giovedì, 8 Maggio 2025
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Toscana, dieci regole anti coronavirus per la sicurezza sul lavoro

Dieci regole per la sicurezza sul lavoro nella cosiddetta “fase 2”, quella delle riaperture: con l’ordinanza numero 38, la Regione Toscana ha stabilito nuove norme per le aziende che, passata la fase acuta del contagio da coronavirus, torneranno a lavorare.

Le regole di sicurezza nei luoghi di lavoro sono state stabilite con un’ordinanza del Presidente della Regione Toscana firmata oggi (qui il testo completo dell’ordinanza 38). Sono misure che riguardano sia le attività già aperte (tranne gli ambienti sanitari, i cantieri e le aziende dei servizi pubblici locali che hanno un protocollo “rinforzato” e già condiviso) sia quelle che dovranno riaprire.

La Regione ha inoltre siglato un protocollo per la sicurezza e la ripartenza nella cosiddetta fase 2 in Toscana. Ecco cosa prevede.

Mascherine gratis in Toscana: distribuzione in supermercati e farmacie

Le stesse misure di sicurezza si applicano anche alle imprese che hanno già ripreso il lavoro in deroga con la comunicazione alla prefettura.

Di seguito le dieci regole per la sicurezza sul lavoro in Toscana.

Le 10 regole anti coronavirus per la sicurezza sul lavoro

1. Guanti e mascherine sui mezzi pubblici

Primo punto, i trasporti: obbligo di guanti monouso e mascherine sui mezzi pubblici e pulizia delle mani prima e dopo l’utilizzo. Consigliato dove possibile l’uso di bicicletta e mezzi elettrici. Raccomandata la mascherina nell’auto propria, se con due persone a bordo.

2. Distanza di sicurezza

Secondo punto, la distanza sociale in fabbrica, nei laboratori artigianali e negli uffici: non un metro ma almeno un metro e ottanta centimetri, come prescrive l’Organizzazione mondiale per la sanità. Se nella riorganizzazione dei processi produttivi questa distanza non potrà essere garantita, dovranno essere inseriti elementi di separazione tra le persone oppure usate mascherine FFP2 senza valvola (o due mascherine chirurgiche contemporaneamente) per chi lavora all’interno di uno stesso ambiente.

3. Mascherine sempre, sul luogo di lavoro

Le mascherine chirurgiche saranno obbligatorie sempre e dovranno essere fornite dal datore di lavoro: negli spazi chiusi in presenza di più persone, si specifica al punto tre, ma anche negli spazi aperti quando non è garantito il mantenimento della distanza personale.

Coronavirus, in Toscana 10 regole per la sicurezza

4. Chi ha la febbre resta a casa

Chi ha febbre o altri sintomi influenzali, suggestivi di Covid-19, dovrà rimanere a casa: il datore di lavoro potrà misurare la temperatura ai dipendenti all’ingresso oppure raccogliere una loro dichiarazione.

5. Lavarsi spesso le mani

La frequente e minuziosa pulizia delle mani è raccomandata in più momenti dell’attività lavorativa e non solo a inizio turno: per questo dovranno essere installati appositi dispencer.

6. Separatori se non si può mantenere la distanza

Ci saranno casi in cui, anche riorganizzando i processi produttivi, non sarà proprio possibile mantenere la distanza interpersonale di 1,8 metri. Si dovrà allora installare pannelli o altri elementi di separazione fra le persone. Oppure, chi lavora in quegli ambienti dovrà utilizzare le mascherine FFP2. Se queste non fossero reperibili, specifica l’ordinanza, sarà sufficiente utilizzare contemporaneamente due mascherine chirurgiche.

Verso la fase 2 in Toscana

7. Sanificazione una volta al giorno

Gli ambienti dovranno essere sanificati almeno una volta al giorno, pulendo con candeggina o altri prodotti simili porte, maniglie, tavoli e servizi igienici e annotando il tutto su appositi registri.

8. Il registro delle sanificazioni

Sarà compito del datore di lavoro mantenere un registro, cartaceo o informatico, delle sanificazioni effettuate ogni giorno. Il tutto dovrà essere accompagnato da una autodichiarazione.

