domenica, 8 Giugno 2025
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Santa Maria Novella: il progetto per il nuovo cuore di Firenze. Arte e case

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Il complesso di Santa Maria Novella si fa grande, con un progetto che prevede case, musei, artigiani e artisti: il Comune di Firenze scopre le carte e annuncia come cambierà l’ex convento con un investimento da 20 milioni di euro. Qui prenderà vita un centro culturale, sociale e creativo. Il percorso espositivo che già esiste crescerà, ma nascerà anche il nuovo Museo della Lingua Italiana e sempre qui sarà possibile scoprire i tesori degli archivi e dei depositi comunali. E poi eventi nel chiostro grande, oltre a un polo per artigiani, artisti e giovani imprenditori. Nell’ex convento, che fino a 5 anni fa ospitava la scuola marescialli dei carabinieri, torneranno i militari con una nuova caserma.

Il progetto e la mappa: come cambierà il complesso di Santa Maria Novella a Firenze

Il progetto per il complesso di Santa Maria Novella, nel centro di Firenze, interessa 25.000 metri quadrati. In particolare su 4.500 metri quadri saranno realizzati 50 appartamenti da dare in affitto alle giovani coppie. Il nuovo museo del complesso di Santa Maria Novella avrà un ingresso monumentale affacciato su piazza Stazione con biglietteria, guardaroba e servizi ristoro e si allargheranno gli spazi espositivi, dedicati alle collezioni permanenti e alle mostre (1.300 mq in tutto).

progetto complesso Santa Maria Novella Firenze

In Santa Maria Novella arriverà inoltre il Museo della Lingua Italiana (2.500 metri quadrati) e parte dell’archivio Alinari, sarà creata una nuova biblioteca da 600 metri quadrati e sempre qui prenderà posto il patrimonio custodito negli archivi comunali e nei depositi dei musei civici: dipinti, sculture, opere d’arte e una fototeca saranno visibili al pubblico su 1.110 metri quadri. Nel monastero nuovo prenderanno posto showroom per l’artigianato di qualità, un’area per le esposizioni di giovani artisti e il chiostro grande diventerà il “palcoscenico” degli eventi dell’Estate Fiorentina. In arrivo anche una caserma dei carabinieri.

Quando partono e quando finiscono i lavori

“A Santa Maria Novella nascerà un grande hub polifunzionale, strategico dal punto di vista della posizione e della mobilità – ha detto il sindaco Dario Nardella – gli spazi sono pensati per residenti, turisti, famiglie, giovani, artisti: la forza di questo complesso sta nell’essere un luogo poliedrico che fungerà da grande calamita capace di attrarre generazioni diverse”. Secondo quanto annunciato dal primo cittadino di Firenze, il grosso dei lavori – che in parte sono già iniziati – si concluderà entro il 2024. Entro la fine di quest’anno inizieranno i cantieri per il Museo della Lingua Italiana.

Nuove zone rosse locali: micro-lockdown contro le varianti del Covid

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Nessun rischio di un lockdown totale, almeno per il momento, ma sono in arrivo nuove zone rosse locali, come quelle già scattate in Toscana, Umbria e Abruzzo: è questo l’orientamento del governo Draghi per fronteggiare il dilagare delle mutazioni del Covid-19, soprattutto della variante inglese. Si pensa inoltre a una grande zona arancione su tutto il territorio nazionale, ma al momento è solo un’ipotesi.

La strategia anti-contagio del nuovo esecutivo inizia a prendere forma, dopo le polemiche sulle parole di Walter Ricciardi. Il consigliere del Ministro della Salute, ospite della trasmissione tv “Che tempo che fa” ha avanzato l’ipotesi un secondo lockdown generale, come quello imposto un anno fa all’inizio dell’emergenza coronavirus.

Resta l’Italia divisa in zone di rischio

Un’Italia sempre “a colori”, divisa in diverse fasce di rischio Covid, ma punteggiata di macchie purpuree: zone rosse locali, su singoli comuni o province, dove far scattare mini-lockdown per rallentare l’avanzata nel nostro Paese delle 3 varianti più aggressive, brasiliana, sudafricana e inglese. Questa è la linea suggerita dal Comitato Tecnico Scientifico al governo Draghi. La mutazione di Oltremanica, da sola, rischia di far aumentare della metà i contagi, dicono gli esperti del Cts.

