mercoledì, 30 Aprile 2025
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A Firenze arriva la Circo Parade: parata in moto e festa solidale

Non passano certo inosservati i motociclisti di Classic Special Firenze e non soltanto per il rombo dei loro motori quando invadono le strade e le piazze fiorentine, ma soprattutto quando a dicembre, travestiti da Babbo Natale, arrivano sgommando in piazza Duomo per consegnare doni alla Caritas. Dopo il blocco di ogni attività imposto dalle circostanze che tutti sappiamo, Classic Special Firenze riparte più sprint che mai con un nuovo evento: la Circo Parade. Domenica 20 settembre 2020 una coloratissima carovana di moto percorrerà le strade di Firenze per richiamare l’attenzione su un importante tema: l’Autismo infantile. A seguire una festa nel parco delle Cascine.

Nato quasi per scherzo nel 2013 da un piccolo gruppo di amici accomunato dalla passione per la moto, il gruppo Classic special Firenze è andato sempre più crescendo e non solo nelle unità ma soprattutto negli intenti. Prima due, poi una quindicina di amici che si trovavano occasionalmente per fare gite in moto, quindi l’appuntamento fisso del giovedì sera (il gruppo è di Firenze ma ci sono anche persone da altre parti d’Italia), il giorno scelto per trovarsi in uno dei tanti  pub cittadini, sempre diverso per accontentare tutti e per vivere al meglio la città. Oggi sono un’associazione culturale che sostiene il panorama associativo.

Per conoscere meglio i loro obiettivi, abbiamo incontrato Manfredi Merciai, presidente del Classic Special Firenze giunto al secondo mandato da quando si è costituita l’associazione: il 24 giugno – San Giovanni – 2018.

Cos’è la Circo Parade di Firenze?

E’ un progetto al quale abbiamo lavorato per più di un anno. Circo Parade è la prima edizione di una serie di altri eventi che, mi auguro, si susseguiranno e che avranno lo scopo di avvicinare le persone alla conoscenza di determinate problematiche legate alla salute dei bambini. Vorremmo cioè, puntare i riflettori su patologie meno “popolari” cioè meno conosciute. Questa prima edizione infatti, darà spazio al tema dell’autismo per questo abbiamo invitato La Valigia delle Idee, l’associazione che opera sull’area metropolitana fiorentina occupandosi di tanti tipi di disabilità e situazioni problematiche tra cui supportare le famiglie con bambini autistici. E proprio pensando ai bambini abbiamo organizzato questa giornata “circense” perché tema sempre molto apprezzato dai più piccoli e, nel nostro caso, anche dai grandi che hanno ancora lo spirito fanciullesco dentro di sé.

Che tipo di circo sarà?

Vorremmo far risaltare il tema del Circo in tutte quelle che sono le sue forme. Il nostro sarà un circo “umano”, che non contempla l’utilizzo degli animali (anzi semmai ci sarà qualcuno travestito da elefante o scimpanzé). I partecipanti potranno indossare i panni dei personaggi che hanno sempre sognato da piccoli, quindi ci sarà la donna barbuta, il lanciatore di coltelli, il trapezista, il giocoliere e gli immancabili clowns.

Noi comunque abbiamo voluto dare un’impronta più da Circo Vittoriano, tardo ottocentesco, che poi diventa anche itinerante, un circo “zingaro” insomma. Ognuno ha il proprio concetto di circo, dunque ci si potrà esprimere come meglio si vorrà, decidendo come travestirsi.

Come si svilupperà la giornata della Circo Parade di Firenze?

L’appuntamento è domenica 20 settembre alle 15.00 al Piazzale del Re, alle Cascine, di fronte alla Facoltà di Agraria. Una volta riunita la carovana si partirà per un giro che si svilupperà per le strade fiorentine (al massimo una ventina di chilometri). Per il particolare momento in cui ci troviamo, la manifestazione sarà estremamente contenuta come numeri (entro i 200 motociclisti) rispetto a quelle organizzate in passato, per questo motivo è prevista una preiscrizione online. Inoltre, come sempre, il giro che faremo rispetterà la normativa del codice della strada.

Al termine torneremo al punto di partenza dove proseguirà la manifestazione. Sarà una serata ovviamente a tema circense, con Alessandro Masti mattatore del palco allestito per l’occasione; ci saranno comparsate, flash mob, performers; ci saranno spazi dedicati a chi ci ha supportato, quindi agli sponsor che hanno reso possibile la manifestazione. In più, e questo è importante, uno spazio dedicato all’associazione e ci sarà anche un medico che spiegherà ai partecipanti cos’è l’autismo infantile, come si tratta, portando a conoscenza questa patologia.

Quindi da questo punto in poi anche chi non ha partecipato al giro cittadino in moto potrà unirsi?

Sicuramente! Dalle 18.00 in poi sarà una vera e propria festa per tutti. Quel giorno il Park Bistrot Boulevard, locale completamente all’aperto nel Complesso del Parco delle Cascine, sarà la nostra “casa”. In questa grande area sarà possibile fare un aperitivo o mangiare serviti al tavolo. La serata sarà intervallata da tante performance di vario genere, un continuo cambio di fronte dal palco alla platea a quello che succederà intorno, sempre nel rispetto dei limiti imposti dalle normative vigenti.

 Cosa vi aspettate da questa giornata?

Consapevoli del fatto che ci troviamo in un periodo molto particolare, vogliamo poter pensare che le cose nate nei momenti più difficili saranno ancor più apprezzate rispetto a quelle che si fanno con facilità. Ci auspichiamo quindi che Circo Parade di Firenze non resti una manifestazione singola ma una consuetudine che si ripeterà negli anni. Inoltre ci piacerebbe non restasse vincolata solo a Firenze ma che fosse ripetuta in simultanea in più città.