Sanificazione degli ambienti: cosa si intende e come si fa in un negozio?

9. Ricambio d’aria

Dovrà essere garantito, per quanto possibile, anche il ricambio di aria e la sanificazione periodica, secondo precise indicazioni, degli impianti di aerazione, che altrimenti dovranno rimanere spenti.

10. Le mense

Il decalogo si conclude con la riorganizzazione del servizio mensa, dove si dovrà porre attenzione alla distanza tra le persone e le sanificazione dei tavoli dopo ogni pasto.

Cosa prevede l’ordinanza 38 in Toscana

Per i negozi vale un protocollo con alcune regole in più che riguardano la sicurezza dei clienti. Cosa prevede il protocollo di sicurezza per i negozi.

Tutti i datori di lavoro hanno l’obbligo di redigere un protocollo di sicurezza anticontagio da coronavirus e inviarlo alla Regione entro trenta giorni da oggi. Nel protocollo dovranno impegnarsi a mettere in pratica le misure previste dall’ordinanza. Controlli saranno previsti da parte dei servizi di igiene e da chi si occupa di sicurezza nei luoghi di lavoro.

Più guariti, 127 nuovi casi, 16 decessi: il bollettino del 18 aprile in Toscana

Un deciso aumento delle guarigioni, 224 in più da ieri, 127 nuovi casi positivi e 16 morti: queste le ultime notizie dal bollettino regionale di oggi, sabato 18 aprile, sul contagio da coronavirus in Toscana.

Coronavirus, il bollettino del 18 aprile in Toscana

Il totale dei casi di positività accertata dall’inizio dell’epidemia da coronavirus in Toscana sale così a 8.237 di cui 6.470 attualmente positivi (-113 da ieri).

La mappa del contagio in Toscana

La mappa del contagio vede al momento 2.563 i casi complessivi nella provincia di Firenze (69 in più rispetto a ieri), 457 a Prato (8 in più), 554 a Pistoia (7 in più), 918 a Massa (6 in più), 1.165 a Lucca (7 in più), 774 a Pisa (8 in più), 480 a Livorno (5 in più), 548 ad Arezzo (7 in più), 399 a Siena (7 in più), 379 a Grosseto (3 in più).

Più guariti, meno ricoverati

Prosegue il trend positivo sia per quanto riguarda i guariti che per i ricoverati in ospedale. Si riducono infatti le persone nei posti letto dedicati ai pazienti Covid, che oggi sono complessivamente 1.081, 24 in meno di ieri. Di questi, 198 sono in terapia intensiva (complessivamente 9 in meno rispetto a ieri).

Prendendo a riferimento il picco toccato il 3 aprile 2020, oggi i ricoverati totali sono il 25% in meno (il 12% in Italia), il 31% in meno nelle terapie intensive (dato in linea con quello italiano).

Coronavirus, ultime notizie dalla Toscana (18 aprile)

Aumentano poi le persone guarite, salite a 1.149 (circa il 24% in più rispetto a ieri). Di queste, 631 sono considerate “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione. Altri 518 sono i “negativizzati”, guariti a tutti gli effetti.

Complessivamente, 5.389 persone sono in isolamento a casa con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, oppure risultano prive di sintomi (89 in meno rispetto a ieri).

Altre 17.987 (più 196 rispetto a ieri) sono le persone, anch’esse isolate, in sorveglianza attiva perché hanno avuto contatti con persone contagiate (ASL centro 8.420, Nord Ovest 8.254, Sud Est 1.313).

Nelle ventiquattro ore dall’ultimo bollettino si sono registrati 16 decessi: 9 uomini e 7 donne con un’età media di 81 anni. Si tratta di 5 persone decedute nella provincia di Firenze, 1 a Prato, 5 a Massa-Carrara, 2 a Lucca, 2 a Pisa, 1 a Grosseto.

La provincia con la letalità (percentuale di morti sul totale dei casi) più alta continua ad essere Pistoia con 12,3%. La più bassa è Grosseto, con 3,7%. La Toscana, complessivamente, è al 7,5% contro la media italiana che ieri era del 13,2%.

La regione si consolida all’undicesimo posto in Italia come numerosità di casi, con circa 221 casi per 100.000 abitanti (a fronte di una media italiana di 286 casi per 100 mila, dato di ieri).