Allora si pensa alla possibilità di replicare il modello già messo in atto in alcune parti del Paese. Nella Toscana arancione, il comune di Chiusi fino a lunedì era annoverato tra le zone rosse locali e dopo una settimana è uscito dal lockdown per la diminuzione dei contagi. Ma l’allerta resta alta al confine con l’Umbria. In quest’ultima regione le zone rosse locali riguardano la provincia di Perugia e alcuni comuni in provincia di Terni, dove si circolano le varianti. Visto l’andamento del contagio, tutto il territorio umbro rischia di andare in lockdown. Medesimo destino, se la situazione non migliorerà, anche per l’Abruzzo, dove sono già rosse Pescara e Chieti.

Le possibili zone rosse locali: micro-lockdown per frenare la variante inglese del Covid

Si pensa quindi a proseguire sulla strada già tracciata nelle ultime settimane. Da una parte i cambi di colori decisi per le intere regioni in base ai dati del monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità, che esce ogni venerdì. Dall’altra l’istituzione di possibili zone rosse locali, per territori circoscritti come singoli comuni o intere province, con ordinanze dei sindaci o dei presidenti delle Regioni, ma d’intesa con il governo Draghi.

Cannabis legale: Justmary.fun consegne triplicate su Firenze?

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La cannabis legale in periodo di pandemia ha conosciuto un incremento di vendite con percentuali a tripla cifra. Anche Firenze non è da meno; un consumo consapevole dei prodotti venduti da Justmary.fun ha regalato diversi momenti di serenità e di relax all’interno delle proprie mura.

Ne sono testimonianza le numerose recensioni (super) positive presenti su Trustpilot: se c’è chi si lamenta di non poter dare “sei stelle”, Murat si complimenta per l’assistenza e la risposta in chat immediata; Mirko nonostante il periodo di emergenza apprezza la consegna puntuale e l’ottima qualità del prodotto. Un servizio “five stars”.

Se per molti l’esplosione degli ordini negli ultimi mesi è stata una conseguenza diretta dei diversi lockdown, altri hanno parlato di un bisogno aumentato di relax in un particolare periodo di stress, alcuni hanno sottolineato l’organizzazione delle consegne rapide e efficienti nelle principali città. Per Justmary tutto può essere vero, ma alla base del successo c’è un prodotto eccezionale commercializzato con professionalità.

Come sempre la risposta migliore è quella più semplice. L’erba legale Justmary è buona e chi la ordina una volta non la molla più. Non solo, chi la usa, la riordina condividendo l’esperienza positiva con gli amici e questa, alla fine, è la migliore forma di pubblicità: il passaparola! La cannabis legale rilassa, porta diversi benefici, non fa miracoli, ma contribuisce a ritagliare un momento di serenità in mezzo al caos quotidiano.

Justmary ha cura di ogni cliente, seleziona solo i migliori prodotti per garantire la massima qualità biologica e naturale. Poi la tranquillità e la sicurezza nel processo di acquisto online, la possibilità di applicare al pagamento il cashback di stato, la consegna rapida e anonima sono tutti plus ulteriori che premiano la qualità Justmary. Non solo, Justmary segue con attenzione la filiera produttiva aiutando a generare nuovi posti di lavoro.

Il nuovo governo Draghi dovrà avere consapevolezza dei benefici che il settore sta portando negli ultimi anni al nostro bel paese: sono sempre di più le aziende agricole che si sono convertire alla canapa, aziende condotte quasi sempre da giovani under 30 che hanno deciso di lavorare terreni male utilizzati, generando un indotto valutato in diversi milioni di euro. Sono più di 10.000 le persone coinvolte in questo momento nella catena produttiva e distributiva e Justmary agisce ogni giorno per sostenerle con forza.

Per non parlare della fiscalità: regolamentare la filiera della cannabis legale, secondo le stime del Ministero dell’Economia e della finanza, porterebbe nelle casse dello stato una cifra di 950 milioni l’anno solamente di entrate fiscali, denaro che potrebbe essere utilizzato per azioni di welfare. Un concetto chiaro, elementare: la cannabis legale Justmary fa bene a tutti e non solo a chi l’ha provata acquistando sul sito le migliori varietà!