Siamo tutt’ora in crescita e aperti ad accogliere tutti coloro che vorranno unirsi ai nostri progetti perché riteniamo che la moto sia uno dei più potenti aggreganti. Vi aspettiamo numerosi.

Com’è nata è la Classic Special Firenze?

Inizialmente la filosofia motociclistica abbracciata era quella delle moto classiche, sia d’epoca che moderne, ma con uno stile classico, oppure special, che sono le moto “personalizzate” dal proprietario. Il nostro non è un motociclismo di velocità ma al contrario “lento”, che lascia spazio all’aggregazione quindi al dialogo, ad un amichevole confronto. Ad esempio, ci troviamo la domenica mattina per fare un bel giro e poi terminiamo con una tavolata tutti insieme da qualche parte. Ovviamente siamo presenti sui social ed ogni volta pubblichiamo i nostri appuntamenti così che chiunque possa partecipare unendosi al nostro gruppo.

Questo è ciò che vi ha accomunati nella fase iniziale

Poi nel 2014 arrivò a Firenze una manifestazione chiamata The Distinguished Gentleman’s Ride una manifestazione mondiale per la quale noi abbiamo organizzato il ride di Firenze dal 2015 al 2018, solitamente l’ultima domenica di settembre in contemporanea a 300 città del mondo. In seguito la collaborazione è andata sfumando poiché l’evento in sé era cresciuto troppo (nel 2018 avevamo avuto la partecipazione di più di 1.000 moto che equivale almeno a 1.300 persone). La cosa era divenuta ingestibile. Abbiamo così pensato di tornare alle nostre caratteristiche originarie, più radicate sul territorio ed a situazioni più facilmente concertabili. Così ci siamo messi alla ricerca di enti impegnati nel sociale al fine di richiamare l’attenzione su di essi, o a dar loro supporto, contemporaneamente ad alcuni dei nostri raduni.

Da qui sono nate le vostre “Babbonatalate”

Avevamo capito che potevamo far divertire diffondendo la nostra filosofia sia attraverso l’organizzazione di giri in moto ed eventi, ma anche rendendosi utili al prossimo. Negli anni si sono quindi susseguite le varie “Babbonatalate” (la prima edizione già nel 2014) con lo scopo di portare contributi alle varie associazioni che coprono tipologie diverse di intenti. Per esempio, quell’anno dopo la catena umana in Santissima Annunziata per consegnare beni alimentari alla mensa della Caritas, poi ci spostammo al Parco degli Animali di Ugnano perché per noi anche gli amici a quatto zampe meritano attenzione. Da due anni invece portiamo i nostri doni direttamente alla Caritas Diocesana di piazza Duomo, poi come di consueto, facciamo una seconda o terza tappa verso altri enti impegnati nell’associazionismo. Infine, nella stessa giornata, esortiamo a contribuire con donazioni versate autonomamente all’associazione fiorentina Helios  impegnata nell’ambito ospedaliero, domiciliare e sociale in attività ludico-ricreative di intrattenimento per bambini e giovani malati. Si può dire che la Babbonatalata sia il nostro fiore all’occhiello.

Per questi eventi dovete chiedere particolari permessi al Comune?

Per tutte le manifestazioni che facciamo inoltriamo una richiesta di autorizzazione all’ufficio Mobilità che poi ci fa da eco per quanto riguardano gli aspetti organizzativi. Devo dire che c’è molta collaborazione dal punto di vista tecnico e pratico con l’amministrazione comunale fiorentina. Gli ultimi due Gentleman’s e la scorsa Babbonatalata hanno addirittura goduto del patrocinio del Comune di Firenze, e di questo ci riteniamo molto soddisfatti.

 

Teatro della Pergola, di Rifredi e Puccini: si riapre il sipario

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Un’estate di sosta obbligatoria scivola in un autunno pieno di incognite. Eppure si riparte. Nei teatri, la nuova normalità ha imposto di rivedere la programmazione, ma anche il rapporto tra spettatore e attore, tra pubblico e palco. Quale sarà il posto riservato al teatro nella prossima quotidianità culturale della città? “Una delle caratteristiche intrinseche del teatro è quella di non potersi accendere e spegnere come la televisione.

Il Teatro della Pergola guarda ai giovani

Lo spettacolo in presenza è molto diverso”, spiega Marco Giorgetti, direttore del Teatro della Pergola. Qui la ripresa sarà progressiva. “Abbiamo bisogno di tempo per tornare a teatro. In questo senso c’è stata una bellissima disponibilità degli artisti, anche dei grandi nomi, A interrogarsi su nuove possibili forme di spettacolo, nuovi progetti”. Ad esempio? Dalla fine di ottobre, tra le novità della Pergola ci sarà una maggiore attenzione ai giovani: ai giovani attori, al giovane pubblico e ai giovani appassionati. Ma anche agli studenti. “I nostri spazi – prosegue Giorgetti – saranno a disposizione delle scuole medie, sia per dare la possibilità svolgere la didattica in presenza, sia con progetti specifici. Nella crisi del teatro vogliamo aprire nuove porte”.

Il Teatro di Rifredi punta sulle proprie produzioni

C’è poi chi punta sull’identità. Da sempre palcoscenico di riferimento per voci nuove e sperimentali, il Teatro di Rifredi ha pronta una ripartenza nel segno del contemporaneo. “Abbiamo scelto degli autori con una forza inedita e con loro ripartiremo per offrire nuove interpretazioni della contemporaneità”, spiega il direttore Giancarlo Mordini. Con una serie di produzioni originali, com’è nella genetica di un teatro che nel 2019 ha vinto il prestigioso Premio UBU (il premio fondato da Franco Quadri nel 1978) per l’intenso lavoro di traduzione, allestimento e promozione della nuova drammaturgia internazionale. “La gente ha bisogno del teatro”, dice Mordini. “Per questo, da ottobre, punteremo tutto sulle nostre produzioni e proporremo spettacoli corali, capaci di aprire sguardi diversi e arricchire gli spettatori di nuove prospettive”. Più che reinventarsi, ci si deve adattare. Basta che non ci si fermi.

Walking Thérapie, il Teatro di Rifredi riparte con uno spettacolo itinerante

Il Teatro Puccini riparte con Fabbrica Europa

“Il teatro non può che essere fatto dal vivo, su un palcoscenico e in presenza di un pubblico”, dice il direttore del Teatro Puccini Lorenzo Luzzetti. Le norme di sicurezza limiteranno di molto i posti disponibili e il modo di andare in scena. “Abbiamo adeguato la stagione, che era già pronta nel febbraio scorso, alle nuove misure. Al Puccini siamo in qualche modo fortunati perché il programma del nostro teatro è molto impostato sui monologhi, che non avranno bisogno di grandi cambiamenti. A settembre ripartiamo ospitando gli spettacoli dei festival, a cominciare da Fabbrica Europa. E da gennaio con la stagione vera e propria”. Il teatro è movimento. Sarà dura, ma nessuno ha  intenzione di fermarsi.

Alexander Pereira: “Il mio Maggio musicale farà felici i fiorentini”

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Il piccolo Alexander Pereira, nella Vienna degli anni Cinquanta, sognava di fare il cantante lirico. Ma non tutti i sogni si realizzano proprio così come nascono. Diventato grande, Alexander Pereira è finito sì per lavorare con la musica, sua grande passione, e con i più grandi cantanti lirici, musicisti e direttori d’orchestra del globo, ora come sovrintendente del Teatro del Maggio. Ma in maniera diversa. “Ho capito che il mio destino non era quello di fare il cantante ma di capire il canto, essere in grado di riconoscere i talenti e fare in modo che venissero valorizzati”.

Talent scout prima ancora che manager culturale, nel suo passato ci sono incarichi da Sovrintendente dell’Opera di Zurigo e del Teatro alla Scala, da segretario generale della Wiener Konzerthaus e del Festival di Salisburgo. L’attuale sovrintendente del Teatro del Maggio, arrivato a Firenze nel dicembre dello scorso anno, ha fatto appena in tempo ad ambientarsi nel suo ufficio fiorentino e a presentare al pubblico e agli abbonati le sue intenzioni, che il teatro ha dovuto chiudere i battenti a causa dell’emergenza coronavirus. A distanza di mesi e con una nuova e ricca stagione in partenza, Pereira si prepara a fare davvero i conti con la città del Maggio.

Sovrintendente, la musica è un linguaggio universale che non conosce confini: può, in questo momento difficile, unire le persone?

L’arte in generale, e la musica specialmente, ha il potere di mettere insieme la gente. È una grande forza, nutrimento per la mente. Abbiamo pensato la nostra programmazione per la prossima stagione senza avere paura del Covid-19. Sappiamo che il pubblico inizialmente avrà un po’ di timore tornando a teatro ma speriamo che, rispettando le regole e garantendone la sicurezza, questa paura passi e lasci spazio al nutrimento che verrà dalla nostra proposta musicale. Lo dobbiamo sia al nostro pubblico sia ai collaboratori del teatro, all’orchestra, al coro, alle maestranze. Anche loro hanno bisogno di tornare a fare musica. Dobbiamo tornare a far rivivere il teatro insieme.

Teatro del Maggio
© Michele Monasta

Pereira, lei è stato più volte “rimproverato” per la politica di prezzi troppo audace per una città come Firenze…

All’inizio è stato così, ma credo che a guardare i prezzi adesso ci si trovi di fronte a delle tariffe normali, abbordabili per un’offerta di qualità. Non c’è niente di scandaloso, mi sento in linea con le offerte degli anni precedenti. Spero che il pubblico reagisca positivamente, dando supporto al teatro. È un momento molto sfidante e il teatro crede in un approccio che mira a portare in città il meglio dell’offerta a livello mondiale.

Cosa dovrebbe fare il Governo per aiutare il settore dello spettacolo a rialzarsi dopo il fermo forzato di questi mesi?

Abbiamo la necessità e il compito di aiutarci da soli. Siamo felici di essere ascoltati dalla politica, ma allo stesso tempo siamo qui per aiutare quella classe politica. Dobbiamo dare il nostro contributo alla ripartenza del Paese, non possiamo aspettare solo che qualcun altro lo faccia al posto nostro.

Cosa farà per coinvolgere la città e convincere i giovani a tornare nel “loro” teatro?

Questo nuovo teatro è molto bello ma completo solo per l’80%. I fiorentini non lo hanno mai accettato fino in fondo. Quest’estate abbiamo riaperto la cavea, un luogo magnifico con un’acustica straordinaria, che non veniva utilizzato dal 2014. Ora vogliamo riuscire a terminare anche il resto del complesso: prosegue il cantiere per il completamento dell’auditorium per i concerti e ci piacerebbe andare avanti con i restanti progetti pianificati, come quello di realizzare un ristorante. L’obiettivo è trasformare questo teatro in un luogo di incontro e cuore pulsante dell’area. È un lavoro molto intenso, per realizzare il quale occorrerà del tempo, ma è uno dei miei obiettivi.

Zubin Mehta, direttore onorario a vita del Teatro del Maggio, sarà molto presente nella stagione che sta per iniziare e nel festival che la seguirà.

Sono molto felice. Una figura paterna come il Maestro Mehta, tanto amato dal pubblico e dalla città di Firenze, è un grande sostegno. E poi ci sarà Riccardo Muti, anche lui affezionatissimo al Maggio (è stato direttore principale dell’Orchestra del Maggio dal 1969 al 1981, ndr) che sarà una presenza assidua nei mesi a venire.

Alexander Pereira
© Michele Monasta

Si è più volte parlato di “piegare” il Teatro del Maggio a collaborazioni più pop, usando la cavea per concerti rock o contaminazioni tra generi musicali diversi. Cosa ne pensa?

Sono d’accordo. La cavea non è solamente per noi. Noi gestiremo lo spazio ma non voglio essere il sovrintendente della cavea. Deve essere un posto dove anche altri possono realizzare i loro sogni.

Una delle cifre stilistiche del Teatro del Maggio è sempre stata la collaborazione con grandi artisti: basti pensarealle scenografie, ai bozzetti e ai modellini firmati da Giorgio de Chirico, Gino Severini, Derek Jarman, Bob Wilson, Giacomo Manzù. Proprio col Lohengrin firmato da Bob Wilson lei inaugurò la sua direzione della Zurich Opera house. C’è un artista contemporaneo che stima e con il quale le piacerebbe lavorare?

È un aspetto su cui mi piacerebbe molto lavorare, in linea con il passato. Per la primavera 2020 il  Maggio aveva un progetto molto bello con Marina Abramović, ma abbiamo dovuto accantonarlo per ora a causa dell’emergenza Covid. L’idea di coinvolgere grandi artisti è molto bella e mi piacerebbe perseguirla.

Come si immagina il Maggio da qui a cinque anni?

Non sono io a doverlo immaginare ma i frequentatori del teatro. Il mio unico auspicio è di renderli felici.

Pellegrino Artusi: 200 anni ma non li dimostra

Più passa il tempo e più ci rendiamo conto di quanto sia ancora attuale a Firenze la presenza del nostro avo nonostante i due secoli di storia lasciati alle spalle. Pellegrino Artusi è universalmente considerato il padre della cucina italiana, in quanto seppe coniugare cibo e letteratura in quel ricettario di gastronomia, scritto con scorrevole e simpatica narrativa in perfetto idioma italico, intitolato La Scienza in Cucina e l’Arte di mangiar bene.

Per primo ebbe l’intuito di riunire tante tipiche pietanze regionali in quell’opera letteraria, ancor oggi comunemente nota, che si pone fra le principali che rappresentano la giovane letteratura italiana. In tal modo Pellegrino contribuì, in cucina con le ricette e attraverso la propria conoscenza letteraria, all’unificazione degli Italiani, sia a tavola che per la formazione linguistica del nascente Stato.

Era nato il 4 agosto 1820 a San Ruffillo di Forlimpopoli, in provincia di Forlì, da Agostino, danaroso mercante, e da Teresa Giunchi, di buona famiglia di Bertinoro. Ecco perché il 4 agosto 2020, giorno del suo magnifico 200° compleanno, lo abbiamo voluto ricordare a “modo nostro” con l’appassionato e fondamentale aiuto degli amici Gabriele e Gherardo Filistrucchi e del regista italo-canadese David Battistella. Visto che il DNA non è acqua e la rassomiglianza degli scriventi a Pellegrino è palese, abbiamo voluto dare l’illusione di far rivedere a Firenze questo noto personaggio.

È bastato metterci sul volto una fluente barba bianca confusa con baffi e basettoni detti “favoriti”, realizzati dalla nota e non più giovanissima bottega degli amici Filistrucchi (che proprio quest’anno compie ben tre secoli di attività passata di padre in figlio) e con alcuni sapienti e professionali click di David, il risultato ci ha fatto restare senza fiato! Non è stato un gioco ma un’intensa emozione per tutti, vissuta con religiosa dignità, di cui il lettore si renderà conto, voluta per esaltare il valore di un Pellegrino ancora “giovane” nonostante le sue 200 primavere. Uomo di cultura, critico letterario, patriota, scrittore, igienista, gastronomo, Pellegrino trascorse la sua vita fra Romagna e Toscana. Visse per trent’anni a Forlimpopoli e ben sessantuno a Firenze dove, in un villino in piazza Massimo d’Azeglio, scrisse il suo famoso trattato di gastronomia.

 

Amò sempre Firenze, che non abbandonò mai, rimanendo a contatto con il fervido ambiente intellettuale e politico. Nella dimora di piazza d’Azeglio l’Artusi visse fino a 91 anni, raggiungendo qui la popolarità proprio in virtù del suo semplice e descrittivo manuale di cucina inizialmente composto da 475 ricette, cresciute poi man mano nelle edizioni successive fino a 790, che dagli antipasti (da lui chiamati Principii), terminava con i liquori; un vademecum da lui stesso definito talmente pratico e usabile da tutti, purché si sappia tenere in mano un mestolo.

Il libro di “cucina”, col passare degli anni e le numerose ristampe, raggiunse una grandissima diffusione conquistando la massa popolare, sino a divenire il testo gastronomico dell’Italia unita, il ricettario di casa, da cui tutti trassero (e ancor oggi traggono) ispirazioni e suggerimenti, tanto da essere sempre presente nei corredi di nozze delle giovani spose. Fu il libro più letto dagli italiani al pari di Pinocchio, de I Promessi Sposi e di Cuore. Pellegrino rese l’anima a Dio alla mezzanotte del 30 marzo 1911, in buona salute, dopo aver cenato con una gallina lessa accompagnata da una maionese di 12 uova. Fu sepolto nel Cimitero monumentale delle Porte Sante a San Miniato al Monte, con cippo funerario ben visibile, con basamento in pietra e busto in bronzo, opera dello scultore Italo Vagnetti.