Verso quota 100 mila tamponi

I tamponi si avviano verso quota 100 mila. Con i 3.672 eseguiti da ieri e i 4.522 il totale dei test fatti da inizio epidemia in Toscana è di 99.903.

Regala un libro, una campagna contro la crisi delle librerie

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Libri in regalo ai propri clienti, per aiutare le librerie indipendenti a uscire dalla crisi e offrire una buona lettura, ancor più d’aiuto in tempi come questi. È l’idea di Jump Media, società fiorentina di comunicazione, che invita chiunque voglia, imprese e cittadini, a unirsi alla campagna #regalaunlibro.

Regala un libro e aiuta le librerie

“Questo maledetto virus – scrive Jump in una nota –, oltre a farci pagare un prezzo altissimo di vite umane, sta producendo danni enormi in settori rilevanti della nostra economia. Il mondo dell’editoria, e quello delle piccole librerie indipendenti in particolare, già fragile e finora poco tutelato, patisce moltissimo questa crisi“.

Da qui l’idea: “La nostra (piccola) società, Jump, è stata, finora, invece fortunatamente poco toccata dalla crisi. Per questo abbiamo pensato che fosse giusto dedicare qualche ora del nostro tempo, e qualche risorsa, ad una iniziativa che abbiamo scelto di chiamare semplicemente #regalaunlibro“.

Coronavirus, contro la crisi dei librai “Regala un libro”

“Abbiamo infatti deciso – prosegue Jump – di comprare alcune decine di libri (alla fine sono 80 – 80vogliadileggere) presso una delle
librerie indipendenti che provano a resistere a questa crisi: la Todo Modo di Firenze. Questi libri li regaliamo ai nostri clienti e partner
e chiediamo loro di fare altrettanto, se possono”.

“Chiediamo insomma alle società che lavorano con noi ma anche a singoli cittadini di comprare uno o più libri (possibilmente in una libreria indipendente) e di regalarli a qualcuno. E ci piacerebbe poi che lo raccontassero, aiutandoci a far conoscere il più possibile l’iniziativa #regalaunlibro e le librerie indipendenti che vogliamo provare ad aiutare”.

La lettura, un grande aiuto contro la paura

“Torneranno presto tempi migliori, ne siamo certi – conclude la società–. Vogliamo pensare alla ripartenza e vorremmo che nessuno rimanesse indietro. E leggere un buon libro in questo momento è sempre una delle cose migliori da fare. Se puoi aiutaci a far conoscere l’iniziativa con un tweet o come riterrai più opportuno . Sappiamo che questo è un gesto poco più che simbolico, ma ci fa molto piacere farlo”.

Coronavirus in Toscana: balzo in avanti dei guariti, morti sopra quota 600

La Toscana supera i 600 morti dall’inizio dell’emergenza, i casi positivi sono 167 in più, ma c’è un balzo in avanti dei guariti, mentre continua a diminuire la pressione sul sistema sanitario regionale con meno ricoverati: le ultime notizie sui contagi da coronavirus in Toscana sono contenute nel bollettino della Regione, aggiornato con i dati raccolti alle ore 12.00 di oggi, venerdì 17 aprile 2020, e trasmesso alla protezione civile nazionale.

I casi di Covid-19 in Toscana

Al momento sono 8.110 i casi di positività al coronavirus registrati dall’inizio dell’emergenza sanitaria in Toscana, il 5% dei contagi registrati a livello nazionale. Questi i casi di positività sul territorio, in base alla provincia dove è stata fatta la diagnosi: sono 2.494 i casi complessivi ad oggi a Firenze (51 in più rispetto a ieri), 449 a Prato (9 in più), 547 a Pistoia (11 in più), 912 a Massa Carrara (19 in più), 1.158 a Lucca (24 in più), 766 a Pisa (16 in più), 475 a Livorno (10 in più), 541 ad Arezzo (11 in più), 392 a Siena (8 in più), 376 a Grosseto (8 in più).

Coronavirus in Toscana: le ultime notizie dal bollettino di oggi 17 aprile

17 i nuovi decessi (12 in meno rispetto al bollettino precedente): 8 uomini e 9 donne, tutti con patologie pregresse, per un’età media  di circa 80 anni. Con oggi, 17 aprile, i morti totali sono 602 e il tasso di letalità del coronavirus in Toscana arriva al 7,4% contro la media italiana che ieri era del 13,1% (percentuale dei deceduti su casi). Questi i nuovi morti in base alla residenza: 3 le persone decedute della provincia di Firenze, 3 di Massa, 1 di Lucca, 1 di Pisa, 2 di Arezzo, 5 di Siena, 2 deceduti in regione ma residenti fuori Toscana.

Guarda la mappa del contagio in Toscana e i grafici

Buone notizie arrivano dall’aumento delle persone guarite dal coronavirus in Toscana, 180 in più secondo i dati resi noti oggi 17 aprile nel bollettino della Regione, per un totale di 925 dall’inizio dell’epidemia: 471 non presentano più i sintomi (sono quindi “clinicamente guarite”) e 454 sono state dichiarate guarite a tutti gli effetti perché negative a due tamponi consecutivi. Questo balzo in avanti delle guarigioni, spiega la Regione, è determinato da una particolare attivazione dei Dipartimenti di Prevenzione nel recupero delle informazioni.

Meno ricoverati per coronavirus (dati del 17 aprile)

Si riducono ancora i pazienti ricoverati in ospedale: al 17 aprile sono 1.105, 48 in meno rispetto al precedente bollettino, di cui 207 in terapia intensiva (6 in meno). I ricoverati sono il 17,4% dei casi, uno dei dati più bassi in tutta Italia: 5.478 persone affette da coronavirus, ma con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, sono in isolamento a casa.

Isolamento domiciliare anche per altre 17.791 persone (più 203 rispetto a ieri) perché hanno avuto contatti con soggetti positivi al coronavirus. Infine è alto il numero di tamponi effettuato nelle ultime 24 ore, ben 4.091, per un totale di 96.231 test analizzati dal primo febbraio ad oggi: la Toscana è la quarta regione in Italia per numero di tamponi eseguiti. I dati sono stati elaborati dall’Agenzia regionale di sanità e dall’Unità di crisi coronavirus.

Supermercati Coop aperti domenica 19 aprile a Firenze e in Toscana

Dopo quasi un mese di chiusura festiva, alcuni dei supermercati Coop della Toscana saranno aperti domenica 19 aprile: in particolare 52 punti vendita di Unicoop Firenze saranno attivi per mezza giornata nelle province di Firenze, Prato, Pistoia, Pisa, Lucca, Arezzo e Siena. Di fatto si tratta della metà dei negozi con l’insegna Coop.fi.

Via libera quindi al carrello della spesa anche di domenica, dopo che la cooperativa di consumo aveva deciso una strategia diversa all’inizio dell’emergenza coronavirus, lasciando il bandone giù nelle domeniche dal 22 marzo in poi e poi chiudendo per scelta tutti i punti vendita per Pasqua e Pasquetta (fatto poi imposto a tutta la grande, media e piccola distribuzione da un’ordinanza regionale).

La lista dei supermercati Coop aperti domenica 19 aprile in 7 province della Toscana e l’orario

Ecco quindi nel dettaglio l’elenco dei 52 punti vendita che sono aperti il mattino di domenica 19 aprile a Firenze, Prato, Pistoia, Pisa, Lucca, Arezzo e Siena. Nel territorio comunale fiorentino saranno aperti 5 Coop.fi. L’orario di apertura domenicale, ad eccezione di due supermercati sulla costa, va dalle 8.30 alle 13.30.

Firenze città, le Coop aperte il 19 aprile

  1. Gavinana
  2. Novoli
  3. Piazza Leopoldo
  4. Ponte a Greve
  5. Via Cimabue

Città metropolitana di Firenze

  1. Bagno a Ripoli
  2. Barberino di Mugello
  3. Borgo San Lorenzo
  4. Campi Bisenzio
  5. Castelfiorentino
  6. Certaldo
  7. Empoli centro commerciale viale Sanzio
  8. Figline Valdarno
  9. Fucecchio
  10. Impruneta
  11. Lastra a Signa
  12. Montelupo Fiorentino
  13. Pontassieve
  14. Ponte a Ema
  15. San Casciano
  16. Sesto Fiorentino centro commerciale via Petrosa
  17. Tavarnelle Val di Pesa
  18. Vingone (Scandicci)

Prato

  1. Prato centro commerciale via delle Pleiadi
  2. Prato via Valentini
  3. Montemurlo

Pistoia

  1. Pistoia
  2. Agliana
  3. Buggiano
  4. Lamporecchio
  5. Monsummano
  6. Montecatini (Massa e Cozzile)

Pisa

  1. Pisa Cisanello
  2. Pisa Porta a mare
  3. Bientina
  4. Cascina via Fosso vecchio
  5. Marina di Pisa (chiude alle 13.00 invece che alle 13.30)
  6. Pontedera Terracini
  7. Ponsacco
  8. San Miniato
  9. Santa Maria a Monte
  10. Volterra

Lucca

  1. Viale Puccini
  2. Via di Tiglio
  3. Torre del Lago (chiude alle 13.00 invece che alle 13.30)

Siena

  1. Siena centro commerciale via delle Grondaie
  2. Colle Val d’Elsa
  3. Poggibonsi Salceto

Arezzo

  1. Arezzo viale Amendola
  2. Montevarchi, centro commerciale via dell’Oleandro
  3. San Giovanni Valdarno
  4. Sansepolcro

Per eventuali cambiamenti o aggiornamenti si consiglia di consultare il sito di Unicoop Firenze.

Il laboratorio che testa le mascherine chirurgiche: cotone o TNT?

Meglio le mascherine in cotone o quelle chirurgiche in tessuto non tessuto? E le “protezioni” fatte con altri tipi di stoffa? A porsi questa domanda, ormai diventata un dubbio comune, sono i ricercatori del dipartimento di chimica dell’Università di Firenze, chiamati ad analizzare i dispositivi prodotti dalle aziende della Toscana.

Le mascherine made in Tuscany, prima di intraprendere il viaggio per essere certificate, devono infatti passare un esame preliminare: uno screening che esclude subito i materiali non idonei, mentre quelli che vengono promossi proseguono l’iter per il bollino CE in altri laboratori per indagini più approfondite. La scrematura serve a velocizzare questo processo, ma anche a dare una prima valutazione positiva dei prodotti che riescono a filtrare le particelle più piccole.

Come vengono fatti i test sulle mascherine

Dietro questo lavoro ci sono tre esperti del gruppo di ricerca di chimica analitica dell’Università di Firenze, che fino a poco tempo fa studiavano i cambiamenti climatici e la qualità dell’aria. Con l’emergenza coronavirus la squadra si è convertita in un team per testare le mascherine, sfruttando le proprie conoscenze sulle micro-particelle. Da marzo, in poco più di un mese, è stato analizzato un centinaio di prototipi: circa un quinto delle mascherine è risultato inadeguato, il resto ha passato l’esame.

Per queste analisi viene usata una macchina che produce aerosol e simula così le piccole gocce prodotte dalla respirazione umana. “Con un contatore ottico andiamo poi  a contare fisicamente le particelle che passano, in base alla loro dimensione: un sistema semplice ma che dà indicazioni importanti”, spiega Rita Traversi, docente di chimica analitica e parte del gruppo di ricerca insieme a Silvia Becagli e Mirko Severi. Ma da queste indagini arrivano anche indicazioni utili.

Mascherine in cotone, proteggono?

A differenza delle ffp2 e ffp3 (dotate di filtro) usate in ambito ospedaliero, le mascherine al centro dei test sono quelle di tipo chirurgico che agiscono principalmente sul respiro in uscita. Di fatto proteggono poco chi le indossa, ma mettono al sicuro gli altri, perché trattengono le piccole gocce di saliva, che nel caso di persone infette anche asintomatiche potrebbero trasportare il coronavirus. Più persone indossano le mascherine, quindi, più si abbatte il rischio di contagio.

Le prime mascherine bocciate sono state quelle in cotone. “Sebbene sia un tessuto più piacevole da indossare rispetto al TNT (tessuto non tessuto) usato per le mascherine chirurgiche, il cotone tende a bagnarsi molto con il respiro e, in base alle nostre analisi, spesso è risultato avere una bassa efficacia di filtrazione”, dice la ricercatrice.

Le fibre del cotone, da sole, non riescono a trattenere in uscita più del 75% delle particelle più piccole, quelle sotto i 5 micrometri. Fibre come il lino o la viscosa fanno registrare performance peggiori. Va meglio invece se il cotone è abbinato a materiali come il polipropilene, ma sono le mascherine in tessuto non tessuto a ottenere il punteggio migliore, riuscendo a trattenere tra il 90 e il 95% dell’aerosol più minuto. Ovviamente si tratta di una media: ogni modello ha una storia a sé e deve essere analizzato in laboratorio.

Le mascherine sono lavabili? Si possono sanificare e disinfettare?

Altro dubbio comune riguarda la possibilità di disinfettare e rendere riutilizzabili le mascherine che in realtà nascono come dispositivi monouso. Nonostante sul web circolino tutorial e un documento dello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze su come sanificare le mascherine, ancora una risposta certa non c’è.

Una soluzione composta dall’80% di alcol e dal 20% di acqua e perossido di idrogeno (acqua ossigenata), una volta vaporizzata sui tessuti e lasciata agire, uccide batteri e patogeni, il problema però è un altro: dopo il trattamento disinfettante la “stoffa” delle mascherine riesce ancora a filtrare o viene danneggiata dalla pulizia? Ebbene, su questo aspetto non ci sono ricerche attendibili. “Il prossimo passo sarà proprio capire se le mascherine sono lavabili, sanificabili e riutilizzabili, anche per ovviare alla carenza di questi dispositivi e diminuire la quantità di rifiuti – dice Rita Traversi – ma al momento è troppo presto per avere un responso”.

La polizia scorta un istrice sui viali di Firenze / VIDEO

Un istrice scortato dalle pattuglie della polizia di Firenze fino alla più vicina area verde e messo al sicuro dal rischio di essere investito. È la singolare “operazione di salvataggio” andata in scena sui viali fiorentini nella notte tra il 16 e il 17 aprile e immortalata dalle telecamere di videosorveglianza installate in città.

Intorno a mezzanotte una volante della Questura, durante i controlli per il rispetto delle norme anti-coronavirus,  ha intercettato un istrice che vagava nel bel mezzo del viale Fratelli Rosselli, nei pressi della Stazione Leopolda. Forse invogliato dall’assenza di auto e persone, l’animale gironzolava tranquillamente in strada: un pericolo per un’eventuale automobilista di passaggio. Così la pattuglia, insieme a una seconda auto della polizia arrivata sul posto, ha scortato per qualche centinaio di metri l’istrice, fino a quando l’animale non si è rifugiato in un parco poco lontano da Porta al Prato.

L’istrice scortato dalla Polizia di Firenze, il video

A seguito delle norme per limitare la diffusione del coronavirus, negli ultimi tempi sono molti gli animali avvistati in città. A fine marzo, per esempio, le foto di una famigliola di anatre in “visita” a un centro commerciale della periferia di Firenze sono diventate virali.

Decreto aprile, bonus su bollette e affitti per imprese e autonomi colpiti da coronavirus

Agevolazioni, sconti e bonus su affitti e bollette per le imprese e gli autonomi con partite Iva: sarebbero queste alcune delle misure che il governo starebbe considerando per il “decreto aprile“, il pacchetto di misure straordinarie per l’emergenza coronavirus che verrà definito nei prossimi giorni.

I bonus per imprese e partite Iva del decreto aprile

Il decreto aprile 2020 seguirà il cosiddetto “decreto cura Italia”, rafforzando e integrando gli strumenti predisposti a favore di famiglie e imprese. Si tratta comunque di una misura ancora in fase di discussione, i cui contenuti finiranno per la prima volta sul tavolo del governo nel consiglio dei ministri previsto per lunedì 20 aprile.

Il decreto disporrà la proroga degli strumenti di sostegno alle famiglie, della cassa integrazione e del bonus per gli autonomi. Per quest’ultimo è tra l’altro previsto l’aumento da 600 a 800 euro, anche se a condizioni più restrittive.

Per quanto riguarda le imprese e gli autonomi, il governo starebbe pensando a una serie di bonus o sconti su bollette e affitti da inserire nel decreto aprile. Oltre a indennizzi diretti e a fondo perduto fino a 10.000 euro, in base alla perdita del volume di affari.

Coronavirus, tutti i bonus: dai buoni spesa ai 600 euro Inps

Bollette e affitti, cosa cambia per imprese e autonomi

Di uno sconto sulle bollette si era parlato durante la discussione del “cura Italia”. La misura non fece però in tempo a finire nel testo definitivo. Potrebbe così rispuntare nel decreto aprile. Secondo quanto riporta La Repubblica di oggi, sarebbe allo studio un taglio sugli oneri di sistema. Ovvero, su quelle voci di spesa che non riguardano il consumo effettivo e i costi di trasporto delle risorse. E che incidono sul costo finale fino al 20%.

Sarebbe l’Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, a operare un taglio di questi costi. Il decreto aprile introdurrebbe così un nuovo bonus per lo sconto sulle bollette di acqua, gas e luce per le imprese e gli autonomi, compresi artigiani e partite Iva.

Il decreto aprile e le nuove misure per le partite Iva

Per quanto riguarda gli affitti, al momento esiste già un credito d’imposta del 60% riservato però a commercianti e artigiani. L’idea è quella di allargarlo a tutte le partite Iva, incrociando il bonus sugli affitti al prestito fino a 25 mila euro garantito dallo Stato (per le imprese che lo richiederanno). Così che le spese per l’affitto potrebbero essere detratte direttamente dalla rata di restituzione del prestito.

Bonus bollette in arrivo. E i prezzi scenderanno per tutti

Di bollette ha parlato anche Alessandra Todde, sottosegretaria al Ministero dello sviluppo economico, rispondendo ieri a un’interpellanza alla Camera. “I costi della bolletta energetica per famiglie e imprese hanno avuto significative diminuzioni, come diretta conseguenza della riduzione della domanda”, ha detto.

Con il perdurare della crisi dovuta al coronavirus, ha aggiunto, “si prevede che i prezzi allingrosso delle commodities energetiche dovrebbero mantenersi bassi per lungo tempo”.

Il che consentirà di “produrre unulteriore riduzione dei costi finali energetici a sostegno della ripresa“. Inoltre, ha detto Todde, nel medio-lungo periodo “è attesa unulteriore riduzione del loro peso in bolletta, dovuta alla riduzione dei costi di impianti dedicati alle tecnologie rinnovabili, nonché alladozione, da parte del ministero dello Sviluppo economico, di meccanismi competitivi di accesso agli incentivi, i quali spingeranno verso una maggiore efficienza”.

 

25 aprile e 1° maggio: supermercati e negozi chiusi in Toscana

Due nuove giornate di stop obbligato per il commercio, anche per quello alimentare. Dopo la serrata decisa per Pasqua e Pasquetta, la Regione Toscana ha emanato una nuova ordinanza che impone a tutti i supermercati e a tutti i negozi di restare chiusi il 25 aprile e il 1° maggio 2020, mentre le deroghe per gli esercizi che potranno restare aperti si contano sulla dita di una mano. In ogni caso, il carrello della spesa dovrà restare vuoto, bandone giù in occasione della festa della Liberazione e di quella dei lavoratori anche per le tabaccherie.

Il presidente della Regione Enrico Rossi ha voluto bissare il provvedimento emanato per la domenica di Pasqua e il lunedì dell’Angelo, perché l’apertura dei negozi anche nelle due giornate festive tra la fine di aprile e l’inizio di maggio potrebbe indurre molti a uscire, con un “massivo e diffuso afflusso di persone” si legge nell’ordinanza, rendendo “ancor più difficile l’attività di controllo per prevenire, limitare e sanzionare i comportamenti vietati” dalle regole contro la diffusione del coronavirus.

25 aprile, festa in piazza (virtuale) e flash mob con “Bella Ciao” dal balcone

Negozi e supermercati chiusi in Toscana il 25 aprile e 1° maggio

Nessuno sconto quindi per la grande distribuzione e le piccole botteghe, siano queste di generi alimentari, di libri, di vestiti per bambini o di cartoleria. Da Firenze a Prato, da Lucca a Grosseto, sabato 25 aprile e venerdì 1° maggio in tutta la Toscana i supermercati e i negozi dovranno tirare giù la saracinesca. Previsti controlli e verifiche da parte delle forze dell’ordine: chi non rispetta l’ordinanza rischia la sospensione dell’attività da un minimo di 3 giorni a un massimo di 15.

Le eccezioni: quali negozi possono restare aperti. E la consegna a domicilio?

Come detto sono previste poche deroghe. La Regione Toscana, con l’ordinanza firmata dal governatore Rossi, dà la possibilità di restare a aperti il 25 aprile e 1° maggio a tre tipi di negozi: farmacie e parafarmacie per la vendita di medicinali e le edicole per i giornali. Via libera però alla consegna a domicilio, solo per la spesa alimentare e per beni di prima necessità: le botteghe dovranno restare chiuse, ma per la festa della Liberazione e per quella dei lavoratori hanno la possibilità di accettare ordinazioni online e via telefono (e non, ovviamente, nel punto vendita), per poi recapitare a casa del cliente la merce, sempre rispettando le norme igieniche e sanitarie.

Chiusura dei supermercati e dei negozi, il testo dell’ordinanza (pdf)

L’ordinanza sulla chiusura dei supermercati e dei negozi il 25 aprile e 1° maggio è stata pubblicata sul sito della Regione Toscana e il testo integrale è scaricabile a questo link (pdf).

Fase 2, autocertificazione obbligatoria per gli spostamenti anche dopo il 4 maggio

L’autocertificazione resta: anche nella fase 2, dal 4 maggio, sarà necessario averla con sé per tutti gli spostamenti. “Non è un liberi tutti”, ha detto il presidente del consiglio Giuseppe Conte nella conferenza stampa di stasera. Pertanto la si dovrà compilare sia per gli spostamenti all’interno del proprio comune che per quelli verso altri comuni della stessa regione, autorizzati per le visite ai familiari. Il modulo sarà obbligatorio anche per gli spostamenti tra regioni diverse nel caso di rientri alla residenza.

La nuova autocertificazione per la fase 2

Con l’inizio della cosiddetta fase 2, il prossimo 4 maggio, si potrà tornare a spostarsi liberamente all’interno della propria regione ma solo nel caso in cui si vada a fare visita ai familiari. L’autocertificazione continuerà a essere obbligatoria per giustificare il motivo dello spostamento: comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute.

Fase 2, calendario della riapertura: bar, negozi e l’anticipo del 27 aprile

Una nuova autocertificazione dal 4 maggio?

L’ultima versione del modulo di autocertificazione per gli spostamenti è quella del 26 marzo e al momento non si ha notizia di un nuovo modulo per la fase 2.

La versione pdf e Word di quella attualmente in vigore può essere scaricata a questi link:

Fase 2, il calendario delle riaperture

Fase 2, via libera agli spostamenti tra comuni solo per visite ai familiari

Sì agli spostamenti tra comuni diversi della stessa regione, ma solo per le visite ai familiari. E per gli spostamenti all’interno del comune di residenza si dovrà ancora certificare il motivo.

  • per comprovate esigenze lavorative: dal raggiungere il posto di lavoro al doversi spostare in altro luogo sempre per motivi di lavoro. Le forze dell’ordine hanno facoltà di controllare anche contattando il datore di lavoro.
  • motivi di assoluta urgenza, che dovranno essere dimostrati.
  • le cosiddette situazioni di necessità, dal fare la spesa al dover acquistare un qualche bene essenziale.
  • i motivi di salute: dalle visite mediche al recarsi in farmacia o in ospedale.

Coronavirus, la fase 3 in Italia: quando inizia e cosa prevede

Autocertificazione: sarà l’ultima versione?

Dall’inizio dell’emergenza sono cambiati quattro moduli. Se ne arriverà un quinto è possibile anche che sia l’ultimo. Il modulo di autocertificazione per spostamenti sarà valido per la fase 2, quella dell’uscita dalla fase acuta dell’epidemia e della convivenza con il Covid 19. Augurandosi che nella fase 3 non ci sia più bisogno di limitare gli spostamenti.