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Covid, Toscana: i dati del bollettino di oggi (16 febbraio)

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Contagi pressoché stabili a fronte di un numero maggiore di tamponi. 444 nuovi casi e oltre 17.000 test: sono i dati del bollettino di oggi (16 febbraio) sul Covid in Toscana. Scende il tasso di positività: per quanto riguarda le prime diagnosi, ogni 100 persone sottoposte al tampone, circa 6 sono risultate positive al coronavirus (5,9%).

Crescono ancora i ricoverati nei posti letto Covid della Toscana, con 6 pazienti in più rispetto al giorno precedente, per un totale di 851 persone in ospedale al 16 febbraio, di cui 133 in terapia intensiva. 15 i decessi comunicati oggi, che portano il conteggio delle vittime dall’inizio dell’emergenza a 4.464 morti. Mentre preoccupa anche in Toscana il diffondersi delle varianti del coronavirus, il presidente della Regione Eugenio Giani annuncia che il tracciamento dei casi positivi resta al 100%.

I dati sul Covid in Toscana: la sintesi del bollettino di oggi (16 febbraio), dai contagi ai ricoverati

  • Nuovi contagi in Toscana oggi, 16 febbraio: 444 (428 nel bollettino Covid precedente)
  • Totale tamponi molecolari in un giorno: 8.691 (5.225 nella giornata precedente)
  • Totale test rapidi: 8.591 (ieri 2.459)
  • Totale test anti-Covid in un giorno: 17.282 (ieri 7.684)
  • Tasso di positività, inclusi i tamponi di controllo: 2,57% (5,57% nella giornata precedente)
  • Tasso di positività, prime diagnosi: 5,9% (ieri 9,6%)
  • Persone attualmente positive: 12.311, -0,2%
  • Ricoverati in ospedale: 851 (+6)
  • di cui 113 in terapia intensiva (+1)
  • Decessi comunicati oggi: 15

Coronavirus in Toscana, la situazione dall’inizio dell’emergenza

  • Totale contagiati dall’inizio dell’emergenza: 144.247
  • Totale morti dall’inizio dell’emergenza: 4.464
  • Totale guariti dall’inizio dell’emergenza: 127.472 (454 solo null’ultima giornata)

Questi dati per le province della Toscana, con i contagi di Covid dall’inizio dell’epidemia e la variazione di positivi comunicata nel bollettino di oggi, 16 febbraio:

  • 9.916 i casi complessivi a Firenze (135 in più)
  • 12.144 a Prato (45 in più)
  • 12.591 a Pistoia (35 in più)
  • 9.182 a Massa – Carrara (10 in più)
  • 14.741 a Lucca (27 in più)
  • 19.125 a Pisa (58 in più)
  • 11.221 a Livorno (34 in più)
  • 12.938 ad Arezzo (43 in più)
  • 7.004 a Siena (41 in più)
  • 4.830 a Grosseto (16 in più)

Sul sito dell’Agenzia regionale di Sanità (Ars) approfondimenti e grafici sull’andamento del Covid-19 in Toscana.

Giuseppe Conte torna all’Università di Firenze come professore

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Da capo del governo a prof universitario. L’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte tornerà all’Università di Firenze dove prima del suo impegno a Palazzo Chigi insegnava diritto privato. Ai cronisti che a Roma gli chiedevano lumi sul suo futuro, l’avvocato pugliese ha risposto che “è terminata l’aspettativa e quindi riprenderò sicuramente ad andare a Firenze, come professore dell’università”. L’ex premier non chiude però la porta all’impegno politico.

Il decreto del rettore: Giuseppe Conte torna all’Università di Firenze come professore

Intanto il rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei ha firmato oggi (15 febbraio) il decreto con cui Giuseppe Conte riprende servizio presso l’ateneo, come professore ordinario a tempo definito di Diritto privato presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche. L’aspettativa (obbligatoria e non retribuita) era scattata per legge il 31 maggio 2018, giorno in cui Conte era stato incaricato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella di formare il nuovo governo.

Adesso l’ex premier incontrerà il rettore, che nei giorni scorsi aveva detto di “aspettare a braccia aperte” il ritorno di Conte. Probabilmente il suo vero e proprio rientro all’insegnamento slitterà in avanti, visto che è già stata stabilita la programmazione didattica per il secondo semestre di questo anno accademico. Le lezioni in presenza nelle aule dell’ateneo fiorentino riprendono in questi giorni, solo per il primo anno delle lauree triennali, magistrali e a ciclo unico, con prenotazione online.

L’impegno politico

Intanto l’ex presidente del Consiglio rimane possibilista sul suo futuro politico, dopo essersi messo a disposizione del Movimento 5 Stelle. Non si sbilancia però su come proseguirà l’impegno. “Ci sono tanti modi di partecipare alla vita politica – ha detto un’intervista video al sito del Fatto Quotidiano – lo vedremo insieme agli amici con cui abbiamo lavorato”.

Giuseppe Conte era già tornato all’Università di Firenze, due anni e mezzo fa, per una  lectio magistralis alla facoltà di Giurisprudenza.

Dante Alighieri non era un tipo pop. La Crusca e il Sommo Poeta

Se Dante Alighieri si ritrovasse per qualche ora nel XXI secolo probabilmente non è davanti a un pc o a uno smartphone che passerebbe il tempo a disposizione. Mettiamo però che, per caso, si imbatta in uno dei tanti video pubblicati da popolarissimi youtuber: cosa penserebbe? Li considererebbe ambasciatori moderni della lingua italiana? “Non penso proprio. Con ottime probabilità li disprezzerebbe”. È granitico il professor Claudio Marazzini, linguista e presidente dell’Accademia della Crusca che nell’anno in cui ricorrono i 700 anni dalla morte del sommo poeta dedica mostre e iniziative alla sua memoria.

“In vita Dante non ebbe nessun atteggiamento di simpatia popolare. L’unica scelta popolare che fece fu quella della lingua, e in questo senso ebbe la sensibilità del divulgatore. Ma per il resto fu sempre un aristocratico – continua Marazzini –.  È celebre la novella di Franco Sacchetti (che fa parte della raccolta Il Trecentonovelle, scritte dal Sacchetti alla fine del Trecento, ndr) intitolata “Dante Alighieri fa conoscente uno fabbro e uno asinaio del loro errore, perché con nuovi volgari cantavano il libro suo” in cui Dante sente un fabbro recitare male i versi della Divina Commedia, così prende i suoi ferri e li butta in strada. Alle rimostranze del fabbro risponde in soldoni, Tu rovini l’opera mia e io la tua”. Dante era aristocratico e superbo”.

Sommo Poeta sì, ma solo col passare del tempo

Insomma, l’autore del Convivio e del De vulgari eloquentia non era proprio un tipo simpatico. Tant’è che a lungo non riscosse – per vari motivi, da ricercare anche nel suo impegno politico – nemmeno l’approvazione di molti studiosi. Difatti “sommo”, Dante, lo è diventato col tempo. Il poeta, scrittore e uomo politico, conosciuto nei cinque continenti e considerato il padre della lingua italiana, non è sempre stato una star. O meglio, era un personaggio molto popolare anche al suo tempo, ma non era universalmente apprezzato e riconosciuto come un maestro.

Ad esempio Pietro Bembo, grammatico, poeta e umanista, un paio di secoli dopo la morte di Dante si guardava indietro additandolo come un modello imperfetto, talvolta volgare, autore di testi che avrebbe fatto meglio a non scrivere. Meglio Petrarca, se si doveva scegliere una guida tra i padri fondatori della lingua. E questa storia è andata avanti nel tempo. “Anche nei secoli successivi non era sempre il preferito – continua Marazzini –. La preferenza per Dante arriva nell’Ottocento, negli anni in cui nasce l’Italia. Giuseppe Mazzini lo dice con chiarezza: non si può esser italiani senza aver letto Dante”.

L’Accademia della Crusca e Dante Alighieri

“Gli accademici hanno sempre guardato a Dante con interesse speciale. Ma alla fine del Cinquecento, quando nasce l’Accademia della Crusca, qualcuno aveva fatto le pulci al sommo poeta”. Nessuno oggi oserebbe contestare un verso dell’autore della Divina Commedia. Schiere di studenti potrebbero giurare di essersi sognati l’Alighieri, con la sua veste purpurea, bacchettarli per un accento sbagliato o una terzina dimenticata. Eppure è così. Ma arriva un momento in cui l’Italia salda il conto lasciato in sospeso con Dante e questo momento è l’Unità.

“La Crusca, come tutti gli italiani, considera Dante il padre della nostra lingua. E già nel Seicento gli accademici lo collocano al primo posto della loro personale classifica pubblicando, nel 1695, la Divina Commedia con il marchio dell’Accademia della Crusca”. Ma, sempre ritornando a quella famosa macchina del tempo, cosa penserebbe Dante di neologismi come “friendzonare” o “blastare”? “Non lo so. Quello che posso dire è che Dante stesso fu autore di alcuni neologismi, quindi probabilmente non si scandalizzerebbe molto. Però c’è da specificare una cosa al riguardo: l’Accademia della Crusca riceve ogni anno numerosissime segnalazioni di neologismi (da bofu a whattsappare, da fasarsi a skillare, da svapare a vegefobia e la lista sarebbe ancora molto lunga, ndr), ma non tutte queste parole diventano poi di uso comune ed entrano a far parte dei vocabolari ufficiali”.

I neologismi e Dante

Per intendersi, prima che un nuovo termine entri ufficialmente a far parte del lessico italiano devono passare un po’ di anni e deve entrare veramente nella testa e nelle abitudini delle persone. Non si deve trattare di occasionalismi, ovvero di meteore linguistiche. “Non so se friendzonare entrerà a tutti gli effetti a far parte della nostra lingua, ma – ad esempio – spoilerare viene ormai utilizzato con grande frequenza di alcuni anni”. Insomma, anche le nuove parole si ritrovano a un certo punto in una selva oscura e non si sa se il loro destino sarà poi uscirne o smarrirsi per sempre ed essere dimenticate. “Tutti possono inventare un neologismo ma non tutti sono sicuri che duri nel tempo”, prosegue il professore.

Ma quali erano i neologismi danteschi? “Ad esempio immiarsi e intuarsi sono neologismi di Dante e significano, rispettivamente, io che mi faccio te e tu che ti fai me”. Molto poetici ma non esattamente di uso quotidiano. “Eppure, per l’autorevolezza dantesca, questi termini sono riportati in tutti i vocabolari italiani”. Come a dire: ubi maior… friendzonare cessat.

Fino a quando dura la zona arancione in Toscana

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Fino al 1° marzo o ancora per tre settimane? La retrocessione è cosa recente, ma in tanti si chiedono fino a quando dura la zona arancione in Toscana. Se è bastata una settimana di dati in peggioramento per dire addio alla fascia gialla dopo oltre un mese di permanenza, servirà di più per tornare nella “zona promozione”. A stabilire per quanto tempo la Toscana deve rimanere in zona arancione prima di ambire a un cambio di colore Covid sono le regole del Dpcm, ma influire  sull’eventuale ritorno in giallo sarà anche l’evoluzione dei contagi.

Per quanto tempo la Toscana deve restare in zona arancione: almeno due settimane

Partiamo dalle regole del Dpcm. L’ultimo decreto della Presidenza del Consiglio, valido fino al 5 marzo, disciplina la mappa dell’Italia a colori e stabilisce fino a quando deve durare la zona arancione – in Toscana come nel resto del Paese – prima che si valuti un’eventuale ritorno in fascia gialla. Nel caso di una retrocessione, la permanenza minima in una zona di rischio maggiore è di almeno 15 giorni, ossia il tempo della validità dell’ordinanza del Ministro della Salute Roberto Speranza. Sempre che nel frattempo i parametri epidemiologici non peggiorino ulteriormente, spingendo la regione in zona rossa.

Quindi in Toscana la zona arancione deve durare almeno fino a lunedì 1° marzo, ma per una promozione servono due settimane consecutive di dati da fascia gialla, uniformi. E i numeri dell’ultima settimana, in base ai quali sarà elaborato il nuovo monitoraggio settimanale per i cambi di colore, rischiano di allungare i tempi. Tra l’8 e il 14 febbraio i contagi di Covid in Toscana sono stati in tutto 4.757 con un aumento del 14% rispetto alla settimana precedente e un picco che ha superato gli 800 positivi giornalieri.

In Toscana fino a quando dura la zona arancione Covid. Gli esperti: rischio anche a marzo

La Toscana potrebbe rimanere in zona arancione non solo per due settimane, mette in guardia l’Ars, l’Agenzia regionale di Sanità nel suo report settimanale sul Covid. Nelle ultime 5 settimane, dicono gli esperti, sono aumentati i contagi, soprattutto tra gli under 44 con sintomi lievi, ma la pressione sugli ospedali è ancora sotto controllo, con solo il 15% dei posti letto occupato da pazienti Covid. A preoccupare sono le varianti, che velocizzano la diffusione del virus.

La crescita dei sintomatici anche con forme più leggere della malattia fa alzare comunque l’indice Rt, che misura la trasmissibilità del virus. Sopra 1, come successo per la Toscana, scatta in automatico la retrocessione in arancione e sopra 1,25 il passaggio in zona rossa è obbligato. Difficile dire quindi fino a quando dura la zona arancione in Toscana, se due, tre o quattro settimane: un quadro più limpido si potrà avere con la pubblicazione del monitoraggio di venerdì.

Il calendario del cambio di colore

In conclusione quindi la Toscana resterà in zona arancione di sicuro fino al 1° marzo, ma visti i dati della settimana scorsa (su cui sarà elaborato il nuovo monitoraggio) il rischio è di rimanerci almeno fino all’8 marzo, se le regole saranno confermate anche dal nuovo Dpcm. Secondo l’Ars per prossimi tre mesi e mezzo a livello nazionale l’introduzione di misure anti Covid sarà “a elastico”: promozioni in zona gialla, seguite poi da retrocessioni in fasce di rischio maggiore per l’aumento dei contagi. Una flebile speranza arriva dalla campagna vaccinale che ora in Toscana prosegue con over 80 e insegnanti.

Covid Toscana, oggi (15 febbraio) giù i contagi, ma meno tamponi: i dati

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428 nuovi contagi di Covid in Toscana, oggi (15 febbraio 2021), ma a influire sul bollettino della Regione, come succede ogni lunedì, è il basso numero di tamponi effettuati durante il weekend. I test compiuti in una giornata sono stati poco più di 7.600, tra tamponi molecolari e test antigenici rapidi, contro gli oltre 16.000 della giornata precedente. Tutto ciò si riflette sull‘aumento del tasso dei nuovi positivi, che sale dal 7,7% di ieri al 9,6%, di oggi. Questo significa che su 100 persone sottoposte al tampone in Toscana per la prima diagnosi, quasi 10 sono risultate positive al Covid.

Secondo i dati del bollettino del 15 febbraio, in Toscana aumentano le persone attualmente positive al Covid, segno più anche per i ricoverati. 18 i morti comunicati oggi, che portano il totale delle vittime dall’inizio dell’emergenza coronavirus a  4.449 vittime. Intanto la Toscana vive il suo secondo giorno in zona arancione.

Covid in Toscana: i dati del bollettino di oggi (15 febbraio)

  • Nuovi contagi di Covid in Toscana: 428 (ieri 725)
  • Tamponi molecolari in un giorno: 5.225 (11.852 nella giornata passata)
  • Tamponi antigenici rapidi in un giorno: 2.459 (ieri 4.288)
  • Totale test in un giorno: 7.684 (ieri 16.140)
  • Tasso di positività, inclusi i tamponi di controllo: 5,57%
  • Tasso di positività, prime diagnosi: 9,6% (ieri 7,7%)
  • Persone attualmente positive:  12.336 (+1,4%)
  • Ricoverati in ospedale: 845 (+22)
  • di cui 132 in terapia intensiva
  • Decessi comunicati oggi: 18
  • Totale contagiati dall’inizio dell’emergenza: 143.803
  • Totale morti dall’inizio dell’emergenza: 4.449
  • Totale guariti dall’inizio dell’emergenza: 127.018 (239 nell’ultima giornata)

Questa la situazione nelle province della Toscana, con i dati totali dei contagi di Covid dall’inizio dell’emergenza e la variazione di positivi comunicata nel bollettino di oggi, 15 febbraio: 39.781 casi complessivi a Firenze (87 in più rispetto a ieri), 12.099 a Prato (39 in più), 12.556 a Pistoia (63 in più), 9.172 a Massa (43 in più), 14.714 a Lucca (56 in più), 19.067 a Pisa (47 in più), 11.187 a Livorno (48 in più), 12.895 ad Arezzo (17 in più), 6.963 a Siena (25 in più), 4.814 a Grosseto (3 in più).

Vaccino anti-Covid, la situazione

Oggi è partita la fase di test per il vaccino anti-Covid destinato agli over 80, con 84 somministrazioni in 12 studi medici toscani. Questi i dati aggiornati:

  • Totale vaccini anti-Covid somministrati in Toscana: 196.196.419419 (dato aggiornato alle ore 13.30 di oggi)

di cui

  • prime dosi 124.789
  • richiami 71.630

Dove vedere Fiorentina Spezia in tv: Sky o Dazn?

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Dopo la seconda sconfitta consecutiva, per i viola la classifica inizia a farsi preoccupante. Venerdì 19 febbraio alle 18.30, la Fiorentina incontrerà lo Spezia allo Stadio Artemio Franchi. Un incontro da non perdere: ma dove vederlo in tv, su Sky o Dazn?

Dove vedere Fiorentina Spezia in tv: sky o dazn?

La partita sarà trasmessa in diretta e in esclusiva dai canali satellitari Sky: Sky Sport  (numero 252 del satellite) anche in 4K HDR per i clienti Sky Q. 

Dove vedere Fiorentina Spezia in streaming

Gli abbonati Sky potranno seguire la partita anche su Sky Go, l’app di streaming in diretta per seguire i programmi del proprio pacchetto Sky anche su pc, tablet e smartphone.
Fiorentina Spezia sarà trasmessa inoltre anche su NowTv, la piattaforma di streaming a pagamento.
La radiocronaca in diretta sarà trasmessa da RadioRai.

Fiorentina Spezia in chiaro? 

Non ci sono opzioni per vedere Fiorentina Spezia in chiaro.

La Fiorentina perde con la Samp e la classifica è preoccupante

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Seconda sconfitta consecutiva per la Fiorentina che dopo l’Inter perde anche a Genova contro la Sampdoria una gara che doveva essere, invece, vinta per migliorare una classifica che si fa sempre più preoccupante: quintultimo posto, sette punti dal Cagliari, terzultimo. Cesare Prandelli senza Ribery, che si è fermato per il riacutizzarsi di un vecchio problema fisico, si è affidato a Pulgar a centrocampo, con la coppia Kouame Vlahovic in attacco. Claudio Ranieri sceglie Damsgaard, lasciando Candreva in panchina.

Primo Tempo

La Fiorentina soffre a centrocampo e la Sampdoria ci prova all’11’ Damsgaard. Il tiro però è parato facilmente da Dragowski. Al 30’ Thorsby supera Castrovilli al limite dell’area, sugli sviluppi dell’angolo battuto da Ramirez, Keita è abile a infilarsi sul primo palo fra Vlahovic e Dragowski che pasticciano e subiscono l’1-0. La reazione viola è immediata. Al 35’ c’è una punizione dal limite di Pulgar che viene respinta da Audero. Sulla ribattuta interviene Vlahovic che segna il pareggio. Al 43’ ci prova Thorsby, di testa, su cross di Augello. Si va al riposo in parità.

© Tiziano Pucci – Agenzia Fotografica Italiana

Secondo Tempo

La Fiorentina parte bene dopo l’intervallo e al 53’ Milenkovic colpisce di testa un bel pallone che Audero devia sul palo, la successiva conclusione di Pezzella è in fuorigioco. Un minuto dopo Bonaventura sfiora il vantaggio ma la sfera non entra. Al 72’ triangolazione tra Thorsby, Quagliarella e Candreva, questi ultimi due appena entrati in campo, e rete di Quaglarella con un diagonale che beffa Dragowski dopo  una deviazione involontaria di Pezzella. All’85’ ci prova Biraghi con un destro che viene intercettato da Colley. In pieno recupero ci prova Milenkovic di testa ma il difensore manda a lato di un soffio su cross di Biraghi. La Samp vince e la Fiorentina non migliora il sedicesimo posto in classifica anche se rimane inalterato il distacco dalla terzultima.

L’allenatore

Cesare Prandelli non nasconde il rammarico a fine gara. “Sono in difficoltà a commentare questa partita. Ero arrabbiato già sul pareggio, figurarsi uscendo dal campo sconfitti. Abbiamo sbagliato l’ultimo passaggio tante volte. Siamo troppo frenetici in area di rigore avversaria. La realtà è questa – aggiunge Prandelli – e dobbiamo fare ancora di più per fare punti. Stiamo lavorando per migliorare la mentalità, da un punto di vista tattico e della personalità. Non dobbiamo demoralizzarci, continuare così ed essere meno frenetici in area di rigore avversaria”.