[Nelle foto Luciano e Ricciardo Artusi vestono i panni del loro avo Pellegrino grazie alla “trasformazione” realizzata dai truccatori Gabriele e Gherardo Filistrucchi e immortalata dal regista David Battistella]

Traffico, orari bus, parcheggi a Firenze: tutto nell’app IF- Infomobilità

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È stato aperto un cantiere nella strada vicino a casa, con tanto di divieto di sosta? L’app invia una notifica. C’è un incidente sul percorso verso il lavoro? Sul cellulare arriva un avviso. È il giorno della pulizia strade? L’applicazione da promemoria. È questa la novità dell’app IF – Infomobilità di Firenze: non solo aggiornamenti in tempo su traffico, lavori stradali, orari dei bus e parcheggi, ma soprattutto notifiche personalizzate in base ai tragitti quotidiani di ogni utente.

Basta scaricare gratuitamente questo “programmino” per lo smartphone dal Play Store di Google (Android) e dall’App Store (iPhone Apple), impostare il proprio profilo selezionando il percorso casa-lavoro e i mezzi di trasporto usati, per poi ricevere segnalazioni calibrate sugli spostamenti di tutti i giorni.

App IF – Informobilità  Firenze: tutti possono scaricare l’applicazione

Dopo la fase di test che ha coinvolto 1.200 utenti, con 600 suggerimenti utili per l’implementazione, l’applicazione è ora a disposizione di tutti. L’annuncio è arrivato in occasione della presentazione della Settimana europea della mobilità 2020, dal 16 al 22 settembre, a cui Firenze aderisce ormai da 18 anni.

L’app è stata realizzata grazie al finanziamento dei Fondi europei nell’ambito del programma PON Metro.

Come funziona, dal traffico al parcheggio fino al bus

Viabilità in tempo reale, la mappa dei cantieri aperti, gli orari di autobus e tramvia, i giorni della pulizia strade, la disponibilità dei posti auto nelle strutture di Firenze Parcheggi, le colonnine elettriche per la ricarica libere, le piste ciclabili, gli avvisi di allerta meteo: l’app IF – Infomobilità Firenze contiene tutti gli aggiornamenti per chi si sposta in città. Presto saranno integrati anche i servizi di sharing per bici, auto, scooter e monopattini.

A differenza delle normali app, IF è basata sui dati che arrivano direttamente dal Comune di Firenze, anche con informazioni in tempo reale per lavori urgenti sulle strade e sulla viabilità, rilevate dalla centrale del traffico comunale. Con l’app IF inoltre è possibile fare domanda per il bonus TPL del Comune di Firenze, il sostegno economico per comprare l’abbonamento annuale dell’autobus.

Download dell’App IF – Infomobilità  Firenze

Ecco i link diretti dove scaricare gratis l’app IF:

Micro-pedonalizzazioni davanti alle scuole di Firenze (con il pedibus)

Squilla la campanella: stop alle auto e ai motorini davanti alle scuole di Firenze con micro-pedonalizzazioni “a tempo”, via libera invece ai pedibus (o piedibus che dir si voglia), i servizi gestiti da associazioni che permettono ai bambini di arrivare a lezione in fila indiana e tutti a piedi, secondo itinerari prestabiliti. L’annuncio è arrivato durante la Settimana europea della mobilità, a cui Firenze aderisce da 18 anni.

Micro-pedonalizzazioni e scuole: come funziona il progetto del Comune di Firenze

La sperimentazione partirà in autunno, a metà ottobre ottobre, in almeno una scuola per ogni quartiere, lì dove la viabilità è idonea a micro-pedonalizzazioni temporanee. Le strade vicine agli istituti resteranno chiuse al traffico per circa un’ora, a cavallo dei momenti di entrata e uscita degli alunni. “Prima di attivare questo  progetto, finanziato con 75 mila euro grazie a un bando europeo, faremo incontri nelle scuole e con le famiglie – spiega l’assessore alla mobilità del Comune di Firenze, Stefano Giorgetti – non escludiamo che in alcuni quartieri l’iniziativa possa coinvolgere anche un paio di istituti, per mettere in sicurezza bambini e famiglie negli orari di grande afflusso di veicoli”.

13 nuovi pedibus a Firenze

L’obiettivo è estendere la rete dei pedibus, già visti in azione all’Isolotto, per i piccoli della Montagnola, e alla Mameli di Novoli, grazie a un nuovo bando. In alcuni casi, Palazzo Vecchio affiderà la chiusura delle “strade scolastiche” alle stesse associazioni che organizzeranno le carovane di alunni.

In particolare il servizio di pedibus sarà attivato su 13 nuovi percorsi a servizio di altrettante scuole nei 5 quartieri di Firenze. Ecco la lista completa: scuola Nencioni (via Montebello, Quartiere 1), le scuole La Pira e Diaz (via dei Bruni e via D’Annunzio, Quartiere 2), scuola Villani (viale Giannotti, Quartiere 3), scuole Montagnola e Niccolini (via Giovanni Da Montorsoli e via di Scandicci, Quartiere 4), scuola Mameli e successivamente i plessi Marconi/Rosai (via dei Caboto, via Mayer e via dell’Arcovata, Quartiere 5).

Anche a Firenze la Settimana europea della mobilità 2020

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Sui cellulari arriva la nuova app IF Infomobilità con gli aggiornamenti (personalizzati) per chi si sposta in città, mentre sulle strade fiorentine stanno per sbarcare i monopattini elettrici condivisi. E poi partono 13 pedibus per accompagnare (a piedi) bambini e ragazzi fino a scuola e in alcuni istituti pilota scatteranno anche micro-pedonalizzazioni all’orario di entrata e uscita. Sono alcune delle novità presentate dal Comune di Firenze in occasione della Settimana europea della mobilità 2020 (EMW – European Mobility Week), l’iniziativa promossa dalla Commissione europea ormai da 18 anni.

“Mobilità a emissioni zero per tutti” è il tema di quest’anno e Palazzo Vecchio ha avviato una campagna di comunicazione per promuovere la mobilità sostenibile. Più sharing mobility individuale, il piano Bartali per ampliare la rete ciclabile, le pedonalizzazioni, le biciclette condivise a pedalata assistita: è questa la strategia scelta da Firenze per affrontare le nuove sfide legate agli spostamenti in città ai tempi del coronavirus.

Bike sharing: più bici a pedalata assistita, in arrivo i monopattini elettrici

Dopo lo sbarco a Firenze delle prime bici a pedalata assistita di Movi – Mobike, presto per le vie delle città potranno viaggiare anche monopattini elettrici e scooter “condivisi”. Il Comune ha infatti lanciato il bando per la gestione dei servizi a flusso libero che riguardano auto, scooter (al massimo 600) e monopattini (al massimo 900, più altri 300 legati al bike sharing), mentre la flotta delle bici condivise potrà aumentare ancora: fino a 4.000 bici tradizionali e 800 ebike.

Le piste ciclabili a Firenze, verso quota 100

Anche ragnatela ciclabile, ha annunciato il Comune di Firenze, è destinata a crescere, fino a superare quota 100 chilometri: ai 95 già esistenti si aggiungeranno entro  la prossima primavera altri 12 chilometri di piste ciclabili.

Le novità al codice della strada, introdotte dal decreto rilancio, hanno poi consentito di realizzare in breve tempo 6 chilometri e mezzo di corsie ciclabili (quelle delimitate solo da strisce sulla carreggiata) e sono in arrivo altri 13 chilometri e mezzo. In vista inoltre interventi per 5 milioni di euro per creare una Bicipolitana, ossia i tragitti sicuri e riservati ai ciclisti, per attraversare la città.

In partenza nuovi pedibus e in arrivo micro-pedonalizzazioni per le scuole

Tra le novità nuovi Pedibus, ossia gruppi di bambini delle elementari e medie che vengono accompagnati a piedi fino a scuola, lungo itinerari prestabiliti. In tutto saranno attivati 13 pedibus per le seguenti scuole: Nencioni (via Montebello, Quartiere 1), La Pira e Diaz (via dei Bruni e via D’Annunzio, Quartiere 2), Villani (viale Giannotti, Quartiere 3), Montagnola e Niccolini (via Giovanni Da Montorsoli e via di Scandicci, Quartiere 4), Mameli e successivamente i plessi Marconi/Rosai (via dei Caboto, via Mayer e via dell’Arcovata, Quartiere 5).

La settimana della mobilità è stata inoltre l’occasione per annunciare una piccola rivoluzione davanti ad alcune scuole di Firenze, con “micro-pedonlizzazioni” che scatteranno a cavallo degli orari di entrata e di uscita e saranno associate al pedibus: le cosiddette strade scolastiche saranno introdotte in via sperimentale in alcuni istituti, dove la viabilità consente la chiusura temporanea al traffico, a partire da metà ottobre ma solo dopo che il Comune avrà condiviso il progetto con i genitori.

Settimana europea della mobilità 2020: l’app sul traffico a Firenze (e non solo)

Con la Settimana europea della mobilità 2020 debutta infine l’app IF – Infomobilità, che contiene tutte le informazioni aggiornate in tempo reale per chi si sposta a Firenze, come gli aggiornamenti sul traffico e sui lavori urgenti, gli orari di bus e tramvia, la pulizia delle strade, il numero di posti auto disponibili nelle strutture di Firenze Parcheggi e molto altro. Dopo la fase di test che ha coinvolto 1.200 utenti, l’applicazione è ora scaricabile gratuitamente da Play e Apple Store.

La vera novità è che l’app, finanziata dai Fondi europei nell’ambito del programma PON Metro, invia notifica personalizzate in base ai percorsi preferiti individuati da ciascun utente.

Regionali Toscana, come si vota: dalle preferenze al voto disgiunto

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Attenti a quella X. Tra preferenze, liste e voto disgiunto, è bene tenere a mente alcune regole fondamentali per sapere come si vota alle prossime elezioni regionali in Toscana, il 20 e 21 settembre 2020, ed evitare che la scheda sia “bollata” come nulla. È la seconda volta che i toscani sono chiamati a decidere il presidente della Regione e i 40 consiglieri regionali con le norme del Toscanellum, la legge elettorale approvata 7 anni fa.

Agli elettori, per le regionali 2020 in Toscana viene consegnata una scheda di colore arancio (qui il fac simile): sopra sono riportati i nomi dei 7 candidati alla carica di presidente della Regione e, a sinistra, le liste (partiti, forze politiche e movimenti) che sostengono quell’esponente politico. Accanto a ogni lista si trovano poi i nomi, già prestampati sulla scheda, dei candidati consiglieri regionali in ordine alternato di genere (una donna e un uomo, e così via) ognuno con un quadratino a fianco. La scheda del referendum costituzionale è invece verde.

Come si vota alle regionali 2020 in Toscana

Come votare alle regionali in modo che voto risulti valido? Ecco alcuni casi.

Un segno solo sul nome del candidato presidente della Regione Toscana

Tracciando solo una X sul nome del candidato presidente, il voto viene conteggiato soltanto per quel candidato governatore. Il voto non va ad alcuna lista: l’elettore in questo modo indica il presidente della Regione, ma non i consiglieri regionali.

Il candidato che ottiene più voti viene eletto presidente della Regione Toscana, ma se nessuno dei contendenti supera il 40% è previsto un secondo turno di ballottaggio (come vi spieghiamo qui).

Un segno sulla lista o sul simbolo del partito

Se si vota tracciando solo un segno sul simbolo di una lista, il voto oltre che a quella lista va automaticamente anche al candidato presidente della Regione Toscana, sostenuto da quella formazione politica.

A scanso di equivoci, in Toscana è inoltre possibile votare tracciando una X sul candidato presidente e un altro segno su una lista collegata di consiglieri regionali: il voto andrà sempre a quel candidato governatore e alla lista.

Il voto disgiunto alle elezioni regionali della Toscana

La legge elettorale Toscana dà la possibilità di esprimere il voto disgiunto, che funziona in modo analogo a quello delle comunali, ecco come si vota in questo caso: è possibile tracciare un segno su un candidato presidente e poi su una lista che non è collegata a quel candidato. In sostanza, in Toscana nelle elezioni del 2020, si può votare un candidato governatore  e contemporaneamente indicare i candidati consiglieri regionali di una “fazione” opposta.

Preferenze per i consiglieri regionali: come funziona la legge elettorale Toscana

In Toscana per eleggere i consiglieri regionali è possibile indicare fino a 2 preferenze, ma – attenzione – devono essere di genere diverso: quindi un uomo e una donna oppure una donna e un uomo. Resta ovviamente la possibilità di esprimere anche solo una preferenza, per un uomo o una donna.

Non è possibile scrivere di proprio pugno i nomi, perché questi sono già prestampati sulla scheda elettorale: basta crociare il quadratino a fianco dei candidati consigliere. Non è possibile esprimere preferenze per liste diverse, ma solo per due candidati consiglieri accomunati dallo stesso simbolo.

E cosa succede se vengono indicate due preferenze per due uomini o due donne, senza rispettare la regola dell’alternanza di genere? La seconda preferenza (in base all’ordine in cui sono stampati i nomi sulla scheda) viene annullata. Se vengono espresse 3 preferenze, l’ultima non è valida (sempre tenendo conto dell’alternanza di genere uomo-donna), mentre se l’elettore indica 4 preferenze o più sono tutte considerate nulle.

Cosa vuol dire “lista regionale presente”: il listino bloccato

Sono due i partiti (Lega con un candidato consigliere e Partito comunista, con due candidati) che per le elezioni 2020 hanno presentato un listino regionale “bloccato”: in pratica, sulla scheda, sotto il simbolo viene riportata la dicitura “lista regionale presente”. Se la lista ottiene un numero sufficiente di voti per entrare nel “parlamentino” di Palazzo Panciatichi  i candidati del listino regionale saranno i primi tra gli eletti e passeranno davanti agli eventuali campioni di preferenze più votati nella lista.

I nomi dei candidati del listino bloccato non sono riportati sulla scheda elettorale, ma sono pubblicati solo sui manifesti esposti fuori dai seggi.

Le soglie di sbarramento secondo la legge elettorale della Toscana

Chi entra in Consiglio regionale? Accedono al conteggio dei seggi (ossia delle “poltrone” in Consiglio regionale) i partiti che durante le votazioni superano il 5% dei voti, ma questa soglia si abbassa al 3% per le liste che fanno parte di una coalizione, a patto che quest’ultima raggiunga il 10% dei voti validi.

Come votare alle elezioni 2020: il vademecum della Regione Toscana

La Regione Toscana, nelle pagine dedicate alle elezioni 2020, ha pubblicato anche un video per spiegare come si vota alle regionali.

Coronavirus, 59 nuovi casi oggi in Toscana: i dati del 14 settembre

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Sono 59 i nuovi positivi al coronavirus rilevati in Toscana, dove ad oggi, lunedì 14 settembre, il numero delle persone attualmente positive torna a toccare quota 2.500, valore ai livelli del 23 marzo scorso.

Il numero totale dei casi rilevati in regione è di 13.173 dall’inizio dell’epidemia. Dei 59 nuovi casi rilevati da ieri, 24 sono stati identificati in corso di tracciamento e 35 da attività di screening. L’età media dei 59 casi odierni è di 43 anni circa (il 24% ha meno di 26 anni, il 28% tra 26 e 40 anni, il 24% tra 41 e 65 anni, il 24% ha più di 65 anni) e, per quanto riguarda gli stati clinici, il 70% è risultato asintomatico, il 18% pauci-sintomatico.
Un solo caso è ricollegabile a rientri dall’estero, due riferibili a cittadini residenti fuori regione individuati grazie ai controlli attivati nei porti e stazioni. Il 49% della casistica è un contatto collegato a un precedente caso.

Coronavirus: dati e notizie del 14 settembre 2020 in Toscana

I guariti crescono dello 0,2% e raggiungono quota 9.523 (72,3% dei casi totali). I tamponi eseguiti hanno raggiunto quota 633.578, 3.377 in più rispetto a ieri. Gli attualmente positivi sono oggi 2.500, +1,7% rispetto a ieri. I ricoverati sono 100 (3 in più rispetto a ieri), di cui 18 in terapia intensiva (1 in più). Oggi si registra 1 nuovo decesso: un uomo di 51 anni, a Prato.

Di seguito i casi di positività sul territorio con la variazione rispetto a ieri. Sono 3.929 i casi complessivi ad oggi a Firenze (2 in più rispetto a ieri), 731 a Prato, 925 a Pistoia (7 in più), 1.420 a Massa (11 in più), 1.642 a Lucca, 1.236 a Pisa (3 in più), 641 a Livorno (3 in più), 1.022 ad Arezzo (26 in più), 550 a Siena, 538 a Grosseto (5 in più). Sono 539 i casi positivi notificati in Toscana, ma residenti in altre regioni (2 in più).

La Toscana si conferma al 10° posto in Italia come numerosità di casi (comprensivi di residenti e non residenti), con circa 353 casi per 100.000 abitanti (media italiana circa 477 x100.000, dato di ieri). Le province di notifica con il tasso più alto sono Massa Carrara con 729 casi x100.000 abitanti, Lucca con 423, Firenze con 388, la più bassa Livorno con 191.

Complessivamente, 2.400 persone sono in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi (38 in più rispetto a ieri, più 1,6%). Sono 4.127 (26 in più rispetto a ieri, più 0,6%) le persone, anche loro isolate, in sorveglianza attiva, perché hanno avuto contatti con persone contagiate.

Le persone ricoverate nei posti letto dedicati ai pazienti Covid oggi sono complessivamente 100 (3 in più rispetto a ieri, più 3,1%), 18 in terapia intensiva (1 in più rispetto a ieri, più 5,9%).

Coronavirus, il bollettino del 14 settembre in Toscana

Le persone complessivamente guarite sono 9.523 (17 in più rispetto a ieri, più 0,2%): 201 persone clinicamente guarite (stabili rispetto a ieri), divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e 9.322 (17 in più rispetto a ieri, più 0,2%) dichiarate guarite a tutti gli effetti, le cosiddette guarigioni virali, con doppio tampone negativo.

Oggi si registra 1 nuovo decesso: un uomo di 51 anni. Relativamente alla provincia di notifica, la persona deceduta è a Prato. Sono 1.150 i deceduti dall’inizio dell’epidemia cosi ripartiti: 418 a Firenze, 53 a Prato, 81 a Pistoia, 176 a Massa Carrara, 148 a Lucca, 93 a Pisa, 65 a Livorno, 50 ad Arezzo, 33 a Siena, 25 a Grosseto, 8 persone sono decedute sul suolo toscano ma erano residenti fuori regione.

Il tasso grezzo di mortalità toscano (numero di deceduti/popolazione residente) per Covid-19 è di 30,8 x100.000 residenti contro il 59,0 x100.000 della media italiana (11° regione). Per quanto riguarda le province, il tasso di mortalità più alto si riscontra a Massa Carrara (90,3 x100.000), Firenze (41,3 x100.000) e Lucca (38,2 x100.000), il più basso a Grosseto (11,3 x100.000).

Referendum 2020, gli orari: quando si vota il 20 e 21 settembre

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Due date e 24 ore in tutto durante cui recarsi alle urne: è iniziato il conto alla rovescia per il referendum  2020 di settembre, ecco quando si vota e gli orari di apertura dei seggi per decidere se approvare o bocciare la riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari.

Le date, dove si vota e chi può farlo

Prima di tutto va chiarito che domenica 20 e lunedì 21 settembre 2020 si vota in tutta Italia e potranno andare alle urne tutti i cittadini maggiorenni: in totale solo oltre 46 milioni e mezzo gli elettori chiamati a tracciare una X sulla scheda di colore verde chiaro. In 7 regioni, tra cui anche la Toscana, negli stessi due giorni si va alle urne anche per le elezioni regionali, mentre  in 962 Comuni d’Italia si svolgono anche le consultazioni comunali. Inoltre in due collegi, in Veneto e Sardegna, si svolgono inoltre le elezioni suppletive del Senato.

Come abbiamo già spiegato nella nostra guida al referendum 2020 su come e per cosa si vota, non è previsto un quorum: si tratta infatti di una consultazione costituzionale confermativa e – secondo la stessa Costituzione – in questo caso il risultato che uscirà dalle urne varrà indipendentemente dalla percentuale dell’affluenza.

Quando si vota il 20 e 21 settembre: gli orari del referendum 2020

L’orario di apertura dei seggi per il referendum costituzionale è uguale in tutta Italia, a prescindere dal fatto che si svolgano altre votazioni (regionali e comunali), eccolo nel dettaglio:

  • Domenica 20 settembre 2020 – i seggi sono aperti dalle 7.00 alle 23.00 senza alcuna pausa
  • Lunedì 21 settembre 2020 – si può votare dalle ore 7.00 alle ore 15.00. A seguire inizierà lo scrutinio

Cosa serve per votare (la mascherina è d’obbligo)

Per partecipare alle votazioni del referendum è necessario presentarsi al seggio della propria sezione con la tessera elettorale e con un documento di identità valido, ad esempio la carta di identità o il passaporto. In caso si fosse persa la tessera elettorale o se si fossero esauriti tutti gli spazi a disposizione, è possibile chiederne una nuova all’ufficio elettorale del Comune di residenza, che resteranno aperti anche venerdì 18 e sabato 19 settembre 2020 dalle ore 9.00 alle ore 18.00, mentre nei giorni del referendum saranno attivi durante gli orari di apertura dei seggi.

Inoltre, vista l’emergenza Covid, per entrare nei seggi e votare la mascherina è obbligatoria, è necessario mantenere il distanziamento fisico e l’elettore – a differenza delle scorse elezioni – dopo aver votato inserirà direttamente la scheda nell’urna (finora era il presidente del seggio o gli scrutatori a farlo). E’ quanto prevede una circolare del Ministero dell’Interno sulle prossime elezioni.

Per saperne di più, questi i nostri approfondimenti: