un’espulsione dei residenti dai centri storici dove si concentrano i flussi. Così i negozi: le vecchie botteghe artigiane e al dettaglio si trasformano in paninoteche, bar e ristoranti. Una specializzazione al cibo, a uso dei turisti. Sparendo gli artigiani, anche i negozi cominciano a vendere oggetti per turisti, souvenir made in China. Città grandi come Roma e Milano mostrano segni di overtourism in alcune aree, ma essendo piuttosto estese il loro tessuto sociale assorbe meglio la pressione turistica. Le conseguenze sono più evidenti quando i flussi si concentrano in una zona ristretta, lo si vede a Venezia e a Firenze.

Dati alla mano, esistono soluzioni?

Sì, le soluzioni ci sono. Per esempio, controllare il numero delle licenze per gli esercizi alimentari, che se lasciate al libero mercato si concentrano nei luoghi e nelle strade dove la pressione turistica è più alta. Fondamentale poi provare a decongestionare il centro, migliorando o valorizzando l’offerta turistica delle periferie. Pensiamo alle ville medicee: un patrimonio Unesco che i turisti neanche conoscono. Lo spazio turistico dev’essere gestito, non semplicemente consumato. Questo può avvenire solo attraverso politiche di sostenibilità ambientale e sociale. Anche politiche a basso costo possono avere esiti positivi.

Guardando alle altre capitali del turismo ci sono esempi di buona gestione dai quali prendere spunto?

Non moltissimi, per la verità. Il turismo di massa è un fenomeno studiato fin dagli anni ‘70, ma allora era a carico soprattutto delle destinazioni balneari. Pensiamo a cosa diventò Rimini nel dopoguerra. Il boom delle città d’arte, invece, è un fenomeno più recente. C’è chi ha introdotto una tassa in entrata per i turisti, una sorta di biglietto. Altre città hanno provato a mettere un tetto agli accessi. Qualche risultato si vede quando gli amministratori e tutti gli stakeholder – imprenditori, cittadini, associazioni di categoria – riescono a sedersi allo stesso tavolo per prendere scelte condivise. E quando si lavora in rete: Necstour, ad esempio, è la rete delle regioni europee per il turismo sostenibile e competitivo, di cui la Toscana è capofila e alla quale aderiscono 30 regioni di 17 paesi. Il rischio però è che finiti i fondi tutto si interrompa.

Secondo lei, viaggiare oggi è un bisogno primario?

Sì. Più studio il turismo e più mi rendo conto di quanto sia forte la sua componente culturale. Conoscendo un’altra città o un’altra cultura si gettano dei ponti, si apre un dialogo. E questa conoscenza è tanto più autentica quanto più ogni luogo riesce a mantenere la sua identità, altrimenti ci si ritrova in non-luoghi turistici tutti uguali. Ma il viaggio, il bisogno di conoscere spostandosi, resta una componente essenziale della nostra specie. Un bisogno sempre più primario, appunto. Per questo è in crescita in tutto il mondo.

In che modo cambierà il turismo nei prossimi anni? La “bolla” cinese sta per scoppiare?

È già scoppiata. La Cina ha scalato rapidamente le posizioni e nel 2018 è salita al quarto posto nel ranking mondiale degli arrivi turistici internazionali, superando l’Italia. È un mercato gigantesco, verso l’esterno e verso l’interno. Al quale ogni anno si aggiungono nuove destinazioni turistiche. Il turismo comincia a rappresentare una fonte di reddito per gran parte dei paesi sottosviluppati o in via di sviluppo, è una sorta di volano che mette in moto anche l’artigianato, la manifattura, l’agricoltura locale. Con il vantaggio che il turismo per forza di cose non può essere delocalizzato. Se prima era un settore marginale, oggi in molti paesi il turismo sta diventando la fonte di reddito principale.

Firenze e la questione overtourism

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Firenze è in overtourism? Tredici milioni e mezzo di turisti hanno visitato la città e l’area fiorentina nel 2018, stando solo alle presenze ufficiali. Un aumento del 50,8% dal 2008. Il boom del turismo nelle città d’arte ha travolto Firenze fino al punto di rottura. Perché un limite esiste, ogni città ha una capacità di carico massima dettata in primis dalle sue caratteristiche fisiche. Oltre la quale cominciano i problemi.

Overtourism a Firenze

Quando è troppo è overtourism: si definisce così l’influenza negativa che il turismo ha su una destinazione, o parte di essa, a discapito della qualità di vita percepita dai residenti e dell’esperienza dei turisti stessi (la professoressa Patrizia Romei ne spiega bene le caratteristiche nell’intervista a Il Reporter di settembre 2019).

Oggi a Firenze ci sono 11 mila Airbnb, 8 mila nell’area Unesco (erano la metà nel 2015). In centro si incontrano 217 esercizi di somministrazione alimentare per chilometro quadrato. L’abitudine del “mordi e fuggi” è ancora dura a passare, nonostante gli sforzi dell’amministrazione. Si scende in gruppi dal pullman, magari dopo esser scesi prima dalla nave da crociera, e in un paio d’ore – se non meno – si ha giusto il tempo per una corsa tra i monumenti, una foto ricordo e un panino al volo prima della prossima città d’arte o outlet. Poco più che guardare una cartolina e alla città non rimane nulla se non il traffico e la folla.

Non è facile governare l’overtourism, fenomeno nuovo ma ingrossato in fretta, a Firenze come nelle altre capitali del turismo. La questione ha occupato buona parte delle cronache agostane e d’altra parte qualunque fiorentino che si sia avventurato verso piazza della Signoria durante l’estate capisce bene di cosa si sta parlando.

Da almeno tre anni il Comune ha adottato politiche di salvaguardia contro l’altrimenti inevitabile mutazione del centro storico in “mangificio” e “Disneyland del Rinascimento”. È il momento di aumentare il passo (l’assessora Del Re anticipa alcuni dei suoi piani nell’intervista a Il Reporter di settembre 2019).

Firenze e l'overtourism

Le città alleate di Firenze e la lotta all’overtourism

Vero è che nessuno ancora ha trovato la formula perfetta. Anche per questo è utile guardarsi intorno, in Europa e nel mondo, perché globale è la dimensione del problema. Cosa si è fatto nelle città alleate di Firenze?

Venezia, la laguna affonda. Ticket d’ingresso e contapersone

Città simbolo nel mondo dell’overtourism, a Venezia i 122.000 residenti nel centro storico del 1965 sono oggi ridotti a 54.000. Dal 1° settembre, chi varca il ponte della Libertà, unico collegamento veicolare tra la città lagunare e la terraferma, paga un “contributo di accesso”. Un biglietto, niente di meno. All’inizio di 3 euro per tutti senza distinzioni ma già dal prossimo anno scatteranno gli aumenti a tariffa variabile, fino a 10 euro nei giorni da “bollino nero”. A febbraio arrivano i conta-persone, distribuiti nei punti nevralgici della città vecchia insieme a sensori per il rilevamento dei flussi. Tutto trasmesso in tempo reale a un “cervellone” elettronico capace di processare l’enorme mole di dati per deviare i flussi in caso di sovraffollamento ed elaborare previsioni precise sul numero degli arrivi. È appena l’inizio di quel che sarà il turismo nell’era dei big data.

Barcellona, stop alle crociere nella capitale del Mediterraneo

Nel 1990 i turisti erano 1,7 milioni. Nel 2017 sono stati 32 milioni, meno di 9 dei quali hanno effettivamente pernottato in città. I flussi, a Barcellona, si concentra nel triangolo tra La Rambla, la Sagrada Familia e il Parc Güell, attraverso aree intensamente residenziali nelle quali, semplicemente, è impossibile espandere lo spazio a disposizione. L’attuale sindaca Ada Colau lanciò l’allarme nel 2014, ancora prima di venire eletta: “Il turismo di massa incontrollato finisce per distruggere quelle stesse cose che in principio avevano reso una città attrattiva: l’atmosfera unica della cultura locale”. Due anni fa ha approvato un dettagliatissimo piano per lo sviluppo del turismo sostenibile che fissa gli obiettivi del 2020. Intanto la capitale catalana – dove le proteste dei residenti contro l’invasione sono sempre più frequenti – studia il taglio delle navi da crociera e il blocco all’espansione dell’aeroporto (il settimo in Europa per traffico).

Amsterdam: dove il turismo si promuove al contrario

A lanciare l’allarme è il rapporto Perspective 2030. Se nel 2018 i turisti sono stati 18 milioni, la stima al ribasso è che nel 2030 toccheranno i 29 milioni, sempre che si ponga un freno alla crescita esponenziale dell’ultimo decennio. Altrimenti si sfioreranno i 42 milioni di arrivi all’anno in una città di 800mila abitanti. Una situazione che la tollerante Olanda non tollera più. L’ente nazionale di promozione del turismo ha smesso di promuovere Amsterdam: non ce n’è più bisogno, ora si spinge fuori dalla capitale.

Tra i punti fermi del piano, rendere tutti i Paesi Bassi ugualmente appetibili per il turista, sostenibilità prima di tutto, giusto bilanciamento tra vantaggi e svantaggi del turismo. E Amsterdam corre ai ripari: stop alla costruzione di nuovi hotel e negozi di souvenir, limite di 30 giorni l’anno per chi affitta casa su Airbnb e simili, multe salatissime da pagare sul posto per chi si comporta da incivile. Con una campagna di sensibilizzazione che compare a chiunque cerchi su Google informazioni per un viaggio.

Mercatini svuota cantine a Firenze, le date per l’autunno 2019

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Archiviate le ferie, è tempo di prepararsi per il secondo round dei mercatini “Svuota cantine” del 2019: a Firenze in autunno tornano le bancarelle gestite dai cittadini che mettono in vendita oggetti usati.

Giocattoli, vestiti vintage, libri, fumetti, ma anche gioielli, mobili e piccole occasioni: sono gli ingredienti  di questi appuntamenti all’insegna della “seconda mano”  del riuso che si svolgono nei 5 quartieri di Firenze e anche nei dintorni della città.

Come partecipare, il bando dei Quartieri

A Firenze i mercatini Svuota cantine hanno nomi diversi a seconda della zona (“Cantine in piazza”, “Scantinando”, “Piazza la cantina”, solo per fare qualche esempio), ma si svolgono sempre due volte l’anno, in primavera e in autunno, e le modalità per partecipare sono le stesse: il Quartiere pubblica un bando, i cittadini fanno domanda e viene stilata la lista in base all’ordine di arrivo. Possono prendere parte ai mercatini i residenti nel quartiere di riferimento, ma non bisogna essere iscritti nel registro delle imprese.

Fino al 13 settembre 2019 è possibile presentare domanda al Quartiere 4 per partecipare a “Svuota la cantina” (tel. 055.27677108, mail [email protected]), mentre c’è tempo fino al 21 settembre per fare richiesta di partecipazione al Quartiere 5 in occasione di “Cantine in piazza” (tel. 0552767023/09, mail [email protected]). Nel Q3 è possibile inviare il modulo di adesione dal 23 settembre al 13 ottobre  per “Scantinando” ([email protected]), per quanto riguarda il Quartiere 2 è stata data la priorità a chi avrebbe dovuto partecipare all’edizione primaverile della manifestazione, che non si è tenuta a causa del maltempo.

Cantine piazza Firenze calendario ottobre 2019

Date dei mercatini svuota cantine a Firenze, autunno 2019

Il calendario autunnale degli Svuota cantine 2019 parte domenica 29 settembre su lungarno Aldo Moro, nel giardino Vittime di via Fiani (Q2). Si prosegue il weekend successivo, domenica 6 ottobre 2019, quando le bancarelle dei cittadini invaderanno da mattina a sera piazza dell’Isolotto e piazza Pier Vettori (Q4), oltre a via Morandi e ai giardini della Bizzarria (Q5).

Il secondo fine settimana di ottobre va in scena il mercatino “Piazza la Cantina” organizzato dal Quartiere 1 in piazza Luigi Dallapiccola (zona viale Redi – piazza Puccini): domenica 13 ottobre dalle ore 8 alle 18 saranno presenti 57 bancarelle gestite direttamente dai cittadini.

Domenica 27 ottobre chiude il doppio appuntamento nel Quartiere 3 con “Scantinando” che si svolge al Galluzzo (in piazza Acciaioli) e a Firenze sud (in piazza Bartali, davanti al centro commerciale Coop) dalle ore 9.00 alle 18.00. In caso di pioggia le due manifestazioni, nel Q1 e nel Q3, saranno annullate, senza prevedere il rinvio a un’altra data.

Svuota la cantina a Sesto Fiorentino

Nei dintorni di Firenze uno degli appuntamenti fissi per gli amanti dei mercatini dell’usato è “Svuota la cantina” a Sesto Fiorentino. Anche in questo caso si svolge domenica 6 ottobre. Le iscrizioni per gli “ambulanti fai-da-te” sono aperte dalle ore 9.00 di martedì 10 settembre alle ore 12.00 di giovedì 12 settembre soltanto online sul sito del Comune di Sesto.

Mercatini svuota cantine a Firenze e dintorni, il calendario di settembre – ottobre 2019

Ecco le date in sintesi degli Svuota cantina per l’autunno 2019:

  • Domenica 29 settembre 2019, “Cantine in piazza” – giardino Vittime di via Fiani – lungarno Aldo Moro (Quartiere 2 di Firenze)
  • Domenica 6 ottobre 2019, “Svuota la cantina” – piazza Pier Vettori e piazza dell’Isolotto (Quartiere 4 di Firenze)
  • Domenica 6 ottobre 2019, “Cantine in piazza” – via Morandi e giardini della Bizzarria (Quartiere 5 di Firenze)
  • Domenica 6 ottobre 2019, “Svuota la cantina” – centro di Sesto Fiorentino
  • Domenica 13 ottobre 2019, “Piazza la cantina” – piazza Luigi Dallapiccola (Quartiere 1 di Firenze)
  • Domenica 27 ottobre 2019, “Scantinando” – piazza Acciaioli e piazza Bartali (Quartiere 3 di Firenze)

Green Day e Weezer a Firenze Rocks 2020: via alla prevendita dei biglietti

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Ora è ufficiale. I Green Day saranno al Firenze Rocks 2020 il prossimo 11 giugno, in una giornata che vede in programma anche un’altra storica band californiana, i Weezer: biglietti in vendita da lunedì 23 settembre in anteprima, vendita generale da mercoledì 25 settembre.

I Green Day a Firenze Rocks 2020

La sorpresa era stata, per così dire, rovinata proprio ieri, quando la fan page italiana dei Green Day aveva annunciato in anteprima che il tour 2020 della band avrebbe fatto tappa anche a Firenze Rocks. Indiscrezione confermata stamani dall’organizzazione del festival.

A sorpresa invece l’annuncio dei Weezer. Una serata da non perdere per tutti gli appassionati del pop punk californiano degli anni Novanta, con le due band più rappresentative dell’epoca sullo stesso palco una dopo l’altra. Come se non bastasse, a queste si aggiungerà un’altra band icona della stessa decade: i Red Hot Chili Peppers, ospiti del Firenze Rocks 2020 sabato 13 giugno.

I Green Day sono una delle band più iconiche della loro generazione. Formato nel 1986 a Berkeley (CA), il gruppo ha venduto oltre 70 milioni di copie e accumulato oltre 10 miliardi di streams. Il disco che li ha rivelati al mondo, Dookie, uscito nel 1994, ha venduto 10 milioni di copie e raggiunto la certificazione Diamante, riaccendendo l’interesse popolare e i riflettori sul genere punk rock e proiettando la band verso una carriera costellata di successi e hit planetarie.  Nel 2004 i Green Day hanno pubblicato la rock opera American Idiot, vendendo oltre 7 milioni di copie negli Stati Uniti e portando a casa il Grammy Award come miglior Album Rock.

Firenze Rocks 2020, le date alla Visarno Arena

Il nuovo tour partirà il 13 giugno da Parigi e toccherà moltissime città in Europa, facendo tappa anche a Milano (Ippodromo SNAI San Siro) il 10 giugno, prima di approdare a Firenze Rocks.

Ad oggi i Green Day hanno vinto 5 Grammy Awards e sono stati inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame.

I Red Hot Chili Peppers a Firenze Rocks 2020, al via la vendita dei biglietti

Anche i Weezer a Firenze Rocks 2020

I Weezer, band multi-platino vincitrice di un Grammy Award, hanno recentemente pubblicato il nuovo singolo dal titolo “The End of the Game”, che anticipa il quattordicesimo album in studio “Van Weezer”. L’ispirazione per il nuovo album arriva dalle radici musicali metal della band. Rivers è un grande fan dei KISS, Brian adora i Black Sabbath, Pat ama Van Halen e i Rush e Scott è da sempre fan degli Slayer e dei Metallica.

I Green Day a Firenze Rocks 2020

Green Day a Firenze Rocks 2020, i biglietti e il loro prezzo

I primi a poter mettere le mani sui biglietti per il concerto di Green Day e Weezer a Firenze Rocks 2020 saranno i  titolari di carte Intesa Sanpaolo. Per loro si aprirà una prevendita esclusiva a partire dalle ore 10.00 di lunedì 23 settembre 2019. Per acquistare i biglietti si deve andare sul sito www.ticketone.it/intesasanpaolo. La prevendita resterà aperta per 48 ore.

Per tutti gli altri, la vendita generale inizierà alle ore 11.00 di mercoledì 25 su www.firenzerocks.it e su Ticketone.it.

Ancora non si conosce il prezzo dei biglietti né quelli delle formule di abbonamento per più giorni del festival e dei pacchetti premium con accesso alle aree più vicine al palco e altri servizi esclusivi.

 

 

 

Firenze RiVista 2019, la casa dell’editoria indipendente

Da qualche anno a questa parte l’editoria indipendente si dà appuntamento a Firenze RiVista, festival dedicato a letteratura, giornalismo, arti visive e spettacolo che torna dal 20 al 22 settembre con l’edizione 2019 a Le Murate. Progetti Arte Contemporanea, al Caffè Letterario e alla Fondazione Robert Kennedy.

Una 3 giorni a ingresso gratuito – organizzata dall’Associazione Culturale L’Eco Del Nulla in collaborazione con le case editrici fiorentine Black Coffee e effequ – che l’anno scorso ha visto partecipare oltre 4mila persone, curiose di entrare in contatto con molti giovani (e meno giovani) protagonisti del mondo editoriale e di trovare qualche interessante prodotto negli stand degli espositori coinvolti.

Firenze Rivista 2019, il programma

La quinta edizione, il cui tema è il “contatto”, offrirà, oltre a un’area espositiva con oltre oltre 40 stand tra case editrici e riviste, un programma ricco di incontri rivolti a tutti: adulti, ragazzi e bambini, con workshop, incontri e presentazioni, tutte a ingresso libero.

Momenti dedicati a studenti e addetti ai lavori (grazie anche alle collaborazioni con l’Università degli Studi di Firenze, l’Ordine dei Giornalisti, il Festival del Giornalismo Culturale, l’Accademia della Crusca, Book Pride – fiera nazionale dell’editoria indipendente, La città dei Lettori e Adei – Associazione degli editori indipendenti) ma anche per appassionati di cinema, musica e letteratura.

Eventi a Firenze questo weekend (20, 21 e 22 settembre)

Nella scorse edizioni sono saliti “in cattedra” protagonisti illustri come il Premio Strega 2018 Helena Janeczeck, Christian Raimo, Elena Stancanelli, Marcello Fois, Giampaolo Simi, Teresa Ciabatti, Violetta Bellocchio, Giulia Blasi, Leonardo Bianchi (“Vice news”), Raffaele Alberto Ventura, Arianna Ciccone (“Valigia Blu”) e ancora la candidata Strega 2019 Nadia Terranova, Edoardo De Angelis, Sydney Sibilia, Carlo Gabardini e numerosi altri attori della cultura nazionale tra scrittori, registi, fotografi e giornalisti.

Gli ospiti

Tra gli ospiti attesi quest’anno ci sono Ilide Carmignani, Lorenzo Flabbi e Martina Testa (con un ciclo di incontri sulla traduzione), Pierpaolo Capovilla e ancora tanti workshop e incontri per ogni età. Il programma dettagliato sul sito di Firenze RiVista.

Too Good to Go: basta sprechi, l’invenduto si vende con un’app

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Il nome dell’app è Too Good To Go, è arrivata anche a Firenze ed è uno strumento tanto semplice quanto geniale per come funziona: ogni giorno segnala la vendita cibo buono, di qualità ma rimasto invenduto, e lo mette in vendita a un terzo del prezzo di partenza.

Così ci guadagnano tutti: i negozianti, che non si ritrovano a dover buttare alimenti ancora buoni a fine giornata e anzi trovano un guadagno insperato, e i clienti, che hanno l’occasione di gustare piatti di qualità spendendo pochissimo: per l’esattezza, dai 2,99 ai 4,99 euro per ogni acquisto.

Una straordinaria idea che sostiene la lotta allo spreco alimentare (lo sapete che nel mondo ogni anno gettiamo via circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo?).

In Italia Too Good To Go ha debuttato a Milano, ma la app è nata a Copenaghen nel 2015 e, appena lanciata, ha subito riscontrato un grande successo. Perché non è basata sugli sconti, ma su qualcosa di concreto: la “Magic Box”.

Too Good to Go: come funziona la app

Ristoranti, supermercati, panetterie, pasticcerie e gastronomie mettono in vendita ogni giorno il cibo invenduto, ma ancora buono, a un prezzo ribassato, presentandolo appunto in delle Magic Box, contenitori il cui contenuto esatto si scopre solo al momento del ritiro.

Gli utenti che hanno scaricato la app possono selezionare la città in cui si trovano, visionare le offerte, prenotare quella che preferiscono e passare a ritirare la Magic Box all’orario indicato.

Un esempio: ho una pasticceria e so più o meno quanti dolci, pastine da colazione e pezzi salati resteranno invenduti a fine giornata, ma non ho la certezza della tipologia. Allora creo due o tre Magic Box che poi riempirò con quello che mi è rimasto sul bancone.

Gli utenti che hanno scaricato l’app possono geolocalizzarsi e vedere quali sono i posti più vicini che mettono in vendita le Magic Box e a quale ora. I ristoranti, come è logico, mettono a disposizione l’invenduto dopo cena, ma per i negozianti di alimentari la fascia oraria è in prossimità dell’ora di chiusura.

Inoltre, per limitare l’uso degli imballaggi, i negozi aderenti a Too Good to Go, incoraggeranno i clienti stessi a portare da casa i propri sacchetti e contenitori. A fronte di tutto questo, il pianeta ringrazia perché si crea una rete virtuosa contro lo spreco.

Too Good to Go arriva a Firenze

L’app è gratuita e i negozianti che vogliono aderire non hanno alcuna spesa di iscrizione o abbandono: il gruppo che ha sviluppato l’app prende una percentuale solo sul venduto, quindi è un’operazione senza rischi che porta a loro un guadagno che altrimenti non ci sarebbe stato.

A Firenze sono già una trentina gli esercizi sbarcati su Too Good To Go, ma la rete si allarga giorno dopo giorno, a testimonianza che il format funziona ed è apprezzato sia da esercenti e da utenti. Too Good To Go è un’app gratuita disponibile su App Store e Google Play.

Leonardo Fabbri: “Lancio per il successo”

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Leonardo Fabbri, classe ‘97, è una delle stelle nascenti dello sport individuale a Firenze. O, forse, sarebbe meglio dire in Italia e nel mondo. Un predestinato proveniente da una famiglia di sportivi. Lui ha scelto la disciplina più idonea alle sue caratteristiche fisiche, ma anche una delle più difficili: il lancio del peso. Inutile ricordare i suoi record italiani o le sue prestazioni da campione navigato nei meeting internazionali, sarebbe solo un lungo elenco della spesa.

Leonardo, quanto ha influito la tua famiglia?
“È stata molto importante, perché in famiglia abbiamo sempre respirato aria di sport e fin da piccolo mi hanno trasmesso voglia e passione”.

E nella scelta del lancio del peso?
“L’ho iniziato a capire quando ho cominciato a fare i primi lanci in allenamento e ho visto che era una specialità per la quale ero molto portato. Guardando le gare in tv i lanci mi hanno sempre colpito di più rispetto alle altre specialità”.

Qual è stato il tuo approccio all’atletica?
“Mi sono approcciato all’atletica grazie a mio padre. Lui era un velocista e ci teneva molto a farmi praticare questo sport fin da piccolo in modo che potessi imparare a muovermi, a correre e a usare bene i piedi, per qualsiasi sport che eventualmente avessi voluto praticare”.

Quanto hai appreso dai tuoi coach?
“Dal mio primo allenatore, Franco Grossi, ho imparato ad avere molta fame per raggiungere gli obiettivi e soprattutto a non accontentarmi mai. Dal secondo e attuale allenatore, Paolo Dal Soglio, ho imparato la serietà che serve ad affrontare le 24 ore giornaliere, non solo quelle tre-quattro ore che spendo ad allenarmi. E ho avuto da lui anche molti consigli per la tanta esperienza che porta sulle spalle”.

Con tutte queste medaglie sei cambiato?
“Sono sempre il solito ragazzo, solo che adesso vedo che i miei sogni stanno diventando realtà. Ma soprattutto so di non aver ancora raggiunto l’obiettivo e non posso e né voglio sedermi sugli allori”.

Sei molto giovane, ma qual è stato il momento più bello e quello meno positivo della tua carriera?
“Il più bello, la gara in Svezia a Gävle. Ero quarto accreditato nella graduatoria e nonostante la gara di altissimo livello sono riuscito a conquistare il secondo posto, ma soprattutto sono riuscito a mettere in difficoltà Konrad Bukowiecki, uno tra i migliori pesisti al mondo. Ci sono stati anche diversi momenti brutti nella mia carriera, ma tutti questi momenti mi sono serviti per crescere e maturare. Il peggiore è stato l’infortunio all’adduttore dello scorso giugno che mi ha fatto star fermo quasi due mesi in un periodo in cui stavo lanciando molto lontano. Ho durato un po’ fatica a riprendermi, più che altro per la paura di farmi male di nuovo”.

Come allenti la tensione pre-gara?
“Porto sempre con me la PlayStation, in qualsiasi posto cui vado, e prima della gara mi rilasso un po’ giocando a Fifa”.

Ti è mai capitato di spingere il peso anche con la mente?
“Sì, mi è capitato quando per la prima volta ho superato i 20 metri, perché era una misura che sapevo di valere. In quella giornata non stavo lanciando bene, eppure ci tenevo a fare i 20 metri perché era la misura che serviva per ottenere il pass per gli Europei dello scorso anno. Ho cercato con tutto me stesso di fare questi 20 metri e mi è parso di spingere il peso anche con lo sguardo. Nel momento in cui l’ho visto superare la linea dei 20 metri mi è parso davvero come se l’avessi spinto non solo con il braccio”.

Senti l’affetto dei tuoi tifosi?
“Certo, sento molto affetto”.

Quali sono i tuoi hobbies?
“Giocare alla Play, ascoltare la musica, andare al cinema”.

Conclusioni?
“Continuate a seguirmi e a fare il tifo perché il lancio del peso è tornato finalmente in Italia